Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Mentre in Italia ci lamentiamo dei prezzi dei panettoni e discettiamo sui danni del patriarcato, Israele continua serenamente la sua operazione di sterminio di civili.

Va da sé che sono tutti sacrosanti obiettivi militari, inclusi i quattro neonati di cui hanno trovato i cadaveri oggi.

E c'è del vero in quanto dice Israele.
In effetti chiunque abiti in Palestina e viva quel che sta succedendo, se non simpatizzava prima con i terroristi, ora lo fa di certo, se non imbracciava il fucile prima, ora vorrebbe farlo.

Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
Prima crei situazioni cui l'unica risposta possibile è il terrorismo, e poi chiedi la solidarietà della mitica comunità internazionale (il villaggio vacanze degli amici della Nato) per distruggerli.
Non fa una grinza.
Scusate il disturbo, possiamo tornare al panettone.

Andrea Zhok

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Forwarded from Piccolenote
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Forwarded from Giubbe Rosse
🇪🇭 GAZA - Le immagini satellitari mostrano l'entità della distruzione a Gaza causata dai bombardamenti israeliani al 27 novembre.

Fonte BBC, via O Globo

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Un pezzetto alla volta tutte le fesserie del progressismo verranno smontate.

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L’hanno rimasto solo
di Marco Travaglio

Mesi fa, all’ennesima lista di putiniani, scrivemmo a mo’ di battuta che presto o tardi tutti avrebbero abbandonato Zelensky e sarebbe toccato a noi, noti servi di Putin, difenderlo. Mai fare battute. Infatti il momento è già arrivato. E il capo delle forze armate certifica la sconfitta sul campo in polemica con Zelensky. Usa e Nato accusano Zelensky di aver perso la guerra (persa in realtà da loro) per non aver fatto di testa sua (invece ha fatto di testa loro). E premono perché tratti dopo averlo spinto a non farlo, anzi a vietare per decreto i negoziati in attesa della disfatta russa, del default di Mosca e della caduta di Putin. Come ha ricordato l’ex premier israeliano Bennett, Biden e Johnson bloccarono l’intesa Mosca-Kiev da lui propiziata per un cessate il fuoco nel marzo 2022: mezzo milione di morti fa. Zelensky rinvia le elezioni del 2024 perché teme di perdere pure quelle, con buona pace della propaganda sul popolo schierato come un sol uomo con lui e con la guerra a oltranza fino all’ultimo ucraino. Sua moglie non vuole che si ricandidi, temendo di restare prematuramente vedova in una guerra civile scatenata dagli oltranzisti nazistoidi che lo ritengono troppo debole e i trattativisti filoccidentali che lo giudicano troppo rigido. Il sindaco di Kiev dice che la famosa democrazia ucraina somiglia alla Russia: noi lo sospettavamo almeno da quando Zelensky mise fuorilegge gli undici partiti di opposizione, ne arrestò il capo, unificò le tv in un solo canale di propaganda ed epurò ministri, generali e autorità locali con accuse di corruzione non suffragate dai magistrati. L’ex presidente filo-Usa Poroshenko tenta di incontrare il filo-putiniano Orbán e i conservatori Usa e Ue, ma viene fermato alla frontiera e accusa Zelensky di “involuzione autoritaria”. Ora, se non lo salva Bruno Vespa, interveniamo noi.

Ps. Paolo Mieli, polemizzando con un giornale a caso, dice che chi vide giusto fin dall’inizio aveva torto perché, senza le armi Nato e Ue all’Ucraina, Putin sarebbe arrivato a Kiev (o, secondo la teoria Servergnini, a Lisbona). Paolino, non fare il furbo. Nato e Ue non ci competono. Noi abbiamo sempre chiesto che l’Italia non inviasse armi a Kiev (in base all’art. 11 della Costituzione, non poteva farlo e infatti non l’aveva mai fatto in 75 anni con alcun Paese non alleato), ma solo aiuti difensivi, finanziari, sanitari e alimentari. E si facesse mediatrice di una tregua e di un compromesso con S. Sede, Israele, Turchia e Cina per salvare il salvabile di un Paese destinato alla distruzione e al massacro senz’alcuna speranza di sconfiggere la Russia. Quindi non polemizzare con ciò che in questi 21 mesi non abbiamo mai detto, ma con ciò che abbiamo detto. E, se puoi, non scordarti ciò che hai detto tu.

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UCRAINA
Kiev, i soldati: “Noi stremati”. Biden:“Fondi agli sgoccioli”
VERSO LA RITIRATA - I militari al fronte: “In prima linea senza armie in pochi”. Wp: “Confroffensiva fallita per divergenze Stati Uniti-Kiev”
DI GIAMPIERO CALAPÀ

Il crepuscolo del sostegno occidentale all’Ucraina – il giorno dopo la bandiera bianca issata dal segretario generale della Nato Stoltenberg (“prepariamoci a brutte notizie”) – è sancito sulle colonne del Washington Post, che ha svelato il retroscena del confronto fra gli Usa e Kiev nella stesura dei dettagli delle azioni militari ucraine: “Divisioni e calcoli sbagliati hanno contrassegnato la pianificazione da parte di Stati Uniti e Ucraina della controffensiva di Kiev contro la Russia. Gli Stati Uniti hanno calcolato male quanto le forze ucraine potessero essere trasformate in truppe occidentali in un breve periodo di tempo, soprattutto in mancanza del potere aereo che è parte integrante degli eserciti moderni. Gli americani e gli ucraini avevano inoltre ampie divergenze sulla strategia, le tattiche e la tempistica delle operazioni, con gli Usa che spingevano per un assalto concentrato sull’asse meridionale mentre la leadership ucraina riteneva che le sue forze dovessero attaccare in tre punti distinti”. L’articolo del prestigioso quotidiano americano è stato scritto sulla base di dichiarazioni, coperte dall’anonimato, di alti funzionari dell’Amministrazione Biden.

E nella Capitale federale americana il conto alla rovescia per la fine del sostegno a Kiev è cominciato e procede inesorabile, tanto che la Casa Bianca, in una lettera inviata ieri ai leader del Congresso, ha dovuto ricordare che il salvadanaio per Zelensky è rimasto vuoto. Se entro fine 2023, 26 giorni, non sarà approvato lo stanziamento di nuovi fondi per nuovi aiuti militari, Kiev sarà destinata a capitolare: “Voglio essere chiara, senza un’azione del Congresso, entro la fine dell’anno finiremo le risorse per garantire armi ed equipaggiamento all’Ucraina – scrive Shalanda Young, a capo dell’ufficio budget della Casa Bianca –, non c’è a disposizione una pentola magica di fondi per affrontare questi momenti. Abbiamo finito i soldi e quasi finito il tempo a disposizione”.

In ballo ci sono oltre 61 miliardi di dollari destinati all’Ucraina, come parte di un pacchetto di stanziamenti straordinari in tutto di 106 miliardi, che comprendono anche i fondi per Israele, per il Pacifico e il confine con il Messico. Il leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer, ha fissato per la prossima settimana il voto per la proposta di Biden, ma ovviamente la situazione è ben diversa alla Camera, dove è forte all’interno della maggioranza repubblicana l’opposizione a nuovi, consistenti aiuti militari a Kiev. Tanto che lo speaker Mike Johnson insiste con la proposta di votare separatamente gli oltre 14 miliardi di aiuti per Israele – che i repubblicani sostengono in modo compatto – e quelli per l’Ucraina. Mentre il leader della minoranza repubblicana Mitch McConnell è d’accordo con Schumer sulla necessità di approvare il pacchetto nel suo insieme. La cosa certa, prosegue Young per la Casa Bianca nella lettera, è che non si può rimandare oltre: “Questo non è un problema per il prossimo anno, il momento di aiutare l’Ucraina democratica contro l’aggressione russa è ora. È arrivato il momento che il Congresso agisca, se la vostra assistenza si ferma questo provocherà problemi significativi a Kiev”.

Il presidente Zelenshy ha implorato il capo del Pentagono Austin: servono almeno 17 milioni di munizioni e 400 miliardi di dollari in aiuti, altro che 61, scrive la Ukrainska Pravda. Senza nuovi consistenti aiuti, infatti, la controffensiva sarà definitivamente fallita, in una situazione in cui il morale delle truppe e dei familiari a casa ha già oltrepassato i livelli di guardia di insoddisfazione, come riferito da un’inchiesta sul campo della Bbc, che ha raccolto voci di soldati ucraini: “In prima linea siamo in inferiorità numerica e senza armi”.

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NUOVOATLANTE
di Alessandro Orsini
La sconfitta dell’Ucraina è innanzitutto la sconfitta della Nato


L’Ucraina ha perso la guerra. E soprattutto l’hanno persa la Nato, gli Usa e la Ue retrostanti. La controffensiva è stata un fallimento colossale e adesso la Russia è passata al contrattacco. L’Ucraina si è dissanguata durante la controffensiva e la sua ultima mobilitazione è stata un fallimento completo. Zelensky non è riuscito ad arruolare i soldati di cui ha bisogno e ha dovuto aumentare vertiginosamente il numero delle donne ucraine impegnate nella guerra: un aumento del 40% dal 2021 a oggi. L’Ucraina è passata alla difensiva profonda. Lo stesso Zelensky ha implicitamente riconosciuto il fallimento in un discorso recente. Nel frattempo, l’esercito russo si rafforza enormemente per fronteggiare un’eventuale Terza guerra mondiale contro la Nato.

Tutti i dati disponibili dicono che l’esercito di Putin è oggi molto più potente, numeroso, addestrato e motivato, rispetto al 2022. Che l’ultima mobilitazione ucraina sarebbe stata un fallimento si era capito anche dal siluramento del ministro della Difesa e di tutti i viceministri a settembre. Migliaia di ucraini scappano all’estero per non combattere; molti altri si procurano certificati falsi. La guerra è persa, ma non è finita. L’Ucraina è attesa da un certo numero di tragedie. Elenco i fatti che aggravano la situazione.

In primo luogo, si è verificato il collasso militare dell’Unione europea, incapace persino di produrre le munizioni minime per Zelensky. Gli ucraini hanno ricevuto soltanto 300 mila munizioni rispetto al milione promesso da Ursula von der Leyen. Il fallimento della controffensiva – Zelensky non ha riconquistato nemmeno un giardinetto pubblico – ha scatenato la faida per il potere a Kiev. Zelensky teme che Zaluzhny, capo di Stato maggiore, prenda il suo posto con un colpo di mano o alle prossime elezioni. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, si è schierato contro Zelensky. Riferendosi al fallimento della controffensiva, Klitschko ha detto: “Alcuni potrebbero non voler sentire la verità [ma] non possiamo mentire alla nostra gente e ai nostri partner indefinitamente”. La moglie di Zelensky, timorosa di essere assassinata con i familiari, ha pregato il marito di non ricandidarsi in un’intervista all’Economist e di pensare a un’altra vita con la famiglia. Mentre una parte degli ucraini attribuisce a Zelensky la responsabilità della sconfitta, i fedelissimi del presidente cercano di far ricadere il malcontento su Zaluzhny. Zelensky ha appena impedito al suo predecessore, Poroshenko, di lasciare il Paese temendo che voglia ordire un colpo di Stato. Gli ucraini hanno perso ogni speranza di vittoria. Dal 24 febbraio 2022 non hanno mai vinto una battaglia. Chi pensa che gli ucraini abbiano riconquistato la parte ovest di Kherson nel novembre 2022 non sa di che cosa sta parlando. Gli ucraini non hanno vinto una battaglia contro i russi. Non c’è mai stata una Mariupol o una Bakhmut in favore di Zelensky. Nel frattempo, i russi hanno scatenato un attacco violentissimo contro Avdiivka, in procinto di cadere come Marinka. Quanto agli ucraini, a Kupiansk sono attesi da un certo numero di tragedie. Il sistema dell’informazione in Italia, essendo completamente corrotto, non chiederà conto a Ursula von der Leyen di questo disastro. Dove manca vera libertà di critica manca anche vera libertà di stampa. Le conseguenze disastrose delle politiche criminali del blocco occidentale in Ucraina sono autoevidenti. L’informazione italiana ha soltanto il problema di nasconderle manipolando l’opinione pubblica. Vedi Paolo Mieli, che ancora ieri a Radio 24 attaccava chi, come il Fatto, ha avuto il solo torto di prevedere tutto fin dall’inizio.

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Ai funerali previsti 40 familiari e circa 300 amici. Il resto, pubblico e comparse.
La Basilica scelta dal padre di Giulia, a Padova, è una delle più grandi al mondo: contiene più di 1200 persone. Le altre - ne sono previste in arrivo 10.000 - seguiranno da fuori attraverso i maxi schermi.
Imponentissime le misure di sicurezza, con 400 agenti, più volontari della protezione civile.
Presenti 100 sindaci e il presidente della regione Veneto, che ha proclamato il lutto.
L'Italia stamattina si ferma, dicono in tv dalle dirette già cominciate.
La nonna di Giulia ieri pomeriggio a canale5 affermava: "Sarà anche un giorno di dolore".

ESEQUIE A RETI UNIFICATE.
LA MACCHINA DEL FAANG SI ABBATTE SU VISIONE TV
Alla fine, la censura di YouTube ha iniziato a colpire pesantemente Visione TV con una di quelle forme viscide e serpentesche di sanzione aggressivo-passiva che caratterizza le grandi multinazionali che dominano gli spazi digitali. I così detti FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) sono società private, ma svolgono di fatto una funzione di servizio pubblico che dovrebbe essere improntata a una neutralità che consenta di rispettare al meglio i diritti costituzionalmente garantiti. Peraltro è riconducibile alla sfera statale dell’intelligence statunitense il doppiofondo di queste entità, governate da strategie che schiantano qualsiasi altra sovranità.
Esprimo tutta la mia solidarietà al fondatore di Visione TV, Francesco Toscano, e soprattutto esprimo la mia preoccupazione perché l’attacco alle libertà si intensificherà prossimamente per alterare ogni possibilità di dissenso. Dovremo reagire. Invito tutti a sottoscrivere anche una piccola somma a favore di Visione TV (gli estremi sono nel primo commento) in modo da farle superare brillantemente questo attacco e a condividere e diffondere questo post.
Nel 2020 avevo presentato un’interrogazione parlamentare sulle libertà di espressione e di manifestazione del pensiero sulle piattaforme digitali, ponendo il problema di attivarsi nelle sedi internazionali per arrivare a una convenzione per la tutela e la promozione della libertà di pensiero sui social network.
----- I FAANG DEVONO RISPETTARE LA COSTITUZIONE ITALIANA ----
L’articolo 21 della Costituzione tutela la libertà di espressione e stabilisce che “la stampa non può essere soggetta a censure e ad autorizzazioni”. Soltanto la magistratura può procedere a sequestri con un atto motivato e unicamente in caso di violazione di leggi. L’operato delle multinazionali del big tech si pone dunque al di fuori del nostro ordinamento costituzionale.
Del resto, l’articolo 41 della Costituzione parla chiaro: “l’iniziativa economica privata è libera”, ma subito dopo, al secondo comma, aggiunge che “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana”.
----- UNA LEGGE A TUTELA DEL SISTEMA DEMOCRATICO ----
L’anomalia risiede nel fatto che le grandi compagnie del big tech sono orientate a considerare sé stesse come piattaforme, però agiscono come editori. Questa ambiguità va risolta una volta per tutte. Il sistema democratico, di fronte allo strapotere di questi monopoli delle multinazionali nordamericane, è sotto scacco. Una legge che faccia chiarezza è urgente, perché sono in gioco i nostri diritti e la democrazia.

Pino Cabras

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Fidati della Scienzah: da "chi offre di più" a "chi offre di meno".

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Volete sapere perché il nonno non regalò anche a lei un milione per la laurea?
Semplice, perché lei non è laureata.

Alfonso Maria Avitabile

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Forwarded from L'AntiDiplomatico
“Uno studio condotto da ricercatori della New York University e della Columbia University sostiene che i trader hanno ottenuto informazioni sull’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre, prima che avvenisse, e hanno realizzato operazioni short sulle borse degli Stati Uniti e d’Israele nella prospettiva che i prezzi delle azioni crollassero dopo l’attacco”.

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_grande_finanza_sapeva_del_7_ottobre/8_51911/
Forwarded from la fionda📗
REUTERS - "Israele ordina agli abitanti di Gaza di fuggire e bombarda dove li manda

Lunedì (4 dicembre) Israele ha ordinato alle persone di abbandonare alcune zone della principale città meridionale della Striscia di Gaza mentre spingeva la sua campagna di terra nel sud, mandando in fuga i residenti disperati anche se sganciava bombe sulle aree in cui aveva detto loro di andare."

Signori e signori, ecco a voi "l'unica democrazia del medioriente" (cit. uno qualsiasi dei propagandisti filo-occidentali).

🤕 Diciamo basta al genocidio, entra nel canale https://t.me/lafionda
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TRATTATO PANDEMICO
La Slovacchia sconvolge il mondo:
il nuovo Primo Ministro dichiara di NON voler firmare il Trattato pandemico dell’OMS

Il primo ministro Robert Fico definisce il Trattato pandemico dell’OMS “una sciocchezza inventata da avide aziende farmaceutiche”.

Ha anche detto: “Uno studio dopo l’altro conferma le conseguenze scandalose della vaccinazione di massa con vaccini sperimentali non testati”.

Non c’è nessun altro capo di Stato al mondo che abbia avuto il coraggio di dirlo pubblicamente e in modo così esplicito.

“Ai sensi della Costituzione della Repubblica slovacca, la validità di tali accordi internazionali a favore dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) richiede l'approvazione del Consiglio nazionale della Repubblica slovacca, e non credo che i partiti politici sovrani slovacchi esprimeranno tale approvazione e SMER (partito politico al potere) e i suoi parlamentari certamente non lo faranno.”

https://vigilantnews.com/post/slovakia-shocks-the-world-new-prime-minister-rejects-signing-the-who-pandemic-treaty

Eunomis Informa
Forwarded from Byoblu
Media is too big
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GIORGIO BIANCHI A 1984: “PUTIN ENTRA IN UCRAINA E IL GIORNO DOPO FINISCE LA PANDEMIA"

Giorgio Bianchi a proposito dell'informazione mainstream in Italia: Putin entra in Ucraina e finisce la pandemia. Non c’è stato uno scivolare ma un taglio verticale. Basetti stava ancora parlando di sesto dose e gli hanno sfilato il microfono per darlo alla Tocci. Pregliasco stava ancora illuminandoci su come fare sesso durante la pandemia, in 15 minuti e con la mascherina. Patriarcale ma necessario”.
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Tommaso Cerno: Buzzi, Soumahoro e ora Casarini. Se tre indizi fanno una prova i migranti sono stati un bancomat della sinistra. Qualcuno lo dica e faccia pulizia..

https://twitter.com/Tommasocerno/status/1732071162513879305
Uno dei suoi articoli più scomodi e pungenti dai tempi dell'inchiesta: "Ghette e marsina, come abbinarle correttamente".

Alberto Scotti

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