Giorgio Bianchi Photojournalist
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Forwarded from la fionda📗
Non sappiamo cos'è più ridicolo tra questa dichiarazione di Podolyak e il solito Iacoboni che ci si lancia subito sopra come il migliore dei leccapiedi 😂

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇨🇳🇹🇼 CINA/TAIWAN - Da giorni l'esercito cinese continua a spostare grandi forze corazzate meccanizzate rinforzate da un gran numero di carri armati ZTZ-99 in direzione della città di Fuzhou (situata di fronte a Taiwan).

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Forwarded from Giubbe Rosse
LA FRITTATA DI STOLTENBERG
"Innanzitutto, è ormai un fatto storico che la Finlandia è diventata un membro dell’Alleanza. E dobbiamo ricordare il contesto. Il contesto era che nell’autunno del 2021 il presidente Putin aveva chiesto (anzi, aveva inviato una bozza di trattato che la NATO avrebbe dovuto firmare) che la NATO promettesse di non espandersi ulteriormente. Questo è ciò che ci ha inviato. Ed era una precondizione per non invadere l’Ucraina. Ovviamente non lo abbiamo firmato.
È successo il contrario. Voleva che firmassimo quella promessa, di non allargare mai la NATO. Voleva che rimuovessimo le nostre infrastrutture militari in tutti i Paesi alleati che hanno aderito alla NATO dal 1997, vale a dire metà della NATO, tutta l'Europa centrale e orientale, avremmo dovuto rimuovere la NATO da quella parte della nostra Alleanza, introducendo una sorta di classe di appartenenza B o di seconda classe. Lo abbiamo rifiutato.
Quindi, è andato in guerra per impedire che la NATO si avvicinasse ai suoi confini, per impedire più NATO ai suoi confini. Ha ottenuto l'esatto contrario. Ha ottenuto una maggiore presenza della NATO nella parte orientale dell'Alleanza e ha anche visto che la Finlandia ha già aderito all'Alleanza e la Svezia ne sarà presto membro a pieno titolo"
. (Fonte: Discorso di apertura del Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg alla riunione congiunta della commissione per gli affari esteri (AFET) del Parlamento europeo e della sottocommissione per la sicurezza e la difesa (SEDE))

Con il dovuto rispetto, qualcuno dovrebbe fare un corso di public relations a questo signore. Quello che ha affermato nel suo discorso smentisce categoricamente 18 mesi di propaganda isterica dei media occidentali sulla "guerra non provocata" da parte della Russia. Lasciandosi prendere la mano dalla smania autocelebrativa ("Noi ci espandiamo come e quando ci pare e nessuno deve fermarci"), nemmeno si accorge che implicitamente avvalora la tesi di Putin, secondo cui l'aggressione dell'Ucraina è stato un atto di autodifesa della Russia per contenere l'espansione della NATO. Un approccio del genere piacerà sicuramente ai fanatici della guerra totale che ormai spopolano sui mainstream e nei talk show di massa, i quali non fanno più mistero che il vero obiettivo non è la difesa dell'Ucraina, ma la caduta della Russia e, di fatto, la sua annessione nel campo occidentale. Ma presso tutti gli altri, presso quella parte della popolazione - nonostante tutto ancora maggioritaria - che comprende come la pace sia sempre il frutto di delicati equilibri e compromessi, non può che essere percepito per ciò che è: un clamoroso autogol.

Non che non siamo ormai abituati ad ascoltare bugie dalle istituzioni. Ma un tempo sapevano mentire molto meglio. Sicuri che in tutto l'Occidente non ci sia qualcuno di meno imbarazzante di Stoltenberg per rappresentare l'Alleanza Atlantica? Non chiediamo troppo, basta uno che almeno sappia mentire senza rovesciarsi addosso la frittata.

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Il pacco dono di biden a Kiev: bombe e munizioni all’uranio
DI DOMENICO GALLO

Da molto tempo filtrano dagli Stati Uniti dubbi e voci di dissenso di diplomatici, militari e accademici sulla politica di prolungamento della guerra in Ucraina portata avanti intransigentemente dall’Amministrazione Biden (si veda l’appello di 15 personalità autorevoli pubblicato dal New York Times il 16 maggio). Perplessità accresciute dallo stallo della controffensiva ucraina che conferma le previsioni “tecniche” del capo di Stato maggiore Usa, il generale Mark Milley, il quale già a novembre dello scorso anno aveva suggerito l’apertura di negoziati, visto che: “La vittoria ucraina” non era “ottenibile”. Questa situazione ha fatto balenare come un fantasma l’ipotesi che gli Usa meditassero una via di uscita dal teatro ucraino, addossando a Zelensky la colpa del fallimento.

Come ha osservato Barbara Spinelli (Il Fatto Quotidiano, 23 agosto) sono significativi due articoli pubblicati rispettivamente dal Washington Post il 17 agosto e dal New York Times il 18 agosto. I due giornali, citando funzionari del governo Usa, attribuiscono il mancato successo della controffensiva al fatto che gli ucraini non hanno seguito le istruzioni dei militari statunitensi, volendo limitare le perdite sul campo di battaglia e dimostrandosi così un Paese “casualty adverse”. Evidentemente le perdite subite dagli ucraini in tre mesi di controffensiva, indicate dai russi in 66.000 uomini (nel contesto di un conflitto che ha provocato sinora 500.000 fra morti e feriti), sono state ritenute dal Pentagono un contributo di sangue insufficiente per rovesciare le sorti del conflitto.

Se si potevano nutrire perplessità sulle reali intenzioni dell’Amministrazione Biden, a dissiparle è intervenuto il viaggio a Kiev, il 6-7 settembre, del Segretario di Stato Antony Blinken. Blinken ha portato a Kiev una valigia carica di doni. Un miliardo di dollari per la controffensiva di Kiev. Gli aiuti statunitensi – ha detto Blinken – consentiranno alla controffensiva ucraina di “acquisire slancio”. Il pacco dono comprende tanto aiuti militari diretti, compresa la fornitura delle munizioni a uranio impoverito, quanto finanziamenti per consentire agli ucraini di acquistare ulteriori armi ed equipaggiamenti da Stati terzi. Naturalmente non mancano gli aiuti civili per consentire all’amministrazione statale ucraina di restare in vita e di acquistare dispositivi sanitari e beni di prima necessità. Come potranno gli ucraini ricambiare tanta generosità? Evidentemente rinunciando a quegli scrupoli che avevano fatto apparire l’Ucraina agli occhi del Pentagono come un Paese casualty adverse. La controffensiva non solo non si deve arrestare, ma deve “acquisire slancio”. Per acquistare slancio, deve cessare ogni riluttanza a subire perdite, anche massicce. In pratica, accettando il dono di Blinken, Zelensky si è impegnato a costruire tanti nuovi cimiteri di guerra e a sacrificare la “meglio gioventù” sull’altare della politica antirussa di Biden. In altre parole, la valigia che Blinken ha portato in dono a Zelensky è un carico di morte. C’è anche l’assicurazione che la morte continuerà la sua opera silenziosamente e per molti decenni dopo che saranno cessati i combattimenti, grazie al regalo delle cluster bombs e delle munizioni a uranio impoverito, destinate a “saturare” il campo di battaglia.

Nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario del golpe in Cile, molti hanno ricordato la responsabilità di Kissinger negli avvenimenti che hanno portato alla morte di Allende e all’assassinio di migliaia dei suoi sostenitori. Kissinger all’epoca veniva appellato come “il commesso viaggiatore dell’imperialismo”. Blinken, dopo questa sua ultima missione a Kiev, si è meritato l’appellativo di “commesso viaggiatore della morte”.

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Giorgio Bianchi: la guerra è già dentro i nostri confini.

Adalberto Gianuario.

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La pagina Facebook del secondo quotidiano nazionale nelle ultime 7 ore:

-Quando preoccuparsi troppo peggiora la qualità della vita e come liberarsi dall’ansia costante.

-Partite truccate nel tennis: così è stata scoperta la più grande rete di risultati combinati.

-A 870 metri di profondità lo speciale avvistamento: la creatura marina ha delle "orecchie da coniglio".

-Cos’è l’orgasm gap e perché è un problema culturale e non biologico.

-Iran, il coraggio di Zaynab Kazemi condannata a 74 frustate per aver tolto il velo: "Non mi pento".

-Neo-papà: servono due anni per tornare a essere felici.

-Ragazzi gender fluid, l’arcivescovo Delpini: “Genitori ed educatori non siano reticenti di fronte ai dilemmi dei giovani”.

-Il Papa incontra Sylvester Stallone: "Sono cresciuto con i tuoi film". E l'attore: "Pronto per boxare?"

-Salvata la cerva che girava per i boschi del Varesotto con una freccia nel collo.

-Le erbe aromatiche di Amorgos, l'isola del grande blu.

-Tragedia nel calcio femminile, è morta a 26 anni Violeta Mițul: ha giocato nell’Apulia Trani.

-Pugliese, organizzatrice di eventi e amante dello sport: chi è Gaia Saponaro, moglie del ministro Crosetto.

-Piantedosi: “Le donne devono essere libere di uscire la sera in minigonna”.

-George Clooney vende Villa Oleandra sul Lago di Como. Ecco la cifra da capogiro. La casa ha 25 stanze.

-Luisa Ranieri: "Alle mie figlie non faccio vedere ‘È stata la mano di Dio’, mi vergogno come una ladra".

-Chi ha paura dell’invecchiamento? Guida per un'età da scoprire.

-Terremoto oggi nelle Marche, scossa di magnitudo 3.9 avvertita ad Ancona. È successo intorno alle 16.30,

-Circolare del Ministero della Salute: tamponi in ospedale ai sintomatici e mascherina nei pronto soccorso.

-Gerry Scotti rilancia: “Conoscete un albergo a Sanremo che costi il giusto?”

Escape The Matrix.

Eric Packer.

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Per i poveri, ogni euro in più di stipendio o pensione ha un' utilità marginale incredibilmente più elevata rispetto a quella che potrebbe avere per un ricco.

Eppure, i ricchi pensano tutto il giorno a come fare altri soldi mentre il povero si occupa di tutte una serie di cazzate suggeritegli dai primi: clima, CO2, mobilità elettrica, uomini incinti, declinazione del nome delle professioni, schwa, arcobaleni e così via.

Povertà mentale quindi povertà materiale.

Eric Packer.

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Forwarded from Andrea Ra Music (Andrea Ra)
Un breve video che spiega la storia e i significati racchiusi all'interno del mio Album URLO ERETICO.
⬇️⬇️⬇️
https://youtu.be/j35FHOR-6hY


Sebbene viviamo all'interno di un Mondo superficiale e disimpegnato mi piace sempre pensare che esistano comunque persone profonde e vere.

A loro dedico tutta la mia arte.

Un abbraccio


Canale Telegram: @andrearamusic
Forwarded from Giubbe Rosse
Quattro segnali che l'estate sta finendo.

Le giornate si accorciano.
Gli uccelli iniziano a migrare.
Il traffico in città e sulle tangenziali è caotico.
Repubblica riporta il Covid in prima pagina.

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇺🇸🇷🇺🇷🇸 UN RUSSO E UN NO VAX NELLA FINALE DEGLI US OPEN PROGRAMMATA PER DOMANI: SMACCO PER GLI USA.

Intanto Djokovic, che l'anno scorso non aveva potuto partecipare per mancanza di iniziazioni sperimentali, ha eguagliato il record di tutti i tempi di finali del torneo e lunedì tornerà numero 1 del mondo, probabilmente chiudendo anche la stagione al primo posto, grazie al vantaggio di punti accumulato.

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Chi glielo spiega a quelli di Repubblica che siamo ancora in estate?

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Lettera del Console Generale Dmitry Shtodin al Sindaco di Milano Giuseppe Sala

Egregio Signor Sindaco,
Mi permetto di disturbarLa con un argomento stringente.

Ho appreso con rammarico la notizia che il Comune di Milano aveva deciso di patrocinare la mostra fotografica “Eye of Mariupol – Uno sguardo negli occhi dei difensori di Mariupol”, autorizzando la sua installazione presso via Dante e il Museo del Risorgimento.
Tenendo conto che senza l’appoggio delle autorità organizzare un tale evento sarebbe impossibile, vorrei esprimerLe il mio più profondo sdegno per la decisione del Comune di dare lo spazio all’unità militare ucraina “Azov”, nota per le sue stragi commesse non solo a Mariupol, ma in tutta la Regione del Donbass. Sottolineo, che per la popolazione locale che ha provato sulla propria pelle i crimini di guerra, i militanti del battaglione non sono degli eroi, sono invece gli assassini feroci.

In questi giorni si parla molto di pace in Ucraina. Risulta che la città metropolitana di Milano, uno dei centri culturali, economici e politici più importanti in Europa, da il palco per esibirsi alle forze più tenebri di matrice nazifascista. Cosi si scoraggia la soluzione molto ambita. Per lo più in questi giorni la popolazione del Donbass ricorda gli 80 anni della liberazione dall’occupazione fascista il 8 settembre 1943.

Se Lei gradisce, gentile Sig. Sindaco, io nei panni del Console della mia nazione a Milano, sono sempre a Sua disposizione.

Mi è gradita l’occasione di porgerLe il mio rispetto verso di Lei.
L'estate più calda da...ah no, questa è la carriera finita di Djokovich.

Adalberto Gianuario.

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Forwarded from Giubbe Rosse
LA STAMPA CAMBIA I TITOLI
Di questa notizia avevamo parlato qui due giorni fa.

L'amico Riccardo Pizzirani ci segnala che La Stampa ha nel frattempo cambiato il titolo dell'articolo. "La mostra in centro sui neonazisti del Battaglione Azov" è magicamente diventato alle 00.07 di due giorni dopo "la mostra sulla resistenza ucraina a Mariupol".

I professionisti dell'informazione lavorano anche di notte.

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“Con questa Ue traditrice il conflitto non può finire”
SPINELLI, BASILE, MINI E ORSINI SULLE RESPONSABILITÀ OCCIDENTALI - Sul campo una vittoria di Kiev è impossibile, ma Nato e Ue ascoltano soltanto gli Usa

DI STEFANO CITATI

Sul palco si fanno nomi, cognomi, ruoli e responsabilità della leadership occidentale per cui la pace non è all’orizzonte né lo potrà essere nei mesi prossimi. Dal segretario della Nato Stoltenberg che, come ricorda Salvatore Cannavò, ha ammesso di recente come nel dicembre del 2021 l’Alleanza atlantica rispose picche alle proposte russe per evitare “l’operazione speciale” poi lanciata quello stesso inverno. Alla presidente della Commissione europea che il professor Alessandro Orsini reputa totalmente asservita ai voleri americani. Questo perché sono cariche non elette dal basso, e per le quali serve il consenso dell’“amico americano”. È perciò sempre più evidente, fa notare Barbara Spinelli, la distanza della società civile dai vertici che prendono le decisioni politiche e strategiche sul conflitto. Qui la politologa, figlia di Altiero Spinelli, compie una curiosa digressione sul fenomeno nostrano dei tanti opinionisti che sostenendo le tesi maggioritarie dei governi pro-ucraini usano sempre toni sorpresi come se si dovessero difendere da una nutrita maggioranza pro-putiniana che li minaccia.

Spinelli disquisisce della “vecchia Europa”, concetto tanto caro all’ex segretario della Difesa Usa Rumsfeld che nel 2003, al tempo della creazione del consenso per la guerra in Iraq, in contrapposizione alla “Nuova Europa” ovvero i Paesi dell’ex blocco comunista entusiasti aderenti della visione americana pur di recidere ogni legame col passato sovietico. In quegli anni la Nato si era già espansa, ricorda l’ambasciatrice Elena Basile, spiegando i livelli successi della strategia politica statunitense per mantenere nel tempo il controllo degli alleati atlantici: ora siamo al quinto e ultimo di tali passi che prevede disarticolare la relazione speciale tra Germania e Russia (basata sugli scambi energetici: vedi i gasdotti NordStream 1 e 2), per poi indebolire la Russia come segnale anche per la Cina.

Una politica “demenziale” a detta degli interlocutori sul palco della festa del Fatto, e anche miope, visto che l’Europa sta vistosamente perdendo terreno in Africa, continente sempre più ad appannaggio di Cina e Russia e che noi vediamo quasi solo come fonte del problema islamista e migratorio. I ripetuti colpi subiti dalla Francia nelle ex colonie si lega, a parere della Spinelli, con il conflitto libico che nel 2011 portò all’uccisione di Gheddafi, che era comunque il leader capace di controllare i territorio desertici anche attorno al suo Stato, per esempio con gli accordi con i vari gruppi tuareg, storici controllori tra il Niger e il Ciad.

Una “costellazione di guai” come sintetizzato da Orsini, che parte dal terreno: il generale Fabio Mini ha escluso che l’attuale strategia ucraina possa portare a mutamenti significativi, e anzi il logoramento al quale è sottoposto l’esercito di Kiev, anche su insistenza di Usa&C. e gli errori marchiani compiuti allargando il fronte per oltre 800 km, non promettono niente di buono. E i giorni di guerra sono già 564…

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La farnesina (e non solo) ci attacca per silenziarci
DI ELENA BASILE

Il 29 agosto in un articolo sulla Stampa veniva riportato per intero il messaggio rivolto dal segretario generale della Farnesina agli ambasciatori, probabilmente su input del ministro Tajani e del governo. Con un linguaggio in grado di richiamare un passato che speravamo sepolto, nella comunicazione si rimettevano in riga gli ambasciatori chiedendo loro un allineamento alle posizioni governative nell’interesse del Paese. L’articolo, pur notando un relativo disappunto della diplomazia per l’insolita iniziativa (apparentemente di origine politica e non diplomatica), cita la sottoscritta come punta di un iceberg: sarei in cima alla piramide dei diplomatici indisciplinati inclini a criticare la politica governativa.

Nell’articolo apparso su questo giornale, il giorno in cui ho rivelato di essere Ipazia (lo pseudonimo con cui avevo firmato diversi interventi di politica internazionale, dopo aver consegnato le dimissioni al direttore generale del personale della Farnesina) avevo sostenuto che, proprio per rispettare il senso più profondo della nostra Costituzione, i cittadini e in particolare i diplomatici dovrebbero essere liberi di partecipare al dibattito pubblico, qualora non gestiscano il dossier con l’istanza politica e non rivelino notizie o fonti riservate. In un momento così grave per la vita del Paese e dell’Europa, ora che il conflitto russo-ucraino potrebbe allargarsi e precipitare in una guerra nucleare, i Commis d’État hanno il dovere di mettere la loro competenza e le loro conoscenze al servizio del Paese.

A giugno sono stata diffamata sulla stampa, persino sul Corriere, quale ambasciatrice filo-putiniana, addirittura collusa con i servizi segreti russi. Nella dichiarazione redatta a mio sostegno che raccolse 50 firme di ambasciatori, intellettuali, giornalisti e artisti, veniva ribadita la libertà e il dovere del diplomatico di servire la Costituzione e non il governo.

Citerei per intero l’ambasciatore Bradanini, diplomatico influente che ha servito come ultima sede a Pechino ed è una gran bella personalità della nostra diplomazia. Così si esprime riguardo al citato articolo.

“Il pensiero libero fa paura, perché per confutarlo occorrono argomenti non sempre disponibili. In un simulacro di democrazia come il nostro, il pilota automatico, incaricato di allineare il Paese alle scelleratezze americane e eurounioniste, può continuare a funzionare indisturbato, a dispetto di qualche mal di pancia che si leva dal popolo sofferente, solo se la classe funzionale – politici, burocrati e media, con qualche immancabile eccezione che non fa la differenza – è tenuta al guinzaglio.

La repressione del dissenso si perde nella notte dei tempi. Qui da noi, non mancava nemmeno nei governi diversamente colorati. Oggi però il parossismo anti-libertario – ora incarnato dal duo Meloni-Tajani – è ben maggiore. Esso è figlio dei tempi, sul piano esterno la vicenda ucraina e la de-occidentalizzazione, e su quello interno l’imbarazzo e la confusione. Tralasciando la sfera esterna, sul piano domestico il governo tenta di occultare lo iato plateale tra promesse elettorali e attuazioni (per non essere depoltronizzato, ha dovuto convertire il sovranismo in sottovanismo). La confusione invece è di natura culturale, si fa per dire: il documento di origine politica non diplomatica, afferma infatti che “nell’azione dei diplomatici deve prevalere l’interesse del Paese e del governo”, nell’ingenuo corollario che esso sia il medesimo. Ma quando mai? Gli interessi del Paese – che in verità non coincidono talvolta nemmeno con quelli del popolo e di certo non con quelli del governo – vanno comunque difesi, in primis da coloro che rappresentano lo Stato. Costoro devono operare avendo come stella polare innanzitutto la Legge, e solo alcuni e in alcune circostanze, anche le istruzioni del governo. Temi complessi, dunque, che la circolare semplifica con disinvoltura.

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Non le pensioni o la sanità....

La Ue vuole eliminare le spese militari dal calcolo del deficit
L’IDEA - Non verranno scorporate, ma ritenute “fattori rilevanti”
DI SALVATORE CANNAVÒ

La notizia, diffusa dalla Reuters, non è stata registrata adeguatamente eppure nell’Unione europea si profila un accordo che potrebbe chiudere un occhio sul peso delle spese militari sui deficit nazionali.

La tendenza all’aumento è frutto delle scelte sulla guerra in Ucraina e anche della decisione immediata, subito dopo la guerra, da parte della Germania, di adeguarsi rapidamente all’obiettivo del 2% delle spese militari sul Pil indicato dall’Alleanza atlantica. Oggi quell’obiettivo è oggetto di una riflessione interna al governo di Berlino dove sembrano confrontarsi una linea più decisa per l’aumento e un’altra più prudente.

Anche per trovare un terreno favorevole nei confronti della Commissione sta allora prendendo forma l’idea, raccolta tra gli alti funzionari di Bruxelles, che “mentre la spesa per la difesa rimarrebbe comunque parte dei calcoli del deficit, la Commissione classificherebbe tali spese come ‘fattori rilevanti’ che le consentirebbero di non avviare alcuna azione disciplinare anche se il limite del 3% fosse superato”.

Il 3% è una delle “regole” del Patto di stabilità e crescita, un dogma inviolabile in realtà superato molte volte. A parte le eccezioni previste dallo stesso Patto – una sostanziale diminuzione tendenziale del deficit oppure uno sforamento eccezionale e temporaneo – si può tenere conto di altri “fattori rilevanti”: operazioni di aggiustamento; riserve accantonate; la sostenibilità del settore pensionistico; il livello dell’indebitamento del settore privato e anche eventuali altri fattori accettati dalla Commissione europea.

La questione è per ora filtrata dalla burocrazia europea, magari solo per vedere che effetto fa, oppure perché già oggetto di un accordo ad ampio spettro. Non sarà facile sistemarla perché tra le “spese militari” potrebbero essere nascoste spese molto più ampie. “Finora non ho sentito un ‘no’ da nessuno, compresi i tedeschi, su questo”, ha detto alla Reuters un secondo diplomatico dell’Ue vicino ai colloqui. “Spero che sulla difesa si possa concordare uno spazio limitato”.

Un effetto di tale scelta sarebbe l’ampio potere discrezionale offerto alla Commissione e anche al suo responsabile economico, nel caso attuale Paolo Gentiloni, il cui mandato scadrà nell’ottobre prossimo. La definizione di “fattore rilevante” sarebbe infatti oggetto di una trattativa serrata tra i governi e i funzionari Ue e potrebbe essere appetibile nell’imminenza del ripristino del Patto di Stabilità che sta facendo tornare la politica europea alle consuete difficoltà di bilancio.

La proposta, scrive ancora la Reuters, ha ottenuto il sostegno del comitato dei funzionari finanziari delle capitali dell’Ue che esaminano come riformare le regole di bilancio. I ministri delle Finanze dovrebbero avere una prima discussione sulle modifiche alle regole la prossima settimana e poi di nuovo in ottobre con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro la fine dell’anno.

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