Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Forwarded from Vi racconto la Russia
Schiaffo a Putin?!?
Facciamo saltare in aria le petroliere nel Mar Nero per dare uno schiaffo a Putin?
E l'ecologia? L'ambiente?
Se è per fare un torto alla Russia tutto è lecito...
Ma prendetevi a schiaffi a due a due in redazione, finché non diventano dispari!

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Forwarded from Donbass italia
🇺🇦🇳🇪 La condanna dell'Occidente per il colpo di stato della scorsa settimana in Niger "è in netto contrasto con la gioia con cui è stato accolto il violento rovesciamento del governo legalmente eletto dell'Ucraina nel 2014 ", ha detto il ricercatore senior del Global Policy Institute di Londra, George Szamuely , in un video pubblicato sul suo canale YouTube.

💬 "Gli Stati Uniti e l'UE sono oltremodo furiosi per il colpo di stato in Niger. L'UE ha sospeso il suo sostegno finanziario [al Niger], affermando che non riconoscerà il colpo di stato in nessuna circostanza [...] Il Segretario di Stato per il Gli Stati Uniti, Antony Blinken, hanno chiesto il ripristino di tutte le funzioni statali del governo legittimo e democraticamente eletto", ha affermato l'esperto.

Fonte: RT in spagnolo,
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Forwarded from Piccolenote
🔴🇯🇵HIROSHIMA E NAGASAKI: IL GIAPPONE VOLEVA ARRENDERSI DA MESI

“I giapponesi, prima che venissero sganciate le bombe atomiche, per mesi avevano cercato un modo di ottenere una resa onorevole e i leader statunitensi lo sapevano. Il Giappone non poteva più difendersi dalla feroce e implacabile offensiva degli Stati Uniti; anni di intensi bombardamenti avevano distrutto la maggior parte delle città giapponesi, compresa Tokyo. Il generale Curtis ‘Bombs Away’ LeMay, comandante del bombardamento strategico, si era persino lamentato del fatto che non fosse rimasto altro da bombardare se non i ‘bidoni della spazzatura’”…

“[…] Sette degli otto generali e ammiragli statunitensi a cinque stelle si opposero all’uso della bomba […]. Uno di questi, il generale Dwight D. Eisenhower, in seguito disse che ‘i giapponesi erano pronti ad arrendersi e non c’era bisogno di colpirli con quella cosa orribile”.

“Il Giappone era già stato sconfitto e sganciare la bomba era del tutto inutile”, scrisse il presidente Eisenhower nel 1954: “Era mia convinzione che il Giappone stesse, proprio in quel momento, cercando un modo per arrendersi”.

Non solo fu deciso di sganciare le bombe, ma fu deciso scientemente di massacrare civili innocenti…🇯🇵

LA GUERRA CONTRO L’URSS ERA COMINCIATA…🔴

LEGGI L'ARTICOLO SU PICCOLE NOTE
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"Voi dovete controllare il potere non servire i poteri!". Francesco Toscano

Zona Bianca si dedica ai presunti "complottisti del clima". Francesco Toscano - così come Francesca Donato - replica alle accuse.
Nel servizio che integra il dibattito - solito calderone atto a sconfessare i non uniformati - tra gli altri, Bianchi e Mazzucco.
Forwarded from Giubbe Rosse
LA COSTITUZIONALISTA LOIODICE: "CI AVVIAMO A UNA TRANSIZIONE COSTITUZIONALE"
Professoressa Isabella Loiodice, la sua esperienza di professore di diritto pubblico comparato presso l'Università Aldo Moro di Bari la porta a sostenere che siamo in una fase di transizione costituzionale. Perché?
Perché, sotto un profilo giuridico-costituzionale, noi italiani stiamo perdendo le nostre radici che affondano in uno stato di diritto democratico e sociale, in un costituzionalismo i cui due pilastri sono la tutela dei diritti fondamentali della persona e il principio di separazione dei tre poteri: esecutivo legislativo e giurisdizionale.

Quando siamo entrati in questa crisi?
Durante la pandemia, che ha fatto emergere in maniera violenta qualcosa che forse si stava preparando già prima: abbiamo vissuto un potere esecutivo che spesso e pure volentieri è andato al di fuori e al di sopra della politica, svincolandosi da quel potere legislativo che è anche parlamentare e ha, quindi, funzioni di controllo dello stesso esecutivo. Un modello che stiamo rivivendo in altre situazioni, dalla guerra russo-ucraina al cambiamento climatico. I titolari del potere politico, che sono i nostri rappresentanti, si sono fatti mettere fuori gioco e sono stati sostituiti da comitati tecnico-scientifici, a loro volta nominati dal potere esecutivo.

(Martina Pastorelli intervista la prof. di diritto pubblico comparato Isabella Loiodice, La Verità, 5 agosto 2023)
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ANSA
Covid: pronta la norma per la fine dell'isolamento dei positivi
Probabile in Cdm lunedi. In autunno vaccinazioni, senza obbligo.

《Con enorme ritardo e nell'indifferenza generale pare  stia per essere tolto l'obbligo di isolamento per chi è positivo al COVID. Eppure i decessi per COVID, pur poco numerosi e di persone che erano quasi sempre afflitte da altre gravi patologie, sono stati, nell'estate 2023, più o meno gli stessi di quelli che si sono registrati nelle estati 2020, 2021 e 2022. Che cosa è cambiato nel frattempo? È cambiata l'attenzione mediatica. I mezzi di comunicazione, che per due anni hanno diffuso terrore presso il pubblico degli sprovveduti, si sono indirizzati ad altre emergenze, quella bellica e quella climatica. Ora che la positività non servirà più a farsi dare una settimana di malattia dal medico di base è facile prevedere che anche il numero dei tamponi tenderà ad azzerarsi. I morti col COVID torneranno ad essere registrati come morti di cancro, di infarto, di polmonite, di ictus o, più semplicemente, di vecchiaia. Il coronavirus ridiventerà quello che probabilmente è sempre stato, una semplice influenza (forse un po' più grave, ma non è possibile dirlo perché, essendo stati fin dall'inizio boicottate le medicine efficaci, ogni paragone con le epidemie influenzali del passato risulta improponibile).
Che cosa resterà, allora, di questa vicenda incredibile? Oltre ai terribili danni  provocati a milioni di persone ( soprattutto giovani ed anziani) che sono rimaste colpite nel corpo e nella psiche da mesi di isolamento, costrizioni e  ricatti, resterà l'abitudine a far strame dello stato di diritto e della verità, imponendo la volontà di pochi attraverso la creazione di  emergenze più o meno fittizie.
Con questa pratica di governo, purtroppo, dovremo confrontarci ancora a lungo.》

Silvio dalla Torre
Annunci apocalittici su di una popolazione già provata da tre anni di delirio pandemico e vite annichilenti. Previsioni catastrofiste gettate in pasto a bimbi sin dalla prima infanzia. Bimbi che piuttosto che essere rassicurati nella loro crescita vengono immersi in narrazioni foriere di incertezze e paure.

E com'è intuitivo che sia, per chi crede senza discernere - perché giovane o privo degli strumenti intellettivi - sorgono le ansie.
A quel punto, gli stessi che hanno inculcato i timori, offrono la cura, come se non fossero i media, la politica o la scuola, il problema, ma i singoli.

Oggi nasce addirittura l'associazione italiana Ansia da cambiamento climatico. Una nuova patologia, a quanto pare.
E l'AIACC la affronta partendo dal dato della "consapevolezza catastrofica di un ecosistema che sta drasticamente cambiando forma."
Il male che si autoalimenta proprio.
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🔴 🎥 Sondaggio!

"Ritieni che sia in atto un cambiamento climatico indotto dall'uomo? Per combatterlo, saresti disposto a sacrificare libertà e benessere economico? Rinunceresti all'automobile?"

👉 Cosa ne pensa la gente? Siamo andati a chiederglielo!

https://t.me/canalemiracolomilano
miracoloamilano@protonmail.com
L’euro-ipocrisia in africa fa vincere Russia e Cina
DI ELENA BASILE

Il colpo di Stato in Niger segue a una serie di accadimenti nella regione del Sahel il cui filo conduttore è la rivolta delle popolazioni e la presa del potere da parte di militari ostili all’influenza occidentale. I commenti sui giornali sono stati diversi. L’ottimo Domenico Quirico sulla Stampa denuncia la commistione tra interessi europei e quelli di corrotte élite africane. Ed esamina le tante faglie di una politica che al netto della retorica resta neo-colonialista.

Invece il motivo di fondo della maggioranza degli altri interventi apparsi sui quotidiani più “quotati” è la narrativa da scuola elementare di cui Nathalie Tocci, direttrice dello Iai (Istituto affari internazionali), è maestra. I cattivi, Russia e Cina, starebbero scalzando l’Occidente dall’Africa perché noi occidentali, i buoni, applichiamo negli aiuti le condizionalità sui diritti umani. In un recente articolo si elogia la premier Giorgia Meloni perché ha bene impostato i problemi: la fine della globalizzazione porta alla competizione tra democrazie e dittature e in Africa è necessario un cambio di passo. E, per rafforzare le democrazie, bisogna che le istituzioni europee usufruiscano di fondi necessari (quindi Meloni deve fare un ultimo passetto avanti contro i residui di sovranismo, accettando l’unione fiscale) e occorre capire come elargire aiuti all’Africa senza rinunciare, come fa la Cina, alla nostra purezza nel difendere i diritti umani.

Ci sarebbe da ridere se Tocci, come pure Panebianco, non fosse persona colta che ha studiato la storia e merita la nostra stima. Ci sarebbe da ridere, se questi commentatori non esprimessero un catechismo ripetuto da politici, diplomatici e giornalisti sui media reputati. In realtà la penetrazione di Russia e Cina in Africa è dovuta ai limiti della politica di cooperazione allo sviluppo europea. La Francia e le altre potenze europee hanno perpetrato lo sfruttamento delle risorse dei Paesi africani, rimasti nei decenni poveri e in balia della pessima governance delle classi al potere alleate dell’Occidente.

La Russia presenta in Africa vantaggi oggettivi rispetto all’Occidente. Pur presente al Congresso di Berlino del 1878, che diede inizio alla spartizione dell’Africa, non è stata una potenza coloniale. Possiede terre e risorse naturali, è sotto-popolata. Non sono presenti quindi i fattori che hanno determinato l’espansionismo imperialista europeo. L’Urss ha aiutato, per interessi geopolitici, i popoli che si rivoltavano contro il potere coloniale. Infine, nella visione multipolare della Cina e della Russia, non esiste l’imposizione all’estero di valori considerati appartenenti a civiltà superiori. Questi sono gli atout di Mosca e Pechino. Perdente è la nostra ipocrisia. Non cambiamo il sistema di cooperazione che drena risorse dai più poveri, ma fingiamo di credere di poter esportare democrazia e diritti umani. I nostri doppi standard sono evidenti. Puntiamo il dito contro l’Iran e la Russia, ma collaboriamo con Arabia Saudita e Turchia.

Passiamo alle disuguaglianze in Europa accentuate dalla globalizzazione. Avremmo bisogno di una visione federalista, di politiche sociali effettive, di una unione fiscale e di risorse proprie delle istituzioni europee da investire nei cosiddetti beni comuni (istruzione, sanità, ricerca, sviluppo sostenibile, trasporti etc. etc.). Il progetto non è impedito soltanto dai sovranisti di destra, dalla Meloni e i suoi amici, ma dagli stessi popolari e liberali nell’Ue. L’olandese Rutte ha ereditato la politica britannica. La Svezia come la Danimarca, anche se i socialdemocratici sono al governo, si sono sempre opposte all’unione fiscale. La visione federalista è in minoranza in Germania. In un’Europa neo-liberista la società dell’1% è tutelata e lo Stato sociale gradualmente ma inesorabilmente smantellato. L’Europa ha bisogno di una riforma radicale, di un’integrazione rafforzata. Le forze politiche odierne spingono in senso opposto.

Segue...
Il centrosinistra e le politiche dei piccoli passi hanno distrutto il patrimonio di valori alla base della costruzione europea: Stato sociale, antinazionalismo, antibellicismo, accoglienza dei migranti, protezione reale, senza doppi pesi, dei diritti umani.

Purtroppo il “giardino circondato dalla giungla” di cui parla comicamente Josep Borrell è un mito ridicolizzato dal Sud globale. È doveroso aprire gli occhi. Riconoscere che viviamo in un mondo multipolare nel quale vi sono civiltà e percorsi storici differenti senza gerarchie oggettive.

Il sistema monetario internazionale, Fmi e Banca mondiale, il commercio internazionale, le politiche sociali, l’Ue e l’Alleanza atlantica necessitano di riforme essenziali. L’Occidente, se vuole recuperare un ruolo da protagonista nella Storia, deve farsene fautore.

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Oggi scade l'ultimatum che i paesi ECOWAS hanno dato al nuovo governo del Niger. Ieri però il senato nigeriano ha votato contro la proposta del presidente Bola Tinubu di mandare truppe in Niger, chiedendo anzi all'ECOWAS di intensificare gli sforzi diplomatici e politici per una risoluzione pacifica del conflitto. Senza truppe nigeriane un'invasione del Niger pare fuori luogo, ma tutto ovviamente è ancora in divenire. Per quanto riguarda la situazione delle truppe straniere presenti sul territorio del Niger, il nuovo governo ha dato alla Francia 30 giorni di tempo per rimpatriarle, in base a una serie di accordi firmati in precedenza, ma la Francia ha già dichiarato che intende lasciarle dove si trovano, così come gli USA. Sembra anche certo che un piccolo numero di istruttori Wagner sia arrivato nel paese, ma quanti e con che mansioni non si sa: quasi certamente molto pochi, e non per combattere.
Questo è tutto ciò che so, ed è molto poco. Non ho alcuna competenza per parlare degli avvenimenti in Niger e vi rimando a chi ne sa più di me: su Facebook Filippo Bovo, su Telegram il canale t.me/africaintel (solo informazioni, non molte analisi) e su Twitter @casusbellii (molto schierato sponda Atlantico ma anche molto informato), Amaury Hauchard che è di base a Niamey (@amhauchard) e Wassim Nasr (@SimNasr) che però al momento è in vacanza, buon per lui.
Dove c'è Gretilla c'è casta.

Michele Morrone.

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Forwarded from RangeloniNews
L’aviazione ucraina colpisce nuovamente i ponti che collegano la regione di Kherson alla Crimea

Questo pomeriggio l’aviazione ucraina ha lanciato 12 missili Storm Shadow/SCALP EG verso i ponti che dal corridoio terrestre delle regioni di Zaporozhye/Kherson portano alla Crimea. Parte dei missili è stata intercettata, ma almeno tre sono giunti a destinazione danneggiando le infrastrutture.

Il ponte di Chongar, considerato la prima alternativa a quello di Kerch (il ponte che collega la penisola alla regione di Krasnodar) era già stato precedentemente colpito e danneggiato, ma operativamente riparato. Dopo il secondo attacco al ponte di Crimea avvenuto nemmeno un mese fa, un gran numero di persone ha iniziato scegliere questo percorso in quanto più rapido e comunque lontano dalla linea del fronte. E fino ad ora i militari ucraini avevano attaccato questi ponti attorno alla Crimea nel corso della notte, quando il traffico è decisamente meno intenso.

L’attacco di oggi è avvenuto attorno alle 15:30 locali. Miracolosamente si registra un solo ferito. Nel corso dell’attacco nei pressi del ponte stava transitando un autobus con a bordo decine di bambini della regione di Zaporozhye, diretti verso Evpatoria per trascorrere le vacanze. Si tratta di bambini residenti a Vasilyevka e dintorni, nei villaggi a ridosso del fronte, dove in queste settimane l’esercito ucraino sta tentando di sfondare le linee russe. Sono quei bambini che ogni giorno convivono con il conflitto e che paradossalmente hanno rischiato una volta allontanatisi dalle loro case. Loro - quei bambini che secondo l’Occidente vengono “rapiti” dai russi per essere trasportati al mare, in vacanza - hanno rischiato grosso a causa dei missili che la Gran Bretagna e la Francia hanno consegnato all’Ucraina per sconfiggere “il nemico”; sono le famose “armi per la pace”.

Gli accompagnatori affermano che “tutti i bambini sono vivi e presto vedranno il mare. I ragazzi si ricorderanno bene di chi voleva rovinare la loro infanzia..”