Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Some takeaways from Foreign Minister Qin Gang’s NPC press conference
📍China has not supplied weapons to Russia. China’s ties with Russia set a good example for international relations. Currency cooperation with Russia: China will use whatever currency is “efficient, safe and credible”.
📍The US is responsible for a series of global problems. There seems to be an “invisible hand” pushing to escalate the crisis in Ukraine; US interest rate rises are triggering debt crises; and the region does not need an Asia-Pacific version of NATO.
📍The deterioration of China-US relations has to be stopped. If the US does not “hit the brakes, and continues on the wrong path, there will surely be conflict and confrontation”.
📍 China-Europe engagement is an independent choice, and China-Europe relations are not targeted at, dependent on, or subject to any third party. Europe should aim for “strategic autonomy” and “long-term security and stability”. 📍Chinese diplomacy has enough kindness and goodwill, but when wolves get in the way and wolves attack, Chinese diplomats must ‘dance with wolves’ to defend their home and country.” 📍 Concerns over China’s economic outlook are “unnecessary”: China’s projected economic growth this year is around 5 per cent, which is higher than many economies in the world. 📍China and countries in the Middle East agreed to elevate cooperation through the first Arab and Gulf summits in Saudi Arabia and the recent visit of Iranian President Ebrahim Raisi. China supports strategic independence for the Middle East, and opposes interference from external forces. 📍The US Indo-Pacific strategy is an “Asia-Pacific version of NATO”.
A Ukraine-style crisis should never be duplicated in the Asia-Pacific. 📍China and Japan are close neighbours and need each other. To improve relations, both parties must honour their commitments to partnership rather than posing a threat to each other. 📍The US needs to explain its plan for “the destruction of Taiwan”. @LauraRuHK
Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Ecco il think tank di Guido Crosetto, pomposamente chiamato "Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa". Il “Sistema Difesa” viene definito strumento di politica estera e volano di crescita per il Paese. Praticamente ha riunito un comitato d'affari e alcuni giullari di corte che devono produrre narrazioni volte a convincerci che aumentare le spese militari fara' bene al Paese. Non a caso Il segretario è Filippo Maria Grasso, da anni a capo delle relazioni istituzionali del colosso militare Leonardo. Poi ci sono i solerti Riotta e Panebianco, che sui loro giornali tanto amano stilare liste di proscrizione di fantomatici putiniani, Giulio Anselmi, presidente dell’agenzia di stampa “ANSA”, Fabio Tamburini del Sole24Ore ecc. Tra gli altri fanatici adepti della causa atlantista, Angelo Maria Petroni (dal 2007 Segretario generale dell'Aspen Institute), e Vittorio Emanuele Parsi. Oltre ai media e all'universita', un'attenzione anche al mondo dell'arte, intrecciato a quello dei salotti romani, con il nome di Anna Coliva che misteriosamente ha ricevuto nel 2013 la Légion d'honneur, massima onorificenza francese (!), amica degli Elkann, esperta delle collezioni d'arte di banche come Intesa-Sanpaolo, ex-direttrice della Galleria Borghese. Tutto torna. @LauraRuHK https://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/Costituito-il-Comitato-per-lo-sviluppo-e-la-valorizzazione-della-cultura-della-Difesa.aspx
NUOVOATLANTE
di Alessandro Orsini

Armi o no. Ucraina: come muterebbe l’Ue se Schlein seguisse la linea Conte
Il Fatto Quotidiano 7 MARZO 2023

Elly Schlein ha tre grandi problemi legati alla sua decisione di inviare armi in Ucraina al fianco del governo Meloni. Il primo problema è che ha votato una delega in bianco per i prossimi dodici mesi. La posizione del Movimento 5 Stelle era più avveduta. Giuseppe Conte chiedeva al governo Meloni di presentarsi in aula a ogni nuova richiesta di fornitura militare per sottoporre l’invio delle armi al confronto democratico in base agli sviluppi sul campo nei prossimi mesi che saranno disastrosi. Schlein ha optato per la scelta più gradita a Meloni, Biden e Stoltenberg, ovvero invii senza alcun controllo per dodici lunghi mesi. Ogni invio sarà secretato. Sappiamo che oggi il governo Meloni invia i Samp-T. E se domani inviasse carri armati? Questa tragica eventualità conduce al secondo problema di Schlein: il problema che tutto potrebbe precipitare in Ucraina anche grazie al suo voto favorevole. La guerra, per citare un solo esempio, potrebbe internazionalizzarsi nei prossimi mesi e Schlein non potrebbe fare niente per tornare indietro. Il futuro è tragico. La Russia ha “scassato” l’Ucraina con 160 mila uomini, ma adesso ne ha 360 mila sul campo e circa 150 mila che si addestrano per essere lanciati nella mischia. In più, Putin ammassa elicotteri da combattimento, aerei da guerra e carri armati di nuova generazione. Tutti gli indizi inducono a ritenere che le devastazioni da cui è attesa l’Ucraina nel 2023 saranno più grandi di quelle smisurate viste finora. Conte ha ragionato in modo più strategico e ha pensato: “Se cinque invii di armi non hanno prodotto la pace, come potrebbe riuscirsi il sesto”? Il terzo problema di Schlein è che è divisa da Conte non sulla questione più importante d’Italia o d’Europa, bensì sulla questione più importante del mondo. Siccome i disastri in Ucraina sono destinati a peggiorare e la contrapposizione Russia-Nato ad aumentare, gli italiani contrari all’invio di armi, peraltro già in maggioranza assoluta, chiederanno conto al governo Meloni della sua politica in Ucraina. Se Conte non chiederà conto a Schlein, molti elettori gli chiederanno perché non le abbia chiesto conto. Conte e Schlein difficilmente potranno legarsi con l’Ucraina in mezzo, soprattutto se la guerra peggiorerà e le armi da inviare saranno sempre più pesanti e numerose.

Per uscire da questo imbarazzo, Schlein ha optato per una strategia retorica. Non potendo modificare le azioni, modifica il linguaggio e dice che è giusto inviare armi, ma occorre anche la diplomazia. Questo modo di porsi va bene per una persona comune, ma non per un leader politico. La differenza tra i due è questa: l’uomo comune pensa che il mondo possa cambiare con un atto della volontà. Insomma, basta invocare la diplomazia per ottenerla. Il leader politico, invece, sa che la diplomazia in Ucraina segue una catena causale che riassumo come segue: 1) il leader politico prende una decisione coraggiosa; 2) la decisione coraggiosa causa una rottura che avvia un certo processo politico; 3) non è detto che il processo politico vada nella direzione sperata, ma è certo che l’assenza di una decisione coraggiosa non produce conseguenze e, quindi, non produce nemmeno la diplomazia.

In sintesi, ecco il mio pensiero: se l’Italia smette di inviare armi, Biden sarà spaventato dalla rottura nel fronte Nato in Europa e dovrà prendere una decisione: o prosegue con la linea intransigente senza l’Italia, con il rischio che Berlino segua Roma, oppure deve moderare il suo impeto anti-russo. Senza le armi dell’Italia, qualcosa, forse, può cambiare. Con le armi dell’Italia, invece, ci terremo ciò che abbiamo: una Siria nel cuore dell’Europa.

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Aspira alla carica di Segretaria Generale della NATO. Direi che e' perfetta per il ruolo, avendo dimostrato in modo inequivocabile la sua fedelta' agli interessi USA guidando la Commissione Europea, ormai solo una propaggine della coalizione atlantica a guida americana. @LauraRuHK
Forwarded from Giubbe Rosse
"CI SERVONO IMMIGRATI", TITOLA REPUBBLICA. "NE SERVONO IL DOPPIO".

Pare si stia configurando un "FATE PRESTO".


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Forwarded from RangeloniNews
Bakhmut, video diffuso dai militari ucraini sulle condizioni del campo di battaglia

I mezzi si fanno largo tra i cortili delle case abbattendo quello che trovano sul loro tragitto per evitare di esporsi lungo le strade principali, divenendo obiettivo dei cannoni anticarro. Altri abbandonano la città lungo le strade di campagna battute dall’artiglieria, trasformatesi in cimiteri di veicoli.
Dall’Afghanistan, al Mediterraneo all’Ucraina, noi non decidiamo niente
“Affermiamo subito una verità. Il ritiro dall’Afghanistan è stato deciso dagli Usa e subìto dai Paesi Nato”. Scritto nero su bianco dal generale Giorgio Battisti (in Afghanistan dal 2001 al 2016) nel suo libro “Fuga da Kabul”. Noi subiamo le decisioni Usa e Nato, come abbiamo subìto la guerra in Libia (cui abbiamo poi partecipato) e ora quella in Ucraina. E finiamola con le ipocrisie.

Alberto Negri.

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Forwarded from la fionda📗
🇷🇺⚡️🇺🇦
Questa è la carta (fatta da @Majakovsk73 su twitter) dell'ultimo aggiornamento del fronte di Bakhmut con le geolocalizzazioni dei due fronti.

La città è ormai persa per l'Ucraina e i mercenari della Wagner avanzano di giorno in giorno.
Malgrado il buon senso imporrebbe il ritiro delle forze armate ucraine verso l'unico corridoio possibile per evitare una carneficina, il Presidente Zelensky non sembra voler cedere.

Zelensky è entrato direttamente in contrasto con i vertici delle forze armate ucraine che chiedevano il ritiro, ha liquidato altre due figure dirigenziali dell'SBU, i servizi segreti ucraini, e ha annunciato l'invio di nuovi rinforzi per tenere la città.

In realtà Bakhmut non sarebbe un luogo strategico da difendere, come ammesso di recente anche dagli USA, ma risulterebbe più simbolico e pare che il leader ucraino si stia giocando su quel fronte il tutto per tutto.

Cosa succederà quando Bakhmut cadrà?

🔴 Non cadere nella propaganda atlantista, unisciti a @lafionda
Come al solito, l'amico Di Feo ci ha capito pochino (e con le canoniche 36 ore di ritardo) del fallito contrattacco ucraino a nord di Bahmut, condotto con 9 trasporto truppa che sono stati seguiti dai droni per tutta la fase dell'avvicinamento alle posizioni russe e poi distrutti dall'artiglieria. I nove mezzi non dovevano, come lui allucina, superare il terrapieno e la linea di alberi che molto magniloquentemente definisce "un bosco", né il fatto che si tratti di "vecchi cingolati d’epoca sovietica" c'entra qualcosa con la loro capacità di scavalcarlo. Dovevano sbarcare gli uomini e, restando DIETRO il terrapieno, fornire fuoco d'appoggio, come hanno iniziato a fare pochi secondi prima che l'artiglieria russa iniziasse a colpirli (forse Di Feo crede che i BMP vadano all'assalto delle posizioni nemiche accompagnati dalla cavalcata delle Valchirie, perché a tutti piace l'odore del napalm la mattina).
Le cose buffe però sono altre, e testimoniano, se mai ce ne fosse bisogno, l'appiattimento totale della nostra informazione alle veline ministeriali (e nemmeno del nostro Ministero). I combattimenti, ci dice il nostro, sono diventati pesanti ANCHE per le forze di Kiev, che come è noto finora non hanno mai riportato perdite; e Bahmut, ovviamente, è "una città priva di valore strategico", visto che alle sue spalle sono state costruite altre linee di difesa. Seguendo questo ragionamento, quindi, anche Časiv Jar è priva di valore strategico, come pure, suppongo, Kramators'k, Kharkiv, e via via fino alla periferia di Kiev. Meno male che non ha seguito le orme del padre, stavamo freschi.

Francesco Dall'Aglio.

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Forwarded from Donbass italia
Maria Zakharova

Il regime estone ha frettolosamente approvato un'altra legge discriminatoria contro i suoi stessi non cittadini - i proprietari di "passaporti grigi" - o "persone di seconda classe", come vengono chiamate in Estonia - residenti etnicamente russi di questa repubblica baltica.

Questa volta sono stati privati del diritto di portare armi. Di cosa hanno paura le autorità estoni? Lascia che rispondano a questa domanda da soli.

Dirò solo che l'ultima volta che il divieto di portare armi ai gruppi etnici è stato introdotto da ... Adolf Hitler.

Ai sensi della legge del 1938, alle persone di nazionalità ebraica era vietato partecipare al processo di produzione di armi e armi (§ 3) e alle persone di origine zingara era vietato possederle e utilizzarle (§ 15).

Come potete vedere, l'attuale governo estone, nel tentativo di restringere ulteriormente gli abitanti russi dell'Estonia, è andato anche oltre quello di Hitler nel regolamentare i diritti alle armi per gli ebrei.

Fonte: RT Russian
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Forwarded from la fionda📗
Per caso questo gruppo pro Ucraina inizia con NA e finisce con TO?

🚨 Se anche tu non vedi l'ora di vedere la reazione degli "sbufalatori" di Open a questa notizia, entra ne @lafionda
Quindi, secondo il New York Times, il Nord Stream 2 sarebbe stato fatto esplodere da un "gruppo pro-ucraino" senza alcun legame con gli USA, la NATO o la stessa Ucraina, che ha sistemato in autonomia delle cariche esplosive e sempre in autonomia le ha fatte saltare. Stai a vedere che alla fine sono stati gli anarchici, come al solito.
Forwarded from L'AntiDiplomatico
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⭕️ Scene di una nuova Maidan in Georgia.

I manifestanti filo Nato e Ué lanciano molotov contro le forze di polizia. Protestano per la nuova legge contro le Ong straniere che "allontanerà la Georgia dall'Unione Europea"

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇺🇲 L'FBI E IL PENTAGONO HANNO CONTRIBUITO ALLA RICERCA SUL RICONOSCIMENTO FACCIALE PER TELECAMERE STRADALI E DRONI PER IL CONTROLLO DI MASSA
L'FBI e il Dipartimento della Difesa sono stati attivamente coinvolti nella ricerca e nello sviluppo di un software di riconoscimento facciale che speravano potesse essere utilizzato per identificare le persone da riprese video catturate da telecamere stradali e droni volanti, secondo migliaia di pagine di documenti interni che forniscono nuovi dettagli su le ambizioni del governo di costruire un potente strumento per la sorveglianza avanzata. (Fonte: Washington Post)

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✍️ Articolo di A.Drobinin, Direttore del Dipartimento di Pianificazione della Politica Estera del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, nella rivista «Russia nella Politica Globale».

L'immagine di un mondo multipolare. Il fattore civiltà e la posizione della Russia nell'ordine mondiale emergente

I punti chiave

🔹Il mondo si sta spostando dalla globalizzazione alla formazione di molte piattaforme di civiltà (si possono anche chiamare centri di potere o "poli") e poi all'interazione e all'integrazione tra di loro. Questo è un lungo processo storico, un'intera epoca in cui stiamo entrando.

🔹Le comunità di civiltà non possono e non devono necessariamente essere uguali per potere economico e militare, dimensioni del territorio o popolazione. Sono unite dal fatto di avere la capacità di influenzare i processi globali, di portare la propria visione della risoluzione dei problemi nel dibattito mondiale.

🔹L'osservanza del principio di uguaglianza sovrana, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, è chiamata a garantire la libertà e il benessere di tutti gli Stati del mondo multipolare, indipendentemente dall'appartenenza all'uno o all'altro gruppo di civiltà. Si noti che questo principio di base non riguarda solo l'uguaglianza delle relazioni interstatali. Presuppone anche la vera sovranizzazione dei paesi indipendenti e il loro orientamento verso gli interessi nazionali nella politica interna ed estera. Sostenendo questo principio, difendiamo una costante essenziale nella democratizzazione delle relazioni internazionali, nella difesa della diversità culturale e di civiltà e nella costruzione di un sistema mondiale multipolare in cui nessuno Stato debba essere svantaggiato.  

🔹La decolonizzazione degli anni Sessanta non ha conferito ai nuovi Stati indipendenti la piena sovranità economica e politica. Il neocolonialismo è stato concepito per garantire il trasferimento continuo di risorse dal mondo in via di sviluppo al "miliardo d'oro". Dopo il crollo dell'URSS e della Comunità economica socialista, questo sistema si è diffuso in quasi tutto il mondo sotto la bandiera della globalizzazione. 

🔹All'inizio del XXI secolo, l'ascesa dell'Est globale e del Sud, accelerata dalla cooperazione transfrontaliera, ha infranto questo paradigma economicamente e moralmente insostenibile. Nel 2021, i Paesi BRICS hanno superato la quota del G7 nel volume dell'attività economica mondiale, rappresentando il 32% del PIL globale a parità di potere d'acquisto[16]. Lo sviluppo economico è seguito dalla soggettività politica e cioè dalla sovranità degli Stati nazionali di cui si è parlato in precedenza. In ogni macroregione del mondo è emerso uno o più Stati leader di rilevanza globale.

🔹C'è motivo di credere che l'impulso per una trasformazione qualitativa della situazione sia stato fornito dall’Operazione Militare Speciale della Russia. Lo dimostra la riluttanza della Maggioranza Mondiale ad aderire alle sanzioni antirusse e alla campagna politico-propagandistica dell'Occidente. 

🔹La consapevolezza che le regole del gioco stanno cambiando potrebbe, in linea di principio, essere un incentivo per tutti a trovare un accordo. Ma finora abbiamo visto come gli anglosassoni, o meglio le loro élite al potere, abbiano puntato sul ripristino con la forza del "momento unipolare" dei primi anni Novanta. A tal fine, cercano di smembrare le comunità di civiltà in segmenti facili da assimilare, secondo la formula del "divide et impera". 

🔹Il fattore della civiltà negli affari internazionali è un segno dei tempi. In un momento in cui le pietre miliari della storia si spostano, si intensifica la battaglia delle idee e delle visioni del futuro. Ma questo conflitto non si svolge in astratto o nel vuoto. Si inserisce nel quadro della forma geopolitica e di civiltà e del mondo multipolare che sta oggi emergendo.

👉 Leggere il testo intero
Piuttosto all'improvviso, anche se in verità qualche segnale si era percepito già negli ultimi giorni, la situazione in Georgia si è fatta esplosiva - nel vero senso della parola, visto che i manifestanti hanno tirato un paio di molotov sui cordoni di polizia. Al momento stanno dando l'assalto al parlamento, smantellando le barriere antisommossa - vedi foto che allego - mentre la polizia risponde con lacrimogeni e cannoni ad acqua. Non si segnalano vittime, per il momento.