Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Oltre a Repubblica e dopo le parole di Mattarella di settimana scorsa, anche il Ministro per la Protezione Civile e delle politiche sociali del governo Meloni, Musumeci, commenta così: "Il processo di tropicalizzazione ha raggiunto l'Italia. Serve un nuovo approccio, nulla sarà come prima”.

La chiamano "la crisi del clima", e come tale servirà a legittimare e favorire ZTL, Smart Cities, macelleria sociale e ristrutturazioni economiche e politiche già avviate, ma la verità...

"La verità è che alla cura del territorio mancano (almeno) 20 miliardi [...] secondo il Rapporto sulle condizioni di pericolosità da alluvione in Italia, oltre il 5% del territorio nazionale è ad alto rischio allagamento e più di un comune su cinque ha almeno il 20% della propria superficie in area potenzialmente allagabile [...] Nel rapporto sulla piattaforma Rendis (repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo), l'Ispra ha censito, al 2020, «6063 interventi per un importo complessivo pari a 6.59 miliardi» a fronte però di richieste di finanziamento consistenti in «7811 proposte progettuali attive, per un importo complessivo pari a 26.58 miliardi» [...] A poco servirà il Pnrr, che per le varie voci relative alla difesa del territorio dal dissesto idrogeologico assegna somme del tutto irrilevanti rispetto alle necessità. [...] Di questi (fondi stanziati, ndr), 8.49 sono alla voce «prevenire e contrastare gli effetti [...] sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio», di cui però il 70% per «Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica ...

CONTINUA A LEGGERE SU TELEGRA.PH:
https://telegra.ph/Cambiamento-climatico-o-responsabilit%C3%A0-politica-05-17

https://t.me/canalemiracolomilano
miracoloamilano@protonmail.com
🗓️📌 Milano, lunedì 22 maggio ore 20, spazio Pime (via Mosè Bianchi 94)


🎥 Realtà Distopiche 📹 il cineforum organizzato dal gruppo "R-Esistenti" e dall'Associazione Per un mondo senza guerre.

➡️ Ottavo appuntamento con la proiezione del film "TERRORE DALLO SPAZIO PROFONDO" di Philip Kaufman, con il commento, la partecipazione e l'analisi dello storico e saggista Paolo Portone.

Entrata libera ma offerta necessaria!

Vi aspettiamo!
La gente è rimasta davvero turbata dal fatto che alla fine, nella storia del Patriot e del Kinzhal, fossero i russi ad avere ragione. Il motivo di questo turbamento, naturalmente, sta nel fatto che fin dal primo momento abbiamo deciso chi ci stava simpatico e chi no, e che chi ci sta simpatico non mente mai mentre chi ci sta antipatico mente sempre - che se fossimo bimbi delle elementari, e bimbi non proprio sveglissimi, sarebbe un ragionamento anche comprensibile. Ora io non voglio dire che il comando russo dice sempre la verità mentre quello ucraino mente: ma è un dato di fatto che molte delle notizie che arrivano ai nostri media e al Twitterverso sono congegnate in maniera tale da offrire un certo tipo di rappresentazione del conflitto, e indirizzare l'opinione pubblica in una determinata direzione. E quindi i russi finiscono i missili tra due settimane, la benzina tra tre, hanno i camion crematori per bruciare i cadaveri dei soldati e far finta che non sia morto nessuno (le famiglie ci avrebbero creduto, figurati, i russi sono scemi col botto e credono a qualsiasi cosa, saranno andati a comprare le sigarette e si sono persi nel bosco), Putin ha il cancro anzi non è lui che va alle parate e tutta questa serie di amenità.
La più fantasiosa, e paradossalmente anche quella più creduta veritiera, è quella che riguarda il numero dei caduti russi che oggi secondo il segnapunti del Ministero della Difesa ucraino hanno toccato quota 200.000: e visto che, come abbiamo già detto, il rapporto tra morti e feriti, prigionieri, dispersi eccetera è nella migliore delle ipotesi, e sottolineo nella migliore, di 1:3, significherebbe 600.000 altre perdite per un totale di 800.000 che è una cifra da seconda guerra mondiale, e questo al di là del fatto che l'invasione è stata iniziata da meno di 200.000 soldati ai quali se ne sono aggiunti altri 300.000, quindi tutti e 500.000 sarebbero morti o feriti e in più ci sarebbero altre 300.000 perdite che non si sa da dove sono venute. Il tutto, ripeto, nella migliore delle ipotesi.
Chiudo con un esempio che mi pare particolarmente significativo, anche del modo in cui entrambi gli schieramenti gestiscono la questione mediatica. Il 19 ottobre scorso il comando russo aveva dichiarato di aver respinto un tentativo di sbarco in forze nella centrale nucleare di Energodar: parlavano di 200 incursori e di una battaglia che si era protratta per parecchio tempo. Io ero in Bulgaria, piuttosto impegnato, e soprattutto stavo studiando un po' di cose per via del fatto che il giorno prima Surovikin era stato messo a capo delle operazioni: e siccome gli ucraini negavano che lo sbarco fosse avvenuto, non c'erano foto o filmati eccetera, me ne sono disinteressato (invece il 1 settembre avevo parlato di uno sbarco in tono molto minore, anch'esso riportato dal comando russo e smentito da quello ucraino, anch'esso senza foto o filmati. Potete trovare il post qui se volete, ma non è importante: https://t.me/BravagliosWarRoom/249 ). Ebbene, a sei mesi di distanza è uscito un articolo del Times che conferma in pieno la versione russa ( https://www.thetimes.co.uk/article/ukrainian-zaporizhzhia-nuclear-power-plant-russia-putin-war-2023-fx82xz3xz oppure, visto che è dietro paywall, lo trovate qui: https://archive.is/aarL5 ). Avevano ragione, ed era andata esattamente come avevano detto loro, ma per motivi che ci sfuggono hanno deciso di non pubblicare né foto né filmati; anzi, gli incursori erano anche molto più di quanto avessero detto i russi. Nell'articolo del Times, naturalmente, c'è di tutto, dai russi che si bombardano da soli al personale della centrale torturato così, tanto per fare, alla disfatta ucraina presentata invece come operazione eroica e brillante. E tutta la storia viene presentata come segretissima, e in effetti il pubblico inglese sicuramente non ne aveva mai sentito parlare. Ne avevano parlato i russi (cosa che nell'articolo non si dice): ma chi dà retta a quello che dicono i russi? E invece. Proprio come ieri.
Forwarded from Marco Cosentino
MAXIMULTA 🌺🌺🌺
Definita così la sanzione dell'Antitrust italiana a Roche e Novartis, 90 milioni di euro a testa, che da dieci anni sono a processo per aver fatto cartello onde favorire l'uso in ambito oculistico del più costoso Lucentis invece del più economico Avastin. Nel frattempo, nel solo 2022 Roche con Avastin ha incassato 2 miliardi di dollari e Novartis con Lucentis circa altrettanto. Nel solo 2022. Perché negli anni precedenti i ricavi erano due-tre-quattro volte maggiori. Ovvio che la "maximulta" finisca per essere una zanzara per un pachiderma. Certo, sempre meglio di quanto accaduto in altri paesi europei che per la medesima questione hanno già archiviato. Ma sta di fatto che nel bilancio rischi-benefici, alla fine conviene sempre rischiare la sanzione, che spesso non paghi. E se la paghi comunque nel frattempo hai incassato. Di regola molto di più.
PRONI DI SPADE.
DI Marco Travaglio.

Tre notizie vere, dunque fuori moda. 1) Il capo dei Servizi ucraini Budanov rivendica l’uccisione di “molti giornalisti propagandisti russi”: cioè la famosa “democrazia ucraina” che qualcuno vorrebbe nell’Ue e nella Nato è per sua stessa ammissione uno Stato terrorista, anche se Onu e Ue si sono scordati di inserirla nella lista. 2) Negli Usa il procuratore speciale Durham ha chiuso l’indagine sul Russiagate di Trump: l’Fbi non aveva prove per indagare su inesistenti rapporti Trump-Putin, inventati dal giro della Clinton, che andava indagata dall’Fbi ma non lo fu. È la stessa Fbi che pressò Facebook perché censurasse le inchieste su Hunter Biden, figlio di Joe (il quale aveva premuto su Poroshenko per silurare il procuratore generale ucraino che indagava sulle imprese in loco dell’esuberante rampollo). 3) Un detective del fisco Usa denuncia che, su ordine del Dipartimento di Giustizia di Biden, “l’intera squadra investigativa” è stata rimossa dall’indagine tributaria sul figlio.

E ora una notizia falsa, dunque rilanciata dai giornaloni. Corriere: “Intercettati i missili ipersonici lanciati da Mosca”. Stampa: “Massiccio raid su Kiev: ‘Abbattuti 6 Kinzhal’”. Messaggero: “I Patriot Usa funzionano: ‘Intercettati i missili russi. I ripetuti lanci su Kiev con testate ipersoniche non superano lo scudo aereo”. Foglio: “I Patriot hanno salvato Kyiv, ecco a cosa servono le armi”. Poi purtroppo arriva la smentita. Di Mosca? No, Washington: sono i Kinzhal ad aver abbattuto i Patriot, la cui postazione “è stata danneggiata: i tecnici cercano di capire se può essere riparata sul posto o il sistema contraereo va ritirato”. Ecco a cosa servono le armi.

Purtroppo, su queste e altre notizie vere, nessuno ha potuto fare domande a Zelensky nel Lecca a Lecca vespiano di sabato: gli intervistatori li aveva scelti l’ambasciata ucraina. Daniela Ranieri ha smontato bugie, contraddizioni e omissioni delle domande e delle risposte. Perciò da tre giorni viene linciata su Twitter dai trombettieri atlantoidi che detestano lei e il Fatto perché disturbiamo le loro balle: tipo la Russia in default, i russi che si bombardano da soli a Zaporizhzhia, cavano i denti d’oro agli ucraini, spendono 21 miliardi per due gasdotti e poi li distruggono per non darci il gas (anziché chiudere il rubinetto), Putin morente e la sua “armata rotta”, decimata e sconfitta ovunque che sta per invadere l’intera Europa. Non potendo confutare una sillaba di quanto ha scritto Daniela, le rimproverano l’unica cosa che non dipende da lei: la condivisione dell’articolo su canali Telegram di propaganda russa. Poi un commentatore li termina con un micidiale missile ipersonico di Massimo Troisi: “Io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci”.

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I Saturnalia di Zelensky in tv da Vespa, fra propaganda e fake news.
MONOLOGHI PER CONVERTIRE LA PLEBE - Le domande ficcanti dei giornalisti: “Quando si rimette la giacca?”. “E la cravatta?”. Nessuno ribatte quando il presidente dice falsità
Di Daniela Raineri.

La voce che la maggioranza assoluta degli italiani è contraria all’invio di armi in Ucraina e spera in un negoziato deve essere arrivata a chi governa e ai media conseguenti; così sabato, per la visita di Zelensky a Roma, le tv pubblica e privata hanno imbastito una giornata di propaganda ad alto impatto, una specie di Saturnalia zelenskiani culminati con l’ospitata del presidente ucraino in uno speciale Porta a Porta. Alcune cose serie sono state dette, ma anche molte ridicole o false. Vespa è supportato da giornalisti di vaglia, ciascuno dei quali fa una domanda a Zelensky. Siamo nel nel pre-serale, l’ora de L’eredità, per acchiappare il pubblico generalista. Location sobria: una balconata del Vittoriano, simbolo della liberazione dell’Italia dalla dominazione austro-ungarica e del sacrificio per la Patria.

Zelensky parte con un concetto che ribadirà più volte durante il monologo intervallato da domande detto intervista: “Putin ha eserciti pagati e quindi soldati non motivati”, mentre il popolo ucraino è pieno di fervore patriottico e sta al 100% col governo. Se fosse vero, Zelensky non avrebbe avuto bisogno di mettere fuori legge gli 11 partiti di opposizione, oscurare tre reti tv critiche col governo, istituire la legge marziale (reclutamento obbligatorio, potere giudiziario in mano ai tribunali militari, abolizione di leggi ordinarie). Putin “è un piccolo leader che uccide per difendere la poltrona”. Tutte buone ragioni per la Nato per protrarre una guerra per interposta Ucraina e destituirlo: l’ex premier israeliano Bennett ha rivelato che nel marzo ‘22 un tentativo di tregua fallì per il veto di Johnson e Biden, che volevano “to smash Putin”, distruggerlo.

Mentana, direttore Tg7: “Una corrente minoritaria aiutata dalla propaganda social crede che c’è stato un colpo di Stato nel 2014 e un eccidio nel Donbass”, una fake news su cui chiede a Zelensky “parole definitive”. Zelensky parla di Putin: “Non credo che grandi società continuino a fidarsi di questa persona, si è confuso, non c’ero nel 2014 come presidente, non mantiene gli accordi”. In realtà i crimini di guerra commessi in Donbass da truppe regolari ucraine e milizie neonaziste contro le popolazioni russofone sotto i governi Poroshenko e Zelensky, in violazione dei due accordi di Minsk su cessate il fuoco e autonomia di Lugansk e Donetsk, sono stati documentati per 9 anni da Onu, Osce, Amnesty, Unhcr, Human Rights Watch etc., a proposito di fake news. Zelensky aggiunge: “Ringraziamo voi giornalisti che mostrare la verità”.

Ci avverte che “il passo successivo è la Moldova, i Paesi del Baltico… sono Paesi Nato”, “dovete capire che è meglio aiutare l’Ucraina che mandare in guerra i vostri figli”. Pura propaganda di guerra. E sta ammettendo che non c’è scritto in nessun trattato che dobbiamo armare un Paese non Ue e non Nato.

Maggioni, direttrice Tg1: “Quand’è che si rimette la giacca?”. Vespa: “E la cravatta che gli ho regalato io!”. Zelensky pensa che è meglio tornare sotto le bombe: “Quando ci sarà la vittoria. Putin è come un grande animale feroce, cerca di aggirare le sanzioni con altri Paesi”. Così da una domanda sciocca esce una verità, cioè che le sanzioni non funzionano (economia russa: crescita superiore all’Europa; Ucraina: fallita).

Scorrono foto di lui che bacia Meloni. Dice: “Stiamo combattendo per i valori europei”, è una “guerra per i valori per la libertà di parola”, che Putin conculca in Russia. I nostri cari valori europei di libertà di parola, per i quali si prova a escludere il fisico Rovelli dalla Fiera del libro di Francoforte per aver criticato il ministro delle Armi Crosetto e invocato la pace.

Segue...
L’intellettuale Galimberti a In onda: Rovelli “non deve usare la sua posizione di scienziato per dire il contraria di quanto dice il presidente della Repubblica se invitato a rappresentare l’Italia”, come se non si potesse rappresentare il proprio Paese criticando le autorità. Una posizione che sarebbe piaciuta molto a Pavolini. E a Putin. È abolito l’art. 21, siamo alla caccia ai traditori della Patria.

Zelensky: “Non tutti sanno cosa succede all’informazione in Russia, Putin è riuscito a raccontare alla sua società che in Ucraina ci sono i nazisti”. Veramente risulta da rapporti Osce e da inchieste di Guardian e Bbc. Soprannominati “Uomini in nero”, dopo le denunce di Amnesty nel 2016 sono indicati in un rapporto Osce come “responsabili dell’uccisione di massa di prigionieri, occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e uso sistematico di tecniche di tortura”. Il capo è Andrij Biletsky, membro del Parlamento ucraino dal 2014 al ’19 e cofondatore dell’Assemblea Social-nazionale, i cui obiettivi sono “la protezione della razza bianca”, l’eradicazione di “capitale speculativo sionista internazionale” e “guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale contro gli Untermenschen (popoli inferiori, ndr)”. Sono quelli che i nostri giornali hanno chiamato “eroi kantiani” e “partigiani”.

Molinari: “L’arma atomica per difendere la Crimea è realistica?”. Zelensky: “Io credo che Putin non utilizzerà le armi nucleari, però nessuno può sapere cosa ha nella testa; se decide di usarle lui, il giorno dopo non sarà più vivo. Sta seduto al tavolo lungo, ha paura di ammalarsi di Covid: ha voglia di vivere, ho questa impressione, non dobbiamo avere paura”. Quindi ci fidiamo, contiamo sulla voglia di vivere di Putin percepita da Zelensky.

Dice che la Russia “non sarà invitata” al negoziato e “non si può fare la mediazione con Putin” (e con chi la fa, con Meloni e Vespa?), “avevamo una piattaforma di mediazione, gli accordi di Minsk”, che però sono stati violati anche da Zelensky. Minsk-2 prevedeva un Donbass sotto controllo di Kiev in cambio dell’autonomia speciale a Lugansk e Donetsk, dove Zelensky ha vietato la lingua russa e continuato la guerra civile anzichè cessare il fuoco.

De Bortoli gli domanda dei droni sul Cremlino. Zelensky: “Sicuramente non è stato un drone nostro. Putin inventa le cose, non so chi l’ha lanciato, altrimenti l’avremmo detto, non abbiano nulla da nascondere”. Certo, come quando un missile cadde in Polonia e Zelensky lo fece passare per russo pur sapendo che era ucraino e chiese l’intervento della Nato.

“Quando Putin vede sé stesso diventare più debole, potrebbe fare passi diplomatici, ma un anno dopo tornerebbe a uccidere”. I giornalisti annuiscono. Quindi finirà quando Putin muore? Al ponentino di Roma, all’ora dell’aperitivo sull’Altare della Patria, sembra stiano lì lì per deliberare di giustiziarlo.

Maggioni: “Ha mai pensato non ce la posso fare?”. Zelensky: “Ma ce l’ho fatta!”. Ridono. Vespa: “Non voglio un passaggio, voglio le armi!”, dice citandolo. Zelensky: “Posso ripeterlo, se aiuta il governo italiano!”. Vespa: “Oggi ne abbiamo avuto rassicurazione dal governo italiano”, sempre sia lodato. Sporge le mani verso la terrazza, gli mostra Roma: “Quanto bene le vogliamo, noi italiani”. Amen.

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NONC'ÈDICHE
di Daniele Luttazzi
Le battute del primattore Zelensky e le sue spalle comiche: Vespa e Maggioni.

Riassunto della puntata precedente: il complesso informativo nazionale funziona come una gigantesca macchina influenzante che obbliga spettatori e lettori al ruolo di psicotici, con conseguenze mentali e sociali che non dovrebbero essere sottovalutate. Nessuno dei direttoroni convocati da Vespa al Vittoriano ha contestato a Zelensky la sua versione dei fatti, neppure quando ha usato il vieto argomento ad baculum, la fallacia emotiva che cerca di convincere con la minaccia: “Se l’Ucraina cade, il passo successivo è la Moldova. Ci saranno poi i Paesi del Baltico. Sono Paesi Nato. Immaginiamo che Putin arrivi nei Paesi della Nato: voi dovrete mandare i vostri cittadini a fare questa guerra”. Ma se Putin avesse voluto attaccare dei Paesi Nato l’avrebbe già fatto; solo che non è scemo. E col cessate il fuoco proposto dal papa l’Ucraina non cadrebbe affatto: finalmente partirebbero i negoziati. Sugli aiuti italiani: “Senza la difesa anti-aerea avremmo avuto più morti”. Ma non ci sarebbe stato nessun morto con l’accordo proposto da Scholz cinque giorni prima dell’invasione (bit.ly/3BwTQQ0). L’avrebbero firmato Biden e Putin: Zelensky non accettò perché “non si poteva credere che Putin avrebbe tenuto fede a un accordo del genere” e “la maggior parte degli ucraini voleva far parte della Nato”. Eh? Se Vespa mi avesse invitato al Vittoriano (ah ah ah) (no, seriamente: perché Porro sì e io no?), questa sarebbe stata la mia domanda: “Zelensky, si è mai pentito di aver rifiutato l’accordo proposto da Scholz un anno fa che avrebbe evitato la guerra?”. E soprattutto questa: “Perché oggi ha sfanculato il papa?”. Era la notizia del giorno, ma Vespa e la Maggioni non l’hanno data (anzi la regia mandava di continuo la foto del papa che stringeva la mano a Zelensky, come fossero d’accordo), lasciando Zelensky a straparlare del suo impossibile piano di pace in 10 punti che la Meloni approva toto corde (fanculo il papa pure lei, così impara, a copiarle l’outfit): “Appoggiamo il vostro piano di pace in 10 punti e proseguiremo l’invio di armi perché possiate arrivare ai negoziati in posizione di forza. State facendo la guerra pure per noi, l’Ucraina vincerà”. No, draghetta Khy-ri: l’Ucraina non sta affatto “facendo la guerra pure per noi”, questo è solo lo slogan ripetuto dalla macchina influenzante per convincerci ad accettare il delirio pianificato. Ma invece di riportare il discorso sul piano della realtà, e fare a Zelensky domande vere su cosa cazzo sta combinando di concerto con gli Usa (che per fortuna lo stanno frenando, niente missili a lungo raggio; e Zelensky al Washington Post: “Non capisco quale sia il problema coi missili a lungo raggio”. Se vuoi te lo spiego io; o Porro); e invece di fargli seconde domande dopo le sue risposte evasive a base di fallacie emotive (la preferita da Zelensky è quella ad misericordiam, suscitare la pietà. Per sminuire il negoziato cinese esordisce così: “La cosa più importante è che noi abbiamo perso gente”); i direttoroni gli hanno retto il moccolo per tutta la serata come spalle che porgono la battuta al primattore. Per mandare in pezzi l’allucinazione della macchina influenzante sarebbe bastata una domanda vera, tipo quelle del Washington Post (“Da uno dei documenti del Pentagono trapelati sulla piattaforma Discord risulta che lei il 31 gennaio propose di occupare parti della Russia lungo il confine per una futura influenza nei negoziati. È vero?”, “I documenti indicano che l’Hur, la vostra intelligence, ha contatti segreti con il capo della Wagner, Prigozhin, e lei ne era a conoscenza. È vero?”). Finalmente avremmo visto Zelensky gettare la maschera di scena per rispondere a muso duro come al Post: “Il vostro obiettivo è aiutare la Russia?”. E Vespa avrebbe potuto rispondergli: “No, è fare giornalismo, che è diverso dal fare propaganda”. (2. Continua)

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ANNUNCI A VUOTO
La maledetta primavera e l’offensiva che non arriva
PENTAGONO - Nei dossier si suggerisce: raid prima di maggio. I media Usa consideravano inevitabile l’attacco entro aprile
DI COSIMO CARIDI
Il Fatto Quotidiano 12 MAGGIO 2023

Ieri mattina Repubblica annunciava “Via ai raid ucraini. È la prima fase della controffensiva”. Il pezzo ha aperto la pagina web e poi è rimasto visibile per l’intera giornata. Al contrario la Bbc aveva pubblicato da ore le parole del presidente Zelensky che sottolineava come l’attacco non solo non è partito, ma che ci vorrà del tempo perché si concretizzi. Il quotidiano italiano non è l’unico ad aver fatto scattare l’allarme in anticipo. Ad alimentare l’aspettativa sono per primi i membri del governo ucraino. Podolyak, consigliere di Zelensky, già il 24 marzo all’Ansa: “Prepariamo la controffensiva”. Il 28 aprile il ministro Kuleba: “Controffensiva di primavera? Ci sarà”. Quattro giorni prima: “Le nuove posizioni ucraine vicino a Kherson potrebbero segnalare un’offensiva primaverile” scrive l’inglese The Guardian e anche Euronews rilancia: “Prime avvisaglie di controffensiva ucraina: movimento di truppe verso la regione di Kherson”. Lo stesso giorno un po’ più cauto Panorama: “È iniziata (forse) la controffensiva ucraina”. I media Usa consideravano inevitabile l’attacco entro aprile: “Il silenzio lungo il fronte meridionale alimenta la speculazione sulla controffensiva” annunciava la Cnn. Sui documenti confidenziali del Pentagono si suggeriva l’attacco prima di maggio. Passano dieci giorni: “L’Ucraina pronta alla controffensiva” Avvenire 3 maggio, “L’offensiva dell’Ucraina sta arrivando” Washington Post il 9 maggio. Gli osservatori si aspettavano che martedì scorso, giorno in cui Mosca commemora la sconfitta della Germania nazista, Kiev facesse scattare l’attacco. Ma Bloomberg, media non vicino al Cremlino, scriveva: “L’Ucraina abbassa le aspettative in vista della controffensiva”.

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Forwarded from Giubbe Rosse
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Forwarded from Giubbe Rosse
GENERALE BERTOLINI: “LE ARMI A KIEV COSTANO SOLDI E VITE. CHI LO NEGA DICE BUGIE”
“Le armi costano, mandare le armi a qualcuno costa”. Per il generale Marco Bertolini – in pensione dal 2016, già comandante del Comando operativo interforze e della Brigata Folgore, capo di stato maggiore Isaf in Afghanistan, operativo in Libano, Somalia, Bosnia e Kosovo – sostenere che gli invii a Kiev non siano una spesa per lo Stato, come si prodiga a fare la premier Giorgia Meloni, “è una sciocchezza e lo dice uno che è convinto non si spenda abbastanza per le proprie forze armate, ultimo elemento di sovranità nazionale rimasta”.

Le guerre in Europa da secoli sono mosse per rivendicazioni territoriali, è chiaro che le parti debbano rinunciare a qualcosa sulla base di una trattativa diplomatica. Che debbano sedersi attorno a un tavolo e discutere. Altrimenti non se ne esce, ma la mia impressione è che non se ne voglia uscire.

Quel che mi pare chiaro è che in ottica geopolitica globale mantenere l’Europa divisa dalle fonti energetiche russe alla lunga gioverà molto a qualcun altro. Quella ucraina è solo la tessera di un conflitto molto più ampio che coinvolge altri territori, come l’Armenia, l’Arzebaigian, il Kazakistan, la Libia, la Siria… e poi c’è la Cina che ha fatto fare la pace a Iran e Arabia Saudita, questione sottovalutata.

Per la Russia, la Crimea e il Mar Nero sono irrinunciabili, per gli Stati Uniti è irrinunciabile un mondo unipolare guidato da Washington. Districare questa matassa inviando armi a chicchessia non è utile alla causa della pace, mi pare chiarissimo. Purtroppo la bomba atomica non si può disinventare. (Fonte: Il Fatto Quotidiano)

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇲🇩 SITUAZIONE ESPLOSIVA IN MOLDAVIA. IL GOVERNO CENTRALE NON RICONOSCE LE ELEZIONI IN GAUGAZIA
In Gagauzia, una piccola regione della Moldavia, si sono svolte le elezioni per l’elezioni del governatore ma il governo di Maia Sandu ha deciso di non riconoscere l’esito delle consultazioni.
In Gagauzia il partito di opposizione ȘOR, rappresentato da Eugenia Gutsul, ha vinto le elezioni con il 52,36% dei voti ma il governo centrale moldavo. guidato dalla filo europeista ed atlantista Maia Sandu, non ha riconosciuto l’esito elettorale ed ha inviato la polizia per sequestrare le schede elettorali.
“Vogliamo continuare ad essere amici della Federazione Russa, ad essere amici di altri Paesi. Non vogliamo alcun conflitto”, ha dichiarato Gutsul. “Quello che le autorità in carica stanno facendo ora ha rovinato le relazioni con la Russia in tutti i modi,e colpisce anche la Gagauzia. Ma quando gli altri dicono che ripristineremo relazioni amichevoli con la Russia, intanto che loro parlano del futuro, noi lo stiamo già mettendo in pratica”, ha aggiunto.
Chisinau non era soddisfatta dei risultati elettorali: la polizia moldava ha preso d’assalto la Commissione elettorale centrale dell’autonomia e ha sequestrato schede e liste di elettori. Le forze dell’ordine hanno portato via i documenti di notte tra le grida di disapprovazione dei residenti locali. Così le autorità moldave hanno violato la legge “Sullo status giuridico speciale della Gagauzia”.
Chisinau ritiene che i candidati abbiano ricevuto donazioni superiori all’importo consentito dalla legge moldava. Tuttavia, la Commissione della Gagauzia ha le proprie istruzioni, che non regolano l’entità delle donazioni, ma Chisinau sostiene che, dato lo status dell’autonomia, le sue leggi non devono contraddire quelle della Moldavia, riferisce Infodefense.
“Hanno deciso semplicemente di confiscare i documenti elettorali per impedire la loro approvazione da parte della Corte d’Appello di Comrat. Rendendosi conto che non riusciranno a fare pressione sui giudici per non riconoscere le elezioni, l’attuale governo ha deciso di intraprendere queste azioni illegali, che confermano che il presidente Maia Sandu e il partito al governo, il cui indice di gradimento sta scendendo, sono pronti a qualsiasi crimine pur di rimanere al potere”, ha commentato Igor Dodon. (Fonte: Il Faro di Roma)

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇮🇹 CON LA TUTELA DELL'AMBIENTE IN COSTITUZIONE, ECCO L'IMPOSIZIONE DELLE REGOLE SUL CONTRASTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
“Ora che bisogna contrastare il cambiamento climatico avremo bisogno di regole destinate a un’osservanza generalizzata e uniforme”, indica Giuliano Amato parlando di potere e Costituzione. E i giuristi difendono il potere costituito temendo i “poteri forti privati e transnazionali”.
I cittadini? Obbediscano e facciano quadrato intorno alle istituzioni (e pazienza se non sono trasparenti). (Fonte: Maddalena Loy, La Verità)

Una minoranza che ha occupato il potere e che, una volta stabilito unilateralmente ciò che è vero e ciò che è falso, si arroga il diritto di decidere per tutti. L'epistocrazia, dicono loro.

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Forwarded from Piccolenote
⚛️URANIO IMPOVERITO: RASSICURAZIONI E SMENTITE

...la Royal Society ha assicurato che l’impatto sulla salute causato dall’uso dei proiettili all’uranio impoverito sarà “probabilmente basso”

In effetti, la Royal Society ha fatto due studi su tale tema, che sono stati usati dal Pentagono, al tempo della guerra irachena, per affermare che tali proiettili erano innocui.

Peccato che The Guardian, a suo tempo, pubblicò una secca smentita: “La Royal Society, la più importante istituzione scientifica britannica, è infuriata con il Pentagono che ha affermato di avere il suo sostegno nel ritenere che l’uranio impoverito non è pericoloso”.

“In realtà, ha affermato la Society, sia i soldati che i civili sono in pericolo, sia a breve che a lungo termine. I bambini che giocano in siti contaminati sono particolarmente a rischio“...⚛️

LEGGI L'ARTICOLO SU PICCOLE NOTE
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⭕️ https://bit.ly/3pPD4Jv ⭕️
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Gigantesco Fabio Dragoni su dittatura e pandemia:

«Io vedo che c’è una parte della politica che sia appassiona giustamente per un momento fondante della nostra repubblica.
Fatemi parlare della storia di Pietro Calamandrei, è stato un padre costituente che ha dovuto giurare fedeltà al fascismo perché giurando fedeltà al fascismo, gli viene data quella tessera verde che gli consentiva di insegnare all’università. Io non accetto che ci sia una parte politica che, in maniera orgogliosa, un anno fa, richiedeva la tessera verde che si chiama ‘’green pass’’ e oggi viene a parlarci di antifascismo. No signori, non funziona così. Dovete fare i conti con un anno fa, quando avete discriminato delle persone. Troppo facile andare troppo indietro nel tempo e prendersela con il passato, ma è più difficile riscrivere la storia di un anno fa.»
Forwarded from Giubbe Rosse
🇮🇹 MALTEMPO IN EMILIA ROMAGNA? È COLPA DEGLI AMMINISTRATORI
A voi il parere di un dirigente del Comune di Bologna e di un ingegnere privato esperto del settore (che hanno preferito l’anonimato), secondo cui la responsabilità del disastro è imputabile all'incuria ed alla scarsa o nulla manutenzione da parte degli enti locali.

Peccato per l'anonimato, elemento a cui la propaganda ufficiale certamente si aggrapperà per delegittimare la credibilità di un articolo, che pure dice cosa sacrosante e ben note a tutti. (Fonte: Affari Italiani)

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Forwarded from Lettera da Mosca
Tre scienziati dell'Istituto di Meccanica teorica e applicata di Novosibirsk (ITAM), impegnati nella progettazione di missili ipersonici, sono stati arrestati dall'FSB con l'accusa di tradimento, reato per cui ora è previsto l'ergastolo. Martedì 16 maggio, i dipendenti ITAM hanno pubblicato una lettera aperta in cui rendevano noto l'arresto di Valery Zvegintsev, dottore in Scienze tecniche e capo ricercatore, che ha fondato il laboratorio di aerogasdinamica ad alta velocità presso l'Istituto. Zvyagintsev è ora agli arresti domiciliari. Il direttore dell'ITAM, Aleksander Shiplyuk, è detenuto nel centro di custodia cautelare di Lefortovo, arrestato pochi giorni dopo il capo ricercatore Anatolyj Maslov. Secondo Academ.info, Maslov era sospettato di trasferire in Cina dati relativi a tecnologie ipersoniche.
Il presidente dell'Aifa Palù ammette che l'indicazione "tachipirina e vigile attesa" fu un errore. Gli antinfiammatori, invece, avrebbero potuto offrire un aiuto potentissimo agli infettati.

Noi diciamo a Palù e a Belpietro, che firma l'articolo, che non si può parlare di errore ma di volontà da parte della classe medica di assecondare il progetto politico complessivo dietro la dichiarazione di emergenza pandemica.

D'altra parte, non hanno fatto altro che parlare di virus sconosciuto e di vaccino -come una possibilità di combatterlo- laddove già solo il nome attribuito al virus li smentisce.
SARS-COV-2, infatti, è il nome utilizzato per distinguere il nuovo coronavirus dal SARS-CoV, responsabile delle sindromi respiratorie del 2002 e del 2003
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Forwarded from Piccolenote
🟩🇸🇾🇺🇸L’OCCUPAZIONE AMERICANA DELLA SIRIA

Non sarà certo questo incontro [USA-Siria] a risolvere i drammatici problemi della Siria, devastata da un decennio di guerra, dal recente terremoto e affamata dalle durissime sanzioni internazionali…

…ma il fatto che gli Usa si siano decisi a parlare con l’odiato nemico indica che qualcosa in futuro potrebbe cambiare. Non è detto che agli Stati Uniti convenga proseguire l’occupazione a tempo indefinito, in particolare se decade la prospettiva del regime-change...🇸🇾🇺🇸🟩

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