Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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“Gli Stati Uniti non possono intervenire in tutta l’Eurasia, dobbiamo essere selettivi. Però possiamo fare alcune cose: dapprima sostenere i diversi poteri rivali, fornendo sostegno economico, politico, economico, anche militare in modo che si concentrino su loro stessi; poi, come ultima ratio, prendere delle misure di disorganizzazione”.
“La politica che raccomando è finanziare entrambe le parti in modo che si battano l’una con l’altra. E’ cinico, non è molto morale, ma funziona.
“L’obiettivo non è vincere il nemico ma destabilizzarlo.
“ La destabilizzazione è il vero scopo delle nostre azioni estere. Non instaurare una democrazia. Una volta destabilizzato un paese, dobbiamo dire ‘missione compiuta’ e tornarcene a casa.
(E’ quel che stupidamente non abbiamo fatto subito in Afghanistan)
“In quanto Impero, non possiamo occupare l’intera terra, e nemmeno l’Eurasia. Non avremmo i numeri.
I Romani [del resto] non hanno inviato in giro grandi armate, hanno piazzato dei governatori pro-Romani”.
“Gli Imperi che controllano direttamente i territori, si estinguono, come il caso dell’Impero nazista. Nessuno è in grado di farlo, bisogna mostrarsi più intelligenti”.
A proposito di Ucraina “Il Generale Hodges comandante dell’armata americana in Europa, si è recato in Ucraina per annunciare che gli addestratori americani vi andranno ormai ufficialmente e non più ufficiosamente”
“Il Generale ha dato delle medaglie ai combattenti ucraini, cosa che normalmente non è in grado di fare perché è riservata ai militari americani, ma l’ha fatto per mostrare che era il suo esercito”.
“ Ci stiamo posizionando in tutti i paesi dell’Est europeo, approfittando della loro russofobia. Il generale Hodges è andato nei paesi Baltici per annunciare che verranno dispiegati blindati, e artiglieria pesante in quei paesi e in Polonia, Romania, Bulgaria.
“Ovviamente agiamo al di fuori del quadro NATO, qualcuno potrebbe opporsi, i Turchi per esempio.
… e di Russia. “Per la Russia lo status dell’Ucraina è una fatto esistenziale: non possono lasciar perdere.
La questione per i russi è sapere se riusciranno a mantenere una zona neutrale cuscinetto, o se l’Occidente vi penetrerà così profondamente da ritrovarsi a 100 km da Stalingrado e a 500 km da Mosca”
“Per gli Stati Uniti la questione è: dove si fermeranno i russi? Di qui l’annuncio del generale Hodges sulle armi che saranno dispiegate dal Baltico al mar Nero”.
“Il nostro scopo è creare un cordone sanitario intorno alla Russia.
Questa è la soluzione per gli Stati Uniti”.
“La Russia lo sa. Gli Stati Uniti hanno messo le loro carte sul tavolo.
La domanda a cui non abbiamo risposta è: cosa farà la Germania?”
A proposito della Germania (e di una minaccia russo-tedesca). Mentre gli Stati Uniti stendono il loro cordone sanitario e fra Europa e Russia e la Russia cerca di tirare l’Ucraina dalla sua parte, non conosciamo la posizione della Germania.
“Per gli Stati Uniti la paura fondamentale è che il capitale finanziario e la tecnologia tedeschi si saldino con le risorse naturali e la mano d’opera russe”.
“E’ l’unica alleanza che fa paura agli Stati Uniti, cerchiamo di impedirla da un secolo”.
Mentre gli Stati Uniti stendono il loro cordone sanitario e fra Europa e Russia e la Russia cerca di tirare l’Ucraina dalla sua parte, non conosciamo la posizione della Germania – che con la Russia ha relazioni particolari (per es. l’ex Cancelliere Schoeder oltre a presiedere il consorzio NorthStream è nel cda di Gazprom.
“La Germania è la nostra incognita. Cosa farà? Non lo sanno nemmeno loro, i tedeschi.
E’ l’eterno problema della Germania, gigante economico, fragile a livello geopolitico. Dal 1871 la questione europea è questione tedesca”.
NOTA. In questo Grande Gioco Euroasiatico l’Europa più che alleata degli USA appare una mera pedina senza alcun peso, anzi, magari oggetto di alcune delle misure “destabilizzanti” ben illustrate da Friedman ( sostegni a partiti pro Europa e anti Europa? Infiltrazioni/ pressioni/ ‘ricatti’ a livello finanziario? Politiche e narrazioni che contrappongono un paese all’altro?) e addirittura presto coinvolta in una nuova guerra, contro i nostri stessi interessi economici – così come a nostro danno sono state le sanzioni alla Russia. O è una neanche troppo larvata minaccia, nel caso qualche paese si vorrebbe opporre al disegno?
“Non siamo complottisti, siamo semplicemente meglio informati “– è il commento finale del blog francese dal quale, fra gli altri, abbiamo tratto spunto. Lo stesso post riporta il video sottotitolato in francese (qui quello doppiato, qui l’originale di YouTube con la presentazione).
Putin, invece…. Consapevoli del rischio di dal fiato alla propaganda russa, riportiamo alcune delle frasi significative del presidente Russo riferite da The Saker nel cui post c’è anche un video, doppiato in francese, della conferenza stampa putiniana.
“La Russia non attacca l’Occidente, non aggredisce nessuno, difende solo i suoi interessi.
Noi abbiamo solo due basi militari fuori dalla Russia, alla frontiera dell’Afghanistan, anche nell’interesse degli Usa. Loro hanno più di mille basi nel mondo. E saremmo noi gli aggressori?
Il bilancio del Pentagono è 10 volte maggiore del nostro, e siamo noi che conduciamo una politica aggressiva…Per caso siamo noi ad avere delle basi ai confini degli Usa?
Chi ha rinnegato il trattato sui missili? Chi installa missili alla frontiera dell’altro?
Noi vogliamo relazioni paritarie con l’Occidente, in accordo coi nostri interessi nazionali.
Abbiamo aspettato 20 anni prima di essere accettati dal WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) facendo molte concessioni; adesso [con le sanzioni alla Russia ndr] le norme del WTO vengono violate, e anche quelle dell’ONU e del diritto internazionale.
Le sanzioni economiche sono il prezzo che paghiamo non per la Crimea ma per la nostra volontà di esistere come nazione e civiltà libera.
Dopo la caduta del Muro di Berlino ci avevano promesso un congelamento della NATO, oggi è dappertutto alle nostre frontiere, è un nuovo Muro. Gli Occidentali hanno deciso che erano i vincitori.
Bisogna smettere di costruire nuovi muri, e dar vita a un mondo comune umano, prospero e sicuro.
Qualunque cosa facciamo per la distensione, incontriamo sempre rifiuti e resistenze da parte dell’Occidente. Gli ultimi Giochi Olimpici invernali di Sochi sono stati calunniati e dileggiati prima, durante e dopo: perché?
L’Occidente vuole incatenare l’orso russo anche se ne sta nella sua tana, vuole strappargli unghie e denti, le sue armi nucleari. Poi lo impaglierà e si impadronirà del suo territorio.
Noi non vogliamo che la pelle dell’orso russo venga appesa al muro. Non ha niente a che vedere con la Crimea”.
Forwarded from Guerra nordica
L'ISLANDA PRESENTA IL PIANO DI RIMOZIONE DI TUTTE LE RESTRIZIONI NAZIONALI

E dopo Danimarca, Norvegia e Svezia, anche la più cauta Islanda si è decisa a rimuovere le restrizioni nazionali dovute alla pandemia. Lo farà tramite un piano a due fasi, illustrato la scorsa settimana da Svandís Svavarsdóttir, ministro per la salute.

La prima fase del piano è già in vigore, e prevede l'allentamento dei limiti per gli eventi e per gli orari di chiusura di bar e ristoranti, che non saranno più obbligati a tenere il registro degli avventori. L'utilizzo delle maschere, finora obbligatorio, viene reso facoltativo. Il distanziamento sociale di un metro rimane, ma può essere ovviato, assieme ad altre regole, tramite i test rapidi salivari.

La seconda fase del piano, che prevede la rimozione totale di tutte le restrizioni, entrerà in vigore il 18 novembre, a meno di un improbabile nuovo aumento dei casi che mettano in crisi il sistema sanitario.

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https://icelandmonitor.mbl.is/news/news/2021/10/19/iceland_to_fully_lift_domestic_covid_19_restriction/
Forwarded from La Mia Russia
Il Dipartimento di Stato statunitense ha definito la Russia l'unico fornitore di gas che è ora in grado di aiutare in modo significativo l'Europa a superare la crisi energetica.
“Non ho dubbi, e questo è stato confermato dall'IEA (Agenzia Internazionale per l'Energia), che la Russia è l'unico fornitore attualmente in grado di avere un impatto importante sulla sicurezza energetica europea questo inverno. Loro (i russi) possono aumentare le forniture. Dovrebbero farlo. Dovrebbero farlo rapidamente. Loro (i russi) dovrebbero fornire (gas) attraverso i gasdotti esistenti ", ha affermato Amos Hoxtin, consigliere senior del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Secondo lui Mosca dovrebbe utilizzare i gasdotti già esistenti, e non il Nord Stream 2, che si sta preparando per il lancio. https://t.me/HouseOfCardsEurope/25757
Temo che la veemenza con cui ci si scaglia contro le manifestazioni del sabato sia la veemenza indotta dalla propria totale marginalità. Più sei politicamente insignificante, più ti indispettiscono quelli che invece tornano ad alzare la testa. "E i fascisti?", diranno questi "Virtual combattenti". I fascisti non li combatti da decenni e se a Roma possono parlare dal palco non è colpa del movimento "no green pass", ma del fatto che da decenni bazzicano nei quartieri popolari a fare proselitismo. Dove erano questi che criticano? Un'alterigia che nasconde solo la volontà di tutelare il proprio piccolo orticello dove ci si sente al sicuro. Come nella canzone di Lolli, siete come i piccolo-borghesi che si lamentano di chi fa l'amore più di una volta alla settimana o di chi lo fa in maniera strana.
Se i fascisti sono in piazza, la prima cosa che un comunista deve fare è chiedersi: quale piazza? Quali sono i contenuti?
Se leggiamo quello che sta accadendo solo con l'angolatura dell'emergenza sanitaria o della lotta al green pass, guarderemo solo il dito e non vedremo la luna.
"Questi non sono mai scesi in piazza! Non hanno mai fatto un corteo!", diranno ancora una volta i nostri prodi combattenti. Mai che gli venga in mente che magari sono loro a essere scesi in piazza troppo spesso. Sono loro ad aver caratterizzato le piazze da decenni, decidendo talvolta con la questura addirittura il numero di manganellate previsto. E ora credono di avere il pedegree per decidere chi è degno o meno di manifestare! La faccia come il culo!
Le piazze del sabato sono figlie del crollo del sistema in cui stiamo vivendo. Un crollo definitivo, che lascerà sul tappeto centinaia di migliaia di vittime. Vittime non del Covid, ma delle durissime riforme in materia di lavoro, pensioni, sanità, che il nostro governo sta predisponendo su mandato dei padroni.
Il fatto che oggi la protesta si esprima in modo così confuso, non significa che al suo interno non vi siano quei contenuti di critica al sistema che tutti vorremmo vedere rappresentati come fossimo in un film di Eisenstein. Per questo un comunista deve chiedersi cosa c'è dietro queste masse. Quelle critiche ci sono! Covano sotto la brace. I comunisti le devono fare esplodere. Non vi è purezza nel processo rivoluzionario. Non vi è mai stata e mai vi sarà.
E i fascisti in piazza? Ci vai insieme? Diranno i nostri Torquemada.
Anche se vi nascondete dalle piazze, quei fascisti abitano nelle vostre città, nei vostri quartieri, nei vostri lavori, scuole. Non fate nulla da lunedì alla domenica (a meno che mi sia perso qualcosa) contro di loro. Volete fare finalmente qualcosa? Iniziamo a lavorare sui rapporti di forza, recuperando credibilità, autorevolezza presso le masse. Solo così butteremo via l'acqua sporca dentro cui nuota un bel bambino pieno di mille possibilità.
Perché è sempre e soltanto di quello che parliamo: possibilità.

Manolo Morlacchi.
La banalità del male pubblico: il caso Barbero

È con la superficialità degli atteggiamenti quotidiani, con la banalità – per dirla con Hannah Arendt – della polemica meschina che danneggiamo quel confronto dialettico e veramente scientifico in cui consiste innanzitutto una democrazia.

Quanto non sentiamo ripetere da giornalisti e politici della disinformazione che circola incontrollata nei social? Ma da cos'è veicolata la disinformazione se non dall'accontentarsi della prima cosa che capita – magari perché l'ha detta “uno dei nostri” –, dalla sbrigatività di giudizio, dalla scarsa attitudine all'approfondimento, dalla conseguente mancanza di familiarità con la complessità, dalla seduzione dello slogan e simili?

Ecco che la terza domanda retorica vien da sé: non sono queste caratteristiche proprie di giornalisti e politici? Ogni volta che mi son messo a condurre una piccola indagine, quest'anno, mi sono imbattuto in fake news: dai Måneskin ai vaccini ad Alessandro Barbero con le sue ultime considerazioni sulle disuguaglianze di genere.

«La Stampa» cui ha rilasciato l'intervista titola: «Le donne secondo Barbero: “Sono insicure e poco spavalde, così hanno meno successo”». Il titolo viene ripreso da altre testate e commentato da politici, opinionisti di professione e utenti social: una pioggia di considerazioni sprezzanti che mostrano come l'articolo (a pagamento) non sia stato letto e ci si sia limitati al titolo; talvolta sì, lo si è anche letto ma non lo si è capito; altre ancora, letto o non letto, lo si è strumentalizzato.

Il titolo è fuorviante. Si pensi che l'intervista ha per occasione una serie di lezioni dello storico dal tema: «Donne nella storia: il coraggio di rompere le regole». Le figure che tratteggerà sono: madre Teresa di Calcutta, Caterina «la grande» di Russia e Nilde Iotti. Il focus delle lezioni è dunque sul coraggio che le donne hanno saputo mostrare nella storia, mentre il focus del titolo è sulla loro insicurezza e povertà di spavalderia. Come si arriva a ciò? Poiché l'intervistatrice gli chiede come mai le donne fatichino ancor oggi non solo ad arrivare al potere, ma anche ad avere parità di retribuzione o a fare carriera. Barbero risponde così:

« Premesso che io sono uno storico e quindi il mio compito è quello di indagare il passato e non presente o futuro, posso rispondere da cittadino che si interroga sul tema. Di fronte all’enorme cambiamento di costume degli ultimi cinquant’anni, viene da chiedersi come mai non si sia più avanti in questa direzione. Ci sono donne chirurgo, altre ingegnere e via citando, ma a livello generale, siamo lontani da un’effettiva parità in campo professionale. Rischio di dire una cosa impopolare, lo so, ma vale la pena di chiedersi se non ci siano differenze strutturali fra uomo e donna che rendono a quest’ultima più difficile avere successo in certi campi. È possibile che in media, le donne manchino di quella aggressività, spavalderia e sicurezza di sé che aiutano ad affermarsi? Credo sia interessante rispondere a questa domanda. Non ci si deve scandalizzare per questa ipotesi, nella vita quotidiana si rimarcano spesso differenze fra i sessi. E c’è chi dice: “Se più donne facessero politica, la politica sarebbe migliore”. Ecco, secondo me, proprio per questa diversità fra i due generi. »

Barbero constata quindi il «cambiamento di costume degli ultimi cinquant’anni» (come testimoniato dall'aggressione mediatica che ha subito) e si chiede come, ciononostante, si sia ancora così indentro in quanto ad equità. Cioè: proprio perché la donna è in grado di svolgere compiti non meno dell'uomo cui non aveva accesso tradizionalmente, c'è da chiedersi cosa manchi affinché l'equità auspicata si compia.
Così se fosse che «aggressività, spavalderia e sicurezza di sé» risultassero degli elementi mediamente meno presenti nell'indole della donna rispetto a quella dell'uomo, allora, a parità di competenza, proprio questi elementi non dovrebbero determinare il divario che ancora oggi constatiamo. O forse qualcuno di noi crede che un bravo medico debba essere aggressivo e spavaldo, o che lo debba essere un notaio, un docente, un politico? Discriminare in base ad aggressività e spavalderia sarebbe un abbaglio a discapito della competenza. Anzi, la minore presenza di tali caratteri sarebbero talora un vantaggio professionalmente, e proprio nella politica: come dicono alcuni, sottolinea Barbero, «se più donne facessero politica, la politica sarebbe migliore».

Forse non è questo un fattore dirimente nello spiegare le disuguaglianze tra generi, ma è un'ipotesi legittima fino a quando non sia smentita scientificamente. Forse che tutti coloro che hanno attaccato Barbero avessero contezza degli studi finora prodotti e fossero in grado di smentire dati alla mano l'assurdità dell'ipotesi?

Ecco, è sconfortante che chi ha commentato probabilmente non abbia verificato neppure che cosa Barbero avesse detto, pur replicando con toni agghiaccianti, come ha fatto Carlo Calenda:

« Uno storico capace che dice castronerie di proporzioni cosmiche senza vergognarsene. C’è da domandarsi cosa stia accadendo agli intellettuali in questo paese. Sembrano diventati tutti Cacciari. Boh. »

L'intento è chiaro: una strumentalizzazione, un attacco ad hominem funzionale alla polemica sul Green Pass, rispetto al quale Barbero aveva espresso le sue perplessità e del quale Calenda è un fervente sostenitore. Lo stesso ha fatto il giornalista Gianni Riotta:

« Alessandro Barbero era un simpatico divulgatore, che ha deciso d'improvviso di demolire simpatia e storia con demagogia su greenpass, guerra mondiale e ora "differenze strutturali" con gli uomini che impedirebbero alle donne successi politici. Temo interventi su razza ed è chiusa. »

L'eurodeputata Pina Picierno invece ha sicuramente letto le parole di Barbero, perché nel suo Tweet riporta l'articolo, ma non deve averle capite:

« Ok, se il Prof Barbero vuole conoscere una donna aggressiva può parlare con me dopo che ho letto le sue parole. »

Un intervento del tutto gratuito perché, ovviamente, non si trattava di trovare una donna aggressiva e un caso non smentisce l'ipotesi.

I colleghi accademici non si sono trattenuti, da Raffaele Simone a Luciano Floridi:

« Purtroppo Barbero ha detto una sciocchezza (la seconda, dopo quella sul green pass). »

Un episodio triste e sconfortante, ulteriore, che dà la misura del livello già riscontato sul tema del Green Pass. (A tal proposito qualche parola opportuna l'ha scritta di recente Luca Illetterati qui). Un dibattito che testimonia quanto anch'essi siano poco avvezzi al confronto, ché invece di sciorinare argomentazioni mirabolanti e articoli scientifici di qualità, si limitano a denigrarsi a vicenda o poco più.

https://www.gazzettafilosofica.net/2021-1/ottobre/la-banalit%C3%A0-del-male-pubblico-il-caso-barbero/?fbclid=IwAR1AgQ9UXDa9zU7J10SWjYgPwTXShAJIWLmFQMYTVFLqix2rNzbeZcuM5JY
SOLUZIONI SEMPLICI PER UN FUTURO SOSTENIBILE.

Le élite del capitalismo contemporaneo hanno un problema.
Da un lato devono continuare a far crescere il Pil, e dunque la produzione, e dunque i consumi, altrimenti la bicicletta del capitalismo, che sta in piedi solo finché avanza, crolla ingloriosamente nel fango, con loro in sella.
Dall'altro sanno che consumi e produzione in crescita globale infinita minano alle fondamenta lo stesso bel pianetino che condividono con i morti di fame.
E questo è un bel problema.
Ma niente paura, la soluzione è a portata di mano.
Nel nome della necessità di far muovere l'economia e incentivare i consumi l'élite economico-finanziaria è disposta a sacrificarsi facendosene integralmente carico: "Se sarà necessario comprare uno Yacht in più, faremo la nostra parte, con abnegazione e spirito di sacrificio."
Invece, nel nome della necessità di ridurre l'impronta ecologica antropica sul pianeta chiederemo a voi, plebe incarognita, di dare il vostro contributo, riducendo i consumi. Qualche tassa ecologica qua e là, qualche strategico aumento delle materie prime o dell'energia e il gioco è fatto.
E chi protesta è un negazionista ("De che?" - "Boh? Funziona sempre").

Andrea Zhok.
Federalimentare: o aumentiamo i prezzi sugli scaffali o le aziende chiudono
Dito puntato contro la Gdo, che non riconosce alle imprese i maggiori costi di produzione legati a materie prime ed energia.

«L’aumento dei prezzi delle materie prime che avevamo denunciato mesi fa è oggi uno dei problemi principali anche per l’industria alimentare. Vale a dire che l’aumento dei prezzi dei prodotti sarà inevitabile, pena la chiusura di tante nostre imprese». Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, lo dice senza mezze misure: o si fa pagare di più i consumatori, oppure molte aziende non ci stanno più dentro ai costi.

«La situazione è diventata insostenibile - prosegue il presidente - questa mancanza di offerta della materia prima non credo sia una bolla, non terminerà a breve e non è dovuta solo alla troppa richiesta ma soprattutto alla mancanza di offerta, unita anche a uno smisurato aumento di costo di tutte le materie prime, degli imballaggi, del caro noli e del caro container che penalizzano il nostro settore». Il dito è puntato soprattutto sulla Gdo: la compressione dei prezzi sul mercato interno operata dalla grande distribuzione, a insufficiente e tardivo riconoscimento dei maggiori costi di produzione legati a materie prime ed energia, contribuisce - sostiene Federalimentare - a delineare un trend dei margini di contribuzione del settore pericolosamente in declino.

Il rischio, dicono le aziende, è quello di prosciugare del tutto i vantaggi connessi alla fase di ripartenza ed espansione del Pil e dei mercati: «È inoltre auspicabile - dice Vacondio - che si intervenga per contenere la speculazione della finanza in un settore, come quello del food, così eticamente delicato».

https://www.ilsole24ore.com/art/federalimentare-o-aumentiamo-prezzi-scaffali-o-aziende-chiudono-AEeEUcr?refresh_ce=1&fbclid=IwAR3k2_hNH02zHZppvg3ObPTutg2o10zvfDueeYf0fV7zFb0odmloYacVGJ8
Prima che fossimo trasformati in robot programmati ad accettare tutto, nei giorni precedenti al SALONE DEL LIBRO di Torino i giornali erano pieni di polemiche relative al prezzo del biglietto, al costo smisurato degli spazi che danneggiava i piccoli editori etc. Ricordo un mio scontro su Radio1 con il celebre artista Michelangelo Pistoletto, lui pro, io contro…
Quest’anno tutti pro.
Un trionfo a senso unico.
Pur essendo peggiorate in modo inestimabile le stesse questioni di sempre e in più le restrizioni estreme che ben sappiamo.
Ma nessuno ha detto nulla.
Questa esplosione incondizionata di consenso viaggia sull’onda della criminalizzazione di chi non gioisce ogni volta che viene elargita una parvenza del mondo com’era prima.
Vi abbiamo tolto 1.000, vi ridiamo 80 e tutti felici.
Mi chiedo pure a cosa serva dirlo.
Quale sia il fine di quanto sto scrivendo.

Aldo Nove.
Una giovane donna sale su un treno per Roma. Ha un biglietto valido, in precedenza aveva fatto un test per ottenere l'infame lasciapassare verde. Il treno parte in ritardo, e al momento del controllo del lasciapassare, appena prima della stazione di Bologna, scadono le 48 ore di 'liberta''. Il controllore la costringe a scendere dal treno, in una citta' che non e' la sua, dove verosimilmente ci vogliono giorni per ottenere l'appuntamento in farmacia e fare un nuovo tampone che le consenta di proseguire il viaggio. A nulla servono le sue richieste di comprensione, viene sbattuta giu' dal treno. E' gia' buio, non ci sono treni regionali per proseguire il viaggio ne' in una direzione ne' nell'altra. E' una donna, sola, di sera, in una stazione dove girano disperati e non sa dove andare a dormire. Questo e' tutto dal Draghistan.

Laura Ruggeri.
Buuuuuuuuuuuuum.
Oramai politica e spettacolo sono intercambiabili.
Miliardi di euro per «innovare» la Nato nucleare
Di Manlio Dinucci.

«La Nato è finita in soffitta», scrivevano un mese fa i commentatori politici di svariate testate giornalistiche, dopo che la Francia aveva ritirato l’ambasciatore da Washington il 16 settembre. Era la protesta di Parigi per essere stata esclusa dal partenariato strategico-militare tra Stati uniti, Gran Bretagna e Australia, annunciato il giorno prima, e aver perso un lucroso contratto per la vendita di sottomarini all’Australia, che saranno sostituiti da sottomarini nucleari forniti da Usa e Gran Bretagna. Una settimana dopo la clamorosa rottura diplomatica, però, il generale francese Lavigne veniva messo a capo del Comando Alleato della Trasformazione, con quartier generale a Norfolk negli Usa, e i presidenti dei due paesi, Biden e Macron, pubblicavano una Dichiarazione congiunta.
Biden riaffermava «l’importanza strategica dell’impegno francese ed europeo nell’Indo-Pacifico» (la regione che nella geopolitica di Washington si estende dalla costa occidentale degli Usa a quella dell’India). Il perché veniva esplicitato dal Comitato militare dei capi della Difesa dei 30 paesi della Nato, riunito ad Atene: «Mentre le azioni aggressive di Mosca minacciano la nostra sicurezza, l'ascesa della Cina sta spostando l'equilibrio di potere, con conseguenze per la nostra sicurezza, la nostra prosperità e il nostro stile di vita». Di fronte a tali «minacce», concludeva, «abbiamo bisogno che l'Europa e il Nord America siano forti, legati insieme».
Come debbano essere legati, lo ribadisce Biden nella dichiarazione congiunta con Macron: «Gli Stati uniti riconoscono l’importanza di una Difesa europea più forte e più capace, che sia complementare alla Nato». Quindi un’Europa militarmente più forte, ma come complemento della Nato: alleanza asimmetrica, a cui appartengono 21 dei 27 paesi dell’Unione europea, nella quale la carica di Comandante Supremo Alleato in Europa spetta sempre a un generale degli Stati uniti, i quali detengono tutti gli altri comandi chiave in Europa (come il JFC-Naples con quartier generale a Lago Patria).
Su questo sfondo si è tenuta, il 21-22 ottobre al quartier generale della Nato a Bruxelles, la riunione dei 30 ministri della Difesa (per l’Italia Lorenzo Guerini, Pd). Essa ha creato un «Fondo per l’Innovazione» con un primo stanziamento di 1 miliardo di euro, a carico di 17 paesi europei tra cui l’Italia, ma non degli Stati uniti, per lo sviluppo delle più avanzate tecnologie ad uso bellico. Ha varato la «Strategia per l’intelligenza artificiale», un ancora più costoso programma perché la Nato mantenga il vantaggio in questo campo che «sta cambiando l’ambiente globale della difesa», ossia il modo di fare la guerra. Ha deciso «il miglioramento della prontezza e dell’efficacia del nostro deterrente nucleare», ossia lo schieramento in Europa di nuove armi nucleari, naturalmente con la motivazione di difendersi dalla «crescente minaccia missilistica della Russia».
Alla vigilia della riunione Nato, il ministro russo della Difesa, Sergei Shoigu, ha avvertito che «gli Stati uniti, con il pieno sostegno degli Alleati Nato, hanno intensificato il lavoro per modernizzare le armi nucleari tattiche e i loro siti di stoccaggio in Europa» e la Russia considera particolarmente preoccupante il fatto che «piloti di paesi Nato non-nucleari siano impegnati in esercitazioni per l’uso di armi nucleari tattiche». Un messaggio diretto in particolare all’Italia, dove gli Usa si preparano a sostituire le bombe nucleari B61 con le nuove B61-12 e i piloti italiani vengono addestrati al loro uso ora anche con gli F-35.
«Consideriamo ciò una diretta violazione del Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari», conclude Shoigu. Il messaggio è diretto all’Italia e agli altri membri europei della Nato che, pur avendo ratificato il Trattato di non-proliferazione quali paesi non-nucleari, ospitano armi nucleari Usa e si addestrano al loro uso.
Il significato implicito del messaggio è chiaro: la Russia considera questi paesi fonte di minaccia e sta prendendo delle contromisure. Il messaggio è stato come al solito ignorato dal nostro governo e parlamento e, ovviamente, dai media che hanno messo la Nato in soffitta.

(Il Manifesto, 26 ottobre 2021)
Forwarded from Giubbe Rosse
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Il Cts il 12/5 autorizza gli open day Astrazeneca, citando un'analisi su rischi e benefici di Ema con la consulenza del Winton Centre for Risk di Cambridge, sulla base della quale però secondo Guido Rasi, ex direttore Ema, non si sarebbero dovuti vaccinare i giovani.
Origine Covid, 'giallo' in una lettera: test Wuhan finanziati da Usa.

In un documento inviato ai repubblicani, il Congresso afferma che gli esperimenti hanno avuto il 'risultato inaspettato' di creare un coronavirus più infettivo nei topi.

Finanziamenti Usa per i test del laboratorio di Wuhan, città epicentro della pandemia di covid. "Pur negando ancora una volta di aver contribuito a creare il virus che ha scatenato la pandemia di Covid, i National Institutes of Health (Nih) degli Stati Uniti hanno rivelato in una lettera inviata ai repubblicani al Congresso Usa che gli esperimenti che l'ente ha finanziato attraverso un'organizzazione no profit con sede negli States nel 2018 e 2019 presso l'Istituto di virologia di Wuhan (Wiv) in Cina, hanno avuto il 'risultato inaspettato' di creare un coronavirus più infettivo nei topi", il nuovo sviluppo riportato oggi in un articolo pubblicato online su 'Science'.

Quanto viene spiegato nel servizio viene commentato in Italia anche da Alberto Zangrillo, prorettore dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, in un tweet in cui afferma che "il mondo ha diritto di sapere come sono andate davvero le cose tra Nih, Anthony Fauci, EcoHealth e il Wuhan Institute of Virology".
Al centro del dibattito c'è la definizione di quello che può configurarsi come un esperimento rischioso. Secondo quello che si legge su Science, i Nih hanno affermato che l'organizzazione che deteneva la sovvenzione, l'EcoHealth Alliance, ha mancato di segnalare immediatamente il risultato inatteso ottenuto all'agenzia, come richiesto dalle regole del grant. Un report recentemente pubblicato sui progressi di tale sovvenzione mostra poi che EcoHealth e l'Istituto di Wuhan hanno condotto esperimenti per modificare il virus che causa la sindrome respiratoria mediorientale (Mers), cosa che sta sollevando domande aggiuntive.
Nella lettera i Nih puntualizzano che quando è stata esaminata la proposta di sovvenzione originale di EcoHealth si era stabilito che gli esperimento proposti - progettati per capire se alcuni coronavirus di pipistrello avrebbero potuto infettare gli esseri umani - "non rientravano" nella fattispecie che implica il "cosiddetto guadagno di funzione (Gof, gain of function), cioè esperimenti che possono rendere i patogeni più pericolosi per l'uomo". Allo stesso tempo, fa notare l'articolo pubblicato sulla rivista scientifica, l'ente Usa proprio in un'analisi appena diffusa ha sottolineato che tutti i virus studiati al Wiv nell'ambito della sovvenzione erano "troppo distanti evolutivamente dal Sars-CoV-2" per essere stati trasformati in questo patogeno.

https://www.adnkronos.com/origine-covid-in-una-lettera-il-giallo-dei-test-finanziati-dagli-usa-a-wuhan_6MbxrkXENfxCeLIVeOr8Kq?refresh_ce
Forwarded from Giubbe Rosse
SPAGNA: GOVERNO DOVRÀ RIMBORSARE MULTE COMMINATE PER INFRAZONI DURANTE IL LOCKDOWN
Tutti i cittadini spagnoli che hanno pagato multe durante lo stato di emergenza di quasi tre mesi dichiarato l'anno scorso per rallentare la diffusione del coronavirus saranno ricompensati. Lo ha deciso venerdì il ministero degli Affari territoriali del Paese in ottemperanza a una sentenza della Corte Suprema spagnola a luglio, la quale aveva dichiarato incostituzionale il primo lockdown del paese. Il ministero dell'Interno ha affermato che la polizia ha inflitto 1,1 milioni di multe ai cittadini che hanno violato l'obbligo di permanenza in casa e altre restrizioni, di cui 115 milioni sarebbero già stati pagati. (Fonte: AP via Yahoo.com)

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