Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Assolutamente d'accordo, Gianluca. E non sarebbe stato dunque il caso di evitare di mettersi nella situazione di temerlo, questo "raid balistico"? Mi ricordi come siamo arrivati a questo punto?

PS - no, nemmeno "l'intervento degli Stati Uniti" servirebbe a molto. Anche perché loro proteggono i loro asset, mica casa tua o casa mia.
Verità scientifiche decise a tavolino – TELERAGIONE

Oggi parliamo di:

1. Le verità scientifiche decise a tavolino per salvare Speranza dal processo.

2. Il 9 aprile 2024 la Cassazione ha annullato la radiazione decisa dall’ordine dei medici di Milano nel 2017 contro il dottor Dario Miedico.

3. Climate change, sentenza storica della Corte per i diritti dell’uomo: Svizzera condannata per le mancate misure a tutela dei cittadini

4. Dopo 43 giorni trascorsi negli ospedali di Gaza come volontario di Msf, il medico palestinese del Regno Unito Ghassan Abu Sittah atterra a Berlino per portare la propria testimonianza ad una conferenza sulla Palestina ma viene bloccato in aeroporto e interrogato per 3 ore e mezza. Non solo, a Ghassan viene intimato di non prendere parte all’evento neppure tramite collegamento, pena una salata multa.

https://www.youtube.com/live/j4Uj0f0mk2I?si=nwTOTc8l1nxY9v0P

PUOI SOSTENERE IL LAVORO DI TELERAGIONE AL LINK:

https://visionetv.it/aiuta-giorgio-bianchi/

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Forwarded from Giubbe Rosse
CONGRESSO “PER UNA PEDAGOGIA DELLA DOMANDA”

Una importantissima vetrina a livello nazionale, organizzata da Ass. Vivibensipo.
Per una Pedagogia della Domanda” è sorta all'interno del CFRPA (Centro di Formazione e Ricerca in Pedagogia Avanzata) di Brazzacco (UD).
L'evento sarà realizzato il 18 maggio prossimo a Gorizia, presso il Teatro “Kulturny Dom” in via Italico Brass, 20.

L'iniziativa, che avrà la partecipazione di IppocrateOrg, della neo creata FEIP (Federazione Educazione e Istruzione Parentale) e dell'APS Vivibensipo, ha al centro le idee pedagogiche più che mai attuali di due personalità del secolo scorso, Paulo Freire e Danilo Dolci.
Ambedue hanno sostenuto la necessità fondamentale di una scuola capace di diffondere il pensiero critico tramite il dialogo sincero attraverso le domande, il famoso “metodo maieutico” della tradizione socratica.
Fra i relatori ci sarà Francesco Cappello, grande collaboratore e amico di Danilo Dolci.

Info: congresso@vivibensipo.it

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Estratto dall'articolo di Pyotr Akopov "L'attacco iraniano contro Israele ha costretto Netanyahu a uno zugzwang".

Lanciando un’operazione nella Striscia di Gaza, Israele ha messo tutto in gioco – e in sei mesi non è riuscito né a sconfiggere Hamas né a cacciare via i palestinesi. Incapace di uscire dall'impasse, Netanyahu è ricorso alla provocazione il 1° aprile. L'attacco al consolato iraniano a Damasco, che ha portato alla morte di generali iraniani, avrebbe dovuto provocare un'escalation del conflitto, costringere cioè Teheran ad attaccare Israele (almeno dal Libano o dalla Siria), dopo di che Netanyahu chiederebbe l’intervento e il sostegno americano nell’operazione contro gli Hezbollah libanesi, e allo stesso tempo il sostegno per la continuazione dell’operazione a Gaza. Ma non è stato possibile spingere l’amministrazione Biden in modo così primitivo: Washington ha capito chiaramente il significato delle provocazioni di Netanyahu. Di conseguenza, l'Iran ha condotto un attacco dimostrativo contro Israele e gli Stati Uniti hanno rifiutato il sostegno di Netanyahu per un attacco di ritorsione contro l'Iran. E non solo sull’Iran: non ci sarà alcun aiuto americano nell’attaccare il Libano, e senza quell’aiuto Netanyahu non può agire.

Cioè, il primo ministro israeliano si è trovato in un vicolo cieco – più precisamente, in una sorta di zugzwang, quando ciascuna delle sue successive mosse di potere peggiorerà la sua posizione (e la posizione di Israele). È impossibile attaccare l’Iran, è impossibile colpire il Libano (e entrare in guerra con un nemico molto più forte di Hamas), ed è ancora più difficile continuare l’operazione a Gaza. L’offensiva promessa su Rafah – isolando il settore dal confine con l’Egitto – non solo sarà molto sanguinosa per l’IDF, ma porterà anche a enormi perdite tra i palestinesi, il che trasformerà finalmente Israele in un paese che persegue una politica di genocidio. agli occhi del mondo intero.

Nonostante ciò, è probabile che Netanyahu tenti comunque di attaccare Rafah – sempre che, ovviamente, riesca a rimanere al suo posto. Dopo la storia dell’Iran, Washington potrebbe intensificare gli sforzi per sostituire Netanyahu, dal momento che l’élite politica israeliana assomiglia sempre più a un vaso di ragni. (...) Sì, l'ombrello americano (e più in generale occidentale) è in grado di proteggere lo Stato ebraico, ma solo per il momento. L’equilibrio generale del potere nella regione e nel mondo sta cambiando, e non a favore degli Stati Uniti e di Israele, ma le élite israeliane continuano a comportarsi come se tutto fosse loro permesso. È stato il sentimento di impunità che ha portato al tentativo di radere al suolo Gaza – e che consente anche alle autorità (e all’opposizione) israeliane di ignorare tutte le richieste per una giusta soluzione alla questione palestinese.
Ora questo sentimento di impunità sta scomparendo e ci sono sempre meno occasioni per provocazioni.

Laura Ruggeri (Originale in inglese)

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Nonostante le innumerevoli pressioni non sono riusciti a farvi passare del tutto la voglia di vivere? Piano piano arriveranno.
So che pare difficile immaginarlo, ma il cilindro è ancora pieno.
Forwarded from Piccolenote
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Forwarded from Giubbe Rosse
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🇵🇸 GAZA - Israele ha preso di mira un veicolo della polizia incaricato di garantire la consegna degli aiuti e di mantenere l'ordine per prevenire il caos mentre gli aiuti raggiungono la parte settentrionale e la città di Gaza.
L'attacco ha provocato l’uccisione di otto palestinesi, incluso il personale di sicurezza della zona. (Fonte: Al Jazeera)

Una normale giornata a Gaza.

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Forwarded from la fionda📕
"DRAGHI: proporrò un cambiamento radicale per la UE".

Che ne dite, avrà la stessa efficacia "dirompente" delle sanzioni alla Russia?

Ridicolizza i falsi competenti, segui @lafionda
Forwarded from Giubbe Rosse
SÌ, RUSSIA E UCRAINA SONO STATE VICINE ALLA PACE. ORA LO DICE ANCHE FOREIGN AFFAIRS
Lo aveva già detto Erdogan e lo avevano confermato vari diplomatici turchi, ma in Occidente si ascolta poco quello che dice la Turchia. Lo aveva detto Putin, ma Putin, si sa, è cattivo e mente per definizione. Lo aveva detto persino Davyd Arakhamia, che fu a capo della delegazione ucraina ai colloqui di pace con i russi in Bielorussia e Turchia nel 2022, ma la sua intervista dello scorso novembre, chissà perché, ricevette poca attenzione sui nostri media. Ora lo dice pure Foreign Affairs, l’influente rivista di relazioni internazionali del Council on Foreign Relations, think tank che ha annoverato dal 1921 ad oggi dozzine di Segretari di Stato, direttori della CIA, banchieri, avvocati, professori, esponenti dei media. In breve, una delle voci più importanti dell’establishment americano.
Dopo aver studiato attentamente le bozze di accordo tra Russia e Ucraina, Foreign Affairs è giunta a una conclusione sorprendente: all'inizio del conflitto, Mosca e Kiev sono state davvero vicine alla conclusione di un trattato di pace. Durante i negoziati, la Russia ha proposto la sua bozza di accordo, in cui ha chiesto con insistenza l neutralità dell'Ucraina. L'Ucraina voleva ricevere garanzie di sicurezza da altri Stati. Alla fine di marzo, quando i negoziatori si sono incontrati a Istanbul, sono riusciti a ottenere una svolta: le parti hanno annunciato di aver concordato un comunicato congiunto. Il trattato previsto avrebbe dichiarato l'Ucraina uno Stato permanentemente neutrale e non nucleare. L'Ucraina avrebbe abbandonato la sua intenzione di stringere alleanze militari o di consentire l'ingresso di basi militari o truppe straniere sul suo territorio. Allo stesso tempo, il percorso di Kiev verso l'adesione all'UE è rimasto aperto. I membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU, così come Germania, Israele, Italia, Canada, Polonia e Turchia sono stati nominati come possibili garanti. Sebbene l'interesse dell'Ucraina a ricevere queste garanzie sia ovvio, non è del tutto chiaro il motivo per cui la Russia abbia accettato. Eppure, il comunicato suggerisce che questo è esattamente ciò che Putin era disposto ad accettare. Tuttavia, invece di accettare il comunicato di Istanbul e il successivo processo diplomatico, l'Occidente ha aumentato gli aiuti militari a Kiev e ha aumentato la pressione sulla Russia, anche attraverso sanzioni sempre più severe. Le potenze occidentali sono intervenute e hanno affossato l'accordo perché erano più interessate a indebolire la Russia che a porre fine alla guerra, ha detto il capo del Cremlino. I colloqui alla fine sono falliti, ma ci ricordano che Mosca e Kiev erano disposte a fare compromessi insoliti per porre fine alla guerra. Si è trattato di un tentativo ammirevolmente ambizioso, sottolinea la pubblicazione.

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Forwarded from Donbass italia
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La pressione principale su Telegram non viene dai governi, ma da Apple e Google, ha affermato Pavel Durov.

“Queste due piattaforme possono essenzialmente censurare tutto ciò che puoi leggere sul tuo smartphone.

Lo mettono in chiaro: se non rispettiamo le loro regole, come le chiamano loro, rimuoveranno Telegram dalle [loro] applicazioni."

😊Vincenzo Lorusso 👍
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Forwarded from Donbass italia
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Le piattaforme sviluppate negli Stati Uniti non sono sicure, ha dichiarato Pavel Durov in un'intervista a Tucker Carlson:

“Sembrerà strano, ma parto dal presupposto che i dispositivi che utilizzo possano essere hackerati. Sì, perché utilizzo ancora un iPhone o un telefono Android.

😊Vincenzo Lorusso 👍
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Il NYT dice ai giornalisti che si occupano della guerra di Israele di evitare le parole “genocidio”, “pulizia etnica” e “territorio occupato”.

È stato rivelato da una pubblicazione investigativa americana online che il New York Times ha dato istruzioni a reporter e giornalisti che si occupavano della guerra genocida di Israele contro i palestinesi nella Striscia di Gaza di limitare l’uso dei termini “genocidio” e “pulizia etnica” e di evitare di usare l’espressione “territorio occupato” per le terre palestinesi occupate da Israele.

(Fonte: PressTV - Tramite Laura Ruggeri).

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Uno smemorato Nato
di Marco Travaglio

Dopo giorni di tregenda e notti insonni per la dipartita di Amadeus dalla Rai, stavamo quasi per perderci le clamorose rivelazioni di Sergio Mattarella nel 75° compleanno della Nato. Che “non ha mai tradito l’impegno di garanzia per i 32 Paesi che ne fanno parte: uniti nella difesa della libertà e della democrazia”. Possono ben testimoniarlo i giornalisti e gli oppositori arrestati, i manifestanti repressi e i curdi bombardati nella Turchia dell’alleato Erdogan. Il Presidente, in vena di scoop, ha aggiunto che la Nato “non è mai venuta meno” alla “funzione deterrente di garanzia della pace in Europa” e a “regole e principi che trovano ancoraggio nella Carta dell’Onu” per “il diritto di tutti gli Stati all’autodifesa”, “a dispetto della retorica bellicista russa tesa ad attribuirle inesistenti logiche aggressive ed espansionistiche”. Certo, come no: la Nato è un’alleanza difensiva che attacca solo chi aggredisce un suo membro. Infatti nel 1999, senz’alcun mandato Onu, attaccò la Serbia di Milosevic che non aveva attaccato nessun membro Nato: oltre 2 mila morti, quasi tutti civili. Nel 2001, senza mandati specifici dell’Onu, invase l’Afghanistan dei talebani, che non avevano attaccato nessun membro Nato: oltre 200 mila morti, più 80 mila in Pakistan. Nel 2003, sempre senza avallo preventivo dell’Onu, Usa, Uk, Italia e Spagna invasero l’Iraq di Saddam Hussein, che non aveva attaccato nessun membro Nato: dagli 800 mila al milione di morti. Nel 2011, aggirando ancora l’Onu, la Nato bombardò la Libia di Gheddafi, che non aveva attaccato nessun membro Nato, ma fu messo in fuga dalle bombe e brutalmente trucidato.

Milosevic, Saddam e Gheddafi erano i migliori alleati della Russia in Europa, Golfo Persico e Nordafrica: infatti quei bellicisti dei russi si fecero l’idea che la Nato fosse un’alleanza offensiva contro di loro, che avevano sciolto il Patto di Varsavia nel 1991. Nel 1990 la Nato aveva pure promesso a Gorbaciov di non allargarsi di un palmo oltre il confine tedesco dopo la riunificazione delle Germanie. Poi purtroppo passò da 16 a 32 membri e nel 2008 annunciò l’ingresso di altri due vicini di casa della Russia: Ucraina e Georgia. Forse, mentre tutto ciò accadeva, Mattarella risiedeva su un altro pianeta o si occupava di giardinaggio? Macché: dal 1983 al 2008 fu deputato, poi giudice costituzionale e infine, dal 2015, capo dello Stato. Nel 1999, quando l’Italia partecipò ai 78 giorni di bombardamenti su Belgrado e il Kosovo, con 1.200-2.500 morti (quasi tutti civili) e fiumane di profughi, e chiamò la prima guerra in Europa dal 1945 “ingerenza umanitaria”, un certo Sergio Mattarella era vicepremier e subito dopo divenne ministro della Difesa. Ma magari era un omonimo.

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L’alleato di serie B – TELERAGIONE

Oggi parliamo di:

1. Zelensky: alleati ci difendano come fatto con Israele. “Nemmeno loro sono nella Nato. Azione unitaria è stata efficace”.

2. Francia, salgono gli acquisti di gas. Da Macron 600 milioni a Putin. Parigi continua a importare anche il petrolio russo, seppur indirettamente (acquistandolo con triangolazioni da Turchia e India). Per non parlare dell’uranio per le centrali nucleari.

3. L’attacco iraniano e la guerra di Gaza. Binomio inscindibile. Teheran aveva comunicato a Washington che non avrebbe riposto in cambio di una tregua duratura a Gaza. Israele per ora ha rinunciato a rispondere, soprattutto per la ferma opposizione degli Usa.

4. Arriva dalla Svezia l’applicazione “gassman” per combattere le auto parcheggiate male. Interamente basata sulla tecnologia della delazione infame, premierà gli aspiranti kapo con 4 euro e spicci a multa incassata. Per ora riguarderà solo le auto in divieto di sosta. Per ora…

https://www.youtube.com/watch?v=7cMmEU-cD9U

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Guagliù stateme a sentì: questo è il bene [disegnando alla lavagna un punto interrogativo] … e questo è il male [disegnando un punto esclamativo]. Il bene è il dubbio, quando voi incontrate una persona che ha dei dubbi state tranquilli, vuol dire che è una brava persona, vuol dire che è democratico, che è tollerante, quando invece incontrate questi qui [indicando il punto esclamativo], quelli che hanno le certezze, la fede incrollabile, e allora stateve accorte, vi dovete mettere paura, perché ricordatevi quello che vi dico: la fede è violenza, la fede in qualsiasi cosa è sempre violenza.
Gli uomini, invece, gli uomini si dividono in uomini d’amore e uomini di libertà, a secondo se preferiscono vivere abbracciati gli uni con gli altri, oppure preferiscono vivere da soli e non essere scocciati.

Luciano De Crescenzo da “Così parlò Bellavista”.

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Forwarded from Lettera da Mosca
CRIMEA - Diverse esplosioni, stanotte, nella zona dell’aeroporto militare di Dzhankoy. Fonti ucraine (foto 3) pubblicano immagini satellitari dei punti colpiti.