Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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L’Iran punta fermamente il suo piede politico sul terreno.

Il Ministero degli Esteri iraniano ha convocato gli ambasciatori di Regno Unito, Germania e Francia a Teheran per le “posizioni irresponsabili” di funzionari britannici, tedeschi e francesi riguardo alla ritorsione iraniana contro l'attacco israeliano al consolato iraniano.

Fotros Resistance
Mi chiama un'amica e mi fa:
- Trecento missili e nessuna vittima, dai. Non sarà anche questa un'azione di plastica?
Mi colpisci sul mio lato forte, amica mia. Che è quello di interrogarmi sempre sulle vicende che accadono, e bypassare di netto qualsiasi cosa che abbia anche il vago sentore di mainstream
Ma sei sicura che l'obiettivo dell'Iran fossero le vittime? Io proprio no, guarda.
Osservo un'azione simbolica, spettacolare e rifletto sulla diversità ontologica di due sistemi , contrapposti in ogni singolo punto, Senza convergenze né ideologiche, né spirituali, né comportamentali. Perché da un lato c'è un sistema rappresentato da un paese dalla storia millenaria e dalla millenaria civiltà. Dall'altro un agglomerato coloniale privo di storia, Senza alcuna profondità né temporale né ideologica.
E cosa significava dunque l'attacco di stanotte?
Almeno due cose: non tollereremo più il banditismo da far west con cui cercate di incendiare un mondo privo ormai di qualsiasi bussola morale. Sottolineiamo il simbolismo dell'attacco di stanotte, a cui farà seguito uno schiaffo più forte nel caso non abbiate compreso.
"i bambini di Gaza dormiranno sonni tranquilli, stanotte". Simbolismo allo stato puro, direi.
C'è un'etica anche nella guerra e nella risposta militare alle provocazioni, ed in nome di quest'etica condivisa da ogni sistema solo vagamente umano, le reazioni debbono essere proporzionate alle azioni. La guerra ai bambini ed ai popoli disarmati non risiede nell'ottica di quest'etica.
Intanto, però, come ogni colpo di tosse che avvenga in quell'area, la corrente generata è ciò che importa , ciò che alla fine avrà un senso. Come al solito, ogni azione dovrà essere valutata solo in seguito, ed in base ai risultati che conseguirà. En passant, le torme di coloni con la valigetta pronta, già in procinto di occupare ciò che resta della "terra promessa" dal loro personale agente immobiliare, credo ci stiano pensando due volte, anzi tre, prima di lasciare la comoda Europa. Promessa sì, ma fino ad un certo punto.
Una domanda, invece, mi nasce spontanea dal cuore e la rivolgo a tutti coloro che, tra iersera e stamani, si dichiaravano improvvisamente "impauriti e spaventati";
Ma il mondo così com'è vi piace? Vi sentivate al sicuro fino a ieri? Vi soddisfa e vi tranquillizza una vicenda umana in cui 13000 bambini siano massacrati Senza che la legge internazionale possa fare nulla per impedirlo? Soprattutto: Ve ne siete accorti? Così, per sapere.

Rossella Ahmad
Media is too big
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♥️ Dopo 43 giorni trascorsi negli ospedali di Gaza come volontario di Msf, il medico palestinese del Regno Unito Ghassan Abu Sittah atterra a Berlino per portare la propria testimonianza ad una conferenza sulla Palestina ma viene bloccato in aeroporto e interrogato per 3 ore e mezza.
Non solo, a Ghassan viene intimato di non prendere parte all'evento neppure tramite collegamento, pena una salata multa.

Ricordiamo Ghassan per la forte denuncia contro Israele quando l'ospedale Ahli Arab di Gaza nel quale lavorava venne bombardato (qui).

Oggi, atterrando nel Regno Unito, il medico condanna la Germania quale complice del genocidio in atto, così come denunciato dal Nicaragua di Ortega presso la Corte dell'Aia.

Il suo video è un atto di coraggio che intervene a risollevarci da tutta l'oscurità nella quale siamo immersi. Forse nessuno riuscirà a salvare questo mondo ma uomini come lui indicano la via perché, accada quel che accada, sia fatta salva la nostra dignità e integrità in quanto esseri umani.
Forwarded from Giubbe Rosse
🇮🇷 DICHIARAZIONI DALL'IRAN
"L'operazione True Promise contro Israele è stata completata e l'Iran non ha intenzione di continuarla".
Lo ha affermato il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, il maggiore generale Mohammad Bagheri.

Il comandante in capo del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC), il maggiore generale Hossein Salami, ha affermato che l'attacco di ieri sera ha segnato un nuovo capitolo nel confronto tra Iran e Israele. D'ora in poi, ogni qualvolta Israele deciderà di condurre un attacco contro gli iraniani, dovrà affrontare questa risposta esatta da parte dell’IRGC.

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Forwarded from Vi racconto la Russia
Secondo Ansa intanto, che diffonde i numeri della propaganda Ucraina, il rapporto perdite militari russe/ucraine è 10/1 (ricordiamo la recente dichiarazione di Zelensky, sempre fedelmente riportata dai giornali italiani, secondo la quale le perdite di soldati ucraini dall'inizio del conflitto sarebbe pari a 40.000 unità).

Strano che con questi numeri impressionanti l'esercito ucraino continui a perdere terreno e speranze, e sia costretto all'ennesima mobilitazione...

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Chi parla di attacco iraniano fallito, o al contrario di successo straordinario e umiliazione israeliana, o anche di operazione coreografata e inutile, dimostra di capire molto poco del linguaggio della deterrenza, dell'escalation e della de-escalation, e del fatto che le guerre non sono lo sfizio dei dittatori folli ma l'ultima risorsa a disposizione quando la diplomazia fallisce e che è sempre il caso di cercare di evitarle.
L'Iran era obbligato a rispondere all'attacco israeliano alla propria ambasciata a Damasco, e lo ha fatto. L'obiettivo non era la distruzione dello stato israeliano e nemmeno fare troppi danni: che le basi militari israeliane siano ben protette da svariati sistemi di contraerea è un fatto noto, e certo il numero di droni e missili lanciati stanotte non poteva pretendere di esaurire le capacità israeliane di difesa. Intanto, però, i missili sono partiti e qualcuno è anche arrivato, con danni alle infrastrutture militari da verificare e che naturalmente le due parti massimizzano o minimizzano a seconda della convenienza; Israele ha utilizzato un bel po' di materiale, e se gli iraniani decidessero (cosa che hanno esplicitamente dichiarato di non voler fare) di continuare gli attacchi anche in futuro e magari moltiplicarne la portata, cosa per la quale hanno i mezzi, c'è da chiedersi quanto l'antiaerea riuscirebbe a reggere. Inoltre l'Iran ha dato un saggio delle sue capacità militari con una operazione precisa e mirata alle installazioni militari, specialmente quelle implicate nell'attacco alla sua ambasciata in Siria, senza colpire indiscriminatamente il territorio evitando vittime civili; si è dimostrato in grado di reggere sul piano diplomatico alla pressione congiunta di USA e Israele; e si è accreditata come il membro più valido e importante del cosiddetto "asse della resistenza". Quindi ha vinto.
Israele ha retto all'attacco senza eccessivi problemi, stando almeno alle dichiarazioni ufficiali. Le sue difese antiaeree si sono dimostrate ancora una volta eccellenti, così come la sua aviazione; non si segnalano vittime né danni gravi. Quindi ha vinto.
Gli USA hanno prima sollecitato l'Iran a non rispondere all'attacco alla sua ambasciata (implicitamente riconoscendo che era un attacco che meritava risposta e che non lo avevano approvato); poi, quando l'Iran ha manifestato la volontà di procedere comunque alla rappresaglia, hanno ribadito il sostegno all'alleato israeliano e partecipato alla difesa ma hanno anche dichiarato che non sarebbero intervenuti militarmente in operazioni di attacco all'Iran, e imposto a Israele di non rispondere alla rappresaglia iraniana con ulteriori rappresaglie. Quindi hanno vinto.
Quando vincono tutti non c'è bisogno di fare la guerra. Se qualcuno invece ci sperava dovrebbe fare i conti con la sua coscienza.
Cellulare di una cittadina italiana violato presso l'ambasciata del Regno Unito. Ovviamente non si tratta di spionaggio ma necessità legate alla sicurezza. Mica come in certe dittature!

Solidarietà a Stefania Maurizi.
Forwarded from Pino Cabras
BERLINO, ABBIAMO UN PROBLEMA.
La Germania è un magnifico paese, ma attualmente subisce la deriva di una classe dirigente di maggiordomi buoni a nulla ma capaci di tutto. La vita democratica, a partire dalla libertà di parola, è la posta in gioco più immediata. Come leggere altrimenti l'impedimento a carico di Yanis Varoufakis, l'economista e politico greco al quale è vietato entrare in Germania in ragione delle sue posizioni politiche sulla questione palestinese? Questo diktat si aggiunge alle incriminazioni di cittadini tedeschi che espongono la bandiera palestinese e per questo sono equiparati a fiancheggiatori del terrorismo. La Germania, uno dei paesi che fornisce più armamenti a Israele, è anche costantemente allineato dal suo governo nel giustificare i suoi atti a ogni costo. Persino il ministro degli esteri italiano, Tajani, ha ammesso che l'attacco iraniano di ieri notte era una risposta all'atto di guerra israeliano contro l'ambasciata iraniana a Damasco. I governanti tedeschi no. Per loro Israele è solo una vittima e chi non è d'accordo va represso con metodi incompatibili con la democrazia. La follia dei provvedimenti germanici si spinge addirittura a vietare perfino le videoconferenze che dovessero ospitare Varoufakis.
Contemporaneamente Ursula Von Der Leyen, anche lei espressione piena di questa generazione di politici teutonici telecomandati, ha attaccato pesantemente i candidati di Alternative für Deutschland raccogliendo le insinuazioni maccartiste che stanno inquinando le azioni dell'Europarlamento, sempre più preda di una pericolosissima russofobia.
Il cedimento del paese più popoloso dell'Unione europea alla nuova stagione belligerante e autoritaria dell'atlantismo è un segnale estremamente grave. Dieci anni fa queste tendenze erano confinate all'Ucraina con qualche riflesso nei paesi UE più vicini. Oggi, dopo che in Ucraina hanno chiuso i partiti e i giornali e consegnato il paese al disastro, il modello di una classe dirigente appiattita sugli interessi nordamericani e pronta a tappare la bocca al dissenso per portarci in guerra si è trasferito nel cuore del continente.
Nessuna delle libertà costituzionali fondamentali è più un porto sicuro. Dovremo lottare per la sovranità popolare e dovremo farlo da subito.
Mentre Israele rade al suolo Gaza e ammazza migliaia e migliaia di civili innocenti,

Mentre Israele colpisce Siria, Libano e compie omicidi mirati violando la sovranità di stati terzi,

Quando Israele bombarda l'ambasciata iraniana in Siria,

L'Italia muta, L'UE muta.
Nessuno scandalo, nessun clamore.

Poi finalmente qualcuno reagisce per ripristinare la legalità internazionale, in ottemperanza con quanto previsto dalla Carta delle Nazioni Unite, e via con condanne, preoccupazione, conferenze immediate.

Porre fine ai crimini e all'impunità di Israele dovrebbe essere una priorità. In questo momento l'entità sionista è a giudizio per genocidio presso l'Aia, con l'intimazione di non commettere altri atti che integrino l'accusa.
Ma noi siamo governati da esseri spregevoli cui si oppongono partiti altrettanto spregevoli.
La storia li giudicherà.