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💉L’accordo sui vaccini Pfizer negoziato da von der Leyen nel 2021 non convinceva neanche Magrini, capo dell’Aifa: riteneva assurdo comprare a scatola chiusa un medicinale per milioni di persone.

@tutti_i_fatti
Alberto Negri - Sull’Eni a Gaza il silenzio complice del governo Meloni

ITALIA - ISRAELE. Il ministro dell’Energia israeliano ha annunciato la firma di una convenzione con cui Eni e altre società internazionali e israeliane hanno ottenuto la licenza per sfruttare il giacimento di gas offshore di fronte a Gaza

La tragedia finale di Gaza è incombente con un nuovo massacro a Rafah, all’orizzonte ci sono il Sinai, i carri armati egiziani, la pulizia etnica. Ma anche noi qui abbiamo un pessima storia da raccontare. Il cosiddetto “piano Mattei” è partito molto male, con una “scivolata” incredibile. Il 29 ottobre, già in piena guerra, il ministro dell’Energia israeliano ha annunciato la firma di una convenzione con cui Eni e altre società internazionali e israeliane hanno ottenuto la licenza per sfruttare il giacimento di gas offshore di fronte Gaza all’interno della zona marittima G al 62% palestinese.

La notizia si è avuta solo in questi giorni dopo che alcuni gruppi palestinesi per i diritti umani (Adalah, Al Mezan, Al-Haq e Pchr) hanno dato mandato allo studio legale Foley Hoag di Boston di comunicare all’Eni e alle altre società coinvolte una diffida dall’intraprendere attività in queste acque. Evocando il rischio di complicità in crimini di guerra.

Come è potuta accadere una vicenda così imbarazzante (sotto interrogazione parlamentare di Verdi e Sinistra) che tra l’altro coinvolge il governo italiano, il maggiore azionista di Eni con il 32%? Quel governo italiano che nel recente vertice a Roma ha corteggiato il Continente africano agitando il Piano Mattei come una bandiera contro il «capitalismo predatorio» e il neo-colonialismo. Secondo analisti del settore che seguono l’attività dell’Eni, l’azienda petrolifera si era aggiudicata i blocchi di concessione del gas offshore di Gaza in luglio, tre mesi prima della guerra. Ma questo – e molto altro – non giustifica che, nel mezzo di un conflitto così devastante, Eni accettasse la formalizzazione di questa operazione con un pezzo di carta burocratico: sarebbe bastato rinviarlo al mittente con una sospensiva, per altro assai giustificata dagli eventi.

LA REDAZIONE CONSIGLIA:
La lingua cancellina del Tg1
A meno che il governo israeliano, che in Italia trova sempre una sponda diplomatica ai limiti del ridicolo (se non fossimo nel mezzo di una tragedia), non abbia esercitato le solite pressioni. Ma questa è solo un’interpretazione. Non sono un’ipotesi invece le considerazione in base al diritto internazionale che avrebbero dovuto indurre l’Eni e il nostro governo a un atteggiamento più accorto.

Ecco perché bisognava essere prudenti. Lo Stato di Palestina ha aderito alla Convenzione dell’Onu sul diritto del mare e dal 2019, in linea con la Convenzione, proietta la sua porzione di mare per 20 miglia dalla costa. Il governo israeliano ha replicato che «solo gli Stati sovrani hanno il diritto alle zone marittime, compresi i mari territoriali e le zone economiche esclusive, nonché di dichiarare i confini marittimi». Non essendo dunque quello palestinese uno Stato riconosciuto da Israele, non ha, secondo Tel Aviv, diritto legale sulle zone marittime.

Quindi Israele fa quello che gli pare. Ma lo stesso Israele pur non avendo relazioni diplomatiche con il Libano nell’ottobre 2022 ha firmato con la mediazione degli Stati uniti la demarcazione delle acque di confine con Beirut, ponendo fine a una disputa sullo sfruttamento delle riserve offshore di gas. La realtà è che il governo israeliano non ha nessuna intenzione di osservare il diritto internazionale e di dare un riconoscimento statuale ai palestinesi, come del resto abbiamo constatato ora e negli ultimi decenni Israele, in quanto Stato occupante, inoltre non ha il diritto di utilizzare le risorse naturali delle terre occupate per un proprio vantaggio economico.

Segue...
Ma ha sempre perseguito una logica coloniale e di rapina. Prendiamo il caso del giacimento di petrolio più ingente, quello di Meged (Megiddo), scoperto negli anni ’80 e sfruttato dal 2010. Il giacimento è a ridosso del confine tra Israele e Cisgiordania e l’Autorità palestinese sostiene che circa l’80% si trovi nel sottosuolo dei suoi territori. Le proposte di sfruttamento congiunto, avanzate in passato anche da esponenti del governo israeliano, non hanno mai trovato applicazione e attualmente lo Stato ebraico utilizza il giacimento senza il coinvolgimento dell’Anp.

Per quanto riguarda il gas Israele sfrutta i giacimenti offshore Leviathan e Tamar, il cui gas in parte è estratto nell’ambito di un programma con Cipro e la Grecia: dal 2020 Tel Aviv è così diventata un esportatore di gas. Ma di lasciare ai palestinesi la loro quota legittima di gas non se ne parla neppure. Nel 1999 l’Anp concesse una licenza alla British Gas che l’anno successivo scoprì un grosso giacimento al largo delle coste di Gaza, noto come Gaza Marine. Se sfruttato adeguatamente, il giacimento, stimato 30 miliardi di metri cubi di gas, potrebbe coprire l’intero fabbisogno palestinese e consentirebbe anche esportazioni. Ma i palestinesi non possono estrarre il gas di Gaza Marine: nel 2007, in seguito all’ascesa al potere di Hamas, Israele ha dichiarato un blocco navale intorno alla Striscia, impedendo così anche l’accesso al giacimento.

E adesso l’annuncio con cui l’Eni e altre società (l’inglese Dana Petroleum, una filiale della South Korean National Petroleum Company e l’israeliana Ratio Petroleum) sfrutteranno il gas di Gaza. Alla faccia della lotta del governo italiano «al capitalismo predatorio». La verità è che dovremmo riconoscere lo Stato palestinese subito, invece di blaterare formule vuote e di essere complici di questo massacro.

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Forwarded from Giubbe Rosse
GLI AVVOCATI AVVERTONO L’ENI: LA LICENZA ISRAELIANA PER IL GAS DI GAZA È ILLEGALE
La notifica legale presentata dalle organizzazioni palestinesi contiene un avvertimento chiaro all’Eni e alle altre società che intendono sfruttare il gas al largo di Gaza: utilizzando la concessione israeliana potrebbero rendersi complici in crimini di guerra. Il riferimento è all’indagine per genocidio da parte della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia che potrebbe, secondo la notifica dello studio legale, avere risvolti molto gravi sulle azioni “di saccheggio” delle risorse naturali appartenenti ai Territori palestinesi occupati da Israele. Le organizzazioni hanno fatto sapere che intendono utilizzare tutti i meccanismi legali disponibili, sia quelli legati alle responsabilità penali che a quelle civili per danni, a meno che le società non si astengano da attività che violano il diritto internazionale. (Fonte: Pagine Esteri)

Leggete tutto l'articolo per capire gli antefatti. Dai su, sono meno di cinque minuti e ne vale la pena.

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Forwarded from Lettera da Mosca
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Al Club Valdai il ministro degli Esteri russo Lavrov propone un incontrotra i partiti e le fazioni palestinesi per superare le divisioni interne.
In tutte le kermesse lo scopo è quello di vendere un prodotto, immediato e mediato.
È semplicemente pubblicità.
Sanremo, la kermesse della canzone italiana, ha una facciata innocua: vendere canzoni, vendere spettacolo.
Ma il prodotto mediato che viene venduto è l'assuefazione al trash e al conformismo, lo sprone a confrontarsi su argomenti irrilevanti e ad accettare acriticamente la cultura mainstream.
Ecco perché va accuratamente evitato in ogni sua forma.

Alfonso Maria Avitabile

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Da Colonia Italia è tutto, a voi la linea.

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Forwarded from Giubbe Rosse
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"Fare dell’inglese la lingua planetaria della scienza, dell’università o dell’Europa implica alti costi e gravi effetti collaterali. Il globalese rappresenta un enorme giro d’affari per i Paesi anglofoni e si impone a scapito delle identità locali considerate un ostacolo alla comunicazione e ai mercati internazionali. Le altre lingue rischiano di diventare i dialetti di un “anglomondo” che pensa e parla in inglese, e si anglicizzano travolte da uno “tsunami degli anglicismi” che in Italia è particolarmente devastante. Sedotti da tutto ciò che è a stelle e strisce, incuranti che il plurilinguismo e l’ecologia linguistica sono una ricchezza, agevoliamo dall’interno questo processo cannibale. Dietro la nevrosi compulsiva con cui ricorriamo agli anglicismi c’è un cambio di paradigma sociale e una storia che non è ancora stata raccontata, ma che sarebbe ora di affrontare."

https://www.goware-apps.com/lo-tsunami-degli-anglicismi-gli-effetti-collaterali-della-globalizzazione-linguistica-antonio-zoppetti/

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇵🇰 PAKISTAN. IMRAN KHAN ESCLUDE ALLEANZA CON I PARTITI DI GOVERNO
I candidati indipendenti che appoggiano Imran Khan hanno ottenuto un risultato complessivo maggiore di qualsiasi altro partito nelle elezioni per l'Assemblea nazionale di giovedì scorso.
Il risultato ha impedito alla Lega musulmana pakistana Nawaz (PML-N), sostenuta dall’esercito, di assicurarsi la maggioranza al governo.
Parlando dal carcere di Adiala – dove ha trascorso gran parte del suo tempo dal suo arresto in agosto – Khan ha accusato di corruzione sia il PML-N che il Partito popolare pakistano (PPP).
"Non ci siederemo né con la PML-N né con il PPP", ha detto a una manciata di giornalisti che seguivano un'udienza procedurale presso la prigione fuori dalla capitale Islamabad.
Ci sono state diffuse accuse di brogli elettorali e manipolazione dei risultati dopo che le autorità hanno spento la rete di telefonia mobile del paese il giorno delle elezioni e il conteggio ha richiesto più di 24 ore.
"Sfideremo i brogli elettorali presso la Corte Suprema del Pakistan, e valuteremo l'alleanza più tardi", ha detto Khan. (Fonte: rfi)

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Forwarded from la fionda📕
Repubblica censura Ghali anche se dice che non è vero.

Oggi "Il Fatto quotidiano" pubblica la notizia della censura di Repubblica dell'intervista fatta a Ghali. L'articolo era stato preparato nella serata del venerdì 9 febbraio per essere pubblicato nell'edizione cartacea del giorno successivo. Tuttavia, poco prima della stampa, la direzione del quotidiano ha deciso di non pubblicarlo, in quanto il messaggio pacifista di Ghali non faceva riferimento ai fatti del 7 ottobre.

Repubblica, una volta uscita la notizia sul Fatto, esce con un comunicato dove ammette di aver censurato Ghali anche se dice di non averlo fatto. La tipica pezza peggio del buco insomma. Molinari sostanzialmente sostiene che avrebbero chiesto una integrazione all'artista via whatsapp sul 7 Ottobre che non ha risposto e quindi hanno bloccato la pubblicazione. E questa per repubblica non sarebbe censura? 🤣

Ps: visto che li avevano sgamati insieme al comunicato hanno pubblicato anche l'intervista, solo online però.

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Ogni riferimento all'attualità è puramente voluto.

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Napoli, 13 Febbraio 2024

Manifestanti tentano di affiggere uno striscione davanti alla sede RAI e vengono manganellati

La protesta contro il comunicato RAI in favore di Israele e contrariato rispetto alle dichiarazioni del cantante Ghali, che aveva osato esortare: "Stop al genocidio".

Alle istituzioni governative italiane e alla RAI, evidentemente distratte e tediate dall'ambasciata israeliana, facciamo presente che la Corte internazionale di giustizia ha considerato la denuncia di genocidio contro Israele da parte del Sudafrica non manifestamente infondata e sta procedendo - anche se prima che si esprima nel merito trascorrerà del tempo - ad acquisire le prove di indagine.

In particolare, la Corte dell'Aia ha dichiarato "plausibile" il rischio genocidiario nella Striscia.

Come può lo Stato italiano, a fronte di parole messe nero su bianco persino dalla Corte dell'ONU, colpire chi voglia porre l'attenzione sul genocidio o sul "rischio" di genocidio in corso?
REPUBBLICA INTERVISTA GHALI MA NON PUBBLICA IL RELATIVO ARTICOLO

I giornalisti di Repubblica intervistano il cantante Ghali e il direttore Maurizio Molinari censura l'articolo, vietandone la pubblicazione quando già in pagina.

Il comitato di redazione denuncia la censura, affermando che la circostanza non riguardi un caso isolato.

Pare che l'intervista sarebbe dovuta uscire sabato ma che il cantante fosse stato ricontattato per rilasciare una dichiarazione sul 7 Ottobre. A diniego di Ghali, che ha affermato si fosse prestato a rispondere sul Festival, l'intervista è stata ritirata.
Non guardo Sanremo per lo stesso motivo per cui non guardo “uomini e donne”, ”il grande fratello”, “mariadefilippi”, “fabiofazio”, i “reality show”, “skytg24”, “barbarad’urso”, “report”, i “tg nazionali”, “domenica in”, i “talk show”, “amici”, i programmi “giustizialisti” di cronaca, le ”gare canore”, “masterchef” et simila.
Non lo faccio perché ne sono superiore, mi sento superiore, ostento superiorità, esibisco superiorità, sono superiore.
Sì, sono un maledetto snob, ma, soprattutto, anche qui, anche in questo caso, sono un maledetto no-merd.

Alfonso Maria Avitabile

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇿🇦🇮🇱 🇵🇸 SUDAFRICA PRESENTA RICHIESTA URGENTE ALLA CIG PER L'OFFENSIVA A RAFAH
Il Sudafrica ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia di valutare se il piano di Israele di estendere la sua offensiva a Gaza fino alla città di Rafah richieda ulteriori misure di emergenza per proteggere i diritti dei palestinesi.
La presidenza sudafricana ha affermato di aver presentato lunedì una "richiesta urgente" alla Corte internazionale di giustizia, aggiungendo che il governo è "fortemente preoccupato che l'offensiva militare senza precedenti contro Rafah, annunciata dallo Stato di Israele, abbia già portato e porterà in ulteriori uccisioni, danni e distruzioni su larga scala."
Il mese scorso, la Corte ha ordinato a Israele di adottare tutte le misure per impedire che le sue truppe commettessero un genocidio contro i palestinesi a Gaza, a seguito di una causa intentata dal Sud Africa. (via Sulaiman Ahmed)

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Maurizio Molinari, lo stesso che prima fa intervistare Ghali ma poi impedisce la pubblicazione dell'articolo perché non contiene la presa di posizione sul 7 Ottobre, denuncia che la destra abbia censurato d'Amico e Ghali.

Si badi bene, persino il cdr di Repubblica, nel parlare della censura operata del direttore della testata fa riferimento alla mancanza di coerenza tra la loro prima pagina e il ritiro dell'intervista a Ghali.
Si taccia la destra di censura proprio nel momento in cui si censura a propria volta. Sullo stesso argomento e con i medesimi soggetti.

Seguiamo queste vicende come un osservatore esterno può guardare un volgare spettacolo decadente di ominicchi senza decoro e dignità, non per dovere di cronaca. È per farci due risate di fronte ad un circo che potrebbe tranquillamente essere ignorato.