Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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DICEMBRE 2020 ➡️

Ippolito, direttore dello Spallanzani:
"ATTUALMENTE, DAGLI STUDI FATTI SUGLI ANIMALI E DA QUELLI DI BREVE DURATA SUI VACCINATI UMANI, IL RISCHIO DI CANCRO NON È STATO DOCUMENTATO E MANIFESTATO MA TEORICAMENTE È POSSIBILE."

FEBBRAIO 2024 ➡️

L'aumento dei casi di tumori post pandemia è denunciato dall'ISS, associazioni e professionisti del settore.
La responsabile della Prevenzione del Veneto F. Russo lancia l'allarme:
SOLO A VERONA, NEL 2023, DIAGNIOSTICATE PIÙ DI 54 NEOPLASIE AL GIORNO.
IN CRESCITA I TUMORI TRA I GIOVANI.
I DATI SONO SUPPORTATI DA EVIDENZE EPIDEMIOLOGICHE E DALLA RICERCA
, AFFERMA.

Per quanto riguarda la causa, conclude che "i quattro fattori di rischio siano fumo, alcol, cattiva alimentazione e sedentarietà", ignorando del tutto il fattore intervenuto a partire dal 2020, e cioè la somministrazione su larga scala di un profarmaco che comporta interazioni con le cellule dell'organismo umano.

NEL 2020 IPPOLITO AFFERMAVA DI NON AVER PROVE: DOPO 4 ANNI, PIÙ DI UN INDIZIO.
GAZA: UCCISA IN DIRETTA TELEFONICA MENTRE CHIEDE AIUTO

Tal Al-Hawa, sud-ovest di Gaza, disperata, Layan Hamadeh chiama la Mezzaluna rossa palestinese.
Chiede soccorso per lei e per la sua famiglia, assediata in auto da carrarmati israeliani.
Non riesce a concludere la telefonata: mentre parla, gli spari e la morte.

La squadra di soccorso parte ugualmente: Hind Rajab, 6 anni, è ancora viva.

Da quel momento -12 giorni fa- e fino ad oggi, dei paramedici Youssef Zaino e Ahmed Al-Madhoun si perdono le tracce.

Questa mattina i loro corpi sono stati ritrovati assieme a quelli della bambina - che in primo momento era riuscita a nascondersi - e dell'intera famiglia.

L'AMBULANZA È STATA COLPITA DELIBERATAMENTE
Il portavoce della Mezzaluna Rossa ha detto ad Al Jazeera che i paramedici nell'ultima chiamata riferivano dei laser dei soldati israeliani puntati verso l'ambulanza (in foto).
L'ambulanza, trovata a pochi metri dall'auto della famiglia, aveva ottenuto un coordinamento preventivo per arrivare sul posto.
Avdiivka è sempre più vicina al collasso. Gli ucraini arretrano di continuo. La caduta di quella città atterrisce media e politici italiani quindi è vietato parlarne. Non a caso, nessuno spiega la sua importanza, persino maggiore di Bakhmut. I media italiani coprivano la battaglia di Bakhmut perché pensavano che gli ucraini avrebbero trionfato. Nel caso di Avdiivka, non hanno mai avuto speranze. Perché spiegare l’importanza di Avdiivka se i russi sono destinanti a conquistarla? Perché seguire la battaglia di Avdiivka se i combattimenti mostrano che i russi sono sovrastanti rispetto agli ucraini? L’informazione in Italia sulla politica internazionale funziona così. Come avevo detto: "Per ogni proiettile della Nato che l'Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l'Ucraina". Previsione sotto forma di regolarità empirica. E così è stato.

Avdiivka è un’ulteriore conferma del fallimento delle politiche di Biden e di Ursula von der Leyen in Ucraina basate sullo scontro all’ultimo sangue con la Russia nella convinzione che l’esercito ucraino avrebbe sottomesso quello russo. Se la Russia ha perso la prima guerra cecena (1994-1996) perché non può perdere con l’Ucraina? Perché da allora ad oggi, cioè tra Eltsin e Putin, la Russia si è ripresa. Ora che è a tutti evidente che l’Ucraina ha perso la guerra, Biden scarica la colpa sui repubblicani, mentre i complottisti del Corriere della Sera se la prendeno con i presunti “putiniani” che tramano nell’oscurità. Non c’è niente di oscuro, è tutto molto chiaro: l’Occidente ha mandato un popolo al massacro per far avanzare la Nato al confine con la Russia. A sentire Biden, se l’Ucraina perderà la guerra, sarà per colpa dei 60 miliardi di dollari che il Senato sta negando a Zelensky ormai da tempo. Altro delirio per non assumersi le proprie responsabilità.

Mentre tutto crolla, la guerra a Gaza aiuta i “bideniani” d’Italia e nello stesso tempo li danneggia. Li aiuta perché sposta l’attenzione dall’Ucraina alla Palestina; li danneggia perché mostra che le democrazie occidentali violano i diritti umani e il diritto internazionale a profusione.

Dopo avere perso la guerra con la Russia, Biden ha perso pure quella con Hamas.

Alessandro Orsini

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Una delle cose più divertenti che mi è capitata negli ultimi tempi è stata leggere come la stampa italiana e internazionale, di sinistra e di destra, ha riportato la notizia dell'intervista di Carlson a Putin. Nei casi più lusinghieri il giornalista è stato definito "controverso", altrimenti "ultraconservatore", "teorico del complotto", mentre - un'intervista lunga due ore e senza tagli, quindi il massimo della limpidezza giornalistica perché priva della manipolazione del montaggio, - è stata descritta come "sconclusionata, propagandistica, revisionista"... Tutto questo da parte di testate che, nel corso degli ultimi anni, ci hanno deliziato con un'antologia di propaganda da fare impallidire il 'Topolinia Daily': i russi costretti a combattere con le pale perché privi di armi, i russi talmente cattivi da rapire i gatti, il vecchio ucraino che abbatte un aereo russo con un fucile da caccia. Non credo siano necessari più di due neuroni discretamente funzionanti per capire che per farsi un'idea corretta di una contesa è necessario ascoltare i punti di vista di tutte le parti in campo. Ma persino un concetto così banale risulta troppo evoluto per una società corrotta come la nostra. Mi viene spesso in mente una canzone dei Police del 1980 'Spirits in the material world', che è una sorta di manifesto su come la consapevolezza politica debba passare attraverso un percorso 'spirituale', qualsiasi cosa ciò significhi. A un certo punto dice: "Our so-called leaders speak/With words, they try to jail ya" che è esattamente ciò che sta accadendo ora, cioè l'uso manipolatorio delle parole diventa un prigione che impedisce letteralmente alle persone di muoversi, di capire. Tutto questo mentre diversi auto-definiti leader (uso la stessa formula dei Police) avvisano di una imminente guerra su vasta scala con la Russia.

Adalberto Gianuario

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇪🇬🇮🇱🇸🇦 L'EGITTO AVVERTE ISRAELE CHE L'OFFENSIVA DI RAFAH POTREBBE PORTARE ALLA SOSPENSIONE DEL TRATTATO DI PACE
L'Egitto e l'Arabia Saudita hanno aggiunto le loro voci alla crescente ondata di critiche sull’offensiva di terra israeliana nella città meridionale della Striscia di Gaza di Rafah, dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato che tale campagna è imminente.
Netanyahu ha annunciato ieri di aver ordinato all'esercito israeliano di presentare al gabinetto un piano per evacuare la popolazione civile della città, cresciuta di oltre un milione di rifugiati dal nord e dal centro della Striscia, e distruggere i rimanenti battaglioni di Hamas nell'area.
Secondo Netanyahu, un assalto a Rafah è fondamentale per completare l'obiettivo di guerra dichiarato da Israele di smantellare Hamas. All'inizio della settimana, il premier ha respinto i termini di Hamas (che includevano un ritiro completo delle truppe israeliane dalla Striscia e il rilascio di centinaia di terroristi condannati all'ergastolo) per un accordo sugli ostaggi come "deliranti".
Il Wall Street Journal ha riferito ieri che i funzionari egiziani hanno avvertito che il trattato di pace decennale tra Egitto e Israele potrebbe essere sospeso se le truppe delle Forze di Difesa Israeliane entrassero a Rafah, o se qualcuno dei rifugiati di Rafah fosse costretto a sud, nella penisola del Sinai.
Inoltre, l'Arabia Saudita – che ha già condizionato la normalizzazione con Israele alla fine delle ostilità e ai passi verso la creazione di uno stato palestinese – ha rilasciato una dichiarazione oggi avvertendo delle "ripercussioni estremamente pericolose dell'assalto e dell'attacco alla città di Rafah nella Striscia di Gaza", dato che la città è "l'ultimo rifugio per centinaia di migliaia di persone".
Reuters ha riferito che nel tentativo di prevenire un massiccio afflusso di rifugiati, l'Egitto ha stazionato nelle ultime due settimane circa 40 carri armati vicino al confine con Gaza, dopo aver rafforzato il muro di confine dall'inizio delle ostilità, sia strutturalmente che con attrezzature di sorveglianza.
Venerdì, il canale israeliano Channel 12 ha anche riferito che il capo di stato maggiore dell'IDF Herzi Halevi si è opposto al piano di Netanyahu per una rapida campagna di Rafah, dicendo che sebbene l'esercito sia tecnicamente in grado di una tale operazione, non sarebbe saggio intraprenderla senza un coordinamento con gli egiziani e piani per la massiccia popolazione di rifugiati della città.
Netanyahu, secondo il rapporto, pensa che l'IDF dovrebbe concludere una campagna a Rafah entro l'inizio del Ramadan il 10 marzo, il mese sacro. (Fonte: Times of Israel)

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Pare che Israele abbia intenzione di invadere il sud della Striscia di Gaza, Rafah, via terra.
L'operazione potrebbe cominciare in qualsiasi momento.
Il capo di Stato maggiore dell'IDF si è opposto al piano ma Netanyahu ha chiesto la mobilitazione dei soldati di riserva perché siano pronti ad eseguirlo.

L'Egitto ha avvertito Israele che in caso di invasione su Rafah sosprenderebbe il trattato di pace che lega i Paesi dal 1979.
E per prevenire un grande afflusso di rifugiati, ha posizionato circa 40 carrarmati vicino al confine con Gaza da due settimane (Reuters).

Più di un milione di palestinesi si trovano nell'estremo sud della Striscia: in maggioranza si tratta di persone sfollate da altre parti di Gaza.
Siamo di fronte al più atroce massacro di tutti i tempi.
SANREMO E PALESTINA

Attaccato dal capo della comunità ebraica di Milano già dopo la prima esibizione a Sanremo per il testo della sua canzone che denuncia i bombardamenti sugli ospedali "per un pezzo di terra" (ma non fa riferimento diretto ad Israele), Ghali non si lascia intimorire e stasera va avanti:

《STOP AL GENOCIDIO!》
Forwarded from Giubbe Rosse
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L'ultimo brano dell'amico e grandissimo artista Francesco Tricarico, uno dei pochi che riesce sempre a centrare il problema.

Come sempre si sa già prima chi vincerà il Festival di Sanremo.

#sanremo2024
#tricarico
#francescotricarico
#telefonofisso

https://www.instagram.com/reel/C3MAJBlIuHE/?igsh=MTljY2hhdmJ3Y2o5bg==

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Forwarded from SilvioDallaTorre (Silvio Dalla Torre)
Giuseppe Boffa è stato per lungo tempo il corrispondente a Mosca dell’Unità ed era considerato il massimo conoscitore italiano di cose sovietiche. In un libro di ricordi sull’epoca del socialismo reale (G. Boffa: Memorie dal comunismo. Storia confidenziale dei quarant’anni che hanno cambiato il volto all’Europa. Ponte alle Grazie 1998) affermava di aver capito che la guerra fredda avrebbe avuto l’esito che poi ha avuto verso la fine degli anni Sessanta del secolo scorso.
A impressionarlo era stata la diversa apertura dei due sistemi. Nelle università americana, dove veniva spesso invitato in qualità di sovietologo, poteva esprimersi liberamente. Pur essendo un comunista, le sue opinioni erano ascoltate e discusse con grande interesse e rispetto. In Russia, viceversa, i suoi libri, in quanto considerati eterodossi, non potevano accedere al pubblico dei comuni lettori. Essi erano tradotti in modo non ufficiale e venivano distribuiti, non senza qualche taglio, in un circuito che comprendeva gli specialisti e le elite politiche ed economiche del paese. Questa situazione assurda, basata sulla censura, sulla negazione della realtà, sulla doppia verità (una ufficiale e pubblica, l’altra non detta) dava un grave svantaggio competitivo ai paesi del blocco socialista e si rifletteva in tutti gli ambiti della vita sociale, a partire da quello economico.
A distanza di trenta anni dalla caduta del muro di Berlino la situazione è completamente cambiata. L’Occidente non può più rivendicare alcuna superiorità sul piano della libertà di pensiero.
Nelle più importanti università americane vige la dittatura del politicamente corretto, per cui un professore viene tranquillamente rimosso non per le sue inadempienze , ma per aver espresso delle opinioni considerate inappropriate. Una pesante cappa di censura investe tutti gli ambiti della cultura (dal cinema, alla letteratura, alla filosofia, alla storia). Essa si accanisce addirittura nei confronti degli autori del passato, le cui opere vengono cancellate dai programmi di studi o modificate per adattarle alla sensibilità contemporanea.
Chi si azzarda a dire alcune sgradite ovvietà (lo abbiamo visto durante l’epidemia e poi riguardo alle guerre in Ucraina e a Gaza) viene criminalizzato e rischia, se ha una qualche visibilità pubblica, la carriera.
Nell’ambito del giornalismo questa follia censoria raggiunge dei livelli inauditi. I più importanti organi di informazione si sono trasformati in puri veicoli di propaganda e mentono in modo seriale contraddicendo senza alcun ritegno le più solari evidenze.
In questa situazione da incubo un ruolo particolare se lo riserva la nostra povera colonia italiana. Un fatto di questi giorni dà la misura dell’abisso in cui siamo sprofondati. Nel pieno di una drammatica guerra europea, che ha già fatto mezzo milione di morti, il presidente di uno degli stati belligeranti dà un’intervista chiaramente indirizzata al pubblico occidentale. Cosa fanno allora le nostre più importanti gazzette? Semplicemente ignorano l’avvenimento. Sono troppo impegnate a dedicare pagine e pagine di cronaca e commenti al Festival di San Remo.
Come diceva il poeta: non so se il riso o la pietà prevale.
Forwarded from Giubbe Rosse
🇵🇸🇪🇬 GAZA. LA SITUAZIONE A RAFAH E LO SCENARIO CATASTROFICO
Secondo Al Arabiya, l'esercito egiziano sta costruendo barricate al confine con Gaza. Gli egiziani temono che il piano di Israele sia bombardare il muro di confine e radere al suolo quello spazio. Ciò provocherebbe una situazione catastrofica, con un massiccio esodo da Rafah di palestinesi che cercherebbero di fuggire a piedi oltre il confine, dove li attendono i carri armati egiziani. Uno scenario biblico.

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Forwarded from RangeloniNews
⚔️ Aggiornamenti sulla situazione in Donbass

Avdeevka, le forze ucraine che tengono il fronte attorno alla cittadina rischiano di venire accerchiate entro pochi giorni. Dopo la pressione russa a sud del centro abitato, nel settore della “Promzona” e della “Tsarskaya okhota”, in questi giorni hanno ripreso a spingere con successo a nord, tra l’impianto chimico ed il centro abitato stesso, recidendo la via di rifornimento principale per le truppe ucraine schierate in città. L’aviazione e l’artiglieria russa colpiscono continuamente le posizioni ucraine.

L’esercito russo si sta muovendo anche su altri fronti ed in prospettiva lo scenario di Avdeevka potrebbe ripetersi anche in altre cittadine come Ugledar e Chasov Yar. Nel mio video racconto i dettagli di questi spostamenti sul fronte:
https://youtu.be/eu4DCyBKoLk?feature=shared

✍️ RangeloniNews
Forwarded from Lettera da Mosca
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UCRAINA - Rissa di strada in un villaggio della regione di Odessa tra un gruppo di commissari militari ucraini e un gruppo di giovani mascherati che volevano respingere la consegna delle chiamate alla leva. In precedenza, un altro scontro simile si era verificato nel villaggio di Kosmach, nella regione di Ivano-Frankivsk.
Fontana e l'orecchio di Zelensky

Dopo avere ascoltato il comizio di Trump in South Carolina, ho capito che l'Ucraina è finita se Trump sarà rieletto. Trump sta sempre più costruendo la campagna elettorale sul tema della pace con Putin in Ucraina. Prima lasciava intuire le sue intenzioni nell'attesa degli eventi, adesso è esplicito e brutale. Ha detto chiaramente che, una volta alla Casa bianca, l'Ucraina non riceverà più nemmeno un dollaro americano e che obbligherà Zelensky a chiudere la guerra prendendolo per un orecchio. Si avvicina sempre più il giorno in cui i vari Calenda, Enrico Letta, Luciano Fontana, Maurizio Molinari, Libero, il Giornale, il Foglio, la Repubblica, il Corriere della Sera, la Stampa, praticamente un'intera classe dirigente mediatica, dovranno assumersi la responsabilità di avere sostenuto in Ucraina una linea politica - la linea poitica dell'imperatore del momento - che ha causato la distruzione di quel Paese. Il problema educativo degli adulti italiani è molto più grande di quello dei giovani. Gli adulti italiani non sanno assumersi le proprie responsabilità. Noi abbiamo una classe dirigente irresponsabile. Il Corriere della Sera ha appoggiato una linea politica iper-fallimentare in Ucraina. Invece di scusarsi, continua a bersagliarmi e a cianciare di "putiniani" e complotti.
Gli obnubilati dal complottismo.
Capito a che livello siamo?
Secondo il Corriere della Sera, le mie analisi sulla guerra in Ucraina, in cui spiegavo che la Russia avrebbe distrutto quel Paese, erano il frutto di un "complotto".
Caro direttore del Corriere della Sera, l'Ucraina ha perso la guerra, la controffensiva di Zelensky è stato un fallimento colossale. Comportati da persona adulta e prenditi le tue responsabilità scusandoti per il modo in cui hai fatto informazione in questi due anni di guerra.
Superati i dieci anni, si smette di essere bambini.
Non possiamo aspettare in eterno la fuoriuscita dalla culla.

Alessandro Orsini

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