Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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I nomi di alcuni dei 13.022 bambini palestinesi uccisi da israele a Gaza dal 7 ottobre.

13.022 bambini. In soli 111 giorni.

E l’elenco qui non riesce nemmeno ad elencarli tutti.

Questa vi sembra una guerra? Questo è GENOCIDIO!

PER NON DIMENTICARE!!!
Forwarded from Giubbe Rosse
Curioso che la decisione dell'Italia arrivi in contemporanea a quella
degli Stati Uniti. Deve essere sicuramente una coincidenza fortuita.

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Come tutti i sabati, anche per oggi i prefetti delle varie città italiane avevano autorizzato le manifestazioni contro il genocidio in atto a Gaza.

Su indicazione del Viminale, poi, detti permessi sono stati revocati "anche per ragioni di ordine pubblico".
Immaginiamo quante e quali siano state le pressioni della comunità ebraica in tal senso.

I rappresentanti della Comunità palestinese in Italia hanno emesso un comunicato (nei commenti) attraverso cui esprimono rammarico ma accettano di spostare le manifestazioni a domani.

Ma parte della comunità palestinese in Italia, assieme a molti comitati di solidarietà con la Palestina, ha deciso di ignorare i divieti e riunirsi ugualmente nelle piazze da cui sarebbero dovuti partire i cortei.
Le intenzioni non sono quelle di sfida: a fronte del massacro in atto, il minimo che può fare il popolo italiano è sollevarsi contro l'orrore.
D'altra parte, pare che le indicazioni alle forze di polizia siano quelle di non intervenire a meno di disordini.

《PER LA MEMORIA, SCENDIAMO IN PIAZZA》.

Roma, 27 Gennaio 2024
Bayer condannata a risarcire un contadino della Pennsylvania con 2,2 miliardi di dollari per le conseguenze derivanti dall' uso del Roundup.

Eric Packer

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Forwarded from Giubbe Rosse
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🇮🇱🇱🇧 MASSICCIO SPOSTAMENTO DI TRUPPE ISRAELIANE AL CONFINE CON IL LIBANO
Si moltiplicano le voci secondo cui le forze di difesa Israeliane (IDF) stanno effettuando un "trasporto massiccio" di logistica verso il confine israelo-libanese.
i24 News ha detto: "Se gli sforzi diplomatici falliscono, Israele invaderà il Libano meridionale e costringerà Hezbollah oltre il fiume Litani".
Hezbollah ha rifiutato un cessate il fuoco più di un mese fa e prende regolarmente di mira le strutture militari nel nord di Israele.
Il graduale ritiro dell'IDF da Gaza è anche un chiaro segnale che il conflitto sta entrando nella sua seconda fase.
In questi giorni, gli Stati Uniti stanno consegnando enormi quantità di armi a Israele, compresi aerei da combattimento F-16 e F-35.

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇱🇧🇮🇱 IN LIBANO CRESCE LA PREOCCUPAZIONE PER UN’IMMINENTE INVASIONE DI ISRAELE
Da alcune ore circola sui social network una notizia, veicolata da un reporter della rete libanese Al-Manar, affiliata ad Hezbollah, secondo cui entro poche ore il governo Netanyahu dichiarerà l'inizio della guerra con il Libano. "Sembra che l'ora zero sia iniziata e che la decisione di entrare in guerra sia stata presa", ha detto. In Israele non si è a conoscenza di alcuna notizia del genere, ma gli avvertimenti dei media arabi sono fonte di grande preoccupazione in Libano.
Nel frattempo, il capo della fazione di Hezbollah nel parlamento libanese, Mohammed Raad, ha avvertito Israele questa mattina di non commettere errori nella sua valutazione e di passare ad attaccare il Libano. Durante una cerimonia commemorativa per uno dei soldati caduti di Hezbollah nella città di Nabatiyeh, nel sud del Libano, Ra'ad ha dichiarato che la sicurezza del Libano è al di sopra di ogni altra cosa, e che Hezbollah è ben preparato per la guerra, e se finora Israele ha sentito solo la forza parziale dell'organizzazione, in una guerra totale "assaporerà il conforto del suo braccio". (Fonte: Maariv, Israele)

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇺🇸 SCUOLA: LA CALIFORNIA TORNA AL CORSIVO

Negli USA una generazione di bambini che ha imparato a scrivere digitando su un display sta ora tornando alla vecchia maniera. A partire da quest’anno, infatti, gli studenti delle scuole elementari della California dovranno imparare la scrittura in corsivo, abilità decisamente "passata di moda" nell’era dei computer. Il disegno di legge 446 dell'Assemblea, sponsorizzato dall'ex insegnante di scuola elementare Sharon Quirk-Silva e convertito in legge lo scorso ottobre, richiede l'insegnamento della scrittura a mano per i 2,6 milioni di californiani nelle classi dalla prima alla sesta (dai 6 ai 12 anni), nonché lezioni di corsivo per l'ottenimento di un adeguato livello dalla terza classe in poi.

Gli esperti - come molti di noi dicono da anni e come oggi ricorda anche Reuters - sostengono che l’apprendimento del corsivo, tra gli altri vantaggi, incida positivamente sullo sviluppo cognitivo, la comprensione del testo e le capacità motorie. Alcuni educatori trovano utile anche insegnare ai bambini a leggere documenti storici e lettere di famiglia delle generazioni passate. (Fonte: Reuters)

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Gli Stati Uniti e sette dei suoi alleati (Australia, Canada, Gran Bretagna, Italia, Germania, Paesi Bassi e Finlandia) hanno annunciato questo fine settimana l'intenzione di tagliare i fondi all'Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, UNRWA, mentre nella Striscia di Gaza manca tutto e la popolazione è ridotta alla fame.

Punizione collettiva dei palestinesi, ecco come hanno risposto i governi di questi Paesi alla Corte internazionale di giustizia (CIG) e alla sua sentenza. Non solo Israele ha completamente ignorato le raccomandazioni della CIG e continua a massacrare i civili, ma gli Stati Uniti e i loro leccapiedi hanno addirittura deciso di dare un ulteriore contributo all'entità genocida tagliando gli aiuti da cui dipende la sopravvivenza dei civili e cercano di distogliere l'attenzione dai crimini di Israele accusando l'UNRWA di essere coinvolta negli attacchi del 7 ottobre contro Israele. @LauraRuHK
Forwarded from PBellavite
Cade il muro!
Sono passati tre anni e i danneggiati sono migliaia…
Sotto il marketing niente.

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NON SOLO L’ITALIA - La Difesa pensa a 10 mila riservisti, Londra a cittadini addestrati. E dopo l’allarme tedesco, Svezia e Finlandia si riarmano
DI SABRINA PROVENZANI

Nelle ultime settimane una serie di leader politici e militari europei si sono allineati su una nuova linea bellicista in funzione anti-russa. Il 19 gennaio la Svezia, la cui entrata nella Nato è imminente, ha introdotto una forma di servizio militare che prevede addestramento in caso di guerra chimica, batteriologica e nucleare: il prossimo anno saranno chiamati circa 100 mila giovani. All’inizio del mese, a una conferenza sulla sicurezza nazionale, Carl-Oskar Bohlin, ministro della Difesa civile, ha annunciato: “Potrebbe esserci una guerra in Svezia”. La vicina Finlandia, la cui sicurezza e politica estera è largamente determinata dalla confinante Russia, è in grado di mobilitare un esercito di riservisti in pochi giorni. La scorsa settimana il capo del comitato militare della Nato, l’ammiraglio Rob Bauer dei Paesi Bassi, ha avvertito della possibilità di una guerra con la Russia nei prossimi 20 anni, in cui “sarà coinvolta l’intera società, che ci piaccia o no”.

Il ministro della Difesa della Germania, Boris Pistorius, gli ha fatto eco suggerendo tempi più stretti: tra cinque e otto anni. Il 16 gennaio il tabloid tedesco Bild rivelava l’esistenza di un piano dettagliato delle forze armate in caso di conflitto fra Mosca e la Nato. Che scoppierebbe nell’agosto 2025, con 300 mila soldati dell’alleanza atlantica contro 200 mila nuovi coscritti russi.

Questa settimana il capo dell’esercito del Regno Unito, il Generale Peter Sanders, ha dichiarato che non siamo più una società post, ma prebellica, e ha fatto appello alle autorità perché preparino i cittadini alla guerra: non ha chiesto un ritorno alla leva obbligatoria ma ha evocato la necessità di preparare un esercito di riservisti addestrati che possano andare volontari al fronte. Un discorso non concordato con Downing Street, che ne ha preso le distanze: ma quasi in contemporanea il ministero della Difesa, Grant Shapp, ha mandato un messaggio simile, dicendo che il Regno deve prepararsi alla guerra, anche se ha negato ci siano piani per una coscrizione obbligatoria. Il capo della Marina degli Stati Uniti Carlos Del Toro ha commentato che è “molto importante” che Londra investa nella sue forze armate, viste le tensioni con la Russia e gli Houthi in Yemen. Ieri la rivelazione del Telegraph, che ha potuto visionare documenti del Pentagono: gli Usa avrebbero intenzione di piazzare armi nucleari nel Regno Unito, in funzione antirussa, 15 anni dopo averle rimosse. E poi l’Italia, con il ministro della Difesa Guido Crosetto che da novembre parla della necessità di un esercito di riservisti “per prepararsi a qualsiasi eventualità” e sta lavorando all’introduzione, entro due anni e previo passaggio parlamentare, di una riserva ausiliaria dello Stato da 10 mila soldati. L’Italia, a suo modo, si prepara. E non è un caso che nel giorno in cui il Fatto riferisce i dubbi del ministro Crosetto sulle missioni nel Mar Rosso (vedi pezzo di pagina 4), dalla Farnesina Antonio Tajani precisa la natura europea delle operazioni: “La missione Ue nel Mar Rosso è un passo in più in direzione di una politica estera comune – assicura a Radio 24 – L’Ue ha già una missione importante, la Atalanta, che opera nel sud del Mar Rosso e protegge i mercantili. C’è una seconda missione Ue che opera nello Stretto di Hormuz. Abbiamo deciso di allargare questa missione fino a Suez per proteggere le navi in maniera attiva. Siamo parte dell’Ue e lavoriamo in sintonia”. Il riferimento non è scontato. Dal ministero sottolineano che Tajani già nei giorni scorsi aveva precisato l’autonomia di Bruxelles rispetto a Washington: “La difesa da parte americana è legittima per quanto riguarda la sicurezza delle loro navi – era stata la posizione espressa nei primi giorni della crisi – Però l’Italia non può partecipare a missioni di guerra senza l’approvazione del Parlamento”.

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Parlare di libri russi si può (in carcere)
I DENTRO E I FUORI - Ho discusso di Dostoevskij con i detenuti di Opera. Tra i “liberi” molti ripetono “ora certe cose è meglio dirle a bassa voce”. Tra gli ergastolani una cosa del genere non l’avrebbe pensata nessuno
DI PAOLO NORI

Giovedì scorso sono stato nel carcere di Opera a incontrare un gruppo di detenuti che avevano letto Delitto e castigo. Non sono sicuro di aver fatto bene. Non sono quasi mai sicuro, delle cose che faccio, ma giovedì sera in particolare.

Non vado quasi mai nelle carceri per lo stesso motivo per cui non vado quasi mai nelle scuole. Per arroganza, credo. Perché preferisco che chi mi viene a sentire decida lui, di venirmi a sentire, non si senta obbligato da un’insegnante o da un’autorità giudiziaria o non so da cosa. Non ero per niente sicuro di aver fatto bene, giovedì. Ma ormai ero lì. Non potevo mica tornare indietro.

[...] E l’altra sera, dopo, tornato dal carcere di Opera, mentre scrivevo questo pezzetto in un albergo per uomini d’affari vicino alla stazione centrale di Milano mi è tornata in mente una cosa che mi è successa in settembre, quando sono andato a presentare con Dacia Maraini l’ultimo romanzo che ho scritto, che è un romanzo su Anna Achmatova. L’abbiamo presentato, con la Maraini, bella presentazione, eravamo contenti, poi siamo andati a cena. Alla fine della cena è arrivato un signore che ha salutato molto affettuosamente la Maraini, l’ex sindaco di quel posto dove presentavamo il libro, mi han detto, oggi parlamentare. La Maraini mi ha indicato gli ha detto “Lui è Paolo Nori, abbiamo, appena presentato insieme il suo romanzo su Anna Achmatova”.

Il parlamentare ha fatto una faccia come di uno che non sapeva chi era, Anna Achmatova, che è una cosa normale, la maggior parte della popolazione italiana non lo sa, chi è, Anna Achmatova. “Una grande poetessa russa” gli ho detto io, “io sono un appassionato di letteratura russa”. “Eh”, ha detto il parlamentare cambiando ancora faccia e guardandosi intorno, e poi ha sussurrato “queste son cose, in questi giorni, che bisognerebbe dirle a bassa voce”. “Ecco”, gli ho detto io, “io non faccio altro che dirle ad alta voce”.

Questo, mi è tornato in mente l’altra sera in un albergo per uomini d’affari a Milano. E che io, mi è venuto da pensare, la maggior parte della gente che ha sentito parlare di me credo l’abbia fatto in relazione al fatto che due anni fa hanno vietato, all’università Bicocca di Milano, di tenere quattro conferenze su Dostoevskij che mi avevano chiesto loro di preparare. Ecco. E giovedì sera, alla fine, ho pensato che l’incontro di Opera è stato forse il primo incontro, in questi due anni, in cui, se qualcuno avesse accennato al fatto che forse non era opportuno parlare di un libro di uno scrittore russo, sarebbe sembrato un marziano. E ho pensato, alla fine, in un albergo per uomini d’affari, che era ora. E che proprio in un carcere, doveva succedere, una cosa del genere.

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‼️🚨 COINCIDENZA:

1) L’UNRWA è una fonte di prove chiave per il processo della Corte internazionale di giustizia contro Israele

2) L'ICJ afferma che le accuse di genocidio contro Israele sono plausibili e continua il processo

3) Il giorno successivo la maggior parte delle nazioni occidentali contrarie al processo tagliano i fondi all’UNRWA

Tramite Laura Ruggeri

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Buonasera Sig. Bianchi, approfitto del tramite dell'amica Alessandra. Mi chiamo Alessandro Ziviani e sono di Mantova. Sono stato oggi a Montecatini per la conferenza [Verso un nuovo mondo Multipolare Ndr] e ho scoperto che era stata annullata solo quando ero già la ! Ho trovato davanti all'albergo almeno una ventina di tutori dell'ordine fra carabinieri, polizia, finanzieri e alcuni in borghese ! Mi è stato riferito dagli organizzatori delle pressioni (indebite) ricevute dall'albergatore ... Siamo ormai in piena deriva antidemocratica e non è permesso manifestare un pensiero diverso rispetto alla narrazione imposta dai padroni del discorso. Come (magra) consolazione, un vecchio proverbio che recita che "la strada della verità non è mai piana" (ma prima o poi deve emergere). La seguo sempre e ci avrei tenuto enormemente a conoscerLa di persona e manifestarLe il mio apprezzamento per la Sua opera Informativa. Riguardo alle accuse di "disinformaziya" da chi vuole tappare la bocca ai tanti che non sono disposti a sciropparsi le panzane che raccontano, cito un detto delle mie parti: "la prima gallina che canta è quella che ha fatto l'uovo" che, parafrasando, sarebbe a dire che quelli che gridano alla disinformazione, sono quelli che la praticano ! Per fare sintesi del mio pensiero, che coincide largamente con il Suo. Con stima e simpatia.

Alessandro Ziviani

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Oggi, quelli che spingono per le privatizzazioni sono gli stessi che fecero bere al popolo beota l'idea che la cessione di Telecom Italia e Seat per 24.533 miliardi di lire nel 1996 fosse un affare per lo stato, laddove nel 1997 la stessa Telecom generò un cash flow netto d'imposte pari a 14.000 miliardi di lire e ricavi pari a 42.800 miliardi di lire.

Pietà.

Eric Packer

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Forwarded from RangeloniNews
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Donbass, immagini della battaglia per Avdeevka

Proseguono gli scontri attorno alla cittadina-roccaforte sotto il controllo di Kiev, assediata dai russi. Dopo gli attacchi condotti con successo da parte dei russi sul fianco meridionale, l’esercito di Kiev tenta in ogni modo di riconquistare le posizioni perdute lanciando attacchi, spesso mal preparati.

In queste riprese effettuate dai droni del “gruppo del Francese”, risalenti a qualche giorno fa, è possibile vedere una delle fasi di queste battaglie. Gli assaltatori ucraini, supportati da veicoli corazzati da combattimento, si portano a ridosso delle posizioni conquistare dai russi, dando inizio a scontri ravvicinati. I russi a loro volta attaccano gli avversari: dove non riescono ad arrivare i soldati vengono lanciati i droni kamikaze, che non lasciano scampo.
La retorica bellicista della Gran Bretagna, questa idea che relativamente presto ci sarà una grande guerra contro la Russia e bisogna prepararsi con nuovi armamenti e, perché no, anche con la leva militare (qui qualche esempio degli ultimi giorni:https://www.theguardian.com/uk-news/2024/jan/24/army-chief-says-people-of-uk-are-prewar-generation-who-must-be-ready-to-fight-russia; https://www.mirror.co.uk/news/uk-news/whole-uk-must-prepare-conscription-31978009), non solo non si sta placando ma contagia anche altri paesi dell'anglosfera - tipo l'Australia, dove spuntano articoli di tenore simile (tipo questo: https://www.news.com.au/technology/innovation/military/australia-must-consider-bringing-back-conscription-as-allout-war-with-russia-looms-expert-says/news-story/b1ced960b821027163b05b15ad47e5e6) - e, ovviamente, producendo apoteosi di cringe tipo l'articolo, con video annesso (guardatelo, mi raccomando) in cui Boris Johnson si mette a disposizione dell'esercito: https://www.dailymail.co.uk/debate/article-13010871/BORIS-JOHNSON-fight-King-country.html.
Resta da chiedersi, surrealismo di Johnson a parte, quale sia il motivo di questa retorica, e se si tratta solo di retorica o se davvero c'è il piano di portare la Gran Bretagna a un'economia di guerra. Da un certo punto di vista potrebbe essere una buona idea perché le cose, pare, non stanno andando benissimo (qui qualche dato abbastanza agghiacciante: https://www.theguardian.com/business/2024/jan/22/more-than-47000-uk-businesses-on-brink-of-collapse-warn-insolvency-experts). Poi se davvero ci si vuole impegnare nel contrasto globale alla Russia, non avendo più proxy tipo l'Ucraina a disposizione bisogna rimettere in piedi un esercito decente, perché le truppe di cui la Gran Bretagna dispone al momento entrano tutte senza nessun problema, e standoci larghe, nello stadio di Wembley. Poi, certo, potrebbe essere un modo di salvarsi la pellaccia, politicamente parlando: sì, siamo un governo penoso, ma tra poco dobbiamo andare in guerra quindi non è il caso di cacciarci coi forconi come avete fatto con Johnson e May. Potrebbe anche essere un tentativo di deterrenza nei confronti della Russia, ovviamente (e l'orizzonte temporale così variamente spostato nel tempo - tre anni, otto anni, vent'anni, ma certo non il 2025): non pensiate che la partita si chiuda con l'Ucraina, non pensiate di essere l'unico stato che può triplicare la sua produzione militare e aumentare il numero dei propri effettivi, non pensiate che non possiamo o non vogliamo avviarci anche noi su questa strada. Facile dirsi che bisognerà aspettare e vedere cosa succede: se davvero queste proposte di riforma verranno portate a termine (o meglio: se verranno avviate, perché per il momento le leggiamo solo sui giornali, e nemmeno su tutti); se dopo l'Ucraina si manderanno avanti i paesi baltici (l'articolo 5 è MOLTO meno lapidario di quanto la gente comunemente pensi, e di certo non si sacrificheranno né Manchester né, oltreoceano, Boston per Riga o Vilnius); se qualcuno, nell'Unione Europea, si scoccerà magari di essere solo la propaggine economica della NATO, e così via.