Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Forwarded from RangeloniNews
Donbass, il fronte interno

Pochi giorni fa, mentre mi preparavo per recarmi al fronte a seguire il lavoro degli operatori di droni, mi è stato chiesto se c’era un posto anche per una persona che voleva consegnare aiuti ai soldati. Rimasi piuttosto stupito quando mi dissero che si trattava di una poetessa. Non avevo mai incontrato Inna, per cui inizialmente ero un pochino scettico, partire per il fronte con persone che non sai come potrebbero comportarsi in caso di pericolo mette sempre un po’ di preoccupazione. Ma appena ci siamo incontrati ho capito che potevo star tranquillo. Inna è una donna forte, fermamente convinta di quello che fa.

Il 26 maggio del lontano 2014 Inna Kucherova ha visto i caccia ucraini sorvolare la sua casa e colpire la città di Donetsk. Poi, nel corso degli anni, ha imparato a convivere con le bombe ed i sacrifici imposti dalla guerra, decidendo di fare la sua parte portando aiuti ai soldati al fronte. “Ogni abitante di Donetsk in questa situazione fa quello che può. Qualcuno difende la nostra libertà con le armi in mano, qualcuno presta cure, insegna o lavora. Io aiuto chi ci difende”.

Inna si occupa della di poesia e arte - che porta al fronte per sostenere i combattenti-, definendo questa sfera un “fronte culturale” che unisce la società civile ai soldati. Con il tempo sempre più persone le si sono rivolte chiedendo se fosse possibile consegnare aiuti attraverso lei. In questo modo ha iniziato ad occuparsi di aiuti umanitari, facendo da tramite tra semplici cittadini e i militari al fronte.

Questa volta ai soldati impegnati sul fronte di Donetsk ha consegnato diverse dozzine di kit di pronto soccorso inviati da Tatiana "Rodina", un’imprenditrice di Mosca che regolarmente di tasca propria aiuta il suo esercito. In Russia il fronte interno (composto da numerose persone che spontaneamente decidono di mobilitarsi per aiutare) è molto attivo e contribuisce in modo consistente a sostenere i propri soldati inviando tutto ciò che può rendere più confortevole la dura vita in trincea.
Dopo l'Egitto anche Arabia Saudita ed Emirati Arabi si sganciano dalla missione navale nel Mar Rosso, il cui nome, apprendiamo dal Ministero della Difesa USA (https://www.defense.gov/News/Releases/Release/Article/3621110/statement-from-secretary-of-defense-lloyd-j-austin-iii-on-ensuring-freedom-of-n/), è "Guardiano della Prosperità" (Prosperity Guardian). Sempre dal Ministero della Difesa USA e non da quello italiano, né dal Parlamento che, mi sembra di ricordare, ha una qualche voce in capitolo sull'impiego di militari italiani in missioni all'estero, apprendiamo che l'Italia parteciperà, insieme a USA, Regno Unito, Bahrain, Canada, Francia, Olanda, Norvegia, Spagna e Seychelles, oltre ai paesi già coinvolti nella Combined Task Force 153. L'Italia faceva già parte della CTF 153, ma gli obiettivi di "Prosperity Guardian" sembrano, o potrebbero diventare, piuttosto diversi dal semplice pattugliamento delle acque internazionali in contrasto alla pirateria, che era appunto lo scopo della CTF 153. Non si sa (perché il Ministero della Difesa USA non ha ritenuto necessario informarci) quali e quante navi italiane parteciperanno. Un eccitatissimo Di Feo, sostenuto per l'occasione da Tommaso Ciriaco (https://www.repubblica.it/esteri/2023/12/19/news/italia_nav_militare_contro_houthi-421690240/?ref=RHLF-BG-P9-S2-T1), nomina il Virginio Fasan (F 591), una fregata lanciamissili specializzata nella lotta antisommergibile (non esattamente il problema che il naviglio commerciale sta affrontando del Mar Rosso, ma questo abbiamo e questo mandiamo).
Allego carta più aggiornata di quella di ieri sul dispiegamento navale nella regione.

PS - Biden, e soprattutto il gruppo di sociopatici e sociopatiche che gli sta dietro, ha urgente bisogno di una vittoria o di qualcosa da spacciare per vittoria prima che inizi la campagna elettorale per le presidenziali 2024. Se immagina che la vittoria facile sia questa, temo di avere brutte notizie.
Il riadattamento woke.

Michele Morrone

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Lo Yemen afferma che trasformerà il Mar Rosso in un “cimitero” dopo che gli Stati Uniti avranno annunciato la coalizione marittima

Il ministro della Difesa dello Yemen ha denunciato la formazione di una task force marittima guidata dagli Stati Uniti nel Mar Rosso per proteggere il passaggio delle navi mercantili dirette ai territori occupati da Israele, avvertendo l'alleanza occidentale che qualsiasi attacco al suolo yemenita avrà conseguenze disastrose.

PressTV - Tramite Laura Ruggeri

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
L'operazione USA Guardiano della Prosperita' annunciata dal segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin viene spacciata come una missione internazionale per salvaguardare la libera navigazione nel Mar Rosso. I paesi che parteciperanno ai pattugliamenti congiunti sono Canada, Norvegia, Regno Unito, Francia, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Seychelles e Bahrein, solo l'ultimo un paese mediorientale, tra l'altro minore. Va sottolineato che mancano i paesi più interessati a queste rotte mercantili, vale a dire Cina e India. Altro che messa in sicurezza della libera navigazione, qui si tratta di un avvertimento mafioso alla Cina e ai Brics+ oltre che un modo per marcare il territorio e ribadire ai paesi dell'Asia, il cui traffico commerciale con l'Europa passa in larga misura dal Mar Rosso e dal canale di Suez, che gli USA non intendono rinunciare al controllo dei mari. @LauraRuHK
NUOVOATLANTE
di Alessandro Orsini

Ucraina. Ormai l’Ue ha perso la guerra e Crosetto non vuole perdere la faccia

Il problema politico del nostro tempo è questo: l’Unione europea è entrata nella guerra in Ucraina senza una strategia e, quindi, senza un’idea del “dopo”. Siccome l’Ucraina ha perso la guerra, il dopo è arrivato. E nessuno sa che cosa fare. La classe dirigente dell’Unione europea, sempre più corrotta, ha smarrito la capacità di guida.

Ma procediamo con ordine
iniziando dal panico che si sta diffondendo in tutti gli ambienti atlantisti, Corriere della Sera incluso, con gli articoli semi-tragici di Paolo Mieli costretto a riconoscere che in Ucraina tutto crolla. Fa eccezione il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Fazzolari che, in piena apparizione mariana in stile Medjugorje ad Atreju, ha visto l’Ucraina vincere trionfalmente sulla Russia. Praticamente non c’è punto d’attrito in cui gli ucraini non vengano massacrati tutti i giorni come la reputazione di Mario Draghi che aveva giurato sulla sconfitta della Russia e adesso viene addirittura proposto da Macron come prossimo presidente della Commissione europea in base alla logica secondo cui chi non prende nemmeno un voto occupa le posizioni apicali. La verità è che l’Ucraina è finita, ma tutti coloro che hanno sostenuto questa guerra non possono dirlo. L’Ucraina ha perso la guerra perché combatte per un obiettivo che non può raggiungere ovvero liberare cinque regioni: Crimea, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk. Draghi è probabilmente il politico più fallito del mondo dopo Ursula von der Leyen e anche il più celebrato.

Dicevo che l’Ucraina crolla, come afferma persino Budanov, capo dei servizi segreti militari di Zelensky, il quale parla di soldati che non vogliono più combattere e dell’ultima mobilitazione abortita. Con le campane a morto in sottofondo, Budanov ha detto ieri: “Si pone la seguente domanda: tutte le persone che volevano venire [nell’esercito], sono venute. Chi viene chiamato ora? Purtroppo non ci sarà una risposta buona. Se non troviamo una motivazione per loro, allora non importa quante persone – forzatamente, non forzatamente o in base ad alcune norme legali – spingeremo nell’esercito, la loro efficienza sarà quasi nulla. In linea di principio, questo è ciò che sta accadendo di recente, e anche questo deve essere riconosciuto con franchezza”. Gli ucraini che scappano all’estero per non combattere sono talmente tanti che Zelensky ha dovuto accrescere vertiginosamente il numero delle donne arruolate.

Se tutto va bene, a Crosetto andrà malissimo: sarà il ministro della Difesa che dovrà metterci la faccia. Questo spiega l’ansia con cui vorrebbe investire il Parlamento italiano della decisione di inviare l’ottavo “pacchetto” di armi a un morto che cammina grazie alla terapia rivitalizzante della Nato che ha ammazzato un Paese per espandersi al confine con la Russia mandando l’Unione europea in recessione e migliaia di famiglie italiane sul lastrico. In preda al panico, Crosetto rischia di schiantarsi al suolo dall’alto dei suoi due metri e Salvini vorrebbe evitare di trovarsi sotto. Per questo motivo Salvini non vorrebbe inviare altre armi o, in alternativa, chiede che questo sia l’ultimo convoglio funebre. Se tutto andrà bene, sarà un disastro. Accade sempre quando le classi dirigenti si “corrompono” e non sono più in grado di guidare, nel senso inteso dalla teoria della circolazione delle élite di Vilfredo Pareto.

I corrotti si sorreggono tra loro. Il che spiega perché Ursula von der Leyen sarà probabilmente la prossima segretaria della Nato e Draghi il futuro presidente della Commissione europea.

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Ministero degli Esteri russo: La rotta artica potrebbe diventare un' alternativa al Canale di Suez. Secondo gli esperti, il traffico merci marittimo attraverso la rotta più breve tra i continenti attraverso il Canale di Suez, che collega il Mar Rosso e il Mediterraneo, è già diminuito di quasi un terzo. Alcune grandi compagnie di navigazione internazionali hanno smesso del tutto di utilizzare questa rotta; ora le navi sono costrette a costeggiare l'Africa da sud, allungando la rotta di ottomila chilometri. Dal punto di vista logistico e dei costi, la scelta delle rotte via terra non è migliore. Di conseguenza, il tempo di viaggio e il costo del trasporto merci sono aumentati. ▪️ Tutto ciò ha un impatto molto negativo sul commercio non solo asiatico ed europeo, ma anche su tutti i mercati mondiali. Per quelle navi che continuano a utilizzare la rotta breve attraverso il Canale di Suez, il costo dell'assicurazione è aumentato in modo significativo. L'operazione delle forze della coalizione “Guardian of Prosperity” annunciata dagli Stati Uniti per garantire la sicurezza della navigazione civile nel Mar Rosso rischia di creare l'effetto opposto; le operazioni militari non faranno che peggiorare questa stessa sicurezza. ▪️ Tuttavia, questo problema ha una soluzione abbastanza ovvia che è vantaggiosa per tutti, principalmente in termini economici, senza tenere conto delle tendenze politiche e delle contraddizioni. Negli ultimi anni, la Federazione Russa ha attivamente sviluppato e semplificato la navigazione lungo la Northern Sea Route (NSR), collegando il Mare di Barents e lo stretto di Bering. Questa è la rotta più breve tra Europa e Asia, anche rispetto alla navigazione attraverso il Canale di Suez.

▪️ L'ambasciatore del Ministero degli Esteri russo Nikolai Korchunov ritiene che la rotta artica possa rappresentare un'alternativa per le navi che desiderano modificare la rotta a causa degli attacchi dei ribelli Houthi nel Mar Rosso. Il tempo di viaggio attraverso Suez dai porti della regione del Pacifico all'Europa e' di circa 37 giorni. Attraverso la rotta artica ad esempio, le navi raggiungono la Gran Bretagna dai principali porti asiatici in circa 25 giorni. Se confrontiamo il percorso da Rotterdam a Yokohama, in Giappone, la differenza sarà di circa 13 giorni: 20 lungo la rotta artica contro 33 attraverso il Canale di Suez. O 7300 miglia nautiche contro 11200. Si risparmia e non solo il carburante. Naturalmente, i calcoli per il tempo di viaggio sono un po ' arbitrari, ma in ogni caso, la rotta Europa-Asia attraverso la Northern Sea Route è molto più conveniente che circumnavigare l'Africa. (Fonte:Topwar.ru) @LauraRuHK
PROBLEMI DI COMUNICAZIONE

Si stanno moltiplicando i "problemi di comunicazione" per la tenera avvoltoia della carità pelosa, fino a mettere a nudo il nucleo della sua
fiorente attività imprenditoriale nel campo editoriale-pubblicitario legato alle multinazionali statunitensi che hanno perimetrato il web all’interno dei grandi recinti dei social network.
E in effetti è anche un problema di comunicazione (quello sì!) ciò che affligge milioni di persone che subiscono a tempo pieno un costante processo comunicativo che le “ri-formatta”. Decenni di esposizione a chi ti hackera i valori, i desideri, le priorità: ed ecco le file di moltitudini che vanno a comprare il nulla purché con un buon ‘packaging’.
Il neocapitalismo chiede una piena e intima adesione alle sue regole. Perciò ha fatto crescere a dismisura i suoi campioni e i suoi eminenti influenzatori, che da soli sono immense “media company” che definiscono un nuovo senso comune, una nuova egemonia, uno stato spirituale che cambia il DNA di intere nazioni. Il neocapitalismo dei consumi-pacco ha bisogno di imbiancare i sepolcri con il marchio della bontà e di presentarsi compassionevole, inclusivo, ecologico, laddove tutta la sua logica è spietata, segregatrice, dissipativa. Sotto ci sono le ossa di popoli e generazioni consegnate a una remissiva precarietà.
«Dio ce ne scampi e liberi dei poveri arricchiti e dei cattivi che fanno i buoni», mi diceva mia nonna. Che ella vi sia influencer!

Pino Cabras

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇳🇪🇺🇳 NIGER. ORA L'ONU RICONOSCE LA GIUNTA MILITARE
Le Nazioni Unite hanno annunciato che la giunta militare che ha preso il potere in Niger dopo aver spodestato il presidente è ora il legittimo governo del Niger.
Il Comitato per le credenziali delle Nazioni Unite ha riconosciuto la giunta militare al potere del Niger come unico rappresentante delle autorità nigerine presso tutti gli organismi delle Nazioni Unite. (via Africa Intel)

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Forwarded from Vi racconto la Russia (Marco Admin)
Media is too big
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Shoigu:
"L'Ucraina ha ricevuto 203 miliardi di dollari da sponsor esterni, ovvero 30 miliardi in più del suo PIL. In realtà, questo è un paese in bancarotta, poiché una parte significativa di questi fondi sono prestiti che devono essere rimborsati. In totale, Kiev è stata fornita con: 5.220 carri armati e veicoli da combattimento di fanteria, 28 aerei, 87 elicotteri, 23.000 UAV, oltre 1.300 sistemi di artiglieria, inclusi 494 obici. 2.650.000 proiettili di calibro 155 mm e 122 mm. Le truppe NATO gestiscono i sistemi di difesa aerea. Nelle intercettazioni radiofoniche, registriamo i discorsi americani, polacchi e britannici".

Relativamente alla controffensiva ucraina:
"159mila militari tra uccisi e feriti, 121 aerei, 23 elicotteri, 767 carri armati, di cui 37 Leopard, 2348 veicoli da combattimento di fanteria, di cui 50 Bradley, sono stati distrutti. A quanto pare, questo è il motivo per cui ancora non vediamo sul campo di battaglia gli Abrams americani, consegnati diversi mesi fa.
Dall'inizio dell'operazione militare le perdite delle forze armate ucraine hanno superato 383mila unità tra militari uccisi e feriti, 14mila tra carri armati, veicoli da combattimento di fanteria e mezzi corazzati, 553 aerei e 259 elicotteri, 7.500 tra cannoni e artiglieria da campo sono stati distrutti. L’Ucraina ha effettuato 9 ondate di mobilitazione, la decima è in corso. Attualmente vengono arruolati anche coloro che hanno una idoneità limitata al servizio militare".

@skabeeva

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Mentre la Ferragni si scusa sul caso Balocco, annunciavamo il caso delle uova di Pasqua pubblicizzate attraverso il medesimo schema ingannevole

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Forwarded from Comitato Ascoltami
⚠️⚠️⚠️ COMUNICAZIONE IMPORTANTE ⚠️⚠️⚠️

💪🏼 Il 12 Gennaio dalle 12 alle 16 il Comitato Ascoltami scende per la prima volta in Piazza davanti alla procura di Roma per chiedere di NON archiviare la NOSTRA denuncia a Speranza e Magrini.

📢Chiederemo Verità e Giustizia.

⚖️ La legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale degli altri. (George Orwell). Noi fermeremo questa ennesima deriva.

Chiediamo a chi è con Noi di sostenerci, con la presenza.

Saremo in piazza con gli altri firmatari della denuncia:
O.S.A. Italia (Operatori Sicurezza Associati) e O.S.A. Polizia, l’ex senatrice Bianca Laura Granato, il sindacato dei Finanzieri, il Comitato Salvaguardia (parenti di decessi improvvisi) e il supporto del Silenzio degli Innocenti. Cammineremo quindi a fianco delle forze di polizia, con loro, insieme. Insieme a chi ha subito un decesso improvviso. Insieme a persone non vaccinate e per questo vessate. Insieme a persone vaccinate non danneggiate.

L’iscrizione nel registro degli indagati di Magrini e Speranza è il RISULTATO concreto e UNICO (anche in Europa) di un’azione del Comitato Ascoltami supportati dai legali di ALI.

Ci saranno le
TV internazionali. Il Direttivo sta mobilitando tutto ciò che può: persone, giornalisti, contatti. È il momento di alzarci e prenderci ciò che ci spetta. Con forza gentile. Dignitosamente. Senza urla ma con determinazione.
Si Abbiamo bisogno di GIUSTIZIA e non possiamo permetterci che venga archiviata la nostra denuncia.

UNITI e COMPATTI saremo insieme in Piazza. Abbiamo bisogno di ognuno di voi.
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Crisi del Mar Rosso: cosa sta succedendo di Giorgio Bianchi.

Cinque grandi compagnie del trasporto marittimo hanno ordinato alle loro navi di sospendere i viaggi attraverso il Mar rosso, a causa della minaccia di attacchi da parte degli Houthi, una milizia dello Yemen sostenuta dall’Iran. La decisione rischia di dare una forte battuta d’arresto al traffico commerciale che passa per il Canale di Suez, in Egitto, rallentando l’intera catena di approvvigionamento globale.

Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, gli Houthi hanno attaccato 10 navi cargo, di cui una è stata catturata, e lanciato circa 36 droni contro navi militari degli Stati Uniti e del Regno Unito operanti nella zona, tutti abbattuti senza danni. Le operazioni militari sono state rivendicate come un gesto di sostegno ad Hamas.

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Forwarded from Guerra nordica (Alessandro Maccari)
LA FINLANDIA FIRMA IL PATTO DI DIFESA CON GLI STATI UNITI, LA RUSSIA CONVOCA L'AMBASCIATORE

Il Ministero degli Esteri russo ha convocato ufficialmente l'ambasciatore finlandese a Mosca Antti Helanterä, a seguito della firma, avvenuta ieri, del patto di mutua difesa con gli Stati Uniti.

Maria Zakharova, portavoce ufficiale del Ministero, ha sottolineato che la Russia prenderà le contromisure necessarie per controbattere le politiche aggressive di Helsinki e dei suoi alleati della NATO.

Il patto DCA, firmato a Washington dal ministro della difesa finlandese Antti Häkkänen, consente agli Stati Uniti di schierare truppe nel territorio finlandese, e di costruire infrastrutture militari anche nei pressi del confine russo.

Guerra Nordica

https://yle.fi/a/74-20065826
Mes e Kiev nella Ue: Tajani contro i nostri interessi
DI ELENA BASILE

Ho conosciuto abbastanza bene il ministro Antonio Tajani quando ero ambasciatrice a Bruxelles e lui era presidente del Parlamento europeo. Veniva in residenza, inviava fiori e mi elogiava in pubblico. Ci siamo ritrovati a lavorare insieme all’Istituto di Cultura, al Parlamento europeo e col Gruppo di Iniziativa italiana che riuniva le imprese italiane presenti a Bruxelles. Arrivato al ministero degli Esteri, cosa rara per un ministro, ha dimenticato le lodi pubbliche alla sottoscritta e si è inchinato alla cupola burocratica che osteggiava la mia carriera per l’indipendenza di pensiero che già allora mostravo.

Ma lasciamo da parte queste banalità e guardiamo alla sostanza delle posizioni espresse dal ministro in un’intervista a Claudio Cerasa sul Foglio, che fortunatamente il giornalista afferma di avere ottenuto in tratto di strada fatto a piedi; altrimenti, data la povertà dei contenuti, saremmo portati a dubitare della sua competenza.

Il Consiglio europeo ha aperto i negoziati con l’Ucraina, ma non è riuscito a fare approvare il nuovo pacchetto di aiuti grazie all’opposizione di un sovranista di destra, l’ungherese Orbán, un tempo amico della presidente del Consiglio e ora tenuto a distanza con la solita altalena di posizioni che caratterizza inevitabilmente una destra di governo. Tajani difende l’ingresso dell’Ucraina in Europa e il pacchetto di aiuti appellandosi alla nota propaganda in base alla quale dobbiamo essere coerenti con i nostri principi e difendere un Paese dall’aggressione del “lupo cattivo”. Di fatto, come tutti sanno, nel marzo del 2022 l’Ucraina poteva essere libera, neutrale e recuperare al prezzo del ritiro delle sanzioni la maggior parte dei suoi territori oggi occupati da Mosca. Quel che stupisce è che l’ex presidente del Parlamento europeo, che ben dovrebbe conoscere meccanismi e procedure dell’Ue, non abbia realizzato come l’ingresso di un Paese fallito, su cui la sovrana della finanza BlackRock ha già fatto shopping a vantaggio degli Usa, un Paese da ricostruire interamente, peserà negativamente sul bilancio economico di un’Europa in recessione, non in grado di investire nei beni comuni (sanità, istruzione, infrastrutture).

Ma il danno non sarà solo economico. L’allargamento feroce degli ultimi anni a Paesi lontani dall’acquis come Ucraina e Moldavia, obbedisce a logiche geostrategiche: al disegno, prima anglosassone e ora mutuato dai nordici, dai Baltici, dalla stessa Olanda, di un’Europa libero mercato e senza approfondimenti. Il ministro insiste nel conciliare posizioni antitetiche con un grande sberleffo alla logica: niente paura, l’Europa può difendere la “libertà occidentale” e allo stesso tempo con la doppia o tripla velocità continuare il progetto degli Stati Uniti d’Europa. Il nocciolo duro andrà avanti. Una cantilena che ascoltiamo da anni e che al tempo mi ritrovavo a difendere con gli scettici svedesi. Ora errare è umano, ma perseverare…

Dall’allargamento in poi l’Europa si è diluita, il progetto mercantilista che ha ucciso l’idea di una comunità fornita di istituzioni politiche federali non ha fatto che regredire. Pochissimi i passi in avanti sulla riforma dei trattati e della governance economica, sulle politiche comuni. Gli Stati un tempo federalisti come Germania e Italia sono dominati all’interno da forze euroscettiche e l’unica unanimità nella politica estera, celebrata persino dal presidente Sergio Mattarella, è nell’appiattimento totale agli interessi statunitensi.

Il ministro difende il Mes, strumento che esiste come àncora di salvataggio in caso di crisi, ma che non deve essere necessariamente utilizzato. Non è così, ministro, lei non può non saperlo. Nessuno Stato europeo è minacciato dal Mes quanto l’Italia. Anche il Belgio che ha un debito importante ratifica il Mes, ma non ha alcuna intenzione di utilizzarlo in quanto non ha problemi a recuperare il finanziamento del debito sul mercato.

Segue...
Siamo noi, signor ministro, che realisticamente in caso di crisi avremmo problemi a reperire i capitali e saremmo obbligati a utilizzare uno strumento che – solo i ciechi non lo comprendono – è un’arma a doppio taglio in grado di strangolare la nostra economia.

La destabilizzazione della frontiera orientale dell’Europa e la rottura della relazione privilegiata russo-tedesca sono un colpo duro all’Europa continentale e mediterranea a vantaggio della cosiddetta nuova Europa orientale, baltica, scandinava. Forza Italia è un partito che ben conosceva l’importanza del dialogo con Mosca, oggi tradito a beneficio esclusivo di Washington.

Signor ministro, la prego, difenda gli interessi italiani ed europei, non quelli della nuova oligarchia che ci governa e ha già ridotto l’Europa alla recessione, al vassallaggio e dimenticato i due obiettivi-chiave della costruzione europea: Pace e Prosperità.

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