Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Il mio post su Cecchettin, oltre a TANTISSIME persone normali, equilibrate ecc... ha fatto venir fuori anche una minoranza di picchiatelli divisi in due squadre ugualmente agguerrite e combattive. Quella che Cecchettin è malvagio, se ne frega della figlia, è satanico, omicidio massonico, anzi la ragazza e viva e suona l'ukulele con Elvis in un atollo del Pacifico e quella di: Cecchettin è l'uomo del destino, Egli, insieme a fabiofazio e lorenzotosa evangelizzerà il maschio malvagio, deciolizzandolo e risolvendo così 'sto fatto dei femminicidi.

Io direi che è il momento di affittare il Colosseo, buttarli tutti dentro con i leoni, ci mettiamo pure i maneskin e forse risolviamo una bella fetta di problemi.

Alberto Scotti

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Una delle leggende alle quali i nostri "analisti" sono maggiormente affezionati è che la Russia non abbia ormai né uomini né mezzi e sia ridotta a mandare al fronte carcerati, casi umani che per mille rubli ammazzerebbero la madre e fondi di magazzino degli anni '60. I motivi di questa affezione sono ovvi ed evidenti: sì, la controffensiva ucraina è fallita miseramente ("non ha raggiunto la totalità degli obiettivi che si era prefissata"), le speranze di recuperare territorio sono prossime allo zero ("la guerra è in fase di stallo") ma la Russia è conciata peggio e non si riprenderà mai più, al contrario dell'Ucraina che grazie ai futuri finanziamenti NATO e UE è avviata a un futuro radioso e pur perdendo (per modo di dire, naturalmente!) la guerra alla fine la vincerà.
Nessuna di queste cose è vera, chiaramente, ma abbiamo visto che la verità, o almeno una sua decente approssimazione, non è tra le esigenze primarie di chi racconta il conflitto. La verità, o almeno una sua decente approssimazione, è invece che l'esercito russo di fine 2023 è notevolmente più numeroso, meglio armato e meglio equipaggiato di quello di inizio 2022. Perché non c'è niente di meglio di una bella guerra, possibilmente contro un pari o un quasi-pari strategico, per toglierti l'illusione che il tuo esercito sia congegnato bene. E quindi, se (a differenza del tuo avversario) la tua struttura produttiva è intatta e già in tempo di pace superiore alla sua, metti mano ai ripari. Hai tamponato coi galeotti e coi T-62, e ora stai producendo sistemi d'arma ed equipaggiamenti che non hanno più niente a che vedere con quelli coi quali hai avventatamente provato a fare il regime-change a febbraio 2022.
Gli esempi sono moltissimi - le bombe guidate, i Lancet con autonomia raddoppiata, le cupolette Volnoretz per contromisure elettroniche in dotazione a ogni blindato, le coperture per ridurre la traccia termica dei mezzi, l'integrazione tra aerei A-50 e missili S-400, eccetera (magari ci farò dei post più avanti, se a qualcuno interessa la roba tecnica) e non si limitano solo alle armi ma anche all'equipaggiamento individuale, e così arriviamo alle foto che ho allegato.
Che questa sia la guerra dei droni è un'ovvietà: dei droni, dell'artiglieria, e delle armi leggere. La conseguenza è l'aumento spropositato di ferite multiple e la possibilità molto concreta che i feriti non possano essere evacuati dal campo di battaglia, o perché non si fa in tempo (per via appunto delle ferite multiple e del dissanguamento che provocano) o perché gli onnipresenti droni rendono impossibile l'evacuazione. Il risultato è un numero abbastanza elevato di feriti che muoiono quando invece potrebbero essere salvati. L'esercito russo si è posto dunque il problema di come fare a minimizzare i rischi di ferite che portino dissanguamento in tempi troppo rapidi (il che contrasta con un'altra favola alla quale gli "analisti" sono molto affezionati, che la vita dei soldati russi non valga, per le autorità civili e militari, nulla). Il risultato di questa preoccupazione lo vedete nelle foto, che vengono da un manuale che sta circolando "sui canali che frequento io" (copyright Giuliano Marrucci) e che vi agevolo come screenshot sperando che l'FSB non mi venga a pigliare a casa (ma non penso, alla fine è tutta pubblicità). Si tratta del nuovo sistema di equipaggiamento per le truppe di prima linea, chiamato "KBS-Strelok", che va a sostituire il vecchio "Ratnik" che vecchio non è per niente, e non è nemmeno male - ma questo è parecchio meglio (lo ha sviluppato la Triada-TKO, una delle ditte della galassia Kalašnikov che non si limita affatto a produrre fucili).
Foto 1: l'equipaggiamento nel suo insieme, che si indossa al di sopra della normale divisa. Ho cerchiato i punti in cui si è intervenuti per aumentare la protezione: collo, spalle/ascelle, braccia, inguine, bacino/parte superiore della coscia, che sono quelli dove maggiore è il rischio di dissanguamento anche per ferite non particolarmente gravi. L'intervento sulla protezione dell'inguine è particolarmente importante: la piastra protettiva usata in precedenza per il "Ratnik" era un pezzo unico e limitava la mobilità, ragion per cui spesso non veniva utilizzata. Questa è fatta "a foglie" e permette ogni movimento.
Foto 2: l'equipaggiamento completo. È modulare, si può adattare a seconda delle esigenze e delle preferenze individuali.
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Pubble fantastica come sempre !!! 🤩🤩🤩🤩🤩

GINO CECCHETTIN : CHE (BRUTTO) TEMPO CHE FA.

https://www.youtube.com/watch?v=wFLCNZPLwXM
Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Le rassegne stampa che arrivano sulle scrivanie dei diplomatici europei sono un pot-pourri mefitico in cui domina la puzza delle fake news prodotte in serie e poi amplificate a reti e testate unificate. Si tratta di un circolo vizioso tra politici che rigurgitano informazioni false lette sui giornali e giornalisti che poi le ripubblicano in un riciclaggio infinito di tali narrazioni fantasiose. Vedi Antonio Tajani, che insieme ai ministri degli esteri di Francia e Germania applaude alla proposta di Josep Borrell di creare “un regime sanzionatorio contro i dirigenti di Hamas in solidarietà ad Israele”. Secondo Tajani Hamas si è macchiato di crimini immondi: “Andare a cercare la gente casa per casa, uccidere i bambini di tre mesi, violentare donne e poi ucciderle, giocare a calcio con i seni delle donne è una cosa che grida vendetta e non può essere accettata da nessuno”. Dove abbia letto questa valanga di cazzate non e' dato sapere.

Il ministro degli esteri italiano ha poi sottolineato che non si possono bandire i coloni israeliani dall’area Schengen in quanto "i coloni non sono un’organizzazione terroristica. Quella di usare violenza o di aggredire la popolazione palestinese in Cisgiordania è una scelta che non condivido, ma non possiamo equiparare Hamas ai coloni ebrei che vivono la’." Ecco. Secondo Tajani i coloni che dopo aver compiuto una pulizia etnica dei territori palestinesi sparano a chi vorrebbe solo ritornare nelle proprie case sono legittimati a farlo, non si sa da chi, nonostante queste occupazioni siano state condannate anche dall'ONU. @LauraRuHK
DAL VIETNAM A GAZA

Gli imperi terminali e le guerre inutili
AVVENTURE CHE DIVENTANO DISASTRI - Interessi militari e industriali accecano la capacità di giudizio: le amministrazioni Usa hanno scelto l’autolesionismo. E i morti sono boomerang geopolitici: ecco la mappa
DI PINO ARLACCHI

C’è un filo che collega le guerre imperiali contemporanee, dal Vietnam a Gaza. Il filo dell’autolesionismo di chi le scatena, cioè della stupidità dei loro perpetratori, intrecciata con l’oscenità dei loro effetti sulla popolazione civile e sugli stessi combattenti.

Il detto di Clausewitz che “la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi” è molto popolare. Ma è anche molto logoro, perché a ben vedere è una mezza verità, che vale solo per le guerre di conquista, scatenate da un potere imperiale in espansione, la cui politica estera consiste nella predazione di risorse altrui e nell’intimidazione dei concorrenti attuali o potenziali.

La guerra si tramuta poi in una gravosa necessità nel momento in cui la politica del vincitore è diventata quella di salvaguardare il bottino dalle mire dei competitori e dalla reazione armata degli assoggettati.

Ma è nel momento del declino di una potenza egemone che la guerra divorzia dalla politica, ed è costretta a mostrare la sua natura più profonda, cioè la sua oscenità e stupidità assolute. Oscenità per lo scempio di vite innocenti e di soldati causato da operazioni militari sempre più sbagliate e sconsiderate. E stupidità nel senso di un danno che lo stupido – secondo i manuali sul tema – infligge a se stesso oltre che agli altri.

Gli imperi declinanti tendono a fare delle guerre inutili, prive di un lucido calcolo dei costi e dei benefici. Avventure che si risolvono in disastri che accelerano anziché rallentare la fase terminale della loro supremazia. Dal Vietnam a Gaza, si sono combattuti conflitti che il più forte poteva evitare se la nebbia della stupidità, emessa copiosa dagli interessi industriali e militari in gioco, non ne avesse compromesso la capacità di giudizio.

C’è qualcuno in grado di dimostrare quale vantaggio abbiano tratto gli Stati Uniti dalla guerra del Vietnam? Il cosiddetto “effetto domino” – cioè il contagio che una vittoria dei vietcong comunisti avrebbe inferto all’Asia e che avrebbe imposto l’intervento militare in quel Paese in nome del mondo libero – non si è visto. Non c’era prima, e non si è manifestato dopo la sconfitta e il ritiro delle truppe americane al prezzo di 58 mila morti da un lato e tre milioni dall’altro.

Ancora più inconsistente è stata, poi, la motivazione dell’invasione dell’Afghanistan nell’ottobre 2001, un mese dopo l’11 settembre. Quel Paese è stato attaccato perché non si poteva attaccare l’Arabia Saudita, patria di 15 dei 19 dirottatori contro le due Torri. I talebani non avevano avuto alcun ruolo nell’attentato, la cui matrice saudita era subito emersa, ma doveva essere nascosta perché di possibile grande imbarazzo per il presidente in carica e per la famiglia Bush in rapporti di affari decennali con l’establishment saudita, famiglia Bin Laden inclusa. L’occupazione si è conclusa 20 anni dopo con una sconfitta militare, politica ed economica senza attenuanti. E con il ritorno dei talebani.

Due anni dopo è stato il turno dell’Iraq, invaso e occupato perché il suo governo avrebbe detenuto armi di distruzione di massa. Mai trovate dopo l’invasione perché mai esistite. Il danno politico autoinflitto qui è consistito in un cambio di regime risoltosi in un governo iracheno favorevole all’Iran, cioè al maggiore avversario degli Stati Uniti nella regione. Il danno economico è stato quantificato in quasi 2.000 miliardi di dollari finiti nelle fauci dell’industria militare e in un contributo al super-indebitamento di Washington. Con la ciliegina sulla torta – come ammesso da Obama nel 2015 – della nascita dell’Isis come effetto della guerra.

Segue...
L’assalto alla Siria di Assad nel 2011 è stata una guerra largamente per procura, dove gli Usa di Obama hanno armato e finanziato formazioni terroristiche sunnite riconducibili ad al Qaeda e a quelle degli autori dell’11 settembre. Ne è risultata una guerra civile da 500 mila morti, terminata con l’intervento della Russia e dell’Iran a fianco di Assad, che è adesso al potere più forte di prima.

Ucraina. È vero che è stata la Russia ad attaccare l’Ucraina in risposta a 30 anni di espansione minacciosa della Nato fino ai suoi confini. Ma lo scontro poteva durare solo poche settimane perché Mosca e Kiev avevano raggiunto un accordo secondo cui i russi avrebbero ritirato le proprie truppe in cambio della neutralità dell’Ucraina. Com’è noto, l’accordo fu sabotato dall’intervento dell’Europa e degli Stati Uniti, che hanno trasformato il conflitto tra Russia e Ucraina in una guerra tra Nato e Russia. La quale sta emergendo vittoriosa sia sul piano militare sia su quello politico, godendo della neutralità o dell’appoggio della “maggioranza globale”, cioè del 90% degli Stati del pianeta.

Valeva la pena di aggiungere 300 mila morti e la devastazione dell’Ucraina alla lista delle sconfitte imperiali?

Anche il conflitto tra Israele e palestinesi di Gaza è guidato dalla sindrome autolesionista di un impero che tramonta. Lo Stato di Israele e le sue forze armate sono tenuti in piedi dal sostegno incondizionato del governo Usa, che è il decisore di ultima istanza di ciò che fa Tel Aviv. Siccome tutto lascia pensare che Hamas non sarà distrutto né militarmente né politicamente perché ha già raggiunto i suoi obiettivi – la propria sopravvivenza dentro e fuori Gaza, il ritorno della questione palestinese al centro dell’agenda politica mondiale, la fine del mito dell’invincibilità dell’esercito di Israele e dell’infallibilità della sua intelligence – è il caso di continuare a seguire un altro canone della stupidità? Quello definito da Einstein come la pretesa di ottenere risultati diversi ripetendo sempre la stessa azione. Dal Vietnam a Gaza.

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
La festa è finita e nessuno vuole pagare il conto. Più di cento esponenti politici europei invieranno martedì una lettera congiunta alle loro controparti negli Stati Uniti, chiedendo al Congresso di sbloccare ulteriori aiuti militari all'Ucraina in un momento in cui i legislatori statunitensi hanno lottato per trovare un accordo.

La lettera aperta, esaminata da Reuters, è stata firmata dai politici di almeno 17 Paesi, tra cui Francia, Germania, Italia, Polonia e Irlanda, ed è un segno delle crescenti preoccupazioni in Europa per la continuità del sostegno statunitense all'Ucraina.

Il documento giunge proprio mentre il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy si reca a Washington per esporre le proprie ragioni.

"Sentiamo le preoccupazioni espresse dai nostri amici americani. Per anni i leader americani, democratici e repubblicani, hanno chiesto agli europei di assumersi maggiori responsabilità per la propria sicurezza. Concordiamo con questa legittima richiesta", affermano nella lettera i legislatori, guidati da Benjamin Haddad, deputato francese del partito del Presidente Emmanuel Macron.

I legislatori europei, che comprendono anche il tedesco Michael Roth, presidente della commissione Affari esteri del Bundestag, e Giulio Tremonti, suo omologo italiano, hanno affermato che gli europei hanno contribuito quanto gli Stati Uniti all'Ucraina dall'invasione della Russia.

"Inoltre, le spese militari sono aumentate in tutta Europa", hanno dichiarato. "Gli aiuti militari americani, tuttavia, sono di importanza critica e urgenti". La prossima tranche di aiuti all'Ucraina è stata bloccata dalla richiesta del presidente della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson e di altri repubblicani di non inviare altri fondi se prima non vengono prese misure per rafforzare il confine degli Stati Uniti con il Messico. (Fonte: Reuters) @LauraRuHK https://www.reuters.com/world/european-lawmakers-send-plea-congress-ukraine-aid-2023-12-11/
IL CONVEGNO DI SMEMBRATORI DI RUSSIE

Al Senato si è tenuto un interessante convegno a cura dell’ex ministro degli esteri italiano, Giulio Maria Terzi di Sant'Agata, oggi senatore meloniano, un pittoresco personaggio che alla locomotiva del suo interminabile nome assomma una vagonata di titoli: marchese, conte, barone, cavaliere del Sacro romano impero e signore di Sant'Agata. Soltanto per modestia si è presentato solo come Giulio Terzi, ma ha saputo tirar fuori lo stesso l’anima del conte, del barone, del cavaliere e anche del lup. mann. figl. di putt.
L’auspicio del convegno, infatti, era nientemeno che lo smembramento della Russia, un territorio troppo vasto per non volerlo riempire di vassalli e valvassori, anche se pare popolato da soggetti – i russi - ostinatamente recalcitranti rispetto a questi progetti: pare che i russi siano assurdamente propensi a dotarsi di forze armate di primordine e di un’economia che funziona, anziché di cavalli, alabarde e sanzioni-boomerang.
Il convegno era molto trasversale, visto che officiava i lavori anche l’ex sottosegretario piddino degli esteri, Gianni Vernetti, attualmente leader del Gruppo Italiano dell'Internazionale Liberale, un movimento numeroso che si riunisce frequentemente in una cabina telefonica.
Dopo lo smembramento della Russia, che evidentemente i nostri prodi cavalieri considerano un obiettivo alla portata, mi attendo le prossime tappe, tutte più semplici e razionali della prima:
1) Creare un partito per la colonizzazione di Marte con i mufloni;
2) Riconvertire l’Italia intera a un'energia basata sulla forza della mente di Gasparri;
3) Realizzare una rete di autostrade sottomarine intercontinentali con le pareti esterne di pandispagna;
4) Obbligare tutti i cittadini a parlare solo in rime durante il fine settimana.
Pare che ci fossero anche giornalisti che li prendevano sul serio, e non vedo l’ora di abbeverarmi ai loro resoconti.

Pino Cabras

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Forwarded from la fionda📕
INSTAGRAM CENSURA CHI CRITICA L'UE

Abbiamo pubblicato il post dove riformulavamo le grafiche autopromozionali che l'UE (con i nostri soldi) ha fatto per celebrare sé stessa. Abbiamo messo l'immagine di un bambino palestinese morto e ricordato che l'Unione Europea promuove attivamente il genocidio in Palestina. Risultato? Leggete anche voi

https://t.me/lafionda
Forwarded from Paolo Borgognone
In realtà non ha mai rischiato di perdere. Nemmeno per un attimo…
🎙 Discorso del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov al 21° Forum di Doha, 10 dicembre 2023

💬 [...]  Il dominio dell' “Occidente collettivo” aveva alla base una storia complessa, che ha visto lo sfruttamento spietato dei popoli e dei territori di altri Paesi. Nel corso di questi 500 anni gli Stati Uniti e i loro alleati hanno costruito un modello di globalizzazione che, a loro modo di vedere, sarebbe stato loro d’aiuto per poter rimanere i “numeri uno” nell’economia, nel campo militare, nella cultura, nella politica, e così via.

[...]

Al fine di stroncare tali sviluppi e di schiacciare qualunque tipo di dissenso, i nostri “colleghi occidentali” hanno deciso di rinunciare a tutti quei principi propri della globalizzazione che loro per decenni hanno “venduto” a chiunque. Tutto questo è stato sacrificato in nome di un “ordine mondiale basato sulle regole”. [...]

Ciò lo si può notare molto bene nei vari conflitti che l’Occidente ha fomentato un po’ in tutto il mondo. L’Occidente fa tutto nell’ottica di poter preservare la propria influenza ed egemonia: l’ingerenza negli affari interni degli altri Paesi, le sanzioni che contravvengono a ogni principio di concorrenza leale, il rovesciamento dei regimi e gli interventi militari diretti, come quelli a cui abbiamo assistito in Jugoslavia, in Iraq, in Libia, in Siria e in altri Paesi.

Ritengo che dovremmo accettare il corso oggettivo della storia, che rispecchia l’evoluzione di un mondo multipolare. Si dovrebbe prendere atto dell’esistenza di nuove organizzazioni, assetti e formazioni, quali i BRICS, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, l’Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico, l’Unione Africana, la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi e molte altre organizzazioni subregionali presenti in Africa e in America Latina, perché queste organizzazioni saranno i “tasselli” del nuovo mondo policentrico.

Leggere il testo integrale
Forwarded from Piccolenote
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Forwarded from la fionda📕
Pietra: materiale sovente impiegato per la costruzione di cuori
Alberto Bradanini

Nelle righe che seguono è assunta quale base di riflessione la coraggiosa analisi[1] della tragedia di Gaza da parte del politologo americano di scuola realista, John J. Mearsheimer.

Solo un cupo cinismo che rispecchia l’esecrabile deficit di etica umana che permea una società asservita a una capillare manipolazione consente di obliterare l’immensità dei… Continua... 👇
https://www.lafionda.org/2023/12/13/pietra-materiale-sovente-impiegato-per-la-costruzione-di-cuori/

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Sono molto affezionato a questa foto; quasi un mese in giro per l’Italia con un gruppo di grandissimi professionisti producendo contenuti di alto livello e conoscendo persone meravigliose; le elezioni sono andate come tutti sappiamo ma gli amici sono rimasti.
Fiorangela e Marco mi hanno sempre supportato in questi mesi, Massimo Berruti mi ha messo a disposizione i suoi scatti fotografici fatti durante il periodo pandemico, vere e proprie opere d’arte. Laura e Alberto (la coppia più bella del mondo!) hanno prodotto video fondamentali per la controinformazione oltre che aiutarmi a realizzare un’importante intervista e riempirmi di prelibatezze ad ogni mio passaggio da Firenze…
Giorgio Bianchi continua nella sua opera di divulgazione incessante, non ho mai visto un uomo spendersi così tanto per una giusta causa come ha fatto lui in quelle settimane.
Anche Giorgio, con la sua preparazione e la sua lucidità di analisi, sarà fra i protagonisti del mio nuovo documentario “Non è andato tutto bene”.
Un grazie di cuore a tutti loro.
Per contribuire alla realizzazione del documentario cliccate il seguente link:

https://playmastermovie.com/non-e-andato-tutto-bene

Paolo Cassina

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Giorgio Bianchi Photojournalist pinned «Il mio intervento di oggi per 100 Giorni da Leoni: https://www.youtube.com/live/rg9_FrNCsec?si=ohdOUFW0L4tRFdwz 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist»
Se scrivi come un robot o utilizzando chat gpt, il minimo che ti puoi aspettare è che prima o poi ti sostituiscano proprio con un robot: non si ammala, non sciopera e lavora h24 sette giorni su sette.
Robot per robot, a quelli in pelle preferiranno sempre il modello sintetico.

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Militari ucraini nel senato italiano?

Ieri nel senato italiano si è svolta la conferenza "i vantaggi di un mondo post-russia". La conferenza è stata trasmessa in streaming dal canale del senato. Ho già condiviso post che trattano degli argomenti di cui si è parlato e degli interventi dei relatori.

Non ho potuto fare a meno di notare una donna vestita con una mimetica e una patch con la bandiera ucraina al braccio. È normale che il senato ospiti, per una conferenza persone abbigliate in questo modo? La donna è una militare ucraina? Per l'ingresso era previsto un dress code, con obbligo di giacca e cravatta per gli uomini. La signora in mimetica rispettava il dress code femminile?

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