Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Netanyahu: "Assumeremo la piena responsabilità della sicurezza di Gaza dopo la guerra". Quindi nuovo colonialismo, nuove terre rubate ai palestinesi, nuove ingiustizie, nuove violazioni del diritto internazionale, nuovi crimini di guerra, nuovi crimini contro l'umanità, nuovi palestinesi sterminati impunemente dai soldati israeliani.
Insomma, l'Occidente, la civiltà moralmente superiore.

Alessandro Orsini.

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GIORNALISTI, INNANZITUTTO. Mi chiedo come si faccia a abiurare a ogni evidenza, a digerire il fatto di essere complici nella produzione di una propaganda che falsifica ogni verità a solo vantaggio degli interessi del padrone. Il mestiere di giornalista è oggi uno dei più infami che esistano. Pure, ne conosco che soffrono terribilmente perché non possono tirarsi fuori dal gioco in quanto "tengono famiglia" o perché il dissesto economico che ne conseguirebbe sarebbe fatale. Così da ormai troppi anni per chi ha esercitato una professione medica che ha come ultimo interesse quello di curare i pazienti, dovendo solo eseguire ordini che sono l'esatto contrario dei principi deontologici elementari, in una logica aziendale che bada ai profitti e non certo alla salute, che non fa guadagnare nessuno. E altrettanto vale per chi insegna nelle scuole, dove la conoscenza è sostituita con violenza da protocolli finalizzati a ben altro. Ciò che ho scritto è ovvio e risaputo, ma è asfissiante quanto ci si sia adattati per sopravvivere e senza alcuna prospettiva di futuro, senza alcun sogno di futuro. E così si prosegue, storditi e senza appello.
E ogni giorno pesa un millennio.

Aldo Nove.

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"Non c'è alcuna crisi umanitaria a Gaza" e non saranno concesse tregue perché consentirebbero ad Hamas di riorganizzarsi, dice l'ambasciatore israeliano presso gli States.

Nel frattempo, il ministero degli interni di Gaza annuncia la completa cessazione dell'attività di tutti i panifici per mancanza di farina e carburanti. Tra l'altro, come visto negli scorsi giorni, alcuni panifici sono stati bombardati.
Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Dopo che il padre ha contribuito alla distruzione dell'Ucraina, Alexander Soros discute di progetti per la ricostruzione del paese con il capo dell'ufficio di Zelensky, Andriy Yermak. @LauraRuHK
Spero che alla Verità siano rinsaviti dopo gli articoli deliranti dei giorni scorsi su Gaza, e che riprendano a rispettare il loro pubblico.
Comunque sia, ringrazio Francesco Borgonovo per avermi dato l'opportunità di dire la mia sul suo giornale.

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Spero che alla Verità siano rinsaviti dopo gli articoli deliranti dei giorni scorsi su Gaza, e che riprendano a rispettare il loro pubblico.
Comunque sia, ringrazio Francesco Borgonovo per avermi dato l'opportunità di dire la mia sul suo giornale.

Gaza, il cimitero dei buoni sentimenti

Uno dei principali problemi riscontrabili nella nostra società è quello dell’adolescentizzazione dell’opinione pubblica. Questioni assai complesse, spesso epocali, quali il Covid, il conflitto in Ucraina, il clima, il disastro umanitario in Palestina, vengono ridotti ai minimi termini, svuotate di qualsiasi contestualizzazione storica, sfrondate di tutti i diversi gradienti di interpretazione e presentate in maniera binaria alle masse. In un quadro del genere, il mondo sembra essere un semplicistico luogo del bene e del male. Un approccio adulto alle questioni imporrebbe di riconoscere che tutti gli attori presenti sullo scacchiere internazionale agiscono secondo rapporti di forza. La questione morale serve esclusivamente a vendere all’opinione pubblica l’azione d’imperio dettata da logiche di potenza.
In un sistema che si definisce “democratico”, prima di agire di forza bisogna garantirsi il sostegno, o quantomeno la neutralità della maggioranza dell’opinione pubblica. Noi siamo i civilizzati giardinieri che si oppongono ai selvaggi abitatori della giungla, come ebbe a dire in un certo senso Borrell. Prima di qualsiasi azione occorre pertanto aprirsi la strada a colpi di propaganda: Miloshevich, Saddam, Gheddafi, Putin sono i nuovi Hitler, Hamas è come l’Isis. Noi siamo gli esportatori della democrazia e dei diritti umani. Un po’ come in epoca coloniale gli occidentali si rappresentavano come civilizzatori che si opponevano ai selvaggi in preda a pulsioni animali.
Ovviamente la posizione preordinata in partenza dai "padroni del discorso" viene presentata come l’unica ragionevole, scientifica, responsabile, di buonsenso e morale; l’altra viene connotata con tutte le possibili sfumature negative, lasciando esplicitamente intendere che chiunque penserà di abbracciarla rimarrà immancabilmente marchiato dagli stigmi sociali ad essa associati. Se ritieni che la Russia abbia qualche ragione di preoccupazione nel tentativo di pulizia etnica ai danni dei russofoni e circa l’espansione della Nato ad Est sei un «putiniano»; se sostieni che Israele stia compiendo un genocidio a Gaza sei «antisemita» e sostenitore della jihad. Ciascuno di questi attori viceversa vede la questione per quello che è, ovvero come una manifestazione di forza, così come se ne vedono da millenni. Il problema tutto contemporaneo che sono costretti di volta in volta ad affrontare è soltanto quello di far digerire al popolino il massacro dettato da motivi egemonici come una questione vitale, necessaria al raggiungimento di più alti scopi di carattere etico/morale. Le vittime innocenti divengono agli occhi delle masse il prezzo da pagare per l’ottenimento di un ordine superiore.
Tutto ciò poteva anche andare bene fino a quando questo teatrino era funzionale al raggiungimento di un «ordine internazionale basato sulle regole» a guida statunitense. Ma nel momento stesso in cui il soggetto egemone si vede costretto ad abdicare all’ottenimento di tale risultato per sopraggiunta consapevolezza della sua irrealizzabilità, quelle narrazioni si trovano a poggiare sulle sabbie mobili delle contraddizioni generate dai singoli attori che si muovono in ordine sparso. In questo modo vengono lavate in un solo colpo di spugna tutte le contraddizioni del vecchio impianto e si inizia una nuova partita dialettica con presupposti nuovi e più facilmente difendibili, ovvero l’evergreen dei civilizzati contro i barbari. E i barbari per definizione sono subumani che cercano di invaderci, pertanto noi siamo legittimati a difenderci con ogni mezzo.

Segue...
Il massacro che si sta compiendo in questi giorni a Gaza è la rappresentazione plastica del cambio di paradigma. Secondo i parametri adottati finora per la guerra in Ucraina, quello che sta avvenendo in Palestina è semplicemente fuori scala, indifendibile, inaccettabile. Eppure c’è chi si sta coprendo di ridicolo pur di giustificarlo. Spesso contraddicendo affermazioni di fuoco pronunciate qualche mese prima. Anche le proposte avanzate per la soluzione della crisi, sono semplicemente fantascientifiche: due popoli due Stati. Altro che libro per bambini, qui siamo nel campo della fantapolitica. Chi gestirebbe le reti idriche ed elettriche? Come si dovrebbe fare con i confini vista l’assenza di continuità territoriale? I palestinesi potranno dotarsi di esercito e aviazione? Potranno detenere missili balistici? E i rifugiati all’estero potranno rientrare? Se sì dove verrebbero collocati, visto che sono milioni? Varrebbe per i palestinesi quello che è valso per anni per Israele?
Nessuno di questi temi viene mai affrontato realisticamente.
L’unica soluzione possibile sarebbe quella di un unico Stato con leggi uguali per tutti. Ma all’Impero piacciono gli stati etnici, ipernazionalisti, proprio come Israele e l’Ucraina che si va delineando. Come l’ "Israele curda" che ha tentato invano di istituire a cavallo di Iraq, Siria, Iran e Turchia. Amano il melting pot in Europa, ma, ove possibile, scelgono la formazione di entità statuali che ricalchino le linee di frattura etnico regionali: ex Jugoslavia docet. Divide et impera. E se non ci si riesce, allora meglio annacquare, come sta avvenendo nella vecchia Europa.

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Come i più intelligenti avevano capito fin da subito, anche dietro l'ondata di antisemitismo in Francia c'è Putin! Repubblica racconta l'agghiacciante storia di due moldavi che imbrattavano i muri di Parigi su mandato, forse, di un signore che vive in Russia. Il caso è chiuso. Il Corriere non si spiega come mai i giovani non solidarizzino con Israele che sta sterminando soltanto migliaia di bambini palestinesi nel nome della democrazia. Anche Travaglio, come noi, legge con gusto gli editoriali di Galli della (nella?) Loggia. Buon ascolto!

https://www.youtube.com/watch?v=Se6Pm61Q8Ek

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ALCUNI NUMERI SU CUI RIFLETTERE
L'IDF ha reso noto oggi che dall'inizio della guerra sono stati eliminati oltre 60 combattenti di Hamas considerati obiettivi strategici. A fronte di ciò:

▪️ Sono stati uccisi oltre 10.000 civili, tra cui più di 4.000 bambini, 48 giornalisti, 493 operatori sanitari e 18 rappresentanti della protezione civile (EMERCOM).
▪️ I bombardamenti e le incursioni israeliane hanno costretto quasi il 70% della popolazione di Gaza (pari a circa 1,5 milioni di persone) ad abbandonare le proprie case.
▪️ Durante i bombardamenti, Israele ha utilizzato circa 30.000 kilotoni di esplosivo, una media di 82 kilotoni per chilometro quadrato.
▪️ La metà degli ospedali e il 62% dei centri di assistenza sanitaria di base non funzionano (pari a 16 ospedali, 13 istituti medici e 32 centri sanitari).
▪️ 222.000 case sono state danneggiate, il 10% è diventato inabitabile.
▪️ 40.000 edifici residenziali e 88 edifici governativi sono stati completamente distrutti.
▪️ 222 scuole (un terzo del totale) sono state danneggiate, 60 scuole non funzionano più.
▪️ 56 moschee sono state distrutte, 192 moschee e 3 chiese sono state danneggiate.
▪️ Sono state colpite panetterie, ambulanze, convogli diretti a sud, oggi persino un camion di aiuti umanitari proveniente dall'Egitto che trasportava acqua minerale.

Tutto questo per eliminare 60 combattenti di Hamas. A grandi numeri, significa che per ogni terrorista o presunto tale eliminato da Israele muoiono in media circa 170 civili innocenti. Un massacro per eliminare poche decine di terroristi. Al di là del problema umano e umanitario, a noi pare anche una dimostrazione di scarsa attitudine militare.

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Forwarded from Piccolenote
🌐🇦🇫AFGHANISTAN; I TALEBANI ERADICANO L'OPPIO...

🔶I talebani vengono la guerra all'oppio.
🔶Dalle guerre dell'oppio contro la Cina alla guerra afghana (per tacer del Vietnam).

la motivazione dell’invasione dell’Afghanistan da parte degli Stati Uniti, che fu motivata come una guerra di contrasto al Terrore. Si può facilmente notare che il traffico di droga e terrorismo sono legati a un filo doppio. Riportando in auge l’oppio afghano, gli americani hanno alimentato quello che a parole dicevano di voler contrastare. A essere buoni, si è trattato di un’incredibile ingenuità…

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO
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🟩 https://bit.ly/45Y4MTK 🟩
Forwarded from Piccolenote
🚨🇮🇱PIÙ POTENZA ESPLOSIVA SU GAZA CHE A HIROSHIMA

🔶L'incredibile concentrazione di bombe su Gaza.
🔶Stati Uniti: i fatti contraddicono le parole.
🔶La bomba termobarica all'ospedale battista di Al-Ahli.

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO
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🟩 https://bit.ly/3FOzNyN 🟩
Menti malate
di Marco Travaglio

La tragedia di Gaza ne contiene altre due e non si sa quale sia peggio: purtroppo Netanyahu non ha un piano; e purtroppo Biden ha un piano. Il premier israeliano fa bombardare la Striscia alla cieca perché non sa che altro fare (sradicare Hamas è una pia illusione, come dimostrano i sette attacchi di Israele a Gaza negli ultimi 15 anni), ma deve mostrare di fare qualcosa (una mattanza che moltiplicherà adepti e kamikaze di Hamas, anche in Cisgiordania) e soprattutto sa che, finita la guerra, finirà la sua carriera politica (quindi la guerra deve durare il più possibile). Il presidente Usa, con la protervia ignorante tipica dei neocon e dei democrat, pensa di risolvere la questione paracadutando su Gaza l’ottantottenne Abu Mazen, più malandato e screditato di lui, indebolito dagli stessi americani e israeliani, e dicendo ad Hamas: “Scànsati che arriviamo noi”. È la geniale soluzione adottata in Afghanistan e in Iraq: arrivano i nostri, piazzano un fantoccio che piace a loro a decine di migliaia di chilometri, si illudono che per ciò stesso piaccia alla popolazione, poi scoprono che quella non gradisce e reagisce maluccio (in Iraq i sunniti spodestati dagli sciiti hanno fondato l’Isis, in Afghanistan i talebani si son bevuti in mezza giornata il famoso “esercito regolare” costato un occhio alla coalizione occidentale).

Mentre Sleepy Joe invita l’amico Bibi a imparare dagli errori Usa nella “guerra al terrorismo” che lo moltiplica da vent’anni, è il primo a ricascarci. Altrimenti smetterebbe di giocare a Risiko col mondo e si porrebbe il problema numero uno, almeno per chi esporta democrazia in tutto il globo terracqueo: la volontà dei popoli. Se si votasse oggi a Gaza e in Cisgiordania, Hamas trionferebbe più che alle elezioni del 2006, le ultime. Certo, si può dire ai palestinesi che devono ciucciarsi Abu Mazen senza eleggerlo, sennò sbagliano di nuovo a votare. Ma così anche i meglio disposti capiscono che, per farsi sentire, non c’è che la lotta armata: e Abu Mazen dura quanto un gatto in tangenziale. L’idea che, dopo tutto l’odio e i massacri, i palestinesi accettino di buon grado una “leadership moderata” (quella che gli scegliamo noi) può uscire soltanto da una mente malata: infatti è venuta a Biden. Un leader di media intelligenza si attiverebbe per dare loro un buon motivo per non votare Hamas e scegliersi rappresentanti migliori. Cioè taglierebbe l’erba sotto i piedi di Hamas che campa di odio e miseria, eliminandone le cause. Come? Fermando la strage e varando un piano Marshall di ricostruzione e investimenti a Gaza e in Cisgiordania, per portare sviluppo, lavoro e infrastrutture. Affinché i palestinesi votino bene, devono stare bene. È l’unica soluzione ragionevole: infatti non ne parla nessuno.

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La fine dell'egemonia mondiale degli USA - Manifestazioni in tutto il mondo contro Israele (e Stati Uniti) - la triste fine di Zelensky - Putin alle stelle nei consensi - altro malore coinvolge autista bus con ragazzi - danni da mascherina a scuola a Napoli. Questo e molto altro nella rassegna di mercoledì 8 novembre alle 8 con Riccardo Rocchesso e Giorgio Bianchi.

https://www.youtube.com/watch?v=2SXzJWXHy-k

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Giorgio Bianchi Photojournalist pinned «La fine dell'egemonia mondiale degli USA - Manifestazioni in tutto il mondo contro Israele (e Stati Uniti) - la triste fine di Zelensky - Putin alle stelle nei consensi - altro malore coinvolge autista bus con ragazzi - danni da mascherina a scuola a Napoli.…»
C'era una volta un bibitaro, diventò famoso frequentando i Vaffa Day, delle manifestazioni in cui si mandavano affanculo i politici. Il bibitaro divenne parlamentare promettendo che avrebbe ripristinato la sovranità italiana, che avrebbe tolto potere alle banche, alle lobby delle armi, dei farmaci etc. Il bibitaro divenne ministro degli esteri con governo del più spietato banchiere italiano. Nel ruolo di ministro disse di Putin che era peggio di un animale, venendo meno al suo ruolo di capo della diplomazia italiana e mettendo a rischio la sicurezza di tutto il Paese. Per questa ragione Giorgio Bianchi lo ha definito con le parole che meritava e l'ex ministro lo ha querelato. Tutti lo avevano insultato, con parole anche peggiori, persino i suoi ex compagni di partito. Ma lui ha querelato Giorgio, un giornalista indipendente, senza le spalle coperte. Il Corriere ha scritto che il prossimo 4 aprile ci sarà l'udienza preliminare, ma a lui e ai suoi avvocati non è stato notificato nulla. Magari il Corriere ha scritto l'ennesima balla. Comunque vada la mia fraterna solidarietà a Giorgio.

Adalberto Gianuario.

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🔴 Documentari

Contribuisci alla realizzazione del nuovo documentario di #PaoloCassina prodotto da #Playmastermovie

Dai creatori di Invisibili – NON E' ANDATO TUTTO BENE, le verità negate sul Covid19 – Una disamina a posteriori dei fatti accaduti durante i tre anni di emergenza Covid.

Protocolli sbagliati, cure domiciliari negate, tamponi inefficaci, obblighi vaccinali, Green Pass, movimenti di protesta e reazioni avverse da “vaccino” anticovid.

Sarà un lavoro corale realizzato con la collaborazione di tre grandi giornaliste che hanno contribuito in modo sostanziale a diffondere una narrazione alternativa a quella ufficiale: Tiziana Alterio, Angela Camuso e Marianna Canè. Ci saranno inoltre le voci autorevoli di professionisti che, in questi anni, si sono battuti per la verità come Alessandro Meluzzi, Vanni Frajese, Massimo Citro, Robert Malone, Mariano Bizzarri, Giuseppe Barbaro, Giorgio Bianchi, Alessandra Chiavegatti e molti altri ancora. Non mancheranno le testimonianze inedite delle persone colpite in modo diverso dalla pandemia e di quelle che hanno reagito coraggiosamente alle coercizioni di stato.

Il periodo della pandemia non può e non deve essere dimenticato perchè quello che è successo può servire da monito a noi e alle prossime generazioni.

Guarda il trailer e dai il tuo contributo
https://playmastermovie.com/non-e-andato-tutto-bene

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