Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Sono veramente simpatici i banchieri, italiani e non, che si vantano in tutti i pdf che fanno preparare in occasione delle trimestrali, dell' entità di prestiti ESG o SLL (prestiti legati a progetti sostenibili) erogati.

Fanno loro eco i giornalisti che lavorano presso giornali che campano grazie alle inserzioni pubblicitarie dei primi, i quali magnificano il lavoro da questi svolto tratteggiandoli quali moderni San Francesco intenti a parlare con gli uccelli mentre salvano il mondo dall' inquinamento, dalle disparità, dall' odio, dalla violenza e dalla povertà.

Realtà: in questi giorni, tutte le grandi banche stanno correndo presso i più grandi studi legali al fine di capire come comportarsi visto che hanno il sospetto (eufemismo) di aver concesso credito etichettato ESG o SLL utilizzato per sostenere progetti che, al massimo, possono essere qualificati come mero greenwashing.

Ancor di più, fanno ridere perché -sebbene ignoto all'uomo medio normalmente non interessato a queste cose- tutti nel mondo bancario sanno che dei $1.500 miliardi di prestiti ESG in circolazione, una grandissima parte è stata erogata senza neppure leggere i documenti sottostanti ai progetti ESG-SLL.

Quindi, le banche stanno recandosi dai grandi studi legali per chiedere di predisporre bozze di contratto che garantiscano alla parte creditrice il diritto di fare un "downgrade" sul prestito orginariamente venduto e messo a bilancio come ESG-SLL se, per caso, un giorno, si dovesse scoprire che il progetto green o socialmente sostenibile, in realtà, non era né green né socialmente sostenibile.

E' una situazione simile ai subprime: all' epoca, le banche concedevano mutui senza valutare il merito creditizio; oggi, hanno concesso prestiti senza valutare le metriche ESG-SLL. Il rischio è tuttavia differente: in passato finanziario in senso tecnico, oggi reputazionale (quello finanziario risiede nel fatto che queste aziende spesso per occultare i loro risultati ridicoli spingono sullo storytelling della sostenibilità).

Eric Packer

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Tempi duri per Belpietro, Mario Giordano e tutta la compagnia scodinzolante.

Giacomo Gabellini.

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Ram Ben-Barak, ex vicedirettore del Mossad, oggi membro della Knesset per il partito Yesh Atid di Yair Lapid, ha detto alla rete israeliana Channel 12.

"È meglio essere rifugiato in Canada che a Gaza. Distribuiamo i gazesi nel mondo. Sono 2,5 milioni, ogni paese se ne prende 25.000, 100 paesi. È umano, deve essere fatto. Se il mondo ha davvero l'intenzione di risolvere il problema palestinese, ha la capacità di farlo".

Il ragionamento viene presentato come laico, umano, di buon senso. E sono certo che vi sono in molti a ritenerlo tale. Dopo tutto quante volte ho sentito gente sbuffare dicendo che, "insomma, che se li ospitino gli altri paesi arabi, se gli piacciono tanto."

Ecco, siccome il test delle proposizioni morali è la reciprocità, ne propongo una variante.

"Distribuiamo gli israeliani nel mondo. Sono 8 milioni, ogni paese se ne prende 80.000, 100 paesi. È umano, deve essere fatto. Se il mondo ha davvero l'intenzione di risolvere il problema palestinese, ha la capacità di farlo".

Sarei curioso di sapere se agli stessi pare egualmente ragionevole, e se no, perché.

Andrea Zhok

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Israele ha subito l'attacco del 7 ottobre perché occupa i territori palestinesi. Quindi ha pensato di risolvere il problema occupando un altro territorio con una spruzzatina di 9000 civili palestinesi massacrati per rinfrescare l'aria con una pila di cadaveri. Ovviamente i media italiani appoggiano tutto questo con la stessa capacità critica di un cervello su cui sia stata posata una colata di lava incandescente.
Si può dire che siamo in mano a un gruppo di dementi?

Alessandro Orsini.

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Telecom Italia ha venduto poche ore fa a KKR l' intera rete fissa per 22 miliardi di euro.
Closing previsto per l'estate prossima.

Eric Packer.

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
La domanda di libri di testo in lingua inglese in Russia crolla.
Sempre più persone acquistano libri per l'apprendimento di lingue asiatiche

Il numero di libri di testo in lingua inglese venduti in Russia è diminuito di un terzo nei primi sei mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, ha riferito sabato l'agenzia di stampa RBK, citando i dati della più grande catena di librerie del Paese.

Un calo simile delle vendite è stato registrato per i libri che insegnano le altre principali lingue europee, ovvero il tedesco (29%), l'italiano (27%), il francese (24%) e lo spagnolo (8%).

Anche le vendite di libri di testo in lingua giapponese sono diminuite del 14%. Nel frattempo, le vendite sono aumentate per i libri di coreano (9%), cinese (4%) e turco (1%).

I funzionari russi hanno appoggiato la diffusione della lingua cinese, in quanto Mosca cerca di diversificare alcune delle sue catene di approvvigionamento danneggiate dalle sanzioni occidentali. La richiesta di personale in grado di parlare il cinese è cresciuta del 40% nei primi tre mesi del 2022, ha riferito lo scorso anno RBK, citando l'agenzia di ricerca del personale HeadHunter. Ad agosto, Andrey Fursenko, consigliere per l'istruzione e la scienza del Cremlino, ha dichiarato che un maggior numero di corsi di cinese sarebbe stato incluso nel curriculum delle migliori università di ricerca.

Allo stesso tempo, l'interesse per l'apprendimento del cinese, del coreano e del turco sta crescendo in Russia grazie ai programmi televisivi e alla musica. "I principali motori della popolarità di queste tre lingue sono i contenuti mediatici e la cultura pop, oltre alle opportunità accademiche e di carriera", ha dichiarato l'editore AST. (Fonte: RT) @LauraRuHK
Forwarded from Giubbe Rosse
Proteggiti anche tu. Col MES!

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Quindi, ricapitolando: la rete in mano allo stato no; la rete in mano ai privati che hanno devastato Telecom, spolpandone le parti redditizie ed oberandola di debiti per poi venderla ad un fondo straniero, sì.

Le autostrade in mano allo stato no; le autostrade in mano ai magliari che hanno intascato profitti stellari, con zero investimenti e qualche ponte crollato, sì.

Funziona benissimo questo liberismo all' italiana.

Eric Packer.

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Israele è l'emblema storico della legge del più forte come principale parametro di diritto.

Inizia con il terrorismo dell'Haganà negli anni '20 per far sloggiare i fittavoli palestinesi (e più tardi l'amministrazione inglese), prosegue sputando su ogni possibile risoluzione internazionale - forte del sostegno del fratellone bullo a stelle e strisce, utilizza permanentemente la legislazione militare sui territori occupati, trova coronamento oggi nel genocidio più vigliacco dalla seconda guerra mondiale, utilizzando la terza aviazione più potente del mondo per bombardare aree urbane densamente popolate, ospedali, ambulanze, campi di rifugiati, università.

E questo archetipo della legge del più forte viene presentato in Occidente come rappresentanza dello stato di diritto ed emblema della democrazia.

Infatti la funzione di Israele come avamposto del complesso militare-finanziario USA è sufficiente a garantirgli il sostegno del più forte apparato propagandistico al mondo, quello che non ha mai alcuna difficoltà a far apparire che la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza, gli aguzzini vittime e viceversa.

Andrea Zhok

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Forwarded from La durezza del vivere
L'IMO (organizzazione marittima internazionale, un'agenzia dell'ONU) è preoccupata per la sicurezza dei trasporti marittimi quando si tratta di auto elettriche con batterie agli ioni di litio. Le assicurazioni per i trasporti di questo tipo, intanto, costano una volta e mezza in più.
Ricordo per chi fosse interessato, il link del mio canale Telegram, dove pubblico anche le notizie e i commenti che sulle altre piattaforme rischierebbero di essere censurati. 

https://t.me/giorgiobianchiphotojournalist

Le inquietanti rivelazioni dei Twitter Files ci confermano una volta di più che Telegram rimane al momento l'unica piattaforma in grado di garantire alle notizie non filtrate e alle analisi non allineate, una circolazione adeguata al numero di persone che seguono il profilo. 
Pertanto vi invito ad unirvi al canale e possibilmente a farlo girare.
MACERIE URLANTI.
Di Pierluigi Fagan.

[...] Ricordo ai meno dotati in geografia, che tutto l’Occidente, conta più o meno la metà del mondo musulmano. E ricordo che il mondo africano, asiatico e sudamericano si specchia più facilmente nella condizione musulmana che non in quella occidentale, in questo caso, in sempre più casi.

Per quanto moralmente disdicevole come ha sostenuto l’altro giorno mi sembra Manconi ovvero che “i morti non si contano”, se dislochiamo il punto di vista e ci immaginiamo uno dall’altra parte che magari vive qui da noi, sottoposto come ognuno di noi alla decina di giorni e passa di anatomia del massacro ucraino che ha contato 450 morti e il fra un po’ un mese di circa 390 morti al giorno nella Striscia per un totale di poco meno che 9000 morti e più di 20.000 feriti, spesso incurabili, non si può non notare il doppio standard. I morti si contano eccome, quelli “nostri” sono sempre di più di quelli altrui, magari non di più quantitativo ma qualitativo. La cosa, per altro, in storia, ha una sua normalità è forse anormale pretendere il contrario.

Dove voglio arrivare? Volevo segnalare la radicale ed irreversibile perdita di ogni elemento di universalismo e soft power della nostra civiltà.

Il lavoro di schiere di teorici che, nei trascorsi anni hanno ammonito i detentori dell’hard power che con quello non si governa il mondo che ha bisogno di una mielosa egemonia valoriale per esser catturato cognitivamente nel sistema dominante, è stato gettato via di colpo. Ora, è chiaro e lampante a miliardi e miliardi di persone non occidentali, quello che siamo in sostanza. Non ci rendiamo conto dell’enormità della frattura che si sta creando con una civiltà che sorride per un bambino che fa finta di farci paura per ricevere una caramella e fa finta di niente per evitare si ascoltare l’urlo di terrore di un bambino che sta per morire dissanguato. Noi scherziamo sopra una tragica realtà solo perché noi siamo sopra le macerie e gli altri sono sotto le macerie e noi siamo quelli che hanno fatto le macerie. Tutto ciò è irrecuperabile, rimarrà a segnare un solco che non si potrà mai più colmare.

Non si tratta solo delle macerie di Jabalia, sono decine e decine le ingiustizie, le contraddizioni, le assurdità palesi che strizzano gli intestini che leggo frequentando le voci e le immagini dell’altra parte. Un racconto del terrore continuato e sordo ad ogni ragione a cui sono esposti ormai sei-sette miliardi di persone nel condominio planetario, ogni giorno. Non c’è bisogno di nessun tribunale di giustizia internazionale, l’istruttoria è presto fatta, la sentenza va in automatico, l’appello non potrà esser concesso, cause ed effetti talmente sproporzionati da non poter esser usate come attenuanti.

Tutto ciò è effetto della torsione imposta dagli Stati Uniti d’America a partire dalla guerra ucraina, l’idea di riquadrare e rendere omogenea e compatta la comunità occidentale da porre in chiara e dichiarata opposizione al resto del mondo. L’abbandono di ogni velleità mondialista, globalista, universale, egemone culturalmente. Quella partita è data realisticamente per persa. Si passa a noi contro tutti, mito fondativo: Fort Alamo.

Questo porta e porterà sempre più alla ricerca della coerenza interna a scapito di quella esterna. All’interno siamo tutti convocati a riempire di chiacchiere la realtà da cui ci allontaniamo in un nevrotico esercizio di evasione massa. Eccoci così a parlare di antisemitismo ed antisionismo, diritto di vendetta, scontro di civiltà, guerra santa vs jihad, drammi esistenziali sparati a nove colonne su qualche ingiustizia patita sul piano dei diritti civili, inclusività, resilienza, sostenibilità, merito e demerito, stupidità artificiale mentre volgiamo lo sguardo e le orecchie dall’altra parte della macerie urlanti prodotte da un piccolo popolo di sua origine mediorientale ma che si vuole rappresentare come la radice stessa della cultura occidentale data dal mandato di un dio inventato da una manciata di sacerdoti senza fedeli in quel di Babilonia, duemilacinquecento anni fa.

Segue...
Alla fine, sarà naturale che ognuno di noi riscontri la nostra diversità dal resto del mondo poiché diventa ogni giorno più oggettiva. Mi sono sempre domandato come accadde che un intero popolo di grande civiltà come quello tedesco, il popolo di Leibniz e Goethe, di Kant, Hegel e Marx, Bach e Beethoven se non vogliamo metterci Mozart e Freud e decine di altri, finì con il diventare quel buco nero che inghiottì sé stesso pensando pure di esser superiore ogni altro. Il processo di radicalizzazione occidentale prelude ad un simile collasso gravitazionale condotto di nuovo su un sottofondo di Wagner che ci dia l’impressione di essere una civiltà di umanità giusta ed eroica mentre ne siamo l’Antitesi.

Quando l’Antitesi si pensa Tesi e la confusione è massima, la logica si riversa nel suo contrario, c’è solo da aspettare il Superamento.

Nell’attesa, provare almeno un po’ di vergogna non serve, ma almeno preserva un briciolo residuo di dignità umana seppellita da sempre più silenziose macerie.

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Le forze di occupazione israeliane hanno SEQUESTRATO Ahed Tamimi, oggi 22enne e nota sin da piccola per il coraggio nell'affrontare i soldati israeliani. A 17 anni, scontò 8 mesi nelle carceri israeliane diventando simbolo della lotta di resistenza.

Ahed è stata prelevata dagli occupanti israeliani da Nabi Saleh, vicino Ramallah, Cisgiordania (Palestina), per post sui social di odio contro gli israeliani.
Ministri israeliani dichiarano sia necessaria un'atomica su Gaza, ma terrorista è la ragazzina palestinese che si esprime durante il genocidio del proprio popolo.

Da notare il doppio standard dei termini utilizzati dalla stampa.
Se ad essere portati via con la forza sono i palestinesi, si parla di "arresto". "Rapimento", se ad agire è hamas.
[...] Ricordo ai meno dotati in geografia, che tutto l’Occidente, conta più o meno la metà del mondo musulmano. E ricordo che il mondo africano, asiatico e sudamericano si specchia più facilmente nella condizione musulmana che non in quella occidentale, in questo caso, in sempre più casi.

Per quanto moralmente disdicevole come ha sostenuto l’altro giorno mi sembra Manconi ovvero che “i morti non si contano”, se dislochiamo il punto di vista e ci immaginiamo uno dall’altra parte che magari vive qui da noi, sottoposto come ognuno di noi alla decina di giorni e passa di anatomia del massacro ucraino che ha contato 450 morti e il fra un po’ un mese di circa 390 morti al giorno nella Striscia per un totale di poco meno che 9000 morti e più di 20.000 feriti, spesso incurabili, non si può non notare il doppio standard. I morti si contano eccome, quelli “nostri” sono sempre di più di quelli altrui, magari non di più quantitativo ma qualitativo. La cosa, per altro, in storia, ha una sua normalità è forse anormale pretendere il contrario.

Dove voglio arrivare? Volevo segnalare la radicale ed irreversibile perdita di ogni elemento di universalismo e soft power della nostra civiltà.

Il lavoro di schiere di teorici che, nei trascorsi anni hanno ammonito i detentori dell’hard power che con quello non si governa il mondo che ha bisogno di una mielosa egemonia valoriale per esser catturato cognitivamente nel sistema dominante, è stato gettato via di colpo. Ora, è chiaro e lampante a miliardi e miliardi di persone non occidentali, quello che siamo in sostanza. Non ci rendiamo conto dell’enormità della frattura che si sta creando con una civiltà che sorride per un bambino che fa finta di farci paura per ricevere una caramella e fa finta di niente per evitare si ascoltare l’urlo di terrore di un bambino che sta per morire dissanguato. Noi scherziamo sopra una tragica realtà solo perché noi siamo sopra le macerie e gli altri sono sotto le macerie e noi siamo quelli che hanno fatto le macerie. Tutto ciò è irrecuperabile, rimarrà a segnare un solco che non si potrà mai più colmare.

Non si tratta solo delle macerie di Jabalia, sono decine e decine le ingiustizie, le contraddizioni, le assurdità palesi che strizzano gli intestini che leggo frequentando le voci e le immagini dell’altra parte. Un racconto del terrore continuato e sordo ad ogni ragione a cui sono esposti ormai sei-sette miliardi di persone nel condominio planetario, ogni giorno. Non c’è bisogno di nessun tribunale di giustizia internazionale, l’istruttoria è presto fatta, la sentenza va in automatico, l’appello non potrà esser concesso, cause ed effetti talmente sproporzionati da non poter esser usate come attenuanti.

Tutto ciò è effetto della torsione imposta dagli Stati Uniti d’America a partire dalla guerra ucraina, l’idea di riquadrare e rendere omogenea e compatta la comunità occidentale da porre in chiara e dichiarata opposizione al resto del mondo. L’abbandono di ogni velleità mondialista, globalista, universale, egemone culturalmente. Quella partita è data realisticamente per persa. Si passa a noi contro tutti, mito fondativo: Fort Alamo.

https://www.giorgiobianchiphotojournalist.com/blog/macerie-urlanti/

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇺🇸🇺🇦 WAPO: "I SOSTENITORI DELL'UCRAINA DEVONO RICONSIDERARE LA LORO TEORIA DELLA VITTORIA"
Un anno fa, quando l’Ucraina viveva il suo momento di maggior slancio dopo che aveva sconfitto i russi a Kharkiv e Kherson, il generale Mark A. Milley, allora presidente dei capi di stato maggiore congiunti, suggerì una soluzione negoziata alla guerra. Come Zaluzhny, fece un esplicito paragone con la Prima Guerra Mondiale, sottolineando che all’inizio di quella guerra divenne chiaro che “non era più vincibile, militarmente”. È del tutto possibile che i negoziati fossero a quel punto irrealizzabili, che i russi avrebbero rifiutato qualsiasi dialogo e che sarebbe stato impossibile dissuadere gli ucraini dal tentare una spinta decisiva per riconquistare la parte maggiore del territorio occupato. Ma almeno in pubblico, l’amministrazione Biden non fece nemmeno uno sforzo per provarci.
Dopo che le dichiarazioni esplorative di Milley sono state categoricamente respinte, la Casa Bianca si è impegnata a sostenere la controffensiva dell’Ucraina per tutto il tempo necessario. Come ha sottolineato diplomaticamente Zaluzhny, l’amministrazione degli Stati Uniti non ha sempre agito con decisione. I missili e i carri armati a lungo raggio “erano molto importanti per noi l’anno scorso, ma sono arrivati solo quest’anno”. Che ciò sia dovuto all’inerzia burocratica o allo sforzo del presidente Biden di gestire il rischio di escalation, il risultato è lo stesso: oggi l’Ucraina si trova in condizioni peggiori rispetto allo scorso novembre. Le sue truppe sono esauste e impoverite, le sue scorte di armi si stanno esaurendo e l’opinione pubblica occidentale è oggi più divisa nel fornire ulteriore sostegno. La controffensiva dell'Ucraina avrebbe dovuto sostenere il sostegno politico a Kiev dimostrando che era in grado di riconquistare il territorio perduto. Ora, i sostenitori dell’Ucraina potrebbero essere costretti a sostenere l’argomentazione opposta: che l’Ucraina non sta riconquistando territorio sostanziale e che sono necessari aiuti a tempo indeterminato per prevenire una sconfitta devastante.
La finestra per una soluzione negoziata favorevole all’Ucraina – se mai ce n’ stata una– si è sicuramente chiusa, poiché la Russia vede oggi un campo di battaglia tecnologicamente in stallo in cui ha un vantaggio a lungo termine in termini di uomini. […] Una vittoria russa in Ucraina sarebbe un duro colpo per gli interessi degli Stati Uniti, ma non abbastanza terribile da rischiare una guerra nucleare. [...] A mano a mano che la controffensiva si esaurisce, i sostenitori dell’Ucraina dovranno riconsiderare il loro approccio politico. Non basterà più semplicemente deridere o accondiscendere agli scettici. Non sono loro il problema; il problema è la strategia. (Fonte: Washington Post)

Un'articolata perifrasi per dire, in sostanza, che è bene iniziare a convincersi che l'Ucraina ha perso la guerra e che rimandare i negoziati finirà unicamente per favorire la Russia. Se lo scrive il Washington Post, c'è da augurarsi che presto anche la narrativa degli "esperti" che popolano i nostri talk show nostrani inizi a cambiare. Di solito, ci mettono qualche giorno. O qualche ora.

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Asset strategico italiano diventa americano. Telecom Italia ha approvato la vendita per 19 miliardi di euro della sua rete fissa alla società statunitense di private equity KKR, diventando il primo gruppo di telecomunicazioni in un grande paese europeo a separarsi dalla propria rete fissa. L'operazione, sostenuta dal governo Meloni, riguarda un asset di importanza strategica. Si stima che la metà dei dipendenti di TIM (oggi impiega circa 40.000 persone) sarà licenziata. ▪️ KKR - Dal 2013 il generale David Petraeus è presidente del KKR Global Institute. Il Generale Petraeus ha prestato servizio per oltre 37 anni nell'esercito americano, compreso il comando dell'operazione militare Surge in Iraq, il Comando Centrale degli Stati Uniti e il comando delle forze della coalizione in Afghanistan. Dopo il pensionamento dall'esercito ha servito come direttore della CIA. Attualmente è vicepresidente senior del Royal United Services Institute (RUSI), membro della Commissione Trilaterale, del Council on Foreign Relations e dell'Aspen Strategy Group, nonché membro dei consigli di amministrazione dell'Atlantic Council e dell' Institute for the Study of War. @LauraRuHK
Presentazione del libro "L'Architetto di Putin. La mia vita nella Russia degli oligarchi", edito da Piemme. Ezio Mauro dialogherà con gli autori Lanfranco Cirillo e Fiammetta Cucurnia, con la moderazione di Marc Innaro, corrispondente Rai.

https://www.youtube.com/watch?v=_MLk3woIbu4

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❗️ Tra le macerie di Gaza

REPORTAGE DI LA7 CORRETTO ED ELOQUENTE.

Invito a visionare e diffondere.
Fonte: YouTube la7