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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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L’opinionismo da bar ha paura della complessità
DI ELENA BASILE

I media occidentali sembrano creare il mondo a loro uso e consumo. L’Ucraina è sparita dai riflettori. È stata spodestata dal conflitto israelo-palestinese, così come il Covid è scomparso da un giorno all’altro dall’attenzione dei quotidiani per lasciare posto alla guerra delle democrazie contro il Paese terrorista : la Russia.

La propaganda è così elementare che si ha l’impressione di essere trattati come zombi incapaci di accorgersi di ciò che è palese. Come ho già sottolineato, viviamo in uno script demenziale di un film hollywoodiano. I migliori editorialisti sono all’opera per collaborare alla creazione di un mondo lontano dalla realtà. È successo anche con la sottoscritta, che non è più una delle poche donne giunte alle posizioni apicali della diplomazia italiana, come è noto, ma una millantatrice, una funzionaria di basso grado, che vabbè, due presidenti della Repubblica e due presidenti del Consiglio hanno inviato come Ambasciatore per 8 anni consecutivi in Europa, unico Ministro Plenipotenziario donna ad avere questo onore.

L’Ucraina è un Paese fallito, la controffensiva magnificata sui giornali è stata sconfitta prima ancora di nascere. La Russia continua ad avanzare lentamente, limitando al massimo le proprie perdite. Ha finora resistito militarmente ed economicamente alla guerra per procura che combatte con la Nato. Ha resistito politicamente quando persino analisti di livello, come Sergio Romano e Lucio Caracciolo, all’inizio della guerra ritenevano plausibile una caduta del regime. La celebrata resistenza partigiana degli ucraini si è trasformata in coscrizione, legge marziale, rastrellamenti di diciottenni, corruzione che permette alle famiglie più abbienti di salvare col denaro la vita ai loro figli. Zelensky è ormai messo da parte dalla Nato, che troverà ben presto una via di uscita dalla catastrofe, lasciando pagare all’Europa i danni dell’ennesimo fallimento dei neo-conservatori Usa. Come il ritiro vergognoso dall’Afghanistan è stato ingoiato in pochi giorni di caos mediatico, così accadrà all’Ucraina. Un’altra guerra è ormai al centro dell’attenzione, pregiate firme sono all’opera, il nuovo script deve essere pronto.

Il conflitto mediorientale, che attraversa un secolo di storia ed è stato uno dei maggiori nodi della diplomazia internazionale, viene ridotto – come la guerra in Ucraina – a uno scontro del Bene, Israele e l’Occidente collettivo, contro il Male, il terrorismo di Hamas paragonato all’Isis. La strage di innocenti a Gaza, per la quale si ha il consenso di spendere qualche lacrima, è in fondo necessaria per permettere a Israele di difendersi. Macron e qualche dirigente Usa più illuminato, come l’ex direttore della Cia Petraeus, riescono a mettere in guardia Israele da reazioni troppo emotive che, calpestando il diritto umanitario e i principi sanciti nelle convenzioni di Ginevra, potrebbero nuocere. Nessun analista (persino Domenico Quirico sulla Stampa ci delude) ricorda che Hamas è stato appoggiato inizialmente anche dagli americani per indebolire l’Autorità palestinese e ha partecipato alle elezioni del 2006 rinnegando il terrorismo e riconoscendo la soluzione dei due Stati. Dal 2007 una politica lungimirante occidentale e israeliana avrebbe potuto deradicalizzare l’organizzazione creata dai Fratelli Musulmani con un negoziato serio, mirante a dipanare i nodi del conflitto: confini sicuri per Israele, rinuncia al terrorismo da parte di Hamas in cambio dell’impegno ad applicare le risoluzioni 242 e 338 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che chiedono il ritiro di Israele dai Territori occupati, la soluzione dei due Stati, la fine dell’”apartheid” in Cisgiordania (cosí l’ha definito Amnesty), lo stop agli insediamenti illegali, la soluzione al problema dei profughi palestinesi.

Segue...
Ospite di Lilli Gruber, ho chiesto a Paolo Mieli, dati i suoi doveri di storico che apprezzo, una parola sulla mancanza di un reale volontà politica e di un impegno occidentale nella risoluzione dei nodi del conflitto. Ai soprusi dell’Occidente, incapace di interagire con Israele utilizzando leve economiche, militari e morali, ha fatto da sponda la lotta armata di un’organizzazione terrorista e delirante. Hamas ha imposto al popolo palestinese un prezzo atroce in termini di sevizie e vite umane, tradendo la causa palestinese che afferma di voler rappresentare. La corruzione e la debolezza dell’Anp, collusa con i servizi israeliani, integrano il quadro.

L’attuale narrativa di uno scontro tra Occidente e terrorismo mistifica una realtà storica complessa. Giustificherà l’utilizzo della violenza di Stato contro ogni regola (Abu Grahib e Guantanamo, Afghanistan e Irak seguirono all’11 settembre) e preparerà l’Europa ad affrontare nuovi attacchi terroristici e nuova crisi economica.

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Il primo ministro britannico Rishi Sunak e il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas "hanno concordato di condannare il terrorismo di Hamas e di non rappresentare il popolo palestinese", durante il loro incontro oggi al Cairo.

Una dichiarazione ufficiale dell’ufficio del primo ministro britannico.

ABU MAZEN NON RAPPRESENTA NESSUNO
ABU MAZEN NON RAPPRESENTA NESSUNO
ABU MAZEN NON RAPPRESENTA NESSUNO
ABU MAZEN NON RAPPRESENTA NESSUNO
ABU MAZEN NON RAPPRESENTA NESSUNO
ABU MAZEN NON RAPPRESENTA NESSUNO
ABU MAZEN NON RAPPRESENTA NESSUNO
Il centro per le manifestazioni veniva concesso solo ai nazisti ucraini.

Suprematismo da ztl.

Ci vediamo oggi a Milano alle 15 in Piazza Duca d'Aosta
Forwarded from la fionda📗
Annalena Baerbock (ministro degli esteri tedesco) dice che gli Israeliani hanno a cuore i Palestinesi e che nei suoi incontri a Tel Aviv ha sentito più volte:"Non rinunceremo alla nostra umanità".....infatti poi hanno proceduto a bombardare un ospedale, una chiesa o una moschea o la casa di qualche civile disgraziato 👍

🤬 Basta con questa narrazione ipocrita! Entra nel canale Telegram de @lafionda
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🇺🇸🇮🇱 COME ISRAELE E L'OCCIDENTE CONTROLLANO LA NARRAZIONE AD OGNI LIVELLO, ANCHE NEI SOCIAL MEDIA
«◾️TikTok e Meta sono stati formalmente invitati a fornire all'UE informazioni sulla possibile diffusione di "disinformazione" sulle loro piattaforme in relazione al conflitto tra Israele e Gaza.
◾️L'ultima richiesta dell'UE arriva una settimana dopo aver contattato X, precedentemente noto come Twitter, per le stesse preoccupazioni. All'epoca X aveva dichiarato di aver rimosso dalla piattaforma centinaia di account "affiliati a Hamas".»
https://t.me/UkraineHumanRightsAbuses/35784

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Forwarded from Donbass italia
Zakharova denuncia la morale degli “investimenti intelligenti” ucraini di Biden

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha sottolineato l'apparente ipocrisia delle parole di Joe Biden, dopo che il presidente americano ha definito l'aiuto all'Ucraina un "investimento intelligente".

“La chiamavano 'lotta per la libertà e la democrazia'. Ora si scopre che questo è solo un calcolo. È sempre stato così, hanno semplicemente ingannato il mondo, nascondendosi dietro valori che per Washington non esistono”, ha scritto sul canale Telegram.

Secondo lei, le guerre hanno tradizionalmente rappresentato un "investimento intelligente" per gli Stati Uniti, poiché non hanno avuto luogo sul territorio americano e non si sono preoccupati dei costi altrui.

Fonte 🟩 RT in inglese
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Haaretz ha pubblicato un elenco di 683 israeliani uccisi durante l'operazione Al-Aqsa Flood.
Dall'analisi delle fasce d'età dei morti è emerso che negli elenchi finora pubblicati non figura nessun neonato.

(si sottolinea anche il fatto che molti sono stati ammazzati dagli israeliani stessi, come racconta Yasmin Porat)
Articolo fondamentale della carissima amica Elisabetta Frezza.

“La cosiddetta carriera alias è l’ultima tappa di questa surreale guerra alla realtà, e sta oggi invadendo le scuole
italiane con una accelerazione che induce a pensare come, forse, il disagio dirompente e diffuso che il biennio emergenziale ha provocato nei più giovani rappresenti una occasione d’oro di cui approfittare per un reclutamento straordinario”.
“La più parte dei docenti e dei genitori ignora di cosa veramente si tratti. Sì che, presa alla sprovvista, finisce travolta dalla sicumera di piazzisti ben addestrati a vendere la mercanzia all’ultimo grido”.

https://www.ricognizioni.it/la-carriera-da-un-sesso-allaltro-la-rivoluzione-in-interiore-homine/

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Giorgio Bianchi Photojournalist pinned «Articolo fondamentale della carissima amica Elisabetta Frezza. “La cosiddetta carriera alias è l’ultima tappa di questa surreale guerra alla realtà, e sta oggi invadendo le scuole italiane con una accelerazione che induce a pensare come, forse, il disagio…»
Forwarded from ROCCO CANTAUNTORE
SIONISMO IN PILLOLE (parte 3)

Questa è la Dichiarazione Balfour.

Risale al 1917.

Prende il nome da James Arthur Balfour, il quale all’epoca era segretario per gli affari esteri del Regno Unito. Tra l’altro, era un membro della Fabian Society.

In questa lettera, si rivolge a Lord Rothschild, ossia Lionel Walter Rothschild, banchiere, politico e zoologo britannico, in qualità di rappresentante della comunità ebraica inglese e referente del movimento sionista.

Il testo della lettera dice:

«Foreign Office
2 novembre 1917

Egregio Lord Rothschild,

È mio piacere fornirle, in nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni dell'ebraismo sionista che è stata presentata, e approvata, dal governo.

"Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di una casa nazionale per il popolo ebraico, e si adopererà per facilitare il raggiungimento di questo scopo, essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina, né i diritti e lo status politico degli ebrei nelle altre nazioni".

Le sarò grato se vorrà portare questa dichiarazione a conoscenza della federazione sionista.

Con sinceri saluti
Arthur James Balfour
»

Questa lettera segna la formale dichiarazione di intenti del mondo anglosassone rispetto alla creazione dello Stato di Israele che avverrà trent’anni dopo. Fu approvata il 24 luglio 1922 dalla neonata Società delle Nazioni.

Gli inglesi iniziarono a promuovere e facilitare un'immigrazione massiccia degli ebrei europei in Palestina.
Tra il 1922 e il 1935, la popolazione ebraica salì dal 9% a quasi il 27% della popolazione totale della Palestina.

Da notare già allora nella dichiarazione il mancato riconoscimento del popolo palestinese, definito genericamente e ambiguamente come “le comunità non ebraiche”.


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"Quello a cui assistiamo è la riaffermazione di una legge della storia: non può esistere pace senza giustizia. La lotta dei palestinesi è della stessa radice di quella dei sudafricani che si ribellarono alla segregazione razziale e di quella degli algerini e degli altri popoli che, armi in pugno, si liberarono del colonialismo conquistando il diritto ad avere una propria patria.
Quello che i palestinesi rivendicano è niente di più di quanto è sancito dalle convenzioni internazionali: il diritto di ogni popolo sottoposto a dominazione straniera a poter autodeterminare il proprio destino
."

Andrea Legni

Israele non può pretendere la pace finché i palestinesi non avranno giustizia, editoriale de l'Indipendente.
https://www.lindipendente.online/2023/10/09/israele-non-puo-pretendere-la-pace-finche-i-palestinesi-non-avranno-giustizia/
🔭📄 "Un piano per il reinsediamento e la riabilitazione definitiva in Egitto dell'intera popolazione di Gaza"

Il documento, pubblicato dall'Istituto Misgav per "la sicurezza nazionale e la strategia sionista", think tank israeliano guidato dall’ex consigliere per la sicurezza di Netanyahu, descrive apertamente un piano di deportazione di massa dei palestinesi da attuare sfruttando l'occasione offerta dal conflitto.

Secondo gli analisti, Israele ha infatti “una rara ed eccezionale opportunità di trasferire tutti i palestinesi da Gaza all’Egitto [...] che si allinea bene con gli interessi economici e geopolitici di Israele, Egitto Stati Uniti e Arabia Saudita".

👉 https://x.com/MisgavINS/status/1714183691574948036?t=A3Mjcmy-7qqHJsZILpyURA

Secondo Francesca Albanese, Relatrice speciale dell'ONU per i Diritti Umani in Palestina, il rischio che "in nome dell'autodifesa, Israele stia cercando di giustificare qualcosa che potremmo considerare pulizia etnica" è elevato, e il documento sembra confermarlo. (Ringraziamo Roberto Iannuzzi per le preziose informazioni)

https://t.me/canalemiracolomilano
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Con un genocidio in atto - che in due settimane ha provocato la morte per mano israeliana di 4385 palestinesi - tra cui 1756 bimbi e 976 donne, nelle nostre tv si continuano a fare i processi ai palestinesi.

I temi non sono la misura del massacro e il modo per porvi fine subito, ma la condanna di hamas, la storia di hamas, gli errori dei palestinesi.

Lilli Gruber ci riprova, questa volta con l'ospite Hanan Ashrāwī, politica palestinese della minoranza cristiana anglicana conosciuta per essere stata portavoce palestinese nella fase della nascita dell'Autorità Nazionale Palestinese.

La Ashrāwī non ci sta. "Bisogna considerare il contesto", afferma. "Sin dalla sua creazione Israele ha portato avanti una serie di massacri contro i palestinsi. Israele dustrugge e uccide agendo in totale impunità. E ha portato un gruppo militante a reagire, a fare qualcosa, violentemente".
"Ma lei condanna i crimini di hamas?" Insiste la Gruber. "Certo, crimini contro i palestinesi sono stati commessi quotidianamente."
GAZA: STERMINIO
COL FOSFORO BIANCO

https://www.byoblu.com/2023/10/20/gaza-sterminio-col-fosforo-bianco/


Amnesty International e Human Rights Watch hanno raccolto le prove, anche video, che Israele usa contro la popolazione di Gaza, oltre alle bombe sganciate dagli aerei, proiettili di artiglieria al fosforo bianco, una vera e propria arma di sterminio.
Il fosforo bianco provoca gravi ustioni, spesso fino alle ossa, che sono lente a guarire e possono sviluppare infezioni. Se non vengono rimossi tutti i frammenti di fosforo bianco, questi possono aggravare le ferite e riaccendersi se esposti all'ossigeno. Le ustioni da fosforo bianco su appena il 10% del corpo umano sono spesso letali. Chi sopravvive alle ferite spesso soffre per tutta la vita.
I morti a Gaza sono finora circa 3.500, i feriti circa 15.000. Data la mancanza di medicinali e attrezzature mediche a causa dell’embargo israeliano, la maggior parte dei feriti è destinata a morire. Si aggiungono a questi oltre 1.300 dispersi rimasti sepolti sotto le macerie, tra cui 600 bambini. Mentre proseguono i bombardamenti, che hanno colpito anche un ospedale provocando centinata di vittime, il comando israeliano ha ordinato a un milione di palestinesi, la metà della popolazione di Gaza, di evacuare la parte settentrionale per ammassarsi a sud. Intanto l’esercito israeliano invia altri carrarmati ai confini di Gaza in vista di un'invasione su larga scala.
Il presidente Biden ha visitato Israele per dimostrare all'Alleato “la solidarietà statunitense di fronte al brutale attacco terroristico di Hamas”. Ritornato a Washington, Biden ha fatto sapere che chiederà al Congresso altri 14 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele “per la sua guerra contro Hamas” e altri 60 miliardi di dollari all'Ucraina “per combattere la Russia”.
Ciò costituisce una ulteriore conferma di quanto documentato nella puntata 113 di Grandangolo: l’attacco di Hamas alla popolazione israeliana nelle aree limitrofe alla barriera di Gaza, che ha provocato un migliaio di vittime, fa parte di una operazione organizzata dai servizi segreti (Mossad, Cia e altri) analoga all’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, che fece da innesco alla “guerra globale al terrorismo” scatenata dagli Stati Uniti con l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq.
L’obiettivo de “L’11 Settembre del Medioriente” è non solo quello di spazzare via i territori palestinesi, ma di aprire un fronte di guerra, in particolare contro l’Iran, in un Medioriente in cui gli Stati Uniti e le potenze europee stanno perdendo terreno, in particolare con la prossima entrata di Iran e Arabia Saudita nei Brics insieme a Cina e Russia.

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Forwarded from Giubbe Rosse
L'UE sta intensificando i lavori sul 12° pacchetto di sanzioni contro la Russia, che potrebbe includere il divieto di fornitura di diamanti russi, nuovi meccanismi per combattere l'evasione delle sanzioni, compresa la responsabilità delle società di paesi terzi che aiutano Mosca. Si prevede inoltre che l'UE amplierà l'elenco delle merci vietate all'esportazione verso la Russia che possono essere utilizzate per scopi militari.

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Gaza: 2 settimane in 30 secondi

Le immagini che i nostri tg negano ai telespettatori e che invece sono liberi di mostrare, in tutta la loro crudezza, i media dei Paesi antimperialisti e antisionisti.

Da TeleSur
Forwarded from Giubbe Rosse
🇨🇦 YORK UNIVERSITY DI TORONTO LANCIA ULTIMATUM AI SINDACATI STUDENTESCHI CHE APPOGGIANO LA PALESTINA
L'Università di York a Toronto ha lanciato un avvertimento ai suoi sindacati studenteschi: se non ritratteranno o non correggeranno adeguatamente la loro dichiarazione collettiva riguardo al conflitto Israele-Hamas, potrebbero perdere il loro riconoscimento e, quindi, il loro rapporto con l'università.
La dichiarazione pubblica dell’università, rilasciata venerdì, sostiene che la dichiarazione dei sindacati studenteschi abbia causato danni gravi e persistenti e violato il codice dell'Università in materia , che il 12 ottobre hanno espresso solidarietà al popolo palestinese contro quello che viene definito “lo stato di apartheid coloniale del cosiddetto Israele”: "I nostri sindacati restano fermi nel sostenere la lotta del popolo palestinese per l'autodeterminazione e la liberazione."
L'università ha concesso ai sindacati studenteschi fino alle 17:00 del 25 ottobre per ritirare la propria dichiarazione, presentare scuse, riconoscere il suo impatto sul campus e rimuovere tutti i dirigenti sindacali, oppure contestare l'affermazione secondo cui la dichiarazione violava il regolamento di York.

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Con un genocidio in atto - che in due settimane ha provocato la morte per mano israeliana di 4385 palestinesi - tra cui 1756 bimbi e 976 donne, nelle nostre tv si continuano a fare i processi ai palestinesi.

I temi non sono la misura del massacro e il modo per porvi fine subito, ma la condanna di hamas, la storia di hamas, gli errori dei palestinesi.

Lilli Gruber ci riprova, questa volta con l'ospite Hanan Ashrāwī, politica palestinese della minoranza cristiana anglicana conosciuta per essere stata portavoce palestinese nella fase della nascita dell'Autorità Nazionale Palestinese.

La Ashrāwī non ci sta. "Bisogna considerare il contesto", afferma. "Sin dalla sua creazione Israele ha portato avanti una serie di massacri contro i palestinsi. Israele dustrugge e uccide agendo in totale impunità. E ha portato un gruppo militante a reagire, a fare qualcosa, violentemente".
"Ma lei condanna i crimini di hamas?" Insiste la Gruber. "Certo, crimini contro i palestinesi sono stati commessi quotidianamente."
Avete visto che capolavoro di traduzione che fanno qui?

Al minuto 5.30 fanno dire alla Asharawi, politica palestinese della minoranza cristiana anglicana conosciuta per essere stata portavoce palestinese nella fase della nascita dell'Autorità Nazionale Palestinese, che i crimini contro i palestinesi sono stati commessi dall'esercito PALESTINESE e dai coloni PALESTINESI.
Chapeau!

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