Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Sempre, ma ancor più in tempi di conflitti armati, ognuno di noi dovrebbe spegnere le tv ed evitare di leggere i giornali in ragione del cambiamento dello status del complesso disinformativo-mediatico, il quale passa dall'assetto di pace all'assetto di guerra, divenendo ancora più aggressivo nei confronti della materia prima, i nostri cervelli, necessaria -per dirla alla Walter Lippmann- alla manifattura del consenso.

Eric Packer.

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La prevista invasione di Gaza è al momento sospesa per le cattive condizioni atmosferiche. Chiaramente non ci crede nessuno - allego una carta meteo della BBC con le previsioni per questi giorni. Il motivo dell'arresto con tutta probabilità sta nelle pressioni che Israele sta ricevendo da amici e avversari, che siano il tweet di Biden di ieri o gli "avvertimenti" iraniani. Sul fronte diplomatico si muovono parecchie cose. Blinken domani tornerà in Israele dopo una visita lampo a cinque paesi della regione (Giordania, Qatar, Bahrain, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti): ignoriamo cosa si siano detti, ma è abbastanza improbabile che si siano detti d'accordo con un'operazione via terra. Il presidente egiziano al-Sisi propone un summit regionale per discutere della questione palestinese, e la bozza di risoluzione che la Russia sta facendo circolare da venerdì verrà votata domani dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Come ho già scritto è un'imboscata diplomatica agli USA, che certamente non potranno votarla e vanificheranno così tutti gli sforzi di presentarsi come possibile mediatore nel conflitto: ruolo che, manco a dirlo, Erdoğan sarebbe felicissimo di assumersi con l'appoggio della Russia e della Cina.
Hezbollah, intanto, alza le bandiere di guerra ai confini nord di Israele, che non è mai una buona notizia.
Infine, oggi si vota in Polonia, nel disinteresse generale. Il morale a Kiev non è altissimo.

Francesco Dall'Aglio.

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Caro Aldo Grasso,
vorrei premettere che le voglio bene. Mi creda, non è retorica. Mi sono affezionato a lei come un professore può affezionarsi a uno studente problematico che resta sempre indietro rispetto ai compagni di classe. E allora quello studente ha bisogno di più cure, di più affetto, di più attenzioni. Ed io la ringrazio dei suoi attacchi - incluso quello odierno che muove la mia penna - perché aiutano noi tutti a capire come uno studente non debba ragionare giacché la considero tale e vorrei correre in suo aiuto. Ciò che lei chiama il “metodo orsiniano delle postille”, ovvero il tentativo di ricondurre la strage di Hamas o l’invasione russa alle sue cause, si chiama “processo dell’imputazione causale”, ed è alla base della spiegazione scientifica, tant’è vero che Max Weber pensava che una spiegazione fosse “scientifica” soltanto se causale. Inoltre - e su questo devo tirarle le orecchie perché gliel’ho spiegato mille volte – spiegare causalmente non implica giustificare moralmente. Ad esempio, io studio le cause della radicalizzazione perché faccio parte di un network internazionale che cerca di prevenirla e combatte il terrorismo. Quindi cerco di capire le cause del terrorismo perché penso che il terrorismo sia un orrore. Le indico qui sotto un mio libro in cui tutti questi concetti sono spiegati chiaramente.
Le voglio bene e, mi raccomando, il Corriere della Sera è un ambiente culturalmente piuttosto degradato. Mi attaccate sempre semplicemente perché non avete gli strumenti culturali e scientifici per capire quel che dico. Non crescerà culturalmente rimanendo al Corriere della Sera, provi a uscirne. Vedrà che imparerà molte più cose.
In ultimo: "è sempre Carta Bianca" sta facendo ottimi ascolti. Ha risolto il suo malessere interiore o ci sta ancora sotto per questa cosa?
Il mio libro è qui:
http://www.utetuniversita.it/catalogo/scienze-umane-e-sociali/teoria-sociologica-classica-e-contemporanea-3756

Alessandro Orsini.

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Una riflessione su quello che sta succedendo. La civiltà occidentale rifiuta nevroticamente la nuova realtà del mondo, è in piena coazione a ripetere i suoi modi moderni non accettando la fine del periodo storico moderno e le sue superate condizioni.

Qualcuno comanda e decide del destino di questa civiltà, ma noi ne facciamo parte con altrettanto diritto. Diritto e dovere di contrastare con la forza necessaria i codici di pensiero ed azione che si stanno imponendo.

Non voglio veder morire la mia civiltà senza almeno alzare la voce. Si stanno superando tutte le linee rosse, si sta sbandando vistosamente, la ragione è in pericolo travolta da emozioni sollecitate ad arte, molti chierici stanno tradendo.

Dobbiamo provare ad invertire la rotta prima di finire nel buco nero della storia.

https://pierluigifagan.wordpress.com/2023/10/15/il-neo-nazionalismo-morale-occidentale/?fbclid=IwAR3SqaXXdD9VJPmIEpbZeD4jAbjTq649FrYiFYw7PukR_gAye2sbRrtwvVM

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇮🇱🇵🇸 BILANCIO DEL CONFLITTO ISRAELE-HAMAS AD OGGI
Israele: 1.400 morti, 3.418 feriti
Gaza: 2.670 morti, 9.600 feriti, altri 1.500 militanti di Hamas uccisi in Israele
Cisgiordania: 56 morti, 700 feriti
Libano: 12 morti
(via The Spectator Index)

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Forwarded from Giubbe Rosse
ANCHE LA GIORDANIA PRENDE POSIZIONE

La Giordania sostiene che lo sfollamento palestinese spinge la regione verso l’“abisso” di un conflitto più ampio
Il ministro degli Esteri Ayman Safadi ha anche affermato che il blocco degli aiuti umanitari a Gaza da parte di Israele e la forzatura dei suoi residenti a lasciare le loro case mentre intensifica l’azione militare costituiscono una violazione “flagrante” del diritto internazionale.
Fonte: Reuters
Forwarded from Giubbe Rosse
🇵🇸 UNRWA: A GAZA STANNO FINENDO ANCHE I SACCHI PER I CADAVERI
Mentre vi parlo, Gaza è a corto di acqua ed elettricità.
Di fatto, Gaza viene strangolata e sembra che il mondo in questo momento abbia perso la sua umanità.
Se guardiamo alla questione dell’acqua – sappiamo tutti che l’acqua è vita – Gaza sta finendo l’acqua, e a Gaza sta finendo la vita. Presto, credo, con questo non ci saranno né cibo né medicine.
Non c’è una goccia d’acqua, non un chicco di grano, non un litro di carburante che sia stato ammesso nella Striscia di Gaza negli ultimi otto giorni.
Il numero di persone che cercano rifugio nelle nostre scuole e in altre strutture dell’UNRWA nel sud è assolutamente impressionante e non abbiamo più la capacità di affrontarle.
La mia squadra, trasferitasi a Rafah per sostenere le operazioni in seguito all’ultimatum israeliano, sta lavorando nello stesso edificio di migliaia di sfollati disperati razionando anche cibo e acqua.
Sotto i nostri occhi, infatti, si sta svolgendo una catastrofe umanitaria senza precedenti.
Dovremmo ricordarlo sempre, già prima della guerra Gaza era sotto un blocco per 16 anni e, sostanzialmente, più del 60% della popolazione faceva già affidamento sull’assistenza alimentare internazionale. Già da prima della guerra era una società di welfare umanitario.

Ogni ora riceviamo richieste di aiuto sempre più disperate da parte di persone in tutta la Striscia. Noi, come UNRWA, abbiamo già perso 14 membri del personale. Erano insegnanti, ingegneri, guardie e psicologi, un ingegnere e un ginecologo.
La maggior parte dei 13.000 dipendenti dell’UNRWA nella Striscia di Gaza sono ora sfollati o hanno abbandonato le proprie case. Migliaia di persone sono state uccise, compresi bambini e donne. Gaza adesso sta addirittura finendo i sacchi per cadaveri. Intere famiglie vengono fatte a pezzi. Almeno 1 milione di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case in una sola settimana. Un fiume di persone continua a scorrere verso sud. Nessun posto è sicuro a Gaza. (Fonte: UNRWA, Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione in Palestina)

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Per fortuna Fazio ha trovato una nuova casa, altrimenti stasera non avremmo avuto la puntata con la Segre!

Ah, l'ospitata di Zaki è stata cancellata perché l'egiziano si è pronunciato in difesa dei diritti dei palestinesi.
Media is too big
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L'urlo disperato di suor Nabila Saleh in una telefonata ad In Mezz'ora, rai3:
《Le donne, gli uomini e i bambini di Gaza sono persone, sono umani!》
IL PRESIDENTE COLOMBIANO CONTRO ISRAELE

Presidente della Colombia dal 7 agosto 2022, Gustavo Petro sta denunciando il genocidio in atto a Gaza. Dalle sue reti social, pubblica costantemente le conseguenze delle bombe israeliane sulla popolazione civile ed esprime tutto il proprio sostegno alla causa palestinese.

Israele non può tollerarlo, tanto più che Petro non ha condannato esplicitamente hamas, e minaccia di interrompere l'esportazione del materiale di sicurezza verso la Colombia. Il presidente risponde di essere a sua volta pronto ad interrompere le relazioni con Israele.
La fase anale
di Marco Travaglio

Finora Aldo Grasso svolgeva nel dibattito politico-medatico il ruolo che nell’ordine pubblico svolgono gli idranti: disperdere a viva forza chiunque si opponga a qualsiasi potere. Ma da ieri ha abbracciato una nuova e ancor più nobile missione: far regredire l’analisi della guerra israelo-palestinese all’infanzia, a metà strada fra la fase orale della lallazione e la fase anale, quando il bambino sembra parlare perché ripete sillabe di apparente senso compiuto: mamma, pappa o papà, cacca. Soprattutto cacca. Il Grasso è sinceramente sgomento dinanzi a un fenomeno per lui inedito e inquietante: l’esistenza di commentatori e analisti che sanno di cosa parlano e fanno il proprio mestiere. Più precisamente Santoro, Ovadia, Orsini e la Basile. Anziché sillabare “mamma” o “cacca”, i putribondi figuri argomentano, spiegano e interpretano i fatti di oggi alla luce delle cause storiche, purtroppo intrecciate, stratificate e – horribile dictu – complesse, cioè incompatibili col manicheismo infantile e cavernicolo bello-brutto/buono-cattivo e col tifo da curva ultrà Juve/Toro/Milan-Inter/Roma-Lazio (quello che ha portato quei geni di Repubblica a commissionare un sondaggio e a intitolarlo testualmente, restando seri: “La maggioranza solidarizza con Israele, ma il 18% con Hamas”, manco fosse un derby). Il Grasso li chiama “postillatori” perché dicono “sì, ma” o “però” e “tutte le altre avversative da talk show”. E il fatto che conoscano l’italiano oltre alla storia, analizzino cause, spieghino fenomeni, soppesino pro e contro, distribuiscano equamente ragioni e torti e – quel che è peggio – lo facciano “impunemente” senza essere arrestati su due piedi, li rende automaticamente colpevoli.

Basta poco, del resto, per sgamare la colonna italiana di Hamas: quell’“artificio retorico fra i più subdoli” (il “sì, ma”), quella “fallacia logica conosciuta col nome di ‘accumulo di postille’”, quel “grimaldello per appropriarsi impunemente dello spazio del giustificazionismo, dell’alibi, della ‘complessità’” che servono a un solo, bieco scopo: “negare la strage di Kfar Aza”. E, nientemeno, “intossicare il diritto di esistere di Ucraina e di Israele”. Il fatto che il Grasso, sulla prima pagina del Corriere, attribuisca a quattro persone molto più competenti di lui sulle guerre di Ucraina e di Gaza cose che non si sono mai sognate di dire né di pensare, anzi hanno finora sostenuto tesi puntualmente confermate dai fatti a differenza delle sue, fa sospettare che ignori le altre diciannove fallacie logiche codificate in letteratura, pur praticandole quasi tutte. Soprattutto una, la “teoria della montagna di merda”: “Un idiota può produrre più merda di quanta tu possa spalarne”.

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La Palestina è la cartina al tornasole, la questione rivelatrice.

I tweet di Fabio Dragoni, la Verità.
Oggi e nella versione 2014.
🇺🇦🫣🇮🇱 ZELENSKY IMBARAZZANTE, VOLEVA FARE UNA VISITA DI SOLIDARIETÀ IN ISRAELE MA GLI È STATO DETTO CHE "NON È IL MOMENTO ADATTO"
Non si capisce esattamente il clown per quale motivo volesse essere ricevuto dagli israeliani. Lo sanno molto bene in Israele che entrambi i paesi sono tenuti in vita solamente grazie al supporto occidentale e che quindi una visita del genere per loro sarebbe praticamente inutile, essendo Zelensky un fantoccio del blocco NATO che già li supporta pienamente.
https://www.timesofisrael.com/liveblog_entry/zelensky-wanted-to-make-solidarity-visit-but-was-told-time-not-right-reports/

🤡 Probabilmente il clown voleva fare un po' di passerella, magari per elemosinare in futuro il sistema di difesa aerea Iron Dome israeliano. Poveraccio, respinto in mondovisione. Senza dignità.

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Forwarded from la fionda📗
Moni Ovadia si dimetterà da direttore del Teatro Comunale di Ferrara.

Lo annuncia in un'intervista a Corriere, spiegando che lo farà venerdì.

L'attore era stato al centro delle polemiche per le prese di posizione critiche sulle responsabilità del governo israeliano e del premier Netanyahu sulla crisi.

"La maggioranza del Consiglio d'amministrazione e del Consiglio Comunale sono contro di me, quindi hanno tutti gli strumenti per mettermi all'angolo.

Siccome sono un uomo libero, anticipo questa cosa ma constato che l'Italia è un regime, non è una democrazia neanche da lontano", dice.(ANSA)

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Regole. Un tempo la guerra ne aveva, ora è saltato tutto. Ridicoli i fervorini di Biden
SUL FUTURO DELLO SCONTRO IN MEDIO ORIENTE - “Noi non possiamo stupirci se Hamas copia le nostre tecnologie: a ogni offesa segue una difesa paritaria”

DI MASSIMO FINI

Mi pare che siano stati molto sottovalutati i bombardamenti aerei israeliani sugli aeroporti di Damasco e Aleppo. Cioè contro la Siria, che è uno Stato sovrano membro delle Nazioni Unite. Ora la Siria ha come alleati la Russia e la Cina, che sarà molto difficile tenere fuori dal conflitto. La Russia con le sue armi, la Cina con la sua potenza economica e tecnologica. Si sta quindi avverando ciò che avevo scritto sul Fatto l’11 ottobre, e cioè che la guerra israelo-palestinese può essere l’inizio di una “guerra dei mondi” (l’unico vantaggio di questo terribile conflitto è che ha tolto dal centro degli obiettivi Volodymyr Zelensky).

Gli occidentali lamentano e si stracciano le vesti perché delle loro sofisticatissime tecnologie si sono impadroniti anche i cosiddetti “terroristi” islamici (si veda il bel pezzo di Massimo Gaggi sul Corriere del 13 ottobre). Ma bisogna non conoscere la Storia per non sapere che prima o poi i nemici copiano e riproducono le armi con cui sono attaccati. Tutta la storia della difesa-offesa in guerra è fatta di armi micidiali, sempre più micidiali, seguendo la linea del progresso illimitato, per cui a un’offesa si replica con una difesa altrettanto efficace.

I cavalieri del Medioevo, i professionisti della guerra, di una guerra che, a differenza di quanto sta succedendo in questi anni, non coinvolgeva i civili, si opposero all’uso del fucile perché lo consideravano un’arma sleale, in quanto colpiva a distanza. Naturalmente persero la partita. Oggi siamo arrivati a mischioni inverecondi dove i soldati in carne e ossa non contano più nulla rispetto ai droni e ad altre sofisticatissime armi, fra cui c’è in primissimo piano l’informazione-disinformazione. La guerra moderna è una guerra d’informazione, fra fake news di cui nessuno può controllare l’attendibilità e di notizie vere che chiunque può trasformare in fake. L’unico modo per orientarsi in questo guazzabuglio è mandare i giornalisti sul campo perché ciò che si vede con i propri occhi è realtà (sia pur relativa, come ricorda il film Rashomon di Akira Kurosawa). Insomma ci vorrebbero tanti Ettore Mo, ma Mo è appena morto insieme all’informazione di guerra.

Joe Biden, improvvisamente risorto dal suo catafalco, ha ammonito gli israeliani a rispettare “le leggi di guerra”, ma queste leggi, che intendevano tutelare i civili e rimasero valide sin quasi alla fine della Seconda guerra mondiale, e che furono rispettate persino dalle truppe regolari naziste (da non confondere con le forze speciali delle Waffen SS, responsabili di orrendi massacri), non esistono più. A sfondarle per primi furono proprio gli americani con i bombardamenti indiscriminati su Dresda, Lipsia, Stoccarda che erano diretti, per la stessa ammissione dei comandi politici e militari Usa, contro i civili per “fiaccare la resistenza del popolo tedesco”. Poi vennero le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki a chiudere la questione. Per cui la moral suasion dell’invalido Joe Biden, che pur essendo formalmente il comandante supremo delle forze americane fa fatica a reggersi in piedi, lascia il tempo che trova.

Eppure queste norme, chiamiamole così, “di cortesia”, sono esistite. Io stesso posso esserne testimone. Nel paesino del Comasco in cui sono nato c’era una caserma con due giovanissime sentinelle. Passò il Piper inglese e lanciò dei volantini con su scritto più o meno “Guardate che tra poco bombardiamo”. Gli abitanti si affrettarono a fuggire nei boschi. I due guardiani della caserma rimasero al loro posto, erano o non erano le sentinelle? Mi sono sempre chiesto per chi e per che cosa fossero morti quei due ragazzi.

Segue...
Per Benito Mussolini che, dopo tanta retorica sulla “bella morte”, prima convinse molti ragazzi a sacrificarsi per Salò e poi fuggì travestito da soldato tedesco? Per il Re e per Badoglio che, in una confusione di bauli, valigie e suppellettili fuggirono da Roma lasciandola in balìa dell’esercito tedesco? Non avevano capito, quei ragazzi, che onore, lealtà, dignità erano valori che non valevano più. Né in pace né in guerra. Come dimostra anche l’orrendo guazzabuglio israelo-palestinese dove, fra stragi reali e intelligenza artificiale, si combatte una guerra che della guerra ha perso, insieme all’epica, anche l’etica.

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