Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Forwarded from Eventi Avversi News
Il Senatore Borghi ha appena pubblicato il video del convegno integrale del Condav (censurato ieri da YouTube) su Rumble.
Di seguito il link per vedere il video integrale del convegno

20ª Giornata per ricordare le persone decedute o rese disabili dai vaccini (04/10/2023)

https://rumble.com/v3n6v1g--20-giornata-per-ricordare-le-persone-decedute-o-rese-disabili-dai-vaccini-.html
Forwarded from Giubbe Rosse
🇵🇸🇮🇱 Secondo le autorità palestinesi, sono 161 i morti a Gaza dopo gli attacchi aerei di Israele.

EDIT 15:41
Il numero delle vittime a Gaza è salito a 198 e il numero di feriti a 1600. Israele continua i suoi attacchi aerei.

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇮🇱🇵🇸 Il Consiglio di sicurezza israeliano ha approvato all'unanimità un'operazione di terra nella Striscia di Gaza.

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Forwarded from Idee&Azione
Un'escalation in Israele potrebbe innescare una reazione a catena. I palestinesi non hanno alcuna possibilità in una guerra del genere, perché non possono distruggere Israele o infliggergli una sconfitta militare significativa, ma anche Israele non ha nulla per cui combattere. La Palestina è tecnicamente territorio israeliano, che non controlla e non può controllare in nessun caso. È altrettanto impossibile distruggere fisicamente tutti i palestinesi.
Se fossimo in una situazione internazionale diversa, i palestinesi potrebbero contare sulla compassione della sinistra internazionale, ma gli Stati Uniti sono guidati da neocons e globalisti. Di certo non si preoccupano dei palestinesi, anche se non sono nemmeno troppo vicini alle politiche nazionaliste di Israele.
Ma è la reazione a catena - e soprattutto il comportamento degli Stati islamici (in primo luogo Iran, Turchia, Arabia Saudita, altri Stati del Golfo ed Egitto) - che potrebbe essere la logica continuazione. O almeno, questo è ciò che gli strateghi di Hamas potrebbero aver avuto in mente quando hanno deciso di iniziare il conflitto.
Il multipolarismo si sta rafforzando, l'intensità dell'egemonia occidentale nel non-occidente collettivo si sta indebolendo. Gli alleati dell'Occidente nel mondo islamico - soprattutto la Turchia e i sauditi - non seguono automaticamente ogni ordine di Washington. Questa è la situazione in cui il polo islamico, che di recente si è unito in modo provocatorio ai BRICS, sarà messo alla prova.
Naturalmente, il conflitto potrebbe estendersi ad altri territori. Non si può escludere il coinvolgimento dell'Iran e di Hezbollah, il che significa il potenziale trasferimento delle ostilità ai territori del Libano e della Siria. Nello stesso Israele ci sono abbastanza palestinesi che odiano ferocemente gli ebrei. Tutto questo potrebbe avere conseguenze imprevedibili.
A mio avviso, gli Stati Uniti e i globalisti cercheranno di spegnere tutto ora, poiché non possono ottenere nulla di buono da un'ulteriore escalation.
Un'altra cosa: le analogie tra separatismo, irredentismo, ecc. in diverse regioni del mondo non sono più valide. L'Occidente riconosce sia l'unità territoriale sia il diritto alla secessione dei popoli quando ne trae vantaggio e non li riconosce quando non sono vantaggiosi. Non ci sono regole. In effetti, dovremmo trattare la questione allo stesso modo (e in effetti lo facciamo). Ciò che è favorevole a noi è giusto.
Nel conflitto israelo-palestinese, è difficile - almeno per ora - che la Russia scelga una sola parte. Ci sono pro e contro in ogni configurazione. I legami con i palestinesi sono antichi e, ovviamente, sono vittime, ma il fianco destro di Israele cerca anche di perseguire una politica neutralmente amichevole nei confronti della Russia e, così facendo, si discosta dalla selvaggia e inequivocabile russofobia dell'Occidente collettivo.
Molto dipenderà ora dall'evoluzione degli eventi futuri.
Sì, e naturalmente non dobbiamo perdere di vista la dimensione escatologica degli eventi. I palestinesi hanno chiamato la loro operazione "Tempesta di Al-Aqsa", cioè la tensione intorno a Gerusalemme e all'orizzonte messianico (per Israele) della costruzione del Terzo Tempio sul Monte del Tempio (impossibile senza demolire la Moschea di Al-Aqsa, importante santuario musulmano) sta crescendo di nuovo. I palestinesi stanno cercando di accendere la sensibilità escatologica dei musulmani - sia degli sciiti, che sono sempre più sensibili a questo tema, sia dei sunniti (del resto, non sono estranei ai motivi della fine del mondo e della battaglia finale). Israele e il sionismo sono il Dajjal per i musulmani.
Fino a che punto sia una cosa seria, lo vedremo presto, ma in ogni caso è chiaro che chi ignora l'escatologia non capirà nulla della grande politica moderna. E non solo in Medio Oriente, anche se lì è più evidente.


Aleksandr Dugin

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#ideeazione
La Francia discute con EDF un limite massimo al prezzo dell' energia per contenere i costi della produzione industriale.

Tremende queste sanzioni alla Russia.

Eric Packer.

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IPOTESI SUI DRAMMATICI ACCADIMENTI IN PALESTINA DI QUESTE ORE.
Di Pierluigi Fagan.

In merito all’attacco di Hamas ad Israele, ricordo un dato di quadro forse utile per inquadrare gli eventi.

Poco tempo fa, da Blinken in giù, si annuncia un nuovo e potente piano americano di pacificazione della questione israelo-palestinese, particolarmente caro a Biden, forse anche in funzione dell’incipiente campagna elettorale per le presidenziali dell’anno prossimo.

Al G20, braccio di ferro tra Modi e Biden sulla condanna della Russia nella dichiarazione finale fortemente voluta dall’americano che però voleva anche allettare l’indiano con il piano del nuovo progetto della Via del Cotone.

Si tratta dell’accordo, firmato poi almeno in via di intenti, che prevede potenziare il porto indiano di Mumbai con arrivo delle navi negli Emirati, qui trasferimento ferroviario via Arabia Saudita e Giordania, arrivo al porto di Haifa.

Aggiramento del Mar Rosso e Suez, molti soldi promessi come Banca Mondiale, imprese europee (tedesche, francesi, italiane) della partita, competizione diretta con la cinese Via della Seta. Alla fine, la spunta Modi, niente dichiarazione e firma del patto di intenti.

Il piano richiede la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita ed Israele, questione che si porta appresso gli equilibri interni al sunnismo arabo ed i suoi rapporti con i palestinesi e lo stesso ruolo dell’AS o petromonarchie.

Ma anche l’Arabia Saudita, che pure ha interesse sul piano, ha da fare le sue richieste. In particolare, la liberazione da parte americana del loro diritto a sviluppare il nucleare civile. Il confine tra nucleare civile e militare è labile però e sappiamo quanto a lungo questa questione ha pesato nelle relazioni con l’Iran.

Dopo il G20 la questione passa sottotraccia alla via diplomatica di cui non conosco gli sviluppi ma non credo siano comunque noti, queste cose rimangono “sotto la linea” fino a che non sono concluse o stanno per concludersi le trattative. Immagino, per via logica, che la promessa dell’intera operazione fossero vagonate di soldi e chissà che l’Autorità palestinese non ne sia direttamente coinvolta. Anzi direi che ne è coinvolta senz’altro e per varie ragioni.

A bocce ferme, penso nessuno avrebbe dato per possibile un accordo di tale portata anche considerando l’attuale governo di Israele, fortemente nazionalista e militarista. Evidentemente, c’era sotto una qualche promessa convincente per tutte le parti e soldi e futuro di sviluppo economico, sono sempre due ottimi argomenti. Sempre che le cose stiano così come appaiono il che, da quelle parti, non è quasi mai detto.

Ecco allora che l’azione di Hamas potrebbe aver avuto in vista la volontà di incendiare irrimediabilmente il tutto. Evitare l’Autorità svenda la causa, evitare l’emarginazione di Gaza e di Hamas stesso, evitare che i sauditi si possano ritrovare col nucleare che però è inibito agli iraniani (sicuramente vicini ad Hamas), financo evitare che la Cina si ritrovi una concorrenza logistica di tale tipo. A volerla fare molto complicata, non credo che agli egiziani piacesse l’idea della Via del Cotone che salta Suez mentre non piace agli iraniani anche per via di un’altra via che gli stessi dovevano sviluppare con indiani e russi, concorrente sebbene precedente questa annunciata al G20.

Un’azione molti obiettivi, che dispiacerà a qualcuno ma piacerà non poco a molti altri. È solo un’ipotesi, magari serve o magari no, fate voi. Hezbollah la legge così e penso abbiano ragione...

Mi rimane però un dubbio. Chi aveva pensato a questo ipotetico progetto di pacificazione non aveva messo in conto una reazione di questo tipo? E se sì, la questione non si esaurisce allo stato attuale delle cose e dobbiamo prevedere qualcosa di più grosso in preparazione per tornare ad incendiare l'intera area dopo i tentativi di pacificazione promossi dai cinesi? AS, EAU, Iran, dal 1 gennaio, sono tutti e tre nei BRICS. Vedremo.

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇹🇷🇮🇱🇵🇸 TURCHIA: "NECESSARIO ALLENTARE TENSIONI"
La Turchia afferma di essere pronta a contribuire ad allentare le tensioni tra Israele e Palestina e ha intensi contatti con le parti interessate per farlo.
Ankara condanna fermamente la perdita di vite civili e invita le parti ad agire con moderazione ed evitare passi impulsivi.
Così il Ministero degli Affari Esteri turco poco fa. (Ragip Soylu)

La Turchia ha scelto la via della moderazione e della mediazione nell'escalation israelo-palestinese seguendo un pattern già visto in Ucraina.

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E come ti sbagli?
Mai uno straccio di riflessione, solo riflessi pavloviani.
Il vuoto pneumatico, il nulla farcito di niente.

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Forwarded from la fionda📗
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🇮🇱💥🇵🇸
Durante la diretta di Al-Jazeera da Gaza, viene abbattuta la "Palestine Tower", un edificio di 14 piani al cui interno sono presenti un cinema, ristoranti, bar e un hotel.

Secondo le autorità locali, le vittime a Gaza a seguito dei bombardamenti israeliani su edifici residenziali sono almeno 232.

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Forwarded from ROCCO CANTAUNTORE
ADDIO ROBERT KENNEDY JR 👋

Questo ignominioso, immotivato e barbaro attacco contro Israele deve essere accolto con la condanna mondiale e con il sostegno inequivocabile del diritto all’autodifesa dello Stato ebraico. Dobbiamo fornire a Israele tutto ciò di cui ha bisogno per difendersi, ora. Come Presidente, mi assicurerò che la nostra politica sia inequivocabile in modo che i nemici di Israele riflettano a lungo e intensamente prima di tentare aggressioni di qualsiasi tipo.
Plaudo alle forti dichiarazioni di sostegno della Casa Bianca di Biden per Israele nel momento del bisogno. Tuttavia, la portata di questi attacchi significa che è probabile che Israele dovrà intraprendere una campagna militare sostenuta per proteggere i suoi cittadini. Le dichiarazioni di sostegno vanno bene, ma dobbiamo portare avanti un’azione ferma, risoluta e pratica. L’America deve stare al fianco del nostro alleato durante questa operazione e oltre, poiché esercita il suo diritto sovrano all’autodifesa
.”

E anche il “pacifico” Robert Kennedy Jr ha tolto la maschera.
Direi che con queste dichiarazioni potrebbe persino vincere le Primarie Dem. E magari attirarsi finalmente le simpatie di Parenzo.

Complimentissimi!

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Forwarded from Giubbe Rosse
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🇮🇱 ISRAELE - Un convoglio di carri armati dell'esercito israeliano si muove verso la Striscia di Gaza. Netanyahu afferma che l'esercito israeliano userà "tutta la sua forza" per "distruggere" Hamas.

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Forwarded from la fionda📗
"L'Idf utilizzerà immediatamente tutto il suo potere per disabilitare le capacità di Hamas.
Li sconfiggeremo, ci vendicheremo di loro per la giornata nera che hanno inflitto allo Stato di Israele e ai suoi cittadini.
Questa guerra richiederà tempo, sarà difficile, ci attendono giorni impegnativi
"

Lo ha dichiarato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu aprendo alla possibilità di una guerra su vasta scala.

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Il limbo e le generazioni che vengono

L'Occidente non ha più risorse culturali perché ha rimosso la sua propria storia. Non quella degli altri, ma la propria. Non ha rapporto con le sue radici greche, con quelle cristiane. Non ha più alcun rapporto con la storia, e ciò che si chiama filosofia analitica, che è la filosofia del dominio anglosassone, è l'espressione di questa rimozione.

Si tratta di un'ideologia, il cui nucleo consiste nell'estrarre un frammento temporale da una sequenza. Le cose non hanno più storia, radici, motivazioni. Cadono da cielo, sono frutto di follia e di irrazionalità.

Una volta destoricizzate si prestano al ragionamento che il filosofo analitico predilige, e che è ovviamente la forma ideologica del dominio oggi: c'è un aggressore e c'è un aggredito.

Il cattivo è sempre l'altro. I buoni sempre gli Stati Uniti e i suoi alleati. Una storia che dura da Locke, i cui diritti universali servivano sempre a legittimare gli interessi proprio del suo lord protettore. Il liberalismo nasce da quest'anima da servo, ora santificato.

Questa storia giunge sino a noi. I palestinesi, come sono cattivi, si cercano i guai, picchiano i poveri soldati israeliani. Alla fine, il filosofo analitico offre la soluzione: sono matti. E noi siamo la ragione.

Qualcuno, che non è un filosofo analitico ma un sindacalista "de sinistra", un tale Landini che si atteggia a rivoluzionario, dice che così si bloccano le prospettive di negoziato di pace. Di quale prospettive parli lo sa solo lui. Che esistano tali prospettive deve essere una cosa segreta che è sfuggita a quegli ignoranti palestinesi. I fatti sono altri, e sono fatti di insediamenti illegittimi, di protervia, di oppressione.

I palestinesi esperiscono una cosa sola, che la loro prospettiva è semplice: o morire giorno dopo giorno in una riserva indiana, guardare la protervia di uno stato di fatto a base etnica, esempio luminoso di stato intrinsecamente razzista, oppure morire combattendo.

Naturalmente sanno che Israele reagirà con la solita crudeltà, con lo stesso criterio che si chiama ritorsione ma che faremmo bene a chiamare con il suo nome: vendetta per moltiplicazione.

Hamas e i palestinesi non aprono una prospettiva di pace. Vero. Ma che scelta hanno? Che prospettiva ha offerto loro l'Europa? E l'Occidente?

Ma c'è un aggredito e un aggressore.

Purtroppo, la cosa che ferisce è che le generazioni che vengono sono state tirate su così, soprattutto quelle che si dicono di sinistra. Da esse non verrà niente di buono, e io temo che i disastri che faranno queste nuove generazioni faranno impallidire i secoli passati, che pure di tragedie ne hanno viste.

Ma sto imparando, lo ho imparato su FB, che non serve avvisare. Purtroppo si impara solo picchiando la testa. E la storia sta accelerando, sta cambiando rapidamente. Io non penso che le generazioni che verranno saranno in grado di gestire questi cambiamenti.

Il problema della storia sono loro, la fine della storia è questa generazione che ci segue.

La storia sta emigrando altrove, forse, come sosteneva patocka, gli eredi dell'Occidente sono altrove.

La Meloni non vuole diventare cinese. Il problema è che noi non siamo più in Occidente, e da un bel pezzo. Siamo in una terra di nessuno, in una sorta di limbo, sospesi.

Per fortuna c'è l'apericena che salva i valori occidentali e il nostro way of life.

L'Occidente oggi è l'apericena.

Vincenzo Costa.

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“È stata la Nato”: e lo dice la Nato
“VERITÀ ACCIDENTALE” - “Putin ha scatenato il conflitto per impedire che ci avvicinassimo ai suoi confini”. Inammissibile, senonché a parlare così è stato Stoltenberg. La Ue è in bambola. Unica via d’uscita: trattare
DI BENJAMIN ABELOW

Esistono due narrazioni contrastanti sulle origini della guerra d’Ucraina. Secondo una narrazione, Vladimir Putin è un aggressore di stampo hitleriano. Vuole ristabilire l’impero sovietico inghiottendo l’Ucraina e minacciando i Paesi baltici, la Polonia e le nazioni più a ovest. Questa narrazione è stata creata da Washington e Bruxelles.

È stata ripetuta dai leader europei e riecheggiata all’infinito dai media. Se accettate questa narrazione, sarete lodati come umanitari, cittadini virtuosi dell’Europa, dell’Occidente e del mondo. L’altra narrazione afferma che Putin ha invaso l’Ucraina perché ha percepito una minaccia da parte dell’Occidente, in particolare dalla progressiva militarizzazione dell’Ucraina. Questa narrazione è stata sottaciuta dai governi occidentali e derisa dai media. Se si dice che “è stata la Nato”, si viene definiti “tirapiedi del Cremlino” o “burattini di Putin”. A meno che non siate il capo della Nato.

All’inizio del mese scorso, parlando alla Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo, il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg ha commentato la recente adesione della Finlandia all’Alleanza. Ha colto l’occasione per prendere in giro Vladimir Putin. Nel farlo, ha commesso quella che l’economista della Columbia University Jeffrey Sachs ha definito una “gaffe di Washington”. Ciò significa che “ha accidentalmente detto la verità”. Secondo Stoltenberg, “Il Presidente Putin ha dichiarato nell’autunno del 2021, e in realtà ha inviato una bozza di trattato che voleva che la Nato firmasse, di non promettere più alcun allargamento della Nato … Naturalmente, non l’abbiamo firmato. … Voleva che firmassimo quella promessa, di non allargare mai la Nato. … Abbiamo rifiutato. Così è entrato in guerra per impedire che la Nato, ancora più Nato, si avvicinasse ai suoi confini. Ha ottenuto l’esatto contrario”.

I commenti di Stoltenberg sono stati scioccanti per la loro onestà, ma nessuno avrebbe dovuto sorprendersi nel sentire che Putin “è entrato in guerra per impedire che la Nato, ancora più Nato, si avvicinasse ai suoi confini”.

A partire dagli anni ’90, diplomatici e studiosi di spicco avevano previsto un disastro se la Nato si fosse espansa verso la Russia. Tre ex ambasciatori statunitensi a Mosca – George Kennan (che sviluppò la strategia di “contenimento” dell’Urss), William Burns (attuale direttore della Cia) e Jack Matlock Jr (che contribuì a negoziare la fine della Guerra Fredda) – misero tutti in guardia contro l’espansione della Nato.

Anche importanti “falchi” si sono opposti all’espansione della Nato. Tra questi, Paul Nitze, autore di un documento segreto, noto come NSC 68, che ha guidato la politica militare degli Stati Uniti durante la Guerra Fredda, e Richard Pipes, un professore di Harvard, convinto anticomunista. Nel 1997, in una lettera aperta, 40 tra i più esperti diplomatici, militari e studiosi degli Stati Uniti affermarono che l’espansione della Nato sarebbe stata il peggior disastro di politica estera dell’intero periodo post-Guerra Fredda.

Nel 2008, pochi mesi prima che la Nato offrisse una “porta aperta” all’Ucraina e alla Georgia, l’ambasciatore Burns scrisse quanto segue in una e-mail riservata al Segretario di Stato e ad altri alti funzionari: “L’ingresso dell’Ucraina nella Nato è la più luminosa di tutte le linee rosse per l’élite russa (non solo per Putin)”. Più tardi, nel 2008, il National Intelligence Council degli Stati Uniti ha concluso che, offrendo l’adesione all’Ucraina, la Nato aveva creato un rischio reale che la Russia potesse annettere la Crimea e invadere la stessa Ucraina.

Segue...
Nel 2014, l’eminente politologo dell’Università di Chicago John Mearsheimer ha pubblicamente previsto che se la politica degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina non fosse cambiata, la Russia avrebbe “distrutto” l’Ucraina piuttosto che lasciarla diventare un baluardo militare occidentale al confine con la Russia. Quindi, nessuno avrebbe dovuto sorprendersi di ciò che Stoltenberg si è lasciato sfuggire. L’attuale guerra non solo sta distruggendo l’Ucraina, ma sta creando un rischio reale e crescente di guerra nucleare. Questa affermazione non è propaganda russa. Si basa su un nuovo rapporto della Rand Corporation, un think-tank finanziato dalle forze armate statunitensi – quanto di più lontano dalla propaganda russa si possa immaginare. In un testo in grassetto, il rapporto Rand afferma: “Un’ulteriore escalation deliberata, compresa quella nucleare russa, è altamente plausibile”. Tale uso nucleare “potrebbe essere sorprendentemente esteso”. Se Mosca dovesse usare le armi nucleari, “questo potrebbe essere addirittura senza limiti”, possibilmente con l’utilizzo di testate strategiche.

Di fronte a prove schiaccianti sul pericolo dell’espansione della Nato, come mai le preoccupazioni occidentali su di essa sono state definite propaganda russa? In realtà non è successo. Piuttosto, noi occidentali siamo stati vittime di quella che studiosi come Noam Chomsky hanno definito la “fabbrica del consenso”. Nelle democrazie, le élites non possono attuare i loro obiettivi con un colpo di mano autoritario. Al contrario, usano il loro enorme potere per manipolare l’opinione pubblica, creando un consenso artificiale a sostegno delle politiche scelte. Troppo spesso queste politiche sono incredibilmente pericolose, crudeli e incompetenti. Secondo uno studio della Brown University, le guerre degli Stati Uniti dall’attacco alle Torri gemelle del 2001 hanno causato la morte di oltre tre milioni di persone.

C’è solo una soluzione al disastro in corso in Ucraina. Non è una buona soluzione, ma è la migliore disponibile: fare immediatamente pressione per un cessate il fuoco, seguito da una soluzione negoziata. E dobbiamo guardare in faccia la realtà. L’Ucraina non sarà integra. Saranno persi dei territori e i morti di entrambe le parti non saranno risuscitati. I 50.000 ucraini che hanno subito amputazioni non recupereranno i loro arti. Gli innumerevoli giovani russi bruciati vivi nei carri armati non torneranno dalle loro mogli, figli e genitori. Ma almeno questa terribile guerra finirà prima che le cose peggiorino per tutti o finiscano completamente fuori controllo.

Putin non doveva entrare in guerra. Ma è stato messo con le spalle al muro dalle élites di Washington e Bruxelles. Nel caso di una situazione invertita, ad esempio se la Russia o la Cina avessero cercato di circondare gli Stati Uniti con basi militari e avessero provato a lanciare missili proprio al confine americano, come ha fatto la Nato in Estonia nel 2020 e 2021, anche Washington sarebbe entrata in guerra. Quindi, no, Putin non è un pazzo paranoico. Per quanto si possa contrastare, detestare e rimpiangere l’orribile guerra che ha scatenato, bisogna anche riconoscere che Putin ha fatto esattamente quello che avrebbero fatto gli Stati Uniti nella sua situazione. Anche la maggior parte degli altri Paesi avrebbe fatto lo stesso, ammesso che avessero una potenza militare sufficiente. Nonostante i commenti di Stoltenberg, le élites della politica estera di Washington e dell’Ue sembrano psicologicamente incapaci di riconoscere la verità. Invece di ammettere i propri errori e di assumersi la responsabilità del disastro che hanno creato, questi leader giocano al rialzo, insistendo ancora di più sulla stessa narrazione. Questo è ciò che ha fatto di recente il Presidente Biden alle Nazioni Unite. Spetta quindi ai popoli europei, agli Stati Uniti e alla Maggioranza Globale – e a quei leader dotati di intelligenza, integrità e indipendenza mentale – prendere il timone e chiedere la fine di questa guerra ora.

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Caro Ministro Tajani,
il governo Netanyahu sta massacrando all'impazzata donne, bambini e anziani palestinesi, colpendo le loro case e le loro strade indiscriminatamente. Lo studio scientifico del terrorismo consente di affermare che quello di Netanyahu è "terrorismo di Stato". Lo studio scientifico del terrorismo classifica come tale l'azione di Netanyahu. Dunque la scienza sociale consente al giornalismo italiano di riferirsi a Netanyahu con la locuzione: "Netanyahu, terrorista di Stato". Ecco alcuni esempi: "Oggi il terrorista di Stato Netanyahu ha avuto un colloquio con il ministro Tajani"; oppure "il terrorista di Stato Netanyahu ha telefonato al Presidente Mattarella" oppure "il terrorista di Stato Netanyahu sta bombardando le case dei civili palestinesi" oppure "il ministro degli Esteri Tajani ha invitato il terrorista di Stato Netanyahu alla Farnesina" e così via.

Caro Presidente Mattarella,
un'ampia letteratura scientifica, prodotta dai maggiori studiosi al mondo di relazioni internazionali che insegnano nelle più prestigiose università americane, e i report dell'Onu, consentono di affermare che il governo Netanyahu è una delle dittature più brutali, razziste e sanguinarie del mondo basate su un apartheid di fatto contro i palestinesi.

Cara Elly Schlein, Mara Carfagna, Anna Maria Bernini, voi che vi dite così attente ai diritti delle donne, andate a leggere gli studi sulle donne palestinesi stuprate dai soldati israeliani.
Sapete qual è la lezione più dolorosa da mandare giù per un pacifista come me? Gli eventi storici hanno convinto i palestinesi che potranno ottenere qualcosa soltanto con questi mezzi. Per anni, i palestinesi moderati hanno perseguito la via della diplomazia e del dialogo ottenendo in cambio soltanto violenze e brutalità come dimostrano i report dell'Onu. Trump ha addirittura trasferito l'ambasciata americana a Gerusalemme senza dare niente in cambio ai palestinesi. Netanyahu esultava, i palestinesi piangevano.
Cara Schlein, come ti sentiresti al posto delle donne palestinesi? Come ti sentiresti a essere umiliata e schiacciata tutti i giorni della tua vita? Come si sentirebbe Anna Maria Bernini a vedere i propri figli e i propri cari picchiati e uccisi arbitrariamente da un esercito occupante senza mai vedere la fine a tanto orrore? E come vi sentireste voi a vedere le vostre figlie stuprate nella vostra terra? Il blocco occidentale, l'unico che possa influenzare le scelte di quel violentissimo dittatore che è Netanyahu, ha sempre abbandonato le donne palestinesi a se stesse, vittime indifese di ogni tipo di brutalità, bestialità, sopruso e umiliazione. Voi dite: "Sì però Netanyahu è un nostro alleato". E a voi non fa schifo di avere per alleato uno dei dittatori più brutali e razzisti del mondo? Non vi vergognate per la vostra ipocrisia?

Alessandro Orsini.

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇮🇱 ISRAELE - Il bilancio delle vittime degli attacchi di Hamas contro Israele è salito a più di 400 con almeno 2000 feriti, afferma il Ministero della Salute israeliano.
il Ministero della Difesa israeliano ha ammesso che questa guerra sarà molto complicata e che giorni molto difficili attendono Israele.

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