Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Forwarded from Marco Cosentino
NOBEL 🌺🌺🌺
Il Premio Nobel è un riconoscimento di natura essenzialmente politica, come si può arguire facilmente scorrendo le innumerevoli controversie che ne costellano la storia. In medicina e fisiologia in particolare spicca tra le tante vicende discutibili e discusse il premio assegnato nel 1949 al neurologo Antonio Egas Moniz per aver sviluppato la tecnica della lobotomia prefrontale. Che oggi il medesimo premio vada agli inventori della tecnologia dell'RNA è un passaggio ovvio e scontato, un po' come il Nobel per la Pace assegnato "preventivamente" a Obama.
In questa foto, Mario Draghi, detto anche il "peggiore".
La controffensiva è stata un fallimento colossale, come avevo previsto, e adesso l'Ucraina ha un futuro di soli lutti e distruzioni. Mario Draghi, questo traditore dei valori della pace contenuti nella Costituzione Italiana, ha voluto, armato e finanziato questa controffensiva nella convinzione che l'Ucraina avrebbe sconfitto la Russia sul campo. Mario Draghi ha sempre disprezzato la diplomazia e ha investito soltanto nelle armi. Potendo scegliere tra la strada della guerra e la strada della pace, il "peggiore" ha scelto la strada della guerra. Mario Draghi è uno dei principali corresponsabili della distruzione dell'Ucraina e, per questo motivo, sarà probabilmente il prossimo presidente della Repubblica rimesso recentemente in corsa dalla sua pessima sodale Ursula von der Leyen.
In una società libera, Corriere della Sera, la Repubblica e la Stampa, chiederebbero conto a Mario Draghi delle sue politiche disastrose in Ucraina; gli chiederebbero conto delle sue responsabilità nella distruzione del popolo ucraino, ma non possono perché Corriere della Sera, Repubblica e la Stampa hanno sostenuto le politiche di Draghi e attaccato ferocemente il movimento pacifista. Criticando il peggiore degli italiani per i suoi fallimenti solari, Corriere della Sera, Repubblica e la Stampa, dovrebbero criticare se stessi. Il risultato è che la grande stampa, in Italia, non svolge quella funzione di critica e di controllo verso il potere pubblico tipica del giornalismo delle democrazie liberali. Il che aiuta a comprendere i limiti della democrazia italiana, dove la compenetrazione tra informazione sulla politica internazionale e potere politico è profondissima.

Alessandro Orsini.

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Forwarded from Andrea Zhok
Tra una dotta disquisizione sulla pubblicità dell'Esselunga e l'altra qualcuno avrà notato cosa sta accadendo in Grecia.

Ricordo che la Grecia è il paese che è stato "salvato" dalla Trojka, è stato salvato così efficacemente che un decimo della sua popolazione, praticamente tutta la generazione più giovane, è emigrata all'estero, e che tutte le principali fonti di reddito diverse dal turismo sono passate in mani estere (porto del Pireo ai cinesi, sistema aeroportuale ai tedeschi, ecc.). Dal "salvataggio" il paese non si è più ripreso, rimanendo uno sterminio di serrande chiuse, di pensionati alla fame e di "working poors".

Non sono mancati naturalmente alcuni brillanti commentatori economici, soprattutto tra i nostri esperti a molla, che hanno plaudito la ripresa del PIL greco, ignorando o fingendo di ignorare che con i maggiori cespiti in mano estera, il fatto che il prodotto interno cresca non significa affatto che la ricchezza nazionale cresca (il PIL calcola solo ciò che è prodotto all'interno dei confini del paese, anche se poi i relativi profitti vengono drenati all'estero).

Ora, di fronte al fatto che una bella fetta della popolazione greca già ora deve arrabbattarsi con due lavori per campare, il governo Mitsotakis ha approvato una riforma del mercato del lavoro che consente ai dipendenti a tempo pieno di ottenere un secondo lavoro part-time e di lavorare fino a 13 ore al giorno, e fino ai 74 anni di età. Ai datori di lavoro è consentito di estendere la settimana lavorativa a sei giorni. Inoltre forme di sciopero che creino ostacolo al lavoro dei colleghi potranno essere punite con una detenzione fino a 6 mesi.

Come accade sempre, norme abiette possono essere approvate senza difficoltà quando le condizioni di vita sono già abiette; la gente a questo punto non reagisce più, una volta che la realtà sia mediamente già peggiore delle leggi.

E così le leggi garantiscono il consolidamento nel lungo periodo di quelle condizioni.

Per distruggere i diritti sociali si distrugge prima la realtà che li supporta, e lo si può fare con una miriade di iniziative emergenziali che erodono le condizioni di vita. Alla fine si deve ammettere che i vecchi diritti sono oramai solo carta straccia, e dunque è tempo di rendere il sistema anche giuridicamente più "flessibile" (la motivazione addotta dal governo greco è infatti di abbattere così il lavoro nero e di conferire flessibilità al mercato).

C'è qualcosa di altamente simbolico nel fatto che nel cuore d'Europa, nella patria storica della democrazia, si inauguri un ritorno in grande stile ai rapporti di lavoro della prima rivoluzione industriale, ai "dark satanic mills" di Blake.

L'Europa che per alcuni decenni dopo la seconda guerra mondiale si era profilata come un possibile sistema economico misto, con redditi e diritti sociali crescenti, è stato abbattuto di emergenza in emergenza (la prima fu la crisi petrolifera, con inflazione esogena, succeduta alla guerra del Kippur). Le ultime emergenze, dalla crisi subprime, alla pandemia, e infine alla guerra in Ucraina hanno completato l'opera di devastazione.

E naturalmente la massa di larve teledipendenti di cui è costituito oramai il nerbo delle nazioni europee non possono che accondiscendere, giacché cos'altro avremmo potuto fare?

E' stato il fato cinico e baro a far crollare il sistema speculativo dei mutui subprime americani e noi, poveri piccoli europei, cosa potevamo fare se non caricare il risanamento della finanza privata sulle spalle dei debiti pubblici? Avreste mica voluto fossimo irresponsabili?

E' stato il pangolino che accoppiandosi con un pipistrello ha inondato il mondo della nuova Peste Nera, rispetto a cui cosa potevamo fare se non bloccare tutto, chiuderci in casa, e attendere il tristo mietitore a colpi di tachipirina? Avreste mica voluto fossimo negazionisti?
Forwarded from Andrea Zhok
E' stato il malvagio zar Putin, che con la sua somodata brama di potere ha deciso di portare le sue armate di orchi a Lisbona a costringerci all'autoevirazione industriale, all'inflazione stabile, e a svenarci per sostenere i democratici eredi della 14. Waffen-Grenadier-Division delle SS. E cosa potevamo fare, dopo tutto c'era un aggressore e un aggredito no?

Ed ora naturalmente, se vogliamo abbattere quell'inflazione bisognerà fare tutti un piccolo sacrificio, no? Quindi ringraziamo M.me Lagarde che pensa al nostro bene e aumenta il costo del denaro, gli interessi sui mutui, la spesa per i prestiti.

E poi non vorrete mica essere degli ingrati inquinatori di Madre Terra? Dunque converrete sulla necessità di ristrutturare a debito le vostre abitazioni per renderle più green ed efficienti? E se poi i prestiti costano di più e i vostri salari erosi dall'inflazione non ce la fanno, e dovete vendere la vostra casa in nuda proprietà, che possiamo farci? E' il fato che così ha voluto.

Così, quando un bel giorno verrà ripristinata la servitù della gleba tireremo tutti finalmente un sospiro di sollievo: finalmente una saggia limitazione della precarietà.
Forwarded from Lettera da Mosca
Il ministro degli Esteri tedesco Bärbock in visita a Kyiv: “Presto l'UE andrà da Lisbona a Lugansk… Il futuro dell'Ucraina è nella UE, nella nostra comunità di libertà... Con ogni villaggio liberato, con ogni metro, l'Ucraina accelera il suo percorso verso la UE".
I birilli atlantisti
di Marco Travaglio

L’ultimo audace colpo dei soliti noti è riuscito a resuscitare in Slovacchia lo sputtanatissimo ex (tre volte) premier Robert Fico, affiliato ai socialisti europei (che ora, siccome ha vinto le elezioni, vogliono espellerlo), fiero avversario delle armi a Kiev e dell’Ucraina nella Nato, popolarissimo per lo slogan a pronta presa “Prima gli slovacchi” (e gli altri si fottano). Da quando i geni atlantisti han deciso, giocando a Risiko in casa d’altri, che Putin sarebbe caduto a stretto giro per una delle 70 patologie mortali, o per un golpe che avrebbe trasformato la Russia in una democrazia occidentale, o per l’irresistibile controffensiva ucraina, sono venuti giù come birilli l’atlantista italiano Draghi, l’atlantista finlandese Marin, l’atlantista olandese Rutte, l’atlantista spagnolo Sánchez, gli atlantisti britannici Johnson e Truss. Intanto l’atlantista francese Macron ha perso la maggioranza; l’atlantista tedesco Scholz se la vede bruttissima; l’atlantista per eccellenza Biden non si regge neppure in piedi; in Africa si susseguono un golpe dopo l’altro al grido di “abbasso la Francia, viva Putin”; e in Brasile è tornato Lula, altro nemico giurato delle armi a Kiev e alfiere dei Brics con India, Cina, Russia, Sudafrica e altri sei Paesi (più 40 in lista d’attesa) che puntano a scaricare il dollaro. Un trionfo.

Anziché domandarsi perché il mondo si ribella ai loro diktat, fare autocritica e cambiare politica, i Buoni perseverano con la tecnica più puerile e suicida che esista: cercano Cattivi lontano da sé e, non trovandoli, se li inventano con paroloni vuoti nell’illusione di esorcizzarli: “Populisti” (aggettivo che si porta su tutto) e “putiniani” (new entry degli ultimi due o tre anni). Draghi fallisce? Ha stato Putin. Le Pen e Mélenchon più votati di Macron? Populisti e putiniani. Trump sopra Biden? Idem. I golpe in Africa? Ha stata la Wagner. Fico in Slovacchia? C’è dietro Putin. Il colonialismo occidentale, le auto-sanzioni europee che danneggiano più i sanzionatori del sanzionato, la guerra con tanti padri e nessuna speranza in Ucraina, la miopia ipocrita e destabilizzatrice della Nato (che, sulla pulizia etnica azera contro gli armeni del Nagorno Karabakh, sta con l’aggressore contro gli aggrediti), la sanguinosa e rapinosa resistenza degli Usa al tramonto dell’impero sono le cause che stravolgono i confini del mondo. Ma è vietato parlarne: come se, tacendole, sparissero. Fino al prossimo voto “sbagliato”, al prossimo golpe, alla prossima guerra. I Buoni non sbagliano mai e, se il resto del mondo li odia, è perché è cattivo, dunque non esiste perché arrivano sempre i “nostri” a “isolarlo”. Come nella vecchia storiella. “Comandante, ho fatto dieci prigionieri!”. “Bravo soldato, portali qui!”. “Eh, ma non posso: non mi lasciano venire!”.

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NUOVOATLANTE
di Alessandro Orsini

Guerra in Ucraina. Draghi non ne ha azzeccata una. E adesso la paghiamo

L’Ucraina è attesa da una grande tragedia nazionale nel 2024-2025. Le cause di questo prevedibile futuro sono politiche, economiche e militari.

Sotto il profilo politico, i governi che hanno annunciato il disimpegno sono almeno quattro. Oltre all’Austria, anche Ungheria, Polonia e Slovacchia. Si aggiunga la decisione del Partito Repubblicano di bloccare i 24 miliardi di aiuti a Zelensky promessi da Biden. I media italiani minimizzano questi fatti, ma la strada del disimpegno è imboccata e vedrà aumentare i suoi sostenitori con il naufragio della controffensiva.

Sotto il profilo economico, l’Unione europea è in recessione mentre la Russia fa ottimi affari. Putin ha sottratto al mercato milioni di barili di greggio d’intesa con i sauditi. Siccome la domanda resta alta, il prezzo del petrolio si è impennato e gli italiani pagano il pieno di benzina più dell’automobile. Per pudore, tralascio di indicare i miliardi che la Russia incassa dal petrolio ridicolizzando Mario Draghi che fantasticava di fissare il tetto massimo del barile russo a 60 dollari. Una fantasticheria che non qualifico in questa sede per motivi di decoro. Risultato: gli analisti prevedono il barile a 100 dollari mentre l’economia italiana è strozzata e rischia di spezzare le gambe al già zoppo Meridione.

Sotto il profilo militare, i soldati ucraini cadono a migliaia senza ottenere niente perché la Russia è sovrastante nell’artiglieria e nei soldati, ovvero in ciò che fa la differenza nella guerra d’attrito. Putin controlla i cieli e sta pure caricando una quantità impressionante di mezzi militari e di soldati. Diecimila uomini sono appena arrivati a Bakhmut; 10.000 paracadutisti d’élite sono stati inviati nell’area di Robotyne; circa 100.000 soldati sono pronti a sfondare a Kharkiv; 400.000 sono stati contrattualizzati e 130.000 sono stati chiamati alla leva. I caduti, in questa fase di tiro al piccione, sono quasi tutti ucraini. Putin aveva parlato di 70.000 soldati ucraini uccisi. Ella Libanova, direttore dell’Istituto Ptoukha per la demografia e gli studi sociali dell’Accademia nazionale delle scienze, il più importante ente governativo di ricerca dell’Ucraina, ha rivelato al Corriere della Sera che i soldati ucraini uccisi dall’inizio della guerra sono circa 100.000, soprattutto maschi in età riproduttiva con ricadute iper-tragiche sul futuro del Paese. Ecco gli esiti delle politiche del blocco occidentale in Ucraina. In una democrazia liberale, La Stampa, Repubblica e il Corriere della Sera, chiederebbero conto a Draghi delle sue scelte sciagurate. Ma non possono perché le hanno celebrate. Il che significa che, in Italia, la grande stampa non svolge quella funzione di controllo e di denuncia degli errori del potere pubblico richiesta dalle società aperte. Si vocifera che Draghi, a cui Ursula von der Leyen ha affidato un incarico per risospingerlo nella politica italiana, potrebbe sostituire Giorgia Meloni che ha vinto le elezioni. Dal momento che lo scontro frontale con la Russia imposto anche all’Italia da Draghi ha causato la distruzione dell’Ucraina e l’affossamento dell’Italia, perché quest’uomo continua a essere considerato una “risorsa” per il nostro Paese? Il fallimento delle scelte di Draghi è talmente solare che soltanto un’informazione malata potrebbe mascherare. L’Unione europea ha rifiutato la diplomazia con Putin presupponendo che l’Ucraina avrebbe sconfitto la Russia con l’aiuto della Nato. Non è accaduto ed è giusto che qualcuno paghi per questo spaventoso errore di sottovalutazione.

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DOPO L’EVITATO SHUTDOWN

Pentagono: solo 6 mesi di armi per Zelensky, poi scorte esaurite
NEGLI STATI UNITI - Politico: "L’Amministrazione Biden è molto preoccupata per il livello di corruzione in Ucraina"

DI GIAMPIERO CALAPÀ

Boom. Il botto arriva da Politico che ieri pubblica un documento riservato dell’amministrazione Biden: alla Casa Bianca “sono molto più preoccupati della corruzione in Ucraina di quanto ammettano pubblicamente”. Il campanello d’allarme fa tanto rumore che qualche ora dopo lo stesso presidente Joe Biden deve annunciare che “rassicurerà”: “intende chiamare gli alleati per rassicurarli sul proseguire del sostegno americano all’Ucraina”, riporta l’agenzia Bloomberg secondo cui già oggi il presidente alzerà la cornetta dello Studio Ovale per telefonare ai leader della Nato. La mossa di Biden è legata anche alla misura approvata dal Congresso per evitare lo shutdown, il blocco del bilancio federale, ottenuta soltanto dopo aver escluso ulteriori stanziamenti per l’esercito ucraino. Eppure in queste telefonate Biden forse non potrà evitare di commentare con i partner quanto riportato da Politico: il report “sottolinea che la corruzione potrebbe indurre gli alleati occidentali ad abbandonare la lotta dell’Ucraina contro l’invasione russa e che Kiev non può rimandare lo sforzo anti-corruzione”. Il documento pubblicato da Politico è la versione riservata di una relazione pubblica, di 22 pagine, già divulgata senza troppo clamore un mese fa dal Dipartimento di Stato Usa. Questa versione riservata, appunto, è ben più lunga e contiene molti più dettagli sugli obiettivi egemonici di Washington in Ucraina: “Dalla privatizzazione delle banche all’intervento sulle scuole per l’insegnamento dell’inglese, fino a traghettare l’esercito ucraino verso l’adozione di protocolli Nato”. Scrive Politico: “Quando si tratta di Kiev, ‘ci sono alcune conversazioni oneste che avvengono dietro le quinte’, ha detto un funzionario americano che ha familiarità con la politica ucraina”.

E al Congresso rimane la grana Kevin McCarthy, lo speaker della Camera che in queste ore, dopo lo shutdown evitato escludendo dall’accordo salva-bilancio nuovi fondi a Kiev, rischia la presidenza dell’assemblea. Matt Gaetz, estrema destra repubblicana, fedelissimo di Trump e forse più trumpiano dello stesso ex presidente, se la ride: “McCarthy ha stretto un accordo segreto con Biden sui fondi per l’Ucraina”. Ed è questo il motivo, spiega Gaetz, per cui lui non ha ancora presentato l’annunciata mozione per sfiduciare McCarthy: “I repubblicani potrebbero votare in modo differente sulla mozione di sfiducia dopo aver sentito quello che lo speaker ha da dirci sul suo accordo con Biden”.

Intanto, dopo l’alt del Congresso, al Pentagono rimangono solo poco più di 5 miliardi di dollari per inviare armi all’Ucraina, rivela il Wall Street Journal, sottolineando che “se le forniture americane all’Ucraina continueranno alla velocità attuale, il Pentagono ha sei mesi prima di esaurire le scorte”. Un altro argomento per le telefonate di oggi.

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GEORGIA - Secondo il Servizio di sicurezza dello Stato della Georgia (SUS), tre cittadini serbi del CANVAS, il gruppo di formazione sulla rivoluzione colorata finanziato dagli Stati Uniti, sono arrivati ​​in Georgia la settimana scorsa e hanno incontrato gli attivisti locali in un hotel di Tbilisi per insegnare loro come "rovesciare il governo". con mezzi violenti”. La conferenza di 4 giorni finanziata dall'USAID è stata organizzata da "Canvas-Georgia" e dall'East-West Management Institute.

Le “azioni distruttive e illegali” avrebbero preso di mira il governo, i servizi di sicurezza e la Chiesa ortodossa, utilizzando tecniche come blocchi stradali e allestendo accampamenti di protesta davanti agli edifici governativi, ha affermato il SUS. Secondo l'agenzia di sicurezza, gli attivisti di CANVAS hanno anche mostrato esempi di come invadere il parlamento, mettere offline i servizi di radiodiffusione e rovesciare il governo.

Interrogati dal SUS il 29 settembre, Sinisa Sikman, Jelena Stoisic e Slobodan Djinovic avrebbero "cercato di mascherare il vero motivo della loro permanenza in Georgia" e hanno fornito testimonianze che contraddicevano le prove ottenute dagli investigatori. Il trio ha lasciato la Georgia il giorno successivo.

Commentando il rapporto SUS, il leader del partito al governo Sogno georgiano, Irakli Kobakhidze, ha detto lunedì ai media locali che gli Stati Uniti dovrebbero spiegare perché stanno finanziando possibili disordini in Georgia.
https://georgiatoday.ge/sssg-trainings-for-revolutionary-scenario-were-held-in-tbilisi-under-the-usaid-program/

Laura Ruggeri.

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Quotidiano la Sicilia, 2 Ottobre 2023

"Dopo alcuni casi di morti sospette verificatesi a Ragusa emerge con sempre maggiore prepotenza il ruolo dei vaccini."

Con un ritardo di tre anni, a richiamare l'attenzione sui meccanismi di interazione del profarmaco ad mRNA non sono solo più i negazionisti no vax - quelli che meritavano la morte - ma anche giornali e talora istituzioni.
Forwarded from Andrea Zhok
Nel 1991, alla dichiarazione d'indipendenza, lo stato ucraino contava su 51 milioni di cittadini. Nel 2014, con il colpo di stato di Maidan la popolazione era di 44 milioni di abitanti.
Oggi, ottobre 2023, l'Ucraina conta 23,7 milioni di abitanti. Quelli che mancano all'appello sono per la maggior parte rifugiati o emigrati volontariamente all'estero, cui si aggiungono - secondo le stime più aggiornate - intorno ai 300.000 morti in guerra (il che vuol dire almeno un milione di feriti gravi e mutilati).

Le infrastrutture, la produzione agricola e gli apparati industriali ucraini sono devastati.

L'intero sistema statale sopravvive soltanto grazie alla costante iniezione a perdere di capitali occidentali.

Di fronte a questo quadro ricordo le surreali discussioni dei primi giorni e settimane di guerra.

Ricordo uno scambio di battute avuto su La7 in un Talk Show con un ambasciatore e con il conduttore del medesimo.
L'ambasciatore (o ex ambasciatore, non ricordo), alle raccomandazioni di cercare il più rapidamente possibile la strada di una tregua e della trattativa rispondeva testualmente che era "troppo presto", che bisognava lasciar fare agli eserciti.
Il conduttore, alla sollecitazione a prendere sul serio la piattaforma di proposte russe (ripristino accordi di Minsk, neutralità ucraina senza ingresso nella Nato, statuto amministrativo speciale delle regioni russofone all'interno dello stato ucraino) rispondeva stizzito che uno stato sovrano aveva il diritto di decidere se entrare o meno nella Nato.

Ora, senza neanche provare ad entrare nelle contraddizioni, nelle bugie, nei doppiopesismi, una sola cosa mi chiedo. Mi chiedo se tutta questa gente che dall'inizio ha soffiato in tutti i modi sul fuoco del conflitto, adducendo come giustificazione la necessità umanitaria di "aiutare gli ucraini" ha riflettuto per un minuto sulle proprie responsabilità.

Poche settimane prima del 24 febbraio 2022, e di nuovo alcune settimane dopo l'inizio del conflitto ci furono tornate di trattative per ottenere una risoluzione politica del contenzioso; in entrambi i casi il rifiuto venne da parte americana (non ucraina, americana a nome dell'ucraina).

Quello che non posso non chiedermi è se questa gente ha mai messo a confronto mentalmente cosa sarebbe stata l'Ucraina se quegli accordi fossero stati firmati con quello che è oggi.

Da un lato avremmo avuto un paese neutrale, capace di commerciare in tutte le direzioni a est e ovest, con le province a maggioranza russa dotate di uno statuto simile a quello del nostro Trentino.

Dall'altro lato abbiamo un cumulo di macerie svuotato della popolazione più giovane e attiva.

E in mezzo le vostre campagne h24 di menzogne guerrafondaie.

Ecco, ora per piacere, diteci di nuovo che lo avete fatto per l'inderogabile dovere umanitario di aiutare la popolazione ucraina; diteci che l'Europa si è svenata e ha compromesso il proprio futuro industriale, per il bene superiore dell'autonomia ucraina.
Spiegateci una volta di più come voi eravate dalla parte del bene e dell'umanità, e tutti gli altri erano abietti putiniani.
Forwarded from Piccolenote
🚨🇩🇪NEWSWEEK: DALLA GERMANIA I VERI RISCHI PER IL MONDO

IL NORD STREAM 2, IL CRIMINE IGNORATO

Sul futuro della Germania pesa quanto accaduto al Nord Stream 2. Scrive Amar: “La Germania ha ignorato il sabotaggio dei suoi gasdotti Nord Stream, un’infrastruttura costosa e strategica...

“Che si consideri giusto o sbagliato far saltare in aria il Nord Stream, non è usuale che un governo chiuda un occhio su un simile attacco. Far finta di niente e continuare a sostenere massicciamente il Paese da cui è arrivato [l’attacco] è straordinario”...

“Eppure il Nord Stream è solo la punta dell’iceberg. La brusca transizione energetica della Germania sta facendo aumentare drasticamente i costi per l’economia e le famiglie”.

“La Germania moderna – annota infatti Amar – è strutturata su un principio semplice: importare materie prime ed energia, aggiungervi manodopera e tecnologia e vendere i prodotti risultanti. Se si toglie dal mix l’energia a prezzi competitivi, il modello crolla. Parlare di ‘deindustrializzazione‘ sembrava esagerato un anno fa. Ora è la nuova normalità”...🇩🇪🚨


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🟥 https://bit.ly/3LJBktq 🟥
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Campi Flegrei proviene dal greco, letteramente "campi ardenti".
La zona che copre una vasta area a nord-ovest della città di Napoli, infatti, è un supervulcano, con una caldera vasta 15 km2, in parte ricoperta dal mare.
In questo contesto, gli sciami sismici dovuti alla risalita di gas non sono un'eccezione e le popolazioni locali ci convivono da millenni.

Il preambolo per trasmettere che i fenomeni di questi giorni non preannunciano un'immimente eruzione e che, proprio per questo, le istituzioni non dovrebbero pensare unicamente a piani generali di evacuazione in previsione di scenari apocalittici.

Francesco Santoianni, già funzionario della protezione civile, lo denuncia da 40 anni.
Alle popolazioni occorre dare risposte nelle singole situazioni di crisi -anche quelle minori- e non solo approntare un piano di evacuazione totale (annunciato da decenni).

Evidentemente, anche in questo caso a farla da padrone sono politiche del terrore, incapacità, inefficienze e interessi.

Rapporto a cura di F.Santoianni
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🎥 https://www.youtube.com/watch?v=zItOedyFyrY

Dietro alle false premesse emergenziali di sicurezza, efficienza e sostenibilità ambientale, avanza ovunque in Italia, lungamente architettato e finanziato, il progetto delle città nuove, le Smart cities del Capitalismo della sorveglianza, della società del controllo e del disciplinamento sociale.

⚠️ Una "nuova frontiera", come la definisce Cassa Depositi e Prestiti, dove sperimentare in ogni ambito nuove politiche pubblico/private, dalle videocamere alla profilazione individuale, dalle ZTL alla telemedicina, dalle smart-community del novello city user fino alla premialità del Diritto e dei servizi.

Ma non demordiamo! Le incongruenze, il carattere anti popolare e autoritario del progetto iniziano a risultare evidenti e ovunque si moltiplicano iniziative di contrasto alla prossima distopia urbana. Da Trento alla campagna internazionale del 7 ottobre, fino alle mobilitazioni dei prossimi mesi: riparta la lotta! 🔥

🎥 Ringraziamo per il video il Coordinamento Nazionale contro le Smart Cities e l'amico e attore "Fritz" Guerra, che sarà nostro ospite a Milano domenica 22 (presto ulteriori dettagli)

https://t.me/canalemiracolomilano
miracoloamilano@protonmail.com
Forwarded from La terza ROMA
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Il quotidiano"La Repubblica" noto per la sua feroce propaganda anti russa e il continuo utilizzo di fake news pubblicava un articolo dove diceva che la città di Melitopoli viveva nel terrore. I miliziani ceceni avevano quasi introdotto la Sharia e i cittadini vivevano nel terrore.
Siamo andati a vedere con i nostri occhi e non abbiamo visto niente di tutto questo. Anzi la città nonostante la tanto decantata controffensiva ucraina sta tornando alla normalità e soprattutto non c'è nessun problema religioso e né "terrore" creato dalle milizie cecene.

https://t.me/terzaroma
Viviamo probabilmente l'epoca più assurda, oscura della storia. Un oscurantismo censorio di questo genere, con così poche reazioni avverse, onestamente neanche nelle peggiori dittature. Oscurantismo censorio che si va a saldare con un'ignoranza spaventosa, con la sempre più diffusa incapacità non solo di comprendere un testo scritto, ma di riconoscere le più elementari figure retoriche di ironia e sarcasmo (e io, per dire, mi ci vado a scontrare tutti i giorni).

Oggi praticamente non c'è più alcuna differenza tra il dire una frase razzista e il citare una frase razzista per sfotterla o stigmatizzarla. Facebook ad esempio non fa alcuna differenza tra le due cose, ti blocca comunque.

Io non so se ci si rende pienamente conto di quanto questo sia folle e pericoloso. La polemica del giorno è contro una cantante che cita, anche piuttosto banalmente, una serie di frasi fatte per sfotterle e viene trattata come se quelle frasi fossero affermazioni sue.

Alberto Scotti.

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Un personaggetto affidabile.

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Leggere sui libri come si manifesta un regime è una cosa, ma viverlo è scioccante. L'omertà diventa legge, l'indifferenza virtù, il conformismo - il timore di essere esclusi dalla cerchia degli individui rispettabili - si sostiuisce alla coscienza. Qualsiasi ingiustizia diventa giustificabile ricorrendo alle formule più varie (è sempre successo, poteva andare peggio, la cosa non riguarda me...). E la cosa agghiacciante è che tutto questo può traformarsi in abitudine.

Adalberto Gianuario.

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Ucramina

Caro Ministro Antonio Tajani, noto che ha pubblicato le foto del premio ricevuto da Zelensky per avere dato il suo contributo alla distruzione dell'Ucraina. Siccome la controffensiva ucraina - invocata, armata e finanziata anche da lei - è un fallimento spaventoso, volevo chiederle, gentilmente e rispettosamente, quando pensa di dare questo annuncio ufficiale agli italiani.
Caro Tajani, in quale data il ministro degli Esteri italiano annuncerà che la controffensiva ucraina è stata il più grande fallimento della storia universale con decine di migliaia di giovanissimi ucraini morti per non conquistare niente mentre la Russia diventa sempre più ricca grazie al petrolio ed equipaggiata con armi sofisticatissime che sopravanzano persino quelle della Nato, e l'Unione europea in recessione?
Caro Tajani, mi auguro di non averla disturbata troppo. Ma sono certo che avrà la sensibilità di capire che, a causa della guerra che lei sta alimentando senza fare niente per la pace, l'Ucraina è diventata un cimitero a cielo aperto e che l'Italia ha un piede nella fossa.
So che lei non è avvezzo a ricevere queste domande perché il sistema dell'informazione sulla politica internazionale in Italia è corrotto fino al midollo, ma capirà che, nelle democrazie liberali, le domande che il giornalismo mainstream sarebbe tenuto a fare sono proprio queste.
Grato dell'attenzione, le giunga la bella noitizia che Mario Draghi l'ha candidata al premio finale per la distruzione totale dell'Ucraina. Il premio si chiama: "Ucramina" ed è stato progettato per ricordare tutti i bambini ucraini e russi uccisi anche grazie all'ottavo invio di armi da lei orgogliosamente sbandierato in queste ore.
Bravo, Tajani, continui così.

Alessandro Orsini.

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