Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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“SOSPENSIONE DAL LAVORO ILLEGITTIMA E RISARCIMENTO PER MANCATI STIPENDI E DANNI BIOLOGICI”, LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DELL’AQUILA

Eclatante sentenza del Tribunale del lavoro dell'Aquila. Il magistrato incaricato di valutare il caso di un ultracinquantenne non vaccinato, giudica illegittima la sospensione per mancata vaccinazione e impone al datore di lavoro di risarcire i mancati stipendi e i danni biologici derivati dallo stress della sospensione.

https://www.byoblu.com/2023/09/25/sospensione-dal-lavoro-illegittima-e-risarcimento-per-mancati-stipendi-e-danni-biologici-la-sentenza-del-tribunale-dellaquila/?fbclid=IwAR3w1judKSvz_pLhrqKHyE1cT-rxI1-0v8-aOb578md_VsjHomgzek8bNMk

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Viva il nazi (se è ucraino)
di Marco Travaglio

Non ha commesso errori né gaffe il presidente della Camera canadese Anthony Rota, quando venerdì ha chiesto la standing ovation per “l’eroe ucraino e canadese della Seconda guerra mondiale che combatté per l’indipendenza dell’Ucraina contro i russi” Yaroslav Hunka, 98 anni, che sedeva sugli spalti per applaudire Zelensky. Né lui, né i deputati che si sono alzati ad applaudirlo, né Zelensky che non ha detto una parola. Nessuno poteva sapere che Hunka“prestò servizio nella 14ª divisione Waffen Grenadier delle SS naziste i cui crimini contro l’umanità durante l’Olocausto sono ben documentati” (come han reso noto gli Amici del Centro Wiesenthal). Ma chiunque avesse letto un Bignami della Seconda guerra mondiale sa che chi combatteva in Ucraina contro i russi stava con i nazisti. Lo sanno gli ucraini, che venerano come eroe nazionale il collaborazionista delle SS Stepan Bandera, eleggono partiti neonazisti in Parlamento e vantano milizie neonaziste nelle forze armate. E lo sanno i canadesi, che dichiararono guerra alla Germania 26 mesi prima degli Usa e combatterono i nazisti al fianco dell’Urss (che ci rimise circa 27 milioni di morti).

Quello che è accaduto al Parlamento di Ottawa durante la visita di Zelensky è l’ultima tappa dello strisciante sdoganamento del neonazismo ucraino iniziato il 24 febbraio ’22 con l’invasione russa. Fino ad allora media e politici occidentali, Onu, Osce e Amnesty denunciavano i partiti neonazisti in Ucraina e i crimini delle loro milizie in Donbass. Poi è scattata la sordina e infine la beatificazione degli “eroi” del battaglione Azov con le rune stilizzate e le svastiche tatuate. Un pietoso velo sul paradosso di un presidente ebreo che loda le milizie neonazi e arringa il Parlamento greco in tandem con un figuro dell’Azov, fra le proteste di governo e opposizione. L’ha notato, rara avis, il Pulitzer Glenn Greenwald: “È incredibile che la stampa occidentale, dopo un decennio passato a chiamare gli Azov fanatici neonazisti, ora ne parli con ammirazione e dica che il loro nazismo è propaganda russa”. A furia di lasciar correre per carità di patria (ucraina), un anno fa l’ambasciatore di Kiev a Berlino celebrò come “combattente per la libertà” Bandera, criminale di guerra coinvolto nella deportazione e uccisione di migliaia di ebrei. E il 4 novembre l’Onu approvò l’annuale risoluzione russa per la “lotta alla glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che alimentano razzismo e xenofobia”. Ma con soli 106 Sì (contro i 121 dell’anno precedente), incluso quello di Israele. Contrari, come sempre, Usa e Ucraina; e, per la prima volta, tutti i Paesi Nato e alleati, esclusa la Turchia e inclusa l’Italia. Gli antinazisti, com’è noto, sono dei fottuti putiniani.

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NUOVOATLANTE
di Alessandro Orsini

Controffensiva flop. Perché è finita così e cosa può succedere adesso

La controffensiva ucraina è fallita, ma qual è l’ampiezza del fallimento? Per rispondere, basta confrontare gli obiettivi di Zelensky, la liberazione di tutti i territori, con quelli raggiunti dopo quasi quattro mesi. La controffensiva non ambiva a conquistare Robotyne e Andriivka, bensì Melitopol, Bakhmut e Mariupol. Non ambiva nemmeno a lanciare un missile nello scafo di una nave russa a Sebastopoli, bensì a liberare la Crimea.

Posti su una scala da zero a dieci, i successi di Kiev si collocano tra zero e uno giacché gli ucraini non hanno stabilizzato nemmeno quel poco che hanno conquistato. Che cosa significa questa frase? Significa che tra Orikhiv e Robotyne corrono 19 km, tutti sotto il fuoco russo per il semplice fatto che gli ucraini non si sono assicurati il fianco ovest. Non a caso, quella strada è detta anche “la strada della morte”. Un discorso analogo vale per Verbove e Andriivka. Gli ucraini sono costantemente sotto il fuoco nemico. Non potendo trincerarsi perché devono attaccare, gli ucraini cadono a centinaia quando conquistano un piccolo terreno e pure quando si insediano al suo interno. Spero di avere chiarito perché gli ucraini avanzino 100 metri al giorno al costo di migliaia di morti. Avanzano a passo di lumaca perché ogni metro porta in dote cento bombe. Non hanno copertura aerea (i cieli sono russi) e sono inferiori in tutti gli altri settori. L’inferiorità nell’artiglieria è un problema nella difesa, figuriamoci nell’attacco. Una delle ragioni della sconfitta ucraina a Bakhmut è stata proprio l’inferiorità nell’artiglieria.

Condurrò Crosetto al punto essenziale con una domanda logica. Se gli ucraini perdono Bakhmut in nove mesi difendendo, potrebbero riprenderla attaccando in una settimana? Ci tengo a precisare che questa rubrica non ha niente di personale contro Crosetto, un signore rispettoso delle idee di tutti, probabilmente il miglior interlocutore che abbia incontrato in televisione. Ma qui mancano le basi della logica. Quanto a Ursula von der Leyen, confesso che mi è invisa, soprattutto dopo l’audizione di Stoltenberg alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo, il 7 settembre 2023. Confermando le ricerche accademiche confluite nel mio Ucraina. Critica della politica internazionale (Paper First), Stoltenberg ha dichiarato che la Nato si è infilata in Ucraina nel 2014 e che ha armato Kiev in funzione anti-russa a partire da quell’anno e non dopo l’invasione. Stoltenberg ha anche dichiarato che Putin ha invaso l’Ucraina per arrestare la penetrazione della Nato in Ucraina e ha aggiunto che la Nato si è rifiutata di trattare con la Russia pur potendo evitare l’invasione con la diplomazia. Questo per dare un’idea dell’estremismo (sulla pelle altrui) che guida l’Occidente in questa fase storica. Almeno Crosetto è diventato ministro a guerra scoppiata. La presidente della Commissione europea, invece, ha contribuito grandemente alla sua deflagrazione. Anziché frenare l’estremismo di Stoltenberg, l’ha assecondato. Ursula avrebbe dovuto proteggere la vita degli europei e il loro territorio con la diplomazia. In quel tragico 2021, avrebbe dovuto tentare tutte le strade, lasciando per ultima quella della guerra che ha scelto per prima. È stato un tradimento.

Nata per promuovere la pace in Europa, l’Unione europea è diventata una cosa sola con la Nato. Ursula promette all’Europa un futuro di guerra con la Russia. Nessuno si stupisca se prenderà il posto di Stoltenberg. D’altra parte, Stoltenberg potrebbe benissimo essere il presidente della Commissione europea e non è escluso che lo sia.

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UN ANNO DOPO

Sabotaggio Nord Stream, “Gli indizi portano a Kiev”
INQUIRENTI AL LAVORO - Un giornalista dello Spiegel: “Berlino teme la reazione dei tedeschi alla verità”

DI COSIMO CARIDI

Il 26 settembre 2023, un anno fa, quattro esplosioni hanno distrutto tre delle quattro condutture che compongono Nord Stream 1 e 2. Investigatori tedeschi, svedesi e danesi stanno lavorando sul caso, ma intanto è calato un silenzio surreale. I due gasdotti, il secondo terminato, ma mai entrato in funzione, erano infrastrutture critiche per il governo di Berlino. Sin dalle prime ore dopo il sabotaggio la responsabilità è stata addossata a Mosca. Con il passare dei mesi sono invece emerse prove che indicano Kiev come responsabile.

Qualche settimana fa, il settimanale Der Spiegel ha pubblicato una lunga inchiesta in cui afferma che “un numero sorprendente di indizi punta all’Ucraina”. Il governo non ha risposto, ma nemmeno smentito la ricostruzione giornalistica. “Abbiamo parlato con molte, moltissime persone informate sui fatti e con diversi testimoni – spiega Martin Knobbe, capo della squadra investigativa di Der Spiegel – e l’indizio più evidente sono le tracce di esplosivo trovate sulla barca utilizzata per raggiungere i gasdotti”. Nordstream 1 e 2 sono composti da condotte larghe un metro e lunghe oltre mille chilometri, poggiate sul fondale del Mar Baltico a 80 metri di profondità. Il sabotaggio è stato portato a termine posizionando delle cariche di Octagon, “un esplosivo potente e usato raramente – continua Knobbe – quindi la conclusione è che solo persone in contatto con i servizi di intelligence possano averlo acquistato. Ma l’interrogativo più importante era se una piccola barca come l’Andromeda, lunga appena 16 metri, potesse trasportare tutto l’esplosivo e anche il commando per l’attacco. Sì, è plausibile”. I giornalisti hanno studiato i movimenti dell’equipaggio, poi hanno noleggiato una barca e ripercorso la rotta seguita dall’Andromeda. Il piccolo yacht usato dagli attentatori era stato affittato con un passaporto falso attraverso un’agenzia polacca di proprietà di una donna ucraina. I giornalisti hanno tentato più volte di ricostruire la struttura societaria, ma non esistono uffici e al solo numero di telefono disponibile risponde sempre una donna ucraina che non vuole dare informazioni. Il gruppo di attentatori era composto da cinque uomini e una donna, il documento falso utilizzato è di un anziano moldavo, ma la foto ritrae invece Valeri K. un uomo ucraino di Dnipro. “Non sappiamo se fosse parte del commando – dice il giornalista – abbiamo tentato di contattarlo, ma né lui né la sua famiglia hanno voluto parlarci”.

Valeri K. è un soldato della 93ª brigata, anche il padre è un ex militare con grande esperienza marittima: dopo aver lasciato l’esercito si è trasferito in Turchia dove ha lavorato in cantieri navali. Pochi anni fa è stato arrestato per traffico di migranti nel mar Egeo. “Non ci sono elementi – sottolinea Knobbe – che colleghino il presidente Zelensky alle esplosioni. Ce lo hanno ripetuto tutte le persone con cui abbiamo parlato. Ma è abbastanza evidente che tutte le persone coinvolte sono legate all’Ucraina”.

Il dubbio avanzato da più parti è come un piccolo commando possa riuscire a portare a termine, senza essere minimamente disturbato, un sabotaggio così plateale in un braccio di mare altamente trafficato e dove solo pochi giorni prima si stavano tenendo delle esercitazioni congiunte della Nato. Secondo il giornalista investigativo “il background e la formazione del gruppo indicano un’azione professionale: forse servizi segreti o militari”.

Nelle ricostruzioni, di investigatori e giornalisti, sembra plausibile che anche solo sei persone con la giusta attrezzatura e le informazioni sulla posizione delle condotte abbiano portato avanti l’attacco. “La prima lezione da imparare è che siamo molto vulnerabili”, aggiunge Knobbe che però non distribuisce colpe al governo Merkel o a quello di Scholz “è molto facile farlo a posteriori”.

Segue...
La politica tedesca non ha saputo reagire al sabotaggio: nessuno ne vuole parlare e ancor meno prendere in considerazione la possibilità che il governo o lo stato maggiore ucraino siano coinvolti. “Il problema non è solo come gestire la questione tra Kiev e Berlino, ma la domanda è cosa vuol dire per i cittadini tedeschi. Mandiamo armi all’Ucraina, più molti altri aiuti. Più di un milione di profughi sono stati accolti in Germania. Se verrà fuori che Kiev è responsabile del sabotaggio ci sarà una reazione della popolazione”. La politica tedesca ha paura e per questo in molti, tra cui lo stesso Knobbe, dubitano che ci sarà mai una risposta definitiva e come questa verrà comunicata.

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Oggi, tra le 14 e le 16, nella trasmissione di Caterina Balivo su RAIUNO, la vera storia di Lisa raccontata da Margherita.

Mai più come per Lisa

Maurizio Federico
Forwarded from La Mia Russia (Marco Bordoni)
In Estonia e Lettonia, dopo decenni, la convivenza interetnica vacilla. Alcuni russi locali espongono sull'auto l'adesivo "sono russo/a". La polizia lettone annuncia che gli automobilisti verranno costretti a rimuoverlo.
https://t.me/nexta_live/62579
Forwarded from Giubbe Rosse
🇫🇮 FINLANDIA GIÀ SI LAMENTA DEI COSTI DELL'ADESIONE ALLA NATO
Appena un anno dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la Finlandia ha messo da parte decenni di non allineamento militare e di fiducia in se stessa e ha aderito all’alleanza NATO. Ciò è avvenuto con una velocità sorprendente, ma ottenere l’adesione potrebbe essere stata la parte facile. Adesso arriva il difficile processo di integrazione nell’alleanza e la sua esigenza di difesa collettiva – con tutti i suoi ostacoli finanziari, legali e strategici.
“Aderire alla NATO è un’attività costosa, sostenere l’Ucraina è un’attività costosa, e non si vede la fine di tutto questo”, ha affermato Janne Kuusela, direttore generale per la politica di difesa presso il Ministero della Difesa finlandese.
L’adesione alla NATO è stata a lungo considerata un vantaggio a buon mercato, dato l’ombrello nucleare americano e il principio della difesa collettiva. Ma la NATO richiede anche onerosi requisiti da parte dei suoi membri: non solo obiettivi di spesa per le forze armate, ma anche richieste specifiche da parte di ciascun paese per determinate capacità, armamenti, forza delle truppe e infrastrutture, così come definiti dal Comandante supremo alleato in Europa. (Fonte: New York Times)

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L'ultimo stadio del delirio. Zelensky annuncia che la controffensiva andrà avanti tutto l'anno affinché nessuno possa fare un bilancio dei risultati (non) raggiunti e dichiarare che è fallita.
"Scusi, signor Zelensky, com'è andata la controffensiva?"
"Boh, e che ne so, la controffensiva terminerà nel 2089. C'è tempo per i bilanci".
Tutto questo fiume di menzogne scorre con la complicità dei media dominanti in Italia che, invece di informare correttamente, ingannano i cittadini con la benzina che vola più alto di un himars. Dà un'idea della corruzione spaventosa del sistema dell'informazione in Italia sulla politica internazionale.

Alessandro Orsini.

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Forwarded from Piccolenote
🇵🇰🇺🇸LA DEMOCRAZIA IN PAKISTAN VITTIMA DELLA GUERRA UCRAINA

🔶The Intercept: il FMI salva il Pakistan a condizione che aiuti l'Ucraina.

🔶La persecuzione di Imran Khan, la dittatura pakistana e i trafficanti d'armi.

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Forwarded from la fionda📗
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Un lucidissimo Luciano Canfora nel 2019 preannunciava il processo a cui oggi stiamo assistendo, dall'allargamento dei BRICS ai sommovimenti in Africa di queste ultime settimane.

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Forwarded from La Mia Russia (Marco Bordoni)
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Gli Armeni del Nagorno Karabak abbandonano in massa la regione che i loro antenati hanno abitato per oltre 3.000 anni.
Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
O I MEDIA OCCIDENTALI MENTONO O I GENERALI RUSSI RISORGONO - Sulla base di informazioni fornite dalla propaganda ucraina i media occidentali avevano riportato la notizia della morte dell'ammiraglio russo Viktor Sokolov, comandante della Flotta del Mar Nero. Secondo la loro versione l'ammiraglio sarebbe morto durante l'attacco ucraino al quartier generale della flotta a Sebastopoli, in Crimea. Ma come al solito le balle spaziali di Kiev vengono smentite dalla realta'. Viktor Sokolov e' apparso in video ad una riunione del Ministero della Difesa russo e non sembra che stia parlando dall'oltretomba. (Sokolov e' in basso a sinistra, sotto all'immagine di Shoigu) ) https://t.me/myLordBebo/7944
Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Yaroslav Hunka, il veterano ucraino delle SS applaudito dal parlamento canadese, passo' anche dall'Italia dopo che la 14a Divisione Waffen Grenadier delle SS (1a Galizia) si arrese alle forze britanniche e statunitensi il 10 maggio 1945. Ilya Tsukanov nell'articolo pubblicato da Sputnik https://t.me/LauraRuHK/6408 racconta:
"La maggior parte dei soldati ucraini delle SS fu internata a Rimini, nell'area controllata dal II Corpo polacco. Pavlo Shandruk chiese un incontro con il generale polacco Władysław Anders, collega dell'esercito polacco prima della guerra, chiedendogli di proteggere l'esercito dalla deportazione in Unione Sovietica (dove avrebbero potuto essere processati per i crimini di guerra commessi). Ci sono prove credibili che, nonostante le pressioni sovietiche, Anders riuscì a proteggere le truppe ucraine, in quanto ex cittadini della Seconda Repubblica di Polonia. Questo, insieme all'intervento del Vaticano, impedì che i suoi membri fossero trasferiti in URSS. Il vescovo Buchko della Chiesa greco-cattolica ucraina si era appellato a Papa Pio XII affinché intervenisse a favore della divisione, che aveva descritto come "buoni cattolici e ferventi anticomunisti". Grazie all'intervento del Vaticano, le autorità britanniche cambiarono lo status dei membri della divisione da prigionieri di guerra a personale nemico arreso. 176 soldati della divisione, principalmente ufficiali dell'esercito polacco prebellico, seguirono il loro comandante e si unirono all'esercito polacco di Władysław Anders." @LauraRuHK
A TRE ANNI DALL'UTILIZZO SU VASTA SCALA DI QUELLI CHE SONO STATI PRESENTATI COME VACCINI ANTI COVID, FARMACEUTICHE ED EMA AGGIORNANO I BUGIARDINI E INFORMANO:
LE MIOCARDITI CAUSATE DAI VACCINI HANNO COMPORTATO ANCHE ESITI FATALI.
Forwarded from Andrea Zhok
Scuola e università si stanno trasformando, quando non si siano già trasformate, in grandi recinti di raduno bestiame, dove i giovani attendono a sedute intensive di addestramento moralistico. Un po’ sedute di autocoscienza new age, un po’ terapia famigliare, un po’ incontro degli alcolisti anonimi, un po’ sessioni di autocritica maoista, un po’ confessionali laici.

Tra i problemi che attanagliano i pedagoghi italici l’unico vissuto come perfettamente trascurabile è l’apprendimento di strumenti conoscitivi, di nozioni e capacità che rendano i discenti progressivamente autonomi.

Un tempo non troppo lontano era virtù centrale nell’insegnamento quella di tenere rigorosamente separate le capacità dello studente e la sua condotta. Uno studente poteva essere “bravo ma indisciplinato”, e se dimostrava quel tanto di coscienza da risparmiarsi sfide troppo sfacciate, evitando in corner il “sette in condotta”, poteva portare a termine con profitto i cicli di studio secondario e terziario concedendo pochissimo alla precettistica moraleggiante dall’alto (e se così non fosse stato, lo scrivente avrebbe probabilmente pagato duri pegni). Docenti mediocri – chiaramente riconosciuti come tali – erano quelli che “puntavano” gli studenti insubordinati facendo ricadere sulle valutazioni di merito la propria opinione sul carattere dello studente.

Oggi invece è considerato del tutto normale, ed è anzi parte delle stesse disposizioni ministeriali (si vedano le ultime raccomandazioni del ministro Valditara) che la condotta entri senza soluzione di continuità nei giudizi circa il profitto nelle varie materie.

Mentre il crollo di conoscenze e capacità di base è drammatico e costante, tutte le energie e gli ingegni dei professionisti della pedagogia ministeriale (invero non solo in Italia) sono rivolti a impartire lezioncine omogeneizzate su come si debba essere buoni sudditi green, accoglienti, vaccinati, dirittumanisti, ecosostenibili, antirazzisti, antitotalitari, inclusivi, vegani, europeisti (con i corollari di moda di volta in volta: antirussi, filoamericani, insettivori, fluidi, ecc.).

Fondi pubblici, borse di studio, finanziamenti sono ripartiti con queste agende davanti agli occhi.

E naturalmente il problema non sta mai nei contenuti proposti – che a volte potrebbero essere argomentati in forme intelligenti – ma nel metodo.

Se i vari catechismi religiosi sono spesso riusciti a rendere persino l’idea di Dio una filastrocca stantia, figuriamoci cosa accade per questi catechismi laici che devono garantire l’avvenuto apprendimento di idee che già in partenza avevano il respiro di spot pubblicitari. Volendo garantirsi a monte che soltanto una ben definita ortodossia verrà comunicata, tutto ciò si riduce a prediche didascaliche, alla consegna di pacchetti di raccomandazioni benpensanti, cui è bene genuflettersi se non si vuole essere vittima del bullismo dei buoni.

Questa trasformazione pedagogica rappresenta il passaggio tra la formazione di un cittadino a quella di un suddito.

Il cittadino dev’essere formato all’autonomia, alla capacità di maneggiare strumenti culturali e cognitivi che lo rendano capace di giudizio indipendente.

Il suddito dev’essere formato al riconoscimento delle fonti di autorità e dei confini di ciò che non si può discutere ma solo recepire.

Al cittadino si insegnano contenuti, capacità, conoscenze, che starà a lui utilizzare al meglio.

Al suddito si insegnano storielle edificanti, condanne preconfezionate, stigmatizzazioni sprezzanti.

Al cittadino si danno in mano strumenti per crescere da solo (conoscenze), al suddito si spiega come sorridere al capo senza metterlo in imbarazzo (soft skills).