Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Leggo molti artisti, o comunque gente che produce e vive dell’immateriale, asserire che no, un film, una serie tv non ha nessuna influenza sul reale, insomma non modifica comportamenti, non induce emulazione, non sposta di una virgola i desideri di nessuno.
Insomma non produce ne bene ne danni, secondo loro. Quindi lasciamo tutto come sta….
Scusatemi, e voi che cazz fate a fa gli artisti allora?
Se pensate che non serve a nulla datevi all’agricoltura.
A parte che dovremmo discutere del perché esiste lo spot pubblicitario di 30 secondi, che costa tanto, tantissimo, e a qualcosa servirà, o no? Ma se secondo voi il sovrastrutturale, quello che non produce bulloni o arance, non ha potere di essere, rappresentare ed esorcizzare il bene, o il male, silenziatevi.
Non servite a niente per vostra stessa ammissione.

Daniele Sepe.

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Nella prima metà del 2023, la Germania ha comprato dalla Russia fertilizzanti per 151 milioni di euro.

3,3 volte la media dei 5 anni precedenti.

Eric Packer.

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Forwarded from CORVELVA
Calma e sangue freddo, va monitorato e letto in ogni sua virgola. L'unica cosa certa è che l'educazione parentale è garantita dalla Costituzione... già, quella cosa che hanno calpestato fino a ieri.

Corvelva Staff
Forwarded from Martina Pastorelli
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Impennata di morti improvvise nella fascia 0-14 anni tra il 2021 al 2023 e aumento di miocarditi.
Perché? Cosa sarà mai successo in quel periodo?
L’ipotesi vaccini Covid sepolta tra “droga, alcool, violenza sessuale” (tra bambini e neonati?!).

Ecco la pericolosa comunicazione che, quando non nasconde o disinforma, normalizza.
Forwarded from La Mia Russia (Elena)
Giornale turco Aydınlık: Il nuovo ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, è legato all'organizzazione vietata in Turchia di Fethullah Gulen (FETO), che le autorità della repubblica accusano di essere coinvolta nel tentativo di colpo di Stato del 2016. Umerov ha studiato presso il collegio di Crimea per bambini dotati, questo istituto ha ricevuto finanziamenti dalla FETO. Anche Ruslan Umerov, fratello del funzionario, ha studiato in questa scuola. Entrambi sono chiamati "figli dell'America" a Kiev. Da giovane, Rustem Umerov ha partecipato al programma Future Leaders Exchange (FLEX) del Dipartimento di Stato americano. Umerov si occuperà dell'attuazione dei piani statunitensi nella regione. https://t.me/glavmedia/281637
Idiocy International
di Marco Travaglio

Nella classifica della minchiata del giorno, si contendono il primato il presidente romeno e il governo italiano. Klaus Iohannis, capo dello Stato di Bucarest, compie una piroetta che, al confronto, Giuliano Amato è un dilettante. Da giorni il governo Zelensky, sempre ansioso di trascinare la Nato in una guerra mondiale contro la Russia, soffia sul fuoco di un incidente di confine invocando l’articolo 5 del Trattato Atlantico, che prevede l’intervento militare Nato a difesa di uno Stato membro attaccato da non-membri, per via di alcuni frammenti di un drone, forse russo, precipitati in Romania. L’altroieri Iohannis smentisce tutto: “Non è esistito né un drone né alcun pezzo di questo dispositivo che sia giunto sul territorio della Romania”. Ieri conferma tutto: “Se i pezzi di drone fossero russi, sarebbe una grave e inaccettabile violazione della sovranità e integrità territoriale di uno Stato Nato”. Ma l’articolo 5 impegnerebbe la Nato anche se i frammenti fossero di Kiev, che almeno ufficialmente non è nella Nato. E speriamo che non lo siano, sennò dovremmo armarci contro l’Ucraina che già armiamo. Cosa che peraltro avremmo già dovuto fare 10 mesi fa, quando un missile ucraino cadde in Polonia uccidendo due innocenti, mentre Zelensky e le sue cheerleader italiote lo spacciavano per russo.

La minchiata n. 2 è un’ideona del governo Meloni per sbaragliare la criminalità giovanile: un decreto che vieta ai 14-17enni condannati anche in primo o in secondo grado di usare “piattaforme o servizi informatici e telematici nonché… di possedere telefoni cellulari”. Il primo effetto sarà che i baby condannati il cellulare, anziché comprarlo, lo ruberanno. Il secondo sarà che, se rispetteranno il divieto, sarà impossibile intercettarli. Il terzo sarà la bocciatura del decreto, visto che la Consulta ha già stroncato norme simili. Ma resterà a imperitura memoria il messaggio pedagogico della destra “legalitaria”: in Italia il buon esempio non devono darlo gli adulti ai giovani, ma i giovani agli adulti. E i ragazzi di strada devono tenere standard di legalità superiori a quelli dei politici che glieli impongono. Infatti i divieti pensati per i minorenni nessuno li ha mai pensati per i maggiorenni. Altrimenti un buon terzo della classe dirigente sarebbe da un pezzo isolata dal mondo, anche se i divieti valessero solo per gli over 18 condannati definitivi. Salvini come farebbe a parlare col suocero Verdini, che sta ai domiciliari (o almeno dovrebbe): con i segnali di fumo? E la Montaruli come comunicherebbe con i fratelli d’Italia e gli altri commissari della Vigilanza: con i piccioni viaggiatori? Vien quasi da rimpiangere B., che avrebbe subito bloccato la pagliacciata: per senso non dello Stato, ma del ridicolo.

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Per la pace è strategica la sconfitta della Nato
DI PIERO BEVILACQUA

Perché ogni sincero democratico dovrebbe augurarsi che la guerra in Ucraina si concluda con un realistico e ragionevole compromesso, che ponga fine al massacro, e con la sconfitta della Nato? Questo auspicio parrà una contraddizione. Vincerebbe la Russia autocratica e gli altri Stati più o meno autoritari contro il fronte dei Paesi democratici. Una ricognizione non superficiale dello stato dell’arte mostra che il ragionamento è sbagliato. Oggi anche chi è disposto ad ammettere le responsabilità degli Usa, se non nella lunga preparazione della guerra, almeno nella sua ostinata continuazione, sostiene che non si può lasciare impunito chi ha violato il diritto internazionale invadendo un Paese sovrano. È la rivendicazione più imprudente e più impudente che gli atlantisti possono fare. La storia degli ultimi 30 anni è dominata da scelte sanguinarie di violazione del diritto internazionale da parte degli Usa e della Nato, che non hanno chiesto il permesso a nessuno per invadere l’Iraq, la Libia, l’Afghanistan, ecc. Con la protezione americana, Israele viola ogni giorno quel diritto, praticando un regime di apartheid contro il popolo palestinese, umiliato e ridotto alla disperazione nel silenzio dell’Europa e nell’indifferenza dei democratici. Oggi il diritto internazionale è ridotto a una finzione perché l’Onu è stata svuotata di ogni autorevolezza. Da oltre 70 anni gli Usa si oppongono alle risoluzioni di condanna di Israele. Una seconda contrarietà all’auspicio di una sconfitta della Nato viene da un comprensibile sentimento di simpatia nei confronti dell’America e di pregiudizio antirusso, sia per la sua configurazione autoritaria, per la figura di Putin, sia perché immaginata erroneamente una continuazione dell’Urss. Mi sono spesso sentito obiettare, anche da personaggi di primo piano della sinistra, alla mia avversione per la Nato, che “non possiamo andare contro l’America”. È una risposta opportunistica. La riduzione o lo scioglimento della Nato costituirebbe in realtà una svolta vantaggiosa per il popolo americano, a cui vengono sottratti 800 miliardi di dollari l’anno, impiegati in spese militari, per armamenti, guerre locali, centinaia di basi militari sparse per il mondo. Una ricchezza enorme che viene sottratta alla sanità, alla scuola, alle vaste sacche di povertà, soprattutto negli Stati della Rust belt, la “cintura della ruggine”, dove la deindustrializzazione degli ultimi decenni ha creato il deserto sociale. Si comprende ancora di più il vantaggio di una sconfitta della Nato se si ricorda – come ha documentato il generale Fabio Mini nella densa introduzione a un importante saggio di un generale cinese – che a dominare l’aggressiva politica estera Usa sono pochi, benché potenti gruppi e lobby (Q. Liang L’arco dell’impero, Leg edizioni 2021). Parlare genericamente di America si può fare al bar. Gli Usa per la loro ricchezza, pluralismo e potenza culturale, capacità d’innovazione tecnologica, potrebbero inaugurare una nuova pagina nella storia del mondo, governare la cooperazione internazionale, ispirare una politica globale di cura del pianeta. E invece, per la volontà di dominio di pochi gruppi, di potenti interessi economici, si ostinano a continuare la storia del ’900. Una replica impossibile. Come ha mostrato il vertice dei Brics a Johannesburg, come rivelano le rivolte di questi giorni in Africa, il corso delle società umane avanza in altra direzione. Dopo aver subito per tutti i secoli dell’età moderna il brutale calco del colonialismo occidentale, lo sfruttamento economico del ’900, i popoli del Sud stanno alzando le loro bandiere. E lo fanno dietro potenze orientali e non europee. Tutto va dunque in direzione di un ordine mondiale multipolare, l’unico che potrebbe consentire un avvenire di pace e di cooperazione, indispensabile per affrontare su scala globale le catastrofi ambientali che ci attendono.

Segue...
Ma se la Nato dovesse vincere non si aprirebbe un capitolo di pace, ma l’avvio di una nuova e più vasta e catastrofica guerra: contro la Cina, contro decine di grandi e piccoli Paesi, che cercano la loro strada, contro il corso stesso della storia mondiale. È questo che un sincero democratico deve augurarsi? Non è finita. La sconfitta della Nato non è solo una condizione perché cessi la guerra, ma perché l’Europa ritrovi la sua autonomia, si rammenti dell’ambizioso disegno di pace, di governo cooperativo dei rapporti internazionali per cui era nata. La partecipazione della Ue alla guerra non solo l’ha ridotta allo stato ancillare e servile in cui si trova. Ma sta producendo altri rischiosissimi arretramenti, il cui potenziale distruttore delle strutture dell’Ue viene ignorato dalla grande stampa atlantista. La Francia e la Germania, i due pilastri dell’Ue, per effetto della guerra, delle sanzioni suicide, stanno subendo danni economici pesantissimi, che infondono vigore alle destre più estreme. In Germania, ai primi di agosto, i sondaggi davano Alternative für Deutschland al 21%. Ogni sincero democratico dovrebbe temere per le sorti della democrazia in Europa e gli italiani per primi, che la destra neofascista ce l’hanno già al governo.

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UCRAINA

I redditi di Zelensky&C. nascosti per “sicurezza”
IL PARLAMENTO - Vota una legge per renderli di nuovo pubblici, come richiesto dal Fmi, ma una postilla li occulta per un altro anno

DI MICHELA A.G. IACCARINO

Ogni legge ha il suo cavillo, ogni regola la sua scappatoia. L’emendamento votato dai deputati alla Rada, il parlamento ucraino, contiene il suo salvacondotto in seno: per legge si dovranno rendere pubbliche le dichiarazioni dei beni posseduti dai funzionari governativi, ma tra un anno. Questo, valuta il Washington Post, “solleva potenzialmente nuove domande sull’impegno del Paese a combattere la corruzione ai più alti livelli di governo”. Il requisito di trasparenza immediata non è che uno dei parametri imprescindibili da rispettare prima che gli alleati occidentali di Kiev concedano una fetta del pacchetto di assistenza promesso: senza, non verranno erogati i fondi di oltre 15 miliardi e mezzo di dollari dal Fondo monetario internazionale.

Uno stop all’emendamento – già introdotto nel 2016 su pressante richiesta delle organizzazioni di Maidan – era arrivato con l’avvio del conflitto, quando la pubblicazione dei dati dei funzionari è stata valutata dalle autorità in guerra come “rischio per la sicurezza”. Nonostante il conflitto, ora ne chiedono l’applicazione immediata, più delle istituzioni Ue, gli attivisti ucraini anti-corruzione. Se la priorità di Zelensky è dimostrare il cambiamento, tanto al fronte quanto nel cuore dei palazzi di governo, questo ritardo annuale inficia il proposito della legge stessa: “Le fortune nascoste di deputati e ufficiali distruggeranno la fiducia degli ucraini. Il desiderio di nascondere le proprietà dal pubblico indica esclusivamente il desiderio di rubare soldi pubblici”. Nemmeno Trasparency International Ucraina promuove la scelta dei deputati: “I nostri partner difficilmente lo valuteranno come un vero passo avanti”. Ancora più grave il giudizio dell’ex direttore dell’organizzazione, Yaroslav Yurchyshyn, che ha definito il rinvio annuale una “manipolazione”: “L’obiettivo è far ritardare il più possibile il momento in cui sarà necessario segnalare le vacanze a Dubai”. Al suo coro si è unito Yaroslav Zheleznyak, del partito Holos: “Sono ovviamente spaventati di mostrare le fortune acquisite durante la guerra”.

C’è però chi dissente dalla maggioranza e renderà pubbliche prima dell’obbligo di legge previsto, e per scelta, le dichiarazioni dei beni: David Arakhamia, che guida in Parlamento il partito di Zelensky, ha chiesto di rendere pubblico il suo profilo finanziario all’Agenzia nazionale della prevenzione della corruzione (la Nacp, addetta all’immediata segnalazione di beni eccessivi, sospetti e non acquisiti in maniera trasparente). “Sarà interessante – ha detto sfidando i colleghi – sapere quale percentuale di funzionari lo farà volontariamente”.

Una piccola fronda della Rada chiede al presidente di non firmare e porre veto: “Ignorano l’opinione dell’Ue, ma soprattutto l’opinione del 91% degli ucraini che sono a favore delle dichiarazioni trasparenti in tempo di guerra”. Antac, agguerrita ong anti-corruzione ucraina, chiede che il presidente respinga la legge numero 9534 – quella in questione – ma soprattutto di cancellare il progetto 9587, quello che prevede il pagamento di una multa “dalla cifra ridicola” in caso di falsa dichiarazione dei redditi e concede che si possano nascondere oltre 1 milione di grivne e, dopo l’ammenda, evitare responsabilità legali. Anche l’Antac si appella a Zelensky affinché non firmi, altrimenti “confermerà che le autorità hanno qualcosa da nascondere agli ucraini”.

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Forwarded from Giubbe Rosse
Sarebbe bellissimo se si avverasse. Peccato non ci azzecchino mai.

No, purtroppo quello che si estinguerà sarà la classe media insieme al suo potere di acquisto e al suo risparmio, la civiltà del lavoro, che verrà sostituito dall'intelligenza artificiale e dai robot, la sovranità degli stati nazionali, che saranno subordinati a entità sovranazionali, l'autodeterminazione degli individui, la libertà di espressione di tutti coloro che non deterranno i mezzi di produzione.

Ci piacerebbe tanto credere a Mercalli. Sfortunatamente anche la sua previsione verrà smentita, come tutte le predizioni apocalittiche sulla fine del mondo dal 1970 ad oggi.

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Forwarded from Giubbe Rosse
VENETO: HAI UNA AUTO INQUINANTE? SE CI DICI DOVE VAI COL GPS PUOI FARE QUALCHE CHILOMETRO, ALTRIMENTI NON POTRAI USARE L'AUTO. PROVVEDIMENTO VOTATO DA TUTTI, PROPOSTO DA LEGA E PD.
Auto inquinanti, arriva la scatola nera: chi la installa può circolare entro un tetto di chilometri
A prevederlo è la legge, di cui sono stati relatrice la leghista Silvia Rizzotto e correlatore il dem Andrea Zanoni, che è stata approvata ieri all’unanimità dal Consiglio regionale. (Fonte: IlGazzettino)

Si vola

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Lettera aperta per l'immediata liberazione del cittadino italo-palestinese Khaled El Qaisi, prigioniero delle autorità israeliane.

Il 31 agosto Khaled El Qaisi, rispettivamente marito e figlio delle scriventi, è stato trattenuto dalle autorità israeliane ed è tuttora prigioniero in virtù di una misura precautelare in attesa di verifica di elementi per formulare un'accusa.

Lo scorso giovedì Khaled, che ha doppia cittadinanza, italiana e palestinese, attraversava con moglie e figlio il valico di frontiera di “Allenby” dopo aver trascorso le vacanze con la propria famiglia a Betlemme, in Palestina.

Al controllo dei bagagli e dei documenti, dopo una lunga attesa, è stato ammanettato sotto lo sguardo incredulo del figlio di 4 anni, della moglie nonché di tutti i presenti che erano in attesa di poter riprendere il proprio percorso.
Alle richieste di delucidazioni della moglie non è seguita risposta alcuna, piuttosto le sono state sottoposte domande per poi essere allontanata col proprio figlio verso il territorio giordano, senza telefono, senza contanti né contatti, in un paese straniero.

Nel tardo pomeriggio la moglie e il bambino sono riusciti a raggiungere l'Ambasciata Italiana solo grazie alla umana generosità di alcune signore palestinesi.

Khaled, traduttore e studente di Lingue e Civiltà Orientali all'Università La Sapienza di Roma, stimato per il suo appassionato impegno nella raccolta e divulgazione e traduzione di materiale storico palestinese, è tra i fondatori del Centro Documentazione Palestinese, associazione che mira a promuovere la cultura palestinese in Italia.

La famiglia, gli amici ma anche chi ha semplicemente avuto occasione di conoscerlo, sono in fremente attesa di avere aggiornamenti.
Al momento ancora non ha potuto incontrare il suo avvocato e sono ancora poche le notizie che si hanno riguardo alla sua incolumità.
Dal consolato e dal legale abbiamo saputo solo che affronterà un'udienza giovedì 7 settembre.

Immaginiamo intanto Khaled in completo isolamento, senza contatti col mondo esterno, senza percezione reale dello scorrere del tempo, sotto la pressione di continui interrogatori, in pensiero angosciato per la sorte del proprio figlio e di sua moglie lasciati allo sbaraglio con l'unica immagine negli occhi relativa alla sua deportazione in manette.
La situazione è dunque gravissima.
Attendiamo con grande ansia la risoluzione di questa ingiusta prigionia.

Chiediamo a chiunque ne abbia il potere, che si accerti delle condizioni di salute di Khaled e che soprattutto eserciti tutte le pressioni necessarie per la sua celere liberazione.

Le scriventi Francesca Antinucci, moglie
Lucia Marchetti, madre
Forwarded from Giubbe Rosse
🇳🇴 NORVEGIA, QUALCOSA NON VA: TUTTI GUIDANO UN'ELETTRICA MA CONSUMO DI CARBURANTE NON CALA
All'unanimità la Norvegia è considerata il paradiso delle auto elettriche. Le vendite delle vetture green vanno a gonfie vele, raggiungendo quote dell'80 per cento, eppure c'è qualcosa che è di difficile spiegazione da quelle parti: il consumo di carburante non accenna a diminuire. (Fonte: Everyeye)

Ahhh la scienza. Per chi vuole capire il perché di questo paradosso (di Jevons) è magistralmente spiegato nel blog di Ugo Bardi. Ovviamente, questa spiegazione regge benissimo finché non c'è un cambio tecnologico radicale, dal quale però siamo estremamente distanti.

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Le vacanze hanno fatto bene al nostro Di Feo, che è tornato in formissima: si combatte per Verbove con lo stesso schema di Robotyne e P'yatykhatky, cioè con avanzate millimetriche ed estremamente costose in termini di uomini e materiali, ma per il nostro ormai la terza linea è in vista e il fatto che Verbove sia sulla prima, non sia ancora stata conquistata, non è detto lo sarà, e se anche lo sarà poi ci vorrà un bel po' ad arrivare al mare, non sembra essere un problema.
La contesa per il premio Goebbels per la disinformazione non è mai stata così serrata.
Con questo articolo il Corriere è riuscito nella difficile impresa di ridefinire il concetto di malafede.

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
La propaganda anti-cinese trova terreno anche sui canali Telegram che si vantano di fare contro-informazione, quando in realta' basterebbe che facessero informazione onesta e controllassero le loro fonti. L'ultima bufala che hanno ripreso dal canale americano FOX News riguarda una proposta di legge che punirebbe con il carcere chiunque si tinge i capelli con colori improbabili o dice parolacce in quanto sarebbero comportamenti "dannosi per lo spirito del popolo cinese".
In realta' la proposta di legge riguarda ben altri comportamenti, e potrebbe essere paragonata alla legge che in Germania vieta di indossare uniformi naziste, fare il saluto nazista o portare una svastika al collo. La proposta di legge cinese recita «Chiunque, in un luogo pubblico, porti un abito, un simbolo o costringa un'altra persona ad indossare un abito, o un simbolo, che sia dannoso per lo spirito della nazione cinese, e produca, diffonda o promuova qualsiasi articolo dannoso per lo spirito della nazione cinese o lesivo dei sentimenti della nazione cinese sarà multato, o detenuto fino ad un massimo di 15 giorni.» La legge in discussione potrebbe ad esempio riguardare chi indossa un'uniforme giapponese o sventola la bandiera di guerra imperiale del Giappone in occasione di commemorazioni come quelle del massacro di Nanchino in cui vennero trucidati centinaia di migliaia di cinesi da parte degli invasori giapponesi. La polizia cinese non ha tempo da perdere con chi ha i capelli rosa o blu, o dice parolacce. Chunque sia stato in Cina sa che il turpiloquio e' diffuso come nel resto del mondo e il look di molti teenagers e' dettato da mode che vanno e vengono. Queste mode possono non piacere ma gli unici che criticano con veemenza abbigliamento e colore dei capelli sono genitori e insegnanti. @LauraRuHK
Forwarded from Giubbe Rosse
(Fonte: La Stampa)

Volevamo commentare, ma si è rotta tastiera. Peccato.

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I costi di produzione dell' energia eolica offshore americana sono saliti del 48% in due anni.

Grazie a Padre Natura che ci dona tutto illimitatamente e gratuitamente.

Eric Packer.

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‼️🇮🇹🇺🇦 IL COMUNE DI MILANO SPONSORIZZA UNA MOSTRA SUI NEONAZISTI UCRAINI
"Uno sguardo negli occhi dei difensori di Mariupol", recita così la scritta in sovraimpressione sulla foto pubblicata per sponsorizzare l'evento. Lo sguardo del "difensore" è quello di Denys Prokopenko, suprematista bianco e comandante del Battaglione Azov.

Come riportano i colleghi di Voxkomm: «[Prokopenko] era un membro del gruppo ultras neonazista "White Boys Club", poi [si è unito alla] Borodach Division (che ha il simbolo del Totenkopf nazista con la barba).»

Se volete lasciare un messaggio al Municipio 1 di Milano, questa è mail istituzionale: M.Municipio1@comune.milano.it

❗️FERMIAMO LA NORMALIZZAZIONE DEL NEONAZISMO UCRAINO IN ITALIA

NOTE
▪️L'indagine di Robeson su Prokopenko e altri dell'Azov
▪️Report Radicalism parla del gruppo ultras neonazista WBC
▪️L'Azov ha occupato per 8 anni Mariupol, il 70% dei civili stava dalla parte dei separatisti

Segui 👉@ComitatoDonbass