Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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IL CASO DELLE RSA CHE SCAVALCANO ANCHE L'OMS

Il governo si tira fuori da eventuali responsabilità inviando alle RSA solo "raccomandazioni" e le RSA optano per le soluzioni più stringenti possibili.

Mascherine, isolamento, chiusura delle strutture agli esterni per singoli positivi asintomatici: dopo più di tre anni dall'inizio del terrorismo pandemico, le RSA continuano ad essere il luogo privilegiato dell'abbrutimento umano e scientifico.

La parte peggiore, poi, nelle inoculazioni delle ultime settimane. In talune strutture, in attesa dei vaccini aggiornati (la variazione è in alcune molecole, non in quanto a garanzie di sicurezza ed efficacia. Difatti non sono stati specificamente testati), si è preso ad inoculare con i vaccini afferenti variabili non più esistenti, piazzando eccedenze di magazzino.

Francesco Borgonovo per Radio Radio
Giorgio Bianchi Photojournalist pinned «Il Controcanto di oggi condotto assieme a Francesco Toscano. https://www.youtube.com/live/H0cFMlgzP1g?si=fBP_Pvwnk5-T8-oz 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist»
"Inverno demografico", l'ha definito così un Giorgetti alle prese con i tagli e i sacrifici di una finanziaria austera, pensioni comprese. Ma quali sono le cause della denatalità che affligge il nostro Paese? Sono economiche? Sono culturali?

👉 Prendiamo il caso del Giappone, che nel 2022 ha registrato "l'ennesimo record negativo di nascite". Ovunque, tranne che nel villaggio di Nagi dove da molti anni, per invertire il crollo demografico, è stata adottata una serie di provvedimenti: incentivi economici per le famiglie, assistenza sanitaria gratuita fino ai 18 anni, nessuna spesa per i libri scolastici fino ai 15, pasti e trasporto pubblico convenzionati, basso costo di case ed affitti.

👉 Non solo agevolazioni, a Nagi, negli asili nido, i genitori lasciano i figli tra tate, altre madri e tanti volontari più anziani. "Questo servizio - afferma Matsushita, a capo della divisione municipale - permette di conciliare vita familiare e lavorativa. Stiamo adottando un approccio olistico e coinvolgiamo i residenti più anziani". Un antidoto al carovita, all'atomizzazione della società e all'abbandono "della terza età" tra TV ed RSA, per una comunità reale più partecipe e radicata sul territorio.

Insomma, circa l'opposto della nostra situazione, caratterizzata intenzionalmente da fratture sociali, disoccupazione giovanile (21.7%), stipendi al palo e contratti precari, affitti e prezzi in costante ascesa, compresi i servizi per l'infanzia e i beni di prima necessità, e campagne pseudo-vaccinali dal forte impatto sulla fertilità; senza contare la cultura woke o del "figlio come ostacolo alle proprie ambizioni".

⚠️ Sarebbe però sufficiente applicare il modello Nagi? Forse no. Forse, senza la prospettiva di istituzioni popolari e di un futuro differente da come ci viene oggi imposto, di guerra, miseria ed emergenze varie, gli incentivi economici non sarebbero sufficienti, ma sicuramente aiuterebbero.

https://t.me/canalemiracolomilano
miracoloamilano@protonmail.com
Forwarded from Giubbe Rosse
SCANNER FACCIALE ALLO STADIO CONTRO IL RAZZISMO
Sicurezza negli stadi. Scanner al volto dei tifosi e liberatoria è l’ultima idea “rivoluzionaria“ per combattere violenza e razzismo
De Siervo, ad della Lega Calcio e promotore: "Per individuare i responsabili i dati biometrici sono preziosi". Si segue il modello Usa (esiste dal 2018). Due ostacoli in Italia: privacy e gestione dell’ordine pubblico. (Fonte: sportquotidiano)

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Forwarded from Giubbe Rosse
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Tedros dell'OMS afferma: "L'aumento dei ricoveri e dei decessi dimostra che il COVID è qui per restare e che continueremo ad avere bisogno di strumenti per combatterlo". (Fonte: Disclose)

Ah, quindi 4 dosi non bastano?

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L'Amour...

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Venezia - Con Enea, vengono ribaltati tutti gli schemi, decostruiti tutti i canoni, spezzati gli algoritmi della grande distribuzione. Un genere senza genere ma soprattutto una trama senza trauma che azzera tutto, a partire dalla psicologia dei personaggi. Eroi romantici, che appartengono alla loro epoca, paralizzata come loro, con gli AirPods nelle orecchie, le iqos in bocca, e i pali nel culo. Poche idee, confuse, ma con una sola certezza: “il paradosso tragico dell’esistenza è che la vita la senti meglio in guerra, e per sentirsi vivi devono inventarsi la loro di guerra”. Parole straordinariamente vere, ripetute dallo stesso Pietro Castellitto in conferenza stampa. Che nel film ritornano in due scene con due attori unici nel loro genere: il monologo sull’amore di Adamo Dionisi che interpreta il malavitoso, e il dialogo sul potere e la potenza con Giorgio Montanini nelle vesti dell’intellettuale appartenente alla buona famiglia della democrazia. Ad unirli è una frase da antologia: “Dove ci sono i buoni ci sono i soldi”.

*Enea di Pietro Castellitto, dal 25 gennaio al cinema.

https://www.dissipatio.it/la-guerra-in-testa-di-enea/

Sebastiano Caputo.

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Chi capirà, aveva già capito; chi non capirà, non ha mai capito nulla.

LA ROSA DI PARACELSO.
di J.Luis Borges

Nel suo laboratorio, che comprendeva le due stanze dello scantinato, Paracelso chiese al suo Dio, al suo indeterminato Dio, a qualunque Dio, di inviargli un discepolo.
Imbruniva. Il magro fuoco del camino proiettava ombre irregolari. Alzarsi per accendere la lanterna di ferro avrebbe richiesto uno sforzo eccessivo. Paracelso, distratto dalla fatica, dimenticò la sua preghiera. La notte aveva cancellato l’athanor e i polverosi alambicchi quando bussarono alla porta. Insonnolito, l’uomo si alzò, salí faticosamente la breve scala a chiocciola e socchiuse un battente. Uno sconosciuto entrò. Anch’egli era molto stanco. Paracelso gli indicò una panca; l’altro sedette e attese. Per un certo tempo non scambiarono tra loro nemmeno una parola.
Il maestro fu il primo a parlare.
“Ricordo volti d’Occidente e volti d’Oriente”, disse, non senza una certa enfasi. “Non ricordo il tuo. Chi sei tu e che vuoi da me?”
“Il mio nome non ha importanza”, replicò l’altro.
“Ho camminato tre giorni e tre notti per entrare in casa tua. Voglio diventare tuo discepolo. Ti ho portato tutti i miei beni.”
Tirò fuori una borsa e la rovesciò sulla tavola. Le monete erano molte, e d’oro. Lo fece con la mano destra.
Paracelso, per accendere la lanterna, aveva dovuto voltargli le spalle. Quando tornò, notò nella sua mano sinistra una rosa. La rosa lo inquietò.
Si chinò, giunse le estremità delle dita, e disse: “Tu mi credi capace di elaborare la pietra che trasmuta gli elementi in oro e mi offri oro. Non è l’oro ciò che cerco, e se è l’oro che ti interessa, tu non sarai mai mio discepolo.”
“L’oro non mi interessa”, rispose l’altro.
“Queste monete non sono altro che una prova del mio desiderio di apprendere. Voglio che tu mi insegni l’Arte. Voglio percorrere al tuo fianco la via che conduce alla Pietra.”
Paracelso disse lentamente:
“La via è la Pietra. Il punto di partenza è la Pietra. Se non comprendi queste parole, non hai ancora cominciato a comprendere. Ogni passo che farai è la meta.”
L’altro lo guardò con aria diffidente. Disse, con voce chiara:
“Ma, esiste una meta?”
Paracelso si mise a ridere.
“I miei detrattori, che non sono meno numerosi che stupidi, sostengono il contrario, e mi accusano di essere un impostore. Non do loro ragione, ma non è impossibile che io sia un illuso. So che esiste una via.”
Vi fu una pausa, e l’altro disse:
“Sono pronto a percorrerla con te, anche se dovessimo viaggiare per molti anni. Lasciami attraversare il deserto. Lasciami intravedere almeno da lontano la terra promessa, anche se gli astri me ne vieteranno l’accesso. Ma prima di intraprendere il viaggio, io voglio una prova.”
“Quando?” disse paracelso, con inquietudine.
“Subito”, rispose il discepolo con brusca determinazione.
Avevano iniziato la conversazione in latino, ora parlavano in tedesco.
Il giovane levò in alto la rosa.
“Affermano”, disse, “che tu puoi bruciare una rosa e farla rinascere dalle ceneri, per opera della tua arte. Lascia che io sia testimone di questo prodigio. Ecco ciò che ti chiedo; poi la mia vita sarà tua.”
“Sei molto credulo”, disse il maestro. “Non so che farmene della credulità; esigo la fede.”
L’altro insistette.
“È proprio perché non sono credulo che voglio vedere coi miei occhi l’annientamento e la resurrezione della rosa.”
Paracelso l’aveva presa in mano, e parlando giocherellava con essa.
“Sei credulo”, disse. “Tu dici che io sono capace di distruggerla?”
“Nessuno è incapace di distruggerla”, rispose il discepolo.
“Ti sbagli. Credi forse che qualcosa possa esser reso al nulla? Credi che il primo Adamo nel Paradiso abbia potuto distruggere un solo fiore, un solo filo d’erba?”
“Non siamo nel Paradiso”, disse ostinato il giovane; “qui, sotto la luna, tutto è mortale.”

Segue...
Paracelso si era alzato in piedi.
“E in quale altro luogo siamo? Credi che la divinità possa creare un luogo che non sia il Paradiso? Credi che la caduta sia altro dall’ignorare che siamo nel Paradiso?”
“Una rosa può bruciare”, disse il discepolo in tono di sfida.
“V’è ancora del fuoco nel camino”, rispose Paracelso. Se tu gettassi questa rosa fra le braci, crederesti che le fiamme l’abbiano consumata, e che sia la cenere a essere reale. Io ti dico che la rosa è eterna e che solo la sua apparenza può cambiare. Mi basterebbe una parola perché tu la potessi vedere di nuovo.”
“Una parola?” disse stupefatto il discepolo. “L’athanor è spento, gli alambicchi sono coperti di polvere. Che farai per farla rinascere?”
Paracelso lo guardò con tristezza.
“L’athanor è spento”, ripeté, “e gli alambicchi sono coperti di polvere. In questo tratto della mia lunga giornata uso altri strumenti.”
“Non oso domandare quali”, disse l’altro con malizia o con umiltà.
“Parlo di quello che usò la divinità per creare il cielo e la terra e l’invisibile Paradiso in cui ci troviamo e che ci è nascosto dal peccato originale. Parlo della Parola che ci insegna la scienza della Cabala.”
Il discepolo disse freddamente:
“Ti chiedo la grazia di mostrarmi la scomparsa e la ricomparsa della rosa. Poco m’importa che tu operi per mezzo del Verbo o degli alambicchi.”
Paracelso rifletté. Infine disse:
“Se lo facessi, tu diresti che si tratta di un’apparenza imposta ai tuoi occhi dalla magia. Il prodigio non ti donerà la fede che cerchi. Dunque lascia stare la rosa.”
Sempre diffidente, il giovane lo guardò. Il maestro alzò la voce e gli disse:
“E inoltre, chi sei tu per introdurti nella dimora di un maestro ed esigere da lui un prodigio? Che hai fatto per meritare simile dono?”
L’altro replicò, tremando:
“So bene che non ho fatto nulla. Ti chiedo, in nome dei molti anni in cui studierò alla tua ombra, di lasciarmi vedere la cenere e poi la rosa. Non ti chiederò altro. Crederò alla testimonianza dei miei occhi.”
Bruscamente, afferrò la rosa rossa che Paracelso aveva lasciato sul leggìo e la gettò tra le fiamme. Il colore si perse e rimase solo un po’ di cenere. Per un istante infinito egli attese le parole e il miracolo.
Paracelso era rimasto impassibile. Disse con strana semplicità:
“Tutti i medici e tutti gli speziali di Basilea affermano che io sono un mistificatore. Forse essi sono nel vero. Qui riposa la cenere che fu rosa e che non lo sarà.”
Il giovane si sentì pieno di vergogna. Paracelso era un ciarlatano o un semplice visionario, e lui, un intruso, aveva varcato la sua porta e ora lo costringeva a confessare che le sue famose arti magiche erano vane.
Si inginocchiò, e disse:
“Ho agito imperdonabilmente. Mi è mancata la fede che il Signore esigeva dai credenti. Lasciami ancora guardare la cenere. Tornerò quando sarò più forte e sarò tuo discepolo e in fondo al cammino vedrò la rosa.”
Parlava con passione autentica, ma quella passione era la pietà che gli ispirava il vecchio maestro, tanto venerato, tanto attaccato, tanto insigne e perciò tanto vuoto. Chi era lui, Johannes Grisebach, per scoprire con mano sacrilega che dietro la maschera non c’era nessuno?
Lasciare le monete d’oro sarebbe stata un’elemosina. Le riprese uscendo.
Paracelso l’accompagnò ai piedi della scala e gli disse che sarebbe sempre stato il benvenuto.
Entrambi sapevano che non si sarebbero rivisti mai più.
Paracelso rimase solo. Prima di spegnere la lanterna e di sedersi nella poltrona consunta, raccolse nell’incavo della mano il piccolo pugno di cenere e disse una parola a bassa voce. La rosa risorse.

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Leggo molti artisti, o comunque gente che produce e vive dell’immateriale, asserire che no, un film, una serie tv non ha nessuna influenza sul reale, insomma non modifica comportamenti, non induce emulazione, non sposta di una virgola i desideri di nessuno.
Insomma non produce ne bene ne danni, secondo loro. Quindi lasciamo tutto come sta….
Scusatemi, e voi che cazz fate a fa gli artisti allora?
Se pensate che non serve a nulla datevi all’agricoltura.
A parte che dovremmo discutere del perché esiste lo spot pubblicitario di 30 secondi, che costa tanto, tantissimo, e a qualcosa servirà, o no? Ma se secondo voi il sovrastrutturale, quello che non produce bulloni o arance, non ha potere di essere, rappresentare ed esorcizzare il bene, o il male, silenziatevi.
Non servite a niente per vostra stessa ammissione.

Daniele Sepe.

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Nella prima metà del 2023, la Germania ha comprato dalla Russia fertilizzanti per 151 milioni di euro.

3,3 volte la media dei 5 anni precedenti.

Eric Packer.

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Forwarded from CORVELVA
Calma e sangue freddo, va monitorato e letto in ogni sua virgola. L'unica cosa certa è che l'educazione parentale è garantita dalla Costituzione... già, quella cosa che hanno calpestato fino a ieri.

Corvelva Staff
Forwarded from Martina Pastorelli
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Impennata di morti improvvise nella fascia 0-14 anni tra il 2021 al 2023 e aumento di miocarditi.
Perché? Cosa sarà mai successo in quel periodo?
L’ipotesi vaccini Covid sepolta tra “droga, alcool, violenza sessuale” (tra bambini e neonati?!).

Ecco la pericolosa comunicazione che, quando non nasconde o disinforma, normalizza.
Forwarded from La Mia Russia (Elena)
Giornale turco Aydınlık: Il nuovo ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, è legato all'organizzazione vietata in Turchia di Fethullah Gulen (FETO), che le autorità della repubblica accusano di essere coinvolta nel tentativo di colpo di Stato del 2016. Umerov ha studiato presso il collegio di Crimea per bambini dotati, questo istituto ha ricevuto finanziamenti dalla FETO. Anche Ruslan Umerov, fratello del funzionario, ha studiato in questa scuola. Entrambi sono chiamati "figli dell'America" a Kiev. Da giovane, Rustem Umerov ha partecipato al programma Future Leaders Exchange (FLEX) del Dipartimento di Stato americano. Umerov si occuperà dell'attuazione dei piani statunitensi nella regione. https://t.me/glavmedia/281637
Idiocy International
di Marco Travaglio

Nella classifica della minchiata del giorno, si contendono il primato il presidente romeno e il governo italiano. Klaus Iohannis, capo dello Stato di Bucarest, compie una piroetta che, al confronto, Giuliano Amato è un dilettante. Da giorni il governo Zelensky, sempre ansioso di trascinare la Nato in una guerra mondiale contro la Russia, soffia sul fuoco di un incidente di confine invocando l’articolo 5 del Trattato Atlantico, che prevede l’intervento militare Nato a difesa di uno Stato membro attaccato da non-membri, per via di alcuni frammenti di un drone, forse russo, precipitati in Romania. L’altroieri Iohannis smentisce tutto: “Non è esistito né un drone né alcun pezzo di questo dispositivo che sia giunto sul territorio della Romania”. Ieri conferma tutto: “Se i pezzi di drone fossero russi, sarebbe una grave e inaccettabile violazione della sovranità e integrità territoriale di uno Stato Nato”. Ma l’articolo 5 impegnerebbe la Nato anche se i frammenti fossero di Kiev, che almeno ufficialmente non è nella Nato. E speriamo che non lo siano, sennò dovremmo armarci contro l’Ucraina che già armiamo. Cosa che peraltro avremmo già dovuto fare 10 mesi fa, quando un missile ucraino cadde in Polonia uccidendo due innocenti, mentre Zelensky e le sue cheerleader italiote lo spacciavano per russo.

La minchiata n. 2 è un’ideona del governo Meloni per sbaragliare la criminalità giovanile: un decreto che vieta ai 14-17enni condannati anche in primo o in secondo grado di usare “piattaforme o servizi informatici e telematici nonché… di possedere telefoni cellulari”. Il primo effetto sarà che i baby condannati il cellulare, anziché comprarlo, lo ruberanno. Il secondo sarà che, se rispetteranno il divieto, sarà impossibile intercettarli. Il terzo sarà la bocciatura del decreto, visto che la Consulta ha già stroncato norme simili. Ma resterà a imperitura memoria il messaggio pedagogico della destra “legalitaria”: in Italia il buon esempio non devono darlo gli adulti ai giovani, ma i giovani agli adulti. E i ragazzi di strada devono tenere standard di legalità superiori a quelli dei politici che glieli impongono. Infatti i divieti pensati per i minorenni nessuno li ha mai pensati per i maggiorenni. Altrimenti un buon terzo della classe dirigente sarebbe da un pezzo isolata dal mondo, anche se i divieti valessero solo per gli over 18 condannati definitivi. Salvini come farebbe a parlare col suocero Verdini, che sta ai domiciliari (o almeno dovrebbe): con i segnali di fumo? E la Montaruli come comunicherebbe con i fratelli d’Italia e gli altri commissari della Vigilanza: con i piccioni viaggiatori? Vien quasi da rimpiangere B., che avrebbe subito bloccato la pagliacciata: per senso non dello Stato, ma del ridicolo.

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Per la pace è strategica la sconfitta della Nato
DI PIERO BEVILACQUA

Perché ogni sincero democratico dovrebbe augurarsi che la guerra in Ucraina si concluda con un realistico e ragionevole compromesso, che ponga fine al massacro, e con la sconfitta della Nato? Questo auspicio parrà una contraddizione. Vincerebbe la Russia autocratica e gli altri Stati più o meno autoritari contro il fronte dei Paesi democratici. Una ricognizione non superficiale dello stato dell’arte mostra che il ragionamento è sbagliato. Oggi anche chi è disposto ad ammettere le responsabilità degli Usa, se non nella lunga preparazione della guerra, almeno nella sua ostinata continuazione, sostiene che non si può lasciare impunito chi ha violato il diritto internazionale invadendo un Paese sovrano. È la rivendicazione più imprudente e più impudente che gli atlantisti possono fare. La storia degli ultimi 30 anni è dominata da scelte sanguinarie di violazione del diritto internazionale da parte degli Usa e della Nato, che non hanno chiesto il permesso a nessuno per invadere l’Iraq, la Libia, l’Afghanistan, ecc. Con la protezione americana, Israele viola ogni giorno quel diritto, praticando un regime di apartheid contro il popolo palestinese, umiliato e ridotto alla disperazione nel silenzio dell’Europa e nell’indifferenza dei democratici. Oggi il diritto internazionale è ridotto a una finzione perché l’Onu è stata svuotata di ogni autorevolezza. Da oltre 70 anni gli Usa si oppongono alle risoluzioni di condanna di Israele. Una seconda contrarietà all’auspicio di una sconfitta della Nato viene da un comprensibile sentimento di simpatia nei confronti dell’America e di pregiudizio antirusso, sia per la sua configurazione autoritaria, per la figura di Putin, sia perché immaginata erroneamente una continuazione dell’Urss. Mi sono spesso sentito obiettare, anche da personaggi di primo piano della sinistra, alla mia avversione per la Nato, che “non possiamo andare contro l’America”. È una risposta opportunistica. La riduzione o lo scioglimento della Nato costituirebbe in realtà una svolta vantaggiosa per il popolo americano, a cui vengono sottratti 800 miliardi di dollari l’anno, impiegati in spese militari, per armamenti, guerre locali, centinaia di basi militari sparse per il mondo. Una ricchezza enorme che viene sottratta alla sanità, alla scuola, alle vaste sacche di povertà, soprattutto negli Stati della Rust belt, la “cintura della ruggine”, dove la deindustrializzazione degli ultimi decenni ha creato il deserto sociale. Si comprende ancora di più il vantaggio di una sconfitta della Nato se si ricorda – come ha documentato il generale Fabio Mini nella densa introduzione a un importante saggio di un generale cinese – che a dominare l’aggressiva politica estera Usa sono pochi, benché potenti gruppi e lobby (Q. Liang L’arco dell’impero, Leg edizioni 2021). Parlare genericamente di America si può fare al bar. Gli Usa per la loro ricchezza, pluralismo e potenza culturale, capacità d’innovazione tecnologica, potrebbero inaugurare una nuova pagina nella storia del mondo, governare la cooperazione internazionale, ispirare una politica globale di cura del pianeta. E invece, per la volontà di dominio di pochi gruppi, di potenti interessi economici, si ostinano a continuare la storia del ’900. Una replica impossibile. Come ha mostrato il vertice dei Brics a Johannesburg, come rivelano le rivolte di questi giorni in Africa, il corso delle società umane avanza in altra direzione. Dopo aver subito per tutti i secoli dell’età moderna il brutale calco del colonialismo occidentale, lo sfruttamento economico del ’900, i popoli del Sud stanno alzando le loro bandiere. E lo fanno dietro potenze orientali e non europee. Tutto va dunque in direzione di un ordine mondiale multipolare, l’unico che potrebbe consentire un avvenire di pace e di cooperazione, indispensabile per affrontare su scala globale le catastrofi ambientali che ci attendono.

Segue...
Ma se la Nato dovesse vincere non si aprirebbe un capitolo di pace, ma l’avvio di una nuova e più vasta e catastrofica guerra: contro la Cina, contro decine di grandi e piccoli Paesi, che cercano la loro strada, contro il corso stesso della storia mondiale. È questo che un sincero democratico deve augurarsi? Non è finita. La sconfitta della Nato non è solo una condizione perché cessi la guerra, ma perché l’Europa ritrovi la sua autonomia, si rammenti dell’ambizioso disegno di pace, di governo cooperativo dei rapporti internazionali per cui era nata. La partecipazione della Ue alla guerra non solo l’ha ridotta allo stato ancillare e servile in cui si trova. Ma sta producendo altri rischiosissimi arretramenti, il cui potenziale distruttore delle strutture dell’Ue viene ignorato dalla grande stampa atlantista. La Francia e la Germania, i due pilastri dell’Ue, per effetto della guerra, delle sanzioni suicide, stanno subendo danni economici pesantissimi, che infondono vigore alle destre più estreme. In Germania, ai primi di agosto, i sondaggi davano Alternative für Deutschland al 21%. Ogni sincero democratico dovrebbe temere per le sorti della democrazia in Europa e gli italiani per primi, che la destra neofascista ce l’hanno già al governo.

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UCRAINA

I redditi di Zelensky&C. nascosti per “sicurezza”
IL PARLAMENTO - Vota una legge per renderli di nuovo pubblici, come richiesto dal Fmi, ma una postilla li occulta per un altro anno

DI MICHELA A.G. IACCARINO

Ogni legge ha il suo cavillo, ogni regola la sua scappatoia. L’emendamento votato dai deputati alla Rada, il parlamento ucraino, contiene il suo salvacondotto in seno: per legge si dovranno rendere pubbliche le dichiarazioni dei beni posseduti dai funzionari governativi, ma tra un anno. Questo, valuta il Washington Post, “solleva potenzialmente nuove domande sull’impegno del Paese a combattere la corruzione ai più alti livelli di governo”. Il requisito di trasparenza immediata non è che uno dei parametri imprescindibili da rispettare prima che gli alleati occidentali di Kiev concedano una fetta del pacchetto di assistenza promesso: senza, non verranno erogati i fondi di oltre 15 miliardi e mezzo di dollari dal Fondo monetario internazionale.

Uno stop all’emendamento – già introdotto nel 2016 su pressante richiesta delle organizzazioni di Maidan – era arrivato con l’avvio del conflitto, quando la pubblicazione dei dati dei funzionari è stata valutata dalle autorità in guerra come “rischio per la sicurezza”. Nonostante il conflitto, ora ne chiedono l’applicazione immediata, più delle istituzioni Ue, gli attivisti ucraini anti-corruzione. Se la priorità di Zelensky è dimostrare il cambiamento, tanto al fronte quanto nel cuore dei palazzi di governo, questo ritardo annuale inficia il proposito della legge stessa: “Le fortune nascoste di deputati e ufficiali distruggeranno la fiducia degli ucraini. Il desiderio di nascondere le proprietà dal pubblico indica esclusivamente il desiderio di rubare soldi pubblici”. Nemmeno Trasparency International Ucraina promuove la scelta dei deputati: “I nostri partner difficilmente lo valuteranno come un vero passo avanti”. Ancora più grave il giudizio dell’ex direttore dell’organizzazione, Yaroslav Yurchyshyn, che ha definito il rinvio annuale una “manipolazione”: “L’obiettivo è far ritardare il più possibile il momento in cui sarà necessario segnalare le vacanze a Dubai”. Al suo coro si è unito Yaroslav Zheleznyak, del partito Holos: “Sono ovviamente spaventati di mostrare le fortune acquisite durante la guerra”.

C’è però chi dissente dalla maggioranza e renderà pubbliche prima dell’obbligo di legge previsto, e per scelta, le dichiarazioni dei beni: David Arakhamia, che guida in Parlamento il partito di Zelensky, ha chiesto di rendere pubblico il suo profilo finanziario all’Agenzia nazionale della prevenzione della corruzione (la Nacp, addetta all’immediata segnalazione di beni eccessivi, sospetti e non acquisiti in maniera trasparente). “Sarà interessante – ha detto sfidando i colleghi – sapere quale percentuale di funzionari lo farà volontariamente”.

Una piccola fronda della Rada chiede al presidente di non firmare e porre veto: “Ignorano l’opinione dell’Ue, ma soprattutto l’opinione del 91% degli ucraini che sono a favore delle dichiarazioni trasparenti in tempo di guerra”. Antac, agguerrita ong anti-corruzione ucraina, chiede che il presidente respinga la legge numero 9534 – quella in questione – ma soprattutto di cancellare il progetto 9587, quello che prevede il pagamento di una multa “dalla cifra ridicola” in caso di falsa dichiarazione dei redditi e concede che si possano nascondere oltre 1 milione di grivne e, dopo l’ammenda, evitare responsabilità legali. Anche l’Antac si appella a Zelensky affinché non firmi, altrimenti “confermerà che le autorità hanno qualcosa da nascondere agli ucraini”.

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Forwarded from Giubbe Rosse
Sarebbe bellissimo se si avverasse. Peccato non ci azzecchino mai.

No, purtroppo quello che si estinguerà sarà la classe media insieme al suo potere di acquisto e al suo risparmio, la civiltà del lavoro, che verrà sostituito dall'intelligenza artificiale e dai robot, la sovranità degli stati nazionali, che saranno subordinati a entità sovranazionali, l'autodeterminazione degli individui, la libertà di espressione di tutti coloro che non deterranno i mezzi di produzione.

Ci piacerebbe tanto credere a Mercalli. Sfortunatamente anche la sua previsione verrà smentita, come tutte le predizioni apocalittiche sulla fine del mondo dal 1970 ad oggi.

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Forwarded from Giubbe Rosse
VENETO: HAI UNA AUTO INQUINANTE? SE CI DICI DOVE VAI COL GPS PUOI FARE QUALCHE CHILOMETRO, ALTRIMENTI NON POTRAI USARE L'AUTO. PROVVEDIMENTO VOTATO DA TUTTI, PROPOSTO DA LEGA E PD.
Auto inquinanti, arriva la scatola nera: chi la installa può circolare entro un tetto di chilometri
A prevederlo è la legge, di cui sono stati relatrice la leghista Silvia Rizzotto e correlatore il dem Andrea Zanoni, che è stata approvata ieri all’unanimità dal Consiglio regionale. (Fonte: IlGazzettino)

Si vola

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