Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Non ti dosi, non ti ammali e continui a scrivere la storia.
Con buona pace di quelli che non ne azzeccano una neanche per sbaglio.

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Forwarded from PBellavite
Piccole soddisfazioni della vita…

Ad oggi il mio intervento a La7 è stato visualizzato da più di 2 milioni di spettatori. Quello della biondona col telefonino rosa cento volte di meno. Così succede a raccontare frottole per pubblicizzare l’elisir.

https://youtu.be/cziHaYrwjS8?si=1_Q18N_Udbh84R_b
Forwarded from la fionda📗
Rispondete voi a questo tweet dove parlano di "passato glorioso della CIA"?

https://twitter.com/formichenews/status/1696450293586620868?t=S57BUR4HO-FAU2v5tKoSng&s=19
Forwarded from Giubbe Rosse
🇪🇺 L'EUROPA HA SUPERATO LA CRISI ENERGETICA?
Illuminante editoriale di Javier Blas, l'esperto di energia di Bloomberg:
"Ma, cosa ancora più importante, l’Europa ha un alleato ancora più forte per tenere sotto controllo i prezzi del gas nei mesi più freddi: una domanda estremamente debole.
La crisi manifatturiera che affligge il continente (l’attività industriale in Germania si è contratta per 14 mesi consecutivi) è il miglior antidoto contro una stretta nella fornitura di gas. Con amici come quelli, chi ha bisogno di nemici?
L’Europa sta sconfiggendo la crisi energetica grazie all’impatto che tale crisi ha avuto sul suo cuore industriale. In tutto il continente, molte aziende ad alta intensità energetica hanno chiuso o ridotto la produzione perché non sono state in grado di far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia. Particolarmente colpite sono le industrie dei fertilizzanti, chimica, metallurgica, del vetro, della carta e della ceramica. Tutte quelle fabbriche chiuse non hanno bisogno di gas o elettricità adesso".

Eccallà. Adesso ve lo certifica Bloomberg, per bocca di uno dei suoi maggiori esperti di energia. Sì, è vero che l'Europa è riuscita a contenere l'aumento dei prezzi degli energetici. Ma lo ha fatto al prezzo della distruzione della domanda. Noi - e altri come Sergio Giraldo - ve lo ripetiamo da mesi.
Alla fine, l'obiettivo è stato raggiunto: separare l'Europa dalla Russia e distruggere il suo settore industriale. Missione compiuta.

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INTIMIDAZIONI

Questa mattina. Ore 7.10. Salgono in casa 5 Carabinieri. Sono stato denunciato per invio di email di minaccia e diffamatorie da Locatelli, il responsabile del reparto dove morì mia figlia Lisa.
I Carabinieri, persone tutte squisite, non trovano (ovviamente) nulla e salutano.
Siamo pronti alla denuncia per calunnia, soprattutto alla memoria della povera Lisa.
Il 3 settembre davanti al Bambino Gesù protesteremo anche contro questi atti intimidatori non certo perpetrati dai Carabinieri.
Mai più come per Lisa.

Maurizio Federico.

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John Elkann re senza corona: lascia la presidenza della holding Giovanni Agnelli bv, la controllante di Exor
di Fabrizio Massaro
Cambio della guardia a sorpresa al vertice della cassaforte olandese che controlla Exor con il 52% del capitale. Nel board del veicolo degli eredi Agnelli, ormai suddivisi in nove rami, entrano Alexandre von Fürstenberg, Filippo Scognamiglio e Niccolò Camerana. La presidenza all’avvocato olandese Jeroen Preller. La società ha incassato a 52 milioni di dividendi.

https://www.milanofinanza.it/news/john-elkann-re-senza-corona-lascia-la-presidenza-della-holding-giovanni-agnelli-bv-la-controllante-di-202308290058278255?fbclid=IwAR1tE2wkFl6niIcMaK04CQ-9k2Sqmsth9Xd-PvTftdQS1biei8otw-gojzo

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Forwarded from La Mia Russia (Elena)
Il presidente delle ferrovie iraniane (RAI) ha annunciato il primo transito di merci russe in Arabia Saudita attraverso il corridoio di trasporto iraniano.
Un treno in transito con 36 container è arrivato per la prima volta in Iran dalla Russia attraverso lo snodo ferroviario iraniano Incheh-Borun vicino al Turkmenistan, quindi ha raggiunto la città portuale di Bandar Abbas sullo stretto di Hormuz e da lì sarà trasportato via mare alla città portuale saudita di Jeddah.
Il carico è stato spedito attraverso il corridoio internazionale di trasporto nord-sud (|NSTC), che collega India, Iran, Russia, Azerbaigian e altri paesi tramite ferrovia e mare. Si prevede che nel prossimo futuro l'INSTC diventi una rotta alternativa al Canale di Suez. https://t.me/svezhesti/87304
Direi che sono andati anche oltre, riuscendo a far ammalare le persone sane.

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25 Agosto, Papa Francesco si rivolge ai giovani cattolici russi in videoconferenza.

«Non dimenticate mai la vostra eredità. Siete eredi della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei governanti, la grande Russia di Pietro il Grande, di Caterina la Grande, di quel grande impero illuminato, di grande cultura e di grande umanità. Non rinunciate mai a questa eredità». 

L'intervento è bollato da Kiev come "propaganda imperialista". Oleg Nikolenko, il portavoce del ministero degli Affari esteri, scrive come proprio "le idee di una grande potenza russa" siano "la causa dell’aggressività cronica della Russia".

Il Vaticano - che non aveva diffuso il video nella sua interezza - ha dovuto spiegare come il papa intendesse "incoraggiare i giovani a conservare e promuovere quanto di positivo c’è nella grande eredità culturale e spirituale russa, e certo non esaltare logiche imperialistiche e personalità di governo, citate per indicare alcuni periodi storici di riferimento".
Forwarded from Piccolenote
🟥🇺🇦🇷🇺IGNATIUS: STALLO MA NIENTE CESSATE IL FUOCO

…Il punto è che gli obbiettivi di questa guerra sono divergenti. Le autorità di Kiev, almeno pubblicamente, hanno l’obiettivo di liberare l’Ucraina, la NATO quello di logorare la Russia, nulla importando che a tale scopo siano perse tante vite, evidentemente insignificanti….

…Insomma, il bagno di sangue registrato in questi mesi di attacchi infruttuosi non è sufficiente a placare la sete degli strateghi da poltrona dell’Impero…🇺🇦🇷🇺🟥

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO
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🟦 https://bit.ly/47QSQFu 🟦
Attivisti queer per il clima. Wow!
QUANDO LA PROPAGANDA PRETENDE DI PENETRARTI IN CORPO

Se sei una persona sana di mente, quando leggi delle iniziative politiche di questi casi psichiatrici non puoi far altro che chiederti cosa ci sia dietro.

Quando una battaglia è buona e giusta e quando di una problematica si individuano cause e soluzioni coerenti, il decisore politico non necessita di affidarsi alla propaganda dei saltinbanchi mentre si rivolge alla popolazione civile come ad un pubblico di minorati.
Oggi ho visto in edicola la copertina di Internazionale dedicata all'ansia climatica e non ho resistito alla curiosità. Dopo esserne stato un lettore assiduo da almeno 10 anni non leggevo questa rivista, cioè da quando era diventato lampante che l'aspetto patinato, il modo 'stiloso' di riportare le notizie, i fumetti e gli oroscopi filosofici (forse l'unica rubrica rimasta interessante), erano solo il modo per infiocchettare una becera propaganda guerrafondaia e atlantista.

L'articolo, firmato da una certa Jia Tolentino e tratto dal New Yorker è un delirio psicotico in cui l'autrice, affetta per l'appunto da eco ansia, racconta le storie di altri econsasiosi, i quali si rivolgono a psicologi e psichiatri specializzati in eco ansia perché anch'essi affetti da eco ansia essi stessi. Come da prassi, l'articolo mescola inquinamento e cambiamento climatico come se non ci fosse differenza tra i due fenomeni e ovviamente non cita neanche di striscio John Clauser, gli altri premi Nobel e le migliaia di scienziati che sostengono, studi e dati alla mano, che il sistema clima non è collegato alle emissioni di CO2 e che disperatamente chiedono un confronto con i loro colleghi lautamente finanziati dall'IPCC. Nel corso dell'articolo cita con la formula 'alcuni studi dicono', 'secondo alcuni dati', etc. La cosa può essere tranquillamente liquidata con la formula elaborata dagli psicologi eco ansiosi, secondo cui, chi nega la propria personale responsabilità nel cambiamento climatico lo fa perché non è pronto ad affrontare l'eco-ansia.

Ci sarebbero molte chicche da citare in questa perla di pseudo-giornalismo, ma quello che preferisco arriva quando l'autrice racconta di una violenta crisi di eco-ansia in piena notte: in quel momento è assalita da sensi di colpa per ogni aspetto della sua vita, anche per il fatto di aver appena avuto un figlio e a riguardo scrive:

"Da poco avevamo appena avuto un bambino, la cui impronta ecologica aveva probabilmente superato quella di interi villaggi del Burundi. Ogni giorno mi sentivo un pezzo di merda egoista".

Naturalmente, lo spin dell'eco ansia è quello di tutte le altre crisi: il debito pubblico perché viviamo sopra le nostre possibilità, la pandemia perché vogliamo uscire e non farci iniettare il siero sperimentale, la guerra perché vogliamo l'aria condizionata etc etc

Adalberto Gianuario.

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇦🇹 UN TATUAGGIO IN CAMBIO DI UN BIGLIETTO ANNUALE GRATIS PER I TRASPORTI PUBBLICI NAZIONALI. L'iniziativa è stata lanciata dal governo di Vienna, con reazioni contrastanti

Un tatuaggio con la scritta "Klimaticket" in cambio di un anno di spostamenti gratuiti. L'idea arriva dall'Austria e punta a promuovere il sistema di trasporti pubblici della nazione europea. (Fonte: Euronews)

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- ALICE COOPER CONDANNATO DALL'IRRAGIONEVOLEZZA PER AVER OSATO CONTESTARE LA TRANSIZIONE DI GENERE INFANTILE -

"Trovo sbagliato quando hai un bambino di sei anni che non ne ha idea. Vuole solo giocare e tu lo confondi dicendogli: "Sì, sei un maschio, ma potresti diventare una femmina se vuoi esserlo."

Dopo queste "scioccanti parole" la Vampyre Cosmetics rescinde il contratto di partnership con la star del rock Alice Cooper.

Ca va sans dire 🤷

#lobbylgbt #wokeism #ilmondoalcontrario

Ale Tzu
Dentro la sede di Repubblica devono avere una capanna sudatoria dove fanno girare roba forte, altrimenti non si spiega.

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Francesco sgamato da Kiev: anche lui fa propaganda a Putin
DI DANIELA RANIERI

Ormai è certo: il Papa fa propaganda a favore della Russia. Poiché il 25 agosto, in collegamento video per la Giornata della gioventù russa San Pietroburgo, ha osato esortare i giovani a non dimenticare di essere eredi della “grande Russia dei santi, dei re, la grande Russia di Pietro I, Caterina II, quell’impero grande, colto, di grande cultura e grande umanità”, ha praticamente confessato di tifare per Putin.

Il portavoce del ministero degli Affari esteri ucraino, Oleg Nikolenko, lo ha smascherato su Facebook: “È con tale propaganda imperialista e la ‘necessità’ di salvare ‘la grande Madre Russia’ che il Cremlino giustifica l’assassinio di migliaia di uomini e donne ucraini e la distruzione di centinaia di città e villaggi ucraini”. Perbacco. A parte il dettaglio che il Papa non ha parlato di necessità di salvare alcunché, se vale la proprietà transitiva deve ritenersi che anch’egli “giustifichi” assassinî e distruzione. Importa poco che il Papa abbia precisato cosa intendesse invitando i giovani a essere “costruttori di ponti tra le generazioni”: non certo essere imperialisti e zaristi, ma “mantenere viva la storia e la cultura di un popolo” per diventare “artigiani di pace in mezzo a tanti conflitti”, “seminatori di riconciliazione”; per le autorità ucraine, invece, celebrando la grandezza del popolo russo intendeva proprio lodare la volontà di potenza di Putin.

La Chiesa cattolica ucraina ha chiesto alla Santa Sede immediate “spiegazioni”. Come già un anno fa, quando pretese di educare il Papa su come si fa la Via Crucis (il Vaticano aveva scandalosamente deciso di far portare la croce a una donna russa e una donna ucraina insieme), l’arcivescovo di Kiev Sviatoslav Shevchuk ha espresso “dolore e preoccupazione” perché quelle parole possono essere “comprese da alcuni come un incoraggiamento di nazionalismo e imperialismo” e “ispirare le ambizioni neocoloniali del Paese aggressore”. Cioè, ricordare ai giovani che vengono da un grande passato, come è scritto su tutti i libri firmati da storici e non da propagandisti Nato, vuol dire esortarli a sostenere Putin e, perché no, a invadere l’Europa “fino a Lisbona”.

La pistola fumante del filo-putinismo del Papa, secondo un’interpretazione pedestre pari solo a quella dei nostri commentatori, è che Mosca ha accolto favorevolmente le sue parole (avrebbe dovuto rigettarle).

Questa polemica è la prova che la guerra (comprensibilmente per chi la vive, meno comprensibilmente per chi la fomenta da casa) causa la resa del pensiero, la capitolazione dello spirito critico. Non si accorgono nemmeno, i russofobi, di cadere in contraddizione: non solo perché già da erede al trono Pietro viaggiò si aprì alla cultura occidentale, ciò che lo porterà a operare una rivoluzione economica, sociale, culturale; ma anche perché il popolo russo e quello ucraino, lungi dall’essere “la stessa cosa” per ragioni etniche e culturali, non erano certo popoli irriducibilmente distinti che Pietro Il Grande unificò d’imperio (infatti nei territori contesi esistono popolazioni russofone, ciò che è all’origine del conflitto nel Donbass). Gogol’ era ucraino, così Bulgakov: non sono forse scrittori di quella grande Russia?

Ma cosa avrebbe dovuto raccomandare il Papa ai giovani russi: di essere indegni del Paese che ha prodotto cultura e bellezza eterne, patrimonio dell’umanità? Di rifiutarsi di dirsi russi per fare un dispetto a Putin? Di guardare la fiction di Zelensky?

La verità è che il Papa è uno dei pochi cercatori di pace e la sua è una delle poche voci che si oppongono al riarmo (una “follia”), quindi per i fanatici degli eserciti è amico di Putin e nemico dell’Ucraina, della Nato e dell’Europa che ne è succuba. Poco importa che abbia definito l’aggressione russa un “atto sacrilego e ripugnante”; se non offende il popolo russo e la sua grande storia, è un agente della propaganda imperialista. Così va ultimamente.

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I Brics: schiaffo morale all’ipocrisia occidentale
DI ELENA BASILE

Il quindicesimo vertice dei Brics che si è concluso a Johannesburg è stato una svolta storica, risultato di un processo sviluppatosi nel corso di un ventennio tendente a legittimare il mondo multipolare, sempre più insofferente verso l’unipolarismo statunitense. Di fronte ai cambiamenti storici in corso, basati su parametri economici e culturali oggettivi, la comunità euroatlantica (coi suoi “cani da guardia”, per dirla con Serge Halimi), invece di modificare razionalmente la strategia, hanno aumentato la cecità e i luoghi comuni, immaginando di poter vincere la sfida con la politica dello struzzo e l’esibizione dei muscoli.

Leggiamo la dichiarazione di Johannesburg, una sorta di schiaffo morale all’ipocrisia occidentale. Divisa in sei sessioni, quasi cento articoli, essa ristabilisce noti principi delle Nazioni Unite rimasti inapplicati o apertamente contraddetti dal ventennio unipolare e dalla seconda guerra fredda, fino ai giorni nostri.

Le autocrazie del mondo si permettono di gettare in faccia ai “buoni” della Terra un appello al rispetto della democrazia, uguaglianza e giustizia, contro i doppi standard e le misure coercitive unilaterali, per una riforma profonda delle Nazioni Unite e del sistema economico internazionale, per un partenariato con il Sud globale che favorisca lo sviluppo sostenibile, la crescita, il libero commercio fondato su pari opportunità e regole giuste , anche e soprattutto per i prodotti agricoli, per le materie prime che devono essere protette da clausole di salvaguardia. Completano il quadro l’utilizzo di monete locali e la riforma delle quote del Fmi affinché includano il mercato emergente a cui va assicurata una maggiore leadership nelle Istituzioni di Bretton Woods. Il multilateralismo inclusivo viene celebrato contro le politiche delle cerchie ristrette del G7. Le prossime presidenze del G20 vedranno i Brics protagonisti: India, Brasile, Sudafrica. Il vertice Brics nel 2024 si svolgerà in Russia a Kazan.

L’ ingresso di sei nuovi membri dal 1° gennaio 2024 porta il gruppo a rappresentare il 36% del Pil mondiale, il 47% della popolazione, il 42% della produzione petrolifera e energetica. La membership è aperta all’Unione Africana e a altri Stati del Sud globale: 23 Paesi sarebbero candidati. Non si conoscono ancora i criteri che presiedono all’adesione. Non si ha ancora una lista dei futuri allargamenti.

Appare innegabile che contro la pax neo-liberale, che ha reso impotenti le Organizzazioni internazionali come l’Onu, trasformandole nella difesa degli interessi parziali del mondo sviluppato, un altro ordine si sta formando. Siamo ancora agli albori. La costruzione istituzionale è appena all’inizio. La de-dollarizzazione sarà graduale. Per ora aumenteranno tra i Brics gli scambi in moneta locale. Una nuova consapevolezza è nata. Dal punto di vista politico, il multilateralismo inclusivo si oppone all’ordine creato dall’“egemone benevolo”, come la dottrina liberale internazionale definisce gli Usa. Il messaggio dei Brics è bollato dai nostri imperturbabili analisti occidentali come retorica terzomondista di matrice cinese Pechino ha in effetti realizzato un successo innegabile. In seguito alla mediazione raggiunta, Iran e Arabia Saudita siedono oggi allo stesso tavolo. Il Medio Oriente guadagna in stabilità. La cooperazione economica con il Sud globale, la cooperazione politica e la stabilizzazione delle aree di crisi, il dialogo interculturale tra pari, in grado di abbandonare i dogmi neocoloniali di Borrell e dell’Europa normativa e neo- liberista, sono pilastri del progetto ambizioso di Johannesburg. Nel testo della dichiarazione congiunta sono anche presenti la denuncia della situazione umanitaria nei territori palestinesi illegittimamente occupati e il sostegno alla soluzione dei due Stati. Sembrerebbe che le autocrazie recitino principi a noi cari, abbiano una visione piuttosto simile del nuovo mondo e appaiano essere dalla parte giusta della Storia.

Segue...
A Johannesburg infine si è appoggiato l’ingresso nel Consiglio di Sicurezza Onu di India, Brasile e Sud Africa. Da anni la Farnesina si oppone all’ingresso di nuovi membri permanenti che ‘declasserebbe’ Roma e renderebbe poco democratico il CdS Onu. Numerose le acrobazie della strategia “United for Consensus” per rendere l’organo inclusivo con un sistema di rappresentanza a rotazione. Sembrerebbe, a un’analisi preliminare, che i Brics renderanno la nostra posizione sulla riforma del CdS più debole. I nodi vengono al pettine. Il nuovo mondo sosterrà l’esigenza di un direttorio che meglio rispecchi gli odierni rapporti di forza. La stabilità internazionale dipenderà dai compromessi che le principali potenze potranno attuare nel CdS. Un’ottica realista potrà concepire contrappesi per un potere meglio redistribuito tra Assemblea e CdS. Una prospettiva non eccitante, è vero, ma forse migliore dell’inerzia in cui è caduta la “United Nothing”.

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