Giorgio Bianchi Photojournalist
130K subscribers
13.3K photos
3.83K videos
29 files
17.4K links
Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
Download Telegram
Forwarded from Lettera da Mosca
Secondo i media della Bielorussia, il Gruppo Wagner starebbe per aprire il reclutamento in Bielorussia.
Forwarded from Vi racconto la Russia
Quanto orgoglio in questo articolo 😳🤢🤮

Seguici su Vi racconto la Russia
Partecipa ai Tour estivi in Russia
Credo sia giusto spendere una parola se non di solidarietà di comprensione umana verso Alain Elkann. Si tratta semplicemente di un signore che, avendo vissuto in una condizione di privilegio perdurante e inscalfibile, ha perduto il senso della realtà, il senso di ciò che avviene quotidianamente nel mondo, di cosa il mondo realmente sia o sia diventato.
Solo questa inconsapevolezza spiega i toni di stupefatta indignazione di fronte ad un fenomeno che un ordinario frequentatore di treni regionali percepisce come quotidianità.

Naturalmente questo isolamento e questa perdita del senso di realtà coinvolge anche la sua autopercezione di cosa sia "elevatezza culturale", che ricade inconsapevolmente in cliché stantii.

E così Elkann fa ridere un po' tutti e per una volta mette d'accordo tutto il paese dai populisti a Open, da Repubblica alla Verità.

Solo che dovremmo fare tanta attenzione a ridere, perché la posizione involontariamente comica di un benestante impettito che ha perso il senso della realtà è esattamente rappresentativa di come l'intero Occidente appare agli occhi del resto del mondo.

Perché vedete è esattamente quella tipologia di umanità astratta che pensa di bombardare l'Irak per portarvi la democrazia e di bombardare l'Afghanistan per portarvi i diritti civili che le nostre classi dirigenti (come Elkann) mettono in scena ovunque nel mondo. E lo fanno a nome nostro. Lo fanno pensando sempre di avere tra sé e il resto del mondo un filtro che impedisce il contatto tra il "giardino" e la "giungla" (come Elkann pensava fosse il biglietto di prima classe). E il resto del mondo ride - tranne quando si trova sotto le bombe.

Sarebbe un grosso malinteso tifare "lanzichenecchi" per antipatia verso Elkann, perché i primi sono solo la modalità sguaiata della stessa forma di vita di cui Elkann rappresenta la versione impettita. Entrambi vivono in una bolla privilegiata, ed entrambi ne sono inconsapevoli, ma, forse incolpevolmente, il risveglio più brusco probabilmente toccherà ai primi.

Andrea Zhok.

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Bill Gates scende dal suo aereo privato perché voi state causando il riscaldamento globale con le vostre vecchie cariole.
Nel frattempo Bezos ha mobilitato veliero, yacht ed elicottero nella più incontaminata delle Eolie ma ha subito zittito le critiche: "Ho appena mangiato una granita a chilometro zero per compensare la CO2."

Eric Packer.

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Come uniformare il pensiero scientifico in poche rapide mosse.

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Forwarded from Giubbe Rosse
IL MINISTRO DELLA PROTEZIONE CIVILE DICHIARA LO STATO DI EMERGENZA NAZIONALE: "È IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, SARÀ LA PRIORITÀ NUMERO UNO DEL GOVERNO ORA". (Fonte: Corriere)

Verso una gestione stile covid, come ampiamente previsto.

🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
I malori improvvisi hanno "finalmente" un nome.
Forwarded from Piccolenote
🟨🟦LA GUERRA, LE STRATEGIE DEGLI ALLEATI, LE MACERIE

Secondo ANTIWAR…gli Alleati chiedono agli ucraini una maggiore aggressività, in poche parole di andare allo sbaraglio, nonostante i costi altissimi in termini di vite umane già pagati da essi dall’inizio della controffensiva (se in tal modo può essere definito un attacco che non va da nessuna parte).

Abbiamo dedicato altre note per spiegare quanto l’attacco ucraino sia velleitario, non certo per colpa dell’esercito di Kiev quanto per colpa dei suoi strateghi, ucraini e degli Alleati (o della NATO, che è lo stesso).

…che fosse un attacco votato al fallimento era ben chiaro agli strateghi di cui sopra. Lo hanno detto alcuni, lo ha scritto anche Daniel Michaels in un articolo di due giorni fa pubblicato addirittura sul WALL STREET JOURNAL : “Stati Uniti e Kiev sapevano dei deficit, ma Kiev ha comunque lanciato l’offensiva”…🟨🟦

LEGGI L'ARTICOLO SU PICCOLE NOTE
🔽🔻🔽🔻🔽🔻🔽🔻🔽🔻🔽🔻🔽

🔶 https://bit.ly/3OtDpeA 🔶
I reali problemi legati all'ambiente e alla necessità di una differente distribuzione delle risorse vengono messi da parte in favore di teorie né precisate né dimostrate che diventano un credo e che paiono avere come fine quello dell'impoverimento generale della popolazione e della sua diminuzione forzata.
All’improvviso mi è capitato tra le mani un libro di un maestro del romanzo di spionaggio anglosassone Frederick Forsyth - "L'Alternativa del diavolo", pubblicato dalla casa editrice Mondadori nel lontano 1979.

La trama del romanzo, immaginaria ma realistica e meticolosa nei dettagli, svela gli ingranaggi segreti della politica mondiale che consentono alle due superpotenze nucleari – gli USA e l’URSS - di raggiungere un compromesso e impedire lo scoppio della terza guerra mondiale e dell'apocalisse nucleare.

È curioso che il romanzo mostri in dettaglio come e perché gli USA accettano "l'Alternativa del diavolo" con cui si intende un accordo con l'URSS (sarebbe invece più giusto definire ogni accordo dell’URSS e della Russia con gli USA come Alternativa del diavolo e non viceversa!), e abbandonano i suoi assistiti – i terroristi nazionalisti ucraini, che già allora venivano considerati capaci di commettere crimini più malvagi e disumani.

A proposito, a quel tempo non si sapeva ancora come gli Stati Uniti usano nazionalisti, estremisti e terroristi, siano essi talebani, Stato Islamico o l'attuale regime di Kiev, per destabilizzare e distruggere singoli stati e intere regioni.

Consiglio vivamente questo libro – avvincente e istruttivo, per una lettura estiva.
 
«Ho tentato di parlare con <…> sulla linea calda. È introvabile. Ebbene, da ciò devo desumere che anche lui si trova in gravi difficoltà nel centro di potere del Cremlino, e che non può parlare. Francamente, tutto ciò mi ha posto in una situazione impossibile. Ma in una cosa sono assolutamente deciso. Non posso consentire che il trattato venga lasciato cadere. È veramente troppo importante per tutto il mondo occidentale. Devo battermi affinché sia firmato. Non posso consentire che <…> un gruppo di terroristi <ucraini> <…> scateni un conflitto armato tra Est e Ovest, come certamente accadrebbe».

«Sono completamente d’accordo con lei, signor presidente» disse il Primo ministro dalla sua scrivania a Londra». (F.Forsyth – «L’Alternativa del diavolo», Mondadori, 1996, pp.287-288).
Forwarded from Lettera da Mosca
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
POLONIA - L’esercito polacco continua a spostare reparti verso il confine con la Bielorussia. Una delle conseguenze della dislocazione del Gruppo Wagner in Bielorussia.
Chiamano “filoputiniani” i veri amici degli ucraini
DI ELENA BASILE

Da tempo immemorabile, Angelo Panebianco difende sul Corriere della Sera, con una fede che i religiosi devono invidiargli, un atlantismo muscolare, privo di strategia razionale. Lo considero un uomo colto che con lucidità illustra tesi pericolose. Un caso emblematico, tra i tanti che, meno sottilmente, bombardano i lettori di articoli privi di argomentazioni logiche. È inconsapevole del tessuto sottoculturale e antistorico che sottende alla dottrina di cui si fa portavoce. Ultimamente lancia appelli affinché la guerra santa dell’Ucraina – cui seguirà, per sua profetica ammissione, quella di Taiwan – trovi consenso nella società civile. Bisogna evitare che i “filo-putiniani dilaghino sui media e l’opinione pubblica segua il canto di certe sirene”. E come intende Panebianco raggiungere questi obiettivi? La petizione contro il dissenso spaventa. Con un manicheismo privo di cultura e di conoscenza storica, il politologo parte dall’assunto che quella in corso è la guerra tra Democrazie e Autocrazie. I cittadini hanno quindi l’obbligo di schierarsi per la libertà e il bene contro il regno del male. I “filo-putiniani” sarebbero così ciechi da non accorgersi che viviamo nel giardino descritto da Borrell, circondati dalla giungla. Oserebbero distogliere la società civile dal dovere patriottico di sostenere l’Ucraina e Taiwan nel caso, considerato probabile, di attacco da parte della Cina.

La sottoscritta e i tanti rappresentanti della società civile che invocano una mediazione appellandosi a una purtroppo inerte diplomazia europea, disapproviamo il regime clerico-fascista di Putin. Se fossimo russi, saremmo dissidenti. Siamo consapevoli delle differenze tra le democrazie e le autocrazie. Ma rifuggiamo da generalizzazioni riduttive, ben sapendo che tra le democrazie Usa, francese, ungherese o polacca ci sono distinzioni non trascurabili, come tra le forme di governance di Russia, Cina, Turchia, India, Arabia Saudita, Egitto. Ho incluso volutamente l’India, considerata una democrazia, e la Turchia, membro della Nato. I cosiddetti “filo-putiniani” (che poi sono “veri filo-ucraini”, in quanto è al massacro dell’Ucraina e del suo popolo che vogliono mettere fine), hanno letto la storia. Sono convinti che le guerre si combattono per la potenza e per gli interessi geopolitici. Il soft power, o l’egemonia culturale, è funzionale alle guerre. I crociati non sterminavano i nemici in nome di Cristo, i colonialisti non portavano la civiltà, l’Occidente collettivo non difende la democrazia. I veri filo-ucraini credono ai valori democratici, al pluralismo e non si meravigliano che le politiche Nato siano difese in tv. Non si permetterebbero di chiamare Panebianco “filo-Biden”. Credono nei valori democratici e si battono per la libertà di stampa e di espressione garantita dalla Costituzione. Sono orripilati dalla violazione dei diritti individuali anche nel nostro “giardino”, messa in luce dal caso Assange, reo di aver rivelato crimini di guerra statunitensi.

I veri filo-ucraini sono attenti analisti della realtà e dell’attualità storica. Sono consapevoli delle cause della guerra e delle responsabilità condivise. Sanno che una mediazione con la Russia era possibile prima del febbraio 2022 e ancora nel marzo 2022. Conoscono l’interesse Usa a tenere in vita una guerra che ha realizzato antichi obiettivi (“Germany down, Russia out, Americans in”, diceva Lionel Ismay Hastings, primo segretario generale Nato). Sono sconvolti nell’assistere inermi alle classi dirigenti europee che tradiscono l’interesse dei popoli che dovrebbero rappresentare. Il paragone tra appeasement e mediazione oggi è un falso storico. La Russia ha bussato per anni alla porta d’Europa. Se ora ha tendenze bellicose è in risposta all’espansionismo strategico Nato.

Segue...
Consiglierei a Panebianco la lettura di Zweig e di Clark per comprendere come il momento storico odierno si avvicini alla vigilia della Prima guerra mondiale, quando riarmo, nazionalismo e bellicismo erano valori celebrati. La comunità euro-atlantica, in cui la vecchia Europa dà segnali di vita, è in grado di convivere pacificamente nel mondo multipolare, difendendo diplomaticamente la stabilità e i propri interessi. L’Europa non si riconosce in una Nato offensiva che passa da una “guerra umanitaria” all’altra, destabilizzando Medio Oriente e Russia e accingendosi (Panebianco docet) a gestire la guerra santa per Taiwan nel Pacifico. La democrazia è la conquista di un processo storico interno. Non è esportabile. Può essere facilitata da pace, liberi commerci e investimenti, non ingerenza negli affari interni e dialogo interculturale. La Cina non invaderà Taiwan se l’Occidente collettivo rispetterà le norme internazionali. La mediazione è possibile se si riconoscono le cause del conflitto, gli interessi legittimi contrapposti e si smette di usare il popolo ucraino per diminuire la potenza russa nell’interesse degli Usa e della nuova Europa che tira ormai le fila a Bruxelles.

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Forwarded from Un ponte tra Italia e Russia (Tatiana)
I giornalisti russi? Si possono uccidere

L'appello che fa il presidente dell'Unione ucraina dei giornalisti è sconcertante.
Secondo questo soggetto la morte dei cosiddetti "propagandisti" russi non fa di loro dei giornalisti e quindi non serve indagare sulla loro uccisione.

Questo soggetto si riferisce nello specifico al corrispondente di guerra russo Zhuravlev, ucciso recentemente dalle bombe ucraine.

L'appello è rivolto alla Federazione Internazionale dei giornalisti.

Vediamo che cosa risponderanno e se risponderanno.

👉Io non mi stupirò se anche gli organi internazionali decideranno che uccidere un giornalista russo è lecito o comunque sia che indagare sulla sua uccisione non è necessario.

✒️Ecco l'inizio di questo folle e schifoso appello:

In qualità di Presidente dell'Unione Nazionale dei Giornalisti dell'Ucraina (NUJU), ho fatto appello urgentemente alla leadership della Federazione Internazionale dei Giornalisti e della Federazione Europea dei Giornalisti con la richiesta di non assecondare la propaganda russa a causa della dichiarazione delle organizzazioni sulla necessità di indagare sulla morte in Ucraina del cosiddetto "giornalista/propagandista russo di RIA Novosti, Rostislav Zhuravlev".

Ecco l'appello in inglese:
https://nuju.org.ua/propagandist-s-death-does-not-make-them-a-journalist/

Unisciti al canale: @Tatiana_Italia_Russia
Giorgio Bianchi Photojournalist pinned «Il mio intervento di questa mattina per 100 Giorni da Leoni. Parliamo di Emergenza climatica. https://www.youtube.com/watch?v=S0mpRCndg6s 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist»
Il potere ha compreso che la strategia migliore per assoggettare i cittadini è adottare le tecniche di ingegneria sociale per plasmare la psiche dei suoi sottoposti e orientarne il consenso. Alla “manipolazione dolce”, tipica delle democrazie, si alterna il ricorso alla coercizione in quei momenti in cui si palesa una crisi da poter strumentalizzare: è qui che lo spauracchio di un pericolo viene utilizzato per terrorizzare la popolazione, imporre misure impopolari e legittimare politiche liberticide. È qua che la paura diventa un metodo di governo. Nel nome dell’emergenza permanente si chiedono ai cittadini sacrifici immediati che verranno in teoria ricompensati in un futuro non meglio precisato che, infatti, non arriva mai. A seconda degli obiettivi che si intendono realizzare, la gran cassa mediatica tirerà fuori dal cilindro il “mostro” più adatto e utile. Dall’11 settembre a oggi, abbiamo assistito a un ventennio di stati di emergenza ripetuti. Si passa da uno stato di paura a un altro. Per evitare che lo spauracchio di turno si depotenzi e perda così l’ascendente sull’opinione pubblica, si deve generare sempre una nuova crisi e indurre la percezione di una minaccia “nuova”. Pertanto, si passa da una emergenza a un’altra. Da un nemico a un altro. Cambiano i nomi, i protagonisti, ma lo schema rimane identico. Conoscere le tecniche di ingegneria sociale che sfruttano l’emotività e fanno leva sulla teoria dello shock per disorientare e manipolare gli individui serve a disinnescare queste strategie e a immunizzarsi dal condizionamento. E questo è proprio lo scopo di Visione. Governare con la paura, in cui si svelano decenni di imbrogli e raggiri per risvegliare la consapevolezza collettiva e disintegrare le trame dei padroni delle idee.

https://visionetv.it/prodotto/governare-con-la-paura-visione-04-2023/

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Pensate come debbano sentirsi quei poveretti che l'hanno votata convinti di votare contro il PD.

Eric Packer.

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
«Per 33 anni e 4 mesi ho svolto servizio attivo all’interno della forza militare più mobile di questo Paese, il corpo dei Marines. Sono passato per tutti i gradi, da sottufficiale a maggiore generale. Contemporaneamente, ho trascorso la maggior parte del mio tempo come agente al servizio del Big Business, di Wall Street e del banchieri. Ero, in altre parole, una canaglia al soldo del sistema. All’epoca, avevo il sospetto di non essere che una piccola componente di questo sporco meccanismo. Adesso ne sono pienamente consapevole [...]. Dal 1909 al 1912 ho partecipato all’epurazione del Nicaragua per conto del gruppo finanziario Brown Brothers. Nel 1916 ho servito la Repubblica Dominicana ai magnati americani dello zucchero. In Cina ho contribuito a fare in modo che Standard Oil perseguisse indisturbata i propri affari. In quegli anni avevo sotto il mio comando una magnifica banda di gangster. A pesarci bene, credo che avrei potuto dare un paio di consulenze ad Al Capone: lui riuscì a sguinzagliare i suoi scagnozzi in tre distretti distinti, mentre io operavo su tre diversi continenti [...]. Il problema in America sta nel fatto che quando rende soltanto il 6% sul piano domestico, il dollaro si agita e varca l’oceano alla ricerca di margini di guadagno superiori. Alla fine, la bandiera segue il dollaro e i soldati seguono la bandiera».

Generale Smedley Butler, 1935 (Tramite Giacomo Gabellini).