Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Dopo il Covid asintomatico ci mancava solo il riscaldamento globale "asintomatico".
Oramai sono talmente prevedibili e sfacciati da rasentare il patetico.

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Dal terrorismo, alla crisi economica, alla pandemia, a Putin che vuole conquistare l'Europa, alla siccità, al caldo, alle piogge torrenziali e a chissà che diavolo d'altro ancora.
Un bombardamento senza tregua.
Ecco a voi il concetto di "guerra cognitiva" spiegato bene.

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L’Ucraina sarà il Vietnam dell’Ue. E la ‘sinistra’ tace
DI ELENA BASILE

Pensavamo che le dichiarazioni del ministro degli Esteri ucraino Kuleba a La7 risentissero del nazionalismo di un Paese in guerra e di un contesto peculiare: la storia dell’Ucraina, Paese di fragilissima democrazia dominato da oligarchi e ricattato dalla destra radicale.

Ci sbagliavamo. Il 4 luglio su Repubblica – giornale che divoravo a 16 anni e che era, con gli articoli di Giorgio Bocca e di tanta parte dell’intellighenzia di sinistra, un punto di riferimento per l’opposizione al malgoverno democristiano e a un atlantismo guerrafondaio e menzognero – appare l’intervista a James Cleverly, ministro degli Esteri britannico. Abbiamo una conferma imbarazzante. Il Paese culla della civiltà liberale, il Paese di Locke e dello stato di diritto dichiara che non c’è possibilità di mediazione. La pace ci sarà solo con la vittoria militare sul campo. La Russia, una potenza nucleare, deve essere sconfitta.

Naturalmente il giornalista del quotidiano diretto da Maurizio Molinari – faro del centro sinistra e dei militanti del Pd, che vedono nei democratici statunitensi, nella dinastia dei Clinton piuttosto che in quella dei Kennedy, i padri spirituali – non si scandalizza, non oppone alcun ragionamento che possa contrastare gli assunti fideistici del ministro britannico. Lo stesso giorno ho rivisto Nato il 4 di luglio, il film di Oliver Stone che risale al 1989. Racconta la vita di un ragazzino di 18 anni che si inginocchia davanti al crocifisso per far tacere i suoi dubbi, lascia la ragazza che ama e parte per il Vietnam, perché la Patria chiama e il pericolo comunista è alle porte. È incoraggiato persino dalla madre, fiera del suo ragazzo che difende la libera America dai criminali “gialli”. Il ragazzino vedrà l’orrore, il massacro di donne e bambini vietnamiti, tornerà su una sedia a rotelle, paralizzato dalla vita in giù. È ormai un disperato rabbioso che ancora difende il suo sacrificio e la guerra, le sue medaglie al valore. Diventa presto un peso per la famiglia. Dopo aver toccato il fondo con altri reduci in Messico, tra alcol e prostitute, tornerà negli Usa dove le rivolte giovanili contro la “sporca guerra” dominano l’attualità. Gradualmente prenderà coscienza della sua storia esistenziale e ne farà una battaglia civile. Il film è ispirato alla figura di Ron Kovic, reduce dal Vietnam e attivista contro la guerra.

È terribile come la storia si ripeta nell’indifferenza della maggioranza. Al pericolo “comunista e giallo” oggi l’Occidente sostituisce la minaccia delle dittature, alla guerra per la libertà contro l’Unione Sovietica quella per la libera Europa contro l’invasione russa.

Non fraintendete. Sappiamo tutti che c’è stata un’invasione da parte di Mosca di uno Stato sovrano. Conosciamo tuttavia le cause e le responsabilità di questa guerra che sono perlomeno condivise tra Nato e Russia. La propaganda è uguale a quella che imperversava negli anni Settanta per giustificare la guerra in Vietnam. La differenza è che allora morivano i soldati americani, oggi soltanto gli ucraini. Altra importante distinzione: allora l’opinione pubblica non era addormentata, gran parte dell’intellighenzia e della stampa riformista era contro la guerra. E il dissenso non era criminalizzato.

Credete che tra vent’anni i libri di storia racconteranno un’Ucraina differente? Avremo un altro Oliver Stone che renderà giustizia ai diciottenni ucraini (e russi) mandati al macello da classi dirigenti senza scrupoli e non in grado di elaborare una strategia lungimirante per la difesa degli interessi dell’Europa in una regione stabilizzata e in pace con Mosca?

Segue...
Oggi è lecito nutrire qualche dubbio. L’intervista a un ministro appartenente a un governo di destra in un Paese che con la Brexit ha rinnegato i valori europei – pubblicata su un quotidiano mainstream e in fondo condivisa dal Pd, partito dell’opposizione “riformista” come dal presidente del Consiglio di estrema destra – ci fa temere che la società del pensiero unico stia preparando il terreno a un futuro orwelliano.
Esisteranno ricostruzioni storiche obiettive? Esisterà una cultura impegnata a denunciare i crimini della politica?

La Francia brucia. All’odio delle periferie e degli esclusi risponde la repressione delle forze di polizia, sostenute dalla maggioranza benpensante e non più silenziosa. Alla colletta dei poveri per il diciassettenne di colore ucciso si oppone quella con mezzi maggiori a favore del poliziotto. La destra radicale in Europa è sdoganata e legittimata. La responsabilità non è soltanto dei moderati di destra alleati dei fascisti e dei neonazisti. È condivisa dal “riformismo” di sinistra che ha rinnegato i suoi valori e oggi sostiene riarmo, nazionalismo, imperialismo americano e atlantismo muscolare della Nato.

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Forwarded from Enrico Galoppini
È doveroso ribadirlo: il giornalismo è una piaga.
Tranquilli, tra poco sarà consentito solo agli uomini di allattare al seno.

Scherzi (neanche tanto) a parte, chi vede il marcio in questo gesto evidentemente ignora qual è la funzione delle tette: SFAMARE I NEONATI!
In una società iper sessualizzata ci si scandalizza perché una mamma allatta il proprio bambino.

L'occidente è il male. Prima crolla, meglio sarà per il genere umano.
Forwarded from Andrea Ra Music (Andrea Ra)
Per chi vuole ci vediamo staseRA.

il concerto inizia alle 22.30

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Cosa vorrebbe suggerire Focus veicolando la teoria che lo sterminio dei nativi americani abbassò le temperature globali? ("In terre precedentemente coltivate la natura si riprese i propri spazi. L'aumento di alberi e vegetazione causò un aumento dell'assorbimento di CO2 dall'atmosfera, che a sua volta provocò una diminuzione della temperatura globale di 0,15 °C tra la fine del 1500 e l'inizio del 1600.")

L'obiettivo del depopolamento da parte delle élite globaliste non è più un tabù, e si passa direttamente a rappresentare l'ipotesi di un mondo senza esseri umani.
Dopo i virologi, ecco i climatologi pronti a servire il Wef.
Cambiano le figure, restano gli stessi obiettivi, le stesse strategie e soprattutto la medesima mega macchina propagandistica che avanza in blocco senza ritegno e pudore.
Gassmann mi aveva bloccata - scopro solo adesso - e reperire i suoi ultimi tweet è stato faticoso ma per nostra fortuna sono riuscita! Eccolo sul pezzo! 😮‍💨
Puntuale come la diarrea dopo le cozze avariate, ecco a voi il grande ritorno del "Nulla con il cognome intorno".

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Forwarded from Marco Cosentino
CLIMA, IL PROFESSOR PRESTININZI: “NESSUNA EMERGENZA, MA TROPPI INTERESSI” 🌺🌺🌺
“Purtroppo noi ricercatori e scienziati siamo costretti a spiegare cose che la letteratura riporta, nel tentativo di porre un freno a una comunicazione distorta, che influenza le menti delle persone. Quando si parla di ambiente è necessario fare una netta distinzione tra inquinamento, clima e meteorologia”. Francesco Servadio intervista il professor Alberto Prestininzi, geologo, già docente ordinario di Rischi Geologici all'Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’. Sul disastro in Emilia-Romagna: “Per prevenire i danni di terremoti e alluvioni è sufficiente sfruttare le conoscenze a nostra disposizione, senza scomodare il clima, invocato come ‘il vitello d’oro’ risolutore di tutti i mali. È un nuovo paganesimo che produce in maniera pericolosa un analfabetismo scientifico di ritorno”.
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Stamattina, verso le 11.30, Girkin-Strelkov è stato arrestato in base all'articolo 282 del codice penale che punisce le "attività estremiste" e, notizia dell'ultim'ora, è agli arresti fino al 18 settembre (i domiciliari che aveva richiesto per via della sua tonsillite e della necessità di cure non gli sono evidentemente stati concessi). Strelkov era critico da tempo sia del modo in cui era stata condotta la secessione nel Donbas (dove ha combattuto, e con ottimi risultati) che la guerra in Siria e, soprattutto, l'operazione militare speciale. Aveva motivi personali e politici di risentimento nel confronti dell'establishment, che risalgono alla prima guerra del Donbas (e secondo parecchi nazionalisti russi non aveva affatto torto, su questo). L'arresto di oggi, ad ogni modo, dipenderebbe da accuse che gli sono state mosse da un (ex-?) membro della Wagner e da due tweet dello stesso Strelkov; non è escluso quindi che si stiano consumando vendette incrociate tra i settori "dissidenti" del nazionalismo russo.
La cosa importante di questo arresto, evidentemente, è che il dissenso e le critiche al Ministero della Difesa non vengono più tollerate; la licenza che prima era stata tacitamente concessa ai voenkory e ad alcuni personaggi carismatici (tra i quali appunto Strelkov) è stata ritirata. I voenkory erano già tornati nei ranghi dopo l'incontro con Putin del 13 giugno (http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391), e si è visto nel modo in cui, con pochissime eccezioni, hanno trattato l'insurrezione di Prigožin. Ora evidentemente tocca anche alle figure carismatiche, non più protette dai crediti acquisiti in passato.
Per quello che può contare (nulla, ovviamente, non è un campione rappresentativo e soprattutto non decide niente): nella mia "bolla" di nazionalisti russi, l'opinione che si ha di Strelkov è molto, molto migliore di quella che si ha di Prigožin. Ora vedremo quali decisioni prenderà il tribunale, e che conseguenze ci saranno nella bolla di cui sopra.
Dal riflesso nel vetro si può capire quanto seriamente i media russi stanno seguendo l'arresto di Strelkov.