Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Forwarded from Giubbe Rosse
ZAPORIZHIA, AIEA: "NIENTE TRACCE DI MINE O ESPLOSIVI"
Il capo di AIEA, Rafael Grossi, ha affermato che gli ispettori stanno facendo progressi a Zaporizhia.
Non sono stati rilevate tracce di esplosivi o mine.
È stato richiesto l’accesso ai tetti della struttura e il capo IAEA si dice “fiducioso” che otterranno le autorizzazioni a breve. (Fonte. AFP, via Valeria S.)

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Già verso marzo-aprile dell'anno scorso era venuta fuori la storia che l'Ucraina aveva molti più carri di quanti non ne avesse all'inizio della guerra, perché ne aveva catturati a centinaia dai russi. Poi non se ne è parlato più, non tanto perché ci si è resi conto che non era vero, ma per l'imbarazzo di dover spiegare allora che fine avevano fatto, visto che serviva mandarne ancora. Ora pare che ci risiamo.
Di Oryx abbiamo già detto. La disinformazione che ha seminato in questo anno e quasi mezzo pare irreparabile, ma si continua a citarla come fonte. Del resto è chiaro che col fallimento della prima fase della controffensiva, e con prospettive non troppo brillanti per la seconda, ci si doveva inventare qualcosa di nuovo per tenere alto l'entusiasmo dei NAFO-liberali - e questo qualcosa è che la controffensiva non serve a riprendere territori, Dio non voglia, ma a infliggere perdite ai russi, e queste perdite ovviamente sono altissime e quelle ucraine, manco a dirlo, bassissime (avete letto bene: secondo questa gente l'Ucraina, costretta a mendicare ogni proiettile, sta facendo una campagna d'attrito contro la Russia e la sta pure vincendo).
Ma va bene: immaginiamo pure che i numeri, rilanciati con entusiasmo, siano veri al 100%. Come per i contratti, nessuno legge la parte scritta in piccolo. E, la scrivo grande così si capisce meglio, nella parte in piccolo c'è scritto "NO DATA AVAILABLE FOR NEW RUSSIAN PRODUCTION". Nessun dato disponibile sulla nuova produzione russa. Se anche la Russia li avesse persi davvero, quei duemila carri e quattrocento cannoni e trecento lanciamissili (e non li ha persi) non viene detto quanti nel frattempo ne ha costruiti. Cifre in libertà : se le inventano, scrivono che sono inventate, e sono pure contenti.
Forwarded from L'AntiDiplomatico
🟥 Per aver preso una posizione, sul Fatto Quotidiano, diversa dalla propaganda NATO, l'ex diplomatica Elena Basile è vittima di una caccia alle streghe e addirittura oggetto di una interrogazione da parte di un deputato membro del Copasir!

A lei va tutta la solidarietà de l'AntiDiplomatico e di seguito l'intervista sull'argomento all'Ambasciatore Bradanini che sulla vicenda ci dichiara:

"Onore, dunque, a Elena Basile che, con coraggio e approfondimento, ha osato esprimersi in termini disallineati, ma ragionati, in un passaggio tragico come la guerra in corso. Il suo giudizio, tutt’altro che estremista, è del resto condiviso da un’ampia schiera di analisti e studiosi (occidentali, anzi americani)"

L'INTERVISTA COMPLETA
Forwarded from Lettera da Mosca
L'Ucraina ha presentato domanda ufficiale per aderire alla Trans-Pacific Partnership (TPP). Secondo il canale giapponese NHK, la questione sarà discussa alla riunione ministeriale dei Paesi membri a metà luglio. In totale, l'accordo include ora 11 paesi: Canada, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Malesia, Brunei, Vietnam, Giappone, Messico, Cile e Perù. Se la domanda Ucraina, nel TPP comparirà un Paese che non solo non ha accesso all'Oceano Pacifico ma si trova a più di 10mila chilometri dalla costa.
Forwarded from Lettera da Mosca
RUSSIA - L'ufficio del Procuratore generale ha dichiarato indesiderabili le attività dell'organizzazione norvegese Human Rights House Foundation, nonché quelle dei membri della rete internazionale creata da HRHF. La Procura afferma che le attività dell'HRHF e delle sue suddivisioni in altri Paesi mirano a violare l'integrità territoriale della Russia, destabilizzare la situazione, screditare l'esercito russo e la sua agenda mira a "isolare la Russia nell'arena internazionale”.
Forwarded from Piccolenote
🔴🇺🇸🇺🇦IL REGNO DELL’IPOCRISIA

“Quando, cinque giorni dopo l’inizio della guerra, a Jen Psaki, allora addetta stampa della Casa Bianca, fu chiesto dell’uso russo di armi non convenzionali [in Ucraina], tra cui le bombe a grappolo, rispose: ‘Abbiamo visto i rapporti. Se ciò fosse vero, sarebbe potenzialmente un crimine di guerra’”. Così sul New York Times di oggi.

“All’inizio della guerra, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, parlando in merito a un asserito uso delle bombe a grappolo da parte della Russia, ha commentato: ‘Questa è brutalità, questo è disumano e viola il diritto internazionale'”. Così sul Washington Post di oggi...🇺🇸🇺🇦🔴

LEGGI L'ARTICOLO SU PICCOLE NOTE
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🔵 https://bit.ly/3pE1hCJ 🔵
Forwarded from RangeloniNews
Stati Uniti, ufficializzata la consegna di munizioni a grappolo all'Ucraina

Nella nuova lista degli aiuti (un ulteriore pacchetto da 800 mila dollari) che gli USA forniranno a Kiev figurano anche le munizioni a grappolo, di cui si è discusso parecchio nei mesi precedenti. Il consigliere per la sicurezza del Presidente degli Stati Uniti d’America Jake Sullivan ha ammesso che l'uso di proiettili a grappolo comporta rischi per i civili e a causa di ciò era stata ritardata la decisione di trasferirli in Ucraina.

In ogni caso dagli Stati Uniti fanno sapere che l'Ucraina ha fornito garanzie scritte, impegnandosi ad utilizzare queste munizioni a grappolo riducendo al minimo i rischi per la propria popolazione.

L’esercito di Kiev possiede già munizioni a grappolo (di epoca sovietica), che periodicamente vengono impiegate al fronte. Non sono mancati lanci di questo tipo di munizioni sui centri abitati del Donbass, provocando vittime tra i civili.
Chi ci attacca e minaccia punta all’autocensura
DI ELENA BASILE.

Non sono sorpresa per le denigrazioni pubbliche iniziate nei miei confronti. L’unico ministro plenipotenziario donna, nominato ambasciatore d’Italia in Svezia e in Belgio da due governi differenti, sarebbe un’incompetente. Non mi aspetto che chi elogiava il mio lavoro a Stoccolma o a Bruxelles testimoni a mio favore. Capisco la presa di distanze di tanti per quieto vivere. Avere ascoltato la mia coscienza e credere in una diplomazia di commis d’Etat mi ha penalizzata per la promozione ad ambasciatore di grado e non me ne lamento. È giusto che, in una carriera gerarchizzata, sia così. Di questi contrasti tra coscienza e struttura (alla Farnesina o altrove) parlo nel mio ultimo romanzo Un insolito trio”. Il tema di Antigone è approfondito. Ma queste sono banalità.

Passiamo a ciò che invece è grave per una democrazia. So bene che non viviamo in una delle dittature contemporanee: la Russia o le tante altre con cui l’Occidente ha ottimi rapporti. Non mi arresteranno, la mia incolumità fisica è salvaguardata. Ma il linciaggio pubblico e la criminalizzazione del dissenso sono armi per imporre il silenzio. Le usano i cosiddetti sostenitori della democrazia e della sua esportazione fuori dall’Occidente collettivo. Gli stessi politici e giornalisti che criticano giustamente Putin per le repressioni a Mosca gridano allo scandalo perché un diplomatico (che ha rinunciato a una lauta retribuzione e si è dimesso volontariamente per poter rispettare la propria integrità morale ed esprimersi liberamente) diviene editorialista del Fatto. Il giornale (uno dei pochi) offre spazio al dissenso, alla critica della politica occidentale sulla guerra in Ucraina e del tradimento dei valori europei sulla solidarietà economica e le migrazioni. Accoglie chi denuncia la propaganda mediatica e la censura della Ue di Borrell, che chiude mezzi di informazione stranieri con la motivazione propria dei regimi oscurantisti: proteggere la popolazione dalla “disinformazione”. Di disinformazione si parla con assoluta inconsapevolezza dei rischi che questo concetto strombazzato su giornali importanti possa avere su un dibattito politico libero e degno di una democrazia. In Italia come in tutta Europa. La Commissione e il Seae organizzano riunioni e strategie contro la disinformazione. Siamo quindi in guerra e dobbiamo accettare le minacce alle libertà individuali garantite dalla Costituzione? Il cittadino non può informarsi come vuole e scegliere liberamente cosa gli sembri menzogna o verità? Se questa decisione è stata presa, è gravissima. Avrebbe dovuto essere ampiamente dibattuta nei Parlamenti delle democrazie europee.

Nel mio primo articolo firmato col mio nome (quando il Fatto aveva già rivelato che Ipazia ero io) avevo ben specificato qual è il dovere di riservatezza dei diplomatici. A mio avviso, anche il diplomatico in servizio, se non gestisce il dossier accanto all’istanza politica e non ha accesso a fonti riservate, può mettere la sua esperienza e le sue competenze a vantaggio del dibattito pubblico. Nel 2022, in coerenza con questi principi, rilasciai interviste al sito Linkiesta, al Fatto, al Mattino, a Dimartedì su La7. Naturalmente utilizzai un linguaggio meno incisivo e irriverente di quello di Ipazia. Un tempo la diplomazia interagiva a testa alta con la politica. Grandi ambasciatori ormai in pensione (non li nomino per non creare loro noie) condividono le mie idee e mi raccontano la “Farnesina democratica” che hanno vissuto.

Ho firmato la lettera di dimissioni nel febbraio 2023. La mia collaborazione col Fatto è iniziata ad aprile. I segugi pronti ad attaccarmi possono accertare la data del primo articolo di Ipazia, lo pseudonimo che ho usato inizialmente perché l’iter procedurale per la pensione non era ultimato. Volendo esprimermi liberamente e in coscienza, sentivo di dover proteggere l’Amministrazione da inutili imbarazzi e me stessa da possibili rappresaglie.

Segue...
Trovo divertente che chiunque si discosti dal vangelo dei democratici Usa sia tacciato di spionaggio o di collusione col nemico: la Russia. Sarebbe molto facile ribaltare l’accusa e chiedere quanti politici, diplomatici e soprattutto giornalisti sono costretti a tradire la propria coscienza e ripudiare la verità per mantenere ruoli di prestigio e di influenza, o anche solo il posto di lavoro. Non scambiatemi, per favore, per una moralista! Sono stata nell’establishment, un’ambasciatrice lo è automaticamente. Ho scoperto che tanti politici, giornalisti, imprenditori, diplomatici con cui ero in amicizia mi esprimevano idee non dissimili dalle mie, ma solo “in bilaterale”. Quanti avrebbero voluto la fine della tortura di Assange! Capivo bene che in pubblico non avrebbero ripetuto le stesse idee. Anch’io, senza mai mentire, ho peccato di omissioni. È comprensibile non esporsi anche solo per quieto vivere. Non è giustificabile invece che nelle democrazie europee i cittadini siano forzati all’autocensura. Non è possibile accettare che i cosiddetti ‘liberali’ (persino gli ex radicali: povero Pannella, si rivolterà nella tomba, lui la voce sempre fuori dai cori!) insultino e minaccino di sanzioni le poche voci isolate di critica alla politica Nato e alle guerre ‘umanitarie’ statunitensi. Io sono per un euro-atlantismo differente, nel quale la componente europea accresca, anche con una difesa propria e una reale autonomia strategica, la propria influenza. Siamo in tanti: non filo-putiniani, ma sostenitori di una politica occidentale che stabilizzi le aree geografiche, il Medio Oriente, il Nord Africa e l’Est dell’Europa. Torniamo ai valori di pace e prosperità. Battiamoci per un Occidente davvero democratico. Diceva Primo Levi: un lager nasce quando il cittadino gira la testa dall’altra parte.

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“Forniture obsolete all’Ucraina”: accusati esercito e contractor
ISPETTORI DIFESA USA - Riciclo riparazioni fatte con pezzi di videogame
DI SABRINA PROVENZANI

Forniture militari occidentali scadenti per carenza di manutenzione. Ordini inevasi, appalti non rispettati da parte dei contractor, ritardi, mancate consegne e dispute legali per il rimborso delle somme già pagate. Materiali non adatti a essere impiegati sul campo, o addirittura pericolosi per i destinatari ucraini. L’accusa viene dall’ispettore generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, che attribuisce all’Esercito degli Stati Uniti e all’appaltatore Amentum Services la responsabilità della mancata manutenzione dei materiali del magazzino Aps-5 in Kuwait destinati all’Ucraina. Accuse ufficiali, contenute nel Rapporto Dodig-2023-076 “preoccupazioni per la manutenzione dei materiali del magazzino preposizionato dell’Esercito-5 destinati all’Ucraina” del 23 maggio 2023, come segnala Pietro Orizio su Analisi Difesa.

Nel caso citato dall’Ispettorato, quello del magazzino pre-posizionato Aps-5 in Kuwait, il rapporto dell’ispettore generale ha evidenziato diverse problematiche tecniche: gli obici M777 destinati all’Ucraina presentavano problemi che ne hanno compromesso il funzionamento. Ancora: fino ad agosto 2022, i logisti del 401º Battaglione avevano dichiarato che 28 dei loro 29 veicoli M1167 (una versione potenziata del tradizionale Humvee) erano pienamente operativi. Quando è venuto il momento di trasferirli si è invece scoperto che 26 non funzionavano. Batterie scariche, luci malfunzionanti, guarnizioni usurati, sistemi di bloccaggio delle porte rotti, indicatori difettosi e perdite di liquidi hanno richiesto riparazioni estensive e la cannibalizzazione di altri veicoli. Malfunzionamenti che hanno causato ritardi nelle consegne all’Ucraina e costi aggiuntivi per riparazione e ripristino dei materiali.

È una segnalazione che ora solleva preoccupazioni sulla qualità e l’affidabilità delle forniture militari occidentali all’Ucraina: gli arsenali occidentali sono stati svuotati, ma a Kiev sono state inviate versioni datate e limitate, per evitare pericolose escalation con la Russia. Una sorta di doppio gioco in cui i governi alleati risultano fare la loro parte ma di fatto tengono conto dell’esigenza di evitare il rischio di acquisizione di armi avanzate da parte della Russia, mantenendo così un “equilibrio” nel conflitto.

E non mancano le critiche verso paesi, come l’Italia, che secondo una consulente del Ministero della Difesa ucraino, come scrivere lo scorso aprile il Financial Times, avrebbe inviato armamenti con problemi di manutenzione, tanto che nessuno dei 20 obici semoventi M109L da 155 mm consegnati da Roma ad inizio 2023 sarebbe stato utilizzabile. Circostanza che il ministro italiano della Difesa ha spiegato parlando di “mezzi che erano stati dismessi dalle Forze armate italiane e mai offerti proprio per il loro stato di manutenzione e vetustà”, ma che “sono stati richiesti, comunque, da parte Ucraina, nonostante le condizioni, per essere revisionati e messi in funzione, vista la urgente necessità di mezzi per fronteggiare l’aggressione russa. Sull’esito della rimessa in efficienza il ministero della Difesa italiano non è stato aggiornato, trattandosi solo di mezzi classificati come di non conveniente riparazione”.

Simile la riuscita delle forniture tedesche, canadesi, britanniche, statunitensi, con l’esempio incredibile dei 5.000 missili anticarro inviati dagli Usa senza assistenza, componenti o addestramento all’uso, tanto che i soldati ucraini per utilizzarli hanno dovuto ripararli con “parti di controller di videogiochi, batterie di motociclette, connettori dai cablaggi di ventole dei pc, oppure usando stampanti 3D e traducendo libretti di istruzioni con Google Translate”.

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Forwarded from Weltanschauung Italia
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Il mondo capovolto.
Osservate l'orrore.

Un bambino strappato dalle braccia della propria madre e venduto a due pasciuti borghesi con serie turbe mentali che lo acquistano.

Scene disgustose di una società marcia alle fondamenta.
Forwarded from La Mia Russia
La Francia si oppone all'apertura di una rappresentanza della NATO in Giappone e rallenta questo processo. Un argomento sarebbe che il Giappone risulta un po' lontano dal Nord Atlantico. Un altro che Macron vuole un rapporto privilegiato con la Cina.
https://www.politico.eu/article/emmanuel-macron-block-nato-outpost-japan-china-complaints/
Forwarded from Lettera da Mosca
CINA - La Cina ha acquistato oro per otto mesi consecutivi. In maggio le riserve auree della Cina ammontavano a circa 2.092 tonnellate e in totale da novembre 2022 a maggio 2023 le riserve auree della Cina sono aumentate di 144 tonnellate. Per fare un confronto, le riserve auree della Russia sono di circa 2340 tonnellate.
La teoria della pace giusta in Ucraina di Repubblica e Corriere della Sera prevede che la pace ci sarà quando Putin si ritirerà senza condizioni da tutti i territori occupati.
Ma vale anche per Netanyahu?
Come funziona: una pace giusta in Ucraina e una pace ingiusta in Palestina?
'Sta pace giusta del Corriere della Sera è uguale dappertutto o cambia in base al vento che soffia dalla Casa Bianca?
La teoria della pace giusta non è la giusta teoria della pace.
Mi sa tanto che è una nuova strategia geopolitica del blocco occidentale per fagocitare nuovi territori.

Alessandro Orsini.

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La consegna delle munizioni a grappolo da parte degli USA all'Ucraina è emblematica del senso e dell'attuale situazione di questo conflitto.

Dal punto di vista militare queste munizioni non cambiano assolutamente nulla sul piano dei rapporti di forza. Armi ben più potenti e utili per le offensive come i carrarmati Leopard o i missili Himars e Storm Shadow non hanno cambiato lo scenario.
Le munizioni a grappolo sono state messe fuori legge da molti paesi (Convenzione di Oslo del 2008) non per le loro conseguenze sulle truppe, ma perché, essendo utilizzate in grandi numeri rimangono in buona parte inesplose sul terreno, e le loro caratteristiche di frammentazione le rendono particolarmente insidiose per la popolazione civile a conflitto finito.

Dunque, per dirla con un francesismo, non sono armi particolarmente vincenti, ma solo particolarmente stronze.

Due osservazioni sono qui, credo, rilevanti.

La prima è il meccanismo mentale per cui gli USA si distinguono nella storia come la nazione più ipocrita che abbia calcato i sentieri di questa valle di lacrime: la dirigenza americana infatti ci ha tenuto a far sapere di aver chiesto e ottenuto dall'Ucraina "garanzie scritte di impegno ad utilizzare queste munizioni in modo da ridurre i rischi per la popolazione". (Cioè fuffa al quadrato, la cui funzione umanitaria è trovare qualcosa da rispondere se un giornalista dovesse porre la domanda.)

La seconda è che un'arma del genere si usa non quando si vuole riconquistare un territorio, ma quando si vuole congelare lo status quo. Sono armi il cui uso tende a creare aree di elevato rischio per i civili nel dopo guerra, dunque utili ad adibirle a zone cuscinetto. Lo sdoganamento di queste armi credo riveli abbastanza chiaramente che la prospettiva americana non è più quella di una riconquista ucraina, ma quella di evitare ulteriori acquisizioni russe.

Confido che in autunno vedremo partire proposte di tregua.

Andrea Zhok.

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Mentre il dibattere nostrano si cimenta sui casi "Santanchè", "La Russa Jr" e "i nodi del testamento Berlusconi" (La Repubblica), le tensioni geopolitiche "passano" in secondo piano.

🛒 Carrellata di notizie dal fronte:

👉 (EUNews) "L'UE trova l'accordo sul piano da un milione di munizioni Made in Europe". In soli due mesi, trovati "cinquecento milioni di euro dal bilancio comunitario", risorse versate principalmente dagli stati membri. Non si tratta di scegliere tra missili o asili (🤡), commenta la vicepresidente dell'Europarlamento Pina Picerno (PD), ma di "agire affinché i nostri figli possano vivere in un continente libero e sicuro".

👉 (ANSA) "USA inviano bombe a grappolo". "La decisione [...] è motivata dalla carenza di munizioni tradizionali occidentali e dai timori sul ritmo della controffensiva ucraina, che procede più lentamente delle attese, come ha confermato il Pentagono"

👉 (Foreign Affairs) "Non lasciate che l'Ucraina entri nella NATO". Interessante notare come l'influente rivista statunitense si schieri in controtendenza con quanto affermato di recente anche da Stoltenberg. "I costi [...] supererebbero i benefici"

👉 (CNN) "Per la seconda volta in due giorni, i jet russi tormentano i droni americani in Siria". Nuove tensioni allargano il fronte di un conflitto globale che rischia ulteriori escalation. Che ci fanno gli Usa in Siria?

Infine...

👉 Russia Today, il canale televisivo satellitare bandito in Europa, conferma le indiscrezioni: questa estate, forse durante il meeting di agosto, verrà annunciato il lancio della valuta dei BRICS, sostenuta dall'oro e da materie prime. "Le ultime notizie conferiscono nuovo slancio alla tendenza alla de-dollarizzazione in atto nell'economia globale".

Come interpretare la situazione? Quale ruolo e quale futuro per la nostra gente e per l'Italia, così coinvolta in Ucraina e occupata militarmente da (almeno) 120 basi Nato/Usa?

🗣️🗓️📌 Ne parleremo oggi a Bologna e domani a Brescia 🔥

https://t.me/canalemiracolomilano
miracoloamilano@protonmail.com
Forwarded from Andrea Ra Music (Andrea Ra)
Per chi vuole ci vediamo oggi a Firenze in occasione dell'uscita del mio VINILE URLO ERETICO.

Doppio appuntamento:

🔸Ore 17 Firma copie presso Contempo Records Via de'neri 15/r

🟥 Ore 21.30 Concerto al Circus Rock Via della Treccia 20.

Ingresso libero

🤟🏻🎸🥁


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Forwarded from RangeloniNews
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🔵 Donetsk, prigionieri di guerra ucraini incontrano i loro parenti

In una delle carceri della Repubblica Popolare di Donetsk nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra alcuni prigionieri di guerra ucraini ed i loro cari. Per i parenti e le mogli dei soldati dell’esercito di Kiev si è trattato del primo incontro dal vivo dopo oltre un anno e mezzo di lontananza.

Per Kiev questi soldati sono ufficialmente dispersi o considerati traditori in quanto hanno deciso di deporre le armi, arrendendosi ai russi. Per questa ragione le autorità ucraine non si affrettano a fare chiarezza sulla loro sorte.

Dopo mesi di attesa avviene l’incontro: le prime parole tra i soldati ed i parenti arrivano dopo diversi minuti di un eloquente silenzio e lacrime. Poi iniziano a spuntare sorrisi e risate. Le panchine vengono trasformate in tavolate sulle quale appaiono pizze e cibo cucinato dai parenti dei prigionieri. Per un paio d’ore le paure ed i problemi spariscono, insieme al pensiero della guerra.

Questa iniziativa, all’interno di una realtà complessa e crudele quale è la guerra, dimostra che c’è sempre spazio per la speranza ed il buon senso. È possibile rimanere umani, quando c’è la volontà.

L’incontro organizzato dalle autorità di Donetsk e l’Ombudsman della Repubblica è avvenuto in seguito ad una lungo lavoro di ricerca delle singole persone, grazie alla mediazione ed all’esperienza di Marina Ashifina, moglie di un ex militare della 36esima brigata ucraina che ha deposto le armi nelle prime fasi della battaglia di Mariupol. Lei è stata una delle prime persone a battersi per cercare il marito, successivamente liberato. Lei ora aiuta le persone che si trovano nella sua stessa situazione un anno fa.
Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Alex Soros incontra il Papa. Non sentite puzza di zolfo? @LauraRuHK
Forwarded from Giubbe Rosse
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🇺🇸 USA - Uno dei presenti chiede al presidente Joe Biden perché gli USA hanno deciso di inviare munizioni a grappolo e perché proprio adesso.
Risposta: "Perché stavano finendo le munizioni".

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