Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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1. "Prima con gli zar, poi con la dittatura comunista e infine con Putin: la popolazione russa è una popolazione che non ha mai conosciuto la democrazia";
2. "La Russia è fatta in gran parte di gente di campagna e che quindi non ha la cultura sufficiente per riuscire a giudicare la politica".

Sono le risposte di Galimberti nel momento in cui il Parenzo gli chiede conto del consenso di Putin nonostante che "le persone e i dissidenti vengano arrestati o uccisi".

Ecco dove finiscono i concetti di inclusione e rispetto degli intellettualoidi dei salotti televisivi nostrani. La sicumera del professore e il disprezzo nei confronti della popolazione russa fa accapponare la pelle eppure è ostentata con noncuranza.
Se Putin diventa il nemico numero uno dell'ideologia atlantista, odiare le popolazioni che rappresenta - e con esse tutta la cultura russa e la tradizione russa - diventa quasi un dovere.
Caro Emmanuel, continua ad abbracciare i tuoi concittadini che è cosa giusta e democratica.
Vedi di conoscerli meglio, studiali più che puoi.........sarà assai utile, dato che tra poco anzichè sostenere guerre lontane (dall'Ucraina alla Libia), in luoghi di cui nessuno conosce il nome, dovrai preparar trincee nei quartieri delle tue di città, da Marsiglia fino alla Normandia, o dall'Alsazia fino alla Rochelle, con tutto quello che c'è in mezzo.
La Francia, entro un lasso di tempo non prevedibile, ma non lontano, sarà costretta a confrontarsi con la prima ed autentica guerra civile, da svariati secoli a questa parte (l'ultima, ricordiamo, risale alla Vandea del 1793).
Un confronto su scala tale da non esistere nella memoria del tempo presente, ma solo sui manuali di storia (i conflitti di religione nella Francia tra il 500/600, sono anche più calzanti che la Vandea, quanto a pervasività potenziale e violenza).
Siamo ai prodromi.
La responsabilità..........della Francia stessa, o meglio dei suoi governanti che l'hanno permesso
(**l'ultima opinione sopra, NON è mia ma di almeno la metà del collegio docenti che mi seguirà nel percorso accademico in Mosca: in gran parte di estrazione sovietica e anche dichiaratamente marxista-leninista più di uno. Non mi si venga a dire che è opinione di "DESTRA" o di ignoranti. Sfido qualcuno a scrivermelo qui: si faccia avanti).
Davvero la storia si è rimessa in moto (purtroppo).

Daniele Lanza.

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Cinque giorni fa lo scarmigliato ribelle Prigozhin, novello Spartaco alla testa dei suoi rivoluzionari di professione ha tentato di ridonare la libertà al popolo russo, devastato dalle privazioni e ribollente di rabbia verso il dittatore Putin.
Curiosamente il popolo russo è stato a guardare, non è stata proclamata la legge marziale (nonostante la Russia sia in guerra) e dopo 24 ore Prigozhin era in esilio in Bielorussia.

Due giorni fa cogliendo al volo un disgraziato incidente in cui ha perso la vita un ragazzo di origini maghrebine il florido e appagato popolo francese, democraticamente rappresentato da un liberale illuminato come Macron, ha iniziato a mettere a ferro e fuoco Nanterre, Lione, Marsiglia, Lille, Rennes, Nantes, Strasburgo, Saint-Etienne, e da ieri ci sono saccheggi in centri commerciali al centro di Parigi.

Ora, per piacere, giornali italiani, spiegateci che:

1) Le proteste in Francia sono organizzate dalla Wagner su mandato di Putin.

2) E' tempo di una rivoluzione colorata in ̷F̷r̷a̷n̷c̷i̷a̷ Russia per aiutare il legittimo scontento del popolo.

3) Il problema è che in Francia c'è troppa democrazia, i poliziotti non ci vanno giù abbastanza duro, sono tutti viziati.

4) Tutto il mondo guarda all'occidente con ammirazione per l'armonia serena e feconda delle nostre società, e vorrebbero essere come noi - se non fosse per l'intervento malvagio di improvvidi autocrati.

5) Perché stupirsi. Si sa che il popolo russo è fatto di sognatori rassegnati con una propensione all'etilismo, mentre i francesi c'hanno la rivoluzione nel sangue.
Poi, si certo, ovviamente popoli, società e culture non esistono, siamo tutti intercambiabili in un grande villaggio globale e le migrazioni sono una botta di salute.

Andrea Zhok.

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La morte di Berlusconi è stata una grande sciagura politica per il colpo pesantissimo che ha inferto al fronte delle colombe in seno al governo Meloni. Viene taciuto, ma nel governo Meloni ci sono grandi turbolenze tra falchi e colombe. Berlusconi ha lavorato silenziosamente, ma pesantemente, in favore delle seconde. Piango la morte di Berlusconi avvenuta nel momento politico più sbagliato. Oggi il Wall Street Journal rivela che Biden sta valutando l’invio a Kiev di missili a lunga gittata, l'Army Tactical Missile System o ATACMS. Però i principali media italiani continuano a dire che Biden vorrebbe la pace o un'attenuazione del conflitto in vista delle elezioni americane senza esibire alcuna prova di una simile assurda falsità. Io, invece, fornisco le prove che Biden voglia soltanto la guerra. Ecco la mia previsione: "Per ogni proiettile della Nato che l'Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l'Ucraina". Se Biden darà i missili a lunga gittata, l'Ucraina si ritroverà più scassata e il numero dei bambini uccisi crescerà. Aumenterà anche la probabiità che l'Ucraina colpisca il territorio russo con i missili americani accrescendo il pericolo dell'ingresso in guerra di nuovi Stati o dell'escalation nucleare.
Ursula von der Leyen dovrebbe operare contro questi pericoli per l'Europa, ma agisce per aumentarli.
In Ucraina, tutto andrà sempre peggio.

Alessandro Orsini.

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
🇫🇷FRANCIA - Mezzi corazzati per le strade, dispiegamento di 40mila agenti, stato di emergenza, sospensione del trasporto pubblico dopo le 21, cancellazione di tutti gli eventi programmati, centinaia di arresti e viene ventilata anche l'ipotesi di un blocco dei social media. Molti sospettano che le rivolte siano incitate proprio da chi vuole imporre lo stato di emergenza . @LauraRuHK
Forwarded from Vi racconto la Russia
È un grande statista!

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Testimonianze della polizia francese raccolte dal giornale Liberation - "E' un casino. Mancano le munizioni, sono state mobilitate anche le forze speciali RAID. Siamo sopraffatti dal numero e dalla determinazione dei rivoltosi". Intanto giungono immagini di stazioni della polizia in fiamme e persino di un assalto ad un'armeria. @LauraRuHK
Forwarded from L'AntiDiplomatico
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❗️Macron nel 2020 ai libanesi: la rivoluzione non avviene per ordine di nessuno; le persone la fanno (la fanno e basta).

🇫🇷 Macron nel 2023 ai francesi: le proteste non sono legali e nessuno ha il diritto di ribellarsi contro i rappresentanti del popolo.

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Forwarded from La Mia Russia
Agghiacciante sondaggio KIIS: il 63% degli Ucraini hanno almeno un parente o un amico morto in guerra.
https://kiis.com.ua/?lang=eng&cat=reports&id=1254&page=1
Forwarded from Giubbe Rosse
🇫🇷 FRANCIA - 994 persone arrestate e 79 agenti di polizia feriti. Sarebbe questo il bilancio della quarta notte di disordini in tutta la Francia secondo il ministero degli interni francese. (Fonte: Sky News)

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Abbiamo bisogno di pace, ma non a qualsiasi costo
Di Fabio Mini.

Non sono molte le occasioni offerte a un militare per esprimere opinioni sulle scelte politiche. E non è molta la disponibilità dei militari a discuterne. Esiste il forte pregiudizio che la politica debbano farla soltanto i politici e i militari debbano occuparsi solo di aerei e carri armati. Salvo poi “fare politica” con le armi, rendendo i servitori dello Stato servi d’interessi contrari alla Costituzione. Perciò ho sempre ritenuto che sia un dovere dei militari esprimere opinioni e giudizi anche su questioni sociali e politiche che riguardano la sicurezza dello Stato. E che sia un diritto e un dovere dei governi e dei legislatori ascoltare anche i loro pareri.

Oggi l’Europa è in guerra: sia perché la ospita entro i suoi confini geografici, sia perché partecipa attivamente con il sostegno politico, economico e militare a uno dei belligeranti. Il nostro Paese è in guerra e ne subisce le conseguenze con la prospettiva di doverne subire di peggiori. La guerra in tutte le sue forme sembra l’unica via d’uscita. Non la guerra metaforica, ma quella reale, materiale, cinetica come diciamo noi militari, che poi siamo chiamati ad affrontare. Si dice che occorre aiutare l’Ucraina a difendersi e che la difesa dell’Ucraina è la difesa dell’Europa. Che è una battaglia di civiltà e libertà. Ho molti dubbi in proposito e mi domando come mai non ci siamo preoccupati prima delle minacce alla libertà di quegli stessi ucraini quando erano soggetti a una guerra da parte del loro stesso governo. E come mai la preoccupazione della libertà dei popoli non si estenda ad altre popolazioni soggette alle guerre e alle repressioni.

La guerra in Ucraina è un obbligo nei confronti di un Paese aggredito: è vero, ma il ricorso alla forza deve essere approvato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu e questo non c’è ancora stato. La Nato si sta solo difendendo: è vero ma per vent’anni ha condotto un attacco subdolo alla Russia e senza autorizzazione ha già attaccato uno stato sovrano membro delle Nazioni Unite. La guerra riguarda Russia e Ucraina: non è vero, riguarda Stati Uniti e Russia e soprattutto riguarda l’intera sicurezza europea. L’Ucraina nella Nato rafforzerà l’alleanza e porterà alla vittoria: non è vero, l’Ucraina è un Paese in guerra e l’inclusione nella Nato porterà al coinvolgimento diretto della Nato e quindi degli Stati Uniti nella guerra. Una clausola fondamentale del trattato atlantico stabilisce che i nuovi membri debbano contribuire alla sicurezza dell’Alleanza. L’Ucraina in guerra contribuirà alla sicurezza in peggio. Il sostegno all’Ucraina è imposto dalla Nato: è vero, ma le norme del trattato stabiliscono che le decisioni siano prese all’unanimità e questa non c’è. E quando ci dovesse essere sarebbe l’unanimità nella rinuncia a esprimere e far valere la sovranità dei Paesi membri. Si dice che la partecipazione alla guerra è un interesse nazionale che coincide con quello della Nato: non è vero, l’interesse nazionale di Paesi come l’Italia è la cooperazione, la competizione se si vuole, ma non il conflitto. Se la Nato, come ora, si schiera in guerra fa solo gli interessi di qualche Paese in particolare. L’Italia sta pensando agli interessi nella produzione di armi e nella ricostruzione post bellica dell’Ucraina: vero, il mondo intero sta pensando a questo e oggi occorre valutare quanta parte potrà avere nella ricostruzione. Riuscirà questa parte a compensare le perdite secche che ora stiamo subendo in materiali, economia e finanza? Abbiamo bisogno di pace: è vero, ma non a qualsiasi costo e nemmeno una pace temporanea che contenga, come tutti i trattati di pace, i semi del successivo conflitto.

Le scelte politiche di questo periodo sono importanti e una soluzione del conflitto è possibile sul piano politico-diplomatico come era possibile evitarlo del tutto o interromperlo in qualsiasi momento. Oggi è sempre più difficile negoziare e per farlo occorre rinunciare a qualcosa.

Segue...
Non servono soltanto le rinunce della Russia e dell’Ucraina: serve un compromesso che salvaguardi la sicurezza europea. La politica deve rispolverare concezioni vecchie, ma collaudate. Per esempio, la de-militarizzazione del conflitto, come quando Iran e Iraq in guerra per dieci anni furono privati degli aiuti esterni; la smilitarizzazione di una fascia di sicurezza in Ucraina e Russia e la neutralità di quei Paesi avviati al conflitto come strumento per diminuire la percezione d’insicurezza dei vicini. Sono tutte cose che sembrano inefficaci e inattuabili e quindi sono state eliminate dalla visione politica orientata in un unico senso: la guerra. Occorre ribaltare l’approccio e considerarle possibili perché la soluzione militare sul campo non solo è impossibile, ma pericolosa qualunque essa sia.

Un’ultima riflessione: “Magari perderò voti, ma il mio programma di governo è: 1. Finire il conflitto in Donbass; 2. Parlare con i russi; 3. Neutralità ucraina”. Era il 2019 e il neoeletto presidente Zelensky lo dichiarò al Parlamento. Dall’estrema destra gli arrivò un avvertimento: “Non perderà solo voti”. E i comandanti delle milizie in Donbass gli dissero che finire lì e parlare coi russi sarebbe stato alto tradimento. Cambiò idea. Oggi, forse, con le stesse milizie decimate e con la guerra che va avanti solo con il supporto occidentale, si apre paradossalmente la via della demilitarizzazione agendo semplicemente sul sostegno esterno. E si apre la via per il ritorno alle intenzioni di quattro anni fa, con 200mila morti in più.

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Forwarded from Andrea Zhok
Le scene che continuano ad arrivare dalla Francia se arrivassero da qualunque paese "minore", dalle alleanze deboli, verrebbero prese come il preludio ad una guerra civile, ad un rovesciamento di regime.

Il numero dei rivoltosi sull'intero territorio nazionale è tale che la polizia non riesce a controllare nulla. In alcune zone (Angers) si sono visti scontri tra cittadini "dell'ordine" e cittadini "rivoltosi".
Il "monopolio della violenza" che definisce lo Stato appare dissolto.

Naturalmente questa non è né può essere una Rivoluzione, perché una rivoluzione richiede una linea guida, richieste politiche, rivendicazioni, un qualche modello positivo da imporre.
Ma qui non c'è niente di tutto questo, niente che possa convertire questa febbre sociale in una visione di società migliore.

D'altro canto questa è anche esattamente la ragione per cui rivolte di questo tipo riescono - nel senso che mettono in seria difficoltà l'autorità costituita.
Infatti se si trattasse di una protesta organizzata, politicizzata, mirante alla persuasione e alla proposta, con un'agenda definita, sarebbe stata messa da tempo sotto controllo, sorvegliata dagli apparati di sicurezza, sabotata dai media, infiltrata ad arte, in modo da impedire la nascita di una qualche alternativa reale. Questo perché le liberaldemocrazie - esattamente come le autocrazie - lavorano costantemente per la preservazione del potere di chi ha già il potere.

Circolava una volta l'idea - di principio molto saggia - per cui la democrazia, garantendo una reale rappresentanza alle istanze dal basso, sarebbe in grado di disinnescare le proteste violente e di consentire un armonico miglioramento dell'intero corpo sociale. Ma da tempo le liberaldemocrazie hanno espresso la loro tendenza schiettamente plutocratica, divenendo fortezze a tutela del capitale e degli insider da ZTL.

Perciò, in mancanza di rappresentanza, e in presenza degli usuali meccanismi di esclusione, sfruttamento e frammentazione delle società capitaliste, l'unica strada che rimane aperta è quella della distruzione, del saccheggio, della violenza catartica.
Le società liberaldemocratiche hanno cercato spesso di convogliare queste dinamiche in recinti controllati come gli stadi e la baruffe domenicali tra Ultras. Ma oltre un certo limite la frustrazione e la rabbia non riescono più ad essere recintate ed esplodono.

Avendo tolto di mezzo con successo ogni autentica politica democratica, avendo assopito i meccanismi di partecipazione, avendo bloccato con i cani da guardia mediatici tutte le strade di accesso al potere, le èlite si sono garantite la non contendibilità legale del proprio dominio.
Ma questo lascia spazio solo all'espolosione illegale, alla devastazione incontrollata, senza uno scopo definito salvo quello di far sapere che "esistiamo anche noi".

Questa non sarà una rivoluzione, né chi la anima è un eroe della rivoluzione. Questo perché rivoluzioni ed eroi devono comunque avere condizioni sociali per maturare, condizioni che le società liberaldemocratiche hanno demolito, creando un retroterra sociale disgregato, individualistico, nevrotico e storpiato nella capacità di ragionare.

Volevano ottenere bestie da soma, hanno ottenuto - e otterranno sempre di più - bestie da preda.
Forwarded from Lettera da Mosca
SINDROME WAGNER - L'uomo che ha aperto il fuoco all'aeroporto di Chisinau si è rivelato essere un cittadino del Tagikistan, Rustam Ashurov, ricercato per aver rapito un banchiere, Shukhrat Ismatulloev, il 23 giugno a Dushanbe. Lo comunica l'ufficio del Procuratore generale della repubblica di Moldavia. Non era quindi un russo del Gruppo Wagner come avevano scritto i media moldavi subito dopo la sparatoria.
🔭 Il 28 giugno la Commissione Europea "ha posto le basi, con una proposta legislativa, per la creazione dell'euro digitale". (AGI)

L'introduzione non sarà immediata. Dopo l'adozione della proposta da parte del Parlamento europeo, sarà la BCE, che si è già detta ovviamente favorevole, a prendere la decisione. Intanto, il "perimetro legale" è stato tracciato.

💸 Cosa ne sarà del contante? "Rimarrà", si affretta a ribadire la Commissione, anche se, secondo un sondaggio, "quasi la metà dei consumatori ha detto di preferire pagare digitalmente, e questo trend è aumentato durante la pandemia". "In poche parole, la pandemia è servita da catalizzatore, accelerando la transizione verso una Nuova Normalità Digitale".

👉 "Mentre avanziamo verso una vera economia digitale, adattare il contante per rispecchiare l'Era Digitale è il logico passo successivo" affermano Dombrovskis, vice-presidente esecutivo della Commissione, e Fabio Panetta, fresco di nomina a governatore della Banca Italia da parte di Meloni.

🌻 Nemmeno il tempo di dire "mah" che la proposta legislativa ha già visto un fiorire di mani avanti. In un auto-fact-checking (🤡), la Commissione dichiara che sarà sicura, trasparente, non tracciabile.

No, non lo sarà. Come sottolineato da Edward Snowden, le CBDC (Central Bank Digital Currency) sono invece "valuta criptofascista, espressamente progettata per negarti la proprietà di base del tuo denaro", in linea con la triade Traccia - Controlla - Disciplina che caratterizza l'imperante capitalismo della sorveglianza.

https://t.me/canalemiracolomilano
miracoloamilano@protonmail.com
Forwarded from La Mia Russia
L'intervento di Zelensky al vertice della UE e della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (CELAC) è stata bloccato dai partecipanti sudamericani, si è lamentato il presidente dell'Ucraina.
"Mi ha invitato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, ma alcuni leader latinoamericani hanno bloccato questo invito"
Oggi, il primo ministro spagnolo Pedpo Sanchez è arrivato a Kiev. https://t.me/svezhesti/82769
Forwarded from Lettera da Mosca
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UCRAINA - Zelensky spiega ai giornalisti spagnoli, arrivati a Kiev al seguito del premier Sanchez, che la Russia farà saltare in aria la centrale nucleare di Zaporozhye: “Lui è incontrollabile anche sul suo stesso territorio. Il fatto è che la stazione è minata e l'Agenzia per l'energia atomica lo conferma. Se noi riusciamo a ottenere il controllo, la faranno saltare in aria a distanza".