Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Nel febbraio del 2022, quando l’invasione russa è iniziata (era stata annunciata da mesi e provocata dall’abbaiare della Nato a partire dal 2014), la maggior parte delle nostre intelligenze confortavano le esternazioni deliranti di Biden, riferendosi a una caduta dello Zar aiutata dalla prevedibile crisi economica e dall’auspicato isolamento di Mosca. Le maldestre previsioni sono state smentite dalla realtà. Qualche storico e apprezzato intellettuale si è scusato? Non mi pare. Ora ricominciano ad annunciare la prossima caduta del dittatore. Non c’è più pudore. Non so cosa accadrà in Russia, ma gli scenari possibili, come già affermato dal direttore di questo giornale, sono tutti a nostro sfavore: il rafforzamento di Prigozhin a scapito di Putin, o il rafforzamento dello Zar che seguirà i consigli della destra in una guerra che finora ha limitato l’impatto violento sulla popolazione civile, o peggio ancora l’instabilità di una potenza nucleare, dovrebbero fare inorridire l’Occidente. Invece i toni sono velatamente trionfalistici. Diplomatici di cui ho rispetto e a cui devo molto balbettano accanto ai ministri degli Esteri e ai capi di governo che la pace è possibile solo se Putin ritira le sue truppe dai territori occupati, cioè se la Russia si arrende. Lascio ai fratelli Marx i commenti satirici.

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Per chi fosse interessato ci vediamo il 6 Luglio a Porto San Giorgio, nella splendida cornice di Rocca Tiepolo, per l'ultimo appuntamento della stagione.

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Forwarded from La Mia Russia
Alcune dichiarazioni di Alexander Lukashenko:
"Se la Russia crolla, rimarremo sotto le macerie, moriremo tutti".
Sulla situazione con i Wagner:
"Ho detto: in nessun caso non fate di me un eroe, né di me, né di Putin, né di Prigozhin, perché abbiamo perso la situazione, e poi abbiamo pensato che si sarebbe risolta, ma non si è risolta. E due persone si sono scontrate, quelle che hanno combattuto al fronte. Non ci sono eroi in questo caso".
https://t.me/yapnews/23576
Forwarded from Lettera da Mosca
LE ULTIME SULLA WAGNER - L'FSB ha comunicato che il procedimento penale per "insurrezione armata" contro gli uomini della Wagner è stato annullato. Inoltre, è iniziata la consegna dei mezzi corazzati della Wagner alle forze regolari dell'esercito russo.
Forwarded from Lettera da Mosca
PUTIN - Dopo lo scossone dell'insurrezione Wagner, proseguono gli interventi di Putin. Tra poco incontro al Cremlino con i rappresentanti dei diversi corpi militari; poi una conferenza stampa; infine una riunione a porte chiuse con esponenti del ministero della Difesa.
NUOVOATLANTE
di Alessandro Orsini
Il bluff di Prigozhin. I russi potevano rovesciare Putin e non l’hanno fatto.

Prigozhin ha minacciato di marciare su Mosca. La conclusione immediata dei media italiani è stata che Putin è debole, isolato e pronto per essere ammazzato. Su Libero di Alessandro Sallusti, sono volati insulti contro questa rubrica mentre il permalosissimo Enrico Mentana dava il peggio di sé su Twitter contro i pacifisti. In Italia va così: il progetto illuministico, che prevede di portare qualunque fatto o affermazione davanti al tribunale della ragione, è morto da tempo.

Nessuno mi fraintenda: tutto può accadere. Riconosco che Putin potrebbe essere assassinato. Ho sempre detto che la Nato in Ucraina rappresenta una minaccia esistenziale per la Russia. Tuttavia anche Biden potrebbe morire per mano di un concittadino com’è accaduto ad altri presidenti americani. Sostai per ore davanti alla Casa Bianca per vedere Obama uscire con la scorta. Che cosa impressi nel mio taccuino etnografico? Il convoglio che protegge il presidente americano è talmente impressionante che sembra concepito per attraversare una città sotto i bombardamenti. I miei occhi videro uno stuolo di limousine identiche dai vetri oscurati: soltanto una ospitava il presidente. Se un americano come Timothy McVeigh volesse uccidere il presidente rischierebbe di colpire l’auto sbagliata oltre a fronteggiare mezzo esercito. Sarebbe interessante comparare la scorta di Biden a Washington con quella di Putin a Mosca. Simili dettagli non vengono notati in Occidente perché, come insegnano Schütz e Garfinkel, l’uomo comune non mette il mondo tra parentesi nel senso che l’uomo medio, non diversamente da Corriere, Repubblica e Stampa, vive di pensieri non pensati. Questi quotidiani danno per scontato che i presidenti siano amati in democrazia e odiati in dittatura, ma questo è un pregiudizio che andrebbe sottoposto a verifica. Nella mia esperienza di ricercatore, ho trovato che i presidenti delle democrazie occidentali sono spesso odiati più di quelli delle dittature. Avendo una mentalità antiscientifica, Corriere, Repubblica e Stampa interpretano questa mia affermazione come un sostegno alle dittature, ma non è così. Io sostengo la mentalità scientifica che raggiunge il culmine nel pensiero contro-intuitivo.

Questa premessa mi conduce a Prigozhin. La sua insubordinazione – dicono i media dominanti – dimostra che Putin è debole, odiato e pronto per essere ammazzato. L’evidenza empirica conferma la tesi di Fontana e Mieli vari? Secondo gli studi scientifici, le rivoluzioni non avvengono per caso. Una delle condizioni necessarie è che al popolo o alla classe dirigente sia data un’occasione per rivoltarsi contro il dittatore. Basta una scintilla e tutto esplode. Ebbene, la ribellione di Prigozhin è stata un incendio che nessuno ha cercato di sfruttare per spodestare Putin, né il popolo è insorto contro di lui come accadde a Ben Alì nel dicembre 2010 in Tunisia, quando un commerciante si diede fuoco per protestare contro una multa: scintilla e poi rivoluzione.

Perché la classe dirigente e il popolo russo si sono compattati intorno a Putin anziché ferirlo a morte? Un’ipotesi – che nella scienza è una spiegazione provvisoria in attesa di verifica – è che, forse, i russi amano Putin più di quanto gli americani amino Biden e che la classe politico-militare russa sia compatta intorno a Putin. Sta alla scienza rispondere a una simile domanda, mica alla pancia di Crosetto. L’evidenza empirica mostra che i russi hanno rifiutato un’occasione d’oro per rovesciare Putin. I russi vogliono un presidente filo-russo e non un presidente filo-americano come Khodorkovsky.

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Caro Gramellini, siccome le voglio bene, cercherò di trovare il modo di rispondere all'affondo che mi rivolge oggi sul Corriere della Sera, per quanto ritenga di averle già risposto oggi sul Fatto quotidiano.
Siccome le voglio bene, vorrei proteggerla da se stesso.
Mi ascolti, Gramellini.
E' indice di spaventosa ignoranza credere che le parole di Prigozhin sulle cause della guerra - pronunciate mentre si accinge a marciare su Mosca con il bicchiere in mano - possano essere utilizzate in sede storica come verità definitiva per ricostruire la genesi del conflitto tra Russia e Nato in Ucraina. Quelle cause devono essere riscostruite attraverso una ricerca storica che copra quantomeno l'arco temporale 1995-2022 nel rispetto della logica dell'indagine scientifico-sociale.
Sempre perché le voglio bene, non dica: "L'espansione della Nato non c'entra niente con la guerra in Ucraina perché lo dice Prigozhin con il bicchierozzo in mano!". Se lei scrivesse ciò in una tesina triennale, lo sguardo del professore si poserebbe su di lei con immensa compassione.
La saluto, con compassionevole affetto.

Alessandro Orsini.

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TG FLASH BYOBLU 24 | 27 GIUGNO 2023 | EDIZIONE 13.30

▪️Nel discorso alla nazione, Putin ha detto che "il desiderio dei neonazisti di Kiev e dei loro protettori occidentali era quello di un fratricidio, di vedere cittadini russi uccidere altri russi". E ha proposto ai membri del Gruppo Wagner di entrare nelle truppe del ministero della Difesa russo.

▪️La Banca centrale tedesca, la Bundesbank, è in profonda crisi e lo hanno ammesso gli stessi uffici di vigilanza del Governo federale.

▪️Vittoria del Centrodestra appoggiato dal terzo polo alle elezioni regionali del Molise

▪️Nel fine settimana, si è tenuta una due giorni di conferenze, dibattiti e concerti. Moltissimi gli ospiti intervenuti per analizzare le nuove emergenze propagandate dai media.

https://www.byoblu.com/2023/06/27/tg-flash-byoblu-24-27-giugno-2023-edizione-13-30/

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Guerra: Scacchiera mortale – Visione 03/2023

L’eccesso di notizie della nostra epoca provoca paradossalmente il risultato di impedire una conoscenza, anche approssimativa, delle principali questioni che assillano il mondo. Il moltiplicarsi dei mezzi di informazione produce, infatti, un finto pluralismo, aumentando semmai all’infinito le voci che indottrinano ma non spiegano, raccontano ma non dicono nulla. In questo fenomeno di appiattimento e svuotamento dell’informazione, si insinua la manipolazione sociale che alimenta questo sistema vizioso, dando vita a una narrazione a senso unico, in cui le voci divergenti vengono boicottate, denigrate e persino censurate.

La propaganda viene utilizzata per legittimare interventi bellici e misure liberticide: la distorsione e l’esagerazione della minaccia globale e del “nemico” che vengono offerti alle masse si coniugano con la divulgazione di fake news atte a instillare nell’opinione pubblica la percezione di un pericolo che va a tutti i costi fermato per salvaguardare la libertà e i princìpi democratici. Diventa, pertanto, sempre più difficile invocare un dialogo su questioni urgenti e di fondamentale importanza, come la guerra e svelare i retroscena legati alla geopolitica, all’economia e ai risvolti sociali che ruotano intorno a quei conflitti che vengono portati avanti contro i popoli.

Guardare avanti, difendere i diritti e le libertà, vigilando sulla verità dell’informazione, significa anche voltarsi indietro e conoscere la storia. Imparare dal passato per evitare di replicare gli errori delle precedenti generazioni. Perché, in fondo, le dinamiche dei guerrafondai sono le medesime e si replicano in modo banale, farsesco, ripetitivo, schematico. La storia ha delle costanti che si ripetono in modo ricorrente quando un modello di menzogna ha funzionato ingannando il mondo una volta, esso viene replicato fino all’evidente parodia di sé.

Segue...

http://bitly.ws/IUPR

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
⚡️Putin ai leader militari: il vostro ruolo è stato quello di prevenire la guerra civile, il nostro nemico avrebbe sfruttato questa opportunità - grazie

Il Presidente russo ha dichiarato che il gruppo Wagner ha ricevuto sostegno dallo Stato, e che dal maggio dello scorso anno è stato speso più di un miliardo di dollari per il suo mantenimento. Ovviamente Il ministro della Difesa Sergey Shoigu è presente. Solo degli ingenui potrebbero pensare che Putin sostituisca Shoigu su pressione di chi ha sfidato la sua autorita' e progettato un colpo di stato. @LauraRuHK
Forwarded from RangeloniNews
La Wagner si sposta in Bielorussia

Lukashenko: non c’è da aver paura dei combattenti della Wagner, la loro esperienza di combattimento sarà utile alla Bielorussia.

"Racconteranno delle armi: cosa ha funzionato bene, cosa no, delle tattiche, delle armi e di come attaccare, oppure di come difendersi. Questo è inestimabile", ha affermato il presidente bielorusso.

Ieri il capo della Wagner Evgenij Prigozhin è stato avvistato in uno degli hotel di Minsk. Sempre ieri, in serata, il presidente russo Putin ha tenuto un discorso in cui ha condannato le recenti azioni dei vertici della Wagner, fornendo tre opzioni ai combattenti della compagnia militare privata: congedarsi, arruolarsi nelle formazioni del Ministero della Difesa oppure trasferirsi in Bielorussia, dove la formazione con ogni probabilità proseguirà le sue attività, anche se non è ancora chiaro in quale formato.
🔭 Il mese scorso l'ufficio del Segretario generale dell'ONU, in vista del "Summit del Futuro" che si terrà a settembre '24, ha pubblicato un documento che tratteggia le linee guida del "Global Digital Compact" in elaborazione. Una pianificazione che "coinvolga tutte le parti interessate: governi, il sistema delle Nazioni Unite, il settore privato (comprese le aziende tecnologiche), la società civile, le organizzazioni di base, le università e tutti gli individui, compresi i giovani".

📄 Il documento, che vorrebbe "fissare principii, obiettivi e azioni" per "avanzare verso un futuro digitale aperto, libero, sicuro e umano-centrico" e per raggiungere un quadro di "sviluppo sostenibile", introduce invece elementi allarmanti:

👉 "Identità digitali collegate a conti bancari o di telefonia mobile"
👉 Utilizzo di "droni" e di "tecnologie di vaccinazione basate su piattaforme intelligenti e nuove tecniche di produzione"
👉 "Piattaforme digitali intelligenti", "aperte e gratuite", per promuovere "formazione e competenze digitali"
👉 L'uso delle ICT, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, per "aiutare a tagliare di 10 volte le emissioni di CO2"
👉 "Sensori e monitor connessi all'Internet delle Cose, piattaforme di accumulo dati su Cloud, sistemi di tracciamento basati su blockchain e passaporti digitali dei prodotti" per "misurare e tracciare l'impatto ambientale e sociale"

Infine, il documento sottolinea l'importanza di contrastare "disinformazione" e "incitamento all'odio". E' lo stesso Segretario Generale Guterres a proporre "un'azione urgente" e concertata globalmente:
👉 Un "codice di condotta" che disciplini ovunque e una volta per tutte la libertà di informazione e di espressione sul web.

In nome di presunte inclusioni, libertà, sicurezze e progresso, si gettano continuamente le basi per un futuro tirannico di miseria politica elitaria, di sorveglianza e di controllo sociale.

https://t.me/canalemiracolomilano
miracoloamilano@protonmail.com

(Fonte:https://www.un.org/techenvoy/global-digital-compact )
Forwarded from Giubbe Rosse
DOPO IL SUCCESSO DELLA CAMPAGNA VACCINALE, FIGLIUOLO ORA SARÀ COMMISSARIO PER LA RICOSTRUZIONE IN EMILIA ROMAGNA.

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come forza militare autonoma. I suoi reparti saranno smembrati, buona parte degli effettivi giubilati (con onore, ci mancherebbe), l'equipaggiamento pesante requisito e assegnato alla Rosgvardiya (questo probabilmente è un sovrappiù di cattiveria da parte di Putin, visto che Prigožin, come estrema mediazione, aveva proposto di inserire la Wagner nell'organizzazione della Rosgvardiya). I wagneriti che andranno in Bielorussia lo faranno, secondo le parole di Lukashenko, come istruttori per l'esercito bielorusso, vista la loro enorme esperienza sul campo. Non è ancora chiaro che fine farà Prigožin - fine politica, ovviamente, non pare vogliano eliminarlo, ma come capopopolo è finito. Del resto Putin, oltre che nell'onore, lo ha colpito anche nel portafoglio, rivelando che dal maggio 2022 al maggio 2023 il governo russo ha finanziato la Wagner per un totale di 86 miliardi di rubli, mentre la compagnia di catering di Prigožin, la Concorde, ha incassato dal Ministero della Difesa altri 80 miliardi. Alla faccia del disinteressato cavaliere di ventura.
Ad ogni modo, sia le parole di Putin che quelle di Lukashenko hanno definitivamente sgombrato il campo da equivoci e fraintendimenti: la situazione è stata ritenuta preoccupante e l'ipotesi di usare la forza è stata seriamente presa in considerazione, non perché Prigožin potesse conquistare Mosca, ovviamente, ma perché potevano derivare conseguenze pericolose per la tenuta dell'esercito e del paese. Qualcuno ai piani alti poteva unirsi ai rivoltosi? Non si sa e non viene detto, ovviamente. Certamente è possibile, ma non è successo, o se è successo anche costoro sono subito rientrati nei ranghi (ma non credo sia successo). Possibile poi che Prigožin sia stato comprato dai servizi occidentali? Non credo molto nemmeno a questo. È un uomo d'affari e i suoi affari li fa, o li faceva, in Russia. Io continuo a credere che abbia fatto quest'alzata d'ingegno perché ormai gli era chiaro che stava perdendo il controllo della gallina dalle uova d'oro, che la legge del 10 giugno era solo l'ultimo anello di una catena che a quello tendeva (prima il divieto di reclutare detenuti, poi il rifiuto di continuare a considerare la Wagner come il primo destinatario di rifornimenti e munizioni, poi i distinguo sul ruolo svolto anche dall'esercito e dell'aviazione nei successi sul campo, eccetera), e che era possibile che i servizi segreti stessero per agire contro di lui a breve. Ha provato a negoziare da una posizione di forza sperando di ricevere più consenso di quanto non abbia ricevuto, magari anche dall'Ucraina e dall'Occidente, e ha perso.
Ad ogni modo, implicato o meno, l'Occidente ci ha creduto, ci ha creduto eccome. E ora è molto deluso, e non solo perché non sono morti dei civili russi o perché le FFAA russe non sono implose. Fateci caso, è tornato tutto l'armamentario retorico dell'inizio del conflitto: Putin solo, Putin isolato, Putin impazzito, Putin rabbioso, Putin all'angolo, Putin umiliato, Putin che ha perso il controllo della situazione. Putin, Putin, Putin, Putin. Come se la Russia fosse Putin. Come se eliminato Putin i problemi per la NATO si risolvano magicamente. E come se l'unica strategia percorribile fosse solo questa: sperare che la Russia, in un modo o nell'altro, si autodistrugga e abbandoni il campo. E in effetti questa è la strategia. Non ce n'è un'altra. Questo è tutto il gran piano. Palla lunga in area e sperare fortissimo.
Forwarded from Giubbe Rosse
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🇺🇸🇫🇷 L'IMBARAZZANTE FIGURA DI JOHN KERRY INTERVISTATO DALLA TV FRANCESE LCI
Il giornalista francese Darius Rochebin ha intervistato John Kerry, inviato speciale per il clima, domenica sera sul canale di notizie LCI.
- John Kerry: "L'Occidente dovrebbe ritenere Putin responsabile di ciò che ha fatto in Ucraina".
Rochebin: "Dobbiamo giudicare Putin per i crimini di aggressione, ovviamente. Ma voi, americani, avete commesso il crimine di aggressione in Iraq. Questi paesi del Sud del mondo dicono, dovremmo giudicare George Bush? Perché Bush non è giudicato allo stesso modo?"
- John Kerry: "No".
- Rochebin: "E perché?"
- John Kerry: "Perché non c'è mai stato nemmeno un processo diretto o un'accusa o altro riguardo allo stesso presidente Bush. Ci sono stati abusi nel corso di quella guerra, sì."
Rochebin: "Non è stato un crimine di aggressione entrare in Iraq sulla base di una menzogna?"
John Kerry: "No, no, no. Beh, all'epoca non sapevamo che fosse una bugia. Sai le prove che sono state prodotte, la gente non sapeva che era una bugia. Quindi no, di nuovo, penso, stai forzando qualcosa. Questo è non è un modo costruttivo...".
Rochebin: "Ma ha mentito. Ha mentito. Ha mentito."

Piccoli incidenti che possono accadere quando si incontra un giornalista vero che fa domande vere e non uno che legge domande preparate in anticipo mentre porge ossequiosamente il caffè all'intervistato.

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In Italia come nel resto del mondo l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica si focalizza sui fatti accaduti sabato scorso in Russia in relazione al tentativo di insurrezione armata guidata dal capo della società militare privata Wagner, Evgeny Prigozhin.

Senza nulla togliere alla gravità dell'accaduto, mi vengono in mente alcune situazioni analoghe che si sono verificate in passato nei vari Paesi d’Europa e dintorni.

Come è noto, nel 1961 in Francia ci fu il "Putsch dei generali", una ribellione delle unità francesi di stanza in Algeria contro la politica del presidente de Gaulle volta a concedere l’indipendenza all'Algeria. Facendo leva su un gruppo di militari dell'esercito in Algeria, i putschisti, con l'aiuto di sostenitori in Francia, intendevano impadronirsi di una serie di installazioni chiave. Un'azione armata doveva essere lanciata direttamente in Algeria e in territorio francese. Il tentativo fallì. I generali cospiratori furono arrestati e condannati a 15 anni di reclusione. 220 ufficiali furono rimossi dai loro incarichi e 114 furono processati.

In Italia, nel 1970, centinaia di militari, sostenitori dell’organizzazione “Fronte Nazionale”, guidati da Junio Valerio Borghese, si impadronirono di edifici e infrastrutture strategiche per rapire il Presidente italiano Giuseppe Saragat. Secondo le fonti disponibili, le forze ribelli si avvicinarono a Roma e si impadronirono del Centro nazionale RAI, di un arsenale e di diversi edifici governativi. Il colpo di Stato non fu sostenuto né dalla società, né dall'esercito, né da strutture statali e lo stesso Borghese fuggì in Spagna, dove la dittatura franchista gli concesse asilo. Nel 1978 furono condannati 46 congiurati. In appello, nel 1984, tutti gli imputati furono però assolti dalla Corte d’Assise.

In Turchia il 15-16 luglio 2016 un gruppo di militari ha tentato, con un golpe, di prendere il potere nel Paese con la forza. Ma il golpe è fallito: rispondendo all'appello del presidente Erdogan, migliaia di persone sono scese in piazza per sostenere la leadership in carica. Complessivamente, secondo i dati ufficiali, durante gli eventi del 15-16 luglio sono morte 251 persone e circa duemila hanno subito ferite e traumi. Al termine del colpo di Stato, sono stati licenziati circa 100.000 dipendenti pubblici, insegnanti e giudici e oltre 2.500 persone sono state condannate all'ergastolo.

È da notare che la rivolta in Francia è avvenuta tre anni dopo l'istituzione della Quinta Repubblica francese, in Italia 24 anni dopo che il Paese, con un referendum nazionale, era diventato una Repubblica parlamentare e in Russia 32 anni dopo la costituzione della Russia in seguito alla dissoluzione dell'URSS e all'inizio della transizione democratica.

Nel caso della Russia, la marcia di Prigozhin su Mosca è stata provocata unicamente dalle sue esorbitanti ambizioni e dai suoi interessi personali. Non ha ricevuto alcun sostegno dalla società, dallo Stato o dall'esercito e fin dall'inizio era destinata a fallire. Naturalmente, ci sarà un'indagine approfondita su quanto accaduto, e naturalmente si trarranno importanti conclusioni. La cosa principale è che l'ordine costituzionale è stato rapidamente ripristinato e che lo Stato, l'esercito e la società hanno superato la prova con onore, hanno dimostrato la maturità e la saggezza proprie della millenaria storia russa. E dappertutto si sono accorti ancora una volta e con una chiarezza inconfutabile della leadership indiscussa di Vladimir Putin e del suo ruolo chiave nel garantire la stabilità della Federazione Russa.