Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Forwarded from Vento dell'Est ⚡️
🇺🇸🇺🇦⚔️🇷🇺‼️La Casa Bianca è pronta a fornire a Zelensky carri armati con proiettili all'uranio impoverito e munizioni a grappolo.
I nuovi burioni, la nuova emergenza, i nuovi "vaccini"

Mario Tozzi ha sentenziato.
La scienza è unanime.
Esiste un'emergenza climatica.
E questa emergenza è causata dall'uomo.
Chi non assume questo dogma, chi non fa atto di fede credendo che l'aumento delle temperature sia dovuto all'emissione umana di CO2, è un negazionista. Anzi, è "malato" - tipo patologia psichiatrica - di negazionismo.


Il reale negazionismo è quello di chi nega il metodo scientifico e non considera che il nuovo scientismo sia alle base di politiche che penalizzeranno la classe media e le classi meno abbienti.
Forwarded from Martina Pastorelli
Scrive l’ ONU che disinformazione e HateSpeech sono una minaccia per gli obiettivi globali (leggasi: dell’ Agenda).
E annuncia un piano per “risolvere questa minaccia”.

È partito l’attacco finale alla verità e alla libertà di espressione.
Scoperto nell'ovest dell'Iran un gigantesco giacimento di litio. Il peso strategico del Paese aumenta ogni giorno di più.

Giacomo Gabellini.

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Per ogni giorno di guerra, la Russia ha perso, mediamente, 700,000 soldati, 223 aerei, 7 navi, 415 generali. Mosca dovrebbe cadere tra circa tre settimane, ma è possibile che Putin si dimetta prima perché teme che Zelensky gli lanci un drone nel balcone. In Ucraina c’è qualche problema, questo non posso negarlo, ma, nel complesso, va tutto bene. La strategia del blocco occidentale di incoraggiare la guerra e di opporsi alla diplomazia sta dando risultati apprezzabili. Le eccezioni esistono sempre, le persone, si sa, trovano sempre un pretesto per lamentarsi, ma, nel complesso, gli ucraini stanno bene, sono felici e la vita scorre serena. Il problema è far entrare l’Ucraina nella Nato. Questo sì che porrebbe fine alla guerra, aprendo un orizzonte di pace per l’Europa. Chiunque dica che le cose in Ucraina vanno male è soltanto un “pupazzo prezzolato di Putin”, come direbbe Mario Draghi. Quanto alla libertà d’informazione in Italia, gode di ottima salute. Nessuno chiede di chiudere la bocca a chi critica le politiche occidentali in Ucraina attraverso un processo di violenta demonizzazione. Corriere della Sera, la Stampa, la Repubblica, sono quotidiani imparziali che danno voce a tutte le posizioni senza discriminazioni e giudicano tutte le guerre con gli stessi criteri, condannando tanto l’invasione americana dell’Iraq e l'occupazione israeliana dei territori palestinesi quanto l'invasione russa dell'Ucraina. Io non capisco come le persone non riescano a capire che viviamo in una società perfetta. Speriamo che tutto il mondo diventi presto uguale a noi. Non mi sembra giusto che tutti gli Hitler e gli Olocausti debbano nascere soltanto in Europa e che gli Stati Uniti debbano essere gli unici ad avere usato le bombe atomiche.

Alessandro Orsini.

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Alcuni stralci di un discorso di Oleg Yanovsky, docente presso il Dipartimento di Teoria politica del MGIMO: "La Gran Bretagna è un Paese mercantilista e il suo obiettivo principale è controllare le rotte commerciali e la logistica, cosa che fa con successo, con il beneplacito degli Stati Uniti - dall'accordo sul grano al coordinamento delle consegne di armi occidentali all'Ucraina. Tutti gli hub logistici, marittimi e terrestri, sono controllati dai britannici. Naturalmente, questo include la Romania, il confine dell'Ucraina occidentale, il porto di Odessa e così via. Il Regno Unito coordina e determina quali armi vanno fornite a Kiev. Inoltre, Londra porta avanti con successo operazioni di sabotaggio, mediatiche e psicologiche (Bucha, il ponte di Crimea, l'incrociatore Moskva, la centrale idroelettrica di Kakhovka...).

La Gran Bretagna non cerca di diventare potenza egemone, non se lo puo' permettere.
I britannici hanno piani chiari ma diversi. Avrete notato che in Occidente non si usano più le parole "democrazia", "sovranità" e "relazioni internazionali". Hanno iniziato a usare l'espressione "ordine basato sulle regole", un'invenzione britannica. Cosa implica? La Gran Bretagna sta facendo tutto il possibile per seminare caos e divisione, in modo da poter iniziare a imporre le regole del "nuovo ordine mondiale", che sarà multipolare. Non il nostro multipolarismo, ma il loro multipolarismo, basato su sistemi legali e finanziari, rotte logistiche, valori morali, strutture di consulenza, PR e servizi britannici. Questo è ciò che vogliono.

Nessuno vuole la distruzione della Russia a Londra. L'ammiraglio britannico Chris Perry l'ha definita pericolosa perché nessuno sa chi potrebbe salire al potere a Mosca, chi controllerebbe l'arsenale nucleare. La sfida per i britannici è impedire alla Russia di cambiare le regole che i britannici hanno creato. Vogliono cioè ripristinare lo status quo. Il loro compito è costringere il nostro Paese a sottostare alle condizioni di Londra, non a quelle di Washington. Impegnarsi in negoziati secondo le loro regole, dimostrando così che il conflitto non può presumibilmente terminare senza il loro permesso. Almeno questo è il concetto espresso dal più alto comando militare della nebbiosa Albione." @LauraRuHK https://rg.ru/2023/06/08/oleg-ianovskij-my-v-konechnom-itoge-vsegda-bili-britancev.html
Il format clima è identico a quello pandemico. E anche in questo caso, le evidenze sono usate in favore di una narrazione di emergenza. È manipolata anche l’asserzione che ci sia consenso unanime sulla “crisi climatica”: John F. Clauser (Premio Nobel per la Fisica 2022), dalla stessa posizione di Giorgio Parisi (Nobel Fisica 2021), sul clima la pensa esattamente all’opposto. “La narrazione sul cambiamento climatico riflette una pericolosa corruzione della scienza che minaccia l'economia mondiale e il benessere di miliardi di persone. La fuorviante ‘scienza del clima’ si è trasformata in una massiccia pseudoscienza giornalistica ad effetto choc. A sua volta, la pseudoscienza è diventata un capro espiatorio per un'ampia varietà di altri mali non correlati. È stato promosso ed esteso da agenti di marketing aziendale, politici, giornalisti, agenzie governative e ambientalisti altrettanto fuorvianti. A mio parere, non esiste una vera crisi climatica. C'è, tuttavia, un problema molto reale nel fornire uno standard di vita dignitoso alla numerosa popolazione mondiale e una crisi energetica associata. Quest'ultimo viene inutilmente esacerbato da quella che, a mio avviso, è una scienza del clima errata”.

Anche i 1.500 scienziati ed esperti del think tank internazionale Clintel smentiscono categoricamente le teorie sull’emergenza clima, amplificate ogni giorno dai media.
Tra gli italiani il professore emerito Antonino Zichichi, l’ingegner Roberto Vacca, l’ex presidente della Società Europea di Fisica Renato Angelo Ricci, l’ex direttore dell’Istituto di Scienza dell’Atmosfera e del Clima (Isac) del CNR professor Franco Prodi - cui in questi giorni è stata affibbiata la surreale etichetta di “negazionista del clima” - il professor Alberto Prestininzi, l’ex viceministro Guido Possa, il professor Enzo Pennetta, l’accademico dei Lincei Giuliano Panza, il professor Aurelio Misiti, il presidente della Società Geologica Italiana Uberto Crescenti, il professore emerito Paolo Blasi e, non ultimo, il professor Franco Battaglia. All’estero, i nomi degli aderenti sono altrettanto autorevoli. Qualcuno vuol far credere che siano tutti “pericolosi negazionisti del clima”.

Uno di loro, l’ingegnere francese Christian Gérondeau, consulenti di diversi primi ministri francesi, vede le spinte sui cambiamenti climatici come espressioni di una setta: “Le teorie sull’emergenza climatica hanno successo perché hanno un substrato religioso. I rappresentanti di queste tesi sono come ayatollah, ed è questa la loro forza: sono convinti che salveranno l’umanità. Siamo tornati al Medioevo, quella del clima è ormai una religione ma, come tutte le guerre di religione, prima o poi finirà”.

Il problema è che la gestione globale dell’emergenza di turno è ancora una volta affidata a un ente sovranazionale. L’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) influenza le politiche climatiche come l’Oms quelle sanitarie, ma la sua è una storia di luci e ombre, gestite dall’ennesima élite tecnocratica.

I tre articoli (tra cui quello di apertura scritto a quattro mani con lo statistico Maurizio Rainisio), su La Verità di oggi.

Maddalena Loy.

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Ho visto cose che voi umani...

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Sull’ormai noto eccesso di mortalità registrato negli anni 2021-22, l’avvocato Olga Milanese dell’associazione Umanità e Ragione ha richiesto l’accesso agli atti per sapere chi dei deceduti fosse vaccinato.

Le risposte sono surreali: Istat, che sa chi era positivo, non sa chi era vaccinato, nonostante il greenpass (no ironia). Aifa dice di non avere questi dati, l’Istituto Superiore di Sanità non ha (ancora) risposto.

Il premio supercazzola va ad Aifa che scrive: “Si rappresenta che l'evento morte costituisce un esito di altre reazioni avverse e non una reazione avversa di per sé”. Ergo, non è il vaccino in sé a causare la morte, bensì le reazioni avverse al vaccino (no ironia, no no).

Morale: si esclude a priori la vaccinazione anticovid come causa di decesso. Sarà complicato (ma non impossibile) verificare per quale motivo negli anni 2021 e 2022 ci siano stati così tanti morti in più (rispetto alla media del quinquennio 2015-2019), casualmente in coincidenza con la vaccinazione di massa.

Mio pezzo su La Verità

Maddalena Loy.

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Forwarded from PBellavite
Bestiario
Ho ritrovato un vecchio post di Burioni in cui criticava il mio libro sui vaccini pediatrici, che a dir suo conterrebbe “bislacche teorie” definendomi “un pensionato che insegna in Burundi”.
A parte il fatto che insegnare in Burundi per me è stato un onore, vedasi ad oggi un confronto tra il mio curriculum scientifico e il suo.
Le mie teorie sono state TUTTE provate, a differenza dei suoi anticorpi monoclonali farlocchi.

Burioni statti zitto, che fai più bella figura.
PS e chiedi scusa ai danneggiati da vaccini (compresi i bimbi).
Forwarded from Marco Cosentino
BERLUSCONI 🌺🌺🌺
Secondo Meteoweb, la leucemia mielomonocitica (CMML) gli sarebbe stata diagnosticata 18 mesi fa, dopo la terza dose di vaccino covid. Bufale.net vorrebbe smentire ma si limita a citare Il Giorno che a sua volta retrodata la diagnosi a poco più di due anni fa, comunque dopo il ciclo primario di due dosi, a loro volta fatto meno di sei mesi dopo esser guarito da un covid lieve. La banca dati europea di sospette reazioni avverse ai farmaci contiene a oggi 69 segnalazioni di forme diverse di leucemia associate al vaccino Pfizer e 38 associate al vaccino Moderna. In letteratura esiste a oggi almeno un report di CMML diagnosticata dopo vaccino covid, in questo caso J&J, che così conclude: "Il nostro caso suggerisce la possibilità di sviluppare CMML dopo aver ricevuto il vaccino J&J COVID. L'immunizzazione è sempre stata un intervento salvavita nella storia. Poiché tutto il mondo prevede di assumere il vaccino COVID-19, è essenziale segnalare tutti i possibili eventi avversi per il monitoraggio della sicurezza. I medici dovrebbero essere consapevoli di questa insolita complicazione del vaccino e sono necessari più casi per confermare l'associazione."
SI FA PRESTO A DIRE AVANZATA
La grande nebbia dell’offensiva
FONTI INCERTE - Analizzando le notizie – non tutte neutrali – sull’andamento del conflitto, si comprendono le reali difficoltà degli ucraini nella tanto annunciata operazione di riconquista
Di Fabio Mini.

Difficile capire come sta andando la controffensiva ucraina. Le notizie diramate dalle fonti ucraine parlano di sfondamenti e villaggi liberati nel Donetsk, alcuni soldati russi e un paio di miliziani catturati, ma non registrano nessuna ritirata dei russi né proprie perdite.

Le avanzate sono ancora nell’ordine dei metri e anzi durante il mattinale del 12 giugno lo Stato maggiore ucraino ha riportato intensi bombardamenti di missili, artiglierie e aerei russi sugli oltre 800 chilometri della linea di contatto dalla regione di Kharkiv a quella di Zaporizhzhia. Le analisi “ufficiali” e le fonti su cui si basano sono reticenti e inattendibili. Il sito di notizie online Meduza con sede a Riga, trasmette informazioni in russo ed è sempre stato critico nei confronti del governo di Mosca fin dalla sua fondazione nel 2014 da parte di Galina Timcenko, ex direttrice del sito russo Lenta.ru, licenziata dal proprietario e stabilitasi in Lettonia. Meduza è ufficialmente sostenuta da un consorzio di cui non si conoscono i componenti, ma dei quali dovrebbe far parte l’ex oligarca ed ex plurimiliardario russo Michail Chodorkovskij. Questi, già amico di Putin, ne è diventato acerrimo nemico da quando nel 2003 fu arrestato per frode fiscale e le sue compagnie fecero bancarotta. Graziato dopo otto anni di prigione, si stabilì in Germania e nel 2014 sostenne la rivolta Maidan. Da allora, fa parte della nomenklatura ucraina. Meduza pretende di essere indipendente e obiettivo solo perché dice di essere l’unico a selezionare le notizie in maniera “manuale” non in relazione alla fonte ma alla loro verosimiglianza e alla conferma di altre fonti “indipendenti”. Un metodo non proprio scientifico che non esclude la scelta arbitraria delle notizie da pubblicare o nascondere e non è esente dalla propaganda ma che denuncia la fallacia del metodo della ricerca e diffusione automatica delle notizie vere o false che circolano in rete e vengono ritrasmesse anche da media blasonati e autorità politiche come fossero vangelo. Denota inoltre la sfiducia nelle fonti ufficiali comprese quelle ucraine, americane, inglesi ed europee.

Secondo Meduza le forze armate ucraine (Afu) avrebbero iniziato l’offensiva il 4-5 giugno. Un giorno prima della breccia nella diga di Kakhovka. Finora non sarebbero state impiegate tutte le forze disponibili e “contrariamente alle aspettative” l’Ucraina ha deciso di distribuire le forze lungo tutta la linea del fronte sud-orientale. Nell’aggiornamento del 10 giugno riferiva che “Nella regione di Zaporizhzhia e nella regione occidentale di Donetsk, l’Afu ha tentato di avanzare su tre fronti. La posizione più occidentale dell’offensiva, situata vicino al fiume Dnipro, dista 115 chilometri (71 miglia) da quella più orientale, che non è lontana da Vuhledar. Se si contano le due offensive ucraine sul fronte di Bakhmut, in corso da maggio, le offensive in corso sono in tutto cinque”.

Considerando che Bakhmut è stata distrutta e perduta le due presunte offensive di maggio non dovrebbero essere considerate dei grandi successi. Inoltre il sito ammette che “la dispersione delle forze ha comportato problemi tattici per l’Ucraina: l’Afu non è stata in grado di avanzare in profondità nelle difese russe o di avanzare per più di cinque chilometri (3 miglia) in qualsiasi direzione”; praticamente hanno percorso l’area non battuta né dalle artiglierie né dalle fanterie russe. Nonostante ciò, “sono andate perse alcune dozzine di unità di equipaggiamento, tra cui carri armati Leopard di fabbricazione tedesca e veicoli da combattimento Bradley di fabbricazione americana.” Alcune dozzine di “unità” corazzate significano almeno un battaglione o persino una brigata.

Segue...
Meduza si avventura quindi nei consigli su cosa dovrebbero fare gli ucraini “affinché l’offensiva abbia successo”: 1) superare i problemi tattici come “l’incapacità di passare attraverso le aree di fronte alle posizioni dell’esercito russo senza subire gravi perdite”. Strano modo per dire che gli ucraini non riescono neppure ad avvicinarsi alle posizioni russe; 2) “Affrontare questioni operative come la scelta di punti deboli nelle difese russe per effettuare attacchi concentrati”. In particolare, sulla direttrice del Donetsk occidentale, l’Afu tenterebbe di tagliare il cuneo russo di Velyka Novosilka. “Almeno due nuove brigate dell’Afu partecipano all’offensiva. Tuttavia, le unità ucraine hanno incontrato difficoltà: la nuova 37ª Brigata di Fanteria Navale sembra essere riuscita a catturare Novodonetske, anche se ha subito pesanti perdite ed è stata poi costretta a ritirarsi.

“I soldati della brigata hanno registrato una dichiarazione video in cui si lamentavano con i comandanti per la mancanza di ricognizione e pianificazione. Secondo quanto riferito, era stato detto loro che non c’erano truppe russe a Novodonetske”. Interessante notare che i comandanti ucraini dopo un anno e mezzo di guerra nelle stesse aree tendono ad avanzare dove “suppongono” che non ci sia nessuno. “Un altro raggruppamento dell’Afu sta attaccando il ‘cuneo’ da ovest. L’attacco è stato preceduto da un potente bombardamento di artiglieria sul fronte e sulle retrovie dell’esercito russo. A giudicare dai filmati disponibili, le truppe ucraine sono riuscite ad avanzare di tre chilometri e mezzo (2 miglia) fino a Storozhevoy. Questo sembra essere il più grande successo dell’Afu nell’attuale controffensiva”. Sulla direttrice di Orikhiv “all’offensiva hanno partecipato brigate ucraine armate di carri armati Leopard e Bradley. Secondo i documenti del Pentagono trapelati ad aprile, si trattava delle brigate meccanizzate 33ª e 47ª di recente formazione. Tuttavia, la distribuzione degli equipaggiamenti potrebbe essere cambiata negli ultimi due mesi”. I primi attacchi si sono “conclusi con un grave fallimento.

Le truppe iniziarono a subire perdite nella zona grigia (l’area tra i due schieramenti) prima ancora di raggiungere le posizioni russe. Le perdite di equipaggiamento erano dovute principalmente a mine, missili anticarro lanciati da terra ed elicotteri d’attacco. Decine di veicoli blindati, tra cui carri armati Leopard e Bradley, sono andati perduti durante la battaglia. Non ci sono state praticamente avanzate nelle difese russe. Sulla direttrice Zaporizhzhia occidentale “le unità dell’Afu hanno effettuato un attacco al villaggio di Lobkove, situato a circa 10 chilometri (6 miglia) a est della riva sinistra del fiume Dnipro e a 35 chilometri (22 miglia) a sud di Zaporizhzhia… i militari ucraini sono entrati a Lobkove, come confermano le riprese video, anche se hanno perso parecchie unità corazzate e non sono riusciti a raggiungere il fronte a causa del fuoco dell’artiglieria russa.

Fonti russe sostengono che l’esercito russo sia riuscito a riconquistare il villaggio, ma la notizia non è ancora confermata… Finora non ci sono stati cambiamenti fondamentali nell’equilibrio di potenza”. Ma la controffensiva continua. E anche questo è difficile da capire.

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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Come avevo anticipato in un articolo di tre anni fa https://laura-ruggeri.medium.com/agents-of-chaos-how-the-u-s-seeded-a-colour-revolution-in-hong-kong-2b5050b5ba0f, l'imperialismo occidentale usa i diritti LGBT per creare divisioni all'interno della societa'. Nel 2017 questa lobby aveva sostenuto la candidatura di Hong Kong come sede per i Gay Games del 2022, una sorta di olimpiade "inclusiva" delle differenze sessuali e di genere. Ovviamente in citta' ci sono sia detrattori (la maggioranza) che sostenitori di questa kermesse circense, che venne rinviata a causa delle restrizioni pandemiche ma che dovrebbe svolgersi a novembre di quest'anno. Non solo l'idea dei giochi gay ha provocato un acceso dibattito politico, ora arriva la ciliegina sulla torta. Alcuni attivisti accusano gli organizzatori della comunita' LGBT di Hong Kong di "collusione con il governo" che definiscono "autoritario" per aver introdotto nel 2020 la Legge sulla Sicurezza Nazionale che ha messo fine ai tentativi di rivoluzione colorata in citta'. Questi attivisti, che hanno preso parte alle rivolte del 2019-20 e ora risiedono all'estero, stanno facendo pressione sui potenziali partecipanti perche' disertino Hong Kong a favore dell'altra sede che ospita i Gay Games nel 2023, Guadalajara in Messico. Si tratta di un tipico caso di doppio legame creato ad arte dalle forze imperialiste: se i giochi si svolgono e' perche' sono organizzati da "forze anti-democratiche colluse con Pechino", se non si svolgono il governo viene accusato di essere anti-democratico e discriminatorio nei confronti della lobby LGBT. In entrambi i casi media occidentali sfrutteranno il pretesto dei Giochi Gay per accendere i riflettori su Hong Kong e accusare il suo governo. @LauraRuHK https://www.scmp.com/news/hong-kong/society/article/3223903/hong-kong-gay-games-organisers-refuse-cancel-event-face-activists-warning-anyone-criticising-beijing
Forwarded from Vi racconto la Russia
I leopards non solo vengono distrutti, vengono anche presi ancora funzionanti dai soldati russi.
@skabeeva

Bild: "I russi ora stanno combattendo sui nostri carri armati?"

In Germania è arrivata la fase successiva dell'accettazione dell'inevitabile: rabbia e disperazione. Il giornale scrive che i leopards stanno integrando il fronte dei trofei delle forze armate della Federazione Russa.
@the_kremlin

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