Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Forwarded from Giubbe Rosse
I DATI SUL CLIMA SONO MANIPOLATI, E L'ORGANO CHE DIFFONDE LA SCIENZA È RICOLMO DI POLITICI (Fonte: LaVerità)

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Forwarded from Giubbe Rosse
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🇹🇷 ORA LA TURCHIA ALZA LA VOCE CONTRO WASHINGTON
Il ministro dell'Interno turco Suleiman Soylu:
"Chiamateci codardi se non eliminiamo tutti coloro che infastidiscono questo paese, comprese le truppe statunitensi, entro i prossimi 5 anni.
Questa è la prima volta che abbiamo un'opportunità del genere. Abbiamo colto l'Occidente in una posizione debole per la prima volta. Abbiamo preso in fallo l'America per la prima volta in 100 anni, li abbiamo catturati con Recep Tayyip Erdogan."

Qualcuno ha scritto che la riconferma di Erdogan è una vittoria di Putin. No, è una sconfitta di Washington, che in Ankara ha avuto un alleato per 70 anni. Un'altra storica figuraccia di Biden, dopo quella rimediata con l'Arabia Saudita.

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Fiotti di liquido seminale tosiano sono atterrati poco fa sull'Alaska settentrionale, ingravidando due renne. Alcune gocce, piovute sul Congo, hanno quasi accecato un rarissimo esemplare di scimmia di Bili.

Alberto Scotti.

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Complimenti ad Elly Schlein per aver perso tutti i ballottaggi, tranne quello di Vicenza (per 500 voti).
Non era facile.

Eric Packer.

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Forwarded from la fionda📕
Il processo a Julian Assange: anatomia di una persecuzione
Matteo Bortolon

La tutela dei diritti umani è ritenuta una delle grandi conquiste della modernità, in specie la tutela della dignità delle persone in condizioni di prigionia: processi sommari, tortura, maltrattamenti, privazioni arbitrarie del sonno, isolamento coatto e simili sono guardati con disgusto come spregevoli relitti di epoche barbare e incivili.

Se la forma più ricorrente… Continua... 👇
https://www.lafionda.org/2023/05/29/il-processo-a-julian-assange-anatomia-di-una-persecuzione/

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Forwarded from La Mia Russia
Significativa questa infografica di @ispionline che riassume le performance economiche di Francia, Germania e Italia prima e dopo la guerra.
In Ucraina. L’unico interesse dell’Italia è difendere la pace, non inviare armi
Di Alessandro Orsini.

Il fine delle mie analisi è difendere l’interesse nazionale dell’Italia che coincide con la difesa della pace giacché le guerre danneggiano l’interesse nazionale dell’Italia sempre a causa della struttura delle relazioni internazionali sorta dopo la Seconda guerra mondiale.

Scoppiata la guerra, enunciai la seguente regolarità: “Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina”. Detto più semplicemente, per ogni passo avanti, l’Ucraina farà due passi indietro. L’osservazione distaccata della realtà mostra che questa regolarità ha trovato continue conferme e induce a ritenere che continuerà a trovarle nel prossimo futuro portando la guerra verso esiti più tragici. Data la complessità della materia, presenterò le prove che dimostrano la correttezza della mia intuizione per concludere con un monito sull’escalation nucleare. Quanto alle prove, la Russia ha cercato una mediazione prima dell’invasione e dopo lo sfondamento del fronte. Prima dell’invasione, il blocco occidentale ha respinto le richieste del Cremlino. Dopo lo sfondamento, Biden e Johnson, come sappiamo dall’ex premier israeliano Bennett, hanno minato le trattative tra Zelensky e Putin nel marzo 2022. Biden è contrario persino a un cessate il fuoco mediato dalla Cina che John Kirby ha definito “inaccettabile”, il 17 marzo 2023. La guerra si è aggravata. L’Ucraina ha terminato la controffensiva nella regione di Kharkiv a settembre 2022 (un passo avanti) e la Russia ha mobilitato nuovi soldati e annesso quattro regioni (due passi indietro). L’Ucraina ha colpito il ponte di Crimea nell’ottobre 2022 (un passo avanti) e la Russia ha reagito con una spaventosa campagna missilistica contro l’Ucraina (due passi indietro). L’Ucraina ha ripreso Kherson nel novembre 2022 (un passo avanti) e la Russia ha spostato i soldati in Donbass conquistando Soledar e Bakhmut, la battaglia più importante della guerra (due passi indietro). L’Ucraina ha ottenuto i carri Leopard (un passo avanti) e la Russia ha annunciato il trasferimento delle testate nucleari in Bielorussia (due passi indietro). Quando Biden ha detto sì all’addestramento degli ucraini agli F-16 (un passo avanti), Putin ha trasferito le sue testate nucleari in Bielorussia (due passi indietro).

Vengo al pericolo dell’escalation nucleare. Putin userà le armi nucleari se rischia di perdere la guerra. Questo impone al governo Meloni di soppesare l’apparato militare. In caso di guerra con la Russia, Meloni sarebbe in grave difficoltà nel difendere il Paese con le proprie forze a causa dell’enorme debolezza del suo apparato bellico, sprovvisto persino di carri armati e con una flotta debolissima rispetto all’impresa che si configura all’orizzonte. Che cosa fare?

Se il governo Meloni opta per l’aggravamento della guerra, deve armare la Marina militare con urgenza per proteggere il fianco Mediterraneo e, quindi, deve spostare le risorse dall’Ucraina verso la Sicilia tenendo per sé le poche armi di cui dispone e producendone di nuove da trattenere sul territorio nazionale. Deve inoltre valutare la possibilità di tornare alla leva obbligatoria giacché il passaggio all’esercito professionale escludeva la possibilità di una guerra con la Russia. Il governo Meloni dovrebbe sganciarsi dalla linea di Biden e assumere la guida della diplomazia in seno all’Unione europea. Tuttavia, se Guido Crosetto vuole alimentare la guerra, allora sta sbagliando tutto. La Russia sta combattendo una guerra esistenziale e noi stiamo procedendo verso l’escalation nucleare.

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Il Kosovo che riesplode per i disastri della Nato
Di Massimo Fini.

A ottobre ho pubblicato sul Fatto Quotidiano un articolo intitolato “In Jugoslavia riesploderà la polveriera”. Sono stato facile profeta. A sei mesi di distanza a innescare delle polveri che aspettavano solo di prendere fuoco sono stati stolidamente i kosovari. Lo scorso aprile c’erano state nel nord del Kosovo, nazione mai riconosciuta dalla Serbia e da altri 91 Stati del mondo fra cui la Russia, elezioni comunali nei paesi di Leposavic, Zubin, Potok e Zvecan. Non riconoscendo il Kosovo, i serbi della regione avevano disertato le urne tanto che al voto era andato solo il 3% della popolazione. Il che voleva semplicemente dire che in quella regione del Paese il 97% della popolazione era serba e solo il 3% kosovara/albanese. Ma il governo fantoccio di Pristina, lo definisco tale perché è stato imposto dagli americani dopo l’illegittima aggressione alla Serbia del 1999 (l’Onu si era detta esplicitamente contraria), ha voluto ugualmente insediare i sindaci. Da qui sono nati scontri furibondi fra i serbi e l’esercito “regolare” di Pristina con un bilancio di numerosi feriti da entrambe le parti che è ancora da definire. Ieri, a fare le spese del nuovo incendio, sono state le truppe della forza Nato in Kosovo, con il ferimento di 41 militari, di cui 11 sono alpini italiani.

Dubito molto che i serbi si fermeranno qui. Se solo la guerra in Ucraina dovesse volgere a favore della Russia, i serbi – che sono storicamente alleati dei russi per ragioni che non sono solo politiche ma anche culturali ed etniche (sono entrambi popoli slavi e Jugoslavia sta a designare letteralmente gli “slavi del sud”) – potrebbero non esitare a togliersi quella dolorosa spina nel cuore rappresentata dal Kosovo che è considerato storicamente “la culla della Nazione serba”. L’atteggiamento del campione serbo Djokovic (“il Kosovo è serbo e rimarrà per sempre serbo”) che oltre a essere un grande tennista e persona educatissima e un uomo di grande cultura, che non ha nei suoi geni la ferocia di quasi tutti i suoi connazionali che sono per questo considerati, sul terreno, i migliori combattenti del mondo (vedi Maledetta Sarajevo di Francesco Battistini e Marzio Mian che tratta della guerra nella ex Jugoslavia combattuta con belluini corpo a corpo e non a forza di missili e droni) non lascia adito a dubbi.

Mutato il quadro geopolitico mondiale potrebbe entrare in gioco anche la Cina di cui nei bombardamenti del 1999 su Belgrado gli americani riuscirono a colpire, nel loro consueto ‘ndo cojo cojo, l’ambasciata. Non a caso, qualche mese fa la Cina ha fornito alla Serbia sei aerei militari Y-20 da trasporto strategico. Questa fornitura è avvenuta alla luce del sole, ma è molto probabile che altre armi siano state fornite dai cinesi alla Serbia e che altre ancora potrebbero arrivarne in seguito.

L’ordine in Kosovo/Serbia è mantenuto ora dalla Nato, ma la Nato è impegnata su un’infinità di fronti molto più interessanti per gli Stati Uniti e potrebbe sganciarsi dallo scacchiere balcanico che non gli dà alcuna utilità concreta e nello stesso tempo è una spina nel fianco per l’Unione europea e in particolare per l’Italia perché nei Balcani oggi, dopo la guerra del 1999, predomina la componente islamica con annesse cellule Isis che, a un centinaio di chilometri da noi, sono pronte a colpire appena se ne presenti l’occasione.

Ma la questione Kosovo è solo un assaggio. Presto, io credo, esploderà la Bosnia, uno Stato inesistente e mai esistito, tenuto insieme con lo sputo, vale a dire ancora dalla Nato e con una forza europea, chiamiamola così, sul campo, con presidente un islamico e dove i serbi sono ridotti a un’enclave. Credo che i serbi di Bosnia o muoveranno guerra ai croati di Bosnia e agli islamici di Bosnia o più probabilmente si uniranno alla contigua Serbia.

I Balcani sono stati storicamente l’autentica polveriera d’Europa. L’Ucraina, in fondo, è solo un incidente di percorso.

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Domande scomode sulla carneficina

Dall’influenza Usa a Kiev fin dal 2014 agli accordi di Minsk disattesi, alle evidenti intenzioni della Nato, all’analisi delle capacità militari del Cremlino: cosa non torna nella narrazione atlantista
Di Ipazia

Non potranno mentire in eterno. Dovranno rispondere, prima o poi, con la ragione alla ragione, alle idee con le idee, ai sentimenti con i sentimenti. E allora taceranno. Il loro castello di ricatti, di menzogne, di violenze crollerà”
(Pier Paolo Pasolini)

Quanto siano attuali queste parole di denuncia del potere di Pasolini mi sembra sotto gli occhi di tutti. Cercheremo tuttavia di seguire gli insegnamenti del grande poeta e di un filosofo, Bertrand Russell, inseguendo ancora una volta la speranza che la razionalità e la logica (purché ci sia buona fede) possano avvicinare i sostenitori di tesi opposte verso una mediazione.

Si elencano di seguito 22 domande relative alla guerra in Ucraina a cui politici, diplomatici, editorialisti europei non hanno risposto. Sono ancora in tempo e se si ricevessero riscontri in grado di delineare una logica strategia saremmo felici di mutare opinione.

1) Le carte delle Nazioni Unite e dell’Osce codificano i principi di indivisibilità della sicurezza (la sicurezza di un Paese non può avvenire in Europa a spese della sicurezza di un altro Stato) e della non interferenza negli affari interni di un altro Paese. Sono stati rispettati questi principi dalla Nato col suo espansionismo in Europa? L’interferenza negli affari interni di un altro Stato non è da decenni, dal dopoguerra in poi, l’arma utilizzata dall’imperialismo statunitense? C’è stata interferenza statunitense negli affari interni dell’Ucraina? La presenza dell’Assistant Secretary Nuland che nel 2014 sceglieva a Kiev i membri del governo ucraino ne è una prova?

2) La guerra in Ucraina è la seconda guerra in Europa dopo il bombardamento a Belgrado, perché si afferma sia la prima?

3) La creazione del Kosovo (dichiarazione unilaterale di indipendenza dalla Serbia riconosciuta dagli Usa e molti Paesi europei) è un odioso precedente per la politica russa in Donbass?

4) Gl’interessi economici Usa sono cresciuti in Ucraina in particolare dopo il ’14?

5) Il presidente filorusso Yanukovich ha lasciato in fretta Kiev a causa di manifestazioni pacifiche? E perché mai un regime si farebbe spaventare dal dissenso pacifico? Il battaglione Azov considerato anche dagli occidentali nel 2013 un gruppo nazista è stato inserito nell’esercito regolare ucraino?

6) Non esistono le zone di influenza? Quindi se il Messico volesse divenire filo-russo in funzione anti-statunitense e accettare sul suo territorio armi russe, l’Occidente lo accetterebbe pacificamente celebrando la libertà di un popolo di scegliere le proprie alleanze?

7) L’Italia accetta (purtroppo supinamente e in maniera poco dignitosa) i vincoli posti dall’Alleanza atlantica e dall’essere membro fondatore dell’Unione europea. L’Ucraina è invece l’unico Paese al mondo che può scegliere liberamente la propria politica estera senza tenere conto delle esigenze di difesa degli altri Stati e dei desiderata degli alleati?

8) I 14.000 morti nelle regioni separatiste tra civili e militari appartenenti alle due parti in contesa sono il segnale evidente di una guerra civile (da un lato Kiev, dall’altro le regioni separatiste sostenute da Mosca) ignorata dalla stampa occidentale?

9) Come mai gli accordi di Minsk che avrebbero garantito l’autonomia regionale e linguistica, il rispetto delle minoranze sul modello europeo non sono stati applicati? È vero che l’ex cancelliera Merkel e l’ex presidente Hollande hanno dichiarato che gli accordi di Minsk erano solo uno stratagemma per permettere all’Ucraina di armarsi?

10) È vero che il problema della neutralità di Kiev era stato posto sin dagli anni 90 e ufficialmente nel 2006 a Condoleezza Rice da Chirac e la strategia Usa era chiara e coerente sin da allora? È nell’interesse statunitense separare politicamente ed economicamente (in campo energetico) l’Europa dalla Russia?

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11) È vero che Putin sin dal 2007 nel discorso pronunciato nell’ambito della conferenza sulla sicurezza di Monaco aveva cercato di risolvere diplomaticamente il problema costituito dall’eventuale ingresso nella Nato dell’Ucraina? Le proposte di mediazione russe relative alla neutralità dell’Ucraina e alla autonomia delle regioni separatiste non sono state inviate da Mosca all’Occidente e rispedite al mittente in diverse occasioni nel corso degli anni e fino a pochi giorni prima dell’invasione?

12) L’Ucraina era considerata nei rapporti redatti dall’Unione europea almeno fino al 2014 una democrazia fatiscente, corrotta, in mano agli oligarchi, ricattata dalle forze naziste. Oggi è raccontata come baluardo delle democrazie occidentali contro l’autocratica Russia?

13) In Ucraina sono stati aboliti i partiti politici, c’è la legge marziale. Centomila e più giovani sono morti e continueranno a morire se la guerra non viene fermata. Questi giovani martiri sono volontari? Possono scegliere il proprio destino senza rischiare di essere fucilati come traditori della Patria?

14) In Ucraina almeno dal 2014 hanno addestrato le truppe militari che includono il battaglione Azov. La resistenza ucraina è stata spontanea, paragonabile alle sollevazioni della popolazione civile in Italia contro i tedeschi?

15) La Russia ha il Gdp del Texas. Come avrebbe potuto rappresentare una minaccia per l’Europa, la Polonia e i Baltici come ancora oggi si legge sulla stampa? Non ha la potenza economica per sostenere una politica imperialista in Europa. E infatti ha supplicato l’Occidente di lasciare almeno Ucraina e Georgia fuori della Nato, consapevole di non potere sostenere una guerra contro l’alleanza atlantica.

16) È vero che gli interessi delle industrie della difesa e dell’energia statunitensi sono ampiamente legati al perdurare della guerra? Al netto della retorica sulla difesa della libertà le classi dominanti possono indicarci gli interessi dell’Europa?

17) Parlare di difesa della libertà in Ucraina è propaganda. Perché? Andatelo a chiedere alle casalinghe che perdono mariti e figli. Domandate loro se vogliono la guerra o la neutralità dell’Ucraina, l’autonomia delle regioni separatiste, lo sviluppo economico e le riforme; se vogliono sacrificare i figli per la libertà di Kiev di entrare nella Nato.

18) La scelta statunitense di dividere il mondo in blocchi manterrà l’egemonia del dollaro nel cosiddetto regno delle democrazie. Quale è la strategia occidentale? Una lezione alla Russia? La caduta del regime di Putin? La sfida alla Cina per Taiwan? Nelle parole di Biden una volta liberati della minaccia russa bisognerà dedicarsi alla Cina, il vero avversario geopolitico. Vogliamo un mondo in perenne conflitto?

19) Zelensky ha per decreto impedito il dialogo con Putin e continua a ripetere, sostenuto dagli occidentali, che una mediazione si potrà avere solo se Mosca si ritira dalle regioni conquistate, Crimea inclusa. È questa una base realistica di mediazione: considerare precondizione l’obiettivo stesso del negoziato? Esiste una proposta di mediazione occidentale? Non sembrerebbe pervenuta.

20) È possibile sconfiggere una potenza che ha 6.000 testate nucleari? A quale rischio? L’invasione russa dell’Ucraina era stata prevista sin dal 2014 da Kissinger e più velatamente da Mearsheimer e Sergio Romano. È poi avvenuta. Gli strateghi occidentali non dovrebbero ammettere gli errori e scusarsi? Se non lo fanno sono evidentemente felici di avere raggiunto il loro obiettivo: che la Russia invadesse l’Ucraina.

21) La diplomazia ha la finalità di stabilizzare le aree geopolitiche. Vi sembra che stiamo stabilizzando le regioni orientali dell’Europa come abbiamo stabilizzato Afghanistan, Iraq, Libia? Ci accingiamo a portare il conflitto anche tra Taiwan e la Cina?

22) Bakhmut. I generali ucraini da tempo chiedevano il ritiro in buon ordine, che però Zelensky ha sempre rifiutato. Quanti giovani ucraini hanno sparso il loro sangue per il prestigio personale di un pagliaccio al potere?

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Ecco, come Pasolini con i suoi magnifici j’accuse al potere democristiano, pretendiamo una risposta a queste domande, pretendiamo una argomentazione razionale e puntiamo il dito contro i sepolcri imbiancati che hanno sulla coscienza questa carneficina, la vita dei tanti giovani ucraini che incensano di elogi e stringono in un abbraccio mortale.

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Forwarded from Giubbe Rosse
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🇷🇺 MOSCA ATTACCATA DA UNA TRENTINA DI DRONI UCRAINI
La capitale russa è stata attaccata da droni ucraini questa mattina all'alba. Secondo il sindaco Sergei Sobyanin, si registrano danni "lievi" agli edifici e nessuna vittima: "Stamattina, all'alba, un attacco di droni ha causato lievi danni a diversi edifici. Tutti i servizi di emergenza della città sono sul posto (...) Finora nessuno è rimasto gravemente ferito", ha detto Sobyanin.
All'attacco mattutino hanno preso parte dai 20 ai 30 droni kamikaze. Circa la metà sarebbero stati abbattuti dalla difesa aerea nei dintorni della capitale, 3 si sono schiantati contro case, alcuni sono rimasti impigliati su alberi e cavi mentre volavano a bassissima quota.

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Forwarded from RangeloniNews
🇷🇺 Mosca attaccata da 25 droni ucraini

Dopo gli attacchi russi di ieri, condotti contro l obiettivi militari nella capitale ucraina, Kiev si vendica lanciando circa 25 droni contro le palazzine di Mosca e dintorni. Numerosi droni sono stati intercettati, alcuni hanno colpito condomini, ma in buona parte dei casi l’ordigno esplosivo non è detonato.

Per buona parte si tratta di droni d'attacco UJ-22 Airborne, realizzati in Ucraina dalla “Ukrjet”. Si tratta di velivoli pilotati da remoto in grado di volare fino a 800 chilometri e di trasportare carichi fino a 15-20 chili.
Forwarded from Donbass italia
🎾 La Federazione francese di tennis non punirà Novak Djokovic per un messaggio a sostegno dei serbi del Kosovo durante il Roland Garros.

“Non ci sono regole ufficiali del Grande Slam su ciò che i giocatori possono o non possono dire. FFT non rilascerà alcuna dichiarazione né prenderà alcuna posizione in merito", hanno dichiarato gli organizzatori.

❗️ Djokovic, dopo il suo atto, ha detto che non avrebbe trovato scuse e lo avrebbe fatto di nuovo: “Questo è il minimo che potessi fare, mi sento responsabile, come personaggio pubblico e figlio di un uomo nato in Kosovo, sento il bisogno di sostenere tutta la Serbia”.

Fonte 🟩 RT in russo
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Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
PRESSIONI AMERICANE DIETRO IL LICENZIAMENTO DEL PROFESSORE LORENZO PACINI Nel caso qualcuno nutrisse ancora dei dubbi sullo stato coloniale dell'Italia, paese a tutti gli effetti sotto amministrazione yankee. "Lorenzo Pacini, docente di Filosofia politica all’Università privata “Lorenzo de’ Medici – Italian International Institute” di Firenze, è stato licenziato da questo Ateneo «per aver sostenuto la Russia», come lui stesso ha dichiarato. «Pochi giorni dopo la mia partecipazione alla Global Conference on Multipolarity, il rettore mi ha chiamato e mi ha detto che l’università aveva deciso di rescindere il mio contratto. Mi è stata concessa una settimana per concludere la mia attività», ha condiviso Pacini. Secondo quanto si legge, il rettore avrebbe preso questa decisione dopo aver subito pressioni da diplomatici americani: "Una mia collega, in condizione di anonimato, mi ha detto che un alto funzionario dell’ambasciata americana in Italia è venuto dalla nostra direttrice e le ha fatto pressioni. Letteralmente dicendo che se continuo a lavorare qui, verranno imposte sanzioni all’università. Vale a dire, il flusso di studenti americani e borse di studio americane si fermerà". (Fonte: Politicamentecorretto) @LauraRuHK
Forwarded from Giubbe Rosse
🇪🇺 EUROZONA. AD APRILE CONTINUA L'EMORRAGIA DAI DEPOSITI
Ad aprile è continuato il deflusso totale dai depositi dell'Eurozona, sebbene a un ritmo più lento rispetto a marzo. Tradotto, significa che ad aprile i correntisti hanno prelevato dai propri conti correnti nell'Eurozona più di quanto hanno depositato, anche se meno rispetto a marzo.

Tradotto in termini ancora più semplici? Denaro che se ne va. (Fonte: Eurostat, via Christophe Barraud)

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Forwarded from Vi racconto la Russia
Mentre la "controffensiva" ucraina continua a limitarsi ad attacchi terroristici che hanno solo impatto mediatico, la Russia continua a colpire con successo obiettivi militari.
Tanto da far parlare di "duri colpi" anche a La Repubblica.

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Partecipa ai Tour estivi a Mosca e San Pietroburgo
Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Summit di agenti dei servizi segreti italiani e israeliani...in Lombardia. "Lo scenario del coinvolgimento di personale dei Servizi ha iniziato a profilarsi in alcuni accadimenti successivi alla strage tipo l’anticipo in nottata, una volta rientrati negli alloggi, dei check-in nelle case prese in affitto e l’allontanamento ugualmente frettoloso dalle abitazioni-basi governative. Non risultano soggiorni in alberghi, quantomeno della zona. Un altro accadimento riguarda la velocità e la cura, perfino maniacale, con la quale dai lettighieri delle ambulanze coinvolte nei soccorsi sono stati acquisiti i singoli rapporti dell’attività, allo scopo evidente di chiudere nell’immediatezza eventuali diffusioni di nominativi. Le autopsie sveleranno la causa dei decessi: possibile l’annegamento ma non è escluso che una o più vittime siano rimaste incastrate nello scafo che affondava inabissandosi a sedici metri di profondità." (Fonte: Corriere della Sera) @LauraRuHK