Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Che strani questi italiani che si preoccupano più del caro vita che delle boiate che scrivono i giornali.

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Forwarded from Giubbe Rosse
JACK DORSEY ORA FA IL COMPLOTTISTA
L'ex CEO di Twitter ha pubblicato un tweet qualche ora fa nel quale parafrasa le famose parole di JFK "Farò la CIA in mille pezzi e la getterò vento", aggiungendovi anche "FBI e NSA". Il link rimanda a una foto di JFK.

Tutto molto bello. Peccato solo che, quando era lui alla direzione di Twitter, la piattaforma sia diventata un nido di spie, agenti federali e informatori di tutte le possibili organizzazioni governative e private, una sorta di "grande fratello" che segretamente cercava di controllare, condizionare e irreggimentare l'opinione pubblica, censurava account considerati ostili alla narrativa dominante, veicolava bufale ufficialmente sbugiardate come il Russiagate. I TwitterFiles sono una sentenza per il signor Dorsey.

Magari è un pentimento sincero, ma tardivo. Magari è solo un messaggio in codice per qualcuno che deve capire. Nell'incertezza, grazie, non compriamo niente.

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Forwarded from Piccolenote
🟩🇺🇸🇺🇦Il NYT sull’attacco nella zona di oggi titola cosi:

“SEMBRA CHE LE FORZE FILO-UCRAINE ABBIANO UTILIZZATO VEICOLI CORAZZATI DI FABBRICAZIONE STATUNITENSE NELL'INCURSIONE IN RUSSIA”

...Un funzionario statunitense ha affermato che il governo aveva visto rapporti sui social media secondo cui i veicoli erano stati utilizzati nell'incursione e stava continuando a esaminarli per determinare se fossero accurati.

“ Posso dire che siamo scettici in questo momento sulla veridicità di questi rapporti", ha detto Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato. Ha ribadito che gli Stati Uniti non hanno "incoraggiato o consentito attacchi all'interno della Russia, e lo abbiamo chiarito".

"Ma come abbiamo anche detto", ha aggiunto, "spetta all'Ucraina decidere come condurre questa guerra".

L'uso di attrezzature militari statunitensi sul suolo russo potrebbe mettere a dura prova le relazioni tra Ucraina e Stati Uniti, [speriamo n.d..r.] che hanno fornito all'Ucraina decine di miliardi di dollari in aiuti militari, con una delle condizioni che è che non venga utilizzato per attaccare la Russia all'interno dei propri confini .

“Sembra”…hanno detto…🇺🇸🇺🇦🟩

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Per spostare l'attenzione dalla disfatta di Bakhmut i giornali più venduti- Repubblica e Corriere in testa- danni ampio risalto alla vergognosa operazione condotta contro i civili di Belgorod da fantomatici "partigiani/nazisti". Nel frattempo l'alto commissario europeo Borrell confonde Belgorod con Belgrado. Ora si spiega perché va d'accordo con Di Maio. Il Fatto punta il dito contro i Benetton per la tragedia del ponte Morandi. Buon ascolto!
Con la partecipazione speciale di Giorgio Bianchi.

https://www.youtube.com/watch?v=stUuNNZz9cI

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Giorgio Bianchi Photojournalist pinned «Per spostare l'attenzione dalla disfatta di Bakhmut i giornali più venduti- Repubblica e Corriere in testa- danni ampio risalto alla vergognosa operazione condotta contro i civili di Belgorod da fantomatici "partigiani/nazisti". Nel frattempo l'alto commissario…»
Forwarded from RangeloniNews
Rocchelli, nove anni senza giustizia

Nel pomeriggio del 24 maggio del 2014 dal Karachun, un colle nei pressi di Slavyansk (dove allora si trovava la linea del fronte in Donbass), i militari ucraini aprirono il fuoco verso un gruppo di giornalisti che si trovavano di fronte a loro sul lato opposto del fronte, consapevoli del fatto che si trattava di persone disarmate. Sotto i colpi di mortaio sparati dai militari ucraini quel giorno morirono Andy Rocchelli, fotoreporter italiano, e il suo interprete Andrei Mironov.

Negli anni a seguire in Italia verrà arrestato Vitaly Markiv, un sergente della Guardia Nazionale ucraina accusato di aver preso parte alle azioni che hanno causato la morte di Rocchelli e Mironov. Arresto che il Ministero dell’Interno ucraino definì fu una “provocazione russa”.

Dopo la condanna in primo grado, la Corte d’Appello di Milano confermò la responsabilità ucraina dell’accaduto ritenendo che “l'attacco ha avuto luogo senza alcuna provocazione e offensiva, né da parte loro (dei reporter, n.d.r) né dei filorussi", appurando di fatto "l'intenzione di eliminare" i giornalisti. Eppure Markiv è tornato in patria come un eroe dopo essere stato assolto perché, oltre ogni ragionevole dubbio e per vizi di forma, non è stato possibile confermare che nel corso di quei 60 minuti (circa) in cui si sono svolti i fatti il sergente ucraino fosse effettivamente di turno presso le postazioni dalle quali è stato aperto il fuoco.
Forwarded from la fionda📕
Se il peso di una foto basta a far crollare il castello di carte che le cancellerie occidentali hanno imbastito per trascinarci in guerra.
Il peccato imperdonabile è stato questo: smascherare la narrazione ufficiale. Per questo l'hanno ammazzato, per questo le istituzioni non hanno voluto consegnare il colpevole alla giustizia.

A nove anni dall'omicidio, il nostro pensiero oggi va ad Andrea Rocchelli. Schedato dalle autorità ucraine nella famigerata lista di proscrizione Myrotvoretz, segnato come liquidato dopo la sua morte.
Chi parla di Pace senza citare il suo nome o è ignorante o è in malafede.

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Forwarded from Martina Pastorelli
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"Contrastare il cambiamento climatico, imbracciare questo tema cruciale, imporre regole destinate a una osservanza uniforme."

Il linguaggio della guerra (che Amato si vanta di condividere con le nuove generazioni) nella nuova società dell'emergenza e del conflitto permanenti.
Francia: interruzione dei voli aerei interni quando c'è un alternativa in treno che offra un viaggio in un tempo di due ore e mezza massimo.

Dicono che lo fanno per contrastare il riscaldamento climatico. Chiamare Austerità questo provvedimento ricorda troppo i tempi di guerra. ❤️
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La Russia e la Cina respingeranno le aspirazioni di un certo numero di paesi di imporre la loro volontà usando sanzioni, ha detto il primo ministro russo Mishustin durante l'incontro con Xi Jinping.

▪️ Mishustin ha aggiunto di essere sicuro che Russia e Cina creeranno condizioni favorevoli per progressi fiduciosi verso i loro obiettivi strategici condivisi.
Xi Jinping, durante l'incontro con il primo ministro russo Mishustin, ha affermato che si stanno sviluppando relazioni ad alto livello tra Russia e Cina e che la cooperazione multiforme viene implementata con fiducia

▪️ Xi Jinping ha anche chiesto a Mishustin di salutare Putin e ha sottolineato che la visita del primo ministro russo in Cina ha avuto successo.

(Fonte: Sputnik News - Tramite Laura Ruggeri).

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Forwarded from Piccolenote
🟦🇸🇾🇸🇦LA VITTORIA DI ASSAD, LA NUOVA STAGIONE DI BIN SALMAN E L’INUTILE VETRINA DI ZELENSKY

Il principe saudita Mohamed bin Salman...nell’ultimo anno ha cambiato casacca, divenendo il protagonista assoluto di una nuova stagione geopolitica, che vede il Medioriente aprirsi a una – prima impossibile – distensione regionale, che ha avuto come corollario il ritorno di Assad nella Lega araba.

Una giravolta che ha irritato non poco Washington, che ha cercato in tutti i modi di convincerlo a rinunciare all’impresa, senza riuscirci. L’invito di Zelensky alla Lega araba presumibilmente deriva da tali pressioni, un contentino concesso all’ex alleato d’oltreoceano, dal momento che il presidente ucraino nulla aveva a che fare con l’assise in questione.

…In tal modo, Zelensky ha goduto dell’ennesima vetrina internazionale, del tutto vuota di contenuti, e, in più, ha oscurato il ritorno di Assad nella Lega araba, attutendo la sconfitta epocale dei neoconservatori.

Sconfitta epocale perché contro il muro di Damasco si è infranto il mito delle guerre infinite...🇸🇾🇸🇦🟦

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Forwarded from Andrea Ra Music (Andrea Ra)
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Mio figlio James Rio è anche il mio batterista.
Suona come un pazzo ma poi ha anche un animo intimo meno conosciuto da tanti.

Vi posto un breve estratto del suo intervento suonato al piano durante una pausa acustica del concerto di Milano di sabato scorso.

Un momento molto particolare e abbastanza insolito da vedere ai miei concerti.

James Rio ❤️
Forwarded from Piccolenote
🟩🇧🇫🇧🇫THOMAS SANKARA: IL DEBITO È IL NUOVO COLONIALISMO

Un eroe sconosciuto ai più, un argomento di strettissima attualità (che ci riguarda anche da vicino), un discorso di rara lungimiranza che gli costò la vita. Riproponiamo un articolo vecchio ma attualissimo.

...Non possiamo rimborsare il debito perché non abbiamo di che pagarlo…perché non siamo responsabili del debito…perché gli altri ci devono ciò che le più grandi ricchezze non potranno mai ripagare: il debito del sangue. Noi pensiamo che il debito si analizzi prima di tutto dalla sua origine. Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo”.

“Quelli che ci hanno prestato denaro sono gli stessi che ci avevano colonizzato…che gestivano i nostri stati e le nostre economie. Sono i colonizzatori che indebitavano l’Africa con i finanziatori internazionali. Noi non c’entriamo nulla con quel debito né possiamo pagarlo”.

“Il debito è la prosecuzione del colonialismo con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici… sono loro che ci hanno proposto i canali di finanziamento. Siamo stati portati a compromettere i nostri popoli per 50anni… Il debito, nella sua forma attuale, controllato e dominato dall’imperialismo, è una riconquista dell’Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita e il suo sviluppo obbediscano a norme che ci sono completamente estranee, così che tutti noi siamo resi schiavi della finanza
...

Il discorso di Addis Abeba è del luglio dell’87.  Sankara sarà ucciso il 15 ottobre successivo.🇧🇫🇧🇫🟩

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ATTENZIONE RICICLONE

Per Bassetti la SARS COV2 è stata causata dal cambiamento climatico. E anche le prossime marchette televisive sono assicurate.

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Forwarded from La Mia Russia
Il primo ministro georgiano Irakli Garibashvili: "...Forse l'Ucraina e la Francia hanno aspettative diverse nei nostri confronti. Hanno dichiarato pubblicamente di voler vedere un secondo fronte in Georgia. Abbiamo già avuto abbastanza guerre". https://t.me/BIoomberg/21538
Inoltre, il primo ministro georgiano ritiene che l'economia del paese crollerà se imporrà sanzioni dirette contro la Russia. https://t.me/vibornyk/84187
Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
Leggendo i commenti di persone che si definiscono resistenti, dissidenti, anti-sistema, combattenti per la verita', ecc. spesso noto due tendenze, entrambe pericolose. Vi e' chi considera il gruppo BRICS una sorta di Internazionale degli oppressi che magicamente sconfiggera' "i piani satanici delle elite occidentali", intesi come transumanesimo, schiavitu' digitale, obbligo vaccinale e quant'altro sia in cima alla lista delle loro preoccupazioni. Poi in posizione opposta e speculare vi sono quelli che considerano i BRICS parte di un complotto per asservire ancora di piu' la popolazione mondiale, Xi Jinping starebbe cospirando con i Dem americani, l'OMS, Bill Gates e perche' no, anche Klaus Schwab. Tutti insieme appassionatamente elaborerebbero piani per imporre il Great Reset e il Nuovo Ordine Mondiale. Purtroppo queste narrazioni fantasiose fanno presa su chi non conosce il gruppo BRICS e non si e' mai preoccupato di approfondire che cosa sia e che cosa faccia. Questo e' il motivo per cui gli vengono attribuiti poteri e funzioni che non ha mai preteso di avere. In poche righe per non scrivere un saggio, potrei dire che le intenzioni dei paesi fondatori di questo gruppo sono molto chiare e limpide: creare rapporti piu' equi tra gli stati, favorire gli scambi (economici, commerciali, culturali, accademici...) e gli investimenti. Tutto cio' ha come inevitabile risultato quello di porre un argine all'egemonia USA permettendo cosi' ai vari stati membri di difendere meglio i propri interessi nazionali. La de-dollarizzazione e' una delle reazioni all'uso del dollaro come arma da parte degli USA e il frutto di una maggiore consapevolezza dei benefici che commerciare nelle valute nazionali apporta ai vari paesi. Ultimamente si parla anche di creare una moneta comune per facilitare i pagamenti, visto che i tassi di scambio delle valute nazionali cambiano in continuazione. BRICS non e' un'organizzazione rivoluzionaria per la liberazione del proletariato o di qualche minoranza oppressa. All'interno di ogni stato sono i rapporti di forza tra le classi e i gruppi di potere a determinare la forma di governo e la distribuzione della ricchezza prodotta. Non e' che aderendo ai BRICS+ uno stato diventa magicamente socialista o democratico o tecno-fascista. Non siamo nel Paese delle Meraviglie. Nessuno puo' delegare ad organismi transnazionali il lavoro politico, duro e quotidiano, che una reale liberazione richiede. @LauraRuHK
AVEVAMO FRAINTESO.
di Marco Travaglio.

Quando, esattamente 15 mesi fa, la Russia attaccò l’Ucraina, qualche certezza l’avevamo tutti.

Pensavamo che Kiev non c’entrasse nulla con la Nato, fuorché nella propaganda di Putin; poi la Nato intervenne cobelligerando e armando Kiev fino ai denti.

Pensavamo che il governo ucraino non c’entrasse nulla coi nazisti, fuorché nella propaganda di Putin. Poi Zelensky si portò un nazi del battaglione Azov (inquadrato nelle forze armate di Kiev) nel collegamento col Parlamento greco. E altre centinaia ne vedemmo uscire dall’acciaieria di Mariupol con i loro simpatici simboli nazisti e le loro svastiche tatuate.

Pensavamo che le nostre armi servissero per la resistenza dell’Ucraina contro gli attacchi della Russia; ora scopriamo che l’Ucraina le usa per attaccare la Russia con milizie di estrema destra che i giornaloni chiamano “partigiani russi”, ma senza spiegare perché partono dall’Ucraina e quando mai i nostri governi han dichiarato guerra alla Russia.

Pensavamo che, fra Ucraina e Russia, lo Stato terrorista fosse la Russia, come da black list della Nato e dunque dell’Ue. Poi gli ucraini hanno assassinato a Mosca Darya Dugina, figlia del filosofo Aleksandr. Poi il capo dei Servizi militari ucraini Budanov s’è vantato di “uccidere” i propagandisti russi “ovunque sulla faccia della terra fino alla vittoria”. Confermando che l’Ucraina è uno Stato terrorista che fa attentati con le nostre armi. Cosa peraltro già nota dal 2014, quando le sue forze armate assassinarono il giornalista italiano Andrea Rocchelli e il collega russo Andrej Mironov in Donbass, coperte dai depistaggi dei regimi Poroshenko-Zelensky.

Pensavamo che l’obiettivo fosse un cessate il fuoco e un negoziato per risparmiare altri morti e distruzioni; oggi basta dire “cessate il fuoco” per essere putiniani.

Pensavamo che Bakhmut fosse la Maginot degli ucraini, tant’è che in sei mesi ci han bruciato decine di migliaia di uomini e un’infinità di proiettili e armi; ora che l’esercito più potente d’Europa, armato dai 40 Stati della temibile “Nato allargata”, l’ha persa, nessuno ne parla più, come se fosse un paesucolo qualunque.

Avevamo capito che la controffensiva ucraina di primavera per riconquistare gli oblast di Lugansk, Donetsk, Kherson, Zhaporizhzhia e ovviamente la Crimea e poi trattare la resa di Putin sarebbe scattata in primavera; e ci auguriamo che arrivi in fretta, perché fra 26 giorni ci toccherà attendere la controffensiva d’estate.

Avevamo capito che la Russia sarebbe andata in default nella primavera 2022; ora leggiamo che il default lo rischiano gli Stati Uniti nella primavera 2023.

Avevamo capito che la prima vittima delle guerre è la verità. Ma forse stavolta si esagera.

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LA PROTESTA
Pacifisti sardi in corteo: “Noi occupati dalla Nato, basta con le esercitazioni”
BOMBE E ADDESTRAMENTO - In piazza il 2 giugno.

Si riuniranno in assemblea domenica. Poi, il 2 giugno, sfileranno tutti insieme, decine di sigle e associazioni, per dire no “all’occupazione militare della Sardegna”, i cui effetti sono ancor più evidenti dopo l’inizio della guerra in Ucraina. E così diversi movimenti hanno deciso di organizzarsi, in un maggio di enormi esercitazioni Nato nelle diverse basi della Regione (dal poligono di Capo Teulada all’aeroporto di Alghero) e pochi giorni dopo la notizia che potrebbe essere l’aerea militare di Decimomannu (Cagliari) a ospitare l’addestramento dei piloti ucraini a cui presto l’Ue invierà i jet F-16. Sfileranno, tra gli altri, sigle ambientaliste (come i Fridays for Future), sindacali (Cobas e Usb), pacifiste (Coordinamento Prepariamo la pace), partiti di sinistra (Potere al popolo, Unione popolare, Rifondazione) e molte altre realtà, coordinate dal movimento A Foras – Contro l’occupazione militare della Sardegna. Il nome dice già molto: “Dagli anni 50 la Sardegna è relegata all’interno della Nato al ruolo di servizio per la guerra – accusa Pierluigi Caria, attivista di A Foras – Qui sono sperimentate armi, siamo vittime dell’uranio impoverito. Tutto questo succede da anni, adesso si inserisce all’interno di un conflitto internazionale tra Nato e Russia”. Il tema non è soltanto il pacifismo. Lo spiega Elena Argiolas, 27 anni, un altro dei volti del movimento: “C’è un problema enorme di inquinamento dei mari e dell’aria, di occupazione del suolo a fini militari, di intere aree sottratte alle città per farne caserme, depositi o poligoni”.

Non solo. Il maggior coinvolgimento dell’Italia nel conflitto, in termini di invio di aiuti e di addestramento, corrisponde a un maggior coinvolgimento della Sardegna. E la cosa preoccupa gli attivisti: “Conosciamo la centralità della Sardegna e la sua posizione strategica nel Mediterraneo – dice Elena – L’addestramento per gli f-16 peggiora soltanto la situazione”. Pierluigi è esplicito: “Se le cose dovessero precipitare, potremmo anche diventare un bersaglio”.

L’obiettivo del corteo allora è sensibilizzare su quanto la Sardegna paghi il conto della nostra fedeltà atlantista, che di riflesso ha prodotto fin dal Dopoguerra un florido movimento anti-militarista. Tutti qui ancora ricordano la rivolta di Pratobello del 1969, quando migliaia di non violenti occuparono una vasta area di Orgosolo (Nuoro) dove l’Esercito avrebbe dovuto costruire un nuovo poligono. Dopo giorni di protesta, il progetto fu archiviato: “Noi continuiamo a lottare con lo stesso spirito”, è la versione di Pierluigi. La galassia pacifista era già scesa in piazza il 28 aprile, quando il collettivo Sardinnia Aresti aveva promosso un corteo: “L’imposizione di forme di economia come quella bellica – attaccava il collettivo – genera pesanti ricadute quali spopolamento e malattie, producendo solo pochissimi posti di lavoro e nessuna possibilità di sviluppo”.

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Forwarded from Giubbe Rosse
STUDIO: IL LOCKDOWN HA CAUSATO FINO A 18 MILIONI DI MORTI E 6.000 MILIARDI DI DANNI, OLTRE A DISTURBARE GRAVEMENTE I GIOVANI DAL PUNTO DI VISTA MENTALE.
E i risultati delle autopsie sono stati ignoranti: centinaia di migliaia di persone avrebbero potuto essere salvate. (Fonte: LaVerità)

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