Da quando ho memoria, non ricordo che dei presunti carnefici abbiano avuto tutto questo spazio mediatico (ben due interviste in 2 giorni, poi riprese da altre testate) per difendersi dalle accuse di quella che dovrebbe essere la vittima.

Vi ricordate i titoloni indignati contro La Russa che si era permesso di affermare che, secondo lui, il figlio era innocente?

Vi ricordate la reprimenda di Elly Schlein sul minare “la credibilità di chi denuncia” e sulla “vittimizzazione secondaria”?

“Si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato” (semicit)

Pordenone, madre e figlia di 16 anni aggredite e picchiate in strada da uno sconosciuto: il violento è un uomo sui 40/45 anni, carnagione olivastra, capelli ricci scuri, stesso colore degli occhi.

N.B. Però, per l’Anpi di Pordenone, i problemi sono il razzismo e il fascismo.

Questa volta, le transfemministe di Non una di meno non “bruciano tutto”

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Vi ricordate la crocifissione del padre di Turetta che, in carcere, cercava di rincuorare il figlio?

Vi ricordate la demonizzazione di quella famiglia perché non è stata capace di insegnare al figlio l’accettazione del rifiuto?

La pubblica gogna?

Ora la sorella di Moussa Sangare afferma che era un bravo ragazzo, cambiato poi per la droga, e che nessuno si è mosso per aiutarlo.

Insomma, se l’assassino è italiano, la colpa è della famiglia patriarcale mentre, se è di origini straniere, la colpa è dello Stato e va capito.

Pordenone (Aggiornamento), madre e figlia di 16 anni aggredite e picchiate in strada da uno sconosciuto: l’aggressore è un extracomunitario con “problemi psichici”.

N.B. Per l’Anpi di Pordenone, i problemi sono il razzismo e lo squadrismo.