Francesca Totolo (Unico canale)
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A Savona, la studentessa 13ENNE Giuseppina Ghersi fu prelevata, seviziata, stuprata e uccisa il 30 aprile del 1945 con un colpo di pistola dai partigiani.
La sua colpa?
Aver scritto un tema sul Duce.

Secondo l’Anpi, era una “spia fascista”. Una tredicenne?
L’eccidio di Schio: nella notte tra il 6 e il 7 luglio 1945, a GUERRA FINITA, un gruppo formato da partigiani del battaglione "Ramina-Bedin" della divisione garibaldina "Ateo Garemi" uccise 54 persone, di cui 14 donne (4 ancora minorenni).
Il 25 aprile, presenterò il libro “Emergenza antifascismo” a L’Aquila per ricordare le vecchie e le nuove violenze degli antifascisti, da sempre censurate dalla sinistra.
Nella notte fra il 19 e il 20 maggio 1945, a GUERRA FINITA, la famiglia Biamonti (padre, madre, figlia 23enne Angela Maria e la domestica) fu sterminata dopo essere stata fermata e trattenuta per “accertamenti” in un campo di prigionia, uno dei due famigerati gulag, creati e gestiti dai partigiani comunisti nel savonese.

I partigiani nascosero i corpi in una fossa con una lapide fasulla: “Luigi Tosi, di anni 84, la famiglia pose” e depredarono la casa della famiglia.
Con l’inganno, a Baricella, i partigiani rapirono le giovani sorelle Wilma ed Elia Vecchietti e di loro ufficialmente non si seppe più nulla.

La loro colpa? Wilma era stata la fidanzata di un ufficiale tedesco. La ragazza però, come impiegata comunale, era riuscita ad ottenere permessi di circolazione, anche per i partigiani.

In un libro, il partigiano Elio Cicchetti confessò che le due ragazze furono uccise e i loro corpi buttati nei campi.
Fucile impugnato al contrario, altro fucile puntato verso la testa: ciak si gira!
Il 28 agosto del 1944, la famiglia Ugazio, il padre Giuseppe, le figlie Cornelia (21 anni) e Mirka (13 anni), fu rapita da una banda di partigiani a Galliate.

Dopo aver assistito all’assassinio del padre, le due ragazze furono stuprate da una ventina di partigiani che, credendole morte, buttarono i loro corpi in una fossa.

Un partigiano confessò nel 1997: “Le sorelle Ugazio furono sopraffatte da una ventina di uomini, a Cornelia spaccarono il cranio con il calcio del mitra e a Mirka schiacciarono il collo con uno scarpone per soffocarla”
“Fosse anche la mia morte, purché l'Italia viva. Io vivo per la Patria e per la Patria ho giurato la morte”

Margherita Audisio, ausiliaria appena 20enne, fucilata dai partigiani all’inizio del maggio 1945, a GUERRA FINITA.
La sinistra riparta da Fini!
Eccidio di Porzûs: nel febbraio del 1944, un gruppo di partigiani comunisti, in prevalenza gappisti, uccise diciassette partigiani delle Brigate Osoppo (formazioni di orientamento cattolico e laico-socialista), pure una donna, loro ex prigioniera.

Nessuno pagò mai per quella strage.
Il 4 maggio del 1945, a GUERRA FINITA, le ausiliarie Jole Genesi e Lidia Rovilda furono catturate alla stazione Centrale di Milano e poi torturate all’hotel San Carlo di Arona. Dopo essersi rifiutate di rivelare dove si fosse nascosta la loro comandante provinciale, furono uccise dai partigiani.
Servizio posato che ritrae la resistenza: Photoshop prima di Photoshop
“Una delle giovani ritratte nella foto, Aniuska (al centro), giunta dalla Polonia con la sorella, ricevette il fucile da alcuni partigiani. Ore dopo lo scatto, a causa di un errore, venne uccisa dalla sorella, che a sua volta aveva ricevuto un’arma”