Francesca Totolo (Unico canale)
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Mi ricorda tanto la falsa notizia sul “bimbo di quattro anni che fa il saluto fascista” per cui Berizzi è stato sanzionato dall’Ordine dei giornalisti.

Il “debate” è una pratica didattica molto comune per stimolare il confronto degli studenti e “topico” è la parola che definisce in gergo l'argomento della mozione su cui si dibatte.

Quindi, la preside non è in alcun modo revisionista.

Berizzi bocciato!
Uscito dalla porta (cacciato dagli elettori italiani), rientra dalla finestra spalancata dalla UE.
A San Damaso, il veterinario Carlo Pallotti, sua moglie Maria e i loro due figli, Luciano (14 anni) e Maria Luisa (12 anni) furono brutalmente uccisi da 8 partigiani delle SAP e dei GAP.
A Pieve di Cento, i sette fratelli Govoni, Dino, Marino, Emo, Giuseppe, Augusto, Primo e Ida furono rapiti, torturati, seviziati e uccisi dai partigiani della “Brigata Paolo”.

La 20enne Ida morì tra sevizie orrende, invocando la sua bambina di appena 2 mesi.
A Savona, la studentessa 13ENNE Giuseppina Ghersi fu prelevata, seviziata, stuprata e uccisa il 30 aprile del 1945 con un colpo di pistola dai partigiani.
La sua colpa?
Aver scritto un tema sul Duce.

Secondo l’Anpi, era una “spia fascista”. Una tredicenne?
L’eccidio di Schio: nella notte tra il 6 e il 7 luglio 1945, a GUERRA FINITA, un gruppo formato da partigiani del battaglione "Ramina-Bedin" della divisione garibaldina "Ateo Garemi" uccise 54 persone, di cui 14 donne (4 ancora minorenni).
Il 25 aprile, presenterò il libro “Emergenza antifascismo” a L’Aquila per ricordare le vecchie e le nuove violenze degli antifascisti, da sempre censurate dalla sinistra.
Nella notte fra il 19 e il 20 maggio 1945, a GUERRA FINITA, la famiglia Biamonti (padre, madre, figlia 23enne Angela Maria e la domestica) fu sterminata dopo essere stata fermata e trattenuta per “accertamenti” in un campo di prigionia, uno dei due famigerati gulag, creati e gestiti dai partigiani comunisti nel savonese.

I partigiani nascosero i corpi in una fossa con una lapide fasulla: “Luigi Tosi, di anni 84, la famiglia pose” e depredarono la casa della famiglia.
Con l’inganno, a Baricella, i partigiani rapirono le giovani sorelle Wilma ed Elia Vecchietti e di loro ufficialmente non si seppe più nulla.

La loro colpa? Wilma era stata la fidanzata di un ufficiale tedesco. La ragazza però, come impiegata comunale, era riuscita ad ottenere permessi di circolazione, anche per i partigiani.

In un libro, il partigiano Elio Cicchetti confessò che le due ragazze furono uccise e i loro corpi buttati nei campi.
Fucile impugnato al contrario, altro fucile puntato verso la testa: ciak si gira!
Il 28 agosto del 1944, la famiglia Ugazio, il padre Giuseppe, le figlie Cornelia (21 anni) e Mirka (13 anni), fu rapita da una banda di partigiani a Galliate.

Dopo aver assistito all’assassinio del padre, le due ragazze furono stuprate da una ventina di partigiani che, credendole morte, buttarono i loro corpi in una fossa.

Un partigiano confessò nel 1997: “Le sorelle Ugazio furono sopraffatte da una ventina di uomini, a Cornelia spaccarono il cranio con il calcio del mitra e a Mirka schiacciarono il collo con uno scarpone per soffocarla”
“Fosse anche la mia morte, purché l'Italia viva. Io vivo per la Patria e per la Patria ho giurato la morte”

Margherita Audisio, ausiliaria appena 20enne, fucilata dai partigiani all’inizio del maggio 1945, a GUERRA FINITA.
La sinistra riparta da Fini!