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📧 Una settimana fa abbiamo lanciato un grande mail bombing su parlamentari ed europarlamentari per chiedere una ricostruzione improntata alla riconversione ecologica. Abbiamo scritto a più di 1000 dei nostri rappresentanti, spedendo in totale oltre 675.000 email. In diversi ci stanno rispondendo, alcuni in maniera particolarmente... Accanita.

👮‍♂️Qualcuno dice di vergognarci e minaccia di denunciarci alla polizia postale.

🐗 Qualcuno ci assicura che "appena posso vado a sparare un animale pensando a voi", ci augura le peggiori sciagure dell'universo (ad esempio "un controllo dell'Agenzia delle Entrate") e dichiara che più insistiamo e più lui inquina, dando grande esempio di maturità di fronte ai cittadini che rappresenta. Che volesse solo scherzare?

♻️ Qualcuno ci ha risposto più seriamente e ha rivendicato i risultati ottenuti con il nuovo decreto, o ha ribadito la sua sensibilità al tema.

🇮🇹 C'è una grande differenza tra queste diverse risposte? Finora, nessuno dei partiti italiani - né al governo, né all'opposizione - ha dimostrato di aver compreso la portata epocale della sfida davanti alla quale ci troviamo. Nessuno ha avuto l'ardire di combattere per una seria politica di riduzione delle emissioni, di lottare per un vero #RitornoAlFuturo.

💬 Abbiamo riso agli insulti e apprezzato la buona volontà - così come quella di altri deputati, come gli On. Fioramonti e Muroni, che da tempo hanno dichiarato di sostenere la nostra campagna - ma vogliamo che essa si concretizzi in serie misure per la riconversione ecologica del paese - misure dalle quali, nonostante alcuni segnali incoraggianti, siamo ancora lontanissimi.

🥾Come primo passo, chiediamo a tutti coloro che hanno dichiarato di sostenerci di firmare la nostra campagna Ritorno Al Futuro e di condividere e sostenere i nostri 7 punti per una giusta ripartenza!

📣 "Ricorderemo queste parole quando verrà il momento di decidere da che parte stare", diremmo forse in un'altra occasione. Ma il momento di agire è ora, e dobbiamo pretendere che le parole si trasformino in fatti fin da subito!

#RitornoAlFuturo

Le mail finora arrivateci sono state spedite dall'europarlamentare Pietro Fiocchi e dai Senatori della Repubblica Mallegni, Maria Rizzotti, Francesco Mollame, Gianmarco Corbetta, Daniele Manca e Roberto Rampi.
🔥 INCENDIO AL PETROLCHIMICO DI PORTO MARGHERA, VENEZIA 🔥

📆 Le immagini che vedete vengono dallo stabilimento dell’azienda 3V Sigma Spa: questa mattina, in seguito ad un’esplosione ha preso fuoco, causando anche diversi feriti.⠀

🌍 In un Paese già colpevolemente in ritardo nell'affrontare l'emergenza climatica, ci ritroviamo a subire l’ennesimo disastro ambientale sulla nostra pelle. Nonostante la crisi sanitaria che stiamo attraversando e i numerosi appelli per una ripartenza diversa dal passato, già possiamo vedere le conseguenze della ripresa di un sistema produttivo estremamente pericoloso per le nostre vite.⠀

🗺 Il territorio di #PortoMarghera attende da anni finanziamenti per i marginamenti dell’area SIN, ma non ha mai visto una reale riconversione ecologica dell'area. Le scelte delle amministrazioni locali negli ultimi anni si sono sempre concentrate su altro, senza lavorare per proteggere e tutelare la città e promuovendo opere totalmente inefficaci come il Mose, difendendo il passaggio delle Grandi Navi in laguna e tutt'ora, nonostante l'inarrestabile crisi climatica ci costringa a pensare ad un sistema diverso, è in programma la costruzione di un nuovo inceneritore a Fusina.⠀

📣 Di fronte all’emergenza climatica sempre più incombente, ai disastri ambientali che sono quasi all’ordine del giorno, è necessario invertire la rotta e adottare un sistema di sviluppo che metta al primo posto la riduzione drastica delle emissioni inquinanti, la salvaguardia dei territori, la salute pubblica e la vita di tutte e tutti.⠀

🚫 Non è più possibile continuare a sviluppare impianti industriali che producono materiali nocivi: le produzioni vanno riconvertite e i lavoratori vanno formati per realizzare le bonifiche che aspettiamo da anni.⠀

🔴 I governi e le istituzioni devono prendere provvedimenti immediati per fronteggiare l’emergenza, riconvertendo tutti gli stabilimenti industriali che mettono a rischio l’ambiente e la salute. Abbiamo il dovere di garantire alle prossime generazioni un futuro dignitoso, che metta al centro la vita e la difesa del nostro Pianeta, anziché il profitto e gli interessi economici.⠀

#Venezia
🔴 PANDEMIA ED EMERGENZA CLIMATICA: QUATTRO IMPORTANTI ANALOGIE 🔴

Entrambe sono, all’inizio, “invisibili”, e hanno un “periodo d’incubazione” - settimane in un caso, anni nell’altro - che ne maschera la gravità.⠀
🌐 Entrambe sono pervasive: riguardano l’intero pianeta e nessuno può considerarsi tanto lontano o estraneo dal subire qualche conseguenza.⠀
😷 Entrambe affliggono tutti, ma colpiscono, con particolare violenza, le persone e le categorie più fragili e disagiate.⠀
🤝 Infine, per entrambe, le soluzioni coincidono con grandi cambiamenti su scala globale.⠀

In sostanza: l'EmergenzaClimatica è una pandemia “al rallentatore”

📛 Cogliamone i segnali e impariamo dagli errori che ci hanno portato fin qui. L’unica cura possibile per l’emergenza climatica è la prevenzione: agiamo prima che il problema diventi così drammatico da non poter essere più né ignorato, né risolto. Questa è la chiave: quando il problema sarà evidente a tutti, sarà anche troppo tardi per risolverlo.⠀

🍃 Durante il lockdown il mondo ha rallentato la sua corsa. Ora non si tratta più di ragionare in termini di rallentamento, ma di cambiamento. Abbiamo una finestra temporale di pochi mesi per decidere come tutto quanto andrà a finire. E sta a noi scegliere, adesso.⠀

Dobbiamo cambiare adesso.⠀

🗣 A parte privilegiare scelte individuali sostenibili, c’è qualcosa in più che ciascuno di noi può fare: continuare a parlare di Crisi Climatica, mantenere alta l’attenzione, unire le nostre voci in un'onda continua che esercita una pressione crescente. Non ci verrà data un'altra chance.⠀

📰 Leggi l'articolo di Annamaria Testa su Internazionale!

(credits immagine: Néle Azevedo, Monumento minimo @neleazevedo)
🗣 #TALKSFORFUTURE #7
Webinar FFF con scienziate, autori e attiviste, nonché esperti internazionali di alto livello.

🌍 Il settimo webinar si è tenuto ieri, venerdì 15 maggio.

🎙 L'ospite di questa settimana aiuta a riflettere sull'insegnamento a scuola delle tematiche legate all'emergenza climatica 🍃
Si tratta di Mary Skuodas, attivista di UKSCN (Student Climate Network) e responsabile della campagna britannica Teach the Future. Il webinar è moderato da Maria Jagodzinska di FFF Polonia.

🔜 Seguitelo (in lingua Inglese) sul canale YouTube di FFF, oppure su Twitter

Buon Ascolto!

#TalksForFuture
+++ CLIMATE QUIZ #4 +++

Ci sono arrivate tante domande sulla piaga di cavallette, ricomparse in questi giorni nel Nuorese, in parallelo alle simili immagini spaventose di sciami di locuste provenienti dal Corno d'Africa - ecco allora un breve Q&A:

- Cavalletta o locusta? Si definiscono locuste le cavallette che possono, nel caso di condizioni climatiche e ambientali adatte, iniziare a sciamare in massa, caratteristica chiamata "polifenismo di fase", per cui... come preferite, ma il suo nome più tipico è un altro ancora!

- No, non si tratta della stessa specie dell'africana locusta del deserto (Schistocerca gregaria): quello che sta dilagando in Sardegna è il Grillastro crociato, Dociostaurus maroccanus. Punti extra per chi risale al cognome dello scienziato che lo battezzò. (E: no, non è parente :-D )

- No, nonostante quel "maroccanus", non si tratta di una "invasione", né di sciami che hanno attravversato il Mediterraneo: questo ortottero è da considerare endemico in tutta l'Italia (e oltre, dalla Canarie fino in Kazakhstan) - a meno che qualcuno voglia "politicizzare" lo spostamento di specie che risale a circa 7 milioni di anni fa, quando le terre emerse del Bacino Mediterraneo non erano divise dalle acque :-D

- No, non si tratta di un fenomeno biblico, né del destino: in realtà queste locuste sciamarono in Sardegna già l'anno scorso, notizia che finì su tutte le prime pagine. Ma le misure preventive di cui già allora si capiva la necessità... semplicemente non furono prese. (Vi ricorda niente?)

- Si, la piaga di quest'anno è destinata ad essere più grave di quella dell'anno scorso, ma no, non è per niente la più grave di sempre - o vogliamo dimenticare quelle storiche del 1832, o del 1933, o perfino quella davvero immensa in tutta l'Italia nel triennio 1944-1946, di cui il capitolo sardo si meritò menzione in innumerevoli opere letterarie, e perfino un documentario dedicato dall'Istituto Luce (cercate "Le Cavallette nel 1946" su YouTube!)? (Chiedete alle vostre nonne e nonni!)

- No, non è il caso di chiedere alla Cina di mandare centomila anatre (una mezza bufala già quando se ne parlò per la piaga di locuste in Africa): come si imparò in Sardegna proprio nel 1946, la risposta più formidabile per contenere la proliferazione esponenziale del grillastro crociato la fornisce il piccolo Mylabris variabilis, ghiotto oofago (mangiatore delle uova del grillastro), introdotto dal Lazio proprio quell'anno. (Altro che DDT o arsenico!)

MA ALLORA CHE C'ENTRA CON LA CRISI CLIMATICA ED ECOLOGICA? Beh, c'entra, ma un po' diversamente dal caso del Corno d'Africa. Le due piaghe hanno la fonte comune in colui che sta causando la crisi climatica: l'uomo. Tant'è vero che in Marocco il grillastro crociato ha un altro nome: si chiama djerad-el-adami, la "locusta dell'uomo". La sua proliferazione infatti è da sempre strettamente correlata all'attività antropica sul suolo e sugli ecosistemi locali. Predilige, per esplodere in sciame, zone disboscate per fini più "produttivi", ma anche campi abbandonati. Le sempre più frequenti stagioni di caldo e siccità fuori norma contribuiscono, certo. Ma la radice più diretta della piaga nel Nuorese è un equilibrio perduto tra le attività dell'uomo e gli ecosistemi che ci ospitano. Nel caso della Sardegna c'entra la deforestazione selvaggia nei secoli scorsi, c'entra lo sconvolgimento di colture dovuto alla filossera, c'entra l'arrivo della pastorizia massiccia importata da Roma, c'entra l'abbandono delle campagne, c'entra... quello che facciamo, e soprattutto quello che non vogliamo imparare a smettere di fare.

Che dire - forse anche qui da noi finiremo per buttarla in cucina: ci sono tante ricette tradizionali yemenite da riscoprire, anche in Australia già si parla di "sky prawns"! ;-D

(illustrazione: Consagración de la primavera di Osmeivy Ortega Pacheco, 2017 @osortegarte)
"Sì va beh, però agire costa troppo, dove li troviamo sti soldi?"

💸 Domanda più che lecita. Ma quanto ci costerebbe non agire? Oltre ai danni ambientali, quali sono quelli economici? E quali sarebbero le conseguenze?

🎙Ce ne parla Giovanni Mori di Fridays For Future Brescia nel suo specialissimo #podcast, e questa volta con un superospite: Tommaso Felici di Fridays For Future Torino, laureando in Economia Ambientale!

📣 Per questo e per tanti altri approfondimenti, ascolta Emergenza cliMattina su Spreaker o Spotify!