E tu cosa scegli? Pillola rossa🥩 (al sangue magari) o pillola blu💧?
Scegli bene, perché di acqua ne rimane poca #siccità
#crisiclimatica
Fonti:
• Water Footprint
• Nature
• Statista
Scegli bene, perché di acqua ne rimane poca #siccità
#crisiclimatica
Fonti:
• Water Footprint
• Nature
• Statista
PS: abbiamo provato a rifare il calcolo, e dalle fonti che abbiamo utilizzato ci risulta che avanzino ancor più litri d'acqua da bere e per lavarsi nella seconda opzione :)
E a voi?
E a voi?
Com’è vivere a +2°C? 🌡️ Questi giorni di caldo torrido ce ne danno un assaggio.
‼️ La cosa più pericolosa che possiamo fare è abituarci a sentire “Temperatura Record” o “Mai stato così caldo”.
Questi sono solo i primi effetti della crisi climatica. Non possiamo fare finta di niente.
Dobbiamo agire ADESSO
Fonti: Valigia Blu
Scott Duncan
#siccità
#emergenzaclimatica
#clima
#caldo
#ClimateJusticeNow
‼️ La cosa più pericolosa che possiamo fare è abituarci a sentire “Temperatura Record” o “Mai stato così caldo”.
Questi sono solo i primi effetti della crisi climatica. Non possiamo fare finta di niente.
Dobbiamo agire ADESSO
Fonti: Valigia Blu
Scott Duncan
#siccità
#emergenzaclimatica
#clima
#caldo
#ClimateJusticeNow
Studiando per dimostrare di essere più MATUR3 del 99% della classe dirigente
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I TG consigliano di bere molta acqua e non uscire nelle ore più calde.
Anche oggi ci tocca parlare di #caldorecord. Quella di oggi è una giornata storica per il nostro paese: con 40°C a #Firenze e #Roma abbiamo registrato la #temperatura #record per il mese di giugno da quando esistono le misurazioni.
La #crisiclimatica avanza e sta a noi fermarla. Chi governa ha intenzione di agire o continua a sperare che qualcosa magicamente si aggiusti?
#hot #caldo #estate2022
Fonte: https://it.weatherspark.com/
La #crisiclimatica avanza e sta a noi fermarla. Chi governa ha intenzione di agire o continua a sperare che qualcosa magicamente si aggiusti?
#hot #caldo #estate2022
Fonte: https://it.weatherspark.com/
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🔥Dal 3 al 6 Luglio andiamo tuttɜ a trovare il Parlamento Europeo a Strasburgo per ricordargli di votare contro la Tassonomia Europea🔥
Scrivici in nei commenti per info e recupera i post precedenti della campagna #NotMyTaxonomy 💚
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<< Le ragioni della convergenza del 25 e 26 marzo crescono ogni giorno di più. Insorgere e convergere diventa ogni giorno di più necessario. Ogni giorno si moltiplicano “le crisi”: bellica, energetica, idrica, alimentare, debitoria, pandemica, inflattiva ecc.. Ognuna di queste crisi, presa singolarmente, alimenta “stati di emergenza” funzionali a rinviare, reprimere, inibire qualsiasi reale processo di cambiamento, scavalcando le più basilari forme di controllo democratico e popolare.
Queste crisi, invece, prese insieme, valutate complessivamente, sono parte di un’unica crisi di sistema. E in quanto tali, confermano invece l’urgenza di dare vita a un cambiamento radicale e non rinviabile.
Tutti i piani di transizione energetica e climatica messi in campo dalle attuali istituzioni si rivelano nella migliore delle ipotesi inefficaci, lenti, insufficienti. Nella peggiore delle ipotesi invece sono vere e proprie opere di inganno gattopardesche, dove tutto cambia per non cambiare nulla.
La realtà è che non si può raggiungere la giustizia climatica senza toccare gli interessi economici più profondi e dominanti nella società.
Non si può raggiungere la giustizia climatica senza scontrarsi contro la fitta rete di interessi economici ai vertici della società.
E per realizzarla è fondamentale ripensare radicalmente il modello di produzione e consumo, attualmente basato sulla forte asimmetria di potere.
Il che implica, fra le altre cose: proprietà collettiva di settori chiave per condurre una politica industriale in linea con i principi di rispetto dell'ambiente, necessità e sufficienza, abbattendo i consumi dei più ricchi, tutelando così le fasce più deboli della popolazione, diminuendo contemporaneamente il peso climatico del consumo dei supericchi e stabilendo, attraverso la redistribuzione, delle misure di welfare veramente universali e che riconoscano l’importanza delle attività di cura.
Al contempo lo stato di precarietà lavorativa, disoccupazione da un lato e eccesso di lavoro dall’altro, povertà assoluta e relativa, vanno aumentando vorticosamente. L’inflazione galoppa alimentata da speculazione finanziaria, guerra, concorrenza tra potenze dall’impazzimento della catena di valore capitalista.
La scala mobile dei salari, il salario minimo, la riduzione d’orario a parità di salario diventano misure di sopravvivenza fondamentali.
La ripresa del Pil post Covid, basata su intensificazione di sfruttamento e precarietà, volge già al termine. Si avvicina una nuova recessione. Sarà basata su intensificazione di sfruttamento e precarietà.
📣 Il 25 e 26 marzo siamo scesɜ in piazza per questo, per altro e per tutto. Abbiamo sancito in primo luogo che non esiste contrapposizione tra questione sociale e ambientale, che il programma sociale di cambiamento deve discendere dalle esigenze di vita e che le esigenze di vita del pianeta – l’unico che abbiamo – sono quelle di una rapida e radicale giustizia climatica. Ma abbiamo anche sancito che di fronte a una crisi complessiva, di sistema, abbiamo perso tuttɜ il diritto alla settorialità, alla ristrettezza di vedute, alla mobilitazione corporativa o isolata, alla frantumazione e al settarismo.
Abbiamo invece il dovere di convergere, per accumulare il più rapidamente possibile le forze necessarie a insorgere e ribaltare l’attuale situazione.
Con questo spirito ci ritroveremo ancora una volta unitɜ nel Climate Social Camp di Torino dal 25 al 29 luglio, appuntamento che deve essere centrale non solo per le reti di lotta ecologista e climatica ma anche per le vertenze del lavoro e per tutti gli altri movimenti sociali. Questo momento sarà cruciale per porre le basi per una più ampia lotta autunnale, che parta dalla specificità dei vari territori e possa veramente unire i vari gruppi troppo spesso frammentati e isolati.
Con questo spirito organizzeremo in autunno una discussione nazionale sul Polo Pubblico della Mobilità Sostenibile.
Queste crisi, invece, prese insieme, valutate complessivamente, sono parte di un’unica crisi di sistema. E in quanto tali, confermano invece l’urgenza di dare vita a un cambiamento radicale e non rinviabile.
Tutti i piani di transizione energetica e climatica messi in campo dalle attuali istituzioni si rivelano nella migliore delle ipotesi inefficaci, lenti, insufficienti. Nella peggiore delle ipotesi invece sono vere e proprie opere di inganno gattopardesche, dove tutto cambia per non cambiare nulla.
La realtà è che non si può raggiungere la giustizia climatica senza toccare gli interessi economici più profondi e dominanti nella società.
Non si può raggiungere la giustizia climatica senza scontrarsi contro la fitta rete di interessi economici ai vertici della società.
E per realizzarla è fondamentale ripensare radicalmente il modello di produzione e consumo, attualmente basato sulla forte asimmetria di potere.
Il che implica, fra le altre cose: proprietà collettiva di settori chiave per condurre una politica industriale in linea con i principi di rispetto dell'ambiente, necessità e sufficienza, abbattendo i consumi dei più ricchi, tutelando così le fasce più deboli della popolazione, diminuendo contemporaneamente il peso climatico del consumo dei supericchi e stabilendo, attraverso la redistribuzione, delle misure di welfare veramente universali e che riconoscano l’importanza delle attività di cura.
Al contempo lo stato di precarietà lavorativa, disoccupazione da un lato e eccesso di lavoro dall’altro, povertà assoluta e relativa, vanno aumentando vorticosamente. L’inflazione galoppa alimentata da speculazione finanziaria, guerra, concorrenza tra potenze dall’impazzimento della catena di valore capitalista.
La scala mobile dei salari, il salario minimo, la riduzione d’orario a parità di salario diventano misure di sopravvivenza fondamentali.
La ripresa del Pil post Covid, basata su intensificazione di sfruttamento e precarietà, volge già al termine. Si avvicina una nuova recessione. Sarà basata su intensificazione di sfruttamento e precarietà.
📣 Il 25 e 26 marzo siamo scesɜ in piazza per questo, per altro e per tutto. Abbiamo sancito in primo luogo che non esiste contrapposizione tra questione sociale e ambientale, che il programma sociale di cambiamento deve discendere dalle esigenze di vita e che le esigenze di vita del pianeta – l’unico che abbiamo – sono quelle di una rapida e radicale giustizia climatica. Ma abbiamo anche sancito che di fronte a una crisi complessiva, di sistema, abbiamo perso tuttɜ il diritto alla settorialità, alla ristrettezza di vedute, alla mobilitazione corporativa o isolata, alla frantumazione e al settarismo.
Abbiamo invece il dovere di convergere, per accumulare il più rapidamente possibile le forze necessarie a insorgere e ribaltare l’attuale situazione.
Con questo spirito ci ritroveremo ancora una volta unitɜ nel Climate Social Camp di Torino dal 25 al 29 luglio, appuntamento che deve essere centrale non solo per le reti di lotta ecologista e climatica ma anche per le vertenze del lavoro e per tutti gli altri movimenti sociali. Questo momento sarà cruciale per porre le basi per una più ampia lotta autunnale, che parta dalla specificità dei vari territori e possa veramente unire i vari gruppi troppo spesso frammentati e isolati.
Con questo spirito organizzeremo in autunno una discussione nazionale sul Polo Pubblico della Mobilità Sostenibile.
E con questo spirito invitiamo ogni prossima scadenza ecologista a farsi parte di un ideale nuovo Insorgiamo Tour; invitiamo ogni vertenza e organizzazione sindacale, ogni lotta sociale a integrarsi e farsi contaminare dalla lotta ambientale, a presenziare i diversi campeggi e incontri ecologisti. E attraverso questo intreccio valuteremo insieme la possibilità di un nuovo “tenetevi libere e liberi” per quest’autunno. >>
#insorgiamo
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