Una delle azioni fondamentali per garantire una giusta transizione ecologica che non lasci indietro nessuno è la rinegoziazione del debito per i Paesi del Sud del mondo. 

Conseguenza del colonialismo e dei meccanismi di aggiustamento strutturale dovuti alla cosiddetta crisi del debito del Sud Globale, lo scambio ineguale ha infatti prodotto una valutazione al ribasso di beni, lavoro e servizi delle nazioni in via sviluppo o più povere, da cui è possibile ricavare grandi profitti proprio grazie alla differenza, in particolar modo salariale, con i corrispettivi occidentali. 

In sostanza si concedevano prestiti ai Paesi del Sud del mondo – come Africa, America Latina, America Centrale, India, Sud-est asiatico e molti paesi del medio ed estremo Oriente – e questi in cambio cedevano la loro sovranità economica. Le politiche imposte tramite il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale prevedevano austerità, privatizzazione, liberalizzazione, contenimento dell’inflazione. 

La maggior parte di quei debiti continua a essere pagata ancora oggi, anche a causa del tasso composto dei prestiti, e ciò impedisce a molti governi di investire in un welfare adeguato, svaluta i principali beni e risorse del proprio Paese, produce disoccupazione diffusa e la perdita di tutele e controlli. La forte richiesta che viene da più parti del mondo di impedire i prestiti condizionati e annullare gli interessi dei vecchi è la base per un intervento indipendente da parte di quelle nazioni nell’affrontare le molteplici crisi del presente.

Ora che ci troviamo ad affrontare la crisi più devastante, quella climatica, sappiamo che l’unica possibilità è garantire la sostenibilità sociale ed economica di tutti i Paesi. Per questo, per permettere un reale sviluppo autonomo anche dalle zone più povere è necessaria la cancellazione del debito.

In collaborazione con @thevision

☄ ABBIAMO SPOILERATO #DONTLOOKUP ALLA CAMERA DEI DEPUTATI 🤫

"La buona notizia è che a noi non ci aspettano lacrime e sangue, per fortuna. La brutta notizia è che se aspettiamo ancora le vedremo arrivare."

Non è uno spoiler di #dontlookup, ma è ciò che l'attivista Giacomo Zattini ha detto nell'intervento per Fridays For Future Italia alla #CameradeiDeputati, di fronte agli esponenti dei principali partiti presenti in Parlamento.

Ogni rappresentante dei cittadini deve prendere atto della propria responsabilità storica di fronte alla #CrisiClimatica ed ecologica in corso.

Continueremo a scendere in piazza e a lottare per un presente e un futuro vivibili, ma continueremo anche a parlare con tuttə, in ogni luogo, specialmente a chi in questo momento ricopre ruoli di potere. Proprio come in questa occasione.

🎥 Trovate un highlight dell'intervento sui nostri canali YouTube e Peertube

👄SENZA MEGAFONO NON ABBIAMO VOCE. Senza mezzi, non possiamo continuare a lottare per un futuro migliore.

🧹La befana é alle porte: quest'anno, nella calza, fateci trovare il vostro supporto!

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💚Come diciamo sempre: i soldi non salveranno il mondo, ma possono aiutare chi si impegna a farlo. Grazie!

E tu hai trovato il senso logico di queste affermazioni?

Scrivicelo nei commenti 🤫

#transizione #gas #crisiclimatica

🔥 Giovedì 👉🏽 Partecipa alla Tweetstorm alle ore 13, link per i Tweet istantanei sul nostro canale telegram, usa l'hashtag #NotMyTaxonomy

💥 Venerdì 👉🏽 Fatti una foto con un gasdotto di carta, scrivici il nome del peggior progetto a GAS della tua regione o l'hashtag #NotMyTaxonomy e taggaci
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Ricordi la Tassonomia Europea?

L'Atto Delegato che la Commissione si prepara a pubblicare inserisce tra gli investimenti verdi anche il GAS FOSSILE! 🚨

La prossima sarà l'ultima settimana entro cui gli Stati Membri potranno esprimersi sul testo, dobbiamo fare in modo che chiedano l'esclusione del gas fossile. Passiamo all'azione!

L'Europa è di fronte a un bivio: sceglierà il gas o il futuro?

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