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10.000 persone in piazza a Milano per la chiusura della precop

Per il secondo giorno di fila oggi a Milano, la crisi climatica si conferma come il tema più sentito dalla popolazione.
10.000 persone di ogni età hanno riempito le strade di Milano in un corteo colorato e deciso.
Anima il corteo la necessità di una presa di responsabilità dei paesi occidentali verso quelli del sud del mondo chiesti a gran voce anche dai giovani delegati della Youth4Climate.

"Siamo l'unica speranza per rischiarare i bui orizzonti della COP, e questi cortei dimostrano che la speranza è ancora viva. Dobbiamo cambiare tutto prima che sia troppo tardi, dobbiamo essere disposti a mettere in discussione regole ritenute inviolabili come la settimana lavorativa di 40 ore o il pagamento dei debiti da parte dei paesi poveri. È la nostra unica possibilità per evitare una catastrofe climatica" (Filippo Sotgiu, portavoce FFF ITA)

#PreCOP26 #UprootTheSystem #ClimateStrike
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ESONDAZIONI, FRANE E ALLAGAMENTI IN LIGURIA: IN 6 ORE LA PIOGGIA CHE CADE IN 4 MESI
Non esistono black-out per la crisi climatica. E mentre ieri tutti quanti si chiedevano cosa stesse capitando a #Instagram, Facebook e WhatsApp, la Liguria è stata vittima di #alluvioni eccezionali che hanno isolato (per davvero) decine di famiglie.

A Rossiglione, nel centro della #Liguria, sono caduti 925.8 mm di pioggia in sole 24 ore. Di questi, 808 mm sono caduti in sole QUINDICI ore.

È DIECI VOLTE la quantità media di pioggia di in un giorno d'autunno a Rossiglione.

In media, in Liguria sono scesi oltre 500 millimetri di pioggia, un terzo di quella che cade in UN INTERO ANNO, nel giro di appena SEI ore.

Sono emblematiche le parole della sindaca di Rossiglione, Katia Piccardo: "Piove in una maniera disumana, fuori da ogni logica, questo è un mix mortale. Spero che il conto dei danni non continui a salire".

Questa sarà una delle sfide principali che tutti i nuovi sindaci e sindache, di qualunque colore politico, dovranno affrontare nei prossimi anni. Se non agiamo ora, la situazione non potrà che peggiorare. Sarete pronti?

#NonChiamateloMaltempo
#EmergenzaClimatica


Fonti:
Weatherspark
Today
🤔 La crisi climatica ti preoccupa e vorresti agire in prima persona? Ti piacerebbe unirti al nostro movimento ma non sai come fare?

Se la risposta a queste domande è sì, questo è l'appuntamento che fa per te! 👇🏾
Oggi alle 21:00 ci sarà un incontro su zoom per introdurre i/le futur* attivist* al movimento di Fridays For Future e aiutarl* a portare avanti il loro percorso di attivismo con i gruppo locali e nazionali!

ℹ️Trovi il link per accedere alla chiamata cliccando qua
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Il dibattito sugli impianti per la cattura e lo stoccaggio della CO2 è sempre più fitto. Sono la risposta che stavamo aspettando alla crisi climatica?

Anche in Italia esiste un progetto di Eni che prevede di costruire il CCS a Ravenna, che non promette affatto bene e minaccia di rallentare il passaggio a un'energia realmente pulita.

Questo meraviglioso video del canale YouTube di The Juice Media (Honest Government Ad) fa per te, tutti gli approfondimenti sono sulla pagina @ilfuturononsistocca seguila subito!

Il 9 ottobre ti aspettiamo alle 11:00 davanti al ministero della transizione ecologica, Via Cristoforo Colombo 44 (Roma), per portare l'attenzione sulle proposte apparentemente green come il CCS. Ci rivolgiamo direttamente al Ministro, vogliamo soluzioni reali per la crisi climatica💥
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Ieri la sede nazionale della #cgil è stata assaltata da un gruppo di fascisti, dichiarati tale, tra cui erano presenti anche i vertici di Forza Nuova. Dopo questo evento, di vero e proprio squadrismo, 12 individui sono stati posti agli arresti - tra i quali i due leader del gruppo neofascista.

Difficilmente ci esprimiamo su qualsiasi cosa che non sia il Clima, per nostra scelta. Ma davanti a situazioni come queste stare in silenzio, e girare la testa, è inaccettabile.

Il diritto a #manifestare il proprio dissenso è sacrosanto e va difeso, quale che sia il tema e rimanendo all'interno del rispetto della Costituzione e della Legge; ma ripudiamo con tutti noi stessi la violenza e il fascismo - di cui vogliamo ricordare l'incostituzionalità - cancri della #democrazia.
La Pre-Cop è finita, ma la festa è appena cominciata. ⚡️

Tra meno di un mese i nostri ospiti si incontreranno a Glasgow per il summit vero e proprio.
Tra loro ci sarà la lobby dell’industria agroalimentare, pronta ad assicurarsi che nulla cambi davvero. 👀

Siete prontə per la solita musica?

Segui @festafinedelmondo
L’acronimo #MAPA, “most affected people and areas”, è stato coniato per identificare e raggruppare tutte quelle popolazioni e aree geografiche maggiormente colpite dalle conseguenze della crisi climatica. Contrariamente a una visione globalizzante e livellante, essa non agisce su tutti allo stesso modo: i suoi effetti sono vissuti in maniera ineguale e amplificata in contesti dove mancano le possibilità e le risorse materiali per contrastarla. Coloro che hanno contribuito in misura minore all’attuale catastrofe ambientale, saranno i primi a pagare il #prezzo più alto.

Il termine MAPA si riferisce principalmente ai Paesi del cosiddetto Sud del mondo insieme alle comunità marginalizzate, ovunque esse vivano, in un’ottica intersezionale che evidenzia come le varie identità politiche, culturali, sociali di una persona possano creare un sistema di privilegi e discriminazioni che aggravano le condizioni delle comunità marginalizzate.

Secondo il rapporto dell’IPCC dell’ONU, che ha definito l’attuale situazione un “codice rosso per l’umanità“, eventi climatici estremi come la siccità che sta colpendo l’Angola, le forti inondazioni che interessano le aree del Pakistan, India e Bangladesh e le tempeste tropicali come quella che ha investito Haiti saranno sempre più frequenti. Se a ciò si aggiungono poi le azioni di distruzione ed espropriazione sistemica di territori abitati dalle popolazioni indigene, come sta avvenendo in Amazzonia, il quadro è allarmante.

Tutto ciò avviene senza che le #voci delle persone maggiormente coinvolte in questi eventi siano ascoltate o assumano un peso nelle decisioni e negli accordi presi a livello internazionale. In uno scenario così preoccupante, dove molt* attivist* MAPA rischiano spesso la vita per difendere i propri diritti e territori - come accaduto al luglio all’attivista sessantasettenne Joanna Stutchburynon che da anni si batteva contro la distruzione delle foreste del Kenya – la lotta alla crisi climatica deve iniziare a incorporare un profondo senso di giustizia sociale.

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#COP26