😱 Chi formerà gli insegnanti per parlare di cambiamento climatico nelle scuole? ENI! 😱
🗯 Dai #TeachersForFutureItalia:
📝 "Quando abbiamo appreso dal Ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti che, dal prossimo anno scolastico, l'Italia sarebbe diventato il primo paese al mondo a rendere obbligatorio, per gli studenti, lo studio dei cambiamenti climatici, abbiamo accolto positivamente la notizia ma abbiamo anche detto chiaramente che sarebbe stato necessario rivoluzionare totalmente il ruolo che ha la scuola nella nostra società, nel senso che essa non può più permettersi di riflettere le dinamiche dell'attuale modello di sviluppo dominante, responsabile della crisi climatica.
🚨 Oggi apprendiamo, con vivo sconcerto, da un comunicato presente sul sito dell'Associazione Nazionale Presidi (ANP), che il Presidente Antonello Giannelli, e il Chief Services & Stakeholder Relations Officer Eni, Claudio Granata, hanno presentato ieri presso la sede Eni di Roma, il PROGRAMMA CONGIUNTO di incontri sui temi della sostenibilità ambientale dedicato alle scuole italiane.
📌 In breve, ENI e ANP organizzeranno in tutta Italia dei seminari sulle tematiche ambientali, per affiancare le scuole e formare i docenti sostenendone la capacità progettuale.
📣 Insomma anziché rilanciare la scuola in quanto modello di organizzazione che si basi su un nuovo paradigma ecologico, ci sono Dirigenti Scolastici che consentono addirittura ad Eni di formare i docenti sulle tematiche ambientali.
🎓 Come #TeachersForFutureItalia non possiamo che prendere le distanze da questa iniziativa, che coinvolge una delle grandi multinazionali tra le più responsabili dei cambiamenti climatici e della contaminazione del pianeta attraverso l'estrazione senza limiti dei combustibili fossili, che è già stata riconosciuta come colpevole di immani disastri ambientali, corruzione, sfruttamento dei paesi poveri, e che tenta di dipingere di verde la sua sua anima nera attraverso una costante e pressante attività di greenwashing. Non possiamo che invitare i docenti a boicottare l'iniziativa: Eni è e rimane il simbolo di quel sistema che anche come docenti vogliamo modificare per ottenere giustizia climatica e ambientale e combattere l'ecocidio."
#ENIClimateKiller
🗯 Dai #TeachersForFutureItalia:
📝 "Quando abbiamo appreso dal Ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti che, dal prossimo anno scolastico, l'Italia sarebbe diventato il primo paese al mondo a rendere obbligatorio, per gli studenti, lo studio dei cambiamenti climatici, abbiamo accolto positivamente la notizia ma abbiamo anche detto chiaramente che sarebbe stato necessario rivoluzionare totalmente il ruolo che ha la scuola nella nostra società, nel senso che essa non può più permettersi di riflettere le dinamiche dell'attuale modello di sviluppo dominante, responsabile della crisi climatica.
🚨 Oggi apprendiamo, con vivo sconcerto, da un comunicato presente sul sito dell'Associazione Nazionale Presidi (ANP), che il Presidente Antonello Giannelli, e il Chief Services & Stakeholder Relations Officer Eni, Claudio Granata, hanno presentato ieri presso la sede Eni di Roma, il PROGRAMMA CONGIUNTO di incontri sui temi della sostenibilità ambientale dedicato alle scuole italiane.
📌 In breve, ENI e ANP organizzeranno in tutta Italia dei seminari sulle tematiche ambientali, per affiancare le scuole e formare i docenti sostenendone la capacità progettuale.
📣 Insomma anziché rilanciare la scuola in quanto modello di organizzazione che si basi su un nuovo paradigma ecologico, ci sono Dirigenti Scolastici che consentono addirittura ad Eni di formare i docenti sulle tematiche ambientali.
🎓 Come #TeachersForFutureItalia non possiamo che prendere le distanze da questa iniziativa, che coinvolge una delle grandi multinazionali tra le più responsabili dei cambiamenti climatici e della contaminazione del pianeta attraverso l'estrazione senza limiti dei combustibili fossili, che è già stata riconosciuta come colpevole di immani disastri ambientali, corruzione, sfruttamento dei paesi poveri, e che tenta di dipingere di verde la sua sua anima nera attraverso una costante e pressante attività di greenwashing. Non possiamo che invitare i docenti a boicottare l'iniziativa: Eni è e rimane il simbolo di quel sistema che anche come docenti vogliamo modificare per ottenere giustizia climatica e ambientale e combattere l'ecocidio."
#ENIClimateKiller
🛑💹La CRESCITA è ancora un’opzione?
🌏L’Earth Overshoot Day (EOD) è il giorno in cui l’umanità esaurisce le risorse annue che il pianeta è in grado di rigenerare, ed inizia a consumare risorse che non saranno più disponibili per il futuro. Ancora nel 1970 l’EOD ha coinciso con il 31 dicembre, ma da allora abbiamo “mangiato” le nostre risorse sempre un po’ prima, fino all’anno scorso, quando le abbiamo esaurite in meno di 7 mesi, il 29 luglio.
📑Nel 1972, con il “Rapporto Meadows” del Club di Roma (un’associazione di scienziati, umanisti e imprenditori), vennero elaborati dei modelli per prevedere le conseguenze che un sistema basato sulla crescita della produzione e dei consumi avrebbe avuto sull’ecosistema terrestre. E i risultati non erano affatto rosei: ogni modello di sviluppo basato su una crescita continua sarebbe stato, inevitabilmente, destinato al collasso, a causa della limitatezza delle risorse naturali e della capacità del pianeta di assorbire le emissioni inquinanti.
📈Tali previsioni furono all’epoca bollate come “eccessivamente pessimistiche": “sicuramente il futuro avrebbe riservato delle tecnologie straordinariamente efficienti in grado di ridurre drasticamente la necessità di sfruttare risorse non rinnovabili”. Poteva sembrare un discorso ragionevole, dopotutto.
📊Eppure oggi, a 48 anni da quel rapporto, TUTTI gli andamenti dei parametri chiave della simulazione si sono rivelati conformi a quelli attuali, nonostante i considerevoli progressi tecnologici.
⚖️Perché? In economia si chiama “Paradosso di Jevons” e afferma che aumentare l’efficienza con cui si utilizza una risorsa non ne riduce il consumo, ma al contrario lo aumenta, a causa dell’ampliamento della domanda.
🌱Le piante non hanno certo di questi problemi: quando finiscono le risorse raggiungibili dalle loro radici arrestano temporaneamente la loro crescita. Allo stesso modo dovremmo cominciare a considerare la nostra società come una pianta, diventando capaci di adattarci alle risorse disponibili, di fletterci in armonia con la natura.
.
♻️Ma smettere di rincorrere una crescita economica infinita ed impossibile non vuol dire fermarci come specie. L'umanità può ancora fare passi avanti su tanti fronti, progredendo nel campo della ricerca, dei diritti, della cultura e dell'uguaglianza. Abbiamo tutto ciò che ci occorre - soltanto, è distribuito in maniera disuguale - ma perderemo ogni cosa se continueremo a deturpare il pianeta in nome di questo feticcio che chiamiamo PIL
#UN
#FridaysForFuture
#emergenzaclimatica
#decrescita
#piante
📑Per approfondire:
EOD: bit.ly/37sxwGR
Rapporto Meadows bit.ly/38zoiZk
Jevons: bit.ly/30SFh6t
🌏L’Earth Overshoot Day (EOD) è il giorno in cui l’umanità esaurisce le risorse annue che il pianeta è in grado di rigenerare, ed inizia a consumare risorse che non saranno più disponibili per il futuro. Ancora nel 1970 l’EOD ha coinciso con il 31 dicembre, ma da allora abbiamo “mangiato” le nostre risorse sempre un po’ prima, fino all’anno scorso, quando le abbiamo esaurite in meno di 7 mesi, il 29 luglio.
📑Nel 1972, con il “Rapporto Meadows” del Club di Roma (un’associazione di scienziati, umanisti e imprenditori), vennero elaborati dei modelli per prevedere le conseguenze che un sistema basato sulla crescita della produzione e dei consumi avrebbe avuto sull’ecosistema terrestre. E i risultati non erano affatto rosei: ogni modello di sviluppo basato su una crescita continua sarebbe stato, inevitabilmente, destinato al collasso, a causa della limitatezza delle risorse naturali e della capacità del pianeta di assorbire le emissioni inquinanti.
📈Tali previsioni furono all’epoca bollate come “eccessivamente pessimistiche": “sicuramente il futuro avrebbe riservato delle tecnologie straordinariamente efficienti in grado di ridurre drasticamente la necessità di sfruttare risorse non rinnovabili”. Poteva sembrare un discorso ragionevole, dopotutto.
📊Eppure oggi, a 48 anni da quel rapporto, TUTTI gli andamenti dei parametri chiave della simulazione si sono rivelati conformi a quelli attuali, nonostante i considerevoli progressi tecnologici.
⚖️Perché? In economia si chiama “Paradosso di Jevons” e afferma che aumentare l’efficienza con cui si utilizza una risorsa non ne riduce il consumo, ma al contrario lo aumenta, a causa dell’ampliamento della domanda.
🌱Le piante non hanno certo di questi problemi: quando finiscono le risorse raggiungibili dalle loro radici arrestano temporaneamente la loro crescita. Allo stesso modo dovremmo cominciare a considerare la nostra società come una pianta, diventando capaci di adattarci alle risorse disponibili, di fletterci in armonia con la natura.
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♻️Ma smettere di rincorrere una crescita economica infinita ed impossibile non vuol dire fermarci come specie. L'umanità può ancora fare passi avanti su tanti fronti, progredendo nel campo della ricerca, dei diritti, della cultura e dell'uguaglianza. Abbiamo tutto ciò che ci occorre - soltanto, è distribuito in maniera disuguale - ma perderemo ogni cosa se continueremo a deturpare il pianeta in nome di questo feticcio che chiamiamo PIL
#UN
#FridaysForFuture
#emergenzaclimatica
#decrescita
#piante
📑Per approfondire:
EOD: bit.ly/37sxwGR
Rapporto Meadows bit.ly/38zoiZk
Jevons: bit.ly/30SFh6t
Wikipedia
Rapporto sui limiti dello sviluppo
Il Rapporto sui limiti dello sviluppo (dal libro The Limits to Growth . I limiti dello sviluppo), commissionato al MIT dal Club di Roma, fu pubblicato nel 1972 da Donella H. Meadows (13 marzo 1941 / 20 febbraio 2001) , Dennis L. Meadows, Jørgen Randers e…
🌍 IL DESTINO CLIMATICO DELL'AFRICA, VISTO DAL MOZAMBICO 🌍
🇲🇿 Il Mozambico è il settimo paese più povero del mondo. Uscito dalla schiavitù latifondista sotto i colonizzatori portoghesi, dopo una lunga guerra civile, il paese ha visto la distribuzione dei terreni e oggi ciascuno campa di quello che coltiva.
💧 Ma ora incombe un altro problema, imprevisto, pauroso: il ritardo sempre maggiore delle piogge, combinato alla loro intensità sempre crescente, quando finalmente arrivano, ha visto l'instaurarsi di un ciclo di lunghe carestie seguite da devastanti cicloni, e ciò che non viene seccato dalle prime, viene marcito dai secondi.
🌪 Nel 2019 di cicloni ne sono arrivati due, uno dopo l’altro: il primo, Idai, a marzo ha fatto centinaia di morti e sommerso migliaia di villaggi, con 700 mila ettari di campi con raccolti da buttare; un solo mese dopo ecco il secondo, Kenneth, a finire il lavoro di devastazione.
🔥 Quei tetti in lamiera, essenziali nella difesa dalle piogge torrenziali, appena riprende la stagione di caldo trasformano le capanne in prigioni a cinquanta gradi, e quel poco di coltivazioni sopravvissute alle intemperie anomale (ma che ormai ritornano inesorabili) rimane alla mercé delle voraci locuste, favorite dalla troppa umidità dei terreni, e che i contadini combattono avvelenando la terra con enormi quantità di pesticidi (quando hanno abbastanza soldi per procurarseli).
🚨 Di questo “day after” climatico ricorrente i contadini sono tutti consapevoli: dicono che tutto è iniziato a cambiare nei primi anni Novanta - proprio mentre stava finendo la guerra che aveva contato un milione di morti - ma pochissimi sanno a cosa è dovuto. Ecco il paradosso: il “riscaldamento globale” è vissuto maggiormente sulla pelle di chi non vi ha contribuito per nulla, e di fatto ne ignora del tutto la causa: «estamos nas mãos de Deus» dicono i più anziani, siamo nelle mani del Signore.
❌ Ma in verità quelle "mani", quel "signore", sono ben altro da quello che immaginano, e il Mozambico ne vedrà ben presto i duri colpi in diretta, sulle proprie coste: poco al largo di Pemba, centro provinciale dal mare corallino, costellato di isole tropicali, è stato trovato nel 2013 un colossale giacimento di gas naturale, secondo solo a quello del Qatar. I giganti del settore, ENI in primis, non si sono fatti attendere: sono pronti ad accompagnare il Mozambico fin dentro la fase più buia del suo paradossale destino climatico...
🗞Leggi il reportage QUI: http://espresso.repubblica.it/internazionale/2020/01/02/news/africa-locuste-inverno-1.342364
(di Alessandro Gilioli, foto di Alessandro Grassani)
👉🏻 Ulteriore approfondimento: Stato di giustizia climatica in Mozambico https://www.thenation.com/article/archive/mozambique-idai-climate-debt/
👉🏻 Segui l'attivista climatica di Maputo: Dipti Bhatnagar
#AfricanLivesMatter
#ClimateJustice
#ClimateEmergency
🇲🇿 Il Mozambico è il settimo paese più povero del mondo. Uscito dalla schiavitù latifondista sotto i colonizzatori portoghesi, dopo una lunga guerra civile, il paese ha visto la distribuzione dei terreni e oggi ciascuno campa di quello che coltiva.
💧 Ma ora incombe un altro problema, imprevisto, pauroso: il ritardo sempre maggiore delle piogge, combinato alla loro intensità sempre crescente, quando finalmente arrivano, ha visto l'instaurarsi di un ciclo di lunghe carestie seguite da devastanti cicloni, e ciò che non viene seccato dalle prime, viene marcito dai secondi.
🌪 Nel 2019 di cicloni ne sono arrivati due, uno dopo l’altro: il primo, Idai, a marzo ha fatto centinaia di morti e sommerso migliaia di villaggi, con 700 mila ettari di campi con raccolti da buttare; un solo mese dopo ecco il secondo, Kenneth, a finire il lavoro di devastazione.
🔥 Quei tetti in lamiera, essenziali nella difesa dalle piogge torrenziali, appena riprende la stagione di caldo trasformano le capanne in prigioni a cinquanta gradi, e quel poco di coltivazioni sopravvissute alle intemperie anomale (ma che ormai ritornano inesorabili) rimane alla mercé delle voraci locuste, favorite dalla troppa umidità dei terreni, e che i contadini combattono avvelenando la terra con enormi quantità di pesticidi (quando hanno abbastanza soldi per procurarseli).
🚨 Di questo “day after” climatico ricorrente i contadini sono tutti consapevoli: dicono che tutto è iniziato a cambiare nei primi anni Novanta - proprio mentre stava finendo la guerra che aveva contato un milione di morti - ma pochissimi sanno a cosa è dovuto. Ecco il paradosso: il “riscaldamento globale” è vissuto maggiormente sulla pelle di chi non vi ha contribuito per nulla, e di fatto ne ignora del tutto la causa: «estamos nas mãos de Deus» dicono i più anziani, siamo nelle mani del Signore.
❌ Ma in verità quelle "mani", quel "signore", sono ben altro da quello che immaginano, e il Mozambico ne vedrà ben presto i duri colpi in diretta, sulle proprie coste: poco al largo di Pemba, centro provinciale dal mare corallino, costellato di isole tropicali, è stato trovato nel 2013 un colossale giacimento di gas naturale, secondo solo a quello del Qatar. I giganti del settore, ENI in primis, non si sono fatti attendere: sono pronti ad accompagnare il Mozambico fin dentro la fase più buia del suo paradossale destino climatico...
🗞Leggi il reportage QUI: http://espresso.repubblica.it/internazionale/2020/01/02/news/africa-locuste-inverno-1.342364
(di Alessandro Gilioli, foto di Alessandro Grassani)
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#AfricanLivesMatter
#ClimateJustice
#ClimateEmergency
l'Espresso
Con il cambiamento climatico le locuste arrivano anche in inverno. Ed è una tragedia
Nell'Africa sudorientale la stagione secca è diventata lunghissima. Gli insetti divorano i raccolti e poi arrivano devastanti cicloni. I contadini non sanno più come fare, ma una Ong italiana, l’Avsi,
💥 Prime adesioni alla campagna "INFORMAZIONE FOSSIL FREE"! 💥
🔥 Dopo pochi giorni dal lancio della nostra #campagna per convincere i giornali a rifiutare finanziamenti pubblicitari da parte delle compagnie del fossile, ecco la prima adesione ufficiale...
✅ L'ECOPOST! https://lecopost.it/
📝 È fondamentale che la stampa sia libera da contratti con le multinazionali del fossile per affrontare con coraggio il tema della crisi climatica!
📌 Vuoi aderire anche tu? Per maggiori informazioni, visita la sezione "Informazione Fossil Free" sul nostro sito: https://www.fridaysforfutureitalia.it/informazione-fossil-free
#InformazioneFossilFree
#FridaysForFuture
#TellTheTruth
🔥 Dopo pochi giorni dal lancio della nostra #campagna per convincere i giornali a rifiutare finanziamenti pubblicitari da parte delle compagnie del fossile, ecco la prima adesione ufficiale...
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#InformazioneFossilFree
#FridaysForFuture
#TellTheTruth
++LE LOCUSTE IN AFRICA? NON PROVATE A TIRARE IN CAUSA LA BIBBIA!++
🗣In questi giorni sui media sono comparse le prime notizie dell'ennesima conseguenza della #CrisiClimatica che sta affiggendo il continente africano da un anno a questa parte. Ai fenomeni di siccità e inondazioni si aggiunge un'invasione di #locuste di proporzioni epocali, che in #Etiopia e #Somalia non si vedeva da 25 anni e in #Kenya persino dagli anni '50.
🌪Ma questo flagello non arriva per mano del Signore! Come spiegano i climatologi Guleid Artan e Abubakr Salih Babiker dell'osservatorio climatico ICPAC di Nairobi, insieme ai responsabili locali della FAO e dell’IGAD (Ente di Sviluppo del Corno d'Africa), la piaga delle locuste è il più recente sintomo della #siccità estrema seguita da una #piovosità mai vista da quarant’anni. Il collegamento tra questa combinazione talmente anomala ed estrema e la crisi climatica è ormai conclamato.
📈Come documentato dal sito Locust Watch, l'invasione ha avuto origine nelle zone desertiche dello #Yemen per poi diffondersi a sud, coinvolgendo per prime Etiopia e Somalia, due paesi già duramente colpiti dalle #inondazioni: qui le locuste hanno distrutto oltre 70 mila ettari di coltivazioni. Con lo sfollamento in atto in Somalia - si parla di quasi un milione di persone che dalle campagne cercano rifugio a Mogadiscio - e l'aumento dei prezzi degli alimenti seguito alla distruzione dei raccolti, si preannuncia una stagione tragica. Stiamo di fatto assistendo a impatti climatici che si sommano uno sull’altro, una tragica escalation in diretta della realtà dell'#EmergenzaClimatica.
🌏E non è solo il Kenya a temere che questi miliardi di locuste si avventino sui suoi raccolti destinati a uomini e bestiame. La stessa piaga degli sciami originati nel deserto arabo del Rub' al-Khali è arrivata a colpire massicciamente le coltivazioni anche il #Pakistan e l'#India. Un’ulteriore dimostrazione che la crisi climatica non conosce #frontiere...
🌾Fino all’inizio della nuova stagione secca, verso giugno, gli sciami di locuste imperverseranno di regione in regione spinti dai venti (anch'essi rafforzati dallo squilibrio climatico causato dall'estremo dipolo dell'#IOD di quest'anno) provocando danni incalcolabili. Ed ecco quindi che la crisi climatica, attraverso i suoi molteplici #vettori - acqua, aria, popoli, e ora anche gli insetti - a partire da una minima differenza di temperatura dell’oceano, arriva a decimare intere #popolazioni già soggette a una cronica mancanza di sicurezza alimentare per l’impossibilita di potersi sviluppare in modo sostenibile.
❌Questo non è che un esempio concreto di come le nostre #emissioni insostenibili abbiano conseguenze prima di tutto, e in modo più devastante, su coloro che non ne hanno mai tratto beneficio alcuno.
📚Per saperne di più:
(in Italiano)
- Locuste Kenya https://bit.ly/2uFyssB https://bit.ly/2OiQ84D
- Inondazioni Somalia https://bit.ly/36xKt0F
- immagini Kenya https://bit.ly/2t1FebP
(in Inglese)
- Locust Watch https://bit.ly/3aKholX
- ICPAC Nairobi https://bit.ly/2RwEhSi
- Somaliland Siccità https://cnn.it/3aQJbRG
- Somalia Sfollamento https://bit.ly/2uGNwWX
- Corno d'Africa Rischio Alimentare https://bit.ly/36t7OQX
- Locuste e Crisi Climatica https://bit.ly/30VWU58
- Locuste nel Corno d'Africa https://bit.ly/2vtOAOF
- immagini Kenya https://bit.ly/38Nd8jX
💚Segui l’attivista climatica keniana Elizabeth Wathuti aka Liz Mazingira: https://www.facebook.com/lizmazingira/ https://twitter.com/lizwathuti
#AfricanLivesMatter
#ClimateJustice
#ClimateEmergency
#FridaysForFuture
🗣In questi giorni sui media sono comparse le prime notizie dell'ennesima conseguenza della #CrisiClimatica che sta affiggendo il continente africano da un anno a questa parte. Ai fenomeni di siccità e inondazioni si aggiunge un'invasione di #locuste di proporzioni epocali, che in #Etiopia e #Somalia non si vedeva da 25 anni e in #Kenya persino dagli anni '50.
🌪Ma questo flagello non arriva per mano del Signore! Come spiegano i climatologi Guleid Artan e Abubakr Salih Babiker dell'osservatorio climatico ICPAC di Nairobi, insieme ai responsabili locali della FAO e dell’IGAD (Ente di Sviluppo del Corno d'Africa), la piaga delle locuste è il più recente sintomo della #siccità estrema seguita da una #piovosità mai vista da quarant’anni. Il collegamento tra questa combinazione talmente anomala ed estrema e la crisi climatica è ormai conclamato.
📈Come documentato dal sito Locust Watch, l'invasione ha avuto origine nelle zone desertiche dello #Yemen per poi diffondersi a sud, coinvolgendo per prime Etiopia e Somalia, due paesi già duramente colpiti dalle #inondazioni: qui le locuste hanno distrutto oltre 70 mila ettari di coltivazioni. Con lo sfollamento in atto in Somalia - si parla di quasi un milione di persone che dalle campagne cercano rifugio a Mogadiscio - e l'aumento dei prezzi degli alimenti seguito alla distruzione dei raccolti, si preannuncia una stagione tragica. Stiamo di fatto assistendo a impatti climatici che si sommano uno sull’altro, una tragica escalation in diretta della realtà dell'#EmergenzaClimatica.
🌏E non è solo il Kenya a temere che questi miliardi di locuste si avventino sui suoi raccolti destinati a uomini e bestiame. La stessa piaga degli sciami originati nel deserto arabo del Rub' al-Khali è arrivata a colpire massicciamente le coltivazioni anche il #Pakistan e l'#India. Un’ulteriore dimostrazione che la crisi climatica non conosce #frontiere...
🌾Fino all’inizio della nuova stagione secca, verso giugno, gli sciami di locuste imperverseranno di regione in regione spinti dai venti (anch'essi rafforzati dallo squilibrio climatico causato dall'estremo dipolo dell'#IOD di quest'anno) provocando danni incalcolabili. Ed ecco quindi che la crisi climatica, attraverso i suoi molteplici #vettori - acqua, aria, popoli, e ora anche gli insetti - a partire da una minima differenza di temperatura dell’oceano, arriva a decimare intere #popolazioni già soggette a una cronica mancanza di sicurezza alimentare per l’impossibilita di potersi sviluppare in modo sostenibile.
❌Questo non è che un esempio concreto di come le nostre #emissioni insostenibili abbiano conseguenze prima di tutto, e in modo più devastante, su coloro che non ne hanno mai tratto beneficio alcuno.
📚Per saperne di più:
(in Italiano)
- Locuste Kenya https://bit.ly/2uFyssB https://bit.ly/2OiQ84D
- Inondazioni Somalia https://bit.ly/36xKt0F
- immagini Kenya https://bit.ly/2t1FebP
(in Inglese)
- Locust Watch https://bit.ly/3aKholX
- ICPAC Nairobi https://bit.ly/2RwEhSi
- Somaliland Siccità https://cnn.it/3aQJbRG
- Somalia Sfollamento https://bit.ly/2uGNwWX
- Corno d'Africa Rischio Alimentare https://bit.ly/36t7OQX
- Locuste e Crisi Climatica https://bit.ly/30VWU58
- Locuste nel Corno d'Africa https://bit.ly/2vtOAOF
- immagini Kenya https://bit.ly/38Nd8jX
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#AfricanLivesMatter
#ClimateJustice
#ClimateEmergency
#FridaysForFuture
Corriere della Sera
Kenya, invasione record di locuste L’allarme della Fao: «Agire subito»
Uno sciame divora in un giorno il cibo di 35 mila persone. Emergenza anche in Somalia e Etiopia. La causa: il caldo record. Quattro milioni di bambini a rischio
⚠️Nuovi venti di guerra soffiano in tutto il mondo, ma vi siete mai chiesti il costo ambientale dei conflitti?
📰Ci parla della questione il nostro Simone Martuscelli sul Fatto Quotidiano 👇
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/29/fare-la-guerra-fa-male-anche-al-pianeta/5688458/
#fridaysforfuture
#gretathunberg
#IIIww
📰Ci parla della questione il nostro Simone Martuscelli sul Fatto Quotidiano 👇
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/29/fare-la-guerra-fa-male-anche-al-pianeta/5688458/
#fridaysforfuture
#gretathunberg
#IIIww
Il Fatto Quotidiano
Fare la guerra fa male anche al pianeta - Il Fatto Quotidiano
di Simone Martuscelli Milleottocentoventidue miliardi di dollari. Una cifra spaventosa che, se riutilizzata in maniera appropriata, potrebbe rappresentare la chiave di volta per tantissime questioni del nostro tempo. Invece, si tratta semplicemente della…
🔍RIFLESSIONI DALLA RASSEGNA STAMPA DI OGGI🗞
Sottile punto di ragionamento strategico da parte di G Monbiot, basato su una fattispecie legislativa UK, ma forse mutuabile oltre quel contesto specifico: siccome in UK vige (in virtù di un loro "decreto infrastrutture" passato nel 2015) un obbligo legale, per chi ottiene concessioni di sfruttamento di risorse carbonfossili, di massimizzarne il ritorno economico, l'idea sarebbe di prendere in prestito questo precedente, e rovesciarne la direzione, in nome dell'emergenza climatica: spingere perché venga varato similmente l'obbligo legale di massimizzare l'abbattimento di emissioni, come condizione di concessione di licenze di operare (in vari settori, a quel punto).
Sottile punto di ragionamento strategico da parte di G Monbiot, basato su una fattispecie legislativa UK, ma forse mutuabile oltre quel contesto specifico: siccome in UK vige (in virtù di un loro "decreto infrastrutture" passato nel 2015) un obbligo legale, per chi ottiene concessioni di sfruttamento di risorse carbonfossili, di massimizzarne il ritorno economico, l'idea sarebbe di prendere in prestito questo precedente, e rovesciarne la direzione, in nome dell'emergenza climatica: spingere perché venga varato similmente l'obbligo legale di massimizzare l'abbattimento di emissioni, come condizione di concessione di licenze di operare (in vari settori, a quel punto).
the Guardian
Let's abandon climate targets, and do something completely different
Setting targets for climate action sounds sensible, but is actually impeding progress, says Guardian columnist George Monbiot
Il suo ragionamento - che indirizza intanto alla commissione clima UK, chiamando in causa la loro buona fede - è doppio: storicamente, spingere per il conseguimento di questo o quel target ha quasi sempre come conseguenza che chi deve agire punti a fare l'assoluto minimo sindacale; nella corsa all'abbattimento delle emissioni CO2, al posto di qualche target, si dovesse invece puntare sempre&ovunque "al massimo" effetto, nn ci sarebbe quella scappatoia di "stiamo facendo il possibile", e si rimarrebbe giocoforza in emergenza, per così dire.
La sua proposta è di puntarvi proprio come obiettivo legislativo - essendo dimostrato che per altri obiettivi è stato possibile legiferare proprio in quel modo.
La sua proposta è di puntarvi proprio come obiettivo legislativo - essendo dimostrato che per altri obiettivi è stato possibile legiferare proprio in quel modo.
Per capire se mutuabile per contesto nostrano, andrebbe verificato se esiste simile strumento (o quantomeno la possibilità tecnica di un simile strumento) nell'ordinamento legislativo italiano. Fosse possibile... potrebbe diventare cosa utile in un futuro momento di escalation, dovessero i target sui quali FFF si orienta cominciare a un certo punto a sembrare più... chimerici.
🎙 Ecco la prima puntata del 2020 di #RadioForFuture - la voce di Fridays For Future Italia sulle onde di #LifegateRadio!
🔎 In questo episodio, il racconto in prima persona dei fatti più importanti in questo inizio di 2020:
✅ la marcia di FFF al World Economic Forum a Davos
✅ il flash-mob a tema Australia
✅ la campagna contro il #Greenwashing di ENI, condannata pure dall'Antitrust
➡️ a cura di Giovanni Mori di Fridays For Future Brescia con la collaborazione di Barbara Mezzalama (Fridays For Future Torino), Luigi Ferrieri Caputi (Fridays For Future Livorno) e Livia Tolve (Fridays For Future Pisa)
📌 https://www.spreaker.com/user/lifegate/gennaio2019
🔎 In questo episodio, il racconto in prima persona dei fatti più importanti in questo inizio di 2020:
✅ la marcia di FFF al World Economic Forum a Davos
✅ il flash-mob a tema Australia
✅ la campagna contro il #Greenwashing di ENI, condannata pure dall'Antitrust
➡️ a cura di Giovanni Mori di Fridays For Future Brescia con la collaborazione di Barbara Mezzalama (Fridays For Future Torino), Luigi Ferrieri Caputi (Fridays For Future Livorno) e Livia Tolve (Fridays For Future Pisa)
📌 https://www.spreaker.com/user/lifegate/gennaio2019
Spreaker
05. La crisi climatica oggi, i fatti più importanti che hanno caratterizzato l'inizio del 2020
World economic forum di Davos, incendi in Australia e greenwashing. Questi i temi della puntata del 31 gennaio 2020 di Radio for Future, il programma radiofonico di Fridays for Future Italia. La...
🌍 #FRIDAYSFORFUTURE SOSTIENE LA CAUSA LEGALE CONTRO LO STATO DI GIUDIZIO UNIVERSALE!
📌 Che cosa è Giudizio Universale?
🎯 "Giudizio Universale" è una campagna per una causa legale promossa da movimenti, associazioni e centinaia di singoli cittadini con l’obiettivo di #CITARE IN GIUDIZIO lo Stato italiano per la violazione del Diritto umano ad un clima vivibile.
📝 Queste iniziative sono difficili e insidiose da portare a termine. Ma in #Olanda, per esempio, l'associazione #Urgenda ha vinto una causa legale che impone all’esecutivo di #Amsterdam di fare di più – e subito – contro l’emergenza climatica, perché il governo ha l’obbligo di proteggere la vita dei suoi cittadini. E da poco anche la #Germania ha intrapreso questa strada, con la recente causa alla corte costituzionale #Klimaklage.
❌Intentare cause climatiche per violazione del diritto umano sono iniziative che affiancano le cause di #ECOCIDIO portate davanti alla Corte Penale Internazionale e che da tempo raccolgono consensi e forza, denunciando in termini di crimine i danni portati dalla crisi climatica ed ecologica.
🔥 In #Italia, l'appello di Giudizio Universale è partito da diversi mesi e si chiuderà tra poco! Aderisci anche tu, consulta il sito giudiziouniversale.eu: una volta che la causa sarà vinta, lo Stato italiano sarà obbligato ad AGIRE per affrontare la crisi climatica e difendere il futuro dei suoi cittadini!
Fonti:
https://www.valigiablu.it/olanda-sentenza-storica-clima/
https://giudiziouniversale.eu/la-causa-legale/
#ecocidio
#giudiziouniversale
📌 Che cosa è Giudizio Universale?
🎯 "Giudizio Universale" è una campagna per una causa legale promossa da movimenti, associazioni e centinaia di singoli cittadini con l’obiettivo di #CITARE IN GIUDIZIO lo Stato italiano per la violazione del Diritto umano ad un clima vivibile.
📝 Queste iniziative sono difficili e insidiose da portare a termine. Ma in #Olanda, per esempio, l'associazione #Urgenda ha vinto una causa legale che impone all’esecutivo di #Amsterdam di fare di più – e subito – contro l’emergenza climatica, perché il governo ha l’obbligo di proteggere la vita dei suoi cittadini. E da poco anche la #Germania ha intrapreso questa strada, con la recente causa alla corte costituzionale #Klimaklage.
❌Intentare cause climatiche per violazione del diritto umano sono iniziative che affiancano le cause di #ECOCIDIO portate davanti alla Corte Penale Internazionale e che da tempo raccolgono consensi e forza, denunciando in termini di crimine i danni portati dalla crisi climatica ed ecologica.
🔥 In #Italia, l'appello di Giudizio Universale è partito da diversi mesi e si chiuderà tra poco! Aderisci anche tu, consulta il sito giudiziouniversale.eu: una volta che la causa sarà vinta, lo Stato italiano sarà obbligato ad AGIRE per affrontare la crisi climatica e difendere il futuro dei suoi cittadini!
Fonti:
https://www.valigiablu.it/olanda-sentenza-storica-clima/
https://giudiziouniversale.eu/la-causa-legale/
#ecocidio
#giudiziouniversale
Valigia Blu
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