Dr. BARBARA BALANZONI (qui doc, video, audio,foto)
74.9K subscribers
9.23K photos
706 videos
227 files
3.17K links
Medico chirurgo specialista in Anestesia e Rianimazione. Giurista
Download Telegram
Davvero bella questa poesia
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
+++ SENTENZA RIVOLUZIONARIA!: NON VACCINARSI E' LEGITTIMA DIFESA ! +++ Allego le motivazioni della sentenza del Giudice di Pace di Lucca - che ha annullato l'avviso di addebito per mancata vaccinazione "Over50" di 100 euro - nella quale afferma due principi importanti: 1) la Corte Costituzionale non ha sentenziato sull'obbligo vaccinale per gli ultra 50enni, che appare peraltro di dubbia legittimità costituzionale ai sensi dell'art. 32; 2) non vaccinarsi è causa di legittima difesa putativa e stato di necessità, a causa dei possibili effetti avversi, che lo Studio Fusi ha dimostrato essere presenti nella vaccinazione Anti Sars CoV-2, anche grazie a importanti studi scientifici.
Ora video su sentenza avv fusi
Fate girare il punto C
Che ho messo sopra il video
La presentazione stamani in Palazzo Vecchio a Firenze

La famiglia chiede giustizia e ha già depositato un esposto alla Procura della Repubblica
“Enzo Galli fu torturato”: presentato stamani il libro di Simonetta Filippini
13:26, 10/11/23 CONTENUTO PREMIUM
La vicenda vissuta da Simonetta Filippini ed Enzo Galli continua a farci sentire tutti uniti nella speranza, nella preghiera e nella vita. Ma ora, a tutto ciò, si aggiungono due altre richieste: verità e giustizia.

Stamani, in Palazzo Vecchio a Firenze Simonetta Filippini, affiancata dall’avvocato Carlo Taormina e dalla dottoressa Barbara Balanzoni, e alla presenza del consigliere comunale Andrea Asciuti, ha presentato il suo libro “L’inferno inizia qui” che ripercorre la terribile vicenda di Enzo Galli deceduto, nel primo pomeriggio di mercoledì 25 agosto di due anni fa, all'ospedale di Careggi a Firenze, non riuscendo a vincere la sua lotta contro la variante indiana al Covid-19.

Ma per Simonetta le cose non stanno così.




Enzo Galli insieme alla figlia Mariam Gemma
Enzo Galli insieme alla figlia Mariam Gemma
«Il Covid – ha detto chiaro – non c’entra nulla, io sono una vittima della malasanità e dello Stato. I sensi di colpa che più mi attanagliano l’anima– ha continuato – sono quelli di essermi fidata delle autorità che ci promettevano che sarebbero venute a prenderci in India e non l’hanno mai fatto. Di essermi fidata di chi avrebbe dovuto curare Enzo, in scienza e conoscenza, provando tutto il probabile, e non l’hanno fatto. Eppure, mio marito in quei giorni terribili me lo diceva spesso: “Amore, non mi abbandonare, qui se non mi curano muoio”. Per questo non intendo fermarmi: chiedo giustizia e verità per Enzo, per nostra figlia e per ogni creatura che ha sofferto questo scempio».

In questi mesi Simonetta, grazie all’assistenza ed alla professionalità assicurata dall’avvocato Carlo Taormina, si è rivolta alla Procura della Repubblica presentando degli esposti davvero circostanziati, pieni di atti, dati, cartelle cliniche, registrazioni e tante domande rimaste al momento senza risposta.

Residenti da sempre a Campi Bisenzio, Enzo e sua moglie partirono per l'India 2 anni fa per concludere l’adozione internazionale insieme ad altri 70 italiani.

La coppia rimase poi bloccata per giorni a New Delhi a causa della grave crisi sanitaria presente in India per il diffondersi della variante al Coronavirus.

La prima a risultare positiva al Covid fu Simonetta ma una volta rientrati in Italia, grazie al volo in bio-contenimento decollato dopo la breve ma intensa campagna raccolta fondi e la straordinaria solidarietà che la loro storia suscitò, anche Enzo risultò positivo e fu ricoverato in terapia sub-intensiva. Un ricovero dal quale non si riprese mai fino alla morte che fece piombare nel dolore l’intera comunità campigiana che da sempre apprezzava la sua insaziabile sete d’amore.

Una vicenda che il nostro Giornale ha sempre seguito da vicino, fin dai giorni disperati della presenza della famiglia campigiana in India. E che oggi vive un nuovo momento complicato con la richiesta, inoltrata alla Procura della Repubblica, di accertare tutte le responsabilità per far trionfare la verità ed assicurare la giustizia.

«Mi sento di chiedere perdono ad Enzo – ha detto ancora Simonetta – perché non l’ho saputo proteggere, perché non ho spaccato tutto pur di riportarlo a casa, perché sono sottostata al ricatto della paura che gli facessero del male lasciandoli fare tutto ciò che hanno voluto.

Chiedo perdono per non aver “trasgredito” le regole e per non essere uscita di casa, pur se positiva al Covid, per correre in ospedale e impedire fisicamente che lo intubassero » .

Dopo le resistenze del Governo italiano a non riportare in Italia la coppia rimasta bloccata in India a causa della positività al virus, Enzo, Simonetta e Mariam Gemma riuscirono a ritornare a casa a bordo di un volo acquistato grazie alla raccolta fondi promossa.
«Il volo – ha ricordato oggi – non fu facile, i medici che ci assistettero furono costretti a tenere bassi i valori dell’ossigeno al quale eravamo attaccati in modo da non rischiare la trombosi.

Una volta sbarcati a Pisa, l’8 maggio 2021 alle 23.58, giorno del compleanno di nostra figlia, fummo portati all’ospedale fiorentino dove era stato organizzato il nostro ricovero.

Eravamo provati ma felici e sicuri di essere in salvo. Ma così non è stato. «Ad aspettarci – ha sospirato – trovammo un inferno peggiore di quello precedente vissuto in India. Per Enzo all’inizio, addirittura, i sanitari sospettarono una trombosi venosa profonda gemellare sinistra che poi non è mai stata confermata. Noi eravamo ponti a supportare qualsiasi cosa: dicemmo ai medici di fare tutto quello che era necessario certi di essere salvi dopo essere stati affidati nelle loro mani».

Dal ricovero in sub-intensiva, però, per Enzo è iniziata la lenta discesa che l’ha condotto fino alla morte.

«Mio marito - ha riferito Simonetta - mi diceva che in quei terribili giorni gli venivano somministrate dosi massicce di sedativi ipnotici che sono usati per la schizofrenia, perché? Mi diceva che venivano usati dei mezzi di contenzione legandoli le braccia al letto, come mai?».

Ma le domande poste dalla famiglia sono moltissime e, attraverso l’aiuto dell’avvocato Taormina, sono state inviate agli organi competenti ed alla Procura.

«Perché – ha chiesto ancora Simonetta – non è stato fatto ricorso alle terapie sperimentali? Perché a mio marito sono state interrotte le cure che faceva in India e che avevano prodotto ottimi risultati, così come comprovato dai referti? Perché quando ho chiesto l’accesso alle cure compassionevoli mi sono state negate?».

Ed ancora: «Perchė è stata negata la possibilità di inserire Enzo, che aveva 43 anni, nella lista dei trapiantati per i polmoni?, perché nessuno si è reso conto di aver azionato un macchinario con flussi errati di ossigeno su mio marito tanto da provocare un pneumomediastino gravissimo? Si tratta di domande alle quali credo proprio di avere il diritto di avere una risposta».

Il destino di Simonetta ed Enzo è stato diverso: lei venne ricoverata nel reparto di malattie infettive mentre Enzo venne trasportato nel reparto di sub-intensiva.

«La mia salvezza – ha raccontato – è stata che un posto in sub-intensiva non si liberò mai e che nessuno dei sanitari si sia mai accorto che insieme alla biancheria, con il cambio dei pigiami che i miei familiari mi facevano arrivare, fossero nascosti antibiotici, antinfiammatori e l’idrossiclorochina che io ho presi, senza dirlo a nessuno, durante il mio ricovero. Era stato il dott. Antonio Pignatario, che mi aveva contattato mentre mi trovavo in India, a dirmi di prendere quei farmaci che, però, in Ospedale non mi avevano somministrato. Dopo aver iniziato quella cura le mie condizioni migliorarono subito e tutti i sanitari ne rimasero stupiti.

Ricordo ancora lo sguardo dei medici che mi spiegavano come fosse stato così strano che il mio corpo avesse reagito rispetto ad Enzo essendo stati aggrediti dagli stessi batteri. Ma era ovvio che la reazione fosse diversa: io stavo assumendo antibiotici contrariamente a mio marito».

Simonetta non ha alcuna intenzione di fermarsi: «Non sono più disposta a soccombere alla paura di un sistema che ci ha abituato a girare la testa dall’altra parte».

L’avvocato Carlo Taormina, già nei mesi scorsi, ha presentato l’esposto della famiglia Galli alla Procura della Repubblica ed oggi ha affermato che chiederà alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria, approvata questa notte dal Parlamento, di iniziare i lavori proprio partendo dal caso di Enzo Galli.

«Durante la pandemia - ha poi attaccato la dottoressa Balanzoni - sono stati creati dei protocolli che non avevano alcuna razionalità. Il Covid è riuscito a perfezionare “linee guida assassine” che hanno negato la possibilità di dare farmaci efficaci. Ad Enzo Galli fu somministrata una terapia completamente sbagliata.
Ma sia chiaro - ha chiosato - aver creato queste linee guida non ha certo da negato secoli di arte medica».

Stasera alle 21, sul caso di Enzo Galli, e su altri casi di persone decedute durante la pandemia, sarà presentato al teatro Aurora di Scandicci il documentario “La morte negata” realizzato dal registra Alessandro Amori.
Forwarded from ALI - Avvocati Liberi
👆Abbiamo appreso dell'accusa di calunnia mossa ad un professionista nell’esercizio del suo mandato, parliamo della Dr.ssa Barbara Balanzoni, medico chirurgo, specialista in anestesia e rianimazione, Ufficiale medico della Riserva selezionata dell’esercito italiano con laurea magistrale in giurisprudenza, incaricata dalla famiglia di una vittima di esprimere un parere qualificato per indagare sulle cause e sulle possibili responsabilità di una morte che poteva ascriversi, ad opinione della famiglia e del suo Consulente, ad una mala pratica dei sanitari che avevano in cura il paziente.

La Dr.ssa Balanzoni, quale Consulente tecnico a cui la persona offesa aveva chiesto di fornire un parere professionale sulla morte del proprio congiunto, è stata incolpata di calunnia verso l'indagato dal PM titolare delle indagini, per aver fatto il proprio dovere e risposto al quesito oggetto del mandato conferito.

È evidente che le opinioni espresse da un Consulente tecnico nominato in procedimento penale (sia quello del PM sia anche quello dell’indagato o della persona offesa) non siano mai sindacabili in termini di falsità o di verità (salvo i casi di infedeltà o corruzione), in quanto è escluso che si possa ritenere calunniosa l'opinione dell'esperto basata su competenze tecniche.

Le opinioni di un Consulente tecnico medico legale (ma anche di un avvocato o altro professionista che assume un incarico difensivo) sono il frutto di una interpretazione quantomeno soggettiva, e certamente percettiva di una ricostruzione ipotetica che non può dirsi "falsa" ex sè, perché altrimenti si cadrebbe nella persecuzione di un reato di opinione.

L’opinione tecnica della Dr.ssa Balanzoni, espressa con un parere scritto, poteva essere semmai errata, travisata, illogica o anche non condivisa dal P.M., ma giammai avrebbe dovuto essere ritenuta calunniosa.

In tal caso il PM doveva limitarsi alla richiesta di archiviazione e non accusare chi si rivolge alla giustizia.

Peraltro nell'accusa non vi è alcun riferimento all’elemento psicologico del reato secondo lo schema tipico della calunnia – evidentemente non molto chiaro al P.M. –, che richiede appunto la consapevole certezza di incolpare "taluno che si sa essere innocente".

Per poter solo immaginare la calunnia ci vuole il dolo di incolpare qualcuno per un crimine di cui si ha la certezza che non ha mai effettivamente commesso, e non basta perciò il deposito di un parere medico-legale che evidenzi i profili di responsabilità penale di un soggetto, senza avere elementi dimostrativi che quelle conclusioni siano false in termini storici ed intenzionali.

Se non vi fossero elementi di questo tipo non sussisterebbe l'intento calunnioso e, di conseguenza, il fatto non può costituire reato.

Ma se non vi fossero elementi di questo tipo, il dolo non potrebbe essere dimostrato dalla tuttologia funzionale di un PM in grado di elevare le proprie valutazioni a parametro di verità dell'opinione tecnica di un esperto, soprattutto in assenza di una controconsulenza ad hoc che abbia ipotizzato la falsità dell'elaborato di parte come strumento dell'intento calunnioso.

Insomma, il PM ha commesso un errore, cadendo esso stesso nel rischio di calunnia, nell'accusare un Consulente di parte sapendo che egli esprime una opinione e, quindi, sapendolo innocente, senza avere la prova storica, logica e giuridica dell'apparente fondatezza della propria accusa.

Grave è l'accusa di questo tipo per la persona e la reputazione della Dr.ssa Balanzoni, ma gravissima lo sarebbe per la minaccia verso l'autonomia e l'indipendenza del diritto di difesa delle parti e dei suoi consulenti, che rischiano di subire indagini per le opinioni personali espresse nei procedimenti giudiziari.

In ogni caso, per come Avvocati Liberi conosce la Dr.ssa Balanzoni, la sua onestà intellettuale non si farà intimidire dai tentativi di silenziamento che subisce oramai sistematicamente.

Forza Barbara, tutti noi abbiamo immensa stima professionale nei suoi confronti e profonda riconoscenza per il suo lavoro.

Avv. Angelo Di Lorenzo
Avvocati Liberi👉
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM