Der Einzige - Il fronte intellettuale
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NO VAX contro i woke e i rossobruni, la democrazia, lo stato di diritto e il socialismo.

La controinformazione deve essere senza scopo di lucro e priva di legami con ideologie, religioni e politica.

Chi lascia il canale sarà bannato.
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L'AUMENTO DELLE SPESE BELLICHE IN OCCIDENTE

Vari paesi aumentano la produzione bellica in vista di uno scenario geopolitico sempre più instabile.

1) RIDURRE IL NUMERO DEI PAESI NEUTRALI

L'annuale e internazionale Conferenza di Monaco sulla sicurezza del 2024 ha stilato un report su temi di sicurezza e politica di interesse mondiale. Nel mondo sono aumentate le tensioni geopolitiche e l'incertezza economica (Prefazione), soprattutto a causa dei conflitti russo-ucraino (cap. 2) e israelo-palestinese (cap. 4). Riguardo al primo l'Europa e NATO devono ridurre la “zona grigia” fra Russia e Occidente portando paesi come la Georgia sotto la propria ala per evitare che cadano sotto l'influenza del Cremlino: ciò significa che non vi possono essere paesi neutrali e che l'Ucraina dovrà continuare a ricevere aiuto militare fino alla fine. Riguardo ai BRICS, si parla dell'espansionismo cinese nell'area indo-pacifica (cap. 3), considerata il futuro teatro della geopolitica del 21° secolo perché in essa risiede il 60% della popolazione e del PIL globali: si dice che la Cina reclama la sovranità sul 90% del Mar Cinese Meridionale e intimidisce Taiwan con una presenza militare sempre più aggressiva e che gli Stati Uniti devono bilanciare gli equilibri facendo ricadere sotto la propria sfera d'influenza i paesi limitrofi che si sentono pressati dalla Cina.

2) DICHIARAZIONI DI NATO E PUTIN

La NATO ha emanato un comunicato al termine del vertice di Vilnius del 2023 sulla difesa, soprattutto in relazione alla Russia. I paesi NATO si impegnano a: spendere annualmente il 2% del PIL nella difesa (punto 27); aggiornare costantemente gli armamenti (punto 28); tenere pronti soldati, armi e scorte (punto 29).
La NATO non ha intenzione al momento di inviare truppe in Ucraina nonostante la Francia lo abbia suggerito, anche perché il Cremlino ha detto che se ciò accadesse la guerra tra Russia e NATO sarebbe inevitabile (1, 2, 3, 4). Germania, Olanda, Danimarca, Estonia, Svezia, Romania e Regno Unito hanno sostenuto che la Russia può essere una minaccia per il proprio Paese e esortato i cittadini a prepararsi alla guerra, temendo che Putin possa attaccare un paese NATO. Putin dichiarò in passato che non ha alcun interesse nel combattere la NATO, ma recentemente ha sostenuto che in caso di attacco da parte NATO saranno costretti a rispondere.

3) AUMENTO DELLA SPESA MILITARE IN EUROPA

Secondo il SIPRI, nel 2022 la spesa militare europea ammontava a 345 miliardi di euro, una cifra mai raggiunta negli ultimi 30 anni. Von der Leyen ha detto che servono degli appalti congiunti per l’acquisto di armi come già fatto per i vaccini (1, 2, 3, 4). La Commissione europea ha stanziato 800 milioni per finanziare 38 progetti di mobilità militare in 10 paesi dell'UE; ha anche presentato il “primo piano industriale di difesa europea della storia” da 1,5 miliardi da spendere nel 2025-2027 per rafforzare le difese militari dell'UE e supportare l'Ucraina, passando da una visione “emergenziale” a una a “lungo termine” dove la Russia è considerata una costante minaccia per l'UE. Scholz ha inaugurato la costruzione del più grande stabilimento della Germania per la produzione di proiettili d'artiglieria, per aumentare la difesa nazionale e supportare gli alleati (1, 2, 3, 4). Il Regno Unito, stando all'Integrated Review (pag. 34, punto 11) e al Defence Command Paper (pag. 45, punto 7), vuole aumentare la produzione bellica.

4) L'ITALIA SEGUE LA NATO

Secondo Global Firepower l'Italia è la prima potenza militare europea. Secondo il SIPRI, nel 2022 la prima società europea per produzione di armi è stata Leonardo. In linea con le direttive NATO, il governo ha presentato un programma pluriennale di “rinnovamento della componente corazzata” che prevede l'acquisto di 132 carrarmati Leopard per una spesa di circa 8 miliardi di euro.

CONCLUSIONI

Per un aggiornamento della situazione Macron e invio di truppe clicca qui dove vengono esaminate nuove dichiarazioni da parte di Macron e altri capi di Stato.

scritto da @therealspino

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G7: PRIMA RIUNIONE DEI MINISTRI DELLA SALUTE

Questa prima riunione è stata diretta da Schillaci, si è svolta in videoconferenza ed ha portato all'adozione di un comunicato congiunto che potete leggere cliccando qui.

1) PREPARAZIONE ALLE "PANDEMIE" E TRATTATO PANDEMICO OMS

Innanzitutto sostengono che questo incontro virtuale sia avvenuto in un tempo cruciale, cioè pochi mesi prima del termine previsto per l'adozione del trattato pandemico dell'OMS, e dal comunicato congiunto pare che la loro intenzione sia di aderire, in quanto scrivono "desideriamo reiterare il nostro impegno continuo per una conclusione necessaria e di successo alla settantasettesima world health assembly". Dopodiché nel comunicato c'è scritto che tutte le nazioni facenti parte del G7 (e forse anche oltre) dovrebbero adottare la stessa risposta alle pandemie, e che questo è l'obiettivo principale di questi incontri, perché vogliono seguire una regola di equità. Del resto la "pandemic prevention, preparedness and response" viene considerata la priorità assolute di questo incontro. Per garantire la prevenzione e la preparazione alle pandemie, la loro risorsa principale sarà attivarsi per la manifattura regionale di vaccini e il potenziamento del loro trasporto, inoltre hanno anche finanziato economicamente il fondo pandemico, un fondo della banca mondiale a cui l'Italia ha dato complessivamente 105,56 milioni di dollari, il cui scopo è finanziare la preparazione ad una prossima ipotetica pandemia, ed ha come partner GAVI. Sul sito del ministero della salute è stato riportato un comunicato stampa dove a quanto detto nel comunicato congiunto si aggiunge anche che l'Italia intende usare l'intelligenza artificiale per prevenire le malattie croniche. La "preparazione pandemica", come ci fa sapere il commissario UE per la salute e sicurezza alimentare, servirà per costruire la solidarietà e collaborazione tra stati e tra stati e privati per raggiungere gli obiettivi dell'agenda 2030.

2) L'AGENDA SANITARIA GLOBALE DEL GIAPPONE

Infine, si legge in vari punti di sfuggita che il ministro della salute giapponese ha preparato un'agenda sanitaria globale, che si può leggere cliccando qui, che i paesi del G7, e quindi anche l'Italia, prenderanno a modello per la preparazione pandemica. Uno dei primi obiettivi di questa agenda è, ancora una volta, stabilire "norme internazionali" per la risposta pandemica attraverso il trattato pandemico dell'OMS (p.14) e stabilire un'architettura sanitaria mondiale stringendo collaborazioni durature oltre che con l'OMS anche con l'UNICEF, la banca mondiale, il fondo mondiale e GAVI, così da avere fondi sempre disponibili per le farse pandemiche (p.14-15). Oltre al delirio pandemico ci uniscono insieme anche quello climatico, dicendo che alcune malattie si diffondono grazie al cambiamento climatico e che per questo bisogna adottare l'approccio One health dell'OMS e l'agenda contro gli antibiotici, di cui ha parlato recentemente anche il WEF (27-28). Altro elemento cruciale dell'agenda è la digitalizzazione della salute, che ricorre in tutto il documento 9 volte, e annienterà totalmente la privacy. Viene detto che va promossa il più velocemente possibile (p.8), che servirà per "prepararsi" alle pandemie (p.28), che bisogna collaborare con l'OMS affinché gli stati imparino come usarla (p.30), infine che gli stati dovranno condividere con l'OMS i dati sanitari dei propri pazienti (p.30).

CONCLUSIONI

Il fine principale di tutte queste riunioni è, come dichiarato da loro stessi, assicurarsi che la risposta ad una prossima ipotetica pandemia sia uguale in tutte le nazioni. Questo perché la differenza nell'applicazione e nei tipi di restrizioni introdotte nei diversi paesi ha fatto capire alle persone che l'uso di queste era totalmente arbitrario. Una risposta totalmente coordinata oltre ad aumentare la pressione sociale nei confronti del dissenso potrebbe avere la funzione di far apparire quelle restrizioni come "inevitabili" e "necessarie" attraverso la comunicazione normalizzante.

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IL CANADA CENSURA CHI PARLA DELLE FONTI FOSSILI

Il testo della legge proposta e non ancora approvata lo potete trovare cliccando qui

1) LA LEGGE INTRODUCE IL REATO DI OPINIONE

Sostengono che le fonti fossili rappresentano una crisi per la sanità pubblica paragonabile a quella causata dal tabacco, e quindi siccome si censurano le pubblicità del tabacco, si possono censurare anche le pubblicità circa le fonti fossili. La legge però non colpisce solo le pubblicità, ma anche qualsiasi prodotto artistico o di intrattenimento che è finanziato da un produttore di fonti fossili se l'opera artistica o di intrattenimento rappresenta positivamente fonti fossili (5a), sono vietate anche opinioni positive, commenti o report se questi sono finanziati da produttori di fonti fossili (5b). La censura colpisce tutti, perché nell'articolo 6 è scritto che è proibito per qualsiasi persona promuovere una fonte fossile o un brand legato alle fonti fossili. L'articolo 7 sostiene che è vietato promuovere una fonte fossile parlandone in modo da riportare in maniera fuorviante i rischi sulla salute e sull'ambiente, ciò vuol dire che si potrà solo parlare male delle fonti fossili, seguendo l'ideologia green. È riportato nell'articolo 8a che è vietato sostenere che una fonte fossile è meno dannosa di un'altra, oppure 8b dire che le fonti fossili possano avere un impatto positivo sulla salute o l'ambiente.

2) SANZIONI

I produttori rischiano fino a un milione di dollari di multa o due anni di carcere per condanna con atto d'accusa (15, 1a). Per condanna sommaria invece 500mila dollari di multa o reclusione di massimo un anno (15, 1b). I singoli individui invece possono essere multati fino a 500mila dollari (15,2). Ma se oltre a parlare bene di una fonte fossile si dice che non provoca danni per l'ambiente e per la salute, le sanzioni pecuniarie sono più severe: fino a 1.5 milioni di dollari per i produttori (16, 1a) e fino a 750mila dollari per i singoli individui (16, 2). Tuttavia chi contravviene alla sezione 8, cioè quella dove si vieta di sostenere che le fonti fossili possano far bene alla salute e all'ambiente, rischia oltre alla sanzione pecuniaria di 500mila dollari anche fino a 2 meno un giorno anni di carcere (19). Pene inferiori sono previste per chi le promuove all'estero.

3) CARCERE PER I NEGAZIONISTI CLIMATICI

Come al solito il sistema promuove leggi fuorvianti in stile Francia per colpire in realtà il dissenso. La legge viene fatta passare col nome Fossil Fuel Advertising Act, ma la sez. 19 è un modo per introdurre il carcere per chi nega la farsa climatica oppure ne minimizza la gravità rispetto a quello che dicono mainstream. Questa problematica è stata sollevata all'interno dello stesso parlamento canadese, dove la legge è stata accusata di censura e di impedire lo sviluppo economico delle comunità indigene povere. Anche in questo caso però la narrazione di regime trova un nemico che la legge dovrebbe andare colpire per tutelare la vita dei cittadini, nel caso della Francia erano le sette, in questo caso sedicenti campagne di "disinformazione" di cui vengono accusate le industrie petrolifere (1, 2, 3, 4, 5) facendo passare come manipolato ed eterodiretto dal potere chiunque si opponga alle follie green. Con questo subdolo giochino il sistema politico canadese presenta se stesso come sovversivo e antisistema, mentre, in questo ridicolo gioco delle parti, fanno giocare alle industrie petrolifere il ruolo del cattivo, quando in realtà è risaputo che i più grandi magnati del petrolio finanziano proprio le organizzazioni gretine come just stop oil. L'unico obiettivo è avanzare un'agenda folle, come quella green, che è facilmente smontabile. L'unica cosa che possono fare quindi è censurare chiunque in modo da vietare ogni opposizione.

CONCLUSIONI

Il Canada è uno dei regimi dispotici più spietati del sistema. Questa legge, se mai dovesse passare, non solo infierirà un duro colpo alla libertà di espressione già ormai morta in Canada, ma produrrà gravi conseguenze all'economia del Paese.

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LA FOLLIA DEL CORSO CONTRO IL NEGAZIONISMO CLIMATICO

Rispetto al Canada che lo sta bandendo tramite una legge, in Italia stanno adottando un approccio soft.

1) DIVENTARE DIFENSORI DELLA SCIENZAH

È stato proposto da Envipark ed Enea, e nasce da un think tank, un gruppo di persone che avanza un'agenda ideologica sotto finanziamenti, che si occupa sia di propaganda green, sia di propaganda a favore dell'intelligenza artificiale. Il corso è principalmente dedicato alle scuole, ma qualsiasi cittadino vi può accedere, sarà effettuato a Torino e diviso in 7 punti. Tra questi vi è il punto 7 dedicato alle azioni da fare dove probabilmente insegneranno proselitismo e attivismo becero e il punto 5 che riguarda il "pensiero critico", che è una barzelletta incommentabile di per sé. Al corso collaborano la Coldiretti di Piemonte, il Future food institute e anche il Vaticano, dal momento che è presente anche Andrea Ciucci segretario generale della Fondazione vaticana RenAIssance per l’etica dell’intelligenza artificiale. Non si conoscono altri dettagli su questo corso, che verranno detti ad Aprile quando comincerà. La stampa mainstream però ci tiene a sottolineare che se fai questo corso di sole 4 ore diventerai un difensore attivo della scienzah e dell'ambiente.

2) LA FECCIA DIETRO IL CORSO

Il future food institute è una startup dell'università di Bologna dedicata alla promozione degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, cioè l'agenda 2030 e infatti non si vergognano di mostrare una citazione del segretario generale dell'ONU. Lo fa principalmente introducendo nuove tecniche d'agricoltura, l'intelligenza artificiale e i droni, tutte tecnologie costosissime che ovviamente rendono il costo di accesso al mercato sempre più oneroso per i piccoli produttori, che si troveranno ad essere tagliati fuori. Propongono già corsi online per radicalizzare verso l'ideologia green, quello dedicato all'alimentazione sostiene che dobbiamo mangiarci insetti e carne sintetica (non la chiamo coltivata) e bisogna studiare perché le persone li rifiutano ed eliminare la carne vera. Visto che sono loro quelli implicati nel corso e già hanno messo delle slide su internet dei loro corsi passati, possiamo vedere più o meno cosa intendono offrire: agenda 2030, in tutte le salse. Il programma per le superiori è completamente incentrato su di essa, mentre nelle scuole medie ed elementari la propaganda è più indiretta e passa tramite i videogiochi.
Anche Envipark è dentro l'agenda 2030, infatti si presenta come un luogo dove "la sostenibilità si vive" e dicono che i loro obiettivi coincidono con quelli dell'agenda 2030. Hanno fatto un incontro per promuovere la follia delle emissioni net 0. L'ENEA è Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, quindi il corso è vera e propria propaganda di Stato. Anche ENEA ripropone la follia della neutralità climatica, ma si va molto oltre, visto che partecipano allo sviluppo delle smart cities che difendono e presentano come innovazione. Ma la cosa più sconcertante è che si mostrano a favore anche dell'industria 4.0, che deriva direttamente dalla quarta rivoluzione industriale del WEF, dove sostengono di essere a favore della realtà aumentata e di collaborare ad un progetto per monitorare l'energia consumata da ogni casa tramite droni dotati di termocamera e sensori chimici.

CONCLUSIONI

Chi gestisce questo corso non solo è in conflitto di interessi economico perché ha un business dietro la truffa green e quindi non può che guadagnarci dal rendere i negazionisti climatici i nuovi no vax da sbeffeggiare, ma visto il coinvolgimento di ENEA si tratta di una vera e propria psyop di Stato, che ogni tanto ci riprova a criminalizzare il dissenso sul clima, come quando l'anno scorso Bonelli durante la psyop del caldo disse che avrebbe presentato una legge per rendere reato il negazionismo climatico (1, 2). A questo "corso" non posso che rispondervi consigliando la mia playlist di post contro la farsa climatica, dove la smonto fino alla fine.

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MACRON VUOLE INVIARE TRUPPE IN UCRAINA?

La proposta di Macron di inviare di soldati NATO in Ucraina è sempre più sulla bocca di tutti, ma continua a non avere alcun sostegno dagli altri Stati.

1) IL VOTO DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE

Il 12 marzo l'Assemblea Nazionale, ramo del parlamento francese, ha espresso un voto favorevole ma non vincolante riguardo all'accordo bilaterale sulla sicurezza firmato da Macron e Zelensky il mese scorso. L'accordo consiste di 7 capitoli e prevede in particolare: sostegno all'Ucraina affinché entri nella NATO (cap. I); cooperazione militare tra Francia e Ucraina (cap. IV, punto 8); sostegno all'Ucraina affinché entri nell'UE (cap. V, punto 10); sanzioni economiche alla Russia (cap. V, punto 13). Non viene citato nessun invio di truppe.

2) L'INTERVISTA A MACRON

Il 14 marzo Macron è stato intervistato in diretta TV riguardo alla situazione in l'Ucraina (1, 2, 3) e ha sostanzialmente ribadito quanto già sostenuto: l'invio di truppe francesi in Ucraina non è da escludere. In particolare, ha affermato che il nostro vocabolario bellico è stato troppo povero da quando la Russia ha invaso l'Ucraina, che non dobbiamo tracciare troppe linee rosse, perché in passato, ad esempio, abbiamo detto che non avremmo mai inviato carrarmati ma alla fine lo abbiamo fatto. Riguardo al voto dell'Assemblea, ha detto che astenersi o votare contro significa scegliere la sconfitta, non la pace: la Russia non deve vincere.

3) L'INTERVISTA A PUTIN

Anche Putin è stato intervistato il 12 marzo (1, 2, 3), pochi giorni prima delle elezioni presidenziali. Tra le altre cose, si è parlato proprio delle dichiarazioni di Macron riguardo all'invio di truppe in Ucraina: Putin ha detto che anche se i paesi NATO inviassero ufficialmente dei soldati la situazione sul campo non cambierebbe, perché è già da molto tempo che le truppe occidentali sono presenti in Ucraina come mercenari. Per quanto riguarda lo schieramento di soldati americani in particolare, invece, essi saranno considerati invasori e la Russia risponderà di conseguenza perché si tratta di una "questione di vita o di morte".

4) LE POSIZIONI DEGLI ALTRI STATI

Macron in queste dichiarazioni pubbliche non viene supportato dai capi di Stato di altri paesi, soprattutto quello tedesco e quello polacco che in un meeting hanno ribadito che sono fortemente contrarii, e nemmeno dai ministri del governo italiano (1, 2, 3, 4). Anche Stoltenberg in persona, il capo della NATO, ha ribadito che non ci sono piani per inviare truppe in Ucraina. L'unica eccezione è il presidente della Lituania che sembra essere della stessa opinione di Macron. La ragione del rifiuto generalizzato è che si teme un'escalation con la Russia, Tajani ha parlato anche di possibile guerra mondiale nel caso le truppe venissero inviate, e quindi si sono accordati esclusivamente per fornire altre armi.
Nonostante tutte le risposte di rifiuto che ha ricevuto, Macron continua a dichiarare che prima o poi sarà necessario inviare truppe. Questo perché lui sostiene che se l'Ucraina perde l'Europa perderà credibilità a livello geopolitico ed è una cosa che vuole evitare a tutti i costi. In ogni caso, le risposte contrarie che Macron ha ricevuto indicano che non ci sarà al momento alcun invio di truppe.

CONCLUSIONI

La mossa di Macron, in realtà, è una vera e propria tecnica di marketing, chiamata "porta in faccia" dove si fa una richiesta inaccettabile per la controparte in modo da poter poi rilanciare una richiesta più bassa che è più facile che venga accettata. E questo ha ottenuto Macron, perché gli stati si sono impegnati per fornire nuove armi in un contesto in cui è da tempo che dicono che la spesa bellica per il sostegno militare all'Ucraina è troppo onerosa (1, 2, 3, 4). Infine, ovviamente, la strategia di Macron può essere interpretata a lungo termine anche come il tentativo di aprire una finestra di Overton per iniziare a far concepire come negoziabile qualcosa di attualmente inconcepibile.

Post scritto in collaborazione con @therealspino

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VOLANTINI STAMPABILI SUL G7

Alcuni di voi mi hanno chiesto di realizzare dei volantini da poter stampare o diffondere anche online circa gli ultimi accordi presi dal ministero della salute al G7. Questi sono 5 modelli che proponiamo, potete scegliere quelli o quello che preferite ed utilizzarlo. Ho seguito le vostre indicazioni e li ho fatti in bianco e nero per risparmiare per un'eventuale stampa. Spero che l'iniziativa sia di vostro gradimento visto che è stata proposta da voi.

Per chi non lo avesse ancora letto, il post sul G7 a cui si fa riferimento è questo.

https://t.me/dereinzigeitalia/943

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G7: IMPORRE IDENTITÀ DIGITALE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

I ministri della tecnologia del G7 si sono incontrati in due occasioni (1, 2) e hanno rilasciato un comunicato congiunto che si può leggere per intero cliccando qui. Il loro obiettivo è la digitalizzazione di ogni cosa e portare a termine la quarta rivoluzione industriale del WEF.

1) CENSURA DELLA CONTROINFORMAZIONE E IDENTITÀ DIGITALE

Utilizzeranno l'intelligenza artificiale sui social network per censurare la controinformazione e impedirne la diffusione, hanno dichiarato che quest'ultima è una minaccia alla stabilità e alla fiducia nelle istituzioni (punto 7). L'AI deve essere fatta in modo da favorire la crescita sostenibile (agenda 2030) e inclusiva (9) ed essere utilizzata dal governo per fornire i servizi pubblici ai cittadini, con il fine ultimo di dotare tutti di un'identità digitale (12). Secondo loro l'identità digitale pubblica servirà per garantire l'accesso ai servizi pubblici ai gruppi vulnerabili ed è strumento per promuovere la loro "inclusione" (54) e si impegnano nel fare una lista di servizi (56) che potranno essere usati con l'identità digitale e di promuoverla ai cittadini (57). Anche nell'ambito dell'intelligenza artificiale vogliono imporre delle regole internazionali da far rispettare. Le due fonti di queste regole sono l'AI safety summit tenutosi nel Regno Unito, già discusso in questo post, e l'Hiroshima AI Process Comprehensive Policy Framework (14, 52, 53). Per quanto riguarda il primo, si trattò di un summit il cui fine era valutare i rischi dell'intelligenza artificiale, ma in realtà l'argomento centrale era che bisognava impedire ad ogni costo che la controinformazione usasse l'intelligenza artificiale e programmarla in modo da non farle restituire risposte in accordo con la controinformazione stessa. Il rischio della sostituzione dei lavoratori veniva considerato minimo ed anzi da loro anche auspicato, con la falsa narrazione della creazione di nuovi lavori. Il secondo è invece proprio il codice di condotta internazionale per l'uso dell'AI in 12 principi che non fanno altro che sintetizzare le cose che sono state dette al G7.

2) APPLICARE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE ALL'INDUSTRIA

L'intelligenza artificiale viene vista come uno degli strumenti principali per raggiungere gli obiettivi dell'agenda 2030. La vogliono inserire soprattutto nel settore manifatturiero (19), con lo scopo di aumentare la produttività in "modo sostenibile", per ottimizzare i processi di mercato, per la creazione o il design di nuovi prodotti e analizzare i dati per le aziende. Tutte le aziende, anche le piccole imprese, dovranno implementarla e intraprendere la trasformazione digitale (20), l'intelligenza artificiale dovrà essere applicata alla salute, alla farsa climatica e anche alla scuola (42). Siccome si tratta di un punto cruciale della loro agenda, ogni anno gli stati del G7 dovranno preparare un report per valutare quali sono i motivi per cui le aziende adottano o rifiutano l'AI (23, 24). L'intelligenza artificiale dovrà trasformare le nostre vite, società ed economie (25), vogliono anche introdurre le tecnologie quantistiche, attraverso l'introduzione del computer quantistico e dei sensori quantistici, questi ultimi da applicare anche in ambito sanitario (26). Infine ammettono la loro sudditanza verso il forum globale per la tecnologia dell'OECD, un'organizzazione internazionale simile al WEF, le cui priorità sono come creare un metaverso woke, promuovere la realtà virtuale e soprattutto la biologia sintetica, che consiste nell'utilizzo della biotecnologia nell'ambito industriale e privato e viene presentata come la rivoluzione successiva alla quarta rivoluzione industriale del WEF. L'OECD gioca un ruolo chiave anche nell'identità digitale, perché aiuterà a stilare il compendio di servizi per i quali vorranno fartela usare (allegato 4).

CONCLUSIONI

L'obiettivo del sistema è rendere l'essere umano bestiame marchiato tramite l'identità digitale, e totalmente superfluo tramite l'intelligenza artificiale.

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SCUOLA ITALIANA CHIUDE PER FESTEGGIARE IL RAMADAN

L'attacco alla cultura occidentale passa anche da questi gesti.

1) GIUSTIFICAZIONI PATETICHE

L’istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello ha deciso di trasformare la Eid al-Fitr, seconda ricorrenza del calendario islamico più importante che segna la fine del Ramadan in una festività, accordando il 10 aprile (1,2,3) come giorno di festa. La notizia ha suscitato reazioni da tutta la scena politica, tanto che il governo per mezzo del ministro dell’istruzione Valditara si è espresso sulla questione (1,2) dicendo che “le scuole non possono stabilire nuove festività in modo diretto e indiretto” condannando l’iniziativa, seppur in maniera leggera visto che poi aggiunge “se le decisioni sono state di natura didattica allora nulla questio” e che deve ancora leggere il provvedimento e quindi dare un giudizio sarebbe affrettato. Il dirigente scolastico giustifica la scelta dicendo che è una decisione necessaria in virtù del basso numero di affluenza degli alunni negli anni passati, perché il 43% degli alunni è straniero e proviene spesso da paesi islamici, aggiungendo che molti compagni di scuola italiani condividono la festività dei loro coetanei stranieri. Si augura di non vedere la sua iniziativa politicizzata e dichiara che il consiglio d’istituto ha agito così per garantire i diritti di tutti. Il sindaco di Pioltello risponde in maniera positiva dicendo che molti hanno da ridire verso un semplice atto di civiltà, e che “i bambini sono più avanti dei genitori". Così avanti, però, da avere risultati al di sotto della media.

2) IL MULTICULTURALISMO È UNA CHIMERA

Nel programma scolastico, scaricabile qui, viene espresso che uno degli obiettivi della scuola è fornire durante tutto il percorso formativo un insegnamento “interculturale”, che promuova e valorizzi la “diversità” e integri il cittadino in una società plurale e multietnica. Ma ciò è impossibile, perché un apparato istituzionale che è il prodotto culturale di una determinata popolazione non potrà mai emancipare una popolazione con "cultura" diversa senza mettere in discussione le proprie fondamenta storico/culturali, e finirà con il cedere sempre più terreno attraverso concessioni a senso unico, che vengono viste dall'islamico solo come debolezza e mancanza di identità culturale, fino a perdere il controllo che detiene sulla società, facendosi sostituire dal sistema sociale della popolazione che cerca di integrare, adottandone i valori e le usanze. Esempi sono il sostituire "Gesù" con "Cucù" nelle canzoni di Natale, eliminare il presepe dalle scuole e persino l'augurio stesso di Buon Natale, e poi tutta la polemica sui crocifissi.

3) ALTRI ESEMPI DI INFILTRAZIONE ISLAMICA IN EUROPA

È diversi anni che i paesi islamici avanzano l’Islam in Europa, il Qatar sostiene varie associazioni di beneficenza islamiche sul territorio europeo e aiuta la costruzione di moschee, centri culturali e noti propagandisti islamici come Tariq Ramadan (1,2). l’Italia non è esente con cifre di denaro che raggiungono un complessivo di 30 milioni di euro. Anche il Regno Unito è stato soggetto allo stesso modus operandi, questa volta attuato dall'Arabia Saudita, che finanziava frange islamiche Wahhabi. L’espansione rapida dell’Islam mina il tessuto sociale delle nazioni europee e limita la libertà di espressione, come in Svezia dove a seguito di alcune proteste anti-islamiche per evitare l’incidente diplomatico il governo svedese ha condannato una protesta nonostante secondo la costituzione del paese è completamente nei limiti della legge, fatto che ha spinto il governo danese verso la stessa direzione.

CONCLUSIONI

L’Islam rappresenta una minaccia per la civiltà e per la libertà di ogni popolazione che assoggetta, è completamente assimilabile nell’agenda 2030 come dichiarato da loro stessi e dalle elites (1, 2, 3, 4) ed è funzionale ad essa per via dei suoi cinque pilastri estremamente collettivisti. Se non ci opponiamo con forza a questi cambiamenti le nostre vite ne risentiranno per generazioni.

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TRASFUSIONI SANGUE VACCINATO: I RISCHI

Lo studio è in preprint e lo si può leggere cliccando qui.

1) TROMBI, PROBLEMI IMMUNITARI E INFIAMMAZIONI

Gli autori dello studio sostengono che a causa della lunga permanenza della spike nel sangue e della tipologia di effetti avversi, non è necessario essere stati inoculati per sperimentarli, ma questi si possono riprodurre anche in un non vaccinato che dovesse ricevere sangue contaminato durante una trasfusione. il primo rischio di cui parlano gli autori è la tossicità stessa della proteina spike (1, 2), perché ha effetti sui globuli rossi e le piastrine e può superare la barriera emato-encefalica (1, 2, 3, 4, 5, 6). Le formazioni amiloidi che vengono indotte dalla proteina spike possono rimanere a lungo tempo nel sangue di un vaccinato, possono con una trasfusione essere passate e i microtrombi potrebbero a loro volta aggregarsi e provocare trombosi in colui che riceve la trasfusione, le formazioni amiloidi sono inoltre tossiche (1, 2). Il sangue può contenere aggregati di globuli rossi o di piastrine anomali che possono essere anch'essi trasferiti al ricevente (1, 2, 3, 4, 5). Il sistema immunitario dei vaccinati è compromesso ed è suscettibile ad infezioni subcliniche o a viremia che possono essere passate al ricevente. Gli autori ipotizzano che anche le anomalie stesse del sistema immunitario dei vaccinati possano essere trasferite ai riceventi, e che possano ricevere tramite il sangue delle cellule B della memoria che producono anticorpi difettosi che possono essere inefficaci nel bloccare i virus (imprinting immunitario, 1, 2, 3, 4) o favorire le infezioni virali (effetto ADE 1, 2, 3), infine vi è il rischio che le cellule b così trasferite producano una quantità anomala di IgG4, che promuove tolleranza immunitaria e infiammazioni croniche (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7) e il cancro.
I nanolipidi presentano un problema di per sé, perché oltre ad essere trombogenici sono fortemente infiammatori (1, 2, 3, 4). Gli autori aggiungono che si riceve sangue da una persona che ha appena effettuato la dose di richiamo senza che siano passati abbastanza giorni e i nanolipidi non si sono separati dall'mRNA, si può passare l'mRNA al ricevente che così viene vaccinato contro la sua volontà.

2) TEST DA FARE PER VEDERE SE LE SACCHE DI SANGUE SONO CONTAMINATE

Oltre a cercare eventuali marker con tecniche immunoistochimiche per rilevare la presenza di proteina spike nel sangue, bisogna vedere se continene mRNA, oppure DNA nel caso in cui si tratta di vaccini a vettore virale come Astrazeneca e vedere se ci sono segni che indicano la presenza di malattie autoimmuni o fattori che indicano il rischio di trombosi, a partire dal D-dimero, oppure marker per miocarditi, come la Troponina T. La presenza di anticorpi IgG4 va controllata, ed è importante anche vedere se nel sangue sono presenti proteine anomale causate dal frameshifting ribosomiale prodotto dalla pseudouridina inserita nell'mRNA per aumentare la quantità di spike trascritta. Anche ripiegamenti anomali della spike vanno indagati, perché possono portare malattie prioniche. Gli autori sostengono che la miglior cosa da fare è scartare il sangue contaminato dei vaccinati se risultano essere positivi anche solo ad uno dei marker appena indicati, perché presenta gravi rischi per la salute, dal momento che non esiste alcun metodo in grado di purificare il sangue al 100% dalle componenti pericolose. Tutti i rischi e i test di cui gli autori parlano sono da loro giustificati citando uno studio dove viene mostrato che la proteina spike viaggia nel corpo all'interno di esosomi e può essere trasmessa attraverso questi anche ad un non vaccinato.

CONCLUSIONI

Gli autori sostengono che quelli COVID non sono semplici vaccini, ii chiamano "vaccini genici" e sostengono che invece di vaccinazione si dovrebbe parlare di immunoterapia. Accusano l'OMS di ostacolare le iniziative legislative volte a limitare o eliminare l'uso di sangue contaminato e di promuovere le immunoterapie geniche per i propri interessi.

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LA TIRANNIA UE AVANZA: INTELLIGENZA ARTIFICIALE E CASE GREEN

Approvato riconoscimento facciale da parte delle forze dell'ordine, e gli stati membri possono decidere di introdurre sanzioni e restrizioni alle case non green.

1) APPROVATO AI ACT

È stato approvato quasi all'unanimità il testo dell'AI act con gli emendamenti del People's Party che consente l'utilizzo da parte delle forze dell'ordine del riconoscimento facciale e l'uso dei dati biometrici per riconoscere persone che hanno commesso un reato oppure per prevenirlo, basterà avere un'autorizzazione amministrativa o da parte di un giudice. La stampa non parla dell'esenzione accordata alle forze dell'ordine (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7), ma presenta la legge in modo fuorviante facendo passare il parlamento europeo stesso come antisistema perché mette dei paletti alle multinazionali dell'AI e impone delle regole di trasparenza che devono seguire in base al livello di rischio che l'AI presenta. Poi si dice, in modo ingannevole, che verranno bandite alcune applicazioni come il social scoring e l'uso della lettura delle emozioni, ma queste cose erano già bandite in UE da leggi precedenti. Questa legge è stata approvata per creare degli stati d'eccezione dove alle forze dell'ordine sarà consentito ciò che prima, almeno formalmente, era assolutamente bandito: l'uso dell'intelligenza artificiale per riconoscere volti e della sorveglianza biometrica. Anzi, dividendo i requisiti che gli sviluppatori devono rispettare in materia di trattamento dati e trasparenza in fasce di rischio, di fatto la legge non fa che avvantaggiare quelle AI che vengono considerate di rischio basso, così che persino la presentazione sovversiva che i media fanno della legge come lotta alle multinazionali è del tutto falsa.

2) APPROVATE CASE GREEN

Le case green sono il risultato di due direttive. Nell'articolo 2 bis della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia gli stati membri dovranno promuovere la ristrutturazione delle case anche ricorrendo a "passaporti di ristrutturazione" la cui adozione da parte degli stati membri sarà facoltativa. L'obiettivo è diventare net 0 entro il 2050. Sarà obbligatorio introdurre dispositivi che regolano da soli la temperatura nelle nuove case, e lo sarà anche quando le vecchie case dovranno sostituire i generatori di calore (art. 8). L'attestato di prestazione energetica sarà obbligatorio per chiunque costruisca nuove case o vorrà venderne di vecchie (12) e dovrà essere ben visibile negli annunci (13). Sparisce l'esclusione dal mercato immobiliare delle case di fasce G ed E così come l'obbligo di ristrutturare il 15% delle case con fascia energetica minore, ma permangono standard più restrittivi sugli edifici non residenziali che dovranno avere impianti d'automazione e controllo (art. 15) e in base al numero di posti auto punti di ricarica per le auto elettriche (art. 8). Nella direttiva sull'efficienza energetica, gli stati membri devono garantire una riduzione dell'uso dell'energia dell'11,7% entro il 2030 rispetto allo scenario UE 2020 (art. 4), per cui gli interventi saranno spalmati su tutte le fasce energetiche, mentre andrà comunque ristrutturato almeno il 3% degli edifici pubblici ogni anno (art. 6). Vi è anche l'obbligo di ridurre in numero progressivo la vendita media annua di energia agli utenti finali (art. 8).
Gli stati membri potranno decidere, sulla base dell'art. 4 della prima direttiva e degli art. 9 e 10 della seconda direttiva, in modo indipendente requisiti minimi di prestazione energetica ed eventuali restrizioni per chi non li rispetta, così come imporre dei regimi obbligatori di utilizzo energetico. Così come per il green pass, il regolamento UE lascia il lavoro sporco agli stati membri che possono inserire quelle stesse restrizioni che sono state omesse a livello europeo.

CONCLUSIONI

Se a questo aggiungiamo la direttiva sull'ecocidio e la legge sul ripristino della natura, vediamo che l'UE attraverso queste nuove direttive si prepara ad attaccare ogni libertà fondamentale.

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TELEGRAM: RITIRATA LA SOSPENSIONE IN SPAGNA

La sospensione di Telegram che era stata annunciata in Spagna, e poi ritirata, può essere aggirata impostando un proxy.

1) MOTIVAZIONI FUTILI

Il tribunale nazionale spagnolo aveva richiesto di sospendere Telegram su richiesta di Mediaset España, A3 media e Movistar plus con la scusa del caricamento di contenuti protetti da copyright senza previa autorizzazione (1, 2, 3, 4, 5). La sospensione era stata richiesta da Pedraz perché Telegram non ha risposto a richieste di informazioni da parte di quest'ultimo che chiedeva i dati circa i profili degli account accusati di violare il copyright. Era stato stabilito che gli stessi provider della rete avrebbero dovuto oscurare l'accesso a Telegram, quindi non sarebbe avvenuto in modo immediato e sarebbe stato necessario del tempo prima che i provider spagnoli bloccassero l'accesso all'applicazione, infatti il funzionamento di telegram nonostante tutto non è mai stato interrotto in Spagna. Bisogna notare che nonostante i media riportino che si trattasse di una sospensione provvisoria, le indagini su Telegram sarebbero potute durare fino a Settembre e quindi se fosse andata in porto la durata della sospensione poteva essere di parecchio tempo. In ogni caso Pedraz presentò la sua sospensione come una misura cautelare per impedire che Telegram continuasse a reiterare la condotta illegale, cioè ospitare il materiale protetto da copyright.

2) NUOVO AGGIORNAMENTO: SOSPENSIONE RITIRATA

La sospensione annunciata è stata successivamente ritirata in quanto è stata riconosciuta come non proporzionale ed eccessiva. La causa del ritiro della sospensione sarebbe l'ingente danno economico causato a diverse organizzazioni che usano telegram come via di comunicazione principale (1, 2, 3).

3) COME AGGIRARE UN'IPOTETICA SOSPENSIONE?

Per qualsiasi futura evenienza sarà proposta una breve guida per aggirare ipotetiche sospensioni di Telegram.
Siccome sarà il provider a bloccare l'accesso a Telegram, occorre impedire che il provider possa vedere quali siti internet si stanno utilizzando, e ciò si può fare attraverso la funzione proxy di Telegram.
a) Con Orbot o ancora meglio con Invizible Pro avviare la rete Tor. Entrambe queste applicazioni si possono scaricare da F Droid, uno store di applicazioni libere alternativo al playstore. Se non avete F Droid dovete autorizzare sul vostro telefono i download da fonti sconosciute e scaricarlo da qui. Una volta scaricato cercate nella barra di ricerca di F Droid una delle due applicazioni come se fosse nel play store e scaricatele.
b) Su Telegram, da impostazioni andare su "data e archivio" e "impostazioni proxy".
c) Selezionare "Aggiungi proxy" e compilare quanto segue:
Proxy SOCKS5
Server: localhost
Porta: 9050 (verificare dall'applicazione da cui si è avviata la rete tor la porta esatta)
I campi username e password rimangono vuoti.
d) Salvare la rete usando la spunta in alto a destra.
e) Selezionare la rete appena creata e attendere la avvenuta connessione.
Ovviamente affinché la connessione funzioni, i servizi di orbot o di inviziblepro devono essere attivi.

CONCLUSIONI

La violazione del copyright è una delle più antiche scuse quando si parla di censura, infatti è telegram stesso che a volte censura canali per violazione di copyright, e che le emittenti Spagnole solo adesso si siano svegliate e abbiano notato solo adesso che da anni vengono riprodotti su Telegram contenuti protetti da copyright in modo gratuito e spesso senza riportare la fonte, sembra abbastanza strano. La richiesta di sospensione è stata ritirata dopo solo qualche giorno, ma esisteva, ci hanno davvero provato, non è una bufala. Prova sono le fonti che si possono consultare nel post cliccando sulle scritte blu.

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DENGUE BRASILE: CAUSATO DALLE ZANZARE OGM DI BILL GATES

Il mainstream dà la colpa al cambiamento climatico e alla mancanza di vaccini per insabbiare gli esperimenti di Bill Gates.

1) VACCINI E RILASCIO DI ZANZARE PER FERMARE I CASI

Il sistema ha lanciato l'ennesima campagna terroristica sulla Dengue parlando di quasi 2 milioni di casi, i più alti dall'anno 2000, riferendo che alcuni stati Brasiliani hanno già dichiarato lo stato di emergenza, sostenendo che ci sono tutti questi casi perché è stata vaccinata meno del 30% della popolazione (1, 2, 3, 4). Altri invece invocano come causa la farsa climatica (1, 2), il Washington Post paragona l'attuale situazione dengue alla farsa COVID e sostiene che si sta diffondendo in tutto il Sud America e rappresenti una nuova emergenza sanitaria, e come causa mischiano tutto insieme: il cambiamento climatico, ma anche la povertà, le "disuguaglianze" e una scorretta pianificazione urbana. La soluzione definitiva per risolvere il problema, secondo il mainstream, è però rilasciare ulteriori zanzare nell'ambiente che sono state contagiate dal batterio Wolbachia, che secondo loro limita la trasmissione della dengue (1, 2).

2) LA CAUSA È OXITEC, DITTA FINANZIATA DA BILL GATES

Questo numero di casi è stato preceduto da una campagna di vaccinazione di massa anti-dengue. La Oxitec, un'organizzazione finanziata dalla Bill & Melinda Gates foundation, alleva e rilascia in varie parti del mondo Aedes Aegypti, la zanzara responsabile di trasmettere la dengue, ma anche altre specie di zanzare, tutte geneticamente modificate. Negli USA si registrarono casi anomali di malaria in Florida, dove questa ditta possiede un laboratorio. Queste zanzare però non sono contagiate col Wolbachia, ma sono ingegnerizzate per trasmettere una mutazione genetica alle femmine il cui scopo sarebbe quello di ucciderle prima che inizino a pungere per nutrire le larve. Non solo si è pianificato di rilasciare ancora queste zanzare (1, 2) nell'immediato futuro, ma a partire dal 2023 prevedono di rilasciarne altre in Brasile per i prossimi 10 anni. In realtà sono operativi da anni e ogni anno rilasciano una certa quantità di zanzare geneticamente modificate in Brasile dicendo che grazie alla loro attività la popolazione di zanzare si riduce drasticamente. Prima di sperimentare in tutto il Brasile, però, hanno sperimentato in altri Stati: vi è un articolo su Science del 2016 che parla di esperimenti a Panama e in Malesia, e durante il periodo 2011-2013, hanno rilasciato zanzare anche a Bahia, uno Stato brasiliano. L'articolo parla di una riduzione della popolazione del 90%, invece questo studio che analizza la popolazione di zanzare a Bahia dal 2007 al 2013 ha mostrato che i picchi di popolazione di zanzare e di casi ci sono stati proprio nel 2013. Uno studio del 2019 su Nature condotto proprio sulle zanzare di Bahia ha mostrato che le zanzare geneticamente modificate non erano in grado di bloccare la riproduzione e che anzi si era formato un ibrido tra zanzare geneticamente modificate e naturali che era in grado di sopravvivere. Questo ibrido, sostenevano gli autori, sopravvive persino meglio delle zanzare originali. Nel 2020 censurarono l'articolo ed obbligarono gli autori ad eliminare la frase dove si sosteneva che gli ibridi avevano chance di sopravvivenza più elevate. Anche nella Malesia i casi non hanno fatto che aumentare da quando hanno iniziato a rilasciare zanzare.

CONCLUSIONI

Questi esperimenti vanno avanti dal 2009 e mai, in nessuno Stato dove sono stati condotti, hanno eliminato la dengue, anzi, tutto il contrario. Così come con i veleni sperimentali COVID, nonostante non solo siano inefficaci, ma anche dannosi, vengono tutt'ora spinti e finanziati, e gli scienziati che criticano tali esperimenti (1, 2) opportunamente censurati perché dietro c'è Bill Gates, che ne fa aperta propaganda anche sul suo blog personale. Il loro prossimo obiettivo, adesso, è attaccare il bestiame, perché stanno progettando anche zecche geneticamente modificate che colpiscono i bovini.

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LE ELITES FINANZIARIE IMPONGONO IL GENDER

L'adesione da parte di imprese e istituzioni all'ideologia gender non è affatto spontanea, ma è il prodotto di pressioni esercitate attraverso un vero e proprio sistema di credito sociale.

1) IL GRANDE RESET PASSA PER L'IDEOLOGIA GENDER

Un numero sempre maggiore di testimonial LGBT si affolla nei video della promozione d’impresa, le amministrazioni si affannano in una corsa ossessiva all’inclusività e le questioni legate all’identità di genere vengono quotidianamente ribadite nei mezzi di comunicazione.
Com’è stato possibile che le rivendicazioni di percentuali risibili della popolazione mondiale che, secondo i dati OCSE arriva solo al 2,7, siano diventate la stella polare dell’imprenditoria e della politica?
La risposta la dà il WEF: l'LGBT è uno degli strumenti per imporre il Grande Reset attraverso due strade: la diffusione del capitalismo degli Stakeholders, una dottrina dell’organizzazione aziendale che vincola le attività imprenditoriali al rispetto di specifici valori woke tramite i principi della Responsabilità Sociale (CSR); l’altra è comprendere da chi e con quali strumenti sia stata data così tanta forza ad istanze marginali della società.
Spesso e volentieri l'introduzione di tematiche, personaggi e testimonial woke provoca un danno economico non solo perché vengono boicottati, ma anche perché le quote per la diversità portano all'assunzione di personale incompetente. Le élite promettono finanziamenti alle aziende che sporcano la propria immagine e contaminano i propri prodotti di ideologia, così che vendendo sempre meno, l'unica forma di sopravvivenza che hanno è proprio la dipendenza finanziaria dai fondi delle élite, che così le hanno in pugno.

2) CREDITO SOCIALE PER IMPRESE E MUNICIPI

HRC è un'organizzazione che diffonde l’ideologia gender attraverso l'egemonia culturale in ogni ambito col sostegno finanziario di JP Morgan Chase & Co., Morgan Stanley, Société General de Belgique e Credite Suisse.
Human Rights Campaign si occupa anche della conduzione di rappresaglie nei confronti di chi non si allinea ai suoi dettami come il sovrintendente alla pubblica istruzione dell’Oklaoma, reo di non consentire ai travestiti la modifica del "genere" nei registri scolastici.
Per stabilire chi sostenere e chi punire, HRC utilizza il Corporate Equity Index (CEI), elaborato da Credit Suisse, che viene anche usato dalle banche per scegliere a chi erogare finanziamenti.
Alcuni dictat delle linee guida stabilite:
    • sostegno ai matrimoni omosessuali;
    • marginalizzare le entità che si oppongono alla dottrina LGBT e con le quali l’azienda viene in contatto;
    • rivolgersi solo a enti certificati LGBT;
    • mostrarsi pubblicamente ossequienti verso la dottrina Gender;
    • finanziare organizzazioni o eventi legati al mondo LGBT;
    • fare campagne di marketing orientate al mercato LGBT.
Lo stesso sistema di credito sociale è applicato anche ai municipi attraverso il Municipal Equality Index che assegna un punteggio in base a quanto la politica si piega al ricatto LGBT ad esempio costruendo sportelli LGBT o usando soldi pubblici per pagare ormoni e interventi di mutilazione.

3) LA SITUAZIONE IN EUROPA E IN ITALIA

In Europa chi si occupa di finanziare i progetti pro-LGBT è ILGA Europe che ha come suo co-fondatore la UE.
ILGA riceve sovvenzioni da privati che concentra sui progetti definiti dal annualmente dal suo gruppo direttivo a favore della casta LGBT.
In Italia il documento che definisce la “Strategia Nazionale LGBT+ 2022-2025”, coinvolge 13 Ministeri e ricalca le richieste stabilite da indici come CEI e MEI.
Tra gli obiettivi da raggiungere, quello di portare ai livelli della media europea le più alte percentuali di dissenso che gli italiani manifestano verso il mondo LGBT.

CONCLUSIONI

Le aziende non dipendono più dalla loro efficienza nel mercato, che è ormai diventato solo una messa in scena, ma vengono tenute in vita dalle élite mondiali, e questo è il loro reset, cioè l'essere diventate appendici del potere.

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OMS: LA MODIFICA AL RSI APRE LE PORTE ALLA DITTATURA SANITARIA INTERNAZIONALE

La lista degli emendamenti con le relative modifiche la si può consultare qui. Nel testo originale le parole sottolineate e in grassetto sono aggiunte, mentre le parole barrate sono quelle che intendono rimuovere.

1) ELIMINATO IL PRINCIPIO DI RISPETTARE LA LIBERTÀ, OBBLIGO DI CONDIVIDERE I DATI

All'art 2 si aggiunge che bisogna prepararsi per bloccare la diffusione delle malattie, e si aggiunge che bisogna occuparsi di qualsiasi rischio che può avere un impatto sulla salute umana. Ciò serve per far strada all'One Health, approccio che fonde insieme delirio pandemico e climatico. All'art.3, 1 viene cancellato che l'implementazione deve in ogni caso rispettare la dignità umana e le libertà fondamentali, ed è stato sostituito da neologismi woke "equità" e "inclusione". Lo stesso viene ribadito anche nel 3.5, dove si aggiunge che le regole andranno applicate in base al livello di sviluppo dei Paesi, quindi le restrizioni andranno a colpire maggiormente i paesi più sviluppati, e quindi probabilmente l'Occidente. Gli stati sviluppati che decidono di aderire a questo regolamento avranno l'obbligo di sostenere e finanziare in materia sanitaria quelli meno sviluppati (art 5. 1-3), infine l'OMS ha ruolo di monitoraggio per individuare potenziali minacce sanitarie (art 5, 5). Negli art 6-10. invece gli stati membri vengono vincolati a dover condividere con l'OMS qualsiasi informazione sanitaria, inclusi i dati genetici, in base alle sue richieste. Su propria discrezione l'OMS può decidere di condividere queste informazioni con altri Stati (art. 11).

2) IL DIRETTORE GENERALE AVRÀ PIENI POTERI SULLE EMERGENZE

Il direttore generale dell'OMS potrà anche dichiarare lo stato di emergenza non solo per emergenze attuali, ma anche per quelle potenziali. Viene cancellata la possibilità da parte degli stati di opporsi alla dichiarazione d'emergenza fatta dal direttore generale, che in tal merito avrà totali poteri e in suo esclusivo potere sarà anche decidere dell'eventuale fine di un'emergenza. Anche se non ci sono gli estremi per dichiarare un'emergenza sanitaria, il direttore generale può comunque dichiarare un'allerta intermedia e creare un clima emergenziale. Le allerte che il direttore generale potrà lanciare potranno essere a livello mondiale, nazionale e persino regionale (art 12). Il direttore generale si potrà dotare di un comitato d'emergenza che come requisito più importante dovrà rispettare la "parità di genere" (art. 48).

3) ECONOMIA SANITARIA PIANIFICATA DALL'OMS

L'art. 13 consente all'OMS di instaurare una dittatura sanitaria internazionale, perché nel par 5. gli Stati sono obbligati a sostenere le risposte sanitarie coordinate dell'OMS e questo significa essere pronti a fornire ad un altro stato membro, tramite l'OMS stesso, prodotti e tecnologie sanitarie, tra cui strumenti diagnostici e vaccini. Nel nuovo articolo 13a gli stati membri si impegnano a riconoscere l'OMS come la guida durante le emergenze sanitarie e seguire tutte le sue raccomandazioni e a produrre prodotti sanitari in base alle richieste dell'OMS e a donare una certa percentuale di questi. Nell'art. 23 si parla di introdurre passaporti vaccinali digitali per chi viaggia, e nel par. 6 viene scritto che bisogna disincentivare il cartaceo in ogni modo. I certificati digitali devono essere dotati di un QR code (art. 35). Nell'allegato 6 è specificato nel dettaglio come devono essere questi certificati.

CONCLUSIONI

Questi emendamenti non sono stati ancora approvati, ma saranno discussi e definitivamente approvati o rifiutati a Maggio, la bozza da me presentata per quanto sia autentica può non essere quella definitiva. Questi regolamenti erano stati definiti nel 2005 e le modifiche iniziarono nel 2022, in piena farsa pandemica. Lo stesso direttore generale dell'OMS ha dichiarato al G20 che è di fondamentale importanza riuscire a farli approvare assieme alla sottoscrizione del trattato pandemico.

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Media is too big
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PANEL WEF: IMPORRE LGBT NEI LUOGHI DI LAVORO

Il panel si apre sostenendo che le grandi aziende dell’indice Fortune 100 hanno fatto progressi nell’includere la casta LGBT e che i paesi che li accettano sono "finanziariamente più rilevanti di coloro che non lo fanno". Le aziende che hanno assunto tra i loro dirigenti gli LGBT hanno rendimenti finanziari migliori e la casta LGBT è ottima per gli affari in quanto a livello globale "più grande del PIL della Germania".

Questa è una menzogna, perché esiste un sistema di credito sociale che ricatta le aziende togliendo finanziamenti se non si piegano all'LGBT.

Gli amministratori delegati dovranno supportare la causa finanziando manifestazioni che promuovono l’inclusività e le minoranze. Le aziende dovranno assumere un "responsabile della diversità", poiché l’inclusione è obbligatoria, e coinvolgere governi ed influencer, come Bergoglio, affinché sia ovunque depenalizzata la sodomia e vengano accettate le perversioni LGBT.

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G20: LA GUERRA AL DISSENSO

Completare il trattato pandemico, censurare totalmente la controinformazione e combattere il "razzismo" sono le priorità dichiarate dal sistema.

1) COMPLETARE I NEGOZIATI DEL TRATTATO PANDEMICO

Questo meeting si è focalizzato sulla "salute globale" e l'obiettivo era, oltre a promuovere l'approccio one Health dell'OMS, così come espresso dal comunicato stampa di questo incontro preliminare, l'obiettivo primario è completare il più presto possibile i negoziati per il trattato pandemico in modo da avere un piano di "prevenzione" delle pandemie. Così come nell'incontro del G7, l'obiettivo è la creazione di una strategia unica condivisa da tutti gli Stati che condivideranno, almeno parzialmente, persino le risorse finanziarie con lo scopo di fronteggiare le "pandemie".

2) LOTTA ALLA CONTROINFORMAZIONE

Il gruppo di lavoro sull'economia digitale del G20 ci fa sapere che la sua priorità è bloccare la diffusione di "fake news". In questo articolo sostengono che bisogna difendere "l'integrità dell'informazione" perché la controinformazione diffonde narrazioni negazioniste e cariche di odio che minacciano il raggiungimento degli obiettivi dell'agenda 2030 e le campagne di vaccinazione di massa. Nell'articolo è citato questo report dell'ONU che fa parte della our common agenda, l'agenda che sostituirà nel futuro l'agenda 2030, dove si sostiene che devono essere i gestori stessi delle piattaforme a mantenere "l'integrità dell'informazione", cioè la censura di qualsiasi contenuto non provenga dalle fonti che il sistema reputa attendibili (p.6), il resto del report è una lamentela di come la controinformazione sia un ostacolo per i loro obiettivi, li faccia sentire insicuri e sia un problema per la democrazia. L'articolo conclude dicendo che bisogna proporre ed estendere la "dichiarazione globale sull'integrità dell'informazione online" dove si sostiene che la controinformazione va censurata per garantire la libertà di espressione online, perché dietro la controinformazione ci sono attori malevoli il cui obiettivo è dirigere l'opinione pubblica. Quindi per loro la censura della controinformazione serve per permettere alle persone di esprimere le loro "vere opinioni" che sono quelle che secondo loro avrebbero se non fossero mai entrate in contatto con la controinformazione.

3) AGGIUNGERE UN NUOVO OBIETTIVO ALL'AGENDA 2030: L'ANTIRAZZISMO

In questo articolo l'antirazzismo viene considerato l'obiettivo prioritario del G20, ci si propone di inserirlo ufficialmente come obiettivo 18 nell'agenda 2030 e se ne occuperà Lula, che preparerà gli indicatori in questione. Per antirazzismo loro intendono smantellare le strutture sociali che sono responsabili della "discriminazione" e dell'"oppressione", e questo significa istituzionalizzare l'odio antibianchi, anche con misure legislative, volte a ridistribuire ai neri la ricchezza dei bianchi. Ciò non è una mia interpretazione personale, perché nell'articolo viene proprio scritto che il problema è la "inequality" intesa come disuguaglianza economica e che la "sfida globale" è appianare questa disuguaglianza attraverso la ridistribuzione, essendo presentati nel dibattito del G20 anche gli indici economici in merito, e per chi avesse ancora dei dubbi, può leggere questo comunicato stampa dove si sostiene che ogni piano di sviluppo economico deve prendere di mira le disuguaglianze regionali o quest'altro dove si sostiene che tutti i problemi della società derivano dalle disuguaglianze. Infine non poteva mancare in tutto questo guazzabuglio woke anche il femminismo, sostenendo che i fondi pubblici debbano essere usati per finanziare le imprese delle donne di diverse razze.

CONCLUSIONI

Il problema della società non sono le disuguaglianze, quelle ci sono sempre state e ci saranno sempre perché sono una conseguenza fisiologica delle differenze individuali. Il problema delle società sono proprio loro, le elitè che tramite le agende ideologiche vogliono espropriarci di tutto e ridurci all'obbedienza totale o alla morte.

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L'ISLAM PROMOSSE LA SCHIAVITÙ

La cultura islamica è stata quella che più di tutte ha diffuso la schiavitù, che persiste in alcuni paesi nonostante i tentativi di abolizione.

1) SCHIAVITÙ APPROVATA PERSINO DAL CORANO

Contrariamente a quanto sostengono i propagandisti islamici (1,2,3,4,5), l’Islam non si è mai opposto alla schiavitù, bensì la favorì istituzionalizzandola attraverso un sistema di leggi: essa è infatti sancita in diversi versetti coranici (1,2,3,4,5) e della Sunnah (1,2,3,4).
Per giustificare questi versetti si dice che l’Islam si sia limitato a regolamentare la schiavitù perché era troppo radicata nella popolazione araba, e quindi impossibile da eliminare senza commettere guerre. Questa è una menzogna, perché anche il politeismo arabo, il consumo di maiale e di alcol erano pratiche diffuse nella penisola araba prima dell’espansione islamica, eppure non sono stati presi scrupoli in merito, tanto che Maometto e i suoi seguaci mossero diverse guerre proprio per opporsi a queste usanze, che ora sono vietate.

2) NEOLINGUA ISLAMICA

Spesso vengono citati versetti del Corano (1) e della Sunnah (1) che sembrano promuovere un trattamento clemente per gli schiavi. Questi trattamenti sono su base volontaria a discrezione del singolo e facilmente aggirabili. Inoltre, gli schiavi dovevano convertirsi all’Islam (1,2) per poter essere liberati, quindi l’idea stessa di “liberazione” dalla schiavitù è falsa, visto che lo schiavo doveva piegarsi completamente alla fede islamica anche solo per avere una possibilità.
Alcuni sostengono anche che la schiavitù dell'Islam sia moralmente accettabile perché vieta espressamente di schiavizzare altri musulmani e può essere condotta solo contro paesi in guerra. Tuttavia, questo è un uso della neolingua; secondo l’Islam, ogni fedele è costretto per dovere ad attuare la jihad (guerra contro gli infedeli 1 pag. 291, 2, pag 471). Ciò si traduce nella diffusione della schiavitù frutto della politica espansionistica islamica ai danni dei paesi abitati dagli infedeli.

3) ESEMPI DI SCHIAVITÙ NEL MONDO ISLAMICO

Maometto stesso possedeva schiavi e la sua figura nell’Islam ha generato la dottrina dell’uswa hasana (1,2).
I principali metodi con cui i paesi islamici ottennero schiavi erano raid costieri, guerre e ricatti politici per ottenere tributi sotto forma di persone, come nel caso della Nubia, un paese a maggioranza cristiana all'epoca. Importanti furono i raid costieri dei corsari turchi e algerini in Spagna, Francia e soprattutto Italia. Questi raid iniziarono nel XVI secolo e terminarono solo nel XVIII secolo con la conquista dell’Algeria da parte dei francesi. Nel momento più prolifico, i raid raggiunsero una quota di 300.000 persone rapite nell'arco di 50 anni (1, 2), dal 1530 al 1580, e una stima di un milione e mezzo di persone rapite in totale. Di portata più ampia fu il commercio degli schiavi che coinvolse quasi tutti i territori del Nord Africa e dell’Africa subsahariana, ma a causa delle scarse testimonianze archeologiche e dell'inesistenza di archivi, risulta difficile fornire una stima precisa del numero di persone ridotte in schiavitù (1, 2). Questo commercio di schiavi fu instaurato già nel VII secolo (pp. 472) e poi si mantenne fino alla tratta per la quale vengono condannati in modo esclusivo gli europei. In realtà quando gli europei iniziarono a comprare schiavi dall'Africa esisteva già un mercato interno ben strutturato che si limitò semplicemente ad esportare schiavi.

CONCLUSIONI

Nonostante numerosi siano stati i tentativi da parte dell'Occidente di abolire la schiavitù nel mondo islamico (1, 2, 3), in alcuni paesi persiste. In Mauritania, nonostante sia stata abolita 2 volte, l'abolizione è solo formale, perché lo Stato dovrebbe ricompensare per la perdita economica i proprietari di schiavi, e siccome questo non avviene, gli schiavi sono ancora lì. In Sudan e in Libia (1, 2, 3, 4) è ancora presente, e si sospetta anche in Algeria e Arabia Saudita, in ogni caso il sistema Kafala è stato paragonato alla schiavitù.

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