Centro Studi Evolution
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**IL GIUSTIFICARE FA SOLO DANNI**
Il giustificazionismo danneggia tutti, perché toglie un principio fondamentale dell'esistenza umana: il senso della personale responsabilità! Un genitore che giustifica gli atti sbagliati di un figlio non gli permette di divenire pienamente cosciente di quanto commesso, relegandolo nell'angolo di un inutile pietismo. Questo non significa togliere affetto, vicinanza e sostegno nei confronti di chi ha commesso qualcosa di sbagliato, perché è proprio in quei momenti che un figlio ne ha più bisogno. Se i genitori tendono a minimizzare qualsiasi errore dei loro figli, essi lo sfumano, riducendelo a qualcosa di facilmente accettabile. Ma non è così. L'errore che pesa 100 non va ridotto a 50 o a 30, affinché non pesi sulla coscienza altrui. Lo sbaglio va valutato per il suo peso reale, perché solo in questo modo chi lo ha commesso lo può comprendere e iniziare il suo cammino di guarigione e di rinascita. Certo, a volte la paura che il figlio possa reagire in modo inconsulto può frenare l'azione genitoriale ma il giustificare condotte sbagliate è come condannare un figlio ad un perpetuo esilio nell'isola della deresponsabilizzazione. É la verità che ci rende liberi, per quanto dolorosa possa essere. E il viaggio continua... Pietro Lombardo
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**QUALE ATTEGGIAMENTO SCEGLIERE?**
L'atteggiamento è un costrutto psicologico che riflette la predisposizione di una persona a rispondere emotivamente o comportamentalmente a persone o situazioni. Questa predisposizione è influenzata da fattori ambientali, sociali e culturali, e si manifesta attraverso valutazioni generali che possono essere sia positive che negative. L'atteggiamento si articola in tre componenti principali:
- Componente cognitiva: riguarda le natura delle credenze e delle idee.
- Componente affettiva: si riferisce alla natura delle emozioni e dei sentimenti che si sperimentano in determinate circostanze.
- Componente comportamentale: rappresenta le azioni che una persona è incline a compiere in relazione a quanto gli sta accadendo.
E' possibile modificare il proprio atteggiamento? Certamente sì! Esso, infatti, pur se stimolato da fattori esterni, è sotto la nostra diretta responsabilità. Se siamo, ad esempio, provocati dall'arroganza altrui possiamo decidere di porci allo stesso livello, rimanere calmi o girare i tacchi e andarsene via. E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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**DA DOVE NASCE LA RIGIDITÀ MENTALE?**
Con una mente rigida provochiamo delle fratture psichiche. La rigidità mentale si rivela nel perfezionismo, nel doverismo e nell'ipercontrollo. Se temiamo l'imperfezione è perché temiamo il giudizio altrui o di cadere sul tappeto del fallimento. Se tutto deve essere come dovrebbe essere e non come potrebbe o vorremmo che fosse, significa che ci sentiamo amati solo se svolgiamo il nostro dovere al 100%. Se vogliamo tenere tutto sotto controllo è perché abbiamo paura degli imprevisti e di dover affrontare situazioni a noi sconosciute o spiacevoli che mettono alla prova il senso dell'autostima e della flessibilità. Anni di ricerche scientifiche ci hanno fatto comprendere come siano l'elasticità, la flessibilità cognitiva e l'adattabilità le leve del benessere e del ritrovarsi sempre in un nuovo equilibrio. Come ha affermato Bruce Lee: «L'albero più rigido si rompe con facilità, mentre il bambù o il salice sopravvivono piegandosi con il vento». E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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**CAMBIARE LO SGUARDO...**
È importante ricordare che non siamo gli errori che commettiamo. Identificarsi con il fallimento è una strada a vicolo cieco. I fallimenti sono un'opportunità per imparare e gli errori dei preziosi feedback su cui riflettere per cambiare strategia o modus operandi. L'imperfezione rende possibile la crescita continua. Si tratta di modificare lo sguardo con cui valutiamo la realtà che viviamo e tutto cambierà. E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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**LA VICINANZA AFFETTIVA**
«“Papà quanto guadagni in un’ora?”, chiese il bambino. “Guadagno 100 euro all’ora: perché vuoi saperlo?”. “Vorrei che tu mi dessi 50 euro”, aggiunse il figlio. “E tu mi hai fatto questa domanda per avere dei soldi? Vattene subito a letto e vergognati”, rispose adirato il padre. “Non ti sembra di aver esagerato”, intervenne la moglie: “Lui non chiede mai soldi. Vagli a parlare”. “Scusami per prima”, disse il padre entrando nella camera. “Eccoti i 50 euro”. “Evviva!”, urlò di gioia il bambino estraendo da sotto il cuscino altri 50 euro. “Ora che ho 100 euro, puoi passare un’ora tutta con me, papà?”». Tratto dalla pubblicazione "365 pensieri" del 1 agosto. E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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**COME REAGIRE DAVANTI AD UNO SBAGLIO?**
Quando si sbaglia si possono assumere diversi atteggiamenti. Il primo è negare di aver commesso qualcosa di sbagliato. Il secondo è di minimizzare gli effetti negativi dello sbaglio. Il terzo è i raccontare una mezza verità e continuare a nascondersi. Il quarto è autocolpevolizzarsi in continuazione e non darsi pace. Premesso che c'è sbaglio e sbaglio, l'atteggiamento più maturo consiste nel riconoscere lo sbaglio, assumersi la responsabilità, rendersi conto delle conseguenze negative e, ove possibile, cercare di riparare nel modo più giusto, a quanto fatto o provocato. Ciò che conta e che si sviluppi un autocoscienza morale al fine di maturare nel sentiero della verità. E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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**IL CONFINE DEL RISPETTO**
Se vogliamo essere rispettati bisogna mettere dei paletti, dei limiti, chiamati anche confini. Occorre decidere di far conoscere quali sono i confini di rispetto con i quali vogliamo essere trattati. La dignità non può essere calpestata, anche dalle persone che dicono di amarci. È come avere una casetta con un bel giardino in ordine. Nessuno lascerebbe che chiunque entri e faccia sporcizia, lasciando bottiglie di birra e immondizie in giro. Ecco perché è necessario mettere una una bella recinzione attorno: siamo noi quella villetta! L'educazione non è da tutti e nessuno la può dare per scontata. Ed è proprio per questo che occorre fissare dei chiari e precisi confini in cui far emergere il sano amor proprio. E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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Il giudizio degli altri non dovrebbe mai inquinare l'armonia interiore e la stima di sé. La responsabilità di gestire le relazioni con gli altri è sempre nostra. Se continuiamo ad aspettarci che gli altri si comportino bene con noi, siamo destinati a rimanere delusi. Ed è per questo che spesso ci sentiamo frustrati e amareggiati a causa degli altri e delle aspettative che abbiamo. Spesso, queste aspettative vengono distrutte da una frase, un giudizio o una critica che qualcuno ci rivolge. E quel giudizio può a volte avere volte un impatto così forte dentro di noi che ci limita. Per paura del giudizio degli altri, finiamo per bloccarci e rinunciare a fare ciò che vorremmo o a cambiare qualcosa nella nostra vita. Perché? Perché ci chiediamo: "Cosa penseranno gli altri?" Bisogna imparare a comprendere che quello che gli altri pensano riguarda un loro punto di vista o uno stato psicologico a volte dettato dall'invidia o dalla cattiveria. Se è così, perché ciò che gli altri pensano dovrebbe influenzarci così tanto? E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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Dove si trova la serenità? Nel potere, nell'edonismo, nell'esaltazione del proprio ego, nel successo della popolarità? Certamente no. Se così fosse dovrebbero esserci molte persone serene tra coloro che rispecchiano tali stili di vita. La serenità è un viaggio che si compie essenzialmente dentro di sè, nella guarigione delle proprie ferite, nella scoperta del proprio scopo esistenziale, nel dare un significato evolutivo ai fatti negativi e nel saper espandere la consapevolezza come un'alba sulle colline. La serenità è nella preghiera di un'anima che ha fatto pace con tutto ciò che è stato motivo di turbamento. La serenità è ritrovarsi all'incrocio di un abbraccio con il dono della vita. E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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**QUELLA MALSANA FAME DI ESISTERE...**
Quando sanguiniamo d'invidia, di sfrenato arrivismo o di acerrima rivalità il problema non è con gli altri ma con noi stessi. Significa che ci siamo sentiti poco considerati, amati e valorizzati al punto tale da non sopportare il successo e la felicità altrui. Dover dimostrare a tutti i costi di valere rivela il tentativo di dire "io esisto", anche se "voi non vi siete mai accorti di me". Il voler ricevere a tutti i costi le attenzioni altrui e soffrire se qualcun altro le riceve, significa essere affamati di un riconoscimento che è stato a suo tempo negato. Ecco perché a volte il desiderio di rivalsa rivela il volersi prendere una rivincita contro un passato da persone invisibili. Se questo desiderio resta in certi limiti è una spinta positiva, altrimenti diventa una sfrenata e mai sazia corsa verso una smisurata e malsana affermazione di sé. E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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**LE PICCOLE COSE**
Quando si è bambini tutto diventa curiosità e meraviglia. Anche le più piccole cose sono fonte di gioia. Poi, crescendo, le piccole cose vengono date per scontate e si perde il valore che esse contengono: un raggio di luce, il profumo dell'erba tagliata, un gesto gentile, una camminata a piedi nudi, un sorso d'acqua fresca o il sorriso di chi si ama. Gioire per le piccole cose è rimanere con l'animo di quel bambino o di quella bambina che non hanno mai smesso di rimanere innamorati della vita. E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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Quando ci troviamo di fronte a una persona travolta dalla rabbia, è importante ricordare che dietro quell’esplosione di emozioni si nasconde spesso un bambino interiore spaventato. Questo bambino sta semplicemente reagendo in difesa, sentendosi minacciato e vulnerabile. Invece di vedere l’attacco come personale, possiamo imparare a riconoscere che quella persona, in realtà, sta solo cercando di proteggersi. Ma come possiamo rispondere in questi momenti, quando istintivamente ci sentiamo attaccati e inclini a reagire con aggressività o a chiuderci nel silenzio, accumulando ulteriore rabbia? È difficile, nel bel mezzo della tensione, vedere oltre la maschera di forza e sicurezza che la persona arrabbiata indossa. Tuttavia, dietro questa facciata si cela una realtà molto diversa: un bambino convinto che, se dovesse mostrare la sua insicurezza o inadeguatezza, sarebbe abbandonato. E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
P.S. Per chi lo desidera nel blog è disponibile l'intero articolo. Grazie.
http://www.pietrolombardo.it/andare-oltre-la-rabbia/
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**COME TI FAI TRATTARE?**
La vita ti tratta esattamente come tu permetti che ti tratti. È arrivato il momento di smettere di essere un tappetino su cui gli altri si puliscono i piedi. Non devi continuare a presentarti come qualcuno che può essere calpestato. Alzati, fai valere i tuoi bisogni e desideri, perché hanno lo stesso valore di quelli di chiunque altro. Ricorda sempre che l'unico controllo reale che hai è su te stesso o te stessa. Non puoi mai governare ciò che accade al di fuori di te. Prima c'era il sole, ora è nuvoloso: non dipende da te. Puoi solo decidere di metterti o toglierti la giacca. Ciò che accade intorno, come il rumore o la quiete, non è sotto il tuo controllo. L'unica cosa che puoi veramente dirigere è il modo in cui percepisci la vita e come scegli di rispondere ad essa, con te stesso e con le altre persone. E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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**LA MOTIVAZIONE AL LAVORO**
«Il successo non è la chiave della felicità. La felicità è la chiave del successo. Se ami ciò che fai, avrai successo». Albert Schweitzer
La motivazione al lavoro è un tema centrale nel mondo professionale, un elemento essenziale che può fare la differenza tra un semplice lavoro e una carriera gratificante. Ma cos’è davvero la motivazione?
La motivazione può essere definita come quella spinta interna che ci porta a perseguire obiettivi specifici, sia a livello personale che professionale. Essa può essere intrinseca, quando deriva da una passione o un interesse personale, o estrinseca, quando è alimentata da ricompense esterne come il denaro, il riconoscimento o l'avanzamento di carriera.
Nel contesto lavorativo, la motivazione è ciò che ci spinge a dare il massimo, a superare le sfide e a cercare costantemente di migliorare. È il carburante che alimenta la produttività, l'innovazione e la resilienza. Tuttavia, mantenere alta la motivazione non è sempre facile, specialmente in un ambiente lavorativo che può essere stressante o poco gratificante.
Quali sono le principale chiavi per mantenere alta la motivazione?
1. Definire obiettivi chiari: avere obiettivi ben definiti è fondamentale per mantenere la motivazione. Gli obiettivi devono essere specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e temporali (SMART). Quando sappiamo esattamente cosa vogliamo raggiungere, è più facile restare focalizzati e motivati.
2. Trovare significato nel lavoro: la motivazione aumenta quando sentiamo che il nostro lavoro ha un significato. Questo può derivare dal vedere il risultato concreto dei propri sforzi, dal contribuire al benessere di altri o dal sentirsi parte di una missione più grande. La motivazione è il cuore pulsante di ogni successo professionale. È ciò che trasforma il dovere in piacere, che fa sembrare le difficoltà come opportunità e che ci porta a superare i nostri limiti. Come ha scritto Confucio: «Fai ciò che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita».
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**LA CAPACITÀ DI ACCETTARE LA REALTÀ**
La capacità di accogliere pienamente le proprie esperienze interne, senza tentare di sfuggirle, modificarle o controllarle, è strettamente legata alla disponibilità interiore di fare spazio dentro sé per accettarle con l'obiettivo di entrare in relazione con esse. Accettare non significa amare, subire o desiderare ciò che di negativo si prova, né implica arrendersi o rassegnarsi a ciò che accade. In altre parole, accettare vuol dire accogliere con gentilezza tutto ciò che la vita ci presenta. Perché mai dovremmo scegliere di accettare il dolore, sia fisico che emotivo? Una prima ragione è che combattere contro il dolore è un tentativo vano, che spesso finisce per intensificare la sofferenza; la seconda, è che l'accettazione conduce verso un modo di agire che promuove una vita più ricca e significativa.
Consideriamo, ad esempio, una persona che beve alcolici per attenuare le emozioni sgradevoli. Sebbene nell'immediato l'alcol possa sembrare una soluzione efficace, è noto che, a lungo termine, esso aggrava le esperienze emotive negative. Inoltre, l'abuso di alcol può impedire alla persona di essere ciò che desidera, come un amico affidabile, un padre presente, un partner su cui contare o un dipendente responsabile. Invece, accettare le emozioni indesiderate permette di riconoscere e accogliere l'intera gamma di emozioni, anche quelle dolorose, indirizzandoci verso scelte più coerenti con i propri valori, come farsi aiutare per decidere di seguire il figlio mentre gioca una partita anziché trascorrere il tempo al bar. E il viaggio continua... Grazie a tutte e tutti voi. Vi auguro un sereno ferragosto! Pietro Lombardo
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**CHE VALORE HANNO I GIUDIZI ALTRUI?**
«I giudizi degli altri sono come ombre: riflettono chi li emette, non chi li riceve».
Le opinioni altrui non determinano chi siamo davvero. Ogni giudizio pronunciato su di noi non è altro che l'espressione dei valori e delle prospettive di chi lo emette. Chi ci critica, lo fa attraverso il proprio filtro, un filtro intriso delle sue esperienze, delle sue convinzioni e, a volte, delle sue insicurezze. Se qualcuno esprime cattiveria, questo riflette la presenza di quella stessa cattiveria nella sua visione del mondo. Lo stesso vale per la malignità e qualsiasi altra sfumatura negativa. I giudizi, dunque, non parlano di noi, ma dipingono un quadro di chi li esprime. E noi, consapevoli di ciò, non possiamo fare altro che filtrare chi parla, riconoscendo che i giudizi sono specchi che rivelano più di chi giudica che di chi è giudicato. Più una persona è saggia e spiritualmente elevata, più la sua opinione misura in modo equilibrato e veritiero quanto afferma. E il viaggio continua... Grazie. Pietro Lombardo
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