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❇️ Farmaci per il reflusso acido e rischio più elevato di demenza

Gli inibitori della pompa protonica bloccano,
in maniera specifica e per lungo tempo, una proteina denominata pompa H⁺/K⁺ ATPasi, presente sulle cellule che rivestono lo stomaco e che sono deputate alla produzione dei succhi gastrici.
Vengono utilizzati per curare l’ulcera peptica e il reflusso gastroesofageo, patologie che possono o meno essere associate a infezione da Helicobacter Pylori, e sono spesso prescritti e utilizzati nella prevenzione del danno da assunzione di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS).

TUTTAVIA, l’uso a lungo termine è dannoso. Infatti riducono l’assorbimento di vitamina B12, di ferro, di magnesio e modificano in maniera profonda la capacità di digestione ed assorbimento di microelementi fondamentali per la salute alterando il microbiota orale e quello intestinale. Inoltre, alcuni studi li collegano anche a un rischio più elevato di ictus, fratture ossee, malattie renali croniche e c’è il sospetto importante che il loro uso possa facilitare la crescita di alcune forme tumorali soprattutto digestive.

Infine una recente ricerca, pubblicata il 9 agosto scorso, non dimostra che i farmaci per il reflusso acido causano la demenza, tuttavia evidenzia una preoccupante associazione (pericolo che, peraltro, avevano già sottolineato anche altri lavori scientifici precedenti).

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https://comedonchisciotte.org/farmaci-per-il-reflusso-acido-e-rischio-piu-elevato-di-demenza/

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VB



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❇️ Aspettatevi il meglio e l'avrete

Le cose migliorano davvero quando ci si aspetta il meglio anziché il peggio, per la semplice ragione che l'individuo, liberatosi dai dubbi riguardo a se stesso, può dedicarsi senza riserve a ciò che intraprende, e niente può ostacolare il cammino dell'individuo in grado di far convergere tutte le componenti del suo essere su un problema.

Quando l'uomo affronta una difficoltà con tutto il proprio essere indiviso, la difficoltà, che è di per sé manifestazione di disunione, tende a ridimensionarsi.

Quando l'uomo chiama a raccolta tutti gli ordini di risorse di cui dispone - risorse fisiche, emotive e spirituali - la concentrazione delle energie, purché impiegate nel modo giusto, è tale da risultare assolutamente invincibile.

(Norman Vincent Peale)

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❇️ La memoria dei polli

Una volta le galline trovarono la volpe in mezzo al sentiero. Aveva gli occhi chiusi, la coda non si muoveva. “È morta, è morta” gridarono le galline. "Facciamole il funerale”.

Difatti suonarono le campane a morto, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in fondo al prato. Fu un bellissimo funerale e i pulcini portavano i fiori.

Quando arrivarono vicino alla buca la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutte le galline. La notizia volò di pollaio in pollaio. Ne parlò perfino la radio, ma la volpe non se ne preoccupò.

Lasciò passare un po’ di tempo, cambiò paese, si sdraiò in mezzo al sentiero e chiuse gli occhi. Vennero le galline di quel paese e subito gridarono anche loro: “È morta, è morta! Facciamole il funerale”.

Suonarono le campane, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in mezzo al granoturco. Fu un bellissimo funerale e i pulcini cantavano che si sentivano fino in Francia.

Quando furono vicini alla buca, la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutto il corteo. La notizia volò di pollaio in pollaio e fece versare molte lacrime. Ne parlò anche la televisione, ma la volpe non si prese paura per nulla.

Essa sapeva che le galline hanno poca memoria e campò tutta la vita facendo la morta.
E chi farà come quelle galline vuol dire che non ha capito la storia.

* * *

Il funerale della volpe è una favola scritta dal grande Gianni Rodari per i più piccoli; è un racconto che, ricordo, mi colpì molto da bambina e che poi ho amato leggere a mio figlio perché, con linguaggio molto semplice, aiuta comprendere che la storia può ripetersi.

Sì, la storia può ripetersi, toccando a volte anche abissi inumani. Sta a noi ricordare e, di conseguenza, evitare che certe cose accadano di nuovo. La memoria, infatti, aiuta a riconoscere una situazione di pericolo, un déjà-vu a chilometri di distanza.

Almeno dovrebbe. Purtroppo molte volte non è così e ciò che è accaduto nel 2020-2022, in particolare, ce ne ha dato esempio.

Infatti, se ci si pensa bene, è assurdo: ogni 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria e tutti gli anni, da anni, si commemorano le vittime dell'olocausto nazista, vittime di esperimenti sanitari e pratiche eugenetiche, vittime della discriminazione.
Eppure, come se la storia non avesse insegnato nulla, in nome di farmaci non adeguatamente sperimentati e velocemente messi in commercio, sono stati fomentati odio e divisione, si è ghettizzato.
In nome di questi cosiddetti “vaccini” le persone sono state ricattate, affamate, private dello stipendio. E molta gente, la stragrande maggioranza, ha giustificato tutto questo.

Come i polli, evidentemente, abbiamo memoria corta.

Invece dobbiamo non dimenticare e ricordare.
Dobbiamo imporci di essere vigili. Sempre.
Ricordare il male, ricordare la menzogna, ma anche ricordare il Bene.
La memoria è un dovere. Anche perché niente è superato e potranno sopraggiungere altri mali. E il male non è solo fuori, negli altri, nei sistemi politici o nei poteri sovranazionali, ma anche in ognuno di noi e va combattuto con coraggio e instancabile lotta interiore cercando, con le scelte di ogni giorno, di fare del nostro meglio per nutrire il Bene.
Come dice Gandalf ne Il Signore degli anelli di Tolkien: “Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo, il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare”.

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VB



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