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❇️ Correlazione tra carotenoidi e protezione del cervello

Per la prima volta uno studio mostra il deficit di carotenoidi nel cervello di malati con Alzheimer.
Questi risultati sono coerenti con precedenti ricerche che avevano già scoperto che il rischio di malattia di Alzheimer era significativamente inferiore in coloro che seguivano diete ricche di carotenoidi, importanti antiossidanti alimentari, e che avevano alti livelli di luteina e zeaxantina nel loro sangue o accumulate nella retina come pigmento maculare.

I carotenoidi si trovano nella frutta e nella verdura di colore rosso, arancione, giallo e nei vegetali a foglia verde. Il cervello è vulnerabile al danno ossidativo cumulativo che può essere prevenuto proprio dagli antiossidanti forniti da una dieta sana, come mostra questo lavoro scientifico in cui i ricercatori hanno seguito diete e prestazioni cognitive di oltre 1000 partecipanti per più di un decennio valutando in particolare l'apporto di carotenoidi e riscontrando che coloro che seguivano una dieta che ne era ricca hanno avuto un rischio ridotto di diagnosi di malattia di Alzheimer e prestazioni cognitive più elevate fino a tarda età.

Ma, soprattutto, il team di ricerca ha evidenziato che i cervelli con la neuropatologia di Alzheimer avevano livelli significativamente più bassi di luteina, zeaxantina, licopene e tocoferoli, per la precisione la metà di carotenoidi trovati nei cervelli della stessa età senza la patologia.
Infine, gli autori dello studio hanno anche notato che la retina accumula selettivamente luteina e zeaxantina dalla dieta formando un pigmento maculare giallo ben visibile che migliora la vista e protegge i fotorecettori. Misurando la densità ottica del pigmento maculare dei pazienti è stato possibile stimare la concentrazione di luteina e zeaxantina nel cervello.

La malattia di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce circa 33 milioni di persone in tutto il mondo. Lo stress ossidativo contribuisce enormemente alla genesi e alla progressione della patologia. Sono importanti, dunque, i risultati di questa ricerca che indicano che una dieta colorata ricca in carotenoidi aiuta fortemente a ridurre il rischio di demenza. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease.

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VB



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❇️ Farmaci per il reflusso acido e rischio più elevato di demenza

Gli inibitori della pompa protonica bloccano,
in maniera specifica e per lungo tempo, una proteina denominata pompa H⁺/K⁺ ATPasi, presente sulle cellule che rivestono lo stomaco e che sono deputate alla produzione dei succhi gastrici.
Vengono utilizzati per curare l’ulcera peptica e il reflusso gastroesofageo, patologie che possono o meno essere associate a infezione da Helicobacter Pylori, e sono spesso prescritti e utilizzati nella prevenzione del danno da assunzione di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS).

TUTTAVIA, l’uso a lungo termine è dannoso. Infatti riducono l’assorbimento di vitamina B12, di ferro, di magnesio e modificano in maniera profonda la capacità di digestione ed assorbimento di microelementi fondamentali per la salute alterando il microbiota orale e quello intestinale. Inoltre, alcuni studi li collegano anche a un rischio più elevato di ictus, fratture ossee, malattie renali croniche e c’è il sospetto importante che il loro uso possa facilitare la crescita di alcune forme tumorali soprattutto digestive.

Infine una recente ricerca, pubblicata il 9 agosto scorso, non dimostra che i farmaci per il reflusso acido causano la demenza, tuttavia evidenzia una preoccupante associazione (pericolo che, peraltro, avevano già sottolineato anche altri lavori scientifici precedenti).

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https://comedonchisciotte.org/farmaci-per-il-reflusso-acido-e-rischio-piu-elevato-di-demenza/

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VB



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❇️ Aspettatevi il meglio e l'avrete

Le cose migliorano davvero quando ci si aspetta il meglio anziché il peggio, per la semplice ragione che l'individuo, liberatosi dai dubbi riguardo a se stesso, può dedicarsi senza riserve a ciò che intraprende, e niente può ostacolare il cammino dell'individuo in grado di far convergere tutte le componenti del suo essere su un problema.

Quando l'uomo affronta una difficoltà con tutto il proprio essere indiviso, la difficoltà, che è di per sé manifestazione di disunione, tende a ridimensionarsi.

Quando l'uomo chiama a raccolta tutti gli ordini di risorse di cui dispone - risorse fisiche, emotive e spirituali - la concentrazione delle energie, purché impiegate nel modo giusto, è tale da risultare assolutamente invincibile.

(Norman Vincent Peale)

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VB



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