"Krishna, il divino amante" al MAO di Torino. Intervista ai curatori
https://www.unive.it/pag/14024/?tx_news_pi1%5Bnews%5D=10570&cHash=7e13884ad3e47f806c0cc8996a26348c
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Università Ca' Foscari Venezia
"Krishna, il divino amante" al MAO di Torino. Intervista ai curatori
Nell'ambito della mostra "Krishna, il divino amante" - al MAO di Torino fino al 26 settembre - si terrà la conferenza "Krishna, personificazione dell'amor divino", il 27 maggio alle 17:00. Interviene il prof. Dähnhardt del DSAAM, che ha curato la mostra insieme…
Canale di Spiritualità pinned «Questo canale aprì anni fa, quando ancora barcollavo nel buio ed ero immersa in pratiche e precetti inutili, che mi portavano solo grande confusione. Poco tempo dopo ho avuto l'immensa fortuna di trovare la Via adatta a me, un percorso basato sulla Tradizione…»
"Rinate pulsano le vene della vita
a salutare con dolcezza l'alba dell'etere.
Tu sei rimasta, terra, salda anche questa notte e ricreata respiri ai miei piedi.
Già imprendi a avvolgermi di gioia:
tu svegli e smuovi una decisa volontà di tendere senza requie a più alta esistenza...
Guarda lassù! Le vette giganti dei monti già danno annunzio dell'ora più solenne: godono prime della luce eterna che più tardi fino a noi quaggiù discende.
Ora si donano nuove chiarità e nitidezza ai pendii verdi dei prati dell'alpe e a grado a grado verso il basso si distendono.
Il sole spunta!... Ah, le pupille che il dolore trafigge già distolgo abbacinato.
E così è, quando un ansioso sperare
al desiderio più alto intendendo fiducioso penetra ampie, a esaudirsi, le porte.
Ma su da quegli eterni abissi erompe
un eccesso di fiamma: e ci fermiamo attoniti.
Noi volevamo accendere la torcia della vita: un mare di fuoco ci avvolge. E che fuoco!
È amore, è odio quel che arde e ci recinge, dolore e gioia alternando tremendo sì che si torna a atterrare lo sguardo per farci schermo nei veli più giovani?
E allora, che il sole mi resti alle spalle!
La cascata che tuona tra le rocce,
guardandola s'avviva sempre più la mia gioia.
Di salto in salto ora s'abbatte e in mille e mille rivoli si sperde
in aria sibilando schiume.
Ma come da questa tempesta sgorga sovrano e si volge l'arcobaleno immobile cangiante,
ora di puro disegno ora diffuso in cielo e fresco irradia intorno aereo un brivido!
È una figura dell'agire umano.
Medita su di esso e meglio capirai:
soltanto nei colori del suo riflesso ci è dato possedere la vita."
Goethe, Faust
a salutare con dolcezza l'alba dell'etere.
Tu sei rimasta, terra, salda anche questa notte e ricreata respiri ai miei piedi.
Già imprendi a avvolgermi di gioia:
tu svegli e smuovi una decisa volontà di tendere senza requie a più alta esistenza...
Guarda lassù! Le vette giganti dei monti già danno annunzio dell'ora più solenne: godono prime della luce eterna che più tardi fino a noi quaggiù discende.
Ora si donano nuove chiarità e nitidezza ai pendii verdi dei prati dell'alpe e a grado a grado verso il basso si distendono.
Il sole spunta!... Ah, le pupille che il dolore trafigge già distolgo abbacinato.
E così è, quando un ansioso sperare
al desiderio più alto intendendo fiducioso penetra ampie, a esaudirsi, le porte.
Ma su da quegli eterni abissi erompe
un eccesso di fiamma: e ci fermiamo attoniti.
Noi volevamo accendere la torcia della vita: un mare di fuoco ci avvolge. E che fuoco!
È amore, è odio quel che arde e ci recinge, dolore e gioia alternando tremendo sì che si torna a atterrare lo sguardo per farci schermo nei veli più giovani?
E allora, che il sole mi resti alle spalle!
La cascata che tuona tra le rocce,
guardandola s'avviva sempre più la mia gioia.
Di salto in salto ora s'abbatte e in mille e mille rivoli si sperde
in aria sibilando schiume.
Ma come da questa tempesta sgorga sovrano e si volge l'arcobaleno immobile cangiante,
ora di puro disegno ora diffuso in cielo e fresco irradia intorno aereo un brivido!
È una figura dell'agire umano.
Medita su di esso e meglio capirai:
soltanto nei colori del suo riflesso ci è dato possedere la vita."
Goethe, Faust
"Non dobbiamo innalzare le mani al cielo, né pregare il guardiano del tempio che ci permetta di avvicinarci agli orecchi della statua del Dio, quasi che così potessimo più facilmente essere ascoltati: la divinità ti sta vicino, è con te, è dentro di te."
Seneca, Epistole, 41
Seneca, Epistole, 41
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Antropologo e ricercatore della Realtà