Briciole di teologia
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Briciole per nutrire il YouTube 📹 bit.ly/Robertube 📚Libri di Robert Cheaib bit.ly/cheaibook 📱 Social: Fb.com/robertcheaib; theologhia.com ☦️ #rispostalvolo #pregareinbriciole #scuoladipreghiera #pregolaParola📬 per contattarmi: bit.ly/connesso
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La spiritualità cristiana, quella vera, è una spiritualità della libertà, della gioia e dell'amore concreto. In una parola, è la spiritualità della sequela di Cristo
Così un santo come Francesco di Sales insegna che «se la mistica resta in sé stessa, non è (ancora) cristiana. Essa porta all’“estasi dell’azione”. Mistica e pastorale vanno di pari passo» (le parole tra parentesi sono di Christoph Benke, autore del libro presentato nel link)
https://www.theologhia.com/2021/01/alla-sequela-di-gesu-storia-della.html
I suoi [di Gesù] dicevano: «È fuori di sé». E avevano pure ragione. Gesù era fuori di sé. È fuori della prigione dell'ego, è la pro-esistenza per eccellenza. E nel suo essere così nella storia ci dice qualcosa sull'essere eterno di Dio. Il Padre è fuori di sé. È tutto donato al Figlio. Il Figlio, già nell'eternità, è fuori di sé. È risposta d'amore totale al Padre. Dio è talmente fuori di sé che è trino. Lo Spirito Santo è la persona-dono. È l'amore del Padre e del Figlio. «Dio - diceva Maurice Zundel è a una distanza infinita da se stesso». Ciò significa forse alienazione? Tutt'altro. Alienato è chi vive solo per se stesso, annegato nel proprio ombelico, ossesso e posseduto dal proprio piccolo mondo. Dio è in pieno possesso di sé proprio perché si dona, primariamente nella vita trinitaria, e a noi nella storia. C'è lo ricorda il vangelo di oggi. E ci invita a cambiare le nostre regole di felicità. Perché Dio è fuori di sé dall'amore ed è fuori di sé dalla gioia.
#pregolaParola
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,20-21

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
I social media non sono "il male" e nemmeno "il diavolo". Sono strumenti e in quanto tali diventano bene o male secondo l'uso che ne facciamo. Questo video racconta semplicemente la mia esperienza personale, vissuta negli ultimi sei mesi in cui ho sensibilmente ridotto la mia presenza e soprattutto il mio uso dei social media, chiudendo vari profidi come quello di twitter, instagram, alcune pagine facebook, pinterest ed eliminando alcune applicazioni dal telefono.
https://www.youtube.com/watch?v=KivfS0Q8W2A&feature=youtu.be
La domanda di questa settimana la ricavo dalla pagina Facebook di Famiglia Cristiana. Al post dell’articolo «Prego, ma non credo», una lettrice ha scritto questo commento: «E il contrario? Credere e non pregare? È possibile credere e non pregare? O chi davvero crede non può “fare a meno” di pregare?».
La domanda è molto più profonda di quanto sembri. Per questo non si può apostrofare la lettrice con una risposta banale della serie: «Certo che chi crede può non pregare. Basta guardare in giro e vedere quanti credono senza pregare».
La domanda è profonda perché ci interroga sul senso del credere. Il verbo credere nella sua accezione moderna ha un destino paradossale. Da un lato, posso dire: «Credo che la settimana prossima nevicherà» e con ciò intendo: «Non ho la certezza matematica, però mi sembra, sia dal freddo che sta facendo, sia dalla stagione, sia dalle previsioni del meteo, che nevicherà». Credo, qui, significa proprio ciò che è probabile ma non certo. Infatti, se dovessi esprimere una certezza non direi «credo», ma userei altri verbi meno incerti.
Da un altro lato, “credo” viene a significare una convinzione. Ad esempio, posso dire: «Credo nell’esistenza del diavolo». Con ciò intendo dire: credo, pur non vedendo, che Satana esiste. Ciò non implica necessariamente una relazione con la realtà creduta. Ora, nel senso profondamente biblico, il “credo” non è una opinione incerta e nemmeno una mera affermazione razionale dell’esistenza di una realtà (o di una persona).
Credere, nel senso biblico, è un gesto esistenziale. È una “fede fiduciale”. È un gesto relazionale. Credo in Dio significa almeno tre cose: riconosco la sua esistenza (fede), metto la mia fiducia in lui (speranza) e lo amo (carità).
In breve, il credere biblico implica le tre virtù teologali. Visto così, il credere veramente in Dio non può sussistere senza la preghiera, senza, cioè, una relazione intima e un dialogo fiducioso e innamorato con il Signore. Penso che abbiamo bisogno della grazia di una fede che non resti in testa, ma che pervada tutto l’essere. Una fede come quella di Charles de Foucauld che ebbe a scrivere dopo la sua conversione: «Da quando ho capito che esiste Dio, ho capito che non potevo che vivere tutta la mia esistenza per lui». https://www.famigliacristiana.it/articolo/chiedilo-a-credere-robert-cheaib-si-puo-credere-e-fare-a-meno-di-pregare.aspx
Mancano 20 giorni all'uscita, ma il testo è prenotabile nella tua libreria di fiducia e anche online...
Vi invito a privilegiare la libreria di fiducia per sostenere quelle famiglie e quelle attività in grandi difficoltà attualmente. Con la prenotazione anticipata, si dimezza il tempo d'attesa per l'arrivo del libro (in uscita il 18 febbraio)
https://www.libreriadelsanto.it/p/prodotti/carr/9788862449298.html
Come nascono le abitudini?
rispondere a questa domanda ci aiuta a capire perché passiamo molto tempo sui social e ci aiuta anche a scoprire come creare abitudini positive, abitudini "atomiche".
Buon ascolto
https://youtu.be/SJNlELNsMAs
Quando incontri persone che amano la lettura e gustano profondamente la lettura, ti viene la voglia di iniziare a leggere.
Ti rivelo un "segreto": Io non amo leggere (e basta)! Amo leggere certi autori, certi stili, certi argomenti.
Questa è una delle chiavi per entrare nel meraviglioso mondo della lettura... ma non è l'unica.
In questo video svelo cinque dinamiche che aiutano a introdurre la lettura nella propria vita come un'abitudine solida e sostenibile
https://youtu.be/sXRIRjL7_nQ
Educare i figli alla fede fa parte del ministero dei genitori. Non lo dobbiamo fare per la sua facilità, ma per regalare loro la vera felicità, l'amore di Gesù.
Alcune condivisioni su RCF, in francese...
https://rcf.fr/vie-quotidienne/famille/eduquer-nos-enfants-la-foi
La festa del martire san Valentino diventa festa degli innamorati... ma personalmente non lo considero un "degrado"... se si è veramente "in-amorati", ovvero capaci di vivere nell'Amore con la "A" maiuscola, quello di Cristo che amò sino alla fine.
Condivido con voi una riflessione recente sulla pagine di Credere San Paolo pubblicata anche da Famiglia Cristiana
Ho condiviso di recente su YouTube un canto nuziale realizzato dalla mia sposa intitolato Siamo Trinità. Il canto, scritto da una “non teologa”, ma nondimeno una donna cristiana, esalta la semplicità della bellezza dell’incontro dei due che si apre alla Trinità divenendone riflesso sulla terra e vedendo nella Trinità il compimento dell’amore umano. Naturalmente, non vi sto raccontando questo fatto per fare pubblicità, ma perché ha attirato particolarmente la mia attenzione un commento, di una persona che tra l’altro stimo, che diceva esprimendo il proprio parere: «Un po’ troppo terreno e romantico...! Probabilmente in paradiso c’è tutto questo, se non di più, ma qui in questo tempo ci dovremo sforzare di alleggerire il nostro “corpo” da fin troppi appetiti».
Il commento ha attirato la mia attenzione perché ho subito pensato che la fede cristiana non dissocia assolutamente corpo, anima e spirito e perché, secondo la fede cristiana, la vita spirituale non è una vita “immateriale”, ma è una vita nella carne secondo lo Spirito. Soffermiamoci su questi due punti prima di tirare conclusioni. A differenza della tradizione ellenistica, del dualismo cartesiamo e di altre correnti provenienti da altri emisferi culturali, la persona umana non è fatta di parti distinte o, peggio, contrastanti.
La persona umana è un “sinolo”, una “unità complessa” di dimensioni inseparabili. In termini tecnici si parla di tricotomia, ovvero triplice costituzione, dell’essere umano: corpo, anima e spirito. Nessun essere umano è senza uno di questi elementi. Inoltre, già dal protocristianesimo, una delle lotte persistenti è stata quella contro le varie forme del disprezzo del corpo, della sessualità, della materia. Non a caso, la prima grande sintesi della fede cristiana, quella di sant’Ireneo di Lione, è un manifesto anti-gnostico, ovvero contro la demonizzazione della materia e del corpo. Come cristiani siamo chiamati a essere testimoni di una “grande Bellezza”. Ciò passa non sfigurando o ignorando la materia e il corpo, ma trasfigurandoli. Se non vi vediamo la bellezza che Dio ha visto, la lasciamo in pasto a chi riduce la bellezza alla “cosmetica”.
Non solo fa bene vedere il Bello nella coppia, ma è necessario dato che Dio stesso vi vede qualcosa di «molto bello e molto buono» come ci racconta in maniera – oserei dire romantica! – il primo testo della creazione in Genesi. https://www.famigliacristiana.it/articolo/chiedilo-a-credere-robert-cheaib-la-bellezza-della-coppia-cristiana-non-e-solo-spirituale.aspx?
«il cristiano esiste o scompare con la preghiera» (Hans Urs con Balthasar)
La Quaresima è un tempo forte dell'anno liturgico... tempo forte per rendere forte il nostro amore e per consolidare di più la nostra unione con il Signore. La mia proposta è quella di concentrarci a pregare di più, pregare meglio per amare il Signore e amare come il Signore. Vi do appuntamento sul canale YouTube 🎦 bit.ly/robertube 📺 a inizio Quaresima... #pregareinbriciole #pregolaParola #pregare #quaresima2021
Il libro uscirà la settimana prossima, ma è già ordinabile su libreria del santo: http://bit.ly/libsanto
In occasione della festa degli innamorati, vorrei condividere con voi un estratto da un piccolo libro che ho avuto l'onore di accompagnare come editor. Il testo è di due amici: Tommaso e Giulia Lodi e si intitola:
Il cielo nel tuo corpo. Teologia del corpo di lui e del corpo di lei.
Si tratta di un'opera veramente scrupolosa nel presentare gli effetti della teologia del corpo di Giovanni Paolo II nel vissuto concreto dell'uomo, della donna e del loro "noi".
*
Buona lettura 📚👇
https://www.theologhia.com/2021/02/lamore-eleva-e-trasfigura-1pagina1libro.html
A una lettura superficiale, il vangelo che apre la Quaresima potrebbe essere interpretato come un invito all'intimismo, a chiudere gli occhi sugli altri per vivere il digiuno e la preghiera con Dio soltanto. Ma se guardiamo bene, la prima raccomandazione di Gesù riguarda l'elemosina. Riguarda, cioè, l'attenzione e l'amore verso gli altri. E Gesù parte dal guarire questo amore. Inizia con il digiuno dall'egocentrismo. Se analizziamo questa prima attenzione che Gesù ci chiama a esercitare, scorgiamo che ci sta spingendo a una vera prossimità verso gli altri. Tale prossimità si raggiunge proprio quando togliamo di mezzo il nostro ripiegamento su noi stessi e la spasmodica ricerca dei riflettori e quando mettiamo l'Unico la cui presenza crea la vera unità. Più ci avviciniamo al Signore con sincerità di cuore più il nostro cuore sarà vicino agli altri. Non temiamo di ritagliare del tempo per essere con il Signore perché come i punti della circonferenza di un cerchio diventano più vicini nella misura in cui si avvicinano al centro, così, anche noi saremo vicini agli altri nella misura in cui ci avviciniamo a Gesù.
#pregolaParola
Mt 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.

Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Il mio proposito di questa quaresima è quello di pregare di più e di pregare meglio. Madre Teresa di Calcutta mostra che le due cose sono collegate. Infatti, la santa dice: "Se vuoi pregare meglio, prega di più". Certo, questo non vuol dire una saturazione di quantità a casaccio.
La preghiera deve poi essere parte della nostra vita, respirare la qualità della nostra vita e, allo stesso tempo, qualificare la nostra vita. Per questo, in questo primo video della serie, vi racconto della mia esperienza, di come sono arrivato a ideare il "metodo briciole".
Il video si conclude con una definizione della preghiera di san Gregorio di Nissa. Citandolo, commenterò questa definizione affinché non sia solo una cosa in più da sapere, ma qualcosa da vivere... e da vivere subito. Sarebbe una ricchezza per tutti se condividessi la tua esperienza e la tua "lotta" per vivere la preghiera. https://youtu.be/zc6k2oybSTU
«Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva». Quello che poteva sembrare due opzioni, con Gesù diventa la scelta tra la comunione e la solitudine. La via è lui. Camminare per quella via è seguire lui, dimorare in lui, unirsi a lui. La vita si è fatta visibile e tangibile. La via che è la vita ci è venuta a cercare. Il compito non è arduo, non è tanto trovare quanto lasciarsi trovare. L'ostacolo non è fuori, è dentro. È l'attaccamento a sé, ai propri piccoli progetti, alla propria visione ristretta. Prendere la propria croce si traduce allora, prima ancora delle persecuzioni, in una liberazione dai propri schemi e schermi, per fare spazio alla sorpresa del Signore che chiama: «Vieni e seguimi».
#pregolaParola
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,22-25

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Come possiamo leggere questo vangelo noi che lo Sposo ci ha detto che è con noi fine alla fine dei tempi? Che senso ha digiunare? È vero che lo Sposo è con noi. Ma è altrettanto vero che i nostri occhi non lo vedono, che la sua presenza è percepibile solo con gli occhi della fede e che è un tormento per i sensi. Allora il nostro digiuno rimane nel segno della nuzialità, ma si quella nuzialità che ha fame di una intimità ancora più tangibile, della manifestazione piena del volto dell'Amato quando verrà nella gloria e saremo con lui.
#pregolaParola Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,14-15

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
«Non c’è santo senza passato e non c’è peccatore senza futuro». Questo detto, citato una volta da papa Francesco ci introduce nello spirito di questo vangelo. L'uomo è restituito da Cristo alla sua dignità filiale, quella dignità che lo rende libero dalle catene del peccato e libero per vivere la relazione con Dio. Sono due libertà complementari. Essere riscattato senza avere un orientamento lascia prigionieri. Matteo è liberato per la sequela e ci insegna che lì si trova la nostra libertà, in Cristo e per Cristo.
#pregolaParola
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5,27-32
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa.
C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola.
I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Cos'è la preghiera? Scelgo di partire da questa domanda basilare perché tante persone se la pongono quando si parla di preghiera. Per fare ciò, ricorro a tre grandi sante carmelitane. Santa Teresa d'Avila, santa Teresina di Gesù bambino, santa Elisabetta della Trinità
Alla scuola di ognuna, e con grande semplicità, scopriremo delle intuizioni che ci aiutano già a pregare... i santi, infatti, non definiscono per definire, ma per sconfinare, per spalancare grandi orizzonti.
Se ti fa piacere accompagnare il cammino con una lettura, ecco il libro dedicato al metodo di preghiera briciole #pregareinbriciole https://youtu.be/rYVS_HCRsA4
Gesù è sospinto dallo Spirito nel deserto e li viene tentato da Satana. Satana vuole provarlo, lo Spirito vuole manifestare la sua essenza, vuole manifestare la grandezza divina che dimora nella sua umanità. C'è una certa spiritualità che non ammette che il Signore vuole renderci provati. Tale spiritualità confonde la tentazione con la prova. Il nemica tenta per far cadere. Il Signore prova per elevare. Accogliendo questa lezione ripetutamente espressa nella Bibbia, acquisiamo una chiave per leggeee i nostri momenti di prova: esse non sono con un destino predeterminato, sono uno spazio in cui possiamo farci ammaestrare e rafforzare dalla divinumanità di Cristo che, come noi, fu provato.
#pregolaParola
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,12-15

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Quel «E voi che dite che io sia?» attraversa i millenni e ci raggiunge come domanda fresca e attuale che Gesù ci - mi - pone. Io, per te, chi sono? «Non darmi le rispostine da catechismo. Non nasconderti dietro le risposte facile che vengono da ciò che sai. Non ti chiedo ciò che sai, ma ciò che sei e ciò che sono per te». Meditare questo vangelo non ci dà risposte, ce li chiede e chiede quella risposta che solo il mio dialogo con Cristo e la mia sequela possono dare.
#pregolaParola
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 16,13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».