Briciole di teologia
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Briciole per nutrire il YouTube 📹 bit.ly/Robertube 📚Libri di Robert Cheaib bit.ly/cheaibook 📱 Social: Fb.com/robertcheaib; theologhia.com ☦️ #rispostalvolo #pregareinbriciole #scuoladipreghiera #pregolaParola📬 per contattarmi: bit.ly/connesso
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Un mese fa ho deciso di eliminare Whatsapp. Naturalmente, la notizia potrebbe interessare solo ai miei amici o, almeno, a chi ha/aveva il mio contatto. Ma vorrei approfittare della vicenda per avviare una riflessione sul nostro utilizzo di questi strumenti che hanno i loro lati positivi, ma anche i loro "spigoli" che è bene riconoscere e regolare.
Naturalmente, questo non è un video contro whatsapp. Non è nemmno un giudizio contro chi usa questo mezzo e altri mezzi. è solo un'esperienza personale e un invito a riflettere insieme.
https://www.youtube.com/watch?v=clcjPO2z-oA&feature=youtu.be
La parentela del cielo non nasce dal grembo, ma salle orecchie. Per la precisione, da un cuore che ascolta. Trova allora il tempo per coltivare il germe dea Parola nel tuo cuore. Nella frenesia delle notizie e delle notifiche, abbi il coraggio di staccare la spina. Sosta, ascolta, serba, genera la Parola che ti rigenera. Nemmeno Maria è stata madre di Gesù solo perché l'ha partorito.
#pregolaParola
(Lc 8,19-21)
Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
C'è una differenza abissale tra il voler curiosare e il desiderare conoscere. Curiosare ci capita, ad esempio, quando stiamo sui social e, scorrendo, troviamo una notizia curiosa. Cliccare su quella notizia soddisfa una vana curiosità e da quell'esperienza solitamente non usciamo con nessun profitto o vantaggio. Anzi, sovente paghiamo il pedaggio del tempo perso e dell'attenzione da recuperare per gli impegni veri che avevamo momentaneamente abbandonato. In questo vangelo Erode nutre una simile curiosità verso Gesù. È un bambinone che vuole scoprire e vedere con i propri occhi l'ultima novità, vuole far parte dell'ultimo gossip. E anche in questo le nostre vite social sono implicate. Riflettete a quante opinioni esprimiamo sulla qualunque, semplicemente perché è l'argomento del momento... Desiderare conoscere è altra cosa: è quella sacra dedizione di voler dimorare nella conoscenza, lasciarsi conoscere, lasciarsi trasformare. È un'esperienza costosa perché richiede dedizione, ma ci regala il tempo donato e una vita arricchita.
#pregolaParola
(Lc 9,7-9)
Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», altri: «E' apparso Elia», e altri ancora: «E' risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E cercava di vederlo.
​​(Lc 9,18-22)

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. «Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
Anche se conosco come prosegue la vicenda di Gesù. Anche a me rimane misteriosa questa frase, rimane misterioso il luogo della croce, nella vita di Gesù e nella mia vita. Come i discepoli, anche io vorrei un Messia sempre glorioso, sempre vincitore, sempre sopra i turbamenti. Vorrei passare sopra le battaglie della vita. E mi scontro con le difficoltà del quotidiano, con le croci, con le contrarietà, con la falsità, con le complicazioni... E ciò rende tutto incomprensibile, irritante. Provoca in me un grido dell'anima che non capisce... E tutto, proprio tutto rimarrà enigmatico finché non accetto - non accettiamo - il mistero della croce, asse della storia, preludio della risurrezione.
#pregolaParola
(Lc 9,43b-45)
Mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini». Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.
In una famiglia, il più piccolo è solitamente il più coccolato. Vista da quest'ottica, la piccolezza diventa una scelta molto positiva e attraente. Non si tratta di opportunismo. Si tratta invece di capire che i valori del vangelo acquisiscono la loro importanza dalla relazione che si ha con Cristo. Mi spiego: essere piccolo giusto per essere piccolo non ha posto nella logica umana. Mentre essere piccolo perché si è così più prossimi a Cristo, anzi, si è anche più simili a Cristo che si è fatto tanto piccolo per noi, è la cosa più sensata che si possa fare. Il vangelo va letto sempre alla luce di Cristo, alla luce della relazione con lui. Lì, le follie da esso proposte diventano la cosa più saggia, la scelta stessa della Sapienza incarnata di Dio.
#pregolaParola
(Lc 9,46-50)
Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
«In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo». Questo versetto ci dice qualcosa di molto importante sugli angeli. Essi non sono una ulteriore mediazione tra noi e Dio. Infatti, c'è un solo e unico mediatore, Gesù Cristo. Gli angeli partecipano della mediazione di Cristo. Sono un'eco su questa premura del Signore. La loro missione è una grazia per lorke una grazia per noi. Non vorrei dire molto sul vangelo di oggi. Vorrei solo invitarvi a fare spazio a questi potenti portatori del Nome. Nella nostra battaglia contro il perfido che come leone ruggente si aggira per divorarci, questi nobili spiriti sono nostri grandi alleati. Ma bisogna sperimentare per capire.
#pregolaParola
(Gv 1,47-51)
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».
In pochi versetti il vangelo di oggi ci manifesta come ognuno ha una sua storia unica con il Signore. Questa storia si costruisce in dialogo con Gesù. La dimora di tutto è una e unica: vivere nella volontà dell'Amato. Ma ognuno realizza questa dimora in una maniera unica e irreperibile, proprio mettendosi in ascolto. Ascoltare non è facile. Ci verrebbe piuttosto di decidere ognuno per sé il modo di stare con il Signore. Ma il Signore ci avverte che chi mette la mano sullaratro non deve guardare indietro. E per tanti, se non per tutti, il guardare indietro consiste nel guardare a sé stessi, in maniera isolata, con le categorie dell'uomo vecchio. Che il Signore ci dia di correegli dietro.
#pregolaParola
(Lc 9,57-62)
Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Senza pretesa, ho voluto condividere con gli amici di YouTube tre lezioni semplici per la mia vita che ho imparato da santa Teresina di Gesù Bambino e del volto santo. è una delle prime sante che ho conosciuto tramite i suoi scritti. Avevo solo 15/16 anni. Ed è stata solo l'inizio di una lunga amicizia. Voi cosa avete imparato da lei? Per non perdere futuri video, iscritti al canale e clicca sul campanellino per ricevere una notifica quando pubblico un video (di rado pubblico più di 4 al mese). Grazie e buona giornata! https://youtu.be/-qK0T7aINMo
Facendo gli auguri a in santo sacerdote che conosciamo per un riconoscimento importante che ha ricevuto, ci ha risposto: «Voi sapete le cose che hanno valore agli occhi di Dio e quelle che non contano». Penso che questa semplice ma sincera risposta sia una pista per comprendere il vangelo di oggi, soprattutto per capire quando Gesù dice: «Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». La nostra gioia non deve essere nel nostro operato. Nemmeno nelle nostre fortune (nel doppio senso del termine). La nostra gioia deve essere nel fatto di essere amati dal Signore e, imparando la lezione di Teresa di Lisieux, nell'amarlo, nel permettere al suo amore di riechegggiare in noi. Per questo è importante che, dopo aver fatto cose per lui, ci ritiriamo per stare con lui, per gustare la relazione e non la funzione, l'incontro e non il rendiconto.
#pregolaParola
(Lc 10,17-24)
I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono».
Chi è il mio prossimo? Lo scriva pone la domanda per sapere chi escludere. Per delimitare il proprio terreno di azione, di responsabilità e di donazione. Gesù lo trascina nel terreno di Dio, parlandogli di in samaritano, un estraneo, uno che - secondo le sue categorie e i suoi pregiudizi religiosi - è fuori gioco. E nella parabola narrata da Gesù, è proprio il samaritano che risponde alla domanda dello scriba: il tuo prossimo è colui a cui tu ti fai prossimo. La prossimità diventa una scelta, una mozione, un farsi prossimo. Un particolare non deve sfuggire: il samaritano non aiuta con freddezza. Tutto inizia in lui perché sente compassione, gli si commuovono le viscere, come Dio. Come avvenne a Gesù in varie occasioni. Farsi prossimo è imitare Dio. È uscire dalla logica dell'amore limitato, per amare come Dio. Così quel buon samaritano rimane un pungolo, non solo ideologico (per lo scriba), ma anche idéale (per noi che fatichiamo ad allargare il cerchio della prossimità).
#pregolaParola
(Lc 10,25-37)
Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fà questo e vivrai». Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso».
Il santo di oggi ci propone una scorciatoia verso la santità. Scorciatoia non significa necessariamente una passeggiata... Perché potrebbe essere un cammino impegnativo. Ciò che ci assicura non è la facilità, ma la felicità vera. Buona festa di San John Henry Newman

https://youtu.be/i6i2BI1gdCM
... Per chi volesse conoscere il "mio" Newman, rinvio a questo lavoro fatto con tanti amore, sia verso John Henry, sia verso chi lo vorrebbe conoscere senza doversi specializzare in dogmatica: bit.ly/newmansanto
Gesù non ci sta con la beatitudine del parto e dell'allattamento. Sarebbe fraintendere ciò che veramente fa la grandezza di Maria. Maria non è speciale perché ha portato la Parola nel suo grembo, ma perché ha portato e partoritoc la Parola nel suo cuore. Il suo merito non è quello di aver nutrito il Signore, ma di essersi nutrita del Signore. Sono differenze sottili, ma importanti e Gesù ci tiene a precisarle per ricordarci che Maria non è una stella lontana da contemplare, ma una mamma e una maestra da imitare. La beatitudine dell'ascolto ci dice che l'essenziale è a portata di mano e a portata di orecchio. E che oggi stesso possiamo essere beati. «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
#pregolaParola
(Lc 11,27-28)
Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Se sei su questa pagina, è probabile che anche tu abbia sia amici "reali" sia amici "virtuali". Sono due cose uguali? Qualcuno potrebbe rispondere con un no assoluto, qualcun altro potrebbe rispondere con un sì assoluto.
Per me, la questione richiede discernimento. Qui presento 3 ragioni per una risposta positiva... un piccolo intermezzo... e 5 ragioni per una risposta negativa o, meglio, per fare dei distinguo necessari.
Iscriviti al canale per essere aggiornato quando pubblico nuovi video!
https://www.youtube.com/watch?v=7B1mIIZnGrA
Oggi, un anno fa, veniva canonizzato Newman. Poco fa, condividendo alcuni pensieri con un'amica "newmaniana" mi sono sentito interpellato a condividere questa riflessione sull'amicizia spirituale con voi... Spero di non svegliare nessuno 😳... Anzi, di riconciliarvi il sonno 😴 😜. Santa notte amiche e amici 😘 https://youtu.be/nimQSNO47aM
I temi trattati in questo breve passo del vangelo sembrano messi lì a caso e sembrano non essere connessi: prima si parla dell'ipocrisia, poi chi veramente bisogna temere e poi della cura paterna di Dio. Se guardiamo bene il passo, invece, troviamo una grande e profonda connessione. L'ipocrisia è avere una doppia faccia. E si ha una doppia faccia quando non si è sicuri di essere amabili e amati per quello che si è. Si ha due facce quando non si riconosce che Dio scruta il nostro cuore e conosce il nostro vero volto. Per questo siamo chiamati a temere Dio. Ma questo timore non è né paura né fobia, ma un senso profondo della cura paterna si Dio per il quale noi valiamo più di tanti passeri, noi valiamo il dono stesso del Figlio amato.
#pregolaParola
(Lc 12,1-7)
Nel frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri.
care e cari, so che la maggior parte di voi è di lingua italiana, ma ci tengo anche a condividere con voi - sul canale Telegram - questa meditazione, in francese... tanto è più che basic, essendo più un francese da ascolto e da lettura che da studio. Il tema che mi è stato chiesto : "Dio mantiene la parola"... la mia risposta non poteva essere "banalmente" affermativa, anche perché nell'esperienza di molti di noi - e raramente osiamo dirlo - sentiamo come se Dio ci avesse "sedotto" o "ingannato"... per questo, alla luce della figura del grande Abramo, medito qui sulla fedeltà di Dio alla sua parola e alle sue promesse. Buon ascolto. https://www.youtube.com/watch?v=NVoKd6Hwqkw