Briciole di teologia
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Briciole per nutrire il YouTube 📹 bit.ly/Robertube 📚Libri di Robert Cheaib bit.ly/cheaibook 📱 Social: Fb.com/robertcheaib; theologhia.com ☦️ #rispostalvolo #pregareinbriciole #scuoladipreghiera #pregolaParola📬 per contattarmi: bit.ly/connesso
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Per le amiche e gli amici di ROMA --> Data l'ottima accoglienza del corso proposto l'anno scorso sul discernimento, anche quest'anno la parrocchia di san Giuseppe all'Aurelio (Roma) propone un corso a numero chiuso. Restano alcuni posti aperti a persone non appartenenti alla parrocchia.

Il tema quest'anno è trasversale e percorre le parole dell'angelo a san Giuseppe: "Alzati, non temere di prendere Maria tua sposa".

Chi volesse partecipare, deve necessariamente informare preventivamente il parroco.

I relatori/docenti sono: Robert Cheaib, Rosalba Manes, Rosanna Virgili.

Il primo incontro si terrà martedì prossimo, 8 ottobre, alle 20.00

Per TUTTE le informazioni rivolgersi al parroco, padre Giuseppe. Il numero da chiamare è: 06/6628000
Quel «li inviò a due a due» potrebbe passare inosservato. In realtà è un cardine importante nel vivere tutto il seguito di questo vangelo. Siamo mandati come agnelli in mezzo ai lupi, senza molte risorse, esposti al rifiuto e all'incomprensione. E come reggere a tutto questo vento contrario se non con l'aiuto di una Grazia che ci previene dall'Alto e una grazia di amicizia che ci accompagna sulla terra? Tante volte, in una vita spirituale condotta solitariamente, cadiamo in “loop” che ci paralizzano, o ci tengono fermi, senza progresso, dandoci l'illusione del movimento. Tante volte la nostra preghiera privata si inaridisce e non sappiamo come elevare e risollevare lo spirito, perché in primo luogo ci manca con chi condividere la vita nello Spirito... Preghiamo pire il Padrone delle messe che mandi operai per le sue messe, ma preghiamo anche per avere quelli amici spirituali con i quali vivere il nostro invio a due a due. E, dato che ci siamo, apriamo gli occhi per vedere gli amici in Cristo che forse già ci sarebbero.
#pregolaParola
(Lc 10,1-12)
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: «Pace a questa casa!». Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: «È vicino a voi il regno di Dio». Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: «Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino». Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
Il secondo episodio di questa miniserie si concentra sull'amicizia in John Henry Newman.
Il nostro santo riflette sull'importanza di costruire rapporti particolare per poter arrivare a un amore più generale e universale.
L'episodio si ispira al capitolo 3 del libro Scorciatoie verso Dio. Il genio spirituale di John Henry Newman. Trovi il libro qui: bit.ly/newmansanto
----- NOVITA' -----
Potete inviare i vostri audio attraverso l'app anchor.fm e quelli utili a un confronto verranno inseriti in episodi prossimi per creare un dialogo. Pian piano gli audio, almeno alcuni, saranno disponibili in formato di podcast. La piattaforma di base è anchor.fm, ma da essa i podcast vengono distribuiti su spotify e altre risorse Podcast https://youtu.be/nimQSNO47aM
Si racconta di San Francesco nello Specchio della perfezione (Cap. 53), che un giorno venne da lui un dotto frate dell'ordine dei predicatori e gli espose una perplessità su un passo biblico. Francesco, pur non avendo gli studi del predicatore, aveva la scienza dell'esperienza umile del Signore. E, di fatto, la sua risposta chiarì i dubbi del frate che se ne andò esclamando: «Fratelli miei, la teologia di quest'uomo, attinta a purità e contemplazione, è aquila che vola; mentre la nostra Scienza striscia con il ventre a terra». Un'immagine e un contrasto eloquenti per dire che c'è una scienza che viene dallo studio dei libri e una scienza che viene dalla contemplazione del Volto. La prima rischia di gonfiare, la seconda, fondata sulla semplicità dell'amore edifica e illumina. Beato chi sa congiungere entrambe le scienze.
#pregolaParola
(Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
C'è una novena che si sta tenendo oggi in diverse parti del mondo, antecedente alla canonizzazione di Newman, ve la allego qualora voleste recitarla anche voi (e così avremo un altro motivo per essere in comunione). Purtroppo ce l'ho solo in inglese. Buona preghiera
«Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». È troppo poco che tu metta la tua gioia in quello che fai. È insufficiente misurare il tuo valore con i tuoi antagonismi. Tu vali l'amore che ti è donato. Vali tutto il bene che Dio ha riversato su di te. Vali anche quando non fai e non produci, perché non sei una fabbrica, sei un figlio/una figlia. È questo ciò che Cristo ci rivela. Che siamo figli in lui. Che per Dio non siamo numeri, ma nomi, volti... Amatissimi.
#pregolaParola
(Lc 10,17-24)
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Questo passo ci mette davanti a una coscienza che è rara ai nostri giorni. La coscienza che se ci relazioniamo a Dio, non lo dobbiamo fare soltanto o semplicemente per un nostro benessere, ma per un senso di giustizia che, per le generazioni passate era molto forte. Veniva chiamato la «virtù di religione» e consisteva nel riconoscersi creatura che deve onore e servizio al proprio Creatore. Sembrano tutti termini arcaici e quasi non evangelici, ma il vangelo ne parla e ci invita, oltre al riconoscimento di quanto Dio è buono, amico e a portata di mano, a riconoscere che Dio è Dio e a capire che il mio vero benessere non è cercare me stesso, ma è cercare lui. E che servendo lui, in fondo, ci facciamo il servizio migliore.
#pregolaParola
(Lc 17,5-10)
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: «Sràdicati e vai a piantarti nel mare», ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: «Vieni subito e mettiti a tavola»? Non gli dirà piuttosto: «Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu»? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare»».
Cristo si è fatto per noi buon Samaritano. Ha assunto la nostra carne e ha camminato per le nostre strade. Ha portato il nostro corpo ferito e ci ha condotto in un luogo chiamato Chiesa affinché, in attesa del suo glorioso ritorno, troviamo ristoro e cura. All'albergatore ha lasciato in dono i sacramenti, soprattutto l'Eucaristia, e quindi se stesso, come alimento e sostegno. Ricevendo questa cura, veniamo inviati anche noi, cristificati, come buoni samaritani, sulle vie della nostra vita.
#pregolaParola
(Lc 10,25-37)
Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».
Qualche anno fa, un amico mi raccontò di un suo dialogo con un vescovo libanese che, nonostante il carico eccezionale di lavoro da portare avanti quando veniva a Roma, custodiva i suoi prolungati momenti davanti al Santissimo. Al suggerimento dell'amico che un giorno disse al vescovo: «Eccellenza, non sarebbe meglio, in questo tempo così stretto e sovraccarico a Roma, pregare un po' meno e riposare un po' di più? Tanto ha tutto il tempo per tornare al ritmo della sua preghiera quando torna in Libano», il vescovo rispose: «Se non mi incontrassi tutti i giorni con Lui, tutti gli altri incontri sarebbero vuoti e vani». Penso che questa risposta indichi un po' il senso della parte migliore e dell'unica cosa necessaria che Maria sceglie. Tutte le cose buone perdono di senso se non vertono nel rapporto cuore a cuore con lo Sposo dell'anima.
#pregolaParola
(Lc 10,38-42)
Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Stasera appuntamento con il profeta Elia presso la parrocchia San Giuseppe all'Aurelio... con l'occasione ho finalmente aggiornato il calendario (accorgendomi che era da marzo che non lo aggiornavo... )
appuntamenti a Cagliari, Assisi, e altri luoghi.
Tutte le info che ho per ora sono nei link.

https://www.theologhia.com/2019/10/appuntamenti-di-ottobre-e-alcune.html
Non so se capita anche a voi, a me personalmente capita che quando vedo una persona che prega profondamente, vengo colpito da un desiderio di pregare come lei. O, meglio, vengo ricondotto dalla nostalgia alla mia preghiera, a quella fonte profonda innescata nel mio cuore dallo Spirito Santo. Possiamo solo immaginare l'impatto della preghiera di Gesù sui suoi discepoli: «Signore, insegnaci a pregare...». La Risurrezione stava già esercitando i suoi effetti, risuscitando il desiderio di Dio, la sete di comunione con lui. Ora, il Padre nostro, più che una preghiera, è un programma di preghiera e di vita. E la porta di ingresso è già eloquente: non si prega un'idea o un concetto, si prega un Padre, il Padre; non può esserci preghiera combattendo contro i mulini a vento, si prega quando ci si butta, ci si arrende alla presente viva ed amante di Dio, di un Papà.
#pregolaParola
(Lc 11,1-4)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
il 9 ottobre 1845, John Henry Newman, dopo lunghi anni di studio, di preghiera e di ricerca, si converte alla Chiesa Cattolica.
Questa data speciale nella sua vita, diventa una data speciale anche per me, perché oggi esce nelle librerie il mio nuovo libro "Scorciatoie verso Dio. Il genio spirituale di John Henry Newman".
Nel video che seguirà spiego brevemente di cosa si tratta.
📖 bit.ly/newmansanto
Al posto del commento al vangelo di oggi #pregolaParola, condivido con voi la "lezione" dell'altro ieri tratta dal percorso che stiamo facendo quest'anno con Rosalba Manes e Rosanna Virgili presso la parrocchia San Giuseppe all'Aurelio, Roma.
La mia riflessione è stata sul profeta Elia, un grande che ha barcollato... Guardando attentamente il testo sacro che ne parla, vediamo tre intuizioni fondamentali... spero vi siano utili.

https://www.youtube.com/watch?v=LVpQGR2pqSY
AGGIORNAMENTO🎯🎯: Grazie per le tantissime risposte. Siete grandiosi!
Dato che la gran parte di voi è intervenuta solertemente, ho anticipato la chiusura del sondaggio. Presto condividerò i risultati
*
Care amiche e cari amici,
Il servizio pastorale online è una bella missione, ma ha il difetto di non potersi guardare in faccia reciprocamente. Per questo, tante volte non si capisce se un'iniziativa è utile o meno, se è recepita o meno.

Vorrei con questo sondaggio breve (saranno poche domande che richiederanno meno di 3 minuti) mi piacerebbe conoscere meglio quale dei contenuti è più gradito e atteso.

Non tutte le domande sono obbligatorie, quindi, quella che senti che non ti riguarda, puoi ignorarla.

Terrò presente i risultati del sondaggio nella creazione di altri contenuti, cosciente in anticipo che "si fa quel che si può", soprattutto per quanto riguarda ai suggerimenti.

Dopo aver compilato il sondaggio, ti apparirà automaticamente una pagina con le statistiche. Sono automaticamente inclusi i tuoi contributi (anonimi).


Il sondaggio verrà chiuso venerdì 11 ottobre

Grazie in anticipo per il tuo tempo :)

https://forms.gle/wuMD6GSbGixsoorj9
Per Gesù, il nemico non è solo un'analogia delle nostre lotte e delle nostre magagne psicologiche, è uno spirito con una sua volontà e un suo progetto maligno ben preciso. Il suo nome, nelle due varianti zebul e zebub, significa rispettivamente il dio delle altezze e il dio delle mosche, probabilmente per indicare il suo orgoglio, la sua meschinità, il suo essere assillante... Ora, noi abbiamo una grande responsabilità perché possiamo agevolare l'opera e gli intenti di questo nemico attraverso la nostra disattenzione spirituale. Iniziando con piccole trascuratezze, pian piano, il male inizia a diventare abituale e abitudinario e, come tutte le abitudini, più che possederle, ci possiedono. Scrutiamo la nostra vita e costruiamo abitudini di verità e di santità.
#pregolaParola
(Lc 11,15-26)
Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. Quando lo spirito impuro esce dall'uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: «Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito». Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima».
La parola di Dio è un grembo in cui veniamo rigenerati alla vita nello Spirito. Frequentando le sue immagini, le sue suggestioni, le sue esigenze, veniamo gradualmente trasformati. La grazia vi opera e guardando a Cristo veniamo cristificati, se accettiamo non solo do vederlo, ma anche di imitarlo. In essa c'è il latte e il miele di una terra promessa che ci richiama a ciò che conta, all'essenziale. Non è solo latte che consola, è anche cibo solido che fa crescere. Non è solo carezze di un Padre che è anche Madre, è la mano decisa di un Padre che ama educando, ama esigendo, ovvero, spingendo fuori la bellezza che altrimenti rimarrebbe solo un bocciolo incompiuto. «Beati, allora, coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
#pregolaParola
(Lc 11,27-28)
Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Commentando il vangelo dei dieci lebbrosi, San John Henry Newman spiega che la lebbra ai tempi di Gesù aveva aspetti paragonabili a quelli del peccato in ogni tempo. Tra questi, egli elenca quattro: la lebbra deformava la persona e rendeva il suo aspetto disgustoso; era duratura e non una cosa passeggera come la febbre; non era curabile; comportava l'esclusione sociale e i lebbrosi erano trattati come bestie... Così sono gli effetti del peccato. Solo che Gesù ci ha guariti dai nostri peccati e ci ha restituito la bellezza originaria portando su di sé il nostro peccato. Ci ha introdotti di nuovo nella comunione dei santi riportandoci a sua immagine e somiglianza. Come ci comporeteremo? Come i nove che non tornano a ringraziare per tutto l'amore profuso? Lui che non si è disgustato del nostro aspetto rovinato dal peccato, ma si è dato a noi con l'incarnazione e l'Eucaristia e ci ha riportati all'immagine sua, come possiamo vivere senza rendergli grazie. «Come riusciamo a non amare Cristo?». Forse è questa la lebbra da cui dobbiamo pregare di essere guariti: l'ingratitudine e il non amare l'Amore.
#pregolaParola
(Lc 17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!».