Briciole di teologia
1.7K subscribers
55 photos
10 files
1.34K links
Briciole per nutrire il YouTube 📹 bit.ly/Robertube 📚Libri di Robert Cheaib bit.ly/cheaibook 📱 Social: Fb.com/robertcheaib; theologhia.com ☦️ #rispostalvolo #pregareinbriciole #scuoladipreghiera #pregolaParola📬 per contattarmi: bit.ly/connesso
Download Telegram
Buona domenica!
Preparando la prossima #rispostalvolo con un intervistato speciale...
Come ben sai, i canali sono tantissimi e le notifiche arrivano per pochi... se non vuoi perderti gli aggiornamenti, non basta iscriverti al canale... è consigliato cliccare sul campanello per ricevere la notifica, come indicato nella foto sopra :)
Ecco il canale 👉👉 bit.ly/robertube 🎬🎬

P. S.: mi hanno spiegato che il campanello🔔 è visibile solo nella app di YouTube o in modalità desktop
In un suo sermone anglicano, John Henry Newman fece un'affermazione alquanto controversa, auspicando che in Inghilterra «ci fosse più superstizione». Presa fuori contesto, l'espressione risulterebbe tutt'altro che accettabile. Ma l'intento del predicatore, oltre che a destare l'attenzione del suo uditorio, era quello di dire che le persone che defineremmo superstizionesono più vicine a Dio e più aperte a lui, di tante persone che si reputano tanto intelligenti e tanto sicure di sé da non sentire il bisogno di aprirsi a Dio. Forse possiamo dire che la donna con perdite di sangue del vangelo di oggi era piuttosto una donna superstiziosa. Ma quella superstizione conteneva in sé un autentico affidamento umile che esprime qualcosa della profonda umiltà tipica della retta fede, e che contraddistingue le persone gradite a Dio.
#pregolaParola
(Mt 9,18-26)https://www.theologhia.com/2019/07/superstizione-pregolaparola.html
A differenza dell'altro testo sinottico, dove Gesù rimanda al mittente l'accusa di essere indemoniato, questa versione di Matteo segnala la diceria dei farisei ai danni di Gesù, ma ci mostra che Gesù va oltre, noncurante delle chiacchiere. Che questa bellezza di carattere di Gesù ci sia d'esempio e di forza, perché i fannulloni impegnati a tempo pieno nelle critiche troveranno sempre da ridire, ma non è il gossip che ci dona la nostra identità o ce ne priva, ma il dedicarsi con tutte le forze e con tutto il cuore a essere nella volontà del Signore.
#pregolaParola
(Mt 9,32-38)https://www.theologhia.com/2019/07/la-liberta-interiore-pregolaparola.html
Che senso hanno queste parole - «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele» - nella bocca di chi dirà più avanti: «Andate e in tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura»? Non sbaglia John Henry Newman nella sua interpretazione quando evidenzia come l'amore che il Signore ci invita a vivere sia progressivo. Se si parte dal proclamo altosonante di “amare tutti”, si rischia di non amare nessuno concretamente. Bisogna cominciare umilmente e realisticamente con chi è vicino a noi, con chi è nel nostro ambiente vitale. Lì l'amore diventa carne, lì si tocca l'umanità di Dio. Il resto sono rinvii che pensano che il “prossimo” sia il successivo e non chi ci è accanto.
#pregolaParola
(Mt 10,1-7) https://www.theologhia.com/2019/07/il-prossimo-non-e-il-successivo.html
Questa volta la #rispostalvolo l'ho preparata con due - anzi 3 - ospiti speciali: Nathan, Joseph e Jonathan. La domanda che ci ha impegnato è una domanda che tanti pongono... soprattutto i bambini... Altro si potrebbe ancora dire sul tema... ma penso siano piccole e semplici intuizioni che potrebbe aiutare a far riflettere i nostri bimbi che spesso hanno domande più grandi della loro capacità di ricevere risposte...
📖 bit.ly/educaref 📙
Mi commuove questa parola di Gesù perché l'ho sperimentata e l'ho vista realizzarsi in persone che hanno rinunciato per il Signore. A ben vedere, sarebbe stato troppo facile per Gesù promettere solo la vita eterna... Della serie: quando saremo lì, se ne riparla. Ma Gesù promette il centuplo in questa vita. E questa abbondanza, questa eccedenza, l'ho vista e la vedo nella vita di chi lascia per il Signore. Non bisogna cedere a inganni del tipo: «Lascio, così avrò». Perché proprio questa mentalità mostra che la persona non ha rinunciato a nulla. Possiamo ingannare noi stessi, ma non Dio. Chi lascia, non nota nemmeno più l'abbondanza materiale, perché il suo cuore è altrove. È con il Signore. È nel Signore.
#pregolaParola
(Mt 19,27-29)https://www.theologhia.com/2019/07/abbandono-e-abbondanza-pregolaparola.html
«Nulla anteporre all’amore di Cristo» /
«Nihil amori Christi praeponere»

🙏
Un ricordo in preghiera 🛐 per tutte le amiche e tutti gli amici del canale nella festa del Patrono d'Europa, San Benedetto da Norcia
La vita spirituale inizia quando capisci che la vita con Dio non è un'impresa tua, ma un dono suo. Finché non sei arrivato lì, guarderai a tutte le sfide del cammino spirituale e ti sentirai piccolo e impotente. E fai bene. Perché sei piccolo e sei impotente a navigare nel mare della vita spirituale esattamente quanto sei impotente di volare sbattendo le tue braccia. Il segreto è qui: è capire che la vita spirituale è la vita nello Spirito. Detto più chiaramente: è lo Spirito che diventa la tua vita, la tua forza, la tua luce. E tu che devi fare? Togliere gli ostacoli. Non perseguitare l'opera di Dio in te.
#pregolaParola
(Mt 10,16-23)
Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un'altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo.
​​Come non essere grato al Signore e a voi?

«Nella maturazione del rapporto con l’altro nella sua diversità passiamo per tre fasi: illusione, delusione e dedizione. Ci illudiamo che una persona rispecchi la nostra idea, i nostri ideali e i nostri sogni. L’altro, però, altera i nostri sogni e il nostro umore. In una parola ci delude. È qui che inizia veramente la possibilità dell’amore, che è una scelta; la scelta di amare l’altro nella sua diversità e di dedicarsi alla persona amata, anzi, all’edificazione insieme di una bella costruzione d’amore fondata sull’amicizia».
Tratto da l’ABC dell’amore di Robert Cheaib pubblicato da Tau Editrice che è stato il libro più venduto nelle librerie religiose la settimana scorsa secondo le statistiche di Rebecca libri.
Oltre alle librerie fisiche, trovi il libro anche online 📕 bit.ly/abcdellamore
📚
«Più un uomo è santo, meno è compreso dagli uomini del mondo. Tutti quelli che possiedono la minima scintilla di fede viva lo comprenderanno in una certa misura, e più egli è santo, più essi saranno, in generale, attirati da lui;ma quelli che servono il mondo saranno accecati al suo riguardo, lo disprezzeranno e lo detestereranno. È proprio ciò che è accaduto al nostro Signore. Egli era il tutto santo, ma “la luce brilla nelle tenebre e le tenebre non l'hanno riconosciuta”». Penso che queste parole di John Henry Newman non abbiano bisogno nemmeno di un assist per farci capire meglio il vangelo di oggi. Il cuore mondano è cieco alle cose di Dio. Chi è contagiato dalla luce di Dio, è osteggiato dalle tenebre del mondo. Ma non è questa l'ultima parola. La parola ultima è più significativa è la predilezione singolare e personale di Dio verso ognuno dei suoi prediletti.
#pregolaParola
(Mt 10,24-33)
Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
In salita ci si da la mano, in salita si smette di parlare di cose futili e non necessarie e si apprezza il silenzio, perché si è impegnati a gestire la fatica e il fiatone. Quando saliamo pensiamo alla salita di Gesù, a quella faticosa salita sotto il peso della croce e alla piaga della sua spalla. Non sarà stato per nulla facile. Ma pensiamo anche a Simone di Cirene e alla Veronica, l’uno lo aiuta portando la sua croce per un po’ e l’altra gli asciuga il volto visibilmente sofferente: credo che sia un’immagine efficace e viva da prendere a modello per nostre salite!
Ed allora, un bel respiro e forza! Ci rivediamo in cima!
Maria Marzolla
https://www.theologhia.com/2019/07/che-fatica-la-salita-sesta-passeggiata.html
Le relazioni non ci arrivano preconfezionate. Non esistono amori a prima vista, amicizie con un clic, legami che si consolidano dal giorno alla notte. Una relazione richiede tempo, dedizione, attenzione e costanza. Ciò che vale per le relazioni naturali, vale anche per le relazioni soprannaturali, per le amicizie spirituali, per le opere di carità. Chi è il mio prossimo? È colui e colei a cui mi faccio prossimo, mi avvicino, mi impegno di conoscere e di cui condivido la passione e la fatica, le gioie e i dolori. Il cristianesimo è reale quando è un sano connubio tra divino e umano, tra tensione eterna e attenzione storica. Tra ricerca del Volto e rivolgersi ai volti.
#pregolaParola
(Lc 10,25-37)Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».
Il nostro annuncio rimarrà senza autorità finché non recuperiamo la radicalità di Gesù, di cui gli stessi avversari riconoscevano l'autorità unica. La radicalità evangelica dice che non devi anteporre nulla e nessuno alla chiamata di Dio. Quante persone sanno che queste parole sono carne della loro carne e ossa delle loro ossa? Quante persone hanno scoperto la gioia proprio nel momento in cui non hanno permesso alla possessività umana di bloccare in loro una chiamata al dono totale di sé? E quanti genitori si sono trovati a ringraziare dopo perché il figlio o la figlia hanno ascoltato più il richiamo di Dio che i loro borbottii? La chiamata di Dio costa, ma è l'unico investimento che conta. L'unico dono che non impoverisce ma diventa ricchezza del donatore.
#pregolaParola
(Mt 10,34-11,1) Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l'uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Il pericolo nel leggere questo vangelo è quello di pensare a guai lanciate a città antiche che non ci dicono nulla. La postazione giusta per leggere questo vangelo è invece quella di soffermarsi per fare memoria delle meraviglie, dei prodigi e delle illuminazioni che il Signore ci ha dato lungo il cammino con lui. Alt! Non dire non hai ricevuto nulla. Bisogna far memoria, riportare il cuore a sé stesso prima di aprire bocca. Saepndo poi che il Signore parla, anche tacendo.
#pregolaParola
(Mt 11,20-24) Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Ho avuto modo di esplorare alcune modalità di preghiera e di meditazione di altre religioni. Ciò mi ha permesso di cogliere maggiormente la ricchezza della preghiera cristiana. La meditazione cristiana (sì, anche il cristianesimo ha una sua veneranda tradizione meditativa e contemplativa!) si distingue dalle altre forme di meditazione per la sua concretezza, per la sua incarnazione, per il suo contribuire a dare dei lineamenti personali e reali alla figura di Dio. E ciò è possibile grazie alla figura storica e concreta di Gesù Cristo. «Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». Meditando le gesta di Gesù scorgiamo qualcosa dell'intimità di Dio. Chi cammina per Cristo uomo vero, giunge a conoscere la verità di Dio.
#pregolaParola
(Mt 11,25-27)

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
La domanda di oggi potrebbe risultare strana. è di una persona che segue il canale e che in seguito a un video sul problema del male, aveva posto questa domanda: Io mi chiedo perché agli altri capitano le disgrazie e a me no. Non mi reputo degna di essere "privilegiata".
La domanda meriterebbe una riflessione più lunga, ma i limiti di una rispostalvolo mi hanno permesso di dare questa prospettiva... voi come rispondereste?
Vi consiglio, per questa questione complessa del dolore la lettura di un breve saggio di Paul Ricoeur sul male. Il saggio si trova qui: https://amzn.to/2XQcoJR
Se abbiamo l'abitudine di tradurre subito il vangelo in chiave morale (e moralizzante), questa pagina ci disarma. Questa pagina ci invita ad accogliere la nostra piccolezza, la nostra fragilità, la nostra povertà. E come accoglierla? Sapendo che è il nostro biglietto d'ingresso nelle grazie di Cristo. Io, proprio io, esausto ed esaurito come sono, sono infinitamente amato da Cristo. E perché mai parla di giogo? Per vari motivi, ma mi piace sottolinearne uno, forse molto sottile e non immediato. È un “giogo” essere amati senza motivi, o, di più, essere amati quando non ci amiamo e non ci sentiamo degni dell'amore... Ma accogliendo questo giogo sperimentiamo la gioia più grande, quella dell'Amore come grazia e non come merito.
#pregolaParola
(Mt 11,28-30)

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Ricordati...
Non sei il Messaggio...
Sei un messaggero...
Ed è bellissimo così...