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Gli Stati Uniti lavorano su un'arma biologica geneticamente modificata "universale": indagine parlamentare russa

I legislatori russi hanno completato un'indagine sulle attività biologiche legate all'esercito di Washington nei laboratori di tutta l'Ucraina sulla base dei risultati resi pubblici dalle truppe russe di difesa contro le radiazioni, la chimica e la biologia nell'ultimo anno.

Washington sta lavorando a un'arma biologica geneticamente modificata "universale" progettata per causare gravi danni ai nemici paragonabili a quelli di un "inverno nucleare", ha concluso una commissione parlamentare russa che indaga sui laboratori biologici statunitensi in Ucraina.

"L'uso nascosto e mirato di un'arma del genere in previsione di un inevitabile confronto militare diretto positivo potrebbe creare un vantaggio significativo per le forze statunitensi sull'avversario, anche contro coloro che possiedono altri tipi di armi di distruzione di massa", ha aggiunto la commissione. "Il possesso di tali armi biologiche altamente efficaci crea, secondo l'esercito americano, i veri prerequisiti per cambiare la natura dei conflitti armati contemporanei".

Il rapporto della commissione ha indicato che, sfortunatamente, i progressi scientifici contemporanei nei campi dell'ingegneria genetica, della biotecnologia, della tossicologia e della biologia sintetica hanno aumentato la possibilità del loro uso per creare agenti di armi biologiche avanzate di una nuova generazione - allo stesso tempo, rilevare e identificare il loro l'utilizzo con gli strumenti di diagnosi tradizionali è diventato estremamente difficile. "La situazione è aggravata dal fatto che la produzione di tali agenti biologici può essere facilmente dispersa in varie imprese industriali, mascherandole come prodotti utilizzati per scopi pacifici", osserva il documento.

sputnikglobe

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Scampato pericolo per il deputato biellese, nonché sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ricoverato in ospedale il giorno di Pasqua per un improvviso malore. Lo ha comunicato lui stesso attraverso la sua pagina Facebook.

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Francia

Migliaia di manifestanti si radunano davanti all'Hotel de Ville di Parigi in seguito alla decisione del Consiglio costituzionale.
Il Consiglio costituzionale boccia la richiesta di referendum di iniziativa comune sulla riforma delle pensioni.

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Scena in uno dei templi confiscati della Chiesa ortodossa ucraina.

Ufficiali ucraini, vestono scherzosamente con tonache confiscate, ridono, ballano e lanciano copricapi sacri come un pallone da calcio.

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In Edicola 15 apr 23

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Crosetto, "cosa può diventare questa maggioranza"

"È proprio questa maggioranza tutta intera che potrebbe diventare un grande partito conservatore". La proposta deflagrante è di Guido Crosetto, ministro della Difesa e tra i fondatori di Fratelli d'Italia, che rilancia con forza il tema del partito unico, ovviamente a trazione Giorgia Meloni.

Intervistato dal Corriere della Sera, a Crosetto ricordano come stando a un sondaggio sia proprio lui il ministro più apprezzato. Che possa diventare dunque un leader di centro capace di intercettare i voti di Forza Italia e del Terzo Polo ormai disintegrato? "No - replica secco -, io la sola cosa a cui penso di più ogni giorno è tornare ad avere una vita e fare il marito e il padre, quando avrò finito di servire il mio Paese da ministro. Peraltro io un partito l'ho già fondato assieme alla Meloni e sta diventando il grande partito conservatore che avevamo in mente. Non c'è bisogno di un nuovo centro. Fratelli d'Italia deve occupare, dimostrandosi sempre più aperto e inclusivo, anche il centro".

liberoquotidiano

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Saltato il ministero, Bassetti punta all’Iss

La virostar indicata come possibile candidato alla presidenza dell’Istituto, oggi guidato da Silvio Brusaferro: così salteremmo dalla padella alla brace. Il professore, per adesso, tiene un profilo basso. E alla «Verità» risponde solo con un «no comment».

LaVerità

P.S. Saltato il tribunale punta dritto in galera...

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La soluzione finale alla questione russa è la distruzione fisica di tutto il popolo filo-russo", ha detto il consigliere di Zelensky, Mikhail Podolyak.

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Un cittadino giapponese 6 mesi dopo la terza puntura COVID.

Secondo i resoconti dei media, il siero di Pfizer e BioNTech dovrebbe essere conservato a -75-80°C.

P.S. Nel frattempo in Italia il topicida lo usano scaduto, a 30 gradi e mischiato con altri sieri genici.. se il popolo è contento, siamo contenti tutti..

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Su Internet è diventato popolare un video che mostra 2 realtà parallele in Ucraina.

In uno di essi, le persone continuano a lottare per la loro convinzione... o convinzioni di un cocainomane e un demente senile..
nell'altro si godono la vita e trascorrono del tempo nei locali esclusivi.

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Colto dal malore durante il lancio: ricostruiti gli ultimi attimi di vita del parà della Folgore

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Meloni in Etiopia: 'A ottobre presentiamo il piano Mattei per l'Africa'

Fare di più per l'Africa, (tradotto: rubare le risorse in africa) per fare fronte alle tante emergenze umanitarie, a partire da quella somala che per l'Onu è "una delle peggiori crisi umanitarie al mondo", e contenere i flussi di migranti illegali.

Ma anche per sostenere lo sviluppo economico e la stabilizzazione sociale di Paesi nei quali altrimenti, senza un "ruolo forte" dell'Italia e dell'Europa si aprono inevitabilmente le porte "all'ingresso di altri attori".

Giorgia Meloni sbarca ad Addis Abeba e rilancia l'idea di quel Piano Mattei che l'Italia sarà pronta a presentare nel dettaglio a ottobre, in occasione del summit intergovernativo Italia-Africa.

ansa

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Il «piano Mattei per l’Africa»: cosa prevedeva la dottrina del fondatore dell’Eni

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha rilanciato l’idea di un «piano Mattei per l’Africa», in cui l’atteggiamento dell’Italia e dell’Europa non deve essere «predatorio, ma collaborativo» e rispettoso dei reciproci interessi. Ma cosa prevedeva la dottrina del fondatore dell’Eni? Il presidente dell’Eni tra la fine degli anni ‘50 e gli inizi degli anni ‘60 offrì condizioni molto vantaggiose ai paesi africani produttori di gas e petrolio, con l’intento di rafforzare la sua azienda e sottrarli allo sfruttamento delle Sette Sorelle, espressione usata da Mattei per indicare le compagnie petrolifere multinazionali, come la statunitensi Exxon, Mobil, Texaco, Standard oil of California (Socal), Gulf oil, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell e la britannica British petroleum, che fino alla crisi petrolifera hanno avuto un ruolo dominante sul mercato del greggio.

A detta di Mattei, queste compagnie «erano abituate a considerare i mercati di consumo come riserve di caccia per la loro politica monopolistica». Il presidente dell’Eni decise invece di cambiare paradigma, garantendo agli Stati africani la maggior parte degli introiti e superando la regola in vigore fino ad allora di una divisione del 50 e 50 tra compagnie petrolifere e Paesi produttori.

L’intuizione di Mattei e la formula del 75/25
Secondo Marcello Colitti, che ha a lungo lavorato all’Eni, il progetto di Mattei di sviluppo dell’Africa poté inizialmente avvantaggiarsi di un sostanziale disinteresse da parte della grandi multinazionali, che non credevano nello sviluppo economico del continente e quindi non lo ritenevano luogo privilegiato di investimento, come racconta Eleonora Belloni nell’articolo «L’Eni e il Terzo Mondo. L’anticolonialismo di Enrico Mattei nelle pagine de “Il Gatto Selvatico”». Mattei ebbe l’intuizione di fare di questa debolezza un punto di forza, con la creazione di un sistema africano di raffinazione basato su compagnie miste tra Eni e governi locali.

Secondo il fondatore dell’Eni il petrolio doveva essere messo al servizio di una politica tesa al contempo al benessere dei paesi produttori e dei paesi consumatori. In sostanza, dal suo punto di vista, bisognava porre nuove basi su cui fondare i rapporti fra l’Occidente industrializzato e il cosiddetto Terzo mondo. In questa prospettiva la questione petrolifera diventava il terreno su cui decidere il futuro delle relazioni fra il mondo occidentale industrializzato e i Paesi che detengono le risorse indispensabili alla sua crescita. La formula dell’Eni che introduceva un sistema di distribuzione degli utili più favorevole ai Paesi produttori, prevedendo una spartizione del 75/25 al posto del 50/50, riflette questa visione.

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La Cina si sta preparando alla guerra; Gli Stati Uniti sono pronti?

Il PCC sembra pronto a sferrare un attacco a Taiwan nei prossimi anni, ma gli esperti temono che gli Stati Uniti saranno sconfitti in termini di uomini e armi in un conflitto nell'Indo-Pacifico
Le munizioni si stanno esaurendo, le vittime sono immense, le medicine e altri rifornimenti critici non arrivano da settimane e un attacco nucleare contro la patria americana è imminente.

È una scena drammatica, più simile a un dramma hollywoodiano che a qualsiasi guerra che gli Stati Uniti abbiano effettivamente combattuto nell'ultimo mezzo secolo. Tuttavia è ciò che molti si aspettano che una guerra tra gli Stati Uniti e la Cina possa assomigliare a questo decennio.

Sia gli Stati Uniti che la Cina stanno investendo somme da record per sviluppare le proprie capacità militari. La leadership di entrambe le parti sembra sempre più considerare un tale conflitto come inevitabile, nonostante la retorica contraria.....

"La finestra del massimo pericolo"
Il rappresentante Mike Gallagher (R-Wisc.) è più coinvolto nella nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Cina rispetto alla maggior parte.

Incaricato di dirigere il nuovo House Select Committee on Strategic Competition del Congresso con il PCC, è uno dei pochi promotori e agitatori nel ramo legislativo direttamente impegnato nello sviluppo di un piano d'azione per difendere il popolo americano, la sua economia e i suoi valori dall'aggressione del PCC .

Per lui, la continua conquista dell'Ucraina da parte della Russia e l'incapacità degli Stati Uniti di dissuaderla, contengono tutto il necessario per prepararsi a quello che verrà dopo a Taiwan...

theepochtimes

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